giovedì 29 novembre 2012

Renzi il grillino, figlio del berlusconismo

29 ago 2012

Renzi e il grillismo

Si vuole sgonfiare il consenso di Grillo? Allora il Pd si schieri per dimezzamento dei parlamentari, abolizione del finanziamento pubblico e dei vitalizi per gli onorevoli.

Così Matteo Renzi, presentando la sua corsa alle primarie.

Tutto giusto. Ma se Grillo domani chiede di andare in giro in mutande facendo perepepè con le trombette e saltellando su un piede solo che facciamo? Gli andiamo dietro in attesa che poi pretenda di saltellare a piedi uniti battendo le manine?

Sarà impopolare dirlo, ma il problema della credibilità dei partiti ha poco a che fare con il numero dei parlamentari o con i loro stipendi. Se i partiti hanno perso autorevolezza è soprattutto perché vent’anni fa hanno dato una risposta formale, e non di contenuto, alla crisi di sistema. Perché non hanno saputo rinnovare un patto sociale compromesso dai radicali mutamenti economici e tecnologici in atto.

Le rivoluzioni – di destra o di sinistra che siano – non nascono mai per i privilegi o le ruberie delle classi dirigenti. Quelli sono gli epifenomeni – condannabili, per carità – che la propaganda rivoluzionaria usa strumentalmente per agitare le folle e tenere alta la tensione. Le rivoluzioni, invece, nascono dall’incapacità delle classi dirigenti di garantire la tenuta sociale e la coesione culturale di un popolo.

Per questo il grillismo non si combatte inseguendo la logica formale dell’anticasta. Né invocando un ricambio generazionale di principio e povero di contenuti.  Del resto il progetto del capo politico dei Cinque Stelle non è la riforma del sistema, ma l’annientamento del sistema. [Bisognerebbe chiedersi: quale sistema? Cos'è che verrà davvero distrutto?] E non si fermerà – per sua stessa ammissione – fino alla soppressione definitiva degli avversari.

Così Renzi, da bravo formalista light, sta perseverando nell’errore. 
 [E se lo facesse apposta? E se ciò che Bracconi chiama "errore" fosse invece l'obbiettivo realmente perseguito?] 
Quello di chi non capisce che il solo modo di sgonfiare Grillo è riempire il vuoto di contenuti 
[Quali contenuti? Riempire il vuoto che c'è adesso in Italia significherebbe spiegare le vere cause della nostra situazione. Questo non farebbe per nulla piacere alle attuali classi dirigenti e privilegiate italiane che in questo vuoto trovano il loro humus ideale e la loro ricchezza, e che perseverando in questa mancanza di contenuti trovano e continueranno a trovare la loro sicurezza e certezza di continuità del loro dominio]  
 nel quale – complice la più brutta politica degli ultimi vent’anni – il grillismo ha sguazzato senza nessun vero e consapevole avversario.  
[Magari a qualcuno questo vuoto fa comodo. Sarebbe ora d'iniziare prendere in considerazione questa ipotesi.]

 Fonte: Marco Bracconi

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lunedì 17 settembre 2012

Il sindaco che la destra ci invidia


Matteo Renzi vuole diventare il candidato premier del centro-sinistra. L'apparente contraddizione può essere spiegata sapendo che l'ex bambino prodigio toscano ha scritto questo libro.  
Ha pertanto pianificato il suo tour elettorale per tutte le province italiane durante il suo mandato di sindaco di Firenze e ha scelto il camper quale mezzo di trasporto.

Gli anni come presidente sono registrati nel suo libro “Tra De Gaspari e gli U2. I trentenni e il futuro”, che raccoglie tra le righe anche il suo pensiero politico, molto influenzato dalla figura del grande fondatore della Democrazia Cristiana.



Matteo Renzi alla Ruota della Fortuna di Mike Bongiorno nel 1994. Guarda l'attuale sindaco di Firenze che gioca (e vince anche parecchio) a uno dei quiz più famosi della Tv. Riconoscibile per la parlata e anche per il volto (che non è cambiato granché), il «rottamatore» del Pd ha anche portato a casa un bel gruzzoletto...

Fonte: Fcoraz

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Il sonno dell’oligarchia genera Renzi

Ho diversi amici e conoscenti piddini che sono passati con Renzi. Alcuni hanno idee politiche simili alle mie. La loro tesi – legittima – è che Renzi è l’unico grimaldello per mandare a casa l’oligarchia del partito, D’Alema & Company.
Credo che in alcuni di loro ci sia una forte componente psicologica. E’ gente abbastanza giovane- sui 30 o sui 40 – che però da anni sbatte la testa contro la roccaforte chiusa dell’establishment Pd. E ora non gli pare vero che qualcuno abbia smesso di chiedere la cooptazione e sia invece entrato a gamba tesa per abbatterla, quella roccaforte.
Alla fine, ho l’impressione che a quasi tutti questi miei amici e conoscenti non importi davvero più di tanto quello che c’è dentro il contenitore Renzi. Anzi alcuni ritengono che sia un contenitore ancora abbastanza vuoto, quindi potenzialmente da riempire.
Credo che questo sia l’errore fondamentale. A me sembra invece che l’impostazione culturale e politica di Renzi sia già molto chiara. Sarà che, per età, ho visto passare i Craxi e i Berlusconi. E ho visto ottima gente buttarcisi pensando di usarli come tram, invece è stato il contrario.

