Sto impegnando del
mio tempo per scrivere questo articolo e vorrei che ciò fosse
rispettato.Vista la lunghezza dell’intervento dell’articolo e alla
densità delle informazioni contenute (che ho cercato quanto più
possibile di documentare), invito chiunque non intenda partecipare in
modo costruttivo alla riflessione di astenersi da ogni commento. Se così
non fosse, cosa che temo probabile, invito gli altri utenti del forum a
mantenere il tono della dialettica ad un livello superiore all’osteria.
Grazie.
Definizioni, per capirsi e capire
Inizierò questa ricerca riportando quattro definizioni e link a
supporto che ritengo strumenti fondamentali per un’adeguata
comprensione della questione.
Negli
ultimi giorni, complici alcuni sondaggi elettorali che ne certificano
un discreto successo presso l’elettorato, sono aumentate le
critiche nei confronti di Beppe Grillo. Sottovaluta la mafia, prende
residenza a Lugano, fugge le interviste, litiga con gli altri
protagonisti dell’antipolitica, non è trasparente sugli introiti
del blog... Tutto vero, per carità. Ma a me questo fiume di critiche
ricorda troppo un certo approccio che per anni abbiamo avuto nei
confronti di Silvio Berlusconi: la mafia, le ville, il conflitto
d’interessi, le videocassette ai telegiornali, il partito
azienda... I risultati son sempre stati pari a zero, perché quello
era il terreno di scontro preferito dal soggetto avversato. E secondo
me spostando il terreno polemico verso Grillo sugli aspetti sopra
citati si finirà per ottenere il medesimo risultato: “gli altri
politici fanno anche di peggio”.
Sono
convinto che bisognerebbe piuttosto puntare sui programmi del
Movimento 5 Stelle smascherandone le tante incoerenze, così come la
vacuità e le modalità di fuga dalle questioni più controverse
C’era
un tempo in cui Beppe Grillo gridava: “io voglio essere intercettato!“. La privacy,
smerciata dai sostenitori delle leggi contro le intercettazioni per
convincere i cittadini dell’utilità di una legge contro gli ascolti,
secondo il comico genovese era fumo negli occhi: se uno non ha qualcosa
da nascondere, non deve temere le intercettazioni.
Ma se a indagare è il Fisco,
chiamato a scovare gli evasori, per Beppe Grillo la musica
cambia. E questa volta per il comico genovese la privacy conta
eccome. Se si legge il testo comparso due giorni fa sul blog di Grillo
sostituendo l’argomento delle intercettazioni ai controlli del fisco, il
doppio binario è lampante:
Come reazione al tripudio del primo V-day di Beppe
Grillo, feci circolare questo “Considerazioni sul V-day”, di
cui si è poi molto discusso in Rete e nei forum di ogni sorta, meetup
ecc., con una diffusione davvero impressionante dovuta probabilmente
alla mia critica a Beppe Grillo. In esso sviluppo per intero i temi per
me più centrali e drammatici della paralisi della Società Civile
italiana e della sua deriva al seguito dei
nuovi Guru antagonisti, temi come la Cultura della Visibilità nel
Sistema e nell'Antisistema; l’Industria della Denuncia e
dell’Indignazione; la Struttura Orizzontale:
solo Fonti, non Star; l‘Annullamento degli attivisti e dei
cittadini; e poi I sonni tranquilli del Potere e altro.
Sono temi già presenti in altri scritti in questo sito, ma qui sono
forse meglio spiegati. Il pezzo contiene, nel finale, indicazioni
precise su cosa poter fare per realmente incidere nella lotta ai poteri
forti mediatici e politici.
Forse sarebbe opportuno eseguirlo
proprio nei suoi confronti, visto che in passato si è avvalso di due
condoni tombali (pur contestandoli, a parole). Nel 2002 e
2003, infatti, il comico genovese, proprietario (con il 99% delle
azioni) della società immobiliare Gestimar srl (l’amministratore unico è
suo fratello, Andrea Grillo), si avvalse del condono.
Scrisse Andrea nella relazione al
bilancio 2002 della Gestimar: «In considerazione della possibilità
concessa dalla legge finanziaria 2003 di definire la propria posizione
fiscale con riferimento ai periodi di imposta dal 1997 al 2001, fermo
restando il convincimento circa la correttezza e la liceità dell’operato
sinora eseguito, si è ritenuto opportuno di avvalersi della fattispecie
definitoria di cui all’articolo 9 della predetta legge (condono
Tombale)». L’anno successivo Giulio Tremonti aveva prorogato la
copertura del condono, per la gioia della Gestimar srl, la quale si
avvalse nuovamente del condono tombale.
[Nota di Controgrillo: Che Beppe Grillo abbia residenza in Svizzera è qualcosa che deve essere ancora confermato al 100%.
Andiamo quindi al sodo: Qual'è il dato di fatto che esce dai seguenti articoli?
Beppe Grillo, ha comprato
casa a Lugano, affermando che se gli oscurassero
il blog potrebbe in questo modo ripartire il giorno stesso con Beppegrillo.ch o
Beppegrillo.eu.
Questa è una palese cialtroneria.
Non c'è affatto bisogno di comprarsi una casa in un paese straniero per comprarsi un dominio internet e per mettere su un server che faccia da sito mirror. Lo può fare, se proprio necessario, un gruppo di sostenitori per te.
E infatti basta vedere la vicenda Wikileaks e vedere quanti siti mirror esistono dell'originale (vedi qui e qui).
Davvero riuscite a pensare che Julian Assange abbia una casa in Finlandia, una in Svizzera, una in Olanda, una in Svezia, una in Norvegia, una in Islanda, una negli Stati Uniti ecc. ecc.?? (ci sono più di 1400 siti mirror di Wikileaks, fate un pò voi..)
