giovedì 29 novembre 2012

Renzi il grillino, figlio del berlusconismo

29 ago 2012

Renzi e il grillismo

Si vuole sgonfiare il consenso di Grillo? Allora il Pd si schieri per dimezzamento dei parlamentari, abolizione del finanziamento pubblico e dei vitalizi per gli onorevoli.

Così Matteo Renzi, presentando la sua corsa alle primarie.

Tutto giusto. Ma se Grillo domani chiede di andare in giro in mutande facendo perepepè con le trombette e saltellando su un piede solo che facciamo? Gli andiamo dietro in attesa che poi pretenda di saltellare a piedi uniti battendo le manine?

Sarà impopolare dirlo, ma il problema della credibilità dei partiti ha poco a che fare con il numero dei parlamentari o con i loro stipendi. Se i partiti hanno perso autorevolezza è soprattutto perché vent’anni fa hanno dato una risposta formale, e non di contenuto, alla crisi di sistema. Perché non hanno saputo rinnovare un patto sociale compromesso dai radicali mutamenti economici e tecnologici in atto.

Le rivoluzioni – di destra o di sinistra che siano – non nascono mai per i privilegi o le ruberie delle classi dirigenti. Quelli sono gli epifenomeni – condannabili, per carità – che la propaganda rivoluzionaria usa strumentalmente per agitare le folle e tenere alta la tensione. Le rivoluzioni, invece, nascono dall’incapacità delle classi dirigenti di garantire la tenuta sociale e la coesione culturale di un popolo.

Per questo il grillismo non si combatte inseguendo la logica formale dell’anticasta. Né invocando un ricambio generazionale di principio e povero di contenuti.  Del resto il progetto del capo politico dei Cinque Stelle non è la riforma del sistema, ma l’annientamento del sistema. [Bisognerebbe chiedersi: quale sistema? Cos'è che verrà davvero distrutto?] E non si fermerà – per sua stessa ammissione – fino alla soppressione definitiva degli avversari.

Così Renzi, da bravo formalista light, sta perseverando nell’errore. 
 [E se lo facesse apposta? E se ciò che Bracconi chiama "errore" fosse invece l'obbiettivo realmente perseguito?] 
Quello di chi non capisce che il solo modo di sgonfiare Grillo è riempire il vuoto di contenuti 
[Quali contenuti? Riempire il vuoto che c'è adesso in Italia significherebbe spiegare le vere cause della nostra situazione. Questo non farebbe per nulla piacere alle attuali classi dirigenti e privilegiate italiane che in questo vuoto trovano il loro humus ideale e la loro ricchezza, e che perseverando in questa mancanza di contenuti trovano e continueranno a trovare la loro sicurezza e certezza di continuità del loro dominio]  
 nel quale – complice la più brutta politica degli ultimi vent’anni – il grillismo ha sguazzato senza nessun vero e consapevole avversario.  
[Magari a qualcuno questo vuoto fa comodo. Sarebbe ora d'iniziare prendere in considerazione questa ipotesi.]

 Fonte: Marco Bracconi

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lunedì 17 settembre 2012

Il sindaco che la destra ci invidia


Matteo Renzi vuole diventare il candidato premier del centro-sinistra. L'apparente contraddizione può essere spiegata sapendo che l'ex bambino prodigio toscano ha scritto questo libro.  
Ha pertanto pianificato il suo tour elettorale per tutte le province italiane durante il suo mandato di sindaco di Firenze e ha scelto il camper quale mezzo di trasporto.

Gli anni come presidente sono registrati nel suo libro “Tra De Gaspari e gli U2. I trentenni e il futuro”, che raccoglie tra le righe anche il suo pensiero politico, molto influenzato dalla figura del grande fondatore della Democrazia Cristiana.



Matteo Renzi alla Ruota della Fortuna di Mike Bongiorno nel 1994. Guarda l'attuale sindaco di Firenze che gioca (e vince anche parecchio) a uno dei quiz più famosi della Tv. Riconoscibile per la parlata e anche per il volto (che non è cambiato granché), il «rottamatore» del Pd ha anche portato a casa un bel gruzzoletto...

Fonte: Fcoraz

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Il sonno dell’oligarchia genera Renzi

Ho diversi amici e conoscenti piddini che sono passati con Renzi. Alcuni hanno idee politiche simili alle mie. La loro tesi – legittima – è che Renzi è l’unico grimaldello per mandare a casa l’oligarchia del partito, D’Alema & Company.
Credo che in alcuni di loro ci sia una forte componente psicologica. E’ gente abbastanza giovane- sui 30 o sui 40 – che però da anni sbatte la testa contro la roccaforte chiusa dell’establishment Pd. E ora non gli pare vero che qualcuno abbia smesso di chiedere la cooptazione e sia invece entrato a gamba tesa per abbatterla, quella roccaforte.
Alla fine, ho l’impressione che a quasi tutti questi miei amici e conoscenti non importi davvero più di tanto quello che c’è dentro il contenitore Renzi. Anzi alcuni ritengono che sia un contenitore ancora abbastanza vuoto, quindi potenzialmente da riempire.
Credo che questo sia l’errore fondamentale. A me sembra invece che l’impostazione culturale e politica di Renzi sia già molto chiara. Sarà che, per età, ho visto passare i Craxi e i Berlusconi. E ho visto ottima gente buttarcisi pensando di usarli come tram, invece è stato il contrario.

mercoledì 28 novembre 2012

Endorsement politici di un certo peso - 2


Tanto per ricordarci ancora per l'ennesima volta della continuità esistente tra la cultura diffusa dalle Tv di Berlusconi e quella diffusa da Grillo (e con lui da Antonio Ricci, autore di Striscia la Notizia, che gli scriveva i copioni negli anni '80), ora arrivano in sostegno del Grillo anche i primi casi umani, i già eletti portavoce di quella cultura, che furono protagonisti del Grande Fratello televisivo.
Pronti a candidarsi per servire la causa dei profitti perduti della Casaleggio Associati e del conto in banca dell'ex-comico Grillo.
Convinti di ripulirsi e di poter ripristinare l'onore perduto nel vecchio partito-azienda Fininvest-ForzaItalia-Mediaset passando al nuovo partito-azienda Casaleggio Associati-M5S-Grillo.

Troppo difficile per il Rocco GF1 fare una riflessione più ampia e notare così le troppe analogie presenti tra Berlusconismo e Grillismo (e Renzismo). (O forse si vuole far finta di non vedere?)

Agli Italiani piace così e ci piace anche cascarci con tutte le scarpe, ripetutamente. 

Rocco mi raccomando, se mai Grillo ti facesse candidato ricordati di fare sempre l'Emilio Fede Fido fedele e vedrai che se sarai eletto nessuno ti toglierà le tue 5000 euro mensili più tutti i benefit che potrai gonfiare quanto più ti aggrada, tanto quelli non contano (così disse il capo Grillo).

Rocco Casalino del Grande Fratello in campo per il M5S


Da gieffino a grillino da YouTube - CorriereTv

Dall' Italia |

Fonte: Corriere.it

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Ma purtroppo per Rocchetto la strada per il parlamento si annuncia un poco erta almeno a giudicare da questo articolo e dai relativi commenti...

[...] Lui sembra crederci, tanto da pubblicare il suo appello su YouTube (con goffa personalizzazione del video, poco curato per una persona con un trascorso in tv) ed affrontare le feroci critiche dei suoi detrattori anonimi rispondendo ad ogni commento negativo arrivatogli. 
Tutte le volte integralmente in maiuscolo, dimostrando di conoscere poco la netiquette della rete che dovrebbe essere cara ai simpatizzanti del M5S. [...]


Tra i commenti:

ipad2forme

15 nov 2012 - 07:00 - #1

D’altronde da un comico guitto cosa ci si può aspettare?
Che candidi un èx gieffino.
Grillo, pensa a quella cocainomane di tua figlia.