Ma qui non mi interessa tanto parlare bene o male di Renzi.
Qui il problema su cui vorrei far riflettere sono i danni collaterali delle oligarchie che si chiudono e si autopreservano. Appunto, dei D’Alema & Company.
Danni che si estendono oltre quelli prodotti direttamente: perché quando l’oligarchia diventa marcia, basta uno con un po’ di coraggio e di faccia tosta (qualità che a Renzi non mancano) per suscitare entusiasmi tra chi non ne può più. Senza pensare troppo a cosa e come su quelle macerie verrà ricostruito.
Ecco, si fanno tante chiacchiere sui due o sui tre mandati, visti oggi soprattutto come strumenti ‘punitivi’ contro la Casta. Ma se guardiamo la cosa in termini un po’ più ampi, la necessità igienica del ricambio in politica non ha niente a che vedere con la ‘punizione’ di alcuni privilegiati che cercano di rimanere tali. Il ricambio serve a evitare oligarchie, a evitare roccaforti: e quindi anche a evitare di innamorarsi un po’ ingenuamente del primo che ha le palle per prenderle a calci.

 lunedì, 8 ottobre, 2012 alle 10:26

 Fonte: Piovono Rane

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MATTEO PUCCIARELLI – Fenomeno Renzi, il Nixon di Scandicci

mpucciarelli2 Potrebbero stare proprio accanto a voi, seduti sul tram, vicini alla vostra scrivania. Addirittura in famiglia, camuffati e resi quasi irriconoscibili per via di quella cosa che vi lega e che si chiama affetto. Ah, sapeste invece che dietro quei volti si cela una terribile verità: lui, sì, proprio lui, proprio lei, alle primarie voterà Matteo Renzi. Come approcciarsi con persone affette da tale sindrome?
Primo punto da tenere a mente: non sono cattive; non è colpa loro. Da decenni devono districarsi tra dalemiani e veltroniani, spesso tra D’Alema e Veltroni e basta: quei due li lasciano all’opposizione e se li ritrovano al governo e di nuovo viceversa, li mollano segretari e li ribeccano scrittori, una volta sotto le querce la volta dopo tra gli ulivi, li ricordavano a destra e li riscoprono a destra. Voi come vi sentireste se da sempre, praticamente da quando siete nati, tutte le sere vi facessero vedere la solita puntata di Gianni e Pinotto? A quel punto anche il videoclip Non vivo più senza di te di Biagio Antonacci (imperdibile la strofa «anche se con la vacanza in Salento – prendo tempo dentro me») sarebbe capace di regalarvi un’emozione autentica.
Secondo: credono davvero di essere sinistra. La mutazione genetica post-Pci ha creato questo incredibile cortocircuito per cui se parli della condizione operaia sei un conservatore e se ti inventi le leggi per licenziare gli operai li stai liberando dalle loro catene. Certo, i renzini in piazza ci vanno ancora: ma solo se ci sono i tavolini all’aperto.
Terzo: vent’anni di anti-berlusconismo hanno logorato tutti, pure loro. Invocano la rivoluzione liberale, sono anticomunisti: in pratica per scappare dalla contrapposizione col Caimano sono diventati come il Caimano. Ogni volta che pronunciano la frase «il liberismo è di sinistra» un bambino indiano che cuce i palloni della Nike si licenzia e passa ad Adidas: fateglielo notare con tatto, ma fateglielo notare.
Fatte le premesse, cominciamo con il far notare le cose serie. Con quei cartelloni all’americana rossi e blu da far vibrare in aria, lo slogan e il nome del candidato, sembrano usciti fuori dalla Cnn degli anni ’80. La Cuccarini che si avvinghia a una Scavolini è molto più credibile e innovativa di quei cosi stile Nixon di Scandicci. Roba da ex yuppie con  il Motorola StarTac pagato un milione e mezzo e la Toyota Celica in doppia fila: pensavamo di aver sepolto pagine così tristi della nostra storia, e invece no.
La camicia bianca con le maniche arrotolate l’ha inventata Obama, poi l’ha copiata Bersani con risultati non ottimali – diciamo. Basta con questa roba finta sbarazzina, basta coi guru in sneakers, jeans, camicia e giacca che si fingono plebe per fregarla meglio. Siete informali, va bene, l’essere informali vi farà guadagnare i voti di chi legge Oggi e Gente per farsi un po’ di cultura, ora fateci sapere chi e come pagherà la crisi, dato che in Italia il 10 per cento della popolazione detiene il 50 per cento della ricchezza e prima o poi dovrà toccare anche a loro.
La storia della benzina da donare al camper è penosa. Uno strazio. Quello schemino fa male solo a vederlo. Cioè, c’hai mezzo mondo industriale alle spalle, la tua azienda di famiglia fattura milioni di euro e mi vieni a raccontare che se stanotte puoi macinare 500 chilometri è grazie al mio contributo militante? Fatti questo pieno senza troppi panegirici, mettici pure la V-Power – che costa 3 euro a litro, invecchia negli otri della val d’Orcia e oltretutto rinforza il motore – e liberaci dal pensiero della lancetta.
Oggi su Repubblica il viaggio di Concita De Gregorio si è arricchito di perle da tenersi strette. Un imprenditore ex “socialista” (come hanno ridotto quella parola, mammamia) le spiegava: «Cerchiamo una sinistra lontana dalla Fiom». No più che altro mi farei dire dove cazzo ha visto nel Pd quella vicina alla Fiom. Mentre gli entusiasti si gasavano: «L’avete mai visto un politico parlare di asili nido?». Commovente, ce n’era un altro che volevo sconfiggere il cancro in tre anni e la gente era entusiasta anche allora. Ah, signora mia, non esistono più le mezze stagioni.

