[Quante volte negli ultimi anni Berlusconi avrà ringraziato Beppe Grillo?]
di Stefano Capponi
E’ stata una settimana fortunata per Silvio Berlusconi.
Dopo mesi di disastri in campo politico e giudiziario, che hanno
portato un tracollo nei sondaggi- ad oggi vincerebbe il CSX, in media di
7 punti sopra ai partiti dell’odierna maggioranza-, in questa settimana
le cose si sono messe meglio per il premier.
In realtà, non è successo nulla di realmente risolutivo,
e soprattutto, nulla per merito dell’azione del Governo o di
Berlusconi stesso. La maggioranza continua a restare divisa, con un
Tremonti taccagno avversato da molti, e un decreto sviluppo a costo
zero.
Due delle fortune del Presidente si sono verificate per
eventi sopravvenuti, altre due anche per colpa di qualcuno.
La prima è qualcosa di cui bisognerebbe tutti essere
soddisfatti. Berlusconi è stato prosciolto nel Caso Mediatrade “per non
avere commesso il fatto”. Almeno questo procedimento si è concluso
senza leggi ad personam, come per tutti i cittadini. Inoltre, almeno
in questo, il premier è sicuramente innocente: si può dunque tirare
un sospiro di sollievo. Per Confalonieri e il leader di Mediaset,
il figlio Piersilvio Berlusconi, le verifiche continuano. E’ certo
che questo fatto però va fortemente a limare le favole riguardanti
la magistratura rossa e nemica del Presidente del Consiglio: tant’è che
a prosciogliere è stato un GUP del Tribunale di Milano, che
Silvio voleva distruggere al telefono con Lavitola.
La seconda è stata la maggioranza flebile sulla fiducia
parlamentare, ma che c’è stata, e ha dimostrato la mancanza di coraggio,
l’ipocrisia e l’avidità di tanti.
E’ interessante invece soffermarsi sulle altre due fortune, che
si sono verificate a causa, o anche a causa, dei comportamenti
di qualcuno che a Silvio Berlusconi si dovrebbe opporre.
Innanzitutto la manifestazione di Roma: è evidente che i
manifestanti, violenti e non, volevano combattere sia i malfattori della
finanza mondiale, sia l’incapacità dei Governi, primo tra tutti il
nostro.Chiunque, con almeno la strategia politica di uno scolaro di
nove anni, studiando la storia (Biennio Rosso-Fascismo, e molti altri
casi) avrebbe capito che le rivolte non risolutive contro il potere
non portano altro che a un rafforzamento del potere stesso.
Soprattutto quando ad essere feriti sono innocenti, e a essere distrutti
sono strade e piazze e luoghi che concernono l’intera comunità.
Roberto Maroni ha ripristinato ora tutta la sua energia, venuta meno
dopo la fiducia a Saverio Romano e il rientro nei ranghi bossiani, e
propone e ripropone leggi di cui certi tratti sono “realmente”
illiberali.
Poi, un piccolo pensierino elettorale: la vittoria alle
Elezioni Regionali in Molise. Si dirà: ma il Molise ha quattro case in
croce e meno abitanti di un’unica sola città del Nord. Questo è
certamente vero, come è vero che in un luogo piccolo le dinamiche locali
sono sempre forti, come i clientelismi per una regione del Sud- in
certi luoghi vi è stato uno strano record di preferenze-, però
è interessante vedere come sia stato possibile per il
Centro-Destra vincere in questi giorni di passione.
Innanzitutto i molisani amici del Governatore ormai decennale,
pluririnviato a giudizio e responsabile di vari disastri nella sanità
locale, Michele Iorio, hanno compreso che le elezioni ora si vincono
senza Berlusconi: egli infatti non si è presentato, o non è stato “fatto
presentare”, nemmeno una volta in campagna elettorale. E proprio per
l’assenza di questa figura ingombrante, l’UdC, e una parte di FLI, che
non ha portato comunque una sua lista, si sono rialleati col Presidente
della Regione.