Codroipo

15 nov 2012 - 10:38 - #3

M5S
ex berluschini in astinenza di demagogia
falliti
paladini dell’allucinogena democrazia della rete
amanti dei complotti

ex lion

15 nov 2012 - 11:50 - #5

e questo sarebbe l’alternativa alla Minetti ???
un ex GF ???
neanche èl’berlusca avrebbe osato tanto..

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Nel frattempo Grillo e Casaleggio sembrano essersi accorti che l'endorsement di Flavia Vento non è che fosse una grande acquisto a livello di marketing.
Povera Flavietta, lei pensava di aver trovato finalmente il partito ideale nel quale tutte le persone come lei potessero rispecchiarsi e invece...

Invece possono farlo! Ma solo ripetendo tutti in coro quello che dice il grande capo, senza fare critiche, e solo se non si è personaggi famosi già considerati universalmente mediocri (o peggio) come Flavia Vento.

L'unico problema era che Flavia Vento è Flavia Vento. Fosse stata un'altra persona non ci sarebbero stati problemi: i (poveri) ragionamenti che porta avanti sarebbero andati benissimo per i due capi Grillo e Casaleggio.
Flavia Vento se ne facesse una ragione: il problema non è quello che ha fatto o quello che ha detto. E' che l'ha fatto lei. 
Certo che può continuare a sostenere i due guru e il suo partito M5S! Ma senza dare nell'occhio, pleeease.

L'urlo accorato di Flavia Vento :
«Beppe Grillo, perché mi hai bannato?»

La showgirl è stata bloccata dal comico su Twitter:
«Perche? Ti faccio perdere voti? Sono una drogata?»

Vento versus GrilloVento versus Grillo
 
Si era tanto spesa per lui, quanti tweet lanciati nell'etere per difendere il movimento, contro tutto, contro tutti. Ma, lui, non ha gradito e l'ha «bannata», come dicono i giovani d'oggi. Ovvero omicidio virtuale, tu non sei più mia amica ( o meglio seguace).

VIA - Sì, Beppe Grillo ha bloccato su Twitter Flavia Vento: tanto tempo fa una showgirl, oggi non si sa bene cosa, di sicuro però ancora celebrity, con foltissimo seguito sul social (22.000 followers). Bandita, basta, non potrà più vedere i suoi tweet: forse il comico non ha gradito il suo endorsement secondario a Renzi (« se non votassi Grillo, voterei il sindaco» aveva detto Flavia); forse era una sostenitrice un po'ingombrante. Chi lo sa.

mercoledì 7 novembre 2012

Quanto prenderà un deputato M5S?

Quanto prenderà un deputato M5S? Grillo gli taglia solo l'indennità: 2.500 euro.Tagliava di più il Pci

L'Huffington Post  |  Di Pubblicato:
Grillo

A quanto ammonterà lo stipendio netto di un parlamentare del Movimento Cinque Stelle? A conti fatti, secondo il codice di comportamento stilato da Beppe Grillo, i grillini eletti alla Camera o al Senato alle politiche 2013 dovranno rinunciare solo a 2.500 euro al mese. E la questione è già diventata un caso in rete.
Si legge dal codice di comportamento per gli eletti del M5S in Parlamento: "L’indennità parlamentare percepita dovrà essere di 5 mila euro lordi mensili, il residuo dovrà essere restituito allo Stato insieme all’assegno di solidarietà (detto anche di fine mandato). I parlamentari avranno comunque diritto a ogni altra voce di rimborso tra cui diaria a titolo di rimborso delle spese a Roma, rimborso delle spese per l’esercizio del mandato, benefit per le spese di trasporto e di viaggio, somma forfettaria annua per spese telefoniche e trattamento pensionistico con sistema di calcolo contributivo". 

Guardando il trattamento economico dei parlamentari disponibile sul sito della Camera dei Deputati, i conti son presto fatti. Ogni parlamentare prende una diaria mensile di 3.503,11 euro mensili netti. Rimborso delle spese per l'esercizio del mandato: 3.690 euro mensili netti. Spese di trasporto e spese di viaggio: 3.323,70 euro trimestrali netti. Spese telefoniche: 3.098,74 euro annui netti per le spese telefoniche. Assegno vitalizio: i deputati conseguono il diritto alla pensione al compimento dei 65 anni di età. Indennità parlamentare: 5.246,54 euro netti mensili (importo lordo 10.435,00 euro). Il codice di comportamento di Grillo prevede il taglio solo su quest'ultima voce, un taglio di circa 2500 euro netti. Appunto.

Candidature alle elezioni: Beppe Grillo chiede aiuto

Nessuno può fare il dittatore a lungo senza l'aiuto dei suoi sudditi. Tenetelo a mente.

Pubblicato il 31 ottobre 2012

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Per il momento sembra che le soluzioni emergenziali e verticistiche abbiano avuto la meglio su quelle “dal basso”.

Da tempo il MoVimento 5 Stelle deve risolvere l’idiosincrasia tra una narrazione che racconta di partecipazione orizzontale e una vita del movimento che invece è libera solo all’interno degli stretti recinti e dei limiti posti dal leader. Il problema si è posto anche per la definizione delle candidature alle prossime elezioni legislative, chi candidare, come scegliere i candidati e molto altro, sono state questioni che in rete sono state dibattute moltissimo, quanto poco nei luoghi in teoria deputati allo scopo da grillini.

Poi ieri Beppe Grillo ha comunicato le nuove regole e tutti si sono dovuti adeguare, amen, e tanti saluti al feedback liquido e a tutto il set delle buone intenzioni dell’attivista medio del M5S. Ha deciso Grillo chi candidare, segnatamente chi era già stato candidato, ma trombato, per il M5S. “I candidati al Senato ed alla Camera per il MoVimento 5 Stelle potranno essere tutti coloro che si sono presentati alle elezioni comunali o regionali certificati con il logo del MoVimento 5 Stelle o Liste Civiche 5 Stelle e avranno compiuto almeno 25 anni a febbraio 2013. Saranno escluse le persone facenti parte di liste diffidate dall’uso del simbolo del MoVimento 5 Stelle. Saranno inoltre escluse le persone che hanno incarichi da eletti al 29 ottobre 2012″

Un’ottima soluzione per impedire la candidatura degli “infiltrati” e allo stesso tempo dei Favia e dei Tavolazzi e un annuncio condito dalla novità di Grillo che si presenta come “capo politico” del M5S. Novità semantica per niente da sottovalutare, perché implica la sottomissione degli attivisti e degli eletti e un ruolo di Grillo che diventa quello del segretario del partito, unico autorizzato a dettare la linea e a dire come si fa. 

La democrazia e la partecipazione offerte dal M5S sono infatti quelle consentite da Grillo, che a oggi ha fatto e disfatto le regole a piacimento, e all’evidente fine di rimanere “garante” e nel pieno controllo del movimento che ha creato. Il problema evidente di una tale impostazione è che il partito che in teoria si dice il più aperto, diventa all’improvviso il più chiuso, quello che non può candidare nemmeno la persona più qualificata e opportuna del mondo se non si è mai candidata alla regionali e comunali per il  movimento. Anche se iscritta al movimento.

Un’assurdità evidente, a meno che Grillo non abbia interesse a formare una pattuglia di parlamentari allo sbaraglio, fidando che la loro incompetenza e mancanza di appeal all’interno del M5S (parliamo dei meno preferiti dai militanti) li renda più controllabili. Una scommessa azzardata, perché a fronte della rinuncia secca a raccogliere possibili competenze, necessarie anche solo per esercitare la più modesta delle funzioni parlamentari di controllo, Grillo intasca solo un impegno d’onore che i futuri parlamentari a cinque stelle potranno tradire senza eccessivi problemi, vendendosi al nemico come entrando in rotta di collisione con il capo, com’è già accaduto con gli eletti in passato.