Matteo Pucciarelli
(26-09-2012)


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A questo punto un bel ripassino per capire chi sia il cazzaro Renzi, imitatore di Grillo e divo dei ricchi e degli elettori del PDL, non può mancare...

03 ottobre 2012

Primarie: doppio turno e albo elettori - Renzi attacca: "Perché adesso?"

Pronta la bozza con le regole della competizione che incoronerà il candidato premier. C'è il ballottaggio. E per votare si dovrà fare dichiarazione di sostegno al centrosinistra. Previsto anche il patto di coalizione. Chi perde dovrà sostenere il vincitore. Il "rottamatore": "Non capisco perché non vadano bene quelle del passato". Veltroni: "Non dirò per chi voto"

RenzidemitaDoppio turno, albo degli elettori e patto di coalizione. Sono queste le regole delle primarie che dovranno essere approvate dall'assemblea nazionale del Pd prevista per sabato prossimo. E poi portate al tavolo della coalizione. Come previsto, Matteo Renzi, sindaco di Firenze e in lizza per la candidatura, non ci sta e afferma: "Non capisco perché non vadano bene le regole del passato, quelle che andavano bene quando hanno vinto Prodi, Veltroni, Bersani".

Secondo la bozza su cui si sta lavorando chi vorrà votare dovrà ritirare un certificato elettorale entro un giorno prima delle consultazioni. Tuttavia, si potrà ritirare la tessera anche la domenica stessa delle primarie: in ogni comune sarà aperto un ufficio elettorale per iscriversi all'"albo degli elettori". Chi vota alle primarie sottoscriverà una dichiarazione di sostegno al centrosinistra. E i nomi dei votanti potranno essere pubblici "non perché avranno partecipato alla consultazione", ma in quanto "sostenitori" della coalizione.

Per quanto riguarda il doppio turno, solo chi avrà votato alla prima tornata delle primarie potrà farlo anche alla seconda. Sarà quindi la stessa platea di elettori a decidere al ballottaggio. Inoltre chi uscirà sconfitto dalla competizione dovrà sostenere il vincitore. È poi previsto il patto di coalizione tra i candidati. Patto a cui non parteciperà Bruno Tabacci perché il suo partito, l'Api, "è fuori dal campo del centrosinistra". Per questi due punti, in assemblea, si voterà a maggioranza semplice. Mentre per la deroga allo statuto che permetterà la candidatura anche di altri esponenti del Pd, servirà il 50% più uno degli aventi diritto. Questi poi dovranno raccogliere tra le 70 e le 80 firme nell'assemblea nazionale e il 3% degi iscritti del partito in tutto il Paese.

Intanto Renzi si chiede perché proprio adesso si è deciso di cambiare le regole. "Mi pare un errore - spiega il sindaco di Firenze - inserire il ballottaggio in cui possa votare solo chi ha votato al primo turno: e se la prima domenica ti ammali?". Il rottamatore aggiunge di coltivare comunque la speranza "che prevalga la saggezza e non si cambino le regole in corsa". Rilancia Roberto Reggi, responsabile della campagna di Renzi: "Non si possono pubblicare i nomi degli elettori alle primarie. E' contro la privacy. Siamo pronti a fare ricorso".

Al sindaco di Firenze risponde Nico Stumpo, responsabile dell'organizzazione della segreteria nazionale del Pd. "Vedo che Renzi chiede con insistenza perché si devono cambiare le regole. Vorrei fargli notare sommessamente che sabato riuniamo l'assemblea nazionale del Pd per cambiare la regola dello statuto in modo da consentirgli di candidarsi alle primarie". Infatti, secondo l'attuale regolamento del Pd, il candidato premier è il segretario del partito.

Sel: sopo il sei ottobre regole al tavolo della coalizione.  "Le regole delle primarie si definiscono dopo il 6 di ottobre. Quella di cui si parla è la visione del Pd, ma se sono regole di coalizione devono essere condivise". Francesco Ferrara, il delegato di Sel al tavolo delle regole delle primarie, invita alla cautela "Ora tocca al Pd esprimersi - dice - e rispettiamo la loro discussione. Poi le regole dovranno essere portate al tavolo della coalizione. E in quella sede noi diremo la nostra".

Sel è in linea di massima d'accordo sulla previsione dell'albo per gli elettori ('una forma di iscrizione c'è in tutte le primarie, spiega Ferrara) e lo stesso vale per il secondo turno. "Il ballottaggio va bene. Quello che non ci convince - osserva - è la previsione che al secondo turno voti solo chi ha votato al primo. Questo vorremmo discuterlo". Repubblica - 3 ottobre)

Renzi-bongiorno... Matteo Renzi, detto "Il Bischero di Rignano", non capisce. E allora noi, che siamo gentili, proviamo a spiegarglielo. A prova di scemo, anche se dubitiamo che possa capire:

-a) la prima regola che si sta cambiando in corsa, a partita iniziata, è quella riportata dal comma 5 dell'art. 20 dello Statuto del PD, che recita:

5. Qualora il Partito Democratico aderisca a primarie di coalizione per la carica di Presidente del Consiglio dei Ministri è ammessa, tra gli iscritti del Partito Democratico, la sola candidatura del Segretario Nazionale.