Secondo, sono contate moltissimo le colpe delle opposizioni. La
prima, a occhi inesperti, potrebbe sembrare la candidatura del CSX di
Paolo di Laura Frattura, ex Forza Italia. Però, le cose vanno alla pari,
perché anche Iorio un tempo militava nel Centro-sinistra. Secondo
punto, e più importante, Frattura non è stato imposto dal Partito
Democratico, bensì ha vinto delle primarie. E i detrattori di questa
candidatura, che non è stata una candidatura del Partito ma dei votanti
alle primarie, sono di solito i più avversi alle scelte venute dall’alto
e i più favorevoli alle primarie. Ma non si può volere uno strumento
solo quando ciò che esce fuori piace. Si dimostrano così l’ignoranza e
le critiche di molti.
Allo stesso modo, bisognerebbe fare propria una
dichiarazione post-elettorale del Capogruppo alla Camera PD Dario
Franceschini: ”Grazie a Grillo vince il candidato di destra inquisito”.
Queste parole hanno suscitato reazioni contrarie e forti, sia dai
soliti gruppi di potere antiPD, ma certamente non solo- i Veltroniani
sono sempre pronti a dare battaglia- , e più estremi del CSX: i
commenti del Popolo Viola, gli editoriali del Fatto Quotidiano, e
altri accusano i Democratici di non saper perdere, e di dare sempre la
colpa agli altri proprio come fa Berlusconi. Però, essi
dovrebbero distinguere le opinioni dai fatti. E la matematica non è
un’opinione.
Il Movimento Cinque Stelle, infatti, è stato assolutamente
e ingiustamente sottovalutato non solo dai politici, ma anche
dai sondaggisti. Questi lo indicano ad un 3% di media nazionale:
ciò ritenendo sia possibile, in caso di nuove elezioni, un forte
risultato al Nord ma un debole risultato al Sud, dove conterebbero più
altri fattori. In Regioni del Sud come il Molise, ad esempio. Dove però,
il candidato Federico ha portato a casa un quasi 6% che ha stupito
tutti. Di conseguenza, su base nazionale, i Grillini potrebbero
anche prendere un 7-8% alle prossime elezioni. Il 6% di Federico ha
fatto ciò che aveva fatto Davide Bono in Piemonte: ha favorito il
CDX facendolo vincere, di pochissimo.
E’ inutile negare i fatti,
dicendo che il M5S non è né di destra né di sinistra: chi è
minimamente esperto di sondaggi e flussi elettorali capisce che i suoi
voti vengono al 95% da astensione o centro-sinistra, non certo
dalla destra, che i suoi falsi supereroi ce li ha già. Inoltre, è
inutile negare che molte idee del Movimento sono di sinistra, e un
agnello bianco che dice di essere nero non cessa di essere bianco.
Il Molise si è dunque rivelato ulteriore testimone di quanto, in
possibili elezioni nazionali, i Grillini da una parte e la ripetizione
nel CSX di candidature d’apparato e deboli dall’altra, possono portare
il CDX a vincere, perfino ora.
Se non bastassero le parole di Franceschini, che potrebbe essere
considerato di parte, basta analizzare le più semplici parole di
stamane, avvenute prima della notizia della morte di Gheddafi, di Silvio
Berlusconi stesso: “Il 95% dei voti di Grillo vengono dalla sinistra,
quindi lunga vita a Beppe Grillo”.
Quattro vittorie per il premier, di cui due, chi voleva farlo,
poteva benissimo permettere di evitare. Perché divisi non si va da
nessuna parte.
[E se invece si stesse apposta divisi per fare in modo che si vada sempre dalla stessa parte?
Sia che il M5S vinca in alternativa alla destra (prendendone i voti e copiandone la propaganda e quindi le politiche), sia che il M5S non vinca ma danneggiando comunque il centro-sinistra e facendo così vincere la destra?
A oggi non si conoscono altre funzioni del M5S nelle tornate elettorali: o da soli per vincere contro il centro-sinistra (vedi Parma), o da soli per far vincere il centro-destra (come in Molise e Piemonte). Basta guardare ai risultati delle scelte del M5S, a quello che succede quando i voti al M5S diventano decisivi: sono dati di fatto.
Il futuro dimostrerà che non sempre è così? Ne dubitiamo...semplicemente è più sensato pensare che il M5S di Grillo e Casaleggio ogni tanto faccia finta di essere di sinistra infiltrandosi in lotte che non gli appartengono per scopi puramente di campagna elettorale e di aiuto alle destre.]
Fonte: Giornale il referendum