Dice Grillo: ”Dateci una mano piuttosto che martellarci a me e a Casaleggio. Invece di darci martellate in testa, dateci consigli. Una mano. Abbiamo bisogno tutti uno dell’altro”. Ed è un’affermazione che appare ipocrita vista la marmorea decisione a procedere a testa bassa senza ascoltare nessuno a parte il suo personale cerchio magico.

Jump They Say

di Alessandra Daniele
Clown.jpgBeppe Grillo è uno dei primi ricordi televisivi della mia vita. E oggi, a quanto pare, è il futuro della politica italiana. Cos'è successo alla mia generazione? Prima il Biscione di Canale 5, poi il faccione lanuginoso di Grillo, le immagini iconiche della nostra infanzia televisiva ritornano a perseguitarci come il clown di Ashes to Ashes. Persino il nome ''Cinque Stelle'' è un'eco della Tv di allora.

È come se negli USA Boss Hogg fosse stato presidente per gli ultimi vent'anni, e ora il rinnovamento lo rappresentasse Fonzie. 

Mentre i superstiti del Biscione che affonda sperano in una biscaggina di salvataggio guidata da LCDM [Montezemolo], l'idolo degli yuppie vanziniani anni '80, nel PD si medita d'imbarcare i democristiani naufraghi del Terzo Polo, anche a costo dell'ennesimo compromesso (storico) e Palermo rielegge Leoluca Orlando sindaco per la quarta volta: la prima risale al 1985, e oggi come allora Orlando era l'opzione migliore fra quelle disponibili. Nel 1985 Grillo cominciò a parlare di politica in Tv, aggiungendo un po' di satira ai suoi sketch per il Fantastico di Baudo.

È come se in Italia gli anni '80, invece di passare, stessero invecchiando fermi al loro posto, e il tempo non scorresse in modo lineare come nel resto del mondo, dove ciò che è vecchio prima o poi finisce rimpiazzato dal nuovo, ma nel modo statico di una semivita dove tutto può solo decadere.

Dobbiamo essere qualcosa di peggio che morti però, perché persino nella semivita di Life on Mars e Ashes to Ashes, benché fuori-sinc, il tempo scorre, tanto che se si facesse un terzo capitolo probabilmente si chiamerebbe Jump They Say e sarebbe ambientato nel '93.

L'unico elemento del 1993 che abbiamo oggi in Italia invece pare sia la strategia della tensione, benché inquirenti e media mainstream abbiano insistito per una settimana a sbattere in prima pagina il ''mostro'' sbagliato.

Take a look at the lawman beating up the wrong guy, oh man! Wonder if he'll ever know he's in the best selling show, is there life on Mars?

La strategia della tensione in effetti è molto anni '70-80.

Anche il quartiere italiano di Internet ha un'atmosfera vintage da bar, e gli attivisti Cinque Stelle confidano nelle potenzialità rivoluzionarie del cyberspace con lo stesso entusiasmo di Sterling e Gibson ai tempi di Mirrorshades, cioè nel 1986.

Nelle interminabili discussioni da bar sul M5S si legge e si sente dire spesso ''sono giovani, non vanno identificati col loro leader, questa volta le cose cambieranno davvero''.

But the film is a saddening bore, 'cause I wrote it ten times or more. It's about to be writ again, as I ask you to focus on.

So che nel M5S ci sono molti che sperano di usare Grillo solo come sponsor per farsi conoscere e apprezzare dall'elettorato, e poi proseguire da soli. E lo sanno anche Grillo e il suo sponsor, per questo vietano loro di farsi vedere in Tv per conquistarsi una popolarità personale che li renderebbe indipendenti. 

Un paio dei neoeletti sindaci, unici autorizzati ad apparire in Tv, ne hanno subito approfittato per rivendicare la vittoria come propria, sperando nel salto di qualità. Saranno delusi: il potere resterà nelle mani dello sponsor. Il capitalismo funziona così, e finché non si cambia questo, niente cambierà mai davvero.

I grillini torinesi litigano sul Punto G

Biolè esprime solidarietà a Salsi.
Davide Bono lo attacca: vuole vincere il premio di Schiavo N.1 di Grillo e Casaleggio. 
Non sarebbe bello farsi superare da Cancelleri o Bugani.

Intanto le grilline di Torino ribadiscono la loro fedeltà al non-capo maschio-alfa Grillo di cui hanno molto apprezzato la battuta non-machista. 
Esse ribadiscono che chiunque accusi Grillo di attacco machista sta parlando « a sproposito o in modo politicamente strumentale di maschilismo, sessismo e "machismo" » e  « non aiuta di certo a combattere la discriminazione di genere  ».

Ma queste cerebrolese pensano davvero che non contrapporsi a una cultura e a un linguaggio che le tratta o definisce come oggetti sessuali possa aiutare a combattere la discriminazione verso le donne?

Se non lo pensano davvero, e hanno detto quello che hanno detto solamente in un modo politicamente strumentale, potremmo anche ritirare il "cerebrolese".
 

Grillini colti sul punto G

Pubblicato Sabato 03 Novembre 2012, ore 15,39

Il consigliere regionale Biolè attacca a testa bassa il leader per la battuta "machista" contro l'esponente bolognese Salsi: “Commento irrispettoso e degradante”. Ma le donne del Movimento di Torino lo sconfessano: “Parla a sproposito”

GURU Beppe Grillo

Un commento “degradante e irrispettoso”. Non c’è pace per i leader di partiti e movimenti in questo crepuscolo di Seconda Repubblica. Dopo Antonio Di Pietro, finito sotto attacco della sua base, è Beppe Grillo a subire gli strali dei suoi fedelissimi. A scagliarsi contro il leader del MoVimento 5 Stelle è il Consigliere regionale del Piemonte Fabrizio Biolè, che prende una posizione netta sulla querelle scoppiata con la consigliera bolognese Federica Salsi, nel mirino del comico genovese per aver partecipato all’ultima puntata di Ballarò, condotto da Giovanni Floris e accusata, in quanto donna, di avere il punto G proprio all'interno del tubo catodico. «Al netto dalle critiche che ognuno può porre in essere nel merito della stessa partecipazione alla trasmissione tv o del contenuto e dello stile degli interventi della stessa Federica, ritengo degradante e irrispettoso, l'aver traslato la critica dal piano di merito a quello di attacco machista» ha detto Biolè.
 
Non usa troppe metafore l’esponente cuneese dei 5 Stelle, tra i meno ortodossi della compagnia grillina e per questo già entrato più volte in rotta di collisione con il suo compagno di banco a Palazzo Lascaris Davide Bono: «Voglio credere che la caduta di stile sia imputabile alla situazione contingente, generale e del moVimento: liquida e frenetica. Con la forte speranza che i tempi dei berlusconiani "apprezzamenti" del lato B delle cancelliere o delle classifiche dei camerati in base alla virilità testicolare firmati Santanchè, si siano conclusi definitivamente».
 
Posizione, però, sconfessata da un nutrito gruppo di donne del Movimento 5 stello che in una nota prendono le distanze dal loro compagno: «Salsi non è stata criticata per aver partecipato al talk show in quanto donna – affermano le sette firmatarie capitanate dalla consigliera comunale di Torino Chiara Appendino - . È evidente che la posizione di Grillo e della stragrande maggioranza del MoVimento, a riguardo della questione è chiarissima da tempo. Chiunque partecipi ai talk show, indipendentemente dal sesso, danneggia il MoVimento. Parlare a sproposito o in modo politicamente strumentale di maschilismo, sessismo e "machismo" non aiuta di certo a combattere la discriminazione di genere».

Parma: Privilegi a 5 stelle

A Parma continua la saga della vecchia politica ma a 5 Stelle.
Come non aiutare i propri amici una volta che ci si siede su una poltrona di una certa importanza?
Bisogna fare come Polverini e Alemanno fanno a Roma!
Tra una lustratina di "nuovo" e l'altra le migliori tradizioni italiche vanno portate avanti!
Ebbravo Pizza!


Ztl, in Giunta qualcuno più uguale degli altri?