Afferra, Renzino? a norma di Statuto, lei non potrebbe neanche rompere i coglioni, e il PD si accinge a votare una norma che modifichi il comma 5 dell'art. 20 dello Statuto, per consentirle di rompere i coglioni. Eppure non ho sentito levarsi da parte sua alti lai per questa modifica in corsa delle "regole". Suppongo quindi che le regole che stanno bene a lei si possono cambiare in corsa. O no?

-b) il Renzino afferma che il registro degli elettori della coalizione violerebbe la privacy. No, Renzino. Chi ci tiene a non essere marchiato a vita come elettore del centro-sinistra (mettiamo, per esempio, perchè è un simpatizzante del PdL), non è costretto a partecipare. Ci rendiamo conto che questo la priverà di molti elettori "Pizzarotti way", ma è proprio per questo che le regole vanno cambiate. Per evitare che questo giochino di inquinare le primarie altrui - che è diventato sport nazionale già dalle primarie per la scelta del candidato sindaco del PD a Firenze, ricorda? - abbia termine.

-c) D'altronde uno come lei, tanto amato da tutti (i destri) italiani, cos'ha da temere? Non era mica il sindaco più amato dagli italiani, Scavolini style? Lei è più forte di ogni registro e di ogni ballottaggio, e stravincerà.

-d) Vede, persino alle elezioni per amministratore di condominio, o per rappresentante di scala, occorre identificarsi come condomino, o come inquilino di quella scala. Afferra? Io non posso - pere fare un esempio - partecipare alle votazioni per la scelta dell'amministratore del condominio accanto. Afferra? Sono cose elementari, anche se sembra che per lei siano pareti di 6° grado.

-e) Perchè il ballottaggio? Perchè nel momento in cui di cambia lo statuto per consentirle di rompere i coglioni (e quindi in teoria si potrebbero presentare dieci candidature del PD (...sa, come le liste civiche e le liste civetta...) è indispensabile che, in assenza di un vincitore al 1° turno col 50% +1 dei voti, si restringa il campo dei concorrenti ai due migliori classificati. Ma lei cos'ha da temere, visto che certamente già al 1° turno sbaraglierà tutti prendendo l'80% dei voti?

Si rilassi, coso. Se sperava di vincere le primarie coi voti dei Fioroni, dei Gentiloni, dei Berlusconi, e di tutti gli altri "oni" della politica italiana, deve rivedere la sua strategia. Deve cercare di farcela senza i voti di Forza Italia.
E' chiederle troppo?

Tafanus

Fonte: Tafanus

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10 ottobre 2012

Matteo Renzi: se questo è il "Nuovo che Avanza"...

Conoscevo l'indagine della Corte dei Conti, ma vedere questa faccia di m... arrampicarsi sugli specchi insaponati, è qualcosa che mette i brividi... Mette i brividi pensare che circa un terzo dei simpatizzanti del centro-sinistra sarebbe printa ad avere questo bischero come premier. In fondo, l'Italia ha sempre avuto i leaders che si è meritata: Berlusconi, Bossi, Pizzarotti... Tafanus

Mentre la sfida per le primarie del Pd sta entrando in questi giorni nel vivo, a Firenze scoppia il caso Cecilia Pezza. In un fuori onda raccolto il 5 ottobre dall'inviato della trasmissione 'L'ultima parola' la consigliera comunale del Pd schierata con Bersani nella sfida delle primarie, parla nei corridoi del comune e dice che il sindaco Renzi è "fintissimo democratico" . Secondo la Pezza a Firenze "la gente ha paura a schierarsi sulle primarie".

Dopo la diffusione del video della trasmissione di Paragone in cui Renzi viene accusato anche di spese pazze con la carta di credito della provincia e di assunzioni a chiamata, il PdL ha chiesto l'immediata discussione di quanto detto da Pezza in Consiglio. Il presidente del Consiglio comunale Eugenio Giani, alla fine ha però ritenuto "inammissibile" la richiesta del Pdl e la discussione sul fuori onda non si è più tenuta.

Il Pdl minaccia ora di rivolgersi alla magistratura. "Se il Pd non vuole discutere in consiglio le dichiarazioni della consigliera Pezza - ha detto il consigliere Francesco Torselli - porterò la questione direttamente in Procura". Questo perché si ritiene che "le dichiarazioni rilasciate nel corso della puntata del 5 ottobre scorso siano di una gravità assoluta e necessitano, da parte del sindaco e della maggioranza che governa Firenze, di una spiegazione netta e precisa, poiché in assenza di spiegazioni, mancherebbero le condizioni per proseguire con serenità a svolgere il nostro lavoro a servizio di Firenze".

Ad aggravare la situazione c'è il fatto che Cecilia Pezza è anche coordinatrice dell'esecutivo metropolitano del Pd. Torselli, a tal proposito, si chiede: "Dalla direzione metropolitana del partito del sindaco è questa l'idea che si ha di lui? Il coordinamento del Pd pensa che il sindaco di Firenze abbia instaurato un regime di terrore a Firenze tale che chi non lo sostiene alle primarie rischia il proprio posto di lavoro?"

