venerdì 31 agosto 2012

AIUTO ANTIKASTAMAN !!!111!!

SE SEI DELLAGGENTE E HAI BISOGNO DI AIUTO, METTI NELLO STATUS AIUTO ANTIKASTAMAN, LUI ARRIVA METTE MI PIACE E FA GIRARE!!!!1!!!


Da: Siamo la gente il potere ci temono

I condoni del Grillo



[Sulla faccenda vedi anche articoli qui e qui, e commenti del Tafanus qui e qui. Un ripasso è sempre utile. ;) ]

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Grillo fa il moralista contro il malaffare, contro i politici corrotti, contro i condoni tombali… e poi ne approfitta.

Eh sì, perchè come riporta il blogger Pasquale Videtta Grillo “si è avvalso di due condoni tombali (pur contestandoli, a parole). Nel 2002 e 2003, infatti, il comico genovese, proprietario (con il 99% delle azioni) della società immobiliare Gestimar srl (l’amministratore unico è suo fratello, Andrea Grillo), si avvalse del condono”.

“Scrisse Andrea nella relazione al bilancio 2002 della Gestimar: «In considerazione della possibilità concessa dalla legge finanziaria 2003 di definire la propria posizione fiscale con riferimento ai periodi di imposta dal 1997 al 2001, fermo restando il convincimento circa la correttezza e la liceità dell’operato sinora eseguito, si è ritenuto opportuno di avvalersi della fattispecie definitoria di cui all’articolo 9 della predetta legge (condono Tombale)». L’anno successivo Giulio Tremonti aveva prorogato la copertura del condono, per la gioia della Gestimar srl, la quale si avvalse nuovamente del condono tombale.”

E quindi guarda un po’ cosa salta fuori: Grillo parla tanto, fa il capopopolo, aizza i suoi sostenitori contro “i politici corrotti, tutti corrotti, dobbiamo fare la Norimberga dei partiti“. Poi però quando si tratta di “ciurlare nel manico” è in prima fila. Del resto i soldi sono soldi, non importa che rovini un giovane di 26 anni per colpa del maltempo, non importa che i condoni tombali siano cose odiose e vergognose, l’importante è guadagnarci dei soldi sopra.

Bravo Grillo, ottimo esempio di onestà e coerenza!

Sveglia gente!

venerdì 31 agosto 2012

I comodi banner sviluppati per voi da dezgeist per fare demagogia su internet, così come piace a beppe grillo.
 svegliaaa! svegliaaa!


Fonte: Dezgeist

Appunti diseguali sulla frase «Né destra, né sinistra»

[Un vecchio articolo ma a volte non è male fare un ripasso]

[Proponiamo su Giap, in una versione leggermente diversa, l'articolo di WM1 apparso sull'ultimo numero di Nuova Rivista Letteraria con il titolo "Il senso della non-appartenenza". Grazie a Tuco, Giuliano Santoro, Don Cave, Uomoinpolvere, i compagni della rivista "Plebe" di Foggia, Valerio Evangelisti, Nadie Enparticular e non pochi altri.]
-
Ho preso questi appunti nel corso del tumultuoso, convulso 2011, anno di insurrezioni, detronizzazioni, disvelamenti e nuove confusioni. Per la precisione, sono note scritte nel periodo aprile-settembre 2011.

Alla bruta materia di queste frasi annotate live, nel pieno degli eventi, non ho saputo imporre alcuna struttura solida e coerente. La numerazione di paragrafi e capoversi è il residuo di un tentativo in tal senso, sostanzialmente fallito.

1. CHI DICHIARA COSA?

1.a. Negli ultimi tempi si sente sempre più spesso la frase: «Non siamo di destra né di sinistra». Talvolta, l’ordine dei fattori è invertito: «Non siamo di sinistra né di destra».

Non è certo una frase nuova, l’abbiamo udita tante volte. Eppure, tendendo l’orecchio, possiamo registrare una prima, piccola novità: il soggetto plurale ricorre più spesso di quello singolare. Il noi sta scalzando l’io. Fino a qualche anno fa, questa “dichiarazione di non-appartenenza” era il più delle volte a titolo personale. Oggi, invece, è sempre più sovente l’enunciazione di soggetti collettivi.

I giornalisti santoriani della kasta




Beppe Grillo scappa dalle domande di Servizio Pubblico (26 Aprile 2012)


Tra i commenti:


    • Gianluca Boni Sarebbe bastato allungargli 50 euro...


    • Siamo la Gente, il Potere ci temono LA GGENTE VICINO A PEPPE GIUSTAMENTE RIDONO ♥...


    • Giuseppe Minuto il giornalista lo stava minacciando con una scia chimica, si vedeva benissimo


    • Stefano Galatolo E KOMPRA IL DVD, CAZZO! GRANDE BEPPE, KOME KUCCIA, BEI TEMPI...


    • Mirko Cecchini La tv è Kasta, sopratutto la rai. Invecie mediaset che fà tutti kuei programmi karini è gente, sopratutto striscia e veline.


    • Mario Cecere bello er giornalista dei ggiovani de sinistra co a barbetta sociale, è pubbico


    • Cthulhu Zombie e un complotto dei professoroni! a stato il ciornalista a scappare al indietro come i gamberi eppoi anno rimontato tutto. me lo a detto mio cuggino ke fha il montatore per i complotti di maria de filippo

giovedì 30 agosto 2012

A morte i senatori a vita!


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“E’ il solito travisamento delle parole!” grideranno i Grillini. Non stavolta, perchè lo scrive chiaro e tondo, che “I senatori a vita non muoiono mai“, con tanto di grassetto.

E’ una lamentela e non c’è niente da interpretare.


Insomma, dopo aver insultato la Montalcini tempo fa, Grillo la vuole pure morta.

A solo pochi giorni, anzi a poche decine di ore, dall’accusa di Bersani di “toni fascisti“, Grillo augura la morte dei senatori a vita.

Inoltre dimostra di non conoscere la Costituzione, perchè dice “E’ una promozione di carattere feudale, baronale, come ai tempi dei valvassini e dei valvassori. Per diritto divino“.

Eh no Grillo, non è diritto divino, è un potere previsto per il Presidente della Repubblica dalla Costituzione. Presidente che viene eletto dal Parlamento, il quale viene eletto dalla popolazione Italiana con diritto di voto.

Movimento Vietato ai Minori

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Non c’è nulla da scrivere basta uno snapshot.
Continua solo se maggiorenne.