Dal consigliere Maria Teresa Guarnieri

Nello scorso Consiglio del 25 ottobre ho interrogato l’assessore Folli su permessi gratuiti per il transito e la sosta in zona ZTL rilasciati anche a vetture private per il trasporto persone di organizzatori e relatori della manifestazione politica del movimento 5 stelle, tenutasi in Piazzale della Pace nel mese di settembre.

Tali permessi, non risultando conformi ai casi già previsti dai regolamenti comunali, apparivano chiaramente una benevola concessione a privilegiati, in violazione del principio di equità’ di trattamento per tutti cittadini. Infatti, se un cittadino comune vuole transitare o sostare in zona ZTL deve pagare, mentre con l’operazione permessi gratuiti dell’assessore Folli gli amici politici dei 5 stelle no.

Dunque, un comportamento amministrativo degno della peggiore casta, del tutto in linea con quei comportamenti di cui, a parole, il movimento del Sindaco si pone come fustigatore.

Endorsement Politici Di Un Certo Peso


[ ah..Se lo dice lei non ci rimane che votarlo... ]


Fonte: La Privata Repubblica

SERVIZIO PRIVATO

6 nov 2012


Piccola eterea questione da verginella smarrita. 
Tutti i giornali, ci mancherebbe, millantano se stessi come liberi, veritieri, dediti all'esclusiva missione di informare e all'unico e solo servizio del Lettore. Maiuscolo, che fa più scena. 
Debbo ancora vederla una testata che strilla: no, noi siamo ladri, bugiardi e al servizio dei poteri forti dai quali veniamo finanziati e posseduti. 
Benissimo, fa parte del gioco questo pretendersi e venire e non venire creduti. 
Però c'è qualcuno che, a questo gioco, esagera un po' più di altri, e forse bara un po' più di altri. 
Il Fatto per esempio sponsorizza, ed è un eufemismo, una setta, si chiama Cinquestelle, il cui padrone, un comico sempre più nuotatore all'acqua pazza, presenta l'autentico direttore di questo giornale come un amico, un fratello (che interviste in famiglia, tra una puttanesca e un caffè corretto!) e perfino, pubblicamente, in piazza, in comizio, “il mio ministro della giustizia”. 
Lo stesso giornale è rimasto l'unico a difendere, contro ogni logica più che ogni evidenza, un altro ex leader, ex magistrato, talmente malmesso da ammettere lui per primo di non esserci più, di avere fallito, d'essere saltato. 
Sulle mine vaganti della legalità e dell'onestà, aggiungeremmo, quanto a dire gli autentici Valori ai quali la sua Italia sosteneva d'ispirarsi: e, come Nemesi, non c'è chi la valga. 
Ora, il sostegno del solito amico dell'amico, è lodevole in quanto prova d'amicizia, anche se forse lievemente omertoso, o se non altro distratto: ma qualcuno riesce a spiegarmi che c'azzecca con l'informazione pura e nuda e tutte le altre fandonie per gonzi? 
Forse che l'amicizia personale, il sostegno a prescindere, la manica larga, larghissima, la comprensione, la disponibilità, l'etica elastica, una volta tanto, laddove di solito non si fanno mai sconti a nessuno, il ruolo da “spin doctor” che gli attribuiscono altri giornali, cioè di intrigante con la pretesa faustiana di mettere i suoi amici nei posti chiave del potere, son tutte robe che vanno al servizio del Lettore (maiuscolo)?

Goebbels maestro di comunicazione di Grillo e Casaleggio

Notate qualche somiglianza?

mercoledì 16 settembre 2009

Gli undici principi di Goebbels

I. Principio della semplificazione e del nemico unico.
E’ necessario adottare una sola idea, un unico simbolo. E, soprattutto, identificare l’avversario in un nemico, nell’unico responsabile di tutti i mali.

II. Principio del metodo del contagio.
Riunire diversi avversari in una sola categoria o in un solo individuo.

III. Principio della trasposizione.
Caricare sull’avversario i propri errori e difetti, rispondendo all’attacco con l’attacco. Se non puoi negare le cattive notizie, inventane di nuove per distrarre.

IV. Principio dell’esagerazione e del travisamento.
Trasformare qualunque aneddoto, per piccolo che sia, in minaccia grave.

V. Principio della volgarizzazione.
Tutta la propaganda deve essere popolare, adattando il suo livello al meno intelligente degli individui ai quali va diretta. Quanto più è grande la massa da convincere, più piccolo deve essere lo sforzo mentale da realizzare. La capacità ricettiva delle masse è limitata e la loro comprensione media scarsa, così come la loro memoria.

VI. Principio di orchestrazione.
La propaganda deve limitarsi a un piccolo numero di idee e ripeterle instancabilmente, presentarle sempre sotto diverse prospettive, ma convergendo sempre sullo stesso concetto. Senza dubbi o incertezze. Da qui proviene anche la frase: “Una menzogna ripetuta all’infinito diventa la verità”.

VII. Principio del continuo rinnovamento.
Occorre emettere costantemente informazioni e argomenti nuovi (anche non strettamente pertinenti) a un tale ritmo che, quando l’avversario risponda, il pubblico sia già interessato ad altre cose. Le risposte dell’avversario non devono mai avere la possibilità di fermare il livello crescente delle accuse.

VIII. Principio della verosimiglianza.
Costruire argomenti fittizi a partire da fonti diverse, attraverso i cosiddetti palloni sonda, o attraverso informazioni frammentarie.

IX. Principio del silenziamento.
Passare sotto silenzio le domande sulle quali non ci sono argomenti e dissimulare le notizie che favoriscono l’avversario.

X. Principio della trasfusione.
Come regola generale, la propaganda opera sempre a partire da un substrato precedente, si tratti di una mitologia nazionale o un complesso di odi e pregiudizi tradizionali.
Si tratta di diffondere argomenti che possano mettere le radici in atteggiamenti primitivi.

XI. Principio dell’unanimità.
Portare la gente a credere che le opinioni espresse siano condivise da tutti, creando una falsa impressione di unanimità.

Grillo e i suoi “dummies”

Piergiorgio Odifreddi 
6 novembre 2012

[...]
Come il Gesù dei Vangeli si indirizzava letteralmente ai “poveri di spirito”, il Grillo Parlante si rivolge altrettanto letteralmente ai dummies, o “deficienti”, disposti ad ascoltarlo. E inizia il suo proclama dichiarando che “il Movimento a 5 Stelle vuole sostituire il sistema dei partiti con la democrazia diretta”, e “in sostanza vuole la fine dei partiti basati sulla delega in bianco”. 

Cosa significhi “democrazia diretta”, viene spiegato subito dopo. I rappresentanti del movimento scelti dagli elettori dovranno infatti obbedire a tutte e sole le direttive del capo. A loro sarà vietato anche il diritto di parola, che non potranno esercitare in televisione: quello è un ruolo che spetta solo al capocomico, il quale ha già dimostrato in questi giorni di dare di matto quando qualcuno dei “suoi” si permette di provare a rubargli la scena mediatica. 

Il manuale for dummies non sembra aver ancora stabilito il colore delle camicie di coloro che marceranno su Roma al seguito del nuovo “lider maximo”, ma i futuri marciatori hanno comunque già introiettato la sua raffinata dialettica. E così, quando l’ingenua Federica Salsi, ignara che la sua elezione al consiglio comunale di Bologna equivalesse a una delega in bianco al Movimento e al suo Padrone, ha osato partecipare a quella famosa “trasmissione di regime” che è Ballarò, si è sentita chiamare “puttana”, “merda” e “faccia da culo”, e le è stato intimato di “andare fuori dai coglioni”, “a cagare” e “affanculo”. 

D’altronde, cosa ci si poteva aspettare da chi ha trovato la propria ispirazione politica nei “Vaffanculo Day”, appunto? Di fronte al neofascismo, al neoleghismo e al neoberlusconesimo rappresentati da Grillo e dal suo Movimento, almeno nella maniera in cui lo intendono lui e la sua anima nera Casaleggio, non si può che far quadrato e cercare di salvare il salvabile. Altro che votare Grillo per far crollare i partiti tradizionali, come ha incautamente proposto Flores d’Arcais! 