Gatto Nero ha detto in risposta a Patrizio...
Niente male per uno che qui ha invitato altri a tenersi Penati, quasi che qui Penati avesse ottenuto particolare indulgenza o comprensione.
Già ieri sera, dopo aver visto il post di Silvana, ho fatto qualche banale ricerca e indicato qualche link, fra i molti visti.
Li rimetto, verità di Renzi inclusa:
http://www.firenzetoday.it/politica/servizio-ultima-parola-renzi-procura.html
http://www.politica24.it/articolo/matteo-renzi-nel-mirino-della-corte-dei-conti-tutti-i-soldi-spesi-da-presidente-della-provincia/24775/
http://www.giornalettismo.com/archives/524229/ecco-a-voi-la-meritocrazia-secondo-matteo-renzi/
A ciò (a simili notizie, cioè) Renzi risponde:
http://www.matteorenzi.it/press-kit/le-verita-su-renzi/31-le-verita-di-matteo/208-la-verita-su-presunto-danno-erariale
Non è un retroscena la condanna già inflitta a Renzi dalla Corte dei Conti (assunzioni).
Gli articoli citati (es. politica24) indicano prova documentale di spese di rappresentanza, vogliamo dire così?, sostanziose.
Lo strabismo etico è una caratteristica del tifoso italico: "E' tutto un magna, magna". Amici esclusi.
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10 ottobre 2012

Chi è Matteo Renzi (si sapeva molto - anche se non tutto - già dal 2009) - E ora ingaggia suo padre, vecchio democristianone massone

Renzi_tiziano_padre
Primarie: Renzi "licenzia" Bersani attraverso il berlusconiano "CHI" - Facendo finta di parlare a suo padre, il vetero-democristiano Tiziano Renzi, massone (domani in edicola: fonte AGI)

(AGI) - Roma, 9 ott. - Parla al papà perchè il segretario politico intenda. Magari il modo di dire non è esattamente così, ma il messaggio che Matteo Renzi invia a mezzo stampa a Pier Luigi Bersani è esattamente quello: chi fa parte di quella generazione deve passare la mano.

L'occasione è la chiacchierata, in esclusiva per il numero di Chi in edicola domani, fra il sindaco di Firenze e suo padre Tiziano Renzi, segretario Pd di Rignano sull'Arno, ex consigliere comunale ed ex esponente della sinistra Dc. "Tu e Bersani - dice allora Renzi al padre - siete nati negli stessi giorni. La tua generazione si è impegnata molto per cambiare l'Italia. Avete avuto nel sangue - riconosce - la passione per la politica e tu stesso ci hai provato. Ma diciamo la verità: oggi dovete passare la mano. In tutto il mondo - ricorda il "rottamatore" - sono i quarantenni che governano i Paesi".

"Voi, quelli della vostra generazione dico", prosegue Matteo Renzi sempre nell'anticipazione diffusa dal settimanale Mondadori, "dovreste evitare di trattarci come degli appestati, quando proponiamo queste cose. Se chiediamo di cambiare, non vi stiamo insultando o offendendo".
E Renzi padre? "Quando penso a voi figli, non sono orgoglioso di te. Sono orgoglioso, casomai, della scelta di tuo fratello - dice riferendosi a Samuele, medico - che ha lasciato Firenze per non essere accusato di essere un raccomandato - Poteva giocarsi le sue carte nella sua terra. Invece, adesso, è in Svizzera, e nessuno può dirgli di esserci arrivato grazie alle spinte".

"Dovete rottamare anche qualche giovane, tra quelli che non hanno voglia di sognare. Troppo comodo fare solo una rivendicazione anagrafica. Mandate a casa anche quei ragazzi che sono giovani solo sulla carta d'identità, ma pigri dentro", dice papà Renzi. La risposta? "Lo faremo, stai tranquillo", assicura il figlio Matteo. (AGI) .

...che squallore... e così il giovane bischero, servendosi del padre "usa e getta", inizia anche le battaglie contro quei ggiovani che potrebbero fargli ombra... i Fassina, i Civati, tanto per fare qualche nome)... Tafanus
Di Matteo Renzi, meglio noto - a scelta delle parti - come "Il Nuovo che Avanza", o "Il Bischero", si sapeva molto già da molti anni. Il PD avrebbe potuto mettere in piazza certi "lati oscuri" non appena ha iniziato a starnazzare comeuna gallina, a reti unificate, contro il partito a cui deve tutto. Proviamo a leggere...
Firenze: Ritratto di Matteo Renzi, candidato PD a sindaco. Interessanti i suoi rapporti con dei noti immobiliaristi e altro ancora. Altro che l’Obama fiorentino! A cura della Sinistra Unita e Plurale (SUP) di Firenze

Matteo Renzi è figlio di Tiziano Renzi, ex parlamentare della DC, e gran signore della Margherita e della Massoneria in Toscana. Il feudo incontrastato della famiglia Renzi è il Valdarno, dal quale si stanno allargando a macchia d'olio. Il padre di Matteo controlla dalla metà degli anni '90 la distribuzione di giornali e di pubblicità in Toscana (la famosa impresa di strillonaggio che in una prima autobiografia su wikipedia, scomparsa dopo che la la abbiamo fatta a pezzettini, Renzi si vantava di aver fondato a 19 anni... Poi è diventata "l'azienda di famiglia". NdR).
Questo, unito agli affari con la Baldassini-Tognozzi, la società un po' edile e un po' finanziaria che controlla tutti gli appalti della Regione, spiega l'ascesa di Matteo Renzi.
Le prime 10 cose che non vanno di Matteo Renzi:

1) Da presidente della Provincia, tra il 2004 e il 2009, ha acquisito il controllo di tutta la stampa locale, radio e tv, in Toscana. L'ultimo giornale che un po' gli era ostile era "La Nazione". Per questo, in occasione dei 150 anni di questo giornale, ha fatto ospitare dai locali della Provincia, in via Martelli, una mostra che, naturalmente, è stata pagata coi soldi di noi contribuenti. In questo modo, La Nazione è divenuta renziana.