Ora la Cisl scagiona Grillo «Mai pagati 10 milioni in nero»

Per la Cisl, l'ex segretario amministrativo del sindacato Guerisoli, avrebbe preso una cantonata e mostra le prove

 [Allora ricapitolando:

- la CISL scagiona Grillo anche perchè sarebbe un'autentica vergogna se un sindacato dei lavoratori, e quindi contro il lavoro in nero e i pagamenti in nero, avesse pagato in nero anche solo una volta.

- LA CISL mostra le prove di un pagamento di uno spettacolo del 1996, e non del 1999. 
Una fattura da 30.000.000 di lire (ipotizziamo 3 ore di spettacolo, visto che Grillo iniziava alle 22:00, uguale 10 milioni per ora. Per Grillo sono spiccioli si sa).

Pagamento ufficiale, "in bianco" appunto, con tanto di fattura.

La domanda dovrebbe sorgere spontanea: quali mai dovrebbero essere le prove di un pagamento in nero? 
Quando si viene pagati in nero è con zero fatture e soldi contanti. Uguale zero prove.

Ugualmente si potrebbe affiancare il pagamento in nero a un pagamento in bianco con tanto di fattura (in alcuni posti di lavoro si fà: salario mensile da regolare contratto minimo sul conto in banca accompagnato da bustina con denaro contante, ma qua stiamo davvero parlando della scoperta dell'acqua calda). 

Anche se il pagamento in nero fosse davvero avvenuto è chiaro che per Grillo è cosa facile passare dritti alla querela e per la CISL smentire per evitare una possibile figuraccia.

L'unica prova possibile in tali frangenti sarebbe la testimonianza di più persone o un video o registrazione audio fatti di nascosto.

Il povero Guerisoli era stato anche avvisato alla radio che aveva fatto una doppia frittata e si sarebbe trovato contro sia la CISL che Grillo (e via che si alza la mafia omertosa!) 

Attendiamo la replica di Guerisoli.

Nel frattempo gioverebbe ricordare che la Gestimar, società di Beppe Grillo, ha usufruito nel 2002 e 2003 del berlusconiano condono tombale (vedi articoli qui e qui, e commenti del Tafanus qui e qui).

Quindi non bisogna dimenticare che Grillo in passato è stato sicuramente un evasore fiscale, avendo dovuto approfittare del condono per mettersi in regola con lo stato.

Quindi perchè doversi fidare solo vedendo la prova di un pagamento regolare, cosa che non prova affatto che non ci sia stato un pagamento irregolare, data la persona di cui stiamo parlando?].

L'intervento di Guerisoli a «La Zanzara»



Ancora un colpo di scena nella vicenda Grillo-Benigni-Cisl. Forse l'ultima puntata.

mercoledì 29 agosto 2012

Ex Cisl: «Grillo? Si fece pagare in nero 10 milioni...»

29 agosto 2012
«Ma il Beppe Grillo che attacca Roberto Benigni perché profumatamente pagato per andare alla festa del Pd, sarà mica lo stesso Beppe Grillo che per uno spettacolo del 1999 ci chiese 10 milioni di lire, da pagarsi rigorosamente in nero, senza fattura? Accettammo di pagarglieli, li prese personalmente, ma poi per noi fu durissima giustificare quell'uscita».

Giovanni Guerisoli, segretario confederale del sindacato Cisl fino al 2002, riaccende così la polemica intervenendo alla trasmissione radio "La Zanzara" di Radio 24.

Beppe Grillo era tornato a prendersela con il Pd. Stavolta non con il segretario Bersani ma con la Festa democratica e anche con il 'collega' Roberto Benigni che proprio dal palco della festa del Pd di Reggio Emilia ha ironizzato su di lui.

Non solo Grillo: Berlusconi tenta di riciclarsi con i movimentisti

Martedì, 21 Agosto 2012 22:19 
 
SILVIARELLOChe Berlusconi stia con l'acqua alla gola lo abbiamo capito tutti. Il vento politico soffia un pò a destra e un pò a sinistra, ma sembra ignorare il signore di Arcore. 

Così il leader del PDL cerca e fiuta nel panorama politico i più bravi talenti, proprio come fece inizialmente in tv arruolando Mentana, Mike Bongiorno e tutte le gallinelle dalle uova d'oro che potessero assicurargli un picco di ascolti. 

Ma chi interessa davvero a Berlusconi? Scrive il giornalista Carlo Tarallo su Dagospia che, sulla base di una soffiata arrivata in redazione, Berlusconi ha tentato di avere un incontro privato niente poco di meno che con il pischello della Casaleggio, un tale Beppe Grillo.

La fonte non viene citata ma le sue parole sono chiare: "Nessuno scandalo né chi sa quale mistero. Berlusconi è incuriosito dalla figura di Grillo e dal suo modo di creare consenso attraverso il web e snobbando le tv, e del resto aveva già manifestato la sua volontà di approfondire i meccanismi di comunicazione politica del Movimento 5 Stelle. Ha confidato a pochissimi amici fidati la sua intenzione di chiedere a Ricci di provare a organizzare un incontro, voleva fare una chiacchierata in tranquillità con Grillo. Se la missione è andata a buon fine? Come direste voi... ah saperlo!"

Zombie e larve: lo stile mortuario di Grillo


Di Roberto Monteforte
27 agosto 2012
 
Morti viventi, zombie politici... Denigrazione e attacco personale. È questo lo stile di Beppe Grillo. Basta scorrere il blog del comico genovese approdato in politica o ripercorrere le sue dichiarazioni. Una riconferma ieri, nella risposta al segretario del Pd, Pierluigi Bersani. «A Bersani non mi sognerei mai di dare del fascista, gli imputo invece di aver agito in accordo con ex fascisti e piduisti per un ventennio, spartendo insieme a loro anche le ossa della Nazione».

Lo stile è necrofilo e l’intreccio tra considerazioni politiche e l’insulto personale è costante. Al segretario del «pdmenoelle» non dà del fascista ma gli affibbia quello di «fallito», molto probabilmente considerato più infamante. «Lo è lei - insiste - insieme a tutti i politici incompetenti e talvolta ladri che hanno fatto carne da porco dell'Italia e che ora pretendono di darci anche lezioni di democrazia».

È l’accusa rivolta a tutti coloro che presenta come espressione del vecchio e dell’inutile, colpevoli di tutti i mali del paese, cui contrappone la «forza» giovane e vitale espressa dal suo movimento.