L'acquisto di una casa di Grillo in Svizzera è quindi una vicenda totalmente riguardante interessi personali, che essendo stata presentata in questo modo, manipolando volontariamente i propri fans, fa inevitabilmente pensare a secondi fini molto più sporchi.]
Il comico (ormai quasi politico) genovese, Beppe Grillo, ha comprato
casa a Lugano. A dire il vero la notizia non è troppo recente: i fatti
risalgono infatti al 2008, quando l’ex aspirante segretario del PD
dichiarò «Sì, ho comprato un appartamento a Lugano perché se mi oscurano
il blog sono pronto a ripartire il giorno stesso con Beppegrillo.ch o
Beppegrillo.eu. Sono un po’ preoccupato perché ogni mese c’è qualche
leggina, qualche decretino che riduce le libertà e che viene annunciato
sempre per il bene della Rete…».
Intanto sulla rete però proliferano
commenti e opinioni sul fatto che Grillo abbia ottenuto la residenza
elvetica per una questione fiscale, ma lui si difende dichiarando
che «Non vorrei che venisse interpretata come una mossa codarda o che
qualcuno cominciasse a dire che ho comprato la villa in Svizzera. Non è
una fuga dalle tasse, per intenderci. L’eventuale trasferimento –
assicura Grillo – riguarderebbe solo il blog, non me». «È una mossa per
tutelarmi – ribadisce – Se mi dovessero impedire di continuare scrivere
quello che voglio, lo trasferirei. Mi sto attrezzando per andare
avanti.Tutto qui».
E tu, credi che il comico genovese si sia trasferito per tutelare il suo
blog o credi che l’abbia fatto per questioni fiscali?
Vota il sondaggio!
[Ecco quali sono stati i risultati.]
Beppe Grillo compra casa in Svizzera. Lo fa
per sfuggire al fisco? (Poll Closed)
E dagli con le accuse e dagli
con le critiche, alla fine Beppe Grillo si è stancato. L’ex
comico ora politico - e leader, secondo gli ultimi sondaggi, del secondo
partito italiano - non ha gradito alcuni articoli e inchieste dedicate a
lui e al suo nuovo e nuovento MoVimento a 5 stelle. E così ha deciso di
passare alle maniere forti: domenica scorsa, in un lungo post sul suo
blog (qui il link), ha preannunciato una raffica
di querele.
Ma chi ha fatto letteralmente
saltare al mosca al naso del leader del MoVimento? Chi, esattamente, ha
gettato fango e bugie sul nome suo e sulle sue liste civiche?
L’elenco completo di quelli che Grillo definisce “fangaioli”
sarebbe più che lungo. Sarebbe, parola del leader del MoVimento,
addirittura “smisurato”. Anche perché - nell’era internettiana - notizie
e commenti appaiono e rimbalzano su migliaia di angoli del web nello
spazio di un click. Insomma, ha spiegato il leader del MoVimento, “é
impossibile rettificare su tutti i siti e blog” e “querelare qualunque
mentitore professionale che si fa chiamare “politico” o “giornalista“.
Che fare quindi? Pensa che ci
ripensa, Grillo ha trovato una soluzione. E l’ha vergata, nero su
bianco, sempre nel post di ieri: “Per non farsi travolgere è
obbligatorio darsi delle priorità e portarne in tribunale solo alcuni
per educarne molti. Ed è quello che faranno i miei avvocati.
Prima il processo penale, poi quello civile.
Conviene. Gli togli un quinto dello stipendio, le proprietà se
ne hanno”, ha scritto con tono minaccioso.
Il magazine on line del leader di uno dei
principali partiti politici italiani - insomma, il blog di Beppe Grillo -
ha intervistato l’esperto di terremoti, Giampaolo Giuliani (qui il link). Giuliani, balzato all’onore
delle cronache perché sosteneva di aver “previsto” il terremoto de
L’Aquila, se l’è presa con tutti i geologi e sismologi del Belpaese:
potevano e dovevano, secondo Giuliani, prevedere la scossa che ieri ha
ucciso 17 persone in Emilia. Ma non l’hanno fatto.
Tutti incapaci, tutti ottusi i sismologi e i
geologi italiani. Tutti, tranne lui. Che, però, sismologo e
geologo non è. Anzi: non ha nemmeno una laurea. E’ un ex tecnico dei
laboratori del Gran Sasso, ora in pensione. Ma poco importa: in fin dei
conti, i pezzi di carta - lauree comprese - contano fino a un certo
punto. Quel che conta, invece, è che la stragrande maggioranza degli
scienziati del globo terraqueo - non solo quelli italiani - non
condivide metodi e teorie di Giuliani e no, non crede che le scosse di
terremoto si possano prevedere. Non in Italia, non altrove.
Ergo: dal blog dell’ex comico - ora, ripeto,
leader, secondo gli ultimi sondaggi, del secondo o terzo partito in
Italia - ci si sarebbe aspettato almeno che, oltre a Giuliani si fosse
sentita un’altra campana. Magari - per esempio - si poteva
intervistare anche uno di quei noiosissimi professori universitari che,
appunto, sostengono che purtroppo l’umana scienza qualche limite ce l’ha
e che non si può prevedere tutto quello che madre natura ha intenzione
di fare. Certo: aggiungere questo secondo punto di vista avrebbe tolto
un po’ di sale al tutto, ma avrebbe giovato a quella che, tecnicamente,
si chiama completezza di informazione. Che magari fa poca audience;
sicuramente si sposa male con il sensazionalismo; ma aiuta le persone a
capire meglio.
Dirà qualcuno: ma l’informazione ognuno la fa come
meglio crede, e il comico genovese sul suo sito fa quel che vuole.
