Piccola
eterea questione da verginella smarrita.
Tutti i giornali, ci
mancherebbe, millantano se stessi come liberi, veritieri, dediti
all'esclusiva missione di informare e all'unico e solo servizio del
Lettore. Maiuscolo, che fa più scena.
Debbo ancora vederla una
testata che strilla: no, noi siamo ladri, bugiardi e al servizio dei
poteri forti dai quali veniamo finanziati e posseduti.
Benissimo, fa
parte del gioco questo pretendersi e venire e non venire creduti.
Però c'è qualcuno che, a questo gioco, esagera un po' più di
altri, e forse bara un po' più di altri.
Il Fatto per esempio
sponsorizza, ed è un eufemismo, una setta, si chiama Cinquestelle,
il cui padrone, un comico sempre più nuotatore all'acqua pazza,
presenta l'autentico direttore di questo giornale come un amico, un
fratello (che interviste in famiglia, tra una puttanesca e un caffè
corretto!) e perfino, pubblicamente, in piazza, in comizio, “il mio
ministro della giustizia”.
Lo stesso giornale è rimasto l'unico a
difendere, contro ogni logica più che ogni evidenza, un altro ex
leader, ex magistrato, talmente malmesso da ammettere lui per primo
di non esserci più, di avere fallito, d'essere saltato.
Sulle mine
vaganti della legalità e dell'onestà, aggiungeremmo, quanto a dire
gli autentici Valori ai quali la sua Italia sosteneva d'ispirarsi: e,
come Nemesi, non c'è chi la valga.
Ora, il sostegno del solito amico
dell'amico, è lodevole in quanto prova d'amicizia, anche se forse
lievemente omertoso, o se non altro distratto: ma qualcuno riesce a
spiegarmi che c'azzecca con l'informazione pura e nuda e tutte le
altre fandonie per gonzi?
Forse che l'amicizia personale, il sostegno
a prescindere, la manica larga, larghissima, la comprensione, la
disponibilità, l'etica elastica, una volta tanto, laddove di solito
non si fanno mai sconti a nessuno, il ruolo da “spin doctor” che
gli attribuiscono altri giornali, cioè di intrigante con la pretesa
faustiana di mettere i suoi amici nei posti chiave del potere, son
tutte robe che vanno al servizio del Lettore (maiuscolo)?
Fonte: Massimo Del Papa
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LE DONNE SONO TUTTE PUNTI G
Mio Dio, che pezzo di politica
3 nov 2012
LE DONNE SONO TUTTE PUNTI G
Ora, che 'sta tipa, sia andata a far politica,
e quindi coi grillini e quindi il video, essenzialmente perchè è
attrezzata, è "figa" (uso deliberatamente il termine perché la signorina
si vede lontano un miglio che ci marcia), non è neanche da star lì a discuterlo.
Ma il boss che riserva alle quota rosa commenti sul punto g in televisione, cioè le fa godere, e solo in un talk show, è quanto di più da taverna si possa immaginare.
L'avesse detto quell'altro, dico quello al quale prima o dopo tutti finiscono paragonati, al sommo della vergogna? "Sei come Berlusconi!". Ed è vero, una battuta così è molto berlusconiana. E molto grillesca, non a caso.
Una delle balle, colossali, o almeno delle idiozie colossali, cui non va esente neanche il filosofo "so tutto io" Cacciari, è che Grillo non è razzista, non è violento, non è contro.
Al contrario: Grillo finora si è espresso contro gli immigrati, i loro figli, i meridionali, le donne, gli anziani, gli omosessuali.
Ora, che uno lo faccia da comico, può o meno far ridere. Se lo si fa da capopolo, la cosa cambia.
E Grillo ancora sta giocando sul doppio registro: quando fa comodo, sono un guitto, quando fa comodo sono un leader.
E dico, in soldoni, che le donne sono tutte troie che si bagnano appena s'ammucchiano a un talk show.
Però resto democratico, perchè a forza di riempirmi la bocca masticando democrazia (a modo mio: vi dico cosa dovete dire, scrivere, pensare, non accetto confronto, giudico ladri e liquame i giornalisti che non cerco ma dai quali fortissimamente mi lascio trovare, eccetera), ne sono diventato l'unico depositario, amministratore, padre e padrone.
Ovviamente col concorso di qualche giornale cieco ieri su un ex magistrato, oggi su un ex giullare.
Fonte: Massimo Del Papa
Ma il boss che riserva alle quota rosa commenti sul punto g in televisione, cioè le fa godere, e solo in un talk show, è quanto di più da taverna si possa immaginare.
L'avesse detto quell'altro, dico quello al quale prima o dopo tutti finiscono paragonati, al sommo della vergogna? "Sei come Berlusconi!". Ed è vero, una battuta così è molto berlusconiana. E molto grillesca, non a caso.
Una delle balle, colossali, o almeno delle idiozie colossali, cui non va esente neanche il filosofo "so tutto io" Cacciari, è che Grillo non è razzista, non è violento, non è contro.
Al contrario: Grillo finora si è espresso contro gli immigrati, i loro figli, i meridionali, le donne, gli anziani, gli omosessuali.
Ora, che uno lo faccia da comico, può o meno far ridere. Se lo si fa da capopolo, la cosa cambia.
E Grillo ancora sta giocando sul doppio registro: quando fa comodo, sono un guitto, quando fa comodo sono un leader.
E dico, in soldoni, che le donne sono tutte troie che si bagnano appena s'ammucchiano a un talk show.
Però resto democratico, perchè a forza di riempirmi la bocca masticando democrazia (a modo mio: vi dico cosa dovete dire, scrivere, pensare, non accetto confronto, giudico ladri e liquame i giornalisti che non cerco ma dai quali fortissimamente mi lascio trovare, eccetera), ne sono diventato l'unico depositario, amministratore, padre e padrone.
Ovviamente col concorso di qualche giornale cieco ieri su un ex magistrato, oggi su un ex giullare.
Fonte: Massimo Del Papa