Fondi pubblici: De Benedetti, padrone di Espresso e Repubblica è d'accordo con Grillo

[Era inevitabile che la grande imprenditoria e le lobby industriali (vedi  le dichiarazioni di De Benedetti qui sotto) sostenessero la soppressione dei finanziamenti pubblici all'editoria, questo per avere una stampa definitivamente asservita ai loro interessi: non basta infatti diventare padroni di grandi gruppi editoriali, bisogna fare in modo di scongiurare ogni possibilità di larga diffusione di voci scomode e dannose per i propri interessi, cosa che può ancora avvenire utilizzando in maniera opportuna la possibilità offerta dai finanziamenti pubblici o cambiandone le regole senza eliminarli.

Questo per quelli che ancora non avevano capito a chi sarebbe mai potuta interessare una tale proposta e a quali interessi gioverebbe una volta messa in pratica, questo nonostante la proposta fosse partita, durante il V2-day, dalla Casaleggio Associati da sempre legata alla grande imprenditoria nazionale e internazionale e che quindi non fosse poi così recondito capire dove volesse andare a parare. 

E invece no, che ti fa l'italiano medio? 

Il primo cialtrone che passa (e che nel mentre si succhia i loro soldi vendendo pacottiglia e aria fritta) dice loro che eliminando  i finanziamenti pubblici loro pagheranno meno tasse oppure che le loro tasse verranno utilizzate meglio e gli ingenuotti iracondi ci credono! 

Neanche gli balena il minimo sospetto!]

Fondi all'editoria, lo specchio della crisi  

Scritto da   
Sabato, 18 Febbraio 2012 16:49
immagine-quotidianiGiovedì scorso, alla facoltà di Economia dell'Università di Palermo, il Presidente del gruppo editoriale l'Espresso Carlo De Benedetti in occasione della lectio magistralis ha dichiarato: «Per favore, togliamo i finanziamenti all'editoria laddove l'editoria non sta in piedi da sola. Non si tengono in piedi i morti, perché c'è puzza di cadavere».

De Benedetti prende spunto dalle truffe sul finanziamento pubblico (denunciate dalla Federazione della Stampa e da Mediacoop) per ribadire che «bisognerebbe togliere tutti i finanziamenti pubblici che poi finiscono normalmente in violazione delle leggi, in furti e abusi per lasciare campo libero all'editoria sana». «Che i giornali di partito se li paghino i partiti – ha aggiunto il direttore a capo di uno dei più consistenti gruppi editoriali – se hanno già rimborsi elettorali non si capisce perché noi contribuenti dobbiamo pagare i giornali di partiti. Se li paghino loro.»

Contro questi abusi sono intervenute anche le testate cosiddette "non commerciali", che da anni chiedono ai governi di rivedere i criteri di assegnazione dei fondi. Un promessa fatta anche dal Premier Monti, ma nel frattempo, molti giornali chiudono i battenti.

Come sostenuto dalla giornalista de l'Unità Natalia Lombardo, «il finanziamento pubblico alla stampa nasce come garanzia del pluralismo , nel rispetto costituzionale della libertà d'informazione. Ma nell'ondata di "anti-casta" si può perdere di vista una differenza sostanziale: i grandi quotidiani e periodici hanno risorse dalla pubblicità, preclusa dagli investitori ai giornali di opinione» oltre al sostegno pubblico.

In una nota l'Fnsi (Federazione Nazionale Stampa Italiana) ha (in)direttamente risposto alle dure parole di De Benedetti dicendo che «il finanziamento pubblico all'editoria è necessario per tutte quelle realtà dell'informazione non meramente commerciali, di idee o di voci minoritarie, di promozioni di forme di auto imprenditorialità cooperativa che non possono contare sulle risorse di capitali di impresa come l'ing. De Benedetti. E se i morti non si possono certo tenere in vita, l'aiuto pubblico ha il dovere di impedire la scomparsa di voci dell'informazione o, peggio, provocare suicidi assistiti».

Grillo e il fascismo

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Leggiamolo, immaginandoci che sia Grillo a pronunciarlo.

Pussisti e Pescicani 
Essi vanno messi a braccetto, poiché sono nati nello stesso fango (…)
Essi hanno fatto fino ad oggi il finto gioco di addentarsi e di sbranarsi l’un l’altro, ma è stata questa la solita bugiarda schermaglia di tutti i lenoni e di tutti i briganti, intesi a leticarsi i trenta soldi di Giuda.
Contro gli uni e contro gli altri, noi, fascisti, combattiamo e combatteremo fino alla morte la nostra battaglia.
I fascisti non sono, e non vogliono essere, un partito. 
Essi sono sorti, per generazione spontanea, per un gesto di ribellione di tutta la giovinezza italica, perennemente romantica e perennemente garibaldina, contro la vigliacca tirannia di piccole e grosse minoranze, protette dall’incosciente senilità di uno Stato che, come è fatto oggi, più non serve, e di un Re travicello non meno inservibile e non meno inutile.

E’ incredibile come ci sia tutto: i “sono tutti uguali e d’accordo tra loro“, “tutti rubano“, “noi non siamo un partito, siamo un movimento“, “noi ci ribelliamo, siamo in guerra“, “lo Stato è vecchio e non serve più, il Re/Presidente della Repubblica è altrettanto inutile“.

E’ un discorso che fa paura per quanto è simile al linguaggio attuale.
Bersani ha esagerato nei toni? Probabilmente, ma non credo si possa dire che ha esagerato nella sostanza.


Tra i commenti:




Gallienus 2 hours ago

Vabbè ragazzi da dove credete che abbiano preso ispirazione?