Verissimo, per carità. Quel che però proprio stonava era la
parte finale del post-intervista a Giampaolo Giuliani: un enorme
bannerone pubblicitario dedicato a “L’Aquila 2009. La mia verità sul
terremoto”, libro firmato ovviamente da Giampaolo Giuliani. Cliccandoci
sopra si finiva su Amazon che lo vendeva, in coincidenza col terremoto,
al prezzo speciale di 10,20 euro al posto di 12.
Un tempo l’ex comico ora politico sosteneva la
pubblicità era un male da combattere e che si fondava sull’infelicità
delle persone. Evidentemente ha deciso di passare dalle parole
ai fatti. E ha deciso di applicare la lezione. Dei pubblicitari.
Questa settimana ci è toccato di vedere anche questo.Beppe Grillo - primo comico e blogger d’Italia - ha dedicato un post - davvero toccante - all’omicidio Pasolini e relativo libello (“Profondo Nero”, edito da Chiarelettere). E già che c’era ci ha aggiunto una pubblicità incorporata, dedicata - coincidenza - al libro che - sempre per coincidenza - verrà venduto assieme al suo vecchio dvd sul “V2-day”. Libro più divuddì, a euro 14,60. Praticamente: il “2 per 1″ dell’indignazione.
E allora? E allora, niente. Va bene così. Anzi, ci uniamo anche noi all’appello: venghino, signori venghino, che c’è da salvare l’Italia. E mica lo si può fare aggratis. Che ne dici Beppe, può andare come slogan?
Certo che erano bei tempi. Erano bei tempi
quelli in cui Beppe Grillo era solo un comico e recitava il ruolo di
alfiere della informazione “contro”. Contro i politici
arraffoni, i banchieri e gli imprenditori maneggioni, contro i corrotti e
i corruttori. Allora Giuseppe Piero Grillo in arte Beppe poteva
cannoneggiare su tutto e tutti, compreso quell’autentico flagello
chiamato “pubblicità”.
Poi il tempo è passato, e le cose, un po’, son
cambiate.
Sì, perché - fino a poco tempo fa - il comico
genovese ce l’aveva a morte con spot e affini. Tanto per dire:
ancora nel 2007, ripreso dalle telecamere di Arcoiris tivù (qui il
link), spiegava che “i pubblicitari creano l’infelicità. Perché la
pubblicità si basa sull’infelicità”. E sul suo blog, un anno prima - per la precisione in un post datato 2006 - ci era
andato giù ancora più duro. Spiegando che gli spot avevano “ucciso
l’informazione”. Proponendo che “la libertà di comprare un bene senza la
pubblicità dentro” dovesse essere sancita dalla Costituzione. E
invitando tutti i suoi lettori a cercare, così Grillo scriveva
testualmente, “luoghi, prodotti, informazioni depubblicizzati”.
Luoghi, prodotti e informazioni
depubblicizzati. Già. Ma con l’eccezione - evidentemente - di
qualche blog. In particolare del suo.
(dal Fatto Quotidiano di Oggi) Sarà
anche così, ma nel movimento c’è almeno una eccezione. Riguarda Valentino
Tavolazzi, consigliere comunale a Ferrara. Come abbiamo già
scritto su questo blog (“Epurazioni a cinque stelle”)
Tavolazzi, a detta di molti 5S è il “più bravo” dei consiglieri
comunali eletti dal movimento (Grillo appoggiò la sua lista civica), il
più competente: fino ad poco tempo fa sempre a fianco di Grillo in
numerose occasioni pubbliche a ricoprire il ruolo del “tecnico
competente”.
Poi è successo, a marzo, che alcuni
simpatizzanti Cinque Stelle abbiamo organizzato a Rimini un incontro per
interrogarsi su come rafforzate la democrazia nel movimento. Tavolazzi
vi partecipò, e per lui e gli altri partì all’istante una bella
scomunica grillesca con la quale vennero espulsi dal movimento.
Veniamo
ad oggi. Dopo l’incredibile successo di Federico Pizzarotti a Parma,
Tavolazzi si è candidato a direttore generale del comune della città
(lui smentisce, ma non è escluso che a volergli dare questo ruolo ci
stia pensando lo stesso Pizzarotti). Tavolazzi avrebbe tutte le carte in
regola per svolgere quel ruolo: sia la competenza che la stessa visione
“politica” del neo-sindaco. Però, secondo Grillo, il sindaco
Pizzarotti non può decidere da solo i destini della sua Parma.
Questa mattina è partita un’altra scomunica, sempre dal blog di Grillo: “A
Tavolazzi – scrive il blogger – è stato
inibito l’uso congiunto del suo simbolo con quello del MoVimento 5
Stelle qualche mese fa”. La sua nomina “è una scelta
impossibile, incompatibile e ingestibile politicamente. Mi meraviglio
che Tavolazzi si ripresenti ancora sulla scena per spaccare il MoVimento
5 Stelle e che trovi pure il consenso di un consigliere dell’Emilia
Romagna” (il bravo – a questo punto forse troppo –
Giovanni Favia? chiediamo noi).
Non finisce qui. Grillo invita
“chiunque fosse interessato alla posizione invii il suo curriculum a
questa mail”. Il link porta ad un form per segnalazioni su
BeppeGrillo.it. Vi sembra normale? Vi sarebbe sembrato
normale se, appena eletto Luigi De Magistris sindaco di Napoli, Antonio
Di Pietro avesse chiesto a chi volesse diventare assessore nel comune
partenopeo, di mandare un curriculum alla sua mail personale?
"I giornali vivono di finanziamenti pubblici.