2) Renzi per controllare ancora meglio l'informazione locale, ha trovato un secondo lavoro a moltissimi giornalisti: gli uffici stampa degli eventi organizzati dalla Provincia, come il Genio Fiorentino, il suo stesso
portavoce, tutta una serie di riviste inutili e costossime per la collettività (Chianti News, InToscana, ecc.) servono a lui e a Martini, il presidente della Regione, a tenersi buoni i cronisti locali. Inoltre, trasmissioni come "12 minuti col Presidente", che va in onda su RTV 38 e Rete 37, gli sono servite a dare delle tangenti legalizzate alle redazioni di queste emittenti che ormai, in lui, riconoscono il vero datore di lavoro.

3) Tra le cose di cui più si vanta Renzi, vi è il recupero di Sant'Orsola. Il grande complesso situato in San Lorenzo, chiuso e abbandonato da molti decenni, sarebbe stato recuperato dalla Provincia - così dice Renzi - con un investimento iniziale di 20 milioni di euro. E questo non è vero. Infatti, a bilancio, a fine anno, la Provincia per Sant'Orsola ha stanziato la miseria di un milione di euro. E' un esempio del suo continuo modo di mentire.

4) Renzi in questi 5 anni ha utilizzato la Provincia allo scopo di promuovere la propria immagine personale coi soldi nostri. A questo servono manifestazioni inutili e costose come "Il Genio fiorentino e
"Riciclabilandia". Attraverso l'utilizzo delle consulenze, degli uffici stampa, della commissione di sondaggi, pubblicazioni e pubblicità ha creato una vasta rete clientelare di giornalsti che non ne contraddicono mai le posizioni.

5) L'inchiesta di Castello: Matteo Renzi, come presidente della Provincia, è molto più coinvolto del sindaco Domenici. Infatti, le opere oggetto dell'inchiesta sono quasi tutte commissionate dalla Provincia: tre scuole, una caserma, nonché naturalmente il nuovo (e che bisogno c'è?) palazzo della Provincia. Eppure sui giornali ci è finito Domenici.

6) Il braccio destro di Ligresti, patron della Fondiaria, Rapisarda, lo si vede bene nelle intercettazioni telefoniche, pretende che per le commissioni di Castello la Provincia faccia una gara d'appalto. "sennò ci accusano di fare noi il prezzo", spiega Rapisarda al telefono all'assessore Biagi. Pochi giorni dopo quella telefonata, compare questo titolo su Repubblica: "Renzi contro la Fondiaria: per Castello si farà la gara d'appalto". Ovvero: Renzi è colui che meglio esegue le volontà della Fondiaria, e poi appare addirittura come quello che combatte contro i poteri forti!

7) Nel 2004 come prima cosa taglia i fondi della Provincia per la raccolta differenziata. Risultato, i Verdi si arrabbiano (giustamente) e lui li espelle dalla Giunta.

8) DAl 2004 Renzi ha creato un'infinità di società alle quali la Provincia commissiona eventi culturali, indagini di mercato e così via. Il caso più clamoroso è quello di "Noilink" che, durante le primarie del PD, diventa il suo vero e proprio comitato elettorale!

9) Tutti i giornaletti del cappero che arrivano nelle case dei fiorentini, a partire da "Prima, Firenze!", sono stampati coi soldi della Provincia

10) Nessun giornalista osa fare una domanda su quanto abbiamo riportato nei primi nove punti a Matteo Renzi.

Fonte: Tafanus

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Off Topics del 4 Ottobre - Burini all'opera



Fonte: Tafanus

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21 settembre 2012

Matteo Renzi: così "ggiovane" e già così forchettone? La Corte dei Conti vuole capire



Sei milioni di euro. Su questa cifra incassata da Florence Multimedia mentre Matteo Renzi era presidente della Provincia di Firenze, la Corte dei conti e il ministero del Tesoro vogliono vederci più chiaro. A Florence Multimedia – accusa il dicastero dell’Economia e delle Finanze in una contestazione inviata a maggio – la Provincia di Firenze, presieduta da Matteo Renzi dal 2004 al 2009, ha concesso un “irregolare affidamento di servizi per un importo superiore a quello previsto dai relativi contratti di servizio”, con una spesa complessiva di oltre nove milioni di euro; dei quali sei adesso sono sotto l’attenzione dei giudici contabili, che invieranno un ispettore a Firenze e, per evitare eventuali prescrizioni, hanno messo in mora tutti i dirigenti di quel periodo.

Senza, quindi, la procedura prevista dalla legge e senza mai farne parola in Consiglio provinciale, sostiene il Ministero, Florence Multimedia, tra il 2006 e il 2009, incassò 9.213.644 euro. Attraverso “contratti, convenzioni, disciplinari di servizio, affidamenti al lordo (…) il cui importo triplica quello dei contratti di servizio di base”. Già un anno fa il Tesoro aveva, in seguito a un’ispezione, prefigurato un danno erariale alla Provincia proprio nel periodo di presidenza Renzi. E dalla difesa della Provincia a quelle contestazioni è nata la nuova indagine, con tanto di documento, di cui riportiamo le accuse nei virgolettati, inviato lo scorso maggio all’ente locale, sul cui trono nel frattempo non siede più Renzi, diventato sindaco e lanciato proprio in questi giorni nella corsa a Palazzo Chigi.