Il professionisti della politica? buuu!
"Raggiunta la soluzione nel nostro senso dei fondamentali problemi che oggi travagliano la nazione italiana, il fascismo non si ostinerà a vivere, come un anacronistica superfetazione di professionisti di una data politica, ma saprà brillantemente morire senza smorfie solenni" - Il Popolo d'Italia, 3 luglio 1919 (dal manuale delle guardie nere)"

Il NON statuto e le NON tessere!
"Il fascismo è anti-accademico. Non è politicante. Non ha statuti, nè regolamenti. Ha adottato una tessera per la necessità del riconoscimento personale, ma potendo ne avrebbe fatto volentieri a meno. Non è un vivaio per le ambizioni elettorali. Non ammette e non tollera i lunghi discorsi. Va al concreto delle questioni" - Il Popolo d'Italia, 3 luglio 1919 (dal manuale delle guardie nere) 

Nè di destra nè di sinistra ma oltre! (E aridanghete col NON statuto)
"E' un pò difficile definire i fascisti. Essi non sono repubblicani, socialisti, democratici, conservatori, nazionalisti. Essi rappresentano una sintesi di tutte le negazioni e di tutte le affermazioni. Nei fasci si danno convegno spontaneamente tutti coloro che soffrono il disagio delle vecchie categorie, delle vecchie mentalità. Il fascismo mentre rinnega tutti i partiti, li completa. Nel fascismo che non ha statuti, che non ha programmi trascendenti, c'è quel di più di libertà e di autonomia che manca nelle organizzazioni rigidamente inquadrate e tesserate" - - Il Popolo d'Italia, 6 ottobre 1919 (dal manuale delle guardie nere) 

"Il M5S è un movimento non è un partito"
"Tutte le associazioni, tutti gli altri partiti, ragionano in base a dei dogmi, in base a dei preconcetti assoluti, a degli ideali infallibili, ragionano sotto la specie della eternità per partito preso. Noi, essendo un antipartito, non abbiamo - si passi il bisticcio - partito preso" - dal discorso all'assemblea milanese dei fasci, 5 febbraio 1920 (dal manuale delle guardie nere) 

"Leggi il programma!..ma è incompleto! Lo stiamo completando!"
"Il programma fascista non è una teoria di dogmi sui quali non è più tollerata discussione alcuna. Il nostro programma è in elaborazione e trasformazione continua, è sottoposto ad un travaglio di revisione incessante, unico mezzo per farne una cosa viva, non un rudere morto" - - Il Popolo d'Italia, 28 dicembre 1921 (dal manuale delle guardie nere) 

martedì 28 agosto 2012

L'alternativa che non c'è

lunedì 27 agosto 2012 

Nel lungo tragitto della vita,
incontrerai tante maschere
e pochi volti.
Luigi Pirandello

[Un ottimo intervento di Diciotto Brumaio che spiega chiaramente quale siano le attuali mancanze dei partiti di sinistra e la funzione reazionaria del partito di Grillo e Casaleggio].
 
La crisi del sistema s’acutizza ed estende sempre più costituendo ormai un fenomeno senza precedenti. In questa temperie non deve sorprendere che vi siano scontri e lacerazioni tra elementi dello stesso campo per imporre la propria versione della menzogna. Ed è proprio nello stile della polemica tra Grillo e Bersani che si può cogliere il segno della decomposizione raggiunta dall’ideologia di coloro che si ergono, chi per un verso e chi per l’altro, a supremi paladini per la salvezza del paese. In mancanza di un’altra realtà, dobbiamo assistervi.

Bersani, la cui esistenza è passata dal felice tempo ideologico del “socialismo reale” alla cura delle rovine del modello liberista, deve obbedire per forza alla logica degli interessi imposti da uno sviluppo in cui regna indiscusso l’interesse particolare, l’intrigo politico e la malavita. 
È uno dei tanti che attribuisce al proprio passaggio al liberismo un valore assoluto, perciò è ben disponibile ad imputare ai propri avversari ogni ignominia, perché obbligato a nascondere quella che è la sua vera colpa, che peraltro né Grillo e né altri gli imputano, e cioè di sostenere il potere della classe dominante e sfruttatrice, e con essa il nuovo totalitarismo.

Per quanto riguarda Grillo, si tratta di un ribelle che propone un’azione politica confusa ma efficace per portare garbuglio e incertezza nelle file dei salariati. Del resto la borghesia, i padroni del mondo, hanno ben chiaro da sempre che gli uomini possono essere liquidati o cambiati purché la funzione rimanga indiscutibilmente sovrana. 
Grillo svolge la sua.

Qualcosa si muove a sinistra...

[Pare incredibile. 

Bersani è riuscito in un'impresa che sembrava impossibile per il PD, destinato come appariva a diventare una nuova DC. 

Ma è incredibile!!! Ottimo e incredibile!
Bravo il resuscitato!
Forse si è finalmente reso conto che la corsa all'essere più moderato è perdente in partenza. (vedi quanto scritto da Marco  Bracconi)
Cosa manca a questo punto?

Una grande alleanza di forze a sinistra che faccia finalmente chiarezza chi sta dalla parte dei privilegiati e chi da quella della gente comune, includendo forze come l'ALBA e l'FDS (che in preda alla confusione, cerca il classico Harakiri con un'alleanza con il partito di destra di Di Pietro) più l'abbandono del governo di destra di Monti.

Un alleanza che ovviamente può essere  solo un inizio, un mezzo e non un fine, l'inizio di una cammino in una direzione che ultimamente sembra sia stata totalmente abbandonata: la tutela dei bisogni e delle istanze della gente comune e la realizzazione di una società unita e solidale.

Le proposte non mancano. Leggete di seguito.]

Altro che Cosa Bianca: facciamo la Cosa Seria


Altro che Cosa Bianca.
Facciamo la Cosa Seria.

Un movimento aperto a quel 99 per cento di cittadini che non vive di rendite e di finanza: che siano giovani o anziani, deboli o forti – perché anche i forti possono prendere con onore la responsabilità di essere garanzia degli altri.

Un movimento laico di quella laicità che è la più intelligente garanzia della solidarietà senza esegesi politica.

Nella Cosa Seria le porte sono aperte a tutti coloro che si riconoscono nelle priorità di programma che sono poche e chiare. Nella Cosa Seria ci si impegna ad essere includenti nel senso più pieno: quello che combatte le oligarchie, le iniquità, le rendite di posizione e le corporazioni.

Attacco a Grillo, Bersani conferma "Non divagare, è linguaggio fascista"

Lo sfogo contro l'uso di termini quali "zombie" e "cadaveri ambulanti" ha scatenato critiche e polemiche, ma il segretario del Pd insiste nelle sue accuse: "A chi consiglia di lasciar correre rispondo che essere riformisti significa anche piantare qualche chiodo"

Attacco a Grillo, Bersani conferma "Non divagare, è linguaggio fascista" 

(27 agosto 2012)

 ROMA - Dagli avversari 1, dai quotidiani e persino dall'interno del suo stesso partito lo sfogo di Pierluigi Bersani contro chi usa toni violenti su internet per fare polmica politica ha suscitato forti critiche. Il segretario del Pd, con un evidente riferimento a Beppe Grillo e all'Italia dei valori, parlando sabato all'apertura della Festa di Reggio Emilia 2 li ha definiti "fascisti del web". Parole dure che oggi conferma e ribadisce, malgrado gli attacchi ricevuti.