Falli smettere". Era lo slogan del banner di Kindle
sull’homepage di Beppe Grillo.it. Ulp! – esclamai –
twittando la citazione a @partitopirata,
che ritwittò a sua volta. Era il 27 Marzo 2012 e su Repubblica.it
si parlava di "spaccatura sul web e resa dei conti" fra i grillini.
Presi un pezzo di legno, vi feci uno smile e infilai 2 chiodi: "c’è
molta crisi, molto egoismo per Beppe" – sogghignai.
***
Si
chiama Capitalismo Etico e si basa sull’aumentare il potere
d’acquisto di una merce inserendo un surplus di godimento-etico.
Tutti sappiamo che la pubblicità non vende solo una merce ma un surplus:
uno status-symbol, un’idea, un’emozione che genera godimento. Con il
crollo delle ideologie, si è affermata una nuova ideologia della
non-ideologia e con essa un nuovo tipo di surplus. Esso si
basa sul principio che si possa essere altruisti acquistando bèni
privati. Commercio Equo&Solidale, prodotti bio, collette
alimentari e devoluzioni "a sostegno di". Iniziative certo lodevoli che
nascondono un particolare: utilizzano come rimedio (il
capitalismo) lo stesso sistema che ha causato il problemi (sempre
il capitalismo). Il nostro è un godimento al negativo e proprio per
questo più efficace del godimento "normale": godiamo della privazione
del nostro denaro a fin di bene. Capitalismo Etico.
***
Crollato il muro, crebbe la rete. Lo
scontro fra due blocchi si è trasformato in un far-web sparatutto
da cui fuoriesce una strana melassa fatta di tecnologia,
marketing ed etica. Il populismo dilaga.Sotto i grandi flussi
pseudo-rivoluzionari, si nascondono altrettanto grandi centri di potere,
apparati di controllo e paradigmi di fruizione.
BeppeGrillo.it e Grillorama-
che reputo il gran bazaar di Capitalismo Etico – hanno capito
l’antifona e stanno correndo ai ripari con il progetto Adagio, che con soli
57 € l’anno (pardòn: "5 € al mese") permetterà agli utenti
sostenitori di "fornire nuove chiavi di lettura della realtà per tornare
a vivere" acquistando una collana di libri. Si tratta di un self-mocking.
Accortosi che la sua utenza usa internet e lo streaming video come
unica fonte di informazione, Beppe promuove un "nuovo" paradigma di
conoscenza: più lento e profondo. Dove si nascondo i surplus?
Michele Santoro non ci sta ad essere messo nel
calderone dei conduttori tv «pappagalli» e «megafoni dei
partiti». Non ci sta a finire nella massa indistinta,
bersaglio delle invettive di Beppe Grillo. E così, nel corso di Servizio
Pubblico, si ritaglia qualche minuto di tempo per rispondere
all'ex comico, leader del Movimento 5 stelle:
«...Caro Beppe Grillo, dici
che noi conduttori siamo tutti morti come i politici. Ma sui tempi
lunghi, anche i comici lo saranno. E' normale. Non è normale invece che i
giornali di Berlusconi e anche gli amici di Bisignani ti applaudano
tanto quando attacchi tutta la tv indistintamente. Ma lo fai perché tu
hai bisogno di dire che siamo tutti uguali perché devi tenere i tuoi
ragazzi lontani dalle telecamere e devi consentire al tuo piccolo
fratello e socio Casaleggio di controllare bene la situazione. Perché
movimento va bene ma non troppo...».
...come
si cambia... chi ha il coraggio di dire che non ricorda l'innamoramento
televisivo di Santoro (e del suo figlioccio Formigli) per il cazzaro di
Genova? in ogni circostanza, dal Vaffanculo Day in poi (che
fosse o non fosse meritevole d'attenzione) Santoro & Formigli
insieme - e adesso Santoro & Formigli in parrocchie separate - hanno
offerto all'ex comico una immensa platea televisiva (almeno due
comparsate a sera per ognuna delle due trasmissioni), di quelle che
piacciono al "monologhista": comizi da Hyde Park, senza alcuna
possibilità di contraddittorio.
Millesima comparsata di Grillo ad
Annozero
Santoro
pensava di essersi guadagnato il paradiso? Ebbene, sbagliava. Santoro
non aveva capito che mai Grillo gli sarebbe stato grato, perchè Grillo,
come tutti i montati, è convintissimo, in buona fede, ad essere lui
l'artefice del successo di Santoro, e non viceversa. Grillo non ha
ancora capito la differenza di potenziale che corre fra pluri-comparsate
multiple su due canali TV da alcuni milioni di accessi, e un post su un
blog da 100.000 visite al giorno nei giorni migliori.
Ecco i grillini impegnati in una operazione ecologica
Domenica
13 maggio,ingresso del centro commerciale "Galleria Porta di Roma"
stand del movimento 5 stelle proprio sulla pista ciclabile...Forse é così che pensano
di attuare e rispettare il loro programma :
La crisi che si abbatte con
crescente ferocia sulla vita dei cittadini europei ha avuto negli ultimi
mesi un solo effetto positivo. È il ritorno sul tavolo dell´Unione del
grande assente di questi anni, la Politica.
La Politica con la
maiuscola, quella che da quando esistono le democrazie si fonda sulla
distinzione fra una destra e una sinistra. Il voto in Francia e in
Germania, nel più popoloso e decisivo degli stati federali tedeschi, la
Renania settentrionale-Westfalia, ha riportato al centro del dibattito
pubblico, dopo anni di ambiguità, pensiero unico e fumose «terze vie» di
fuga, un'alternativa secca e concreta fra l´Europa vista da destra o da
sinistra.