Queste tattiche suicide le abbiamo già viste in azione nel 1922, nel 1933 e nel 1994. Mussolini e Hitler, così come Bossi e Berlusconi, si proponevano tutti, ciascuno a proprio modo, come distruttori della democrazia partitica corrotta e rifondatori di un nuovo sistema politico. A cosa ha portato l’ingenuità politica dei dummies che hanno creduto ai rozzi slogan di questi pifferai, lo sappiamo. Non è proprio il caso di accendere ancora una volta la miccia sotto la Santa Barbara, nell’ingenua speranza che l’esplosione possa disintegrare i partiti senza seppellire anche la democrazia.

 Fonte: Blog Odifreddi

 Tra i commenti:

Quello di non andare in TV era un diktat di Grillo, e basta. Niente altro di scritto nelle regole di ammissione al movimento, che prevedeva solo di
1) essere incensurati
2) non iscritti a partiti politici tradizionali
3) accettare riduzioni di compenso in caso di elezione, e massimo due mandati.
Punto e basta.
Quello che dice Grillo e’ forse Legge? Forse per te, ma non per me. Ne’ dovrebbe esserlo per il Movimento, perche’ non si obbedisce ai PORTAVOCE. I portavoce riferiscono, mica emettono scomuniche. E se questa scomunica fosse nata da un ipotetico volere della base, per favore mi mostrate qualcosa che lo dimostri? Non credo proprio. E non mi frega nulla di vedere sul blog gente che applaude Grillo per la sua miserabile uscita. DI lecchinatori e poveri di spirito ce ne sono sempre un buon numero al seguito dei personaggi noti. Si chiamano in gergo “grupies”.
Ho aderito al Movimento pensando che fosse diverso, e col contributo del mio voto quel miserabile di Bugani e’ stato eletto come consigliere nella mia citta’. Qualche giorno fa a dimostrato di che pasta umana e’ fatto, e di sicuro non potra’ contare di nuovo sul mio voto. E ne perdera’ altri, di voti, grazie a me, garantito al limone.

Per FAVOREEEE SVEGLIAAAAA!!!!!!!!
ci sono anche stati 10 anni di governo PD negli ultimi 20……….. BASTA DIRE MENZOGNE!
Cos’ha portato la 2 repubblica? niente di nuovo solo ladri. Si sono venduti le nostre vite ed i nostri futuri.
LEi sta li a pontificare io sono 7 anni che me ne sono andato. Forse avrei fatto meglio a leccare culi come fate voi…

Piergiorgio Odifreddi 6 novembre 2012 alle 18:55
caro ciclopez76,
deduco dal linguaggio del “leccare i culi” da che parte lei stia. non certo da quella della matematica, se no sarebbe difficile affermare che negli ultimi 20 anni il PD ha governato per 10. lei urla (o grassetta) “basta dire menzogne”, e non sa nemmeno che il PD è nato nel 2007…

  • Piergiorgio Odifreddi 6 novembre 2012 alle 19:00
    caro bafio78,
    grazie per la stima. ma il ragionamento sulle tv non è che grillo dice di non andare in qualche trasmissione, o non di non andare genericamente in tv. bensì, che ritiene di poter imporre agli eletti del suo movimento cosa fare, dimenticando che essi rappresentano non lui, ma i loro elettori. e, secondo la costituzione, lo devono poter fare in piena libertà.
    i diktat di grillo, purtroppo, sono dello stesso tipo di quelli dei segretari degli odiati partiti, che pretendono dagli eletti appunto la “disciplina di partito”. altro che movimento! 

    Piergiorgio Odifreddi 6 novembre 2012 alle 19:05
    caro samjos,
    mi dispiace che lei si senta offeso dall’epiteto di “dummy”. ma le ricordo che non è mio, ma di grillo: il blog l’ha intitolato lui, così: ne chieda conto a lui.
    comunque, lei ha perfettamente ragione su un punto: alle elezioni, purtroppo, in ballo non sono le idee, ma l’appeal. e grillo, almeno per un certo tipo di pubblico (i suoi dummies, appunto), ha effettivamente grande appeal. purtroppo, appellarsi all’appeal è molto berlusconiano, temo: alla faccia del cambiamento.

    Piergiorgio Odifreddi 6 novembre 2012 alle 19:19
    caro nike1962,
    temo che abbia sbagliato bersaglio, nel considerare questo blog “allineato a repubblica”, per il solo fatto che “repubblica” ci ospita. questo è un blog autonomo, il che significa che a volte è d’accordo con la linea del giornale, e a volte no. e non si può considerarlo allineato quando lo è, o non allineato quando non lo è.
    ciò detto, temo di non poter rispondere alla sua domanda, su quale partito voterei alle elezioni. se non altro, perché non sappiamo ancora nemmeno quali partiti ci saranno, appunto. e, in particolare, se ce ne saranno di alternativi al regime imperante.
    se comunque i partiti e i movimenti fossero quelli attualmente in attività, credo che non voterei. come non ho votato nel 2008. naturalmente, le motivazioni per non votare i singoli partiti sarebbero diverse. nel caso di grillo, che credo sia quello che le interessa, lo trovo volgare e populista, e né l’una caratteristica, né l’altra, mi sembrano promettenti. anzi, le trovo decisamente indigeste.

    Piergiorgio Odifreddi 6 novembre 2012 alle 19:26
    caro andrea1970xx,
    naturalmente, so benissimo come viene inteso “dummy” nei manuali per “principianti”. ma forse lei non sa che si tratta appunto di una battuta, sanamente autoironica, perché la parola significa appunto letteralmente “deficiente”, “fantoccio”; “finto”; eccetera. sorry…

    Piergiorgio Odifreddi 6 novembre 2012 alle 19:32
    caro gedeonmanara,
    naturalmente capisco benissimo il principio del votare per esclusione. è lo stesso che si usava in unione sovietica, dove sulla base dei candidati bisognava scegliere tra breznev o andropov, per dire. lei però dovrebbe capire, a sua volta, che qualcuno poteva vedere poca differenza tra i due. e che, nel caso nostro, qualcuno possa guardare a grillo come un tipico esponente del tipo di politica che è partita da “l’uomo qualunque” di giannini ed era, per ora, approdata a bossi. e che non ci sia da stare allegri, con quei precedenti, basati sulle stesse premesse qualunquiste, appunto, e sugli stessi sottili argomenti del “dito alzato”.

    Piergiorgio Odifreddi 6 novembre 2012 alle 19:38
    caro dvojnik,
    accetto in parte le sue critiche. ma le ricordo che il fatto che tanti giovani credano onestamente nel movimento e decidano di farne parte, non giustifica né loro, né il movimento. anche quando sono nati il fascismo e il leghismo, appunto, è successa la stessa cosa. molti ci sono entrati in buona fede, ma questo non significa che non si potessero vedere già da prima dove sarebbero parati quei movimenti, con quel genere di premesse e di metodi.
    io naturalmente spero di sbagliarmi, per il bene del paese e dei suoi cittadini, ma sono anch’io in buona fede quando riscontro nei metodi e negli argomenti di grillo le stesse caratteristiche dello squadrismo nascente. e temo che, se veramente dovessero andare al potere, ci farebbero veramente vedere “le stelle”.