IL VIDEO 3

"Rispetto tutti e voglio parlare con tutti, e intendo approfittare anch'io della sacrosanta libertà della rete - afferma il leader democratico - Non insulto nessuno, né tantomeno voglio iscrivere qualcuno al partito nazionale fascista che, per fortuna, non c'è più. Ho detto, e intendo ripetere, una cosa semplice e precisa. Frasi del tipo: 'siete dei cadaveri ambulanti, vi seppelliremo vivi' e così via, sono le frasi di un linguaggio fascista, così come lo abbiamo conosciuto in Italia".

Chi vuol essere deputato a 5 Stelle? Lo deciderà Grillo »

27 ago 2012 - Federico Mello

Militanti e simpatizzati si interrogano sulle regole per l’elezione a Camera e Senato. Ma tutti, compresi i consiglieri regionali, aspettano un cenno del grande capo. Sul programma si danno per certe consultazioni e libertà di voto su temi “sensibili”. E intanto il blog lancia dei “sondaggi” per testare un piattaforma che difficilmente sarà garanzia di democrazia.

E’ la convinzione generale: “Faranno un risultato a due cifre”. Il 12 per cento, dicono alcuni sondaggisti, “molto di più ribattono” altri. Eppure non c’è dubbio che il moVimento di Beppe Grillo si è prenotato per un’infornata di deputati e senatori alle prossime elezioni: nella conta finale dovrebbero risultare più di cento i parlamentari “stellati”.

Ma a pochi mesi dalle elezioni politiche, proprio con queste rosee prospettive davanti, una domanda diventa sempre più pressante per simpatizzanti, detrattori e militanti a 5 Stelle. Come verranno scelti deputati e senatori? Quali saranno i criteri, le regole, le modalità per candidarsi, entrare in lista, essere eletti?

Le risposte a queste domande, è il caso di dirlo, soffiano nel vento. Il “non statuto” del “non partito” lo dice chiaramente: “Le regole relative al procedimento di candidatura e designazione a consultazioni elettorali nazionali o locali potranno essere meglio determinate in funzione della tipologia di consultazione ed in ragione dell’esperienza che verrà maturata nel tempo”. Insomma, regole per ora non ce ne sono. E per un movimento la cui sede “coincide con l’indirizzo web www.beppegrillo.it” (sempre dal Non Statuto) non c’è da fare altro che aspettare messianicamente le disposizioni di Grillo in persona, o del suo fantomatico staff.

I Caproni non sono i soli

Pubblicato il da

I caproni non sono i soli.

Non sono i soli ad avere seri dubbi sul Movimento 5 Stelle, non sono i soli a paragonare i metodi e i linguaggi dei grillini al fascismo, non sono i soli a dire che Grillo nominerà i parlamentari di persona.


E ha perfettamente ragione, lo abbiamo detto più volte: non c’è tempo per selezionare una classe dirigente dal nulla, e comunque il tutto passerà dalle mani del “fantomatico staff“.

Le vere parole del fascismo

lunedì 27 agosto 2012


Quello che segue è un brano tratto da L’Assalto (periodico fascista edito a Bologna) l’11 dicembre 1920, tratto da R. De Felice, Autobiografia del fascismo, Torino, 2004, pagg. 50-51.

Pussisti e Pescicani 
Essi vanno messi a braccetto, poiché sono nati nello stesso fango (...) 
Essi hanno fatto fino ad oggi il finto gioco di addentarsi e di sbranarsi l’un l’altro, ma è stata questa la solita bugiarda schermaglia di tutti i lenoni e di tutti i briganti, intesi a leticarsi i trenta soldi di Giuda. 
Contro gli uni e contro gli altri, noi, fascisti, combattiamo e combatteremo fino alla morte la nostra battaglia. 
I fascisti non sono, e non vogliono essere, un partito. 
Essi sono sorti, per generazione spontanea, per un gesto di ribellione di tutta la giovinezza italica, perennemente romantica e perennemente garibaldina, contro la vigliacca tirannia di piccole e grosse minoranze, protette dall’incosciente senilità di uno Stato che, come è fatto oggi, più non serve, e di un Re travicello non meno inservibile e non meno inutile. 

Certo, è una casualità, perché Grillo predica la democrazia diretta e non la tirannia e quindi i paragoni sono impropri. Però, ecco, proviamo a sostituire a “pussisti e pescicani” le parole “PdL e PdmenoElle”, alla parola “fascisti” la parola “movimento”, alla parola “re” la parola “presidente della Repubblica” e poi ditemi voi se non vien da giustificare pure certe sortite recenti del Bersani.

lunedì 27 agosto 2012

C’era una volta il web

Ricapitolando, per essere filologicamente corretti: l’espressione testuale «fascisti del web» Bersani non l’ha usata, e ciascuno – vedendo il video su YouTube – può decidere se si tratta di una sintesi giornalisticamente corretta o fuorviante (certo, all’Unità non è dispiaciuta)

Ma, filologia a parte, non è certo la prima volta che Bersani si lascia andare a opinioni sulla Rete che palesano una certa alterità, se non una palese avversione. Arturo Di Corinto e io ci abbiamo dedicato diverse pagine dei “I nemici della Rete”, un paio d’anni fa, e purtroppo la situazione non pare molto migliorata. Anzi.
Il problema culturale di base lo sintetizza bene Luca Sappino nel suo ultimo post. Bersani pare convinto che la Rete non faccia parte davvero della realtà, che sia una cosa altra e contrapposta rispetto al mondo vero, quasi un rifugio in cui si nascondono i malintenzionati («venite fuori a dircele certe cose», sottinteso: “se ne avete il coraggio”).

In più, rifletteva ieri su Facebook la collega e amica Cristina Cucciniello, in Bersani sembra essere scattato un meccanismo mentale secondo cui il web starebbe a Grillo come le tivù stavano a Berlusconi. Un qui pro quo non solo assurdo (la Rete, per ora, non ha padroni) ma soprattutto autolesionistico, dato che offre su un piatto d’argento a Grillo proprio quello che Grillo vuole, cioé identificarsi con tutto il web italiano pur essendone solo una (minoritaria) parte.

Ora, tuttavia, io non spenderó più tempo ed energie per provare a spiegare a Bersani che realtà digitale e realtà fisica non sono antitetiche ma si compenetrano e si alimentano a vicenda; né gli riscriverò che la salamella e la bocciofila non sono alternative né tanto meno conflittuali rispetto alla Rete e ai social network; né gli ripeterò che se non capisce internet non capisce un pezzo importante della realtà (anche) italiana di questo secolo. 