Il Grillo del "si,
ma anche"
Insomma
fra un´Europa ancorata alla visione liberista dominante nell´ultimo
decennio, sia pure transitata dalle promesse e dai sogni di
arricchimento collettivo allo spettro di un´austerità permanente, e
un´idea di Unione più equa e solidale, impegnata a rilanciare la grande
invenzione democratica del Welfare nella nuova realtà del mercato
globale.
Questo confronto di grandi visioni alternative fra
destra e sinistra, che pareva archiviato in politica, è tornato a
dividere gli elettori francesi, chiamati a scegliere fra i programmi di
Hollande e Sarkozy, e promette di essere il leit motiv della prossima
campagna per il cancellierato in Germania fra Angela Merkel e Hannelore
Kraft. Ma non in tutta Europa la crisi ha avuto questo effetto. Nelle
ultime elezioni in Grecia il confronto politico storico fra destra e
sinistra si è spostato su un piano del tutto diverso. E disastroso. Il
confronto in Grecia non è politico, fra una sinistra e una destra
portatrici di visioni alternative, ma post o piuttosto pre politico, fra
un governo «tecnico» nel quale si confondono una destra e una sinistra
percepite come uguali dall´opinione pubblica, e un´opposizione
altrettanto indistinta, dove un comune linguaggio populista accomuna le
estreme radicali. Un quadro politico devastante che a molti e purtroppo
ragionevoli pessimisti ricorda la Repubblica di Weimar.
L´Italia è
oggi, come quasi sempre nella nostra storia, a un bivio, al confine fra
le due Europe. La crisi economica e la parentesi del governo tecnico
può rivelarsi un´occasione straordinaria per la politica italiana di
riformarsi e di tornare a offrire l´anno prossimo agli elettori
un´alternativa chiara fra riformismo e liberismo, sinistra e destra.
Oppure può diventare il definitivo pretesto per scivolare nel caos
weimariano della Grecia, l´annichilimento della politica e la
ricomposizione del conflitto sociale fra un indistinto rigorismo
«tecnico» e un altrettanto indistinto populismo «né di destra né di
sinistra».
La nostra scelta è decisiva per il futuro di tutti.
Nel treno dell´Unione, più importante di qualsiasi Tav, l´Italia è il
vagone che collega la locomotiva franco-tedesca al resto dell´Europa.
Staccare il vagone italiano significa porre fine al viaggio. Ora, i
piccoli segnali che arrivano in questi giorni, in queste ore, dalla
provincia elettorale impegnata nel ballottaggio delle amministrative,
sono inquietanti.
A Parma, eletta dal movimento di
Grillo a Stalingrado del movimento, i grillini si starebbero
organizzando a ricevere sottobanco l´appoggio del moribondo partito di
Berlusconi. In linea con una campagna elettorale condotta da
Grillo sul filo di un assoluto cinismo. Il proprietario del marchio 5
stelle è stato capace in queste settimane di passare dall´elogio
incondizionato del governo Monti al dileggio del medesimo come «servo
delle banche» e «frutto di un golpe», dall´apologia degli evasori
fiscali alla difesa d´ufficio di Bossi e «family» («vittime di un
complotto della magistratura»), dal corteggiamento degli xenofobi («la
cittadinanza ai figli d´immigrati non ha senso») a quello della mafia. Perché tutti votano, anche evasori fiscali, leghisti delusi, xenofobi e i
mafiosi. E il voto, come la pecunia, non olet. Per contro, alle truppe
del berlusconismo in rotta non par vero di salire su un altro carro
populista, piuttosto che rimboccarsi le maniche e costruire la vera
destra liberale assente in Italia dal Risorgimento.
A volte due
grafici semplici semplici, nella loro elementare eloquenza, servono a
vedere le cose più di un trattato di analisi del flusso dei voti...
Non
è fantastico? e dire che sia qui che su facebook c'è ancora qualcuno
che mi chiede insistentemente coma faccia io a sostenere che al secondo
turno i voti del centro-destra, compatto, sono finiti a Pizzarotti.
AVVERTENZA: questo è
un post vecchio, del 3 novembre 2007. Lo "riesumo" per qualche giorno,
perchè su facebook riprende la vulgata che Grillo non ha mai avuto in
mente di fare politica nazionale, ma solo di conquistare qualche
consigliere comunale, sparso in giro per la provincia italiana. Fra un
paio di giorni lo rimetterò nel suo loculo.
Tafanus
[vul-gà-ta] o volgata s.f. :1
Versione latina della Bibbia, dovuta per la maggior parte a san
Gerolamo (IV-V sec.), adottata ufficialmente nel sec. XVI dalla Chiesa
cattolica come testo liturgico
PREMESSA: Qualche giorno fa Stefano, sul post "...stronzi
1000 volte...", aveva postato questo commento:
"...credo che
confondere le posizioni di Grillo, Di Pietro, Veltri, Travaglio, Pardi,
ecc.ecc. in un unico calderone non sia utile a capire un belino di
nulla. Non è una "strana banda", sono persone con storie diverse che
magari in questi mesi si sono intrecciate, ma ognuno segue un suo
percorso (buono o cattivo). (Stefano, 11,19 sul post "stronzi")
Questo messaggio mi aveva abbastanza colpito. "Vuoi vedere che sono io,
nella mia consapevole faziosità, a fare di tutte l'erbe un fascio"?
Poichè mi sembrava, ad orecchio, che invece una forte "convergenza" ci
fosse, ed esattamente declinata nella Lista
Civica Nazionale (quella della quale in un primo
momento si era detto che avesse ottenuto il "bollino blu" del comico, e
poi si era detto che non era vero, che anzi il comico con questa lista
non c'entrasse nulla), ho voluto "vedere le carte", e sempre
nell'ottica, finchè ci riuscirò, di non rinunciare alle mie opinioni, ma
di confrontarmi anche coi fatti.
