Non tutti sanno che Grillo per una bravata ha causato la morte di una intera famiglia, eccetto per la più piccola, Cristina, che ha sempre rifiutato d'incontrare dopo il tragico avvenimento.
Grillo, nei fatti (a parole son tutti bravi), non ha mai voluto prendere responsabilità per quanto accaduto, nè si è mai preso carico del futuro della bambina alla quale ha tolto la famiglia, nè si è mai preoccupato di starle vicino in qualche modo. Già che era andato a chiedere scusa ai nonni della piccola, era evidentemente stato abbastanza. Certo, dopo che ai funerali neanche ci era andato, e solo mesi dopo, quando fu rintracciato dalla zia dell'unica sopravvissuta.
E negli anni ha tentato in tutti i modi di sviare sempre l'attenzione dalla faccenda, non parlandone mai e sempre censurandosi dietro un "No Comment".
Non solo, poco tempo dopo, ha anche cercato di distruggere la vita di un giovane lavoratore, non certo un benestante, un portiere (di una portineria non un calciatore, precisiamo per i grillini), pretendendo da esso un mutuo ventennale per il pagamento di uno spettacolo andato male e con pochi biglietti venduti. (Leggi qui, qui e qui)
Grillo non si è fatto scrupoli e a costo di segnare la sua vita per sempre ha preteso un pagamento esorbitante e ingiustificato. (Fortunatamente il giovane è stato aiutato in tutti questi anni dai suoi compagni di sezione altrimenti la sua vita sarebbe stata incatenata e imprigionata per anni mentre lui invecchiava venendogli precluso magari persino l'accesso ad altri prestiti, per esempio per una casa, che si sa le banche non te li regalano di certo i soldi, e mutui multipli, specialmente se sei un poveraccio da 1000 euro al mese).
Ecco che razza di persona è Beppe Grillo.
Qualcuno dice che questa sia macchina del fango.
Bene, se di fango si tratta, Grillo se lo merita tutto.
Non solo perchè ha voluto, di fatto (che ne sia consapevole o meno), con le sue azioni distruggere la vita di queste due persone, ma anche perchè con l'inganno e il concorso di Casaleggio sta tentando di distruggere ulteriormente la vita degli italiani e data l'ingenuità di molti, probabilmente riuscirà nel suo intento.
E tutto questo solo per preservare o aumentare il suo sporco lucro.
Cosa non si fa per denaro!
Ma adesso siamo sotto elezioni, chissà, magari improvvisamente a Grillo verrà voglia d'incontrare la non più giovane Cristina, magari circondato da videocamere, proprio il 23 o 24 febbraio, o forse anche senza stare sotto i riflettori, così potrà poi più tardi andare in giro a vantarsi di sapersi assumere le sue responsabilità ma senza secondi fini!
Che bella figura farebbe!
Peccato che una persona come si deve la bella figura la dovrebbe fare tutti i giorni della sua vita e solo questo dimostrebbe incontrovertibilmente il suo valore, le sue virtù e la sua onestà, questa sarebbe la sola vera prova di autentica sincerità, ma sono cose che a Grillo sono evidentemente sempre mancate.
La bella figura per 30 anni ha preferito non farla.
In tutto ciò i grillini hanno già iniziato a dire sulla rete che Cristina è una venduta.
Tanto che gli importa a loro: non è la loro famiglia che è stata uccisa dall'incoscienza del grande capo.
05/02/2013
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Lettera dal passato “Signor Grillo, le debbo parlare”
di Chiara Bruschi
31 anni fa, un tragico incidente cambiava la vita al politico di oggi
(foto di Andrea Centonze)
Oggi, la vittima più segnata da quel dolore si rivolge all'uomo
«Non cerco nulla, se non la verità. Mi rifiuto di essere
strumentalizzata da una politica in cui non mi riconosco, e dopo questa
intervista non intendo tornare sull’argomento, quindi prego giornalisti e
fotografi di non cercarmi più. Chiedo solo di incontrare il signor
Grillo. È un gesto che devo a me stessa, ma anche ai miei genitori e a
mio fratello, che non possono più parlare: lo faccio io a nome loro.
Molte volte mi sono chiesta che cosa proverei ad averlo davanti a me, di
persona, per chiedergli di quel giorno. Fra tutti quelli che in questo
periodo sentono continuamente parlare di lui e vedono la sua faccia e
leggono ovunque le sue parole ci sono anche io, e lui dovrebbe
ricordarselo, e dovrebbe capire l’effetto che mi fa. Ogni giorno penso a
come sarebbe la mia vita se i miei genitori e mio fratello fossero
ancora con me».
Il 7 dicembre 1981, Beppe Grillo è a Limone Piemonte, ospite dei
Giberti. Renzo, suo vecchio amico, la moglie Rossana e i figli
Francesco, 9 anni, e Cristina, 7. Dopo pranzo si decide di andare a
godersi il sole, per un paio d'ore, su in quota, al Duemila, una baita
raggiunta da una strada stretta e non asfaltata. Tutti salgono sulla
Chevrolet di Grillo, tutti tranne Cristina, che insiste per restare a
vedere un cartone a casa di un'amica. Quasi a destinazione, dietro una
curva, il sole illumina un lungo lastrone di ghiaccio. L’auto slitta
all’indietro, diventa ingovernabile, urta una roccia, si gira, cade con
il muso nel burrone. All’ultimo momento Grillo riesce a spalancare la
portiera e a buttarsi. Per i tre Giberti non c’è niente da fare. Il
comico verrà infine condannato per omicidio colposo, e per questo non si
candiderà, sulla base del regolamento del Movimento 5 Stelle che
esclude i condannati.
Oggi Cristina ha un altro cognome: quello del marito della sorella della
madre, che la adottò dopo la tragedia. È diventata madre, ha 38 anni,
fa volontariato per l’infanzia. Affronta l’intervista divisa tra il
bisogno di verità e la ritrosia naturale. «Non amo parlare di me, forse
la vita mi ha resa introversa. Ma oggi sono matura, ho fatto i conti con
il passato e ho trovato il coraggio di guardare indietro».
Cristina, perché proprio oggi, alla vigilia delle elezioni, dopo più di trent’anni di silenzio?
«Gliel’ho detto: il signor Grillo è una presenza pubblica come mai
prima, e come mai prima è forte la mia esigenza di confrontarmi con lui.
La mia non è certo l’unica vita segnata da un lutto, mi guardo intorno e
ne vedo tante di storie simili. La differenza è che nel mio caso - con i
media che parlano continuamente di lui e del perché non si candida, e
ogni tanto fanno anche vaghi riferimenti alla morte dei miei cari -
dimenticare è impossibile. Tutte le domande che ho cercato di seppellire
- che mi tormentano con i loro “perché” - sono tornate a galla. Ora ho
bisogno delle risposte, una volta per tutte, per guardare avanti».
Non poteva contattarlo privatamente?
«Ci ho provato. Ho anche telefonato al suo ufficio stampa: ho espresso
il desiderio di un confronto privato, mi hanno promesso che mi avrebbero
fatto sapere. Mi ha richiamato un nipote di Grillo: mi ha spiegato che
tutta la sua famiglia aveva sofferto per l’incidente, che non era il
momento di ritornare sull’argomento. Ma per me il momento è questo: sono
cresciuta, sono mamma, sono pronta per sapere e per parlare. Solo dopo
quel “no” ho accettato di parlare con voi».
In passato, Beppe Grillo l’ha cercata?
«Mai. Non ho mai avuto occasione di sentirmi raccontare come sono andate
le cose direttamente da lui, l’unico che possa davvero farlo. Mi
conosceva bene, era amico dei miei, frequentava la nostra casa: come è
possibile che in tutti questi anni non abbia mai sentito l’esigenza di
vedermi, di chiedermi scusa, almeno di telefonare ai miei genitori
adottivi per sapere come stavo?».