Grillo e le conseguenze di «At salut, buson!»

C’è un tal Yuri Tassoni che, almeno su facebook, pare un sostenitore piuttosto accanito del Movimento 5 Stelle. Tal Yuri Tassoni, sempre su facebook, così commenta la notizia pubblicata dalla Repubblica di Parma [durante le ultime elezioni comunali di Parma] secondo cui il candidato del centrosinistra Bernazzoli, diventasse sindaco, vorrebbe portare in città il GayPride.

bernazzolipridejpg

Ora, seppur Grillo non può certo esser ritenuto responsabile di quanto ogni suo sostenitore dice o fa, di come tratta la gente, se picchia la moglie, se non cede il posto sul bus ad anziani e donne incinta, se si mette le dita del naso, fa gestacci o se, appunto, si cimenta in prestazioni di rara omofobia, permetterete che si possa considerare, senza far torto a nessuno, il gesto del tal Yuri Tassoni come una conseguenza diretta del «At salut, buson!» gridato da Beppe Grillo dal palco di Bologna l’otto maggio scorso, e ripreso da centinaia di telecamere e quindi rimbalzato per televisioni e canali youtube.

Grillo e il messianismo del Web

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(pubblicato il 19/8/2012 sul mio blog su Linkiesta.it)
http://www.linkiesta.it/blogs/tempi-interessanti/grillo-e-il-messianismo-del-web

E’ interessante analizzare la retorica dei nuovi movimenti populisti come il 5 Stelle di Beppe Grillo.

Spesso viene richiamata l’analogia con il “Fronte dell’Uomo Qualunque” di Guglielmo Giannini per le connotazioni antipolitiche, da cui Grillo prende anche alcuni espedienti, come la storpiatura dei nomi dei personaggi oggetto della sua critica.

Ma esistono anche altri elementi. La polemica contro i partiti esistenti assume un carattere che per certi aspetti ricorda quello della stagione di Tangentopoli, secondo una netta contrapposizione di “vecchio” e “nuovo”, per cui i soggetti politici esistenti sarebbero dei “morti che camminano”, esponenti di un ordine superato, che aspetta solo di essere “spazzato via” dall’indignazione dei cittadini (addirittura tramite “giurie popolari” e annessi processi sommari).

Grillo svolge questa prospettiva di critica dell’esistente alla luce di una prospettiva di rinnovamento totale, che si espliciterebbe in una “democrazia digitale”. L’avvento della rete rivoluzionerebbe il rapporto tra governanti e governati, abolirebbe qualunque forma di mediazione politica e permetterebbe ai cittadini di avere un rapporto diretto con le istituzioni, in una sorta di ideale democrazia totale in cui i cittadini si autogovernerebbero attraverso la rete. La “vecchia politica” che non ha compreso questo ineluttabile destino andrebbe incontro a un’ineluttabile superamento.

Innanzitutto è segno di arretratezza culturale il sorprendente ritardo (20 anni dopo la creazione di Internet, 12 dopo lo scoppio della bolla dot-com e delle grandi speranze riposte nelle new economy, 9 anni dopo l’invenzione di Facebook) con cui si “scopre” un presunto valore rivoluzionario della rete.

Analisi di un Grillo (e delle locuste sue fan)

Pubblicato il da

Ho visto oggi un documentario sulle locuste e mi è ora venuto in mente, scrivendo il titolo, un paragone con i fan del comico-insetto.

Le locuste iniziano come normali cavallette, che sono solitarie e “misantrope” (“mis-cavallettiche” mi sembrava un aggettivo un po’ troppo originale), un po’ come gli elettori sfiduciati che decidono di non andare più alle urne, e pertanto se ne stanno da soli, chiusi nel loro rancore a sgranocchiare foglie fresche.
Come fanno allora a diventare locuste e formare immensi sciami devastanti? Lo fanno per contatto. Si è infatti scoperto che le locuste provano un grande piacere nel contatto fisico, specialmente con i propri simili.
Pertanto, una volta provato questo tipo di contatto, tendono a stare insieme fino a formare masse enormi di insetti voraci.

Il paragone con il Grillino medio è immediato: sfiduciato dai propri partiti e dalla politica, si chiude nell’isolamento totale, finchè non viene “toccato” da una massa di altri sfiduciati misantropi, e da lì decide di non averne mai abbastanza.

A parole sue

17 agosto 2012

Quando l'altra sera mi è stato chiesto di motivare la mia avversione a Grillo, la prima risposta che mi è venuta tra quelle sbrigative faceva riferimento al fatto che quando avevamo Berlusconi veniva difficile immaginare qualcuno peggiore visualizzandolo (cioè anche senza essere politologi era facile comprendere il perché Berlusconi non in quanto persona ma in quanto realtà si delineasse sempre più come l'asfalto per la pista d'atterraggio di qualcuno peggiore, ma non se ne poteva scorgere ancora il volto e questo era un formidabile appiglio per chi non condivideva quella diffusa previsione), ma alla fine è arrivato e quel qualcuno è Grillo.

Ma la risposta non era completa perché il (mio) problema non è tanto Grillo quanto quelli che oggi lo seguono e sostengono, che più o meno ricalca in fondo anche i perché dell'avversione a Berlusconi.
Per entrambe le persone ci sono persino elementi di stima, solo degli accecati non sono disposti a riconoscere loro indubbie capacità, il problema è quello che sono obbligati a materializzare/devastare intorno per farsi possibili e duraturi.
Due realtà che si dimostrano appartenenti alla stessa specie anche osservando un altro elemento che si è fatto solido attraversandole entrambe: l'opera di Travaglio, i cui danni oggi sono purtroppo superiori ai vantaggi che sono certo essere nelle sue oneste intenzioni.
Ma i danni che fa in un contesto come quello di oggi sono superiori ai vantaggi e questo è un Fatto che va ammesso, soprattutto ora che quei danni hanno anche un volto, una barba e un sacco di groupie.

Telese: Pizzarotti, perchè il guru del sito ti ha imposto di non prendere Tavolazzi ?


Pubblicato in data 06/ago/2012 da

Federico Pizzarotti e la vittoria dei cittadini - Backstage (Satira)



Il fascismo 2.0

Era ora che uno dei leader si prendesse la responsabilità di chiamare le cose col proprio nome: troppo tardi, ma meglio tardi che mai. 