    Piergiorgio Odifreddi 6 novembre 2012 alle 19:41
    caro disizios,
    non so come lei abbia votato nel 2008, ma temo che in base al calcolo delle probabilità, lei probabilmente abbia già effettivamente votato per “monti taumaturgo fasullo”, visto che il suo governo è sostenuto da quasi tutti i partiti del parlamento.
    io, per fortuna, no…

    Piergiorgio Odifreddi 6 novembre 2012 alle 19:48
    caro domenicocr,
    il suo paragone non mi sembra convincente. la pelata di mussolini non lo caratterizzava, e anche con una bella frangetta, come hitler, mussolini sarebbe rimasto mussolini.
    invece, il populismo, l’attacco ai partiti e alla democrazia malata, e il considerarsi uomo della provvidenza, erano caratteristiche essenziali del personaggio. senza quelle, non sarebbe arrivato al potere, e non avrebbe avuto il consenso degli inizi, che gli permise di insediarvisi stabilmente.


    Piergiorgio Odifreddi 6 novembre 2012 alle 19:54
    caro numeroka,
    no, credo che il non voto sia quello che è: un dissenso con tutte le proposte sul piatto. e il rifiuto di giocare il gioco comunque, votando il “meno peggio”.
    e credo anche che, in un sistema veramente democratico, una percentuale di seggi pari alla percentuale dei non votanti dovrebbe essere lasciata vuota in parlamento, e le leggi dovrebbero comunque essere approvate con la maggioranza dei seggi, vuoti o occupati.
    il resto è una truffa, o un simulacro di democrazia. soprattutto il cosiddetto “maggioritario”, che in tempi meno bui dei nostri veniva appunto chiamato “legge truffa”.

    Piergiorgio Odifreddi 6 novembre 2012 alle 20:00
    caro bogardus,
    la ringrazio dell’apprezzamento. quanto al mio unico “difetto pubblico”, che sarebbe scrivere su questo giornale, non lo vedo come tale, fino a quando posso appunto dire cosa penso, indipendentemente da cosa pensa il giornale.
    anche se credo che la “linea” ufficiale sia meno monolitica di quanto si possa pensare, come ha fatto notare il direttore qualche settimana fa, nel bel mezzo della polemica tra scalfari e zagrebelski: una polemica che, essendo appunto sui massimi sistemi e non su argomenti marginali, mostrava in realtà che una linea non c’era, o non c’è…

    Piergiorgio Odifreddi 6 novembre 2012 alle 21:03
    caro nike1962,
    a dire il vero, il PDL non è stato molto lontano dallo squadrismo, grazie soprattutto alla lega. non mi sembra proprio che sia un’alternativa presentabile. e comunque, probabilmente non ci sarà.
    il PD non sarà squadrista, ma l’aver appoggiato il governo monti lo rende oggettivamente indistinguibile dalla politica reazionaria di monti. se fosse rimasto all’opposizione, si sarebbe anche potuto votare, ma dopo un tale tradimento dei suoi supposti ideali, non c’è più da fidarsi, ammesso che ci fosse prima.
    ma direi che sarebbe meglio aspettare di vedere quali saranno le vere alternative in campo, visto che si sa che molti si stanno preparando tra le quinte. non dimentichiamo che berlusconi, nel 1994, uscì allo scoperto solo all’ultimo momento, proprio per sfruttare al massimo l’effetto sorpresa.
    anche se, come ripeto, dubito che per me ci sarà qualche partito che mi permetta di votarlo senza poi dover avere il rimorso per il resto della legislatura.

    Piergiorgio Odifreddi 6 novembre 2012 alle 21:13
    caro leo561,
    lasciare vuoti i seggi dei non votanti non è una “astuta provocazione intellettuale”: si chiama semplicemente “proporzionalità”. condizione che per decenni è stata sbandierata formalmente come necessaria alla democrazia, anche se in pratica era appunto applicata in maniera truffaldina. oggi non è nemmeno più reclamata in teoria, a dimostrazione del fatto che alla democrazia ormai non ci crede più nessuno.
    negli stati uniti, per quel poco che li conosco, i non votanti sono spesso persone non che si fidano del sistema, ma che ritengono inutile scegliere fra alternative che considerano indistinguibili. è risaputo, infatti, che i due partiti democratico e repubblicano sono largamente sovrapposti nello spettro politico, eccetto che per le frange estreme (sinistra nei democratici, e destra nei repubblicani).

    Piergiorgio Odifreddi 6 novembre 2012 alle 21:19
    caro carlofrusciante,
    a dire il vero, l’affidarsi a uomini di spettacolo, professionisti (come reagan o schwarzeneger) o dilettanti (come obama o berlusconi), è ormai da tempo una tendenza non solo statunitense, ma mondiale.
    e per un grillo che può far rabbrividire per la sua rozzezza, ci sono comunque molti altri attori che fanno politica direttamente, rendendo sempre più sottile il confine tra politica e spettacolo. a partire da benigni, naturalmente.
    e i politici fanno a gara per usarne la popolarità e l’abilità mediatica, da springsteen per obama a george clooney per veltroni. senza accorgersi che, così facendo, affossano appunto la politica, assimilandola a un prodotto da vendere con la pubblicità affidata al divo di turno, indipendentemente dalle sue qualità.
    in fondo, si tratta solo di una metastasi del cancro della pubblicità, che ormai ha raggiunto qualunque ambito, a partire da quello ambitissimo della politica, appunto.

    Piergiorgio Odifreddi 6 novembre 2012 alle 21:53
    caro carlofrusciante,
    temo che di metodi “indolori” non ce ne siano. soprattutto perché sono le regole del sistema stesso, a farlo diventare quello che è, e a mantenerlo tale.
    la teoria dei sistemi mostra infatti che gli organismi rappresentativi tendono, indipendentemente dal contenuto della rappresentazione, a rivolgersi nel tempo su stessi e a diventare principalmente interessati al proprio funzionamento e alla propria sopravvivenza. e questo vale non soltanto per i partiti politici, ma per i ministeri, i sindacati, le fabbriche, le dirigenze, eccetera.
    ad esempio, nei discorsi sull’industria, si parla spesso di mantenimento delle quote di mercato e dei posti di lavoro, ma molto meno ci si preoccupa se la preservazione dell’impresa sia utile alla società, o anche solo a se stessa.
    è per questo che i partiti o movimenti politici che si presentano all’insegna del cambiamento delle regole del sistema dall’interno, finiscono in breve di essere assimilati e omologati dal sistema, e cessano di rappresentare i loro elettori, per iniziare a preoccuparsi di se stessi.
    l’unico modo di evitare l’irrigidimento è di impedire che esso possa prendere piede. per questo trozky e mao, che avevano in parte intuito queste cose, parlavano di “rivoluzione permanente”. perché sapevano che, negli esempi storici di rivoluzione, presto si arriva alla restaurazione e alla controrivoluzione.
    in fondo, il movimento a 5 stelle sta già mostrando, ancora prima di essersi insediato in parlamento, di essere preda di comportamenti che sembrano appunto andare nella direzione della preservazione di se stesso. e dubito che grillo riuscirà a impedirgli di sottostare a quelle che sembrano essere appunto leggi generali.

    si caro odifreddi, sono incazzato. Perche’ il mio paese e’ una cloaca piena di radical chic. Che da un giornale che oramai non e’ piu’, pontificano, indicano cos’e’ morale o meno e mentono sapendo di mentire. Si possono permettere di dare a intendere che il M5S e’ il nuovo terzo reich ed chi lo supporta una banda di decerebreti. Quando sa anche lei quanto poco ci vuole ad usare Troll, gente che va su pagine facebook a scirvere per conto terzi ecc ecc… La Salsi ha fatto una scelta di campo e si prende le sue responsabilita’. E’ piu’ probabile che i droni del PD le abbiano scritto insulti per poi poter dire: avete visto???
    E poi dato che voto dal lotano 1994 mi sa che mi sono confuso dato che il vecchio PCI per prendere voti e (per il culo) la gente ha fatto 200 cambi… ed io l’ho sempre votato. povero me……
    In italia la gente che vive bene e’ solo quella che sta nel sistema. Lei cos’e’ disposto a fare per cambiare? votare PD e scrivere che tutti gli altri sono fascisti? chi la paga?
    Io vivo in Uk e forse qualcosa ne ho imparato di informazione libera, tv pubblica ecc… (e qua hanno problemi as well) ma in italia siete un esercito di menzonieri. I giornalisti hanno contribuito a questo scempio per troppo tempo. Io i culi non li lecco…

    Piergiorgio Odifreddi 6 novembre 2012 alle 22:21
    caro ciclopez76,
    come ho già ripetuto mille volte, anche se lei non ha il dovere di averle lette, non sono pagato per tenere questo blog.
    quanto al PD, se va indietro nel blog si accorgerà che difficilmente mi si può accusare di essere tenero con esso, e coi i suoi dirigenti. comunque, e anche questo l’ho già detto e ripetuto, non li ho votati nel 2008, e non mi sogno di votarli adesso.
    quanto all’informazione inglese, per favore, non prendiamoci per “il culo” che tanto le piace. mai sentito parlare di murdoch? le pare tanto meglio di berlusconi?