Per chi volesse sapere tutto della "Lista Civica Nazionale",
esiste un sito, sia pure sempre più "sguarnito": Lista
Civica Nazionale.
Dall'esame di questo sito, si capisce già qualcosa... "Dal
V-Day alla Lista Civica Nazionale", recita il manifesto. Si sono
appropriati "impropriamente" di un link funzionale fra le due cose? e il
comico non ha nulla da obiettare? E, just in case, dove e quando lo ha
fatto?
Chi sono i "promotori" di questa lista civica? guarda
guarda...: Elio Veltri, Oliviero Beha, Pancho Pardi, Roberto Alagna.
I
primi (ma forse anche ultimi?) firmatari di questa lista sono:
Elio
Veltri Oliviero Beha Pancho
Pardi Roberto Alagna Dario Fo Beppe Grillo Franca Rame Lidia Ravera Antonio
Tabucchi Marco Travaglio Franco
Barbato Gianni Barbacetto Andrea Cinquegrane Armando Della
Bella Giuseppe Ielo Stefano Montanari Cristina Naso Rita
Pennarola Sonia Toni
Caspita! Beppe Grillo non ha niente a che
vedere con la "Lista Civica Nazionale"!!! Buono a sapersi, ma
dall'elenco dei firmatari, che chiunque può controllare sul sito della
Lista, sembra che fra i primi firmatari ci sia un tale Beppe Grillo,
probabilmente un omonimo del comico genovese.
Davvero con questi innamorati persi del grillismo non
si finisce mai di imparare... Però una cosa l'ho finalmente imparata, e
mi sto rassegnando.
Questi non pensano. Non leggono. Non si
documentano. Adorano, ascoltano estasiati le scemenze di Sai Baba,
carpiscono i suoni, gli odori e i sudori della parole, ma non collegano
il cervello alle orecchie.
A loro basta esserci,
unirsi agli insulti, bere qualsiasi minchiata e qualsiasi banalità come
fosse il Vangelo. Poi vanno a casa, felici e orgogliosi, convinti di
aver partecipato ad una rivoluzione epocale, e di aver contribuito a
fare la storia.
Si da il caso che fra i tanti viandanti che capitano in
questa stazione di servizio chiamata "Tafanus", ieri sia arrivata una
nuova amica (che chiamerò "Milega" (niente nomi e cognomi), che ha "una
certa familiarità" col mondo degli uffici preposti alla registrazione e
protezione di marchi e brevetti. E che, apprezzando - rara avis - il
lavoro condotto dal sottoscritto contro il cazzarismo dilagante, abbia
deciso di trasmettermi del materiale molto interessante...
Caro
Tafanus,
sottoscrivo pienamente le tue analisi sul
cazzaro Grillo, sulle sue sparate sempre più becere e sugli effetti
pericolosi che tutto ció potrebbe provocare. E' aberrante oltretutto il
rapporto di sudditanza che ha con quanti si impegnano nel suo movimento.
Prima o poi i nodi verranno al pettine.
Ad esempio mi
ha stupito come fosse buttato con nonchalance nello statuto l'articolo
sulla proprietà del nome del movimento. L'articolo 3 recita: CONTRASSEGNO
- Il nome del MoVimento 5 Stelle viene abbinato a un contrassegno
registrato a nome di Beppe Grillo, unico titolare dei diritti d’uso
dello stesso. (Statuto aggiornato al 10.12.2009)
Spinta
dalla curiosità sono andata a verificare quale " contrassegno" avesse
depositato Grillo: per farlo è sufficiente accedere alla banca
dati on line dell' UIBM ( ufficio italiano brevetti e marchi).
Ci si arriva dalla homehome,
seguendo le sezioni servizi all'utenza > dati nazionali >
accedi al servizio ,e facendo una ricerca nel campo "titolare".
Ebbene,
per farla breve risulta che un tale Giuseppe Grillo da Genova... [...]
Il video proposto in coda è stato pubblicato sul canale YouTube della Casaleggio,
associazione milanese che - secondo quanto riportato sul sito di
rappresentanza - si occupa di “sviluppare
in Italia una cultura della Reteattraverso studi
originali, consulenza, articoli, libri, newsletter, seminari e creazione di
gruppi di pensiero e di orientamento.”
La Casaleggio & Associati sarebbe "... partner di Enamics, società
USA leader del business technology management (con clienti come JP Morgan)
e diThe Bivings
Grup: azienda leader nel social network e nel web marketing
che per mezzo della rete manipola
la opinione pubblica, utilizzando falsi cittadini e finte
associazioni al fine di promuovere gli interessi di una clientela
che risponde a nomi quali Monsanto – detentrice dei brevetti
sugli OGM – Philip Morris o BP Amoco. (...)"Fonte
Aggiornamento 13-01 - N.B. - riguardo i presunti rapporti con The
Bivings Grup, ci è giunta una
perentoria smentita della Casaleggio, che riportiamo integralmente in >questo post<
E' risaputo che il Movimento Cinque Stelle - nato dalla sinergia tra
Grillo e Casaleggio - oltre a sostenere con grande convinzione la
introduzione di una democrazia diretta
da esercitarsi attraverso la rete - si faccia vanto della
pariteticità e indipendenza intellettuale dei suoi aderenti. In
che misura tali rivendicazioni si adattino alla filosofia di chi per
mestiere si occupi della 'creazione di gruppi di pensiero e di orientamento', lo
lascio valutare e a chi legge.
[Nota di ControGrillo: A parte il giudizio che si vuole dare delle opinioni di Grillo sul Medio Oriente, crediamo che non si sia abbastanza posto l'accento su alcuni passaggi, soprattutto per quanto riguarda il rapporto con Casaleggio associati.