Eppure per sconfiggere i fascismi di oggi – bravissimi a dissimularsi da rivoluzionari della politica e della morale – non basta chiamarli per nome. C’è da togliere loro l’habitat in cui sguazzano. 

Dire fascisti non basta, e se resta un dire senza politica rischia di essere perfino controproducente. Bisogna mettersi a testa bassa e smontare l’immagine di privilegio che – a torto o a ragione – si è creata attorno ai partiti. Adattare i tempi e i modi della politica alla crisi culturale in atto. Comprendere le pulsioni dell’opinione pubblica senza assecondarle. Disfarsi dell’abito di saccenza. Parlare alla pancia delle persone con spirito maieutico e non  pedagogico.

Per troppo tempo i manganelli digitali sapientemente manovrati dai  guru della non-democrazia diretta sono stati relegati nel rassicurante alveo dell’antisistema. E indugiando nell’equivoco, colpevolmente, si è perso tempo prezioso.

Potrebbe essere troppo tardi. Ma meglio tardi che mai. Bersani fa bene a ricordare il 1919 e a invitare tutti a rileggersi un po’ di storia.  Adesso però lui e gli altri si rileggano quella stessa storia, e rimandino a mente il capolavoro suicida con cui gli attori della democrazia di allora aprirono la strada al fascismo.

E  dopo aver avuto il coraggio di chiamare le cose col loro nome, evitino di fare gli stessi identici errori.

Siamo la Gente, il Potere ci temono: Bersano e Crillo

All'ora, dobiamo x forzza replikare a Bersano!

1) La ggente nn siamo ne di destra, ne di sinistra, ne di centro. Noi non siamo!
2) Fascisti ha noi? ahahahahaha. Ma ke vuol dire? Eppoi il fascismo era itagliano o no? Meglio itagliano che zinghiro!
3) Squatrismo? Ha noi ggente nn ci piacciono le kose skuadrate. Al massimo, ci piacciono i triangolini xké siamo maski e no inverititi!
4) Bersano è un falito in kombuta con scii kimike e Frustalupi
5) Ci vediamo in Parlamento. Sarà un orgasmo.


Fonte:  Siamo la Gente, il Potere ci temono

Bersani a Grillo e Di Pietro: «Fascisti del web»

L'attacco a Reggio Emilia. Il leader dell'Idv su Facebook:
«Bersani si nasconde dietro a un dito, scelga con chi stare» 




[Incredibile! 
Bersani (tremante e impacciato) ha finalmente deciso di dire le cose come stanno e, dicendo inaspettatamente "qualcosa di sinistra", ha definito fascisti alcuni comportamenti sul web istigati da taluni leader di destra che da anni, spesso o lungamente, hanno fatto finta di non essere quello che sono.

Ecco, bravo Bersani! Così ci piace! Ma più sicuro, ancora più "a sinistra".
Questa è la strada da percorrere: abbandonare il governo di destra di Monti e fare finalmente chiarezza sul chi sta dalla parte dei privilegiati e chi da quella della gente comune.

Solo così sarà possibile sconfiggere i nuovi fascismi che come i vecchi, questo la storia insegna, non sono altro che delle grandi macchine produttrici di consenso per far sì che i soliti ricconi possano continuare i loro affari indisturbati: questo è lo scopo dell'esistenza del M5S, il partito della Casaleggio Associati].

È un fiume in piena Pier Luigi Bersani nel suo messaggio inaugurale della Festa Democratica di Reggio Emilia. Il segretario del Pd lancia un attacco aperto alle altre fazioni politiche: «Vedo correre sulla rete frasi come 'Siete cadaveri ambulanti', 'siete zombi' e 'vi distruggeremo'. Sono linguaggi fascisti a noi non ci impressionano. Vengano via dalla rete vengano qui a dircelo». Provocazione che, nemmeno troppo velatamente, si riferisce ad alcuni messaggi apparsi sui blog del Movimento 5 Stelle e dell'Idv. Il segretario Pd ha infine invitato ad andare alle feste di partito «gli osservatori, quelli che mettono tutti i partiti nel mucchio come fossero cadaveri ambulanti...venissero qui a vedere le risorse dei partiti e l'energia».

domenica 26 agosto 2012

Grillo e Travaglio difensori del Porcellum

Perché Beppe Grillo e Marco Travaglio insultano il capo dello Stato e lo accusano di impegnarsi troppo per cambiare la legge elettorale?   

grillo travaglio
 
Di Cristoforo Boni
13 agosto 2012

L’insulto al presidente della Repubblica, la costante delegittimazione del suo ruolo istituzionale, la volgarità assunta come arma politica finalizzata al discredito personale accomunano da tempo Beppe Grillo e Marco Travaglio. Si può dire che questo sia oggi l’asse centrale della loro comune strategia. Una strategia sfascista.

Che non ha alcuna parentela con il giusto diritto di critica o con la legittima difesa delle proprie posizioni: la violenza delle ingiurie coinvolge infatti le istituzioni e punta ad annientare qualunque analisi complessa, o comprensione di interessi contrapposti, o percezione di valori costituzionali in gioco. È il metodo del populismo. Congeniale alle culture autoritarie e di destra. Purtroppo esportato di questi tempi anche in territori che dovrebbero esserne ostili.

Ieri però la coppia Grillo-Travaglio, tra un insulto e l’altro, ha tirato fuori un argomento che violenta anche il principio aristotelico di non-contraddizione. Secondo la loro strampalata tesi, Napolitano si starebbe impegnando con tutte le forze per modificare il Porcellum al fine di impedire la vittoria elettorale del Movimento 5 stelle.

Grillo e Casaleggio in guerra tra eccessi e banalità

24 novembre 2011
 
grillo_siamoinguerra.jpg    Il miglior commento al nuovo libro di Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio, «Siamo in guerra», è un auspicio che ha espresso Marta Dassù aprendo il volume monografico di Aspenia su Media 2.0, Potere e Libertà: «Ci vuole 'cyber-realismo'». Perché la realtà odierna della Rete è complessa, a tratti imperscrutabile. Tacerlo, o peccare di idealismo (in senso positivo o negativo, non cambia), significa nuocere alla comprensione dei problemi che pone. Attualissimi, dirompenti, e tutt'altro che risolti. 

Il testo di Grillo e Casaleggio contiene questo peccato originale già nel titolo: «Siamo in guerra». Una guerra, specificano subito gli autori, «feroce», «totale», tra «due mondi, tra due diverse concezioni della realtà». Quali siano si evince dalla copertina: «la Rete contro i partiti». Da un lato, l'ineffabile (o quasi) «intelligenza collettiva» di Internet, dove «ognuno vale uno». Dall'altra, tutti insieme indistintamente, i cattivi: media tradizionali, politica, economia e relativi rapporti di potere. 