LA SOCIETA’ E LE ACCUSE DI LUSI

Florence Multimedia Srl (“società in house della Provincia di Firenze”, come si legge nel sito internet) è nata nel 2005 per volere di Renzi che lì trasferì l’ufficio stampa, liquidandolo ed esternalizzandolo; con una situazione pessima alla fine dell’avventura dello stesso Renzi in Provincia: buco “superiore al terzo del capitale sociale. (…) Emerge una perdita stimata di 358.865 euro originatasi nel secondo semestre 2009”, c’è scritto nella relazione di quel dicembre degli amministratori della stessa società. Florence Multimedia veicolò, nello stesso anno, campagne promozionali per la Dotmedia, retta da quel Davide Bancarella, in precedenza in forze alla Web & Press edizioni (dal 2007 al 2009). Quest’ultima società è quella delle fatture, datate proprio 2009, sequestrate dalla Guardia di finanza (una da 36 mila e l’altra da 45660 euro: soldi con cui Renzi ha sempre negato di aver avuto a che fare) dopo le accuse dell’ex tesoriere della Margherita Luigi Lusi, in carcere da fine giugno. Insomma basterebbe questo quadro per creare qualche grattacapo a chi, il sindaco di Firenze Matteo Renzi, si propone, ormai da anni, come il nuovo che avanza.

QUELLE SCELTE NON MERITOCRATICHE

Eppure c’è un’altra accusa mossa dal Ministero dell’Economia e che sarà passata al vaglio dell’ispettore della Corte dei conti nei prossimi giorni. Riguarda il direttore unico della Provincia, sostituito da Renzi con un collegio di direzione generale composto da quattro membri “con evidenti e rilevantissimi profili di illegittimità”. Due di quei quattro, segnala Via Venti Settembre, erano dipendenti messi in aspettativa e poi riassunti con un contratto a tempo determinato che portò a un aumento di spesa di ben un milione e 34 mila euro. L’organo monocratico, come ricorda il Ministero nel documento di maggio, “è previsto dall’ordinamento degli enti locali”. 

Quindi “non si riesce a reperire nessuna ragione logica, prima ancora che giuridica, in forza alla quale soggetti già investiti della qualifica dirigenziale possano essere collocati in aspettativa per essere investiti di un nuovo incarico dirigenziale, questa volta a tempo determinato, molto più oneroso del precedente”. L’accusa è grave e precisa, si tratterebbe di “illegittima attribuzione di quattro incarichi di direzione generale”. I rilievi del Ministero sul Renzi-che-fu non sono ancora finiti. Rispetto a dipendenti e dirigenti di quella Provincia il boy scout di Rignano sull’Arno avrebbe agito con “mancato rispetto dei principi di selettività meritocratica” con “gravi illegittimità nell’attribuzione di alcuni compensi a carattere indennitario”. Il sindaco se ne lava le mani,“furono scelte degli uffici”, hanno comunicato i suoi alla stampa fiorentina. Ma dopo la condanna in primo grado dell’agosto 2011, per 50mila euro di danno erariale, si profilano altri guai dalle indagini della Corte dei conti, mentre la Provincia è solo un lontano ricordo e, adesso, Renzi sogna Palazzo Chigi.

...ma non finisce qui... il ggiovane Matteo non era solo un forchettone "virtuale"... lo era anche in senso non figurativo. Quanda iniziava a mangiare, non si faceva mancare niente...  Ecco cosa riprende oggi [Giornalettismo] dal "Fatto Quotidiano"...

Matteo Renzi e le allegre spese della sua Provincia - La Corte dei Conti passa al setaccio la presunta sprecopoli dell'attuale candidato alle primarie

Matteo Renzi e le allegre spese della sua Provincia

La sprecopoli (presunta) di Matteo Renzi finisce sotto il setaccio della Corte dei Conti. E Davide Vecchi sul Fatto quotidiano dà una profonda occhiata al dossier e riferisce.

Nei quattro anni d’incarico la Provincia presieduta dall’attuale sindaco di Firenze e candidato alle primarie del centrosinistra ha speso 20 milioni di euro; il capo di Gabinetto Giovanni Palumbo, nominato da Renzi, ha firmato decine e decine di delibere per rimborsi di spese di rappresentanza per il presidente che aveva a disposizione una carta di credito con limite mensile di 10mila euro di spesa. Ma, racconta il Fatto:

Nell’ottobre 2007 però, durante un viaggio (ovviamente di rappresentanza) negli Stati Uniti, la carta viene bloccata “a garanzia di un pagamento da parte di un hotel a Boston”, si legge nella delibera del 12 novembre 2007. Renzi, trovandosi senza carta di credito della Provincia è costretto a usare la sua per pagare 4 mila dollari (pari a 2.823 euro) all’hotel Fairmont di San Josè, in California. Come torna in Italia si fa restituire la cifra con una delibera, ma senza fornire giustificativi. Tolta la dicitura “spese regolarmente eseguite in base alle disposizioni contenute nel disciplinare delle attività di rappresentanza istituzionale”. Nei soli Stati Uniti la Provincia, con Renzi, ha speso tra biglietti aerei, alberghi, ristoranti 70mila euro.