Non solo Grillo ammette: da sette anni il suo blog è opera del fidato Gianroberto Casaleggio,
«io parlo, lui scrive», cioè chi scrive sul blog è Casaleggio, mentre Grillo si occupa di spettacoli, interviste e dichiarazioni pubbliche;ma sembra anche ignorare come nella visione della Casaleggio Associati (qui) l'Iran (insieme a Russia e Cina) sia un paese nemico e un'ostacolo verso la tanta decantata Net-Democracy alla Casaleggio, che distruggerà partiti e ideologie e con essi la Democrazia eliminando il voto e le elezioni.
Sembra evidente che questa intervista non è stata effettuata con la consulenza della Casaleggio Associati. ]
25/06/2012
- Un'intervista al quotidiano Yedioth Ahronot mostra il comico
genovese tanto assertivo quanto spericolato nel tranciare giudizi su
questioni che non conosce. E sulle quali fa figure barbine
Grillo, poche idee, ma come al solito confuse
Pubblicato il 25 giugno 2012
“Grillo è un buon attore che sa
che cosa vuole il suo pubblico. Ma non sa dire che cosa vuole“. Al
giornalista isrealiano è bastata un chiacchierata per scoprire il bluff.
Lui non è il leader del movimento che ha
creato, lui c’entra poco, anzi, a dirla tutta neppure lui capisce del
tutto il movimento che ha creato, ma intanto tira avanti e naviga a
vista, al comando di una nave che non conosce e che non sa neppure in
che direzione stia andando. Quello che poi colpisce nell’intervista è la
faciloneria con la quale Grillo pontifica di politica estera, mettendo
in mostra limiti evidenti, subito colti dall’intervistatore.
Grillo ha un approccio al mondo tutto suo e al
giornalista che gli chiede dell’Iran ha offerto risposte davvero
imbarazzanti, come quella sulla pena di morte.
Sonia Alfano. 40 anni, l’esplosiva eurodeputata eletta con l’Idv è da
poco diventata Presidente della Commissione Antimafia europea, arrivando
al culmine di una carriera accidentata (prima la rottura con Grillo,
adesso con l’Idv) iniziata nel 2008.
La sua storia, dall’appoggio incondizionato ricevuto all’allontamento
improvviso, è il simbolo del rapporto tra l’Italia dei
Valori e Beppe Grillo. Il partito dell’ex pm è da sempre quello
più vicino per contenuti al Movimento. Il sodalizio è iniziato con la
nascita del blog ed è continuato almeno fino agli scorsi mesi. Grillo ha
sempre sostenuto l’ex pm, definito una «persona perbene» e
soprannominato «Kryptonite», per essere rimasto «l’unico a fare
veramente opposizione al Governo Berlusconi».
Negli ultimi mesi però i rapporti tra i due si sono
raffreddati. Alla vigilia delle Amministrative 2012, il leader dell’Idv
ha accusato il comico di «voler sfasciare tutto e basta», senza voler
costruire un’alternativa. Una ricerca dell’Istituto Cattaneo ha mostrato
che gran parte dei voti ai 5 Stelle arrivano proprio da ex elettori
della Lega e dell’Idv. «Ma i due leader si sentono ancora», assicura
Sonia Alfano.
Figlia del giornalista Beppe assassinato dalla mafia, l’eurodeputata è
stata la prima ad aver creato una lista civica regionale certificata da
Grillo, nel 2008. Già attiva da tempo nel Meetup di Palermo, si presentò
in Sicilia ignorata
dai media tradizionali e aiutata dal comico prese il 3% e 70 mila
preferenze.
Stringato e fulminante post di Gilioli
sul suo blog che interpreta con precisione i contenuti del post di
Grillo su querele di massa ai giornalisti e obbligo di rettifica sui
blog che si azzardino a riportare notizie o valutazioni che non siano
approvate da Grillo stesso o dal suo gruppo dirigente (che c’è, eccome
se c’è). Gilioli fra l’altro evidenzia (oltre alla prima porcata della
minaccia preventiva di querele, ovvero un’intimidazione diretta a tutta
la stampa italiana) anche la porcata della volontà da parte di Grillo di
pretendere rettifiche da tutti i blog di notizie che a suo parere (e a
questo lui basta) possano offenderlo o non essere (secondo lui) la
verità assoluta e rivelata.
Dalla Rete unica fonte libera di verità e informazione si è passati alla
libertà ma solo se si parla bene di me?
Come scrivevo domenica, si è passati dall’editto bulgaro di Berlusconi a
quello al pesto di Beppe Grillo.
Non ci sta. Grillo il megafono, ideatore, simbolo, navigatore e
santo del moVimento cinque stelle non ci sta. Lui e il suo movimento non
possono essere studiati, criticati, osservati. Non si possono segnalare
comportamenti, tic, linguaggi, atteggiamenti e contraddizioni. Non si
possono segnalare errori, fallimenti, rapporti non proprio pubblici con
l’azienda Casaleggio. Come non si può parlare di quale peso abbia
quell’azienda nell’organizzazione e nelle decisioni dell’M5S. Il
moVimento è oltre. E lo è, oltre, soprattutto lui, Grillo.
E quindi nessuna critica, nessun confronto, nessuna notizia che non
documenti i suoi stupefacenti successi o che riporti, senza commento, i
suoi proclami.
E allora che cosa si può fare quando la stampa, perfino l’amico Il
Fatto, inizia a pubblicare dubbi, notizie, contraddizioni e critiche? Si
annuncia una campagna di rieducazione dei pennivendoli nostrani. Ovvio.
Che vanno rieducati, ingrati. Peché l’oltre è oltre a ogni cosa.
E’ successo che ieri, sabato, è comparsa sul blog di Beppe Grillo
(il blog più visto in Italia e organo ufficiale del M5S) un banner che
riportava a una notizia relativa a un’iniziativa di Forza Nuova
(organizzazione della destra estrema xenofoba) in Puglia.
E’ successo che poco dopo in rete siano iniziate a circolare foto
della Home page del
blog di Grillo che documentavano il fatto.
E’ successo che per almeno 6 ore la notizia fosse ben visibile sulla
Home.
E’ successo che il Corriere.it facesse un piccolo pezzo sulla vicenda.
E’ successo che anche altri iniziassero a segnalare la vicenda.
E’ successo che su tutti i social network (Facebook e Twitter)
esplodesse il caso Grillo che pubblicizza Forza Nuova.
E’ successo, in passato molto recente, che Forza Nuova non abbia mai
nascosto le sue simpatie per M5S e Grillo e che in più riprese
pubblicamente abbia offerto una sorta di alleanza su alcuni temi (uscita
dall’euro e non cittadinanza per i cittadini stranieri e i figli nati
in Italia dei cittadini stranieri).
E’ successo che in molti abbiano inevitabilmente collegato queste
dichiarazioni recenti di Forza Nuova con l’evidente pubblicità alla
stessa organizzazione di ultra destra comparsa ieri sul blog di Grillo.
E’ successo che dopo ore, e dopo che ormai tutta la rete era invasa
dalla notizia, l’aggregatore Tze Tze (gestito e di proprietà della
Casaleggio associati che è la stessa società che gestisce il blog di
Grillo) che era la fonte del banner ripreso dal blog di Grillo, abbia
rimosso dalle sue pagine la notizia relativa cancellandone ogni traccia.
E’ successo che invece della solita ondata in rete di commenti e
attacchi e urla su “complotti” contro Grillo e il moVimento (a cui ci
hanno abituato da tempo) i simpatizzanti di M5S e i militanti della
stessa organizzazione politica siano stati praticamente in silenzio.
E’ successo che una testata giornalistica, e solo lei, abbia invece
lanciato anatemi contro la “bufala” con fantasiose ricostruzioni di come
erano andati i fatti. Sto parlando di Giornalettismo.it
21/06/2012
- Il non-statuto spiegato articolo per articolo. Una cambiale in
bianco con la quale Grillo s'assicura il pieno controllo sull'impresa,
ma al contempo sfugge qualsiasi responsabilità politica. L'orizzontalità
che non esiste. I meet-up aperti che non lo sono. Persino Il nome viene
abbinato a un contrassegno registrato a nome del comico genovese
Il patto con Grillo e l’orizzontalità segreta
Pubblicato il 21 giugno 2012
Osservando il non-statuto e confrontandolo con
la realtà del movimento, l’idea di firmare il contratto con Grillo
aderendo al suo movimento o votandolo, sembra un salto nel vuoto.
Quando apparve tre anni fa devo dire che non mi
fece molto impressione, mi parve anzi la conferma dei limiti del
progetto di Grillo, almeno se osservati dalla parte del
cittadino-elettore e magari anche volontario, attivista o comunque
disposto a spendersi per le sue idee o per la collettività, quello che
dovrebbe essere il partner ideale di un progetto che rifiuta i vecchi
modi di fare politica.
Era tuttavia un testo che poteva sembrare una
specie di sberleffo, di una parodia di partito in cerca d’autore che
ancora non è interessato a definirsi, una maniera come un’altra per
rimandare la definizione di questioni che non potrebbero essere definite
con lo stesso vantaggio per gli estensori del manifesto. Una
sciocchezza che in fondo riguardava ancora un partito marginale e
abbastanza malmesso in tutti i sensi. Ora che questo genere di proposta
paga, raccogliendo macerie, la sciocchezza perde ogni dimensione ludica e
deve essere presa sul serio come DNA del progetto M5S.
L’evidenza del non-statuto è quella di una
cambiale in bianco con la quale Grillo s’assicura il pieno controllo e i
pieni poteri sull’impresa, ma al contempo sfugge qualsiasi
responsabilità politica, dalla scelta dei candidati all’indirizzo del
movimento, tutto è accentrato intorno alla sua persona e al suo blog,
unica fonte normativa, e verrebbe da dire di verità, autorizzata ad
esprimere il pensiero del movimento. Ma c’è altro e conviene
ripercorrere alcuni articoli di quella che è stata definita la “pietra
angolare del MoVimento 5 Stelle” da uno dei suoi due autori e che
si può dare per tacitamente approvato dagli aderenti al movimento, visto
che non lo contesta (quasi) nessuno:
Adesso che si è un po’ diradato il polverone intorno al V-Day,
tentiamo un paio di riflessioni intorno a questo fenomeno.
Il successo di Beppe Grillo non sembrerebbe né improvvisato, né così
casuale o spontaneo come l’agiografia dei suoi fan vorrebbe farci
credere.
Certamente la vena tribunizia di Beppe Grillo ha origini lontane, è la
stessa che ha portato il nostro alla sua famosa interdizione dalle
televisioni nazionali per i suoi attacchi a Craxi ed ai socialisti nel
1986.
Da allora, attraverso varie vicissitudini, abbiamo assistito ad un
crescendo fino al momento in cui, nel 2005, il nostro inaugura il suo
famoso blog, determinando un salto di qualità, guadagnandosi la menzione
sul Times come uno degli “eroi europei” dell’anno.
In questo modo pare che Beppe Grillo sia arrivato a coronare un lungo
percorso che dalla satira sociale lo ha portato alla protesta sociale e
poi politica, perché questo è soprattutto la sua cