La crisi che si abbatte con
crescente ferocia sulla vita dei cittadini europei ha avuto negli ultimi
mesi un solo effetto positivo. È il ritorno sul tavolo dell´Unione del
grande assente di questi anni, la Politica.
La Politica con la
maiuscola, quella che da quando esistono le democrazie si fonda sulla
distinzione fra una destra e una sinistra. Il voto in Francia e in
Germania, nel più popoloso e decisivo degli stati federali tedeschi, la
Renania settentrionale-Westfalia, ha riportato al centro del dibattito
pubblico, dopo anni di ambiguità, pensiero unico e fumose «terze vie» di
fuga, un'alternativa secca e concreta fra l´Europa vista da destra o da
sinistra.
Il Grillo del "si, ma anche"
Insomma
fra un´Europa ancorata alla visione liberista dominante nell´ultimo
decennio, sia pure transitata dalle promesse e dai sogni di
arricchimento collettivo allo spettro di un´austerità permanente, e
un´idea di Unione più equa e solidale, impegnata a rilanciare la grande
invenzione democratica del Welfare nella nuova realtà del mercato
globale.
Questo confronto di grandi visioni alternative fra destra e sinistra, che pareva archiviato in politica, è tornato a dividere gli elettori francesi, chiamati a scegliere fra i programmi di Hollande e Sarkozy, e promette di essere il leit motiv della prossima campagna per il cancellierato in Germania fra Angela Merkel e Hannelore Kraft. Ma non in tutta Europa la crisi ha avuto questo effetto. Nelle ultime elezioni in Grecia il confronto politico storico fra destra e sinistra si è spostato su un piano del tutto diverso. E disastroso. Il confronto in Grecia non è politico, fra una sinistra e una destra portatrici di visioni alternative, ma post o piuttosto pre politico, fra un governo «tecnico» nel quale si confondono una destra e una sinistra percepite come uguali dall´opinione pubblica, e un´opposizione altrettanto indistinta, dove un comune linguaggio populista accomuna le estreme radicali. Un quadro politico devastante che a molti e purtroppo ragionevoli pessimisti ricorda la Repubblica di Weimar.
L´Italia è oggi, come quasi sempre nella nostra storia, a un bivio, al confine fra le due Europe. La crisi economica e la parentesi del governo tecnico può rivelarsi un´occasione straordinaria per la politica italiana di riformarsi e di tornare a offrire l´anno prossimo agli elettori un´alternativa chiara fra riformismo e liberismo, sinistra e destra. Oppure può diventare il definitivo pretesto per scivolare nel caos weimariano della Grecia, l´annichilimento della politica e la ricomposizione del conflitto sociale fra un indistinto rigorismo «tecnico» e un altrettanto indistinto populismo «né di destra né di sinistra».
La nostra scelta è decisiva per il futuro di tutti. Nel treno dell´Unione, più importante di qualsiasi Tav, l´Italia è il vagone che collega la locomotiva franco-tedesca al resto dell´Europa. Staccare il vagone italiano significa porre fine al viaggio. Ora, i piccoli segnali che arrivano in questi giorni, in queste ore, dalla provincia elettorale impegnata nel ballottaggio delle amministrative, sono inquietanti.
Sia chiaro che l´eventuale e rovinosa deriva greca dell´Italia non potrebbe essere responsabilità esclusiva dei demagoghi. Almeno al cinquanta per cento sarebbe da condividere con una sinistra che non ha trovato il coraggio di rinnovarsi, nei programmi e negli uomini, come hanno saputo fare i socialisti francesi e i socialdemocratici tedeschi dopo anni di sconfitte. Hanno, abbiamo tutti un anno di tempo. Una seconda chance, come dimostra la Grecia di oggi, non è prevista.
Curzio Maltese - La Repubblica -16.05.2012
Fonte: Tafanus
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15/05/2012
Berlusconi, e l'ultima idiozia alla parmigiana
Negli "ambienti solitamente ben informati" se ne sussurra sempre più spesso, e sempre più ad alta voce: Berlusconi sarebbe sempre più tentato di appoggiare, ai ballottaggio di Parma, la lista del grillino. Per vincere? NO! Per far perdere il centro-sinistra. E poi?Premetto che io sarei molto contento se a Parma vincesse il grillino Federico Pizzarotti. Leggo sulla pagina de "Il Post" dedicata a Federico Pizzarotti quanto segue:
[...] Pizzarotti ha cominciato a fare politica nel 2009, col Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo. Nel 2010 è stato candidato al Consiglio regionale in Emilia Romagna, senza essere eletto. Sul suo sito dichiara che nel 2011 “con il gruppo MDF Parma (Movimento per la Descrescita Felice) abbiamo dato vita ad un orto sinergico [...]
...e sso cazzi! quanti, in Italia, sanno cosa sia un Orto Sinergico, specie se questo ha preso vita da un non meglio precisato "Movimento per la Decrescita Felice"? Scommettiamo che Pizzarotti - che sia o non sia eletto Sindaco di Parma - dopo il ballottaggio lascerà il ben remunerato Posto in Banca per dedicarsi alla decrescita felice e all'orto sinergico?
Ma passando dal serio (?) al faceto: ripeto e confermo che dopo il ballottaggio io sarò comunque felice [...] se l'idiozia alla parmigiana di Berlusconi passerà, avremo finalmente chiaro il quadro delle prossimità ideologiche fra grillini, e schieramenti di diverso colore. E finalmente vedremo all'opera un grillino doc, di grande successo, e il suo Movimento per la Decrescita Felice;[...]
Fonte: Tafanus