    Piergiorgio Odifreddi 7 novembre 2012 alle 09:35
    caro f_vito,
    è probabile che “repubblica” abbia un suo progetto politico: se non premeditato, almeno emergente. ma io non ne faccio parte, e nel blog esprimo semplicemente le mie opinioni su fatti che attirano la mia attenzione. tra l’altro, per abitudine leggo il sito e non il cartaceo, e dalle notizie sul primo traggo l’ispirazione per i miei commenti.
    se dunque il post su grillo si è unito a una serie di attacchi a grillo, come lei lamenta, è stato per coincidenza, e non per concertazione. d’altronde, su 156 post che ho finora messo in rete in più di due anni, solo due sono stati dedicati a grillo: una percentuale (l’1.28 per 100) che non può far pensare a un’ossessione contro il personaggio o il suo movimento.

    Piergiorgio Odifreddi 7 novembre 2012 alle 10:27
    caro aleplond,
    intendevo “dilettanti” come uomini di spettacolo. cioè, non gente come reagan, che aveva fatto l’attore professionista. ma ciò nonostante, in entrambi i casi di berlusconi e obama, animali da palcoscenico.

    @Piergiorgio Odifreddi 6 novembre 2012 alle 19:55
    se diciamo che grillo è peggio degli altri leader perchè a parole dice di essere un portavoce democratico mentre di fatto è padrone come gli altri, dobbiamo anche dire che berlusconi è meglio degli altri leader in quanto a differenza loro ammette (anche se non in modo esplicito) di far politica per i suoi interessi e di essere un puttaniere.

    E bravo, Nullaessente, sei riuscito a rendermi simpatico anche Bersani (Vendola lo era già)


  • “il nuovo Stalin della democrazia italiana” Dice il nostro Blogger. Magari! [Riferito all'intro dell'articolo:

    Lo stesso giorno del novantacinquesimo anniversario della Rivoluzione d’Ottobre, il nuovo Stalin della democrazia italiana ha emesso il suo ukaze. [...]

    Commentato così da Odifreddi:


    Piergiorgio Odifreddi 7 novembre 2012 alle 01:05
    [...]
    l’insurrezione russa è incominciata la sera del 6 novembre, per quanto può interessare.
    il nome di stalin ce l’ho messo apposta, naturalmente. paragonare grillo a lenin, anche nel paradosso, sarebbe stato ridicolo. se non altro, perché comunque, anche prima della sua presa di potere, era stalin a controllare il partito: una posizione che all’epoca appariva di secondo piano, anche se trotzky ammise poi in seguito che questo fu uno dei grandi errori di valutazione che lenin e lui fecero. errore che lenin cercò tardivamente, e inutilmente, di correggere nel suo testamento politico.

    ]

    Il sito percui sono stato confuso per un grillino è stato commentato qua. Certo che prendersi una querela per insulti per così poco non è da persone avvedute.
    http://pubblicogiornale.it/flashate/siamo-la-gente-il-potere-ci-temono/
    Siamo stanchi della gente che rubba e i soldi non basteno per i privilegi che sono tanti. Rivoluzione! Fuori la casta dal Parlamendo! Sesso libbero!
    Ecco come si presenta una delle pagine più esilaranti e geniali su Facebook. “Siamo la Gente, il Potere ci temono” ha assorbito l’esperanto degli indivanados della Rete (spesso di stampo grillino) e lo ha codificato attribuendo ad esso una dignità letteraria: dai punti esclamativi ripetuti fino alla nausea all’abuso di parole come kasta, ggente, democrazzia, scie kimike, pdmenoelle, passando per la storpiatura dei nomi dei personaggi al centro della cronaca politica italiana (Peppe Crillo ne è un esempio). Non è difficile imbattersi in uno dei tantissimi fotomontaggi creati dagli autori della pagina. Ecco qui una selezione dei nostri preferiti.

    Piergiorgio Odifreddi 7 novembre 2012 alle 16:08
    caro ordet_01 (e altri),
    no, non ce l’ho con “micromega”. semplicemente, non so bene cosa pensino vattimo e ferraris, anche se vattimo e flores li ho sentiti dibattere al festival di genova. vattimo, non dimentichiamolo, è parlamentare europeo per la seconda volta: la prima con i ds, e la seconda con di pietro, mentre nella legislatura intermedia si era presentato con rifondazione. insomma, si può dire che, più che avere un’ideologia, ha una pragmatica: cerca di andare con chi pensa possa eleggerlo. e infatti, se ho ben capito, ora sta convergendo su grillo. c.v.d.
    di vendola penso che sia un filosofo cattolico. e, in quanto tale, sospetto che dietro alle sue belle parole (certo meglio di quelle di grillo) si celi una sostanziale ignoranza di come va il mondo: sia in quanto filosofo, che in quanto cattolico. le cose che dice non mi dispiacciono, ma il sospetto prevale appunto sull’approvazione.
    quanto alle “proposte”, la cosa sarebbe lunga. ma ho già avuto varie occasioni, in passato, per sottolineare che non credo che il sedicente “sistema democratico” sia “il peggiore, a parte tutti gli altri”, come diceva churchill (credo). in particolare, credo che sia una pessima soluzione, e che non sia emendabile dal di dentro: per questo sono scettico sulle proposte di farlo, da vendola a grillo.
    in ogni caso, penso che oggi a comandare siano i mercati e le banche, e che le elezioni e i parlamenti siano solo un diversivo per distrarre l’attenzione della gente. infatti, funzionano fino a quando il gioco si fa duro, e poi vengono bellamente esautorati, come i governi italiano, spagnolo e greco dimostrano abbondantemente. e verranno reintegrati solo in libertà vigilata.
    come succede coi fondamentalisti islamici, che quando vincono le elezioni, vengono messi fuori legge, anche da noi i partiti politici e il gioco democratico rientreranno in attività solo se il risultato darà la maggioranza a qualcuno che possa portare avanti la politica mercantile e bancaria per interposta persona. se no, si farà un monti bis e gli elettori saranno esautorati una seconda volta. in altre parole, grillo o non grillo, le elezioni sono un balletto con poco contenuto.

    personalmente, come immagino si capisca, ritengo che la democrazia abbia fatto il suo tempo. in fondo, è stato inventata e applicata dopo la rivoluzione francese, e non era certo pensata per i tempi moderni. in particolare, il motto “un uomo, un voto” poteva essere sensato in una società rigida e semplice, con separazioni nette fra i soggetti politici (proprietari terrieri, capitalisti, lavoratori). oggi, nella società fluida e complessa in cui viviamo, ci sarebbe bisogno di ben altro. 

    volendo andare indietro nel tempo, forse le corporazioni e i soviet sarebbero più adatti a rappresentarci. soprattutto questi ultimi, anche se la sola parola oggi fa drizzare i capelli a tutti. soprattutto, a coloro che non hanno nessuna idea di come fossero strutturati e organizzati, fino a quando lenin li abolì: per ragioni di “governabilità”, guarda caso, perché la democrazia e la governabilità sono abbastanza incompatibili, come ormai sanno anche le pietre.


    Piergiorgio Odifreddi 7 novembre 2012 alle 16:37
    caro edoardo80_01,
    sono sostanzialmente d’accordo con il suo commento. solo alcune osservazioni marginali.
    1) i politici-star ci sono altro che, negli stati uniti. basta vedere la campagna presidenziale, dalle primarie alla proclamazione. le convention sono vere e proprie apoteosi, come quella che fu adottata a suo tempo per alessandro magno: il che ci fa pensare che la divi(ni)zzazione dei politici abbia radici antiche. i festeggiamenti per l’elezione di obama, e il suo vuoto discorso, sono soltanto l’ultimo atto di una farsa durata un anno.
    2) a dire il vero, grillo con santoro ha rivelato la sua ambiguità e la sua confusione. perché se oggi ha la visibilità che ha, è anche, e in buona parte, proprio grazie a santoro. e non credo proprio che santoro e travaglio gli facessero il favore non richiesti. la cosa era concordata, e grillo si serviva di loro come cavalli di troia per penetrare nella tv di stato. e per fare comizi di decine di minuti, senza nessun dibattito. la posizione più comoda, ovviamente.


    Piergiorgio Odifreddi 8 novembre 2012 alle 00:38
    caro tony_montana_ii,

    forse non ha notato che ho fatto ben attenzione a disgiungere la citazione dei soviet dal nome di lenin, e a ricordare che sotto i bolscevichi, i soviet non sono durati più di sei mesi (in parte per buoni motivi, visto che nel marzo 1918 iniziò l’attacco occidentale alla russia, tramite l’armata cecoslovacca, che poi sfociò nella guerra civile. e si sa che le guerre in generale, e quelle civili in particolare, sono poco compatibili con la democrazia, di qualunque genere essa sia). 

    comunque, quando lenin parlava dei “soviet”, usava la parola con la stessa proprietà di linguaggio che il papa usa per parlare di “gesù”. ciascuno può ritorcere a proprio uso e consumo le cose, naturalmente, ma i soviet in russia ci sono stati nel 1905 e nel 1917, prima della rivoluzione leninista, e poco dopo: poi basta.

    la invito ad andare a vedere più attentamente che su wikipedia (ad esempio, su “1905″ e “la rivoluzione russa” di trotzky, che del soviet di pietrogrado era stato il presidente: tra l’altro, entrambi i libri sono molto leggibili, perché trotzky sapeva scrivere) com’erano organizzati, e se la cosa poteva prefigurarsi come un superamento della democrazia borghese, che poi sarebbe il sistema che ancora usiamo oggi (”un uomo, un voto”, con delega in bianco per una legislatura). 

    purtroppo, il fatto che lenin si sia appropriato della parola, e che essa sia entrata a far parte della sigla “unione delle repubbliche socialiste sovietiche”, fa sì che oggi non se ne possa più parlare col suo significato originario. ma i soviet stanno all’urss quanto il marxismo sta allo stalinismo. cioè, niente, in entrambi i casi.

    [uhm...pare di capire che i Soviet avrebbero dovuto immolarsi all'invasore straniero, capitalista e filo-zarista così Odifreddi avrebbe avuto una buona opinione delle decisioni prese ai tempi.
    Che vantaggio ne avrebbero tratto le popolazioni sovietiche dalla sottomissione allo straniero e dal ritorno dello Zar non ci è dato di saperlo.
    Il risultato più probabile sarebbe stato la cancellazione dell'esperienza dei Soviet dalla storia.
    C'erano alternative per Lenin nel 1917-18? Probabilmente no.]

    [...]
    Una considerazione.
    Ci sono molti intellettuali che fanno un grande errore;essi ragionano cosi´:
    poiche´ nell´era global e post-tecnologica tutti siamo nella stessa barca
    la vecchia idea di rivoluzione e´ impossibile.
    Anch´io penso che la rivoluzione e´ impossibile senza pero´ pensare
    che siamo tutti uguali perche´ pensare quest´ultima cosa comporta
    inevitabilmente una piccola-grande omissione:la fine delle classi;e´ non e´ vero.
    Ecco, i primi soviet erano nati come espressione alta di vera democrazia dove era possibile manifestare con alzata di mano quello che si pensava e senza che fra il primo e gli altri ci fosse tutta quella distanza economica che esiste oggi.
    Esistono molte cose interessanti del passato che , contestualizzate, possono avere un senso.
    Poi si sa , si parte bene e si finisce col traformare tutto in parola assoluta;ma bisogna saper distinguere.

  • [...] il vero problema della democrazia oggi e´ in realta´ che non c´e´.
    Il paragone col passato e l´osservazione che oggi si sta meglio di ieri( ma chi lo dice?) non sono delle buone giustificazioni.
    La globalizzazione(e altri fattori)vuole che siano le grandi lobbies finanziarie a controllare la politica e queste lobbies
    per definizioni non hanno un reale interesse ne´ per la civilta´ ne´ per il paese.
    Questione di tempi?
    D´accordo, ma solo in parte:e´ soprattutto questione di denaro
    La realta´ e´,quindi, la crisi della politica tout court, o no?

  • Piergiorgio Odifreddi 8 novembre 2012 alle 02:00
    caro tony_montana_ii,

    non è che io voglia ripresentare trotzky (lenin, non mi interessa proprio), ma non trovo che l’argomento che “oggi siamo nel 2012″ sia molto significativo. in fondo, adam smith è venuto ben prima dei bolscevichi, e lei non si sogna di mettere in soffitta il “lassez faire” solo per questo motivo. per non parlare del cristianesimo, ovviamente. non è l’età delle idee, che conta, ma la loro bontà.

    da quello che dice, però, temo che non abbia ben presente come funzionassero, quei soviet. anzitutto, non erano solo di operai e soldati. c’erano pure i contadini, e quello copriva allora l’intero spettro. oggi naturalmente ci sarebbero gli impiegati, gli imprenditori, eccetera. ma non sarebbe come un parlamento diviso per corporazioni, perché in realtà ogni fabbrica aveva il suo soviet, e mandava i rappresentanti alla duma. 

    insomma, si trattava di una specie di camera delle corporazioni e/o dei sindacati, piramidale e fluida. in cui, tra l’altro, una stessa persona poteva appartenere a più soviet diversi, se aveva mestieri diversi. e questo è uno dei passi avanti cruciali. da un punto di vista matematico, era un passaggio da un ricoprimento disgiunto della società fatto di insiemi chiusi (appunto, “un uomo, un voto”) , ad uno topologico fatto di insiemi aperti (”un uomo, molti voti”).

    la cosa è cruciale, se si vuole evitare la delega totale e rigida a un unico rappresentante, tipico della “democrazia parlamentare”, e la si vuole sostituire con una serie di deleghe parziali e fluide a rappresentanti diversi.

    Commenti da Movimento dei Caproni:

     
    baskerville2012 21 hours ago
    Grillo e i suoi "dummies"... per la serie forse essere atei aiuta a non seguire gli uomini della provvidenza
    http://odifreddi.blogautore.re...
     
    ConteZero76 @ baskerville2012 13 hours ago
    Odifreddi (mio ex prof.di logica) è un soggettone.
    Di presenza è incontenibile... parla e nel discorso riesce ad intercalare battute, sarcasmo, ironia... contraddizioni logiche e parallelismi arguti.
    In pratica dopo due minuti o ti "elevi" al suo livello e quindi finisci per fare più che dei discorsi delle partite a scacchi o ti trovi ad osservare un caleidoscopio di ragionamenti e meccanismi come il bimbo che guarda il treno che passa.

    baskerville2012 @ ConteZero76 8 hours ago
    hai letto il suo post?e le risposte che dava a certi interventi?. Proponeva di lasciare vuoti in percentuale i seggi in parlamento in proporzione ai non votanti. Sembra una proposta da nerd a prima vista ma ha anche una sua logica :)

    ConteZero76 @ baskerville2012 8 hours ago
    Ha una sua logica perché i seggi sono proporzionali alla popolazione.