Gli eccessi e le banalizzazioni risultano, a tratti, degne di un comico. Qualche esempio: 

Come ti faccio a pezzi satiricamente la retorica 'grillina'. FATE GIRARE!

18 luglio 2012
 
siamolagente.jpg
Andrea Zitelli @andreazitelli_
@valigiablu - riproduzione consigliata


"IN ITALIA IL POPOLO E SOPRANO 1
FACCIAMO SENTIRE LA NOSTRA VOCE !" 

Stato che contraddistingue al meglio lo spirito del gruppo “Siamo la Gente, il Potere ci temono” che dal 6 luglio scorso, su Facebook, si diverte a fare il verso a tutte quelle forme populistiche, gridate, demagogiche di fare informazione e politica che da tempo spopolano nel Web.
Ed è proprio per questo intento satirico che parole come “Casta”, “Vergogna”, “Potere” o esortazioni del tipo “fate girare” sono tra le più utilizzate da parte degli amministratori del gruppo per comporre stati e messaggi. Un linguaggio che richiama volutamente quello presente in tutte quelle immagini che girano in maniera virale in rete con il proposito di denunciare censure, fatti o scoperte scientifiche rivoluzionarie sconosciute “al popolo” -. Un metodo comunicativo che per farsi ascoltare si differenzia fin dalla forma con l'uso del caps lock. Una lingua gridata, che vuole opporsi al silenzio imposto e oppressivo del Potere. Volontà prontamente ripresa dal gruppo in questione e trasformata in maniera dissacrante in una forma paradossale “ABBASSO LE MINUSCOLE.
LA GENTE VUOLE LE MAIUSCOLE,CHE AL PALAZZONE CI DEVONO SENTIRE, I SCHIFOSI.

Quando l'IDV e Scilipoti erano amici di Grillo e dei grillini...

Rifiuti o risorse ? parte 1/14



Caricato da in data 26/ott/2009
Video integrale del convegno "Rifiuti o Risorse?" tenutosi a Genova, Palazzo Tursi (Municipio) il 19 ottobre 2009 ore 17,30 (1a di 14 parti)
www.amicidibeppegrillogenova.it

19 ottobre 2009 - Conferenza "Rifiuti o Risorse ?" a Palazzo Tursi - Genova,
interventi di
Andrea Di Stefano - Rivista Valori / Banca Etica;
Carla Poli - Centro Riciclo Vedelago;
Domenico Scilipoti - Commissione Ambiente Camera dei deputati;

A Parma arrivano i raccomandati

Partecipate, 3 consulenti esterni: 2 condividono lo studio con Capelli

Paolo Pavarani, Marco Bigliardi e Giovanni Massera sono stati designati dal Comune di Parma, attraverso un incarico esterno retribuito da 4.800 euro ognuno fino a dicembre. Dall'Olio: "2 collaboratori di studio"

di Redazione 24/07/2012
 
 
 Paolo Pavarani, Marco Bigliardi e Giovanni Massera sono stati designati dal Comune di Parma, attraverso un incarico esterno retribuito da 4.800 euro ognuno, di far luce sulla situazione delle società partecipate, un sistema a scatole cinesi per il quale sono necessarie competenze specifiche e professionali. Peccato che 2 dei 3 nuovi consulenti del Comune di Parma sarebbero in stretto contatto professionale con l'assessore Gino Capelli e collaborerebbero con lo studio professionale di Capelli, ruolo che il neo assessore ha lasciato una volta nominato in giunta.

venerdì 24 agosto 2012

FIORELLO SMASCHERA IL VERO VOLTO DEI GRILLINI



Ecco i consigli dello showman al Movimento 5 Stelle: "rispettate chi vi critica e ricordate che disfare è più facile che costruire"

Una Botta Diletta al Solito Posto! (+ video)

Spaccio a 5 Stelle?




Ed ecco la notizia di Diletta Botta, presunta spacciatrice a 5 Stelle.

La Botta (qualche spiritoso dice “nomen omen”) è infatti accusata di spaccio, ed è stata già arrestata.
La Botta era consigliere comunale a Genova, pertanto una degli “eletti” a 5 Stelle, la punta di diamante per cambiare l’Italia in meglio.

In meglio? Candidando una che si fa arrestare per spaccio di droga? Ottimo lavoro, Grillini.

I Grillini di Genova dal canto loro si difendono nella maniera classica di ogni partito, sfoggiando il solito garantismo e dicendo che la Botta è “momentaneamente allontanata dal Movimento e dimissionaria da ogni incarico elettivo”.

Inoltre indicono una riunione per capire la vicenda, che però sarà celebrata a porte chiuse, causando proteste anche fra gli stessi Grillini.

Momentaneamente, è chiaro. Se si parla dei partiti, vanno tutti appesi per i piedi, se è una dei nostri, c’è il garantismo.

Il fatto che la Botta sia stata trovata con 7,83 grammi di cocaina, 3,34 di ecstasy, 13,7 di marijuana e 1,88 di hashish ovviamente è un caso.

giovedì 23 agosto 2012

Proibizionismo a Parma




http://www.linkiesta.it/parma-pizzarotti-alcol
A COMINCIAMO BENE RAI3, Scanzi e altri ospiti discutono sull'ordinanza anti-drink di Pizzarotti a Parma. A mio modesto parere è stata fatta per soddisfare le "sciure" parmensi orfane di Berlusconi che ora votano M5S. Tra gli intervenuti: Federica Salsi ( M5S Bologna ) , Mario Ajello ( Il Messaggero ) e Alessandra Bencini ( M5S ). Anche i Subsonica hanno successivamente criticato il Movimento 5 Stelle http://www.youtube.com/watch?v=vuZ4yVfMD-4

[Interessanti gli interventi di Mario Ajello]

Tra i commenti di Subsonica vs Grillo:

Grillo e' un fascista mascherato da liberale. Spero che i pecoroni grillini inizino a rendersene conto.
Cosa ci vuoi fare ? Io sono irrimediabilmente attratto dalla DIFFERENZA tra ciò che si è e ciò che si vorrebbe dimostrare di essere.
E questa DIFFERENZA è ciò che io considero la vera comicità nei comportamenti e nelle azioni umane ( comprese quelle politiche )