Spese di rappresentanza. Ovviamente. In tutto arriva a sfiorare i 600.000 euro

TRA I 20 milioni di euro al vaglio della Corte dei Conti ci sono anche centinaia di migliaia di euro ricostruiti con numerosi scontrini e ricevute. Non molti. In tutto 250 circa. In prevalenza di ristoranti. Gli elenchi depositati agli atti mostrano una intensa attività di rappresentanza da parte di Renzi. Per lo più svolta alla trattoria Garibaldi, al Nannini bar, alla taverna Bronzino e al ristorante da Lino. Locali prediletti dal candidato alle primarie del Pd che, in particolare nel 2007 e nel 2008, riesce a spendere qualcosa come 50mila euro per il cibo. Con conti singoli che spesso superano i mille euro. Il 31 ottobre 2007 la provincia paga 1300 euro alla pasticceria Ciapetti di Firenze. Il 5 luglio alla Taverna Bronzino viene saldato un conto di 1.855 euro.

ll ristorante non è tra i più economici di Firenze, del resto. Ma a Renzi piace

Per tutto il suo mandato alla guida della Provincia frequenta assiduamente i tavoli della taverna. Con conti che oscillano tra i 200 e i 1.800 euro. Renzi ogni tanto cambia ristorante. Alla trattoria "I due G" in via Cennini il 29 aprile 2008 ordina una bottiglia di Brunello di Montalcino da 50 euro per annaffiare una fiorentina da un chilo e otto etti. Alla Buca dell’Orafo in via dei Girolami il 13 giugno 2008 si attovaglia con due commensali e opta per un vino da 60 euro a bottiglia. E ancora: al ristorante Lino, dove è di casa (anche qui), riesce a spendere per un pranzo 1.050 euro. 1.213 li lascia al ristorante Cibreo.

Fonte: Tafanus

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30 novembre 2012

La Corte dei Conti boccia Matteo Renzi, il "Nuovo che Avanza"

Il Comune bocciato dalla Corte dei Conti: “Irregolarità nel bilancio” - Secondo i magistrati contabili c'è "una situazione di precarietà finanziaria". Tra le accuse mosse all'amministrazione guidata da Renzi l'eccessiva spesa per i contratti a termine e le "modalità contabilmente non corrette e non consentite dalla normativa" per arrivare al pareggio di bilancio

Firenze, il Comune bocciato dalla Corte dei Conti: “Irregolarità nel bilancio” 
 
La Corte dei Conti “richiama” il sindaco di Firenze Matteo Renzi. Da una parte una previsione di spesa del personale non conforme ai limiti previsti dalla legge. Dall’altra metodi “contabilmente” non corretti e non previsti dalle normative per arrivare al pareggio finanziario nel bilancio: "una reiterata irregolarità contabile che oltre ad essere contraria ai principi di sana gestione, denota il permanere di una situazione di precarietà finanziaria che richiede l’adozione di particolari misure di adeguamento delle previsioni dell’entrata e della spesa”.
La bocciatura della Corte dei Conti è arrivata con una sentenza di due giorni fa. Per quanto riguarda la spesa del personale il Comune di Firenze ha previsto un totale per alcune tipologie contrattuali (cioè quelli a tempo determinato) che “risulta superiore al 50 per cento dell’importo totale della spesa sostenuta per le stesse finalità nell’anno 2009 (o triennio 2007/2009) (120,26%)”.
Una situazione che “risulta aggravata dalla previsione nell’anno 2012 di nuove assunzioni di personale, rinnovi, proroghe dei contratti a tempo determinato. Ciò costituisce una grave irregolarità contabile in quanto in contrasto con la normativa e con i principi generali ai fini del coordinamento della finanza pubblica” scrive il collegio di 4 magistrati. 
Poi la parte del patto di stabilità interno che, dopo un precedente rilievo della magistratura contabile, sarà al vaglio dei revisori. “L’impostazione del bilancio pluriennale – scriveva la Corte dei Conti nella ‘grave irregolarità’ sottolineata in precedenza – per le annualità 2013 e 2014 non garantisce il rispetto del patto di stabilità e costituisce una grave irregolarità contabile per cui è necessaria l’assunzione immediata di idonei atti di correzione e l’eventuale rideterminazione delle previsioni di bilancio”. In più i giudici rilevano “il mancato rispetto del vincolo di destinazione” per i soldi incassati con le multe e con i servizi aggiuntivi di trasporto pubblico.
Il Comune di Firenze replica spiegando che è stato “il ministero ci ha autorizzato ad anticipare una quota di spesa dal 2013 al 2012 e la Corte dei Conti ci ha già dato l’okay”. Un provvedimento già in discussione in consiglio comunale. Per altro l’eliminazione dei vincoli del patto di stabilità è uno dei cavalli di battaglia di Renzi, da molto tempo. Il sindaco lo chiama sempre “patto di stupidità“. Resta il punto sui contratti a termine: “Si tratta di interpretazioni relative al sistema di calcolo, vediamo come andrà a finire” è la replica.
(Fonte: Sara Frangini - Il Fatto Quotidiano)

Ci risiamo. Proprio questo ragazzotto è allergico alle regole - come dimostra anche l'ultima querelle sulle regole di ammissione al ballottaggio delle primarie. Il ragazzotto le regole (anche quelle concordate) non le applica: le "interpreta". E se per lui una legge dello Stato, a suo insindacabile giudizio, è un "patto di stupidità", crede di poter decidere di non applicarla. Esattamente come Berlusconi, che aveva deciso che un livello di tassazione superiore al 33% fosse immorale, e quindi fosse eticamente accettabile evadere e non pagare.

Per piacere, domenica espelliamo questo corpo estraneo dal quadro politico. Grazie.
Tafanus
 
Fonte: Tafanus
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Se ancora non vi basta potete approfondire qui:


Presto nuovi articoli sulla guerra tra i due grillismi (tanto cari a padroni, privilegiati, ricconi vari, arraffoni e alfieri del magnamagna) di Renzi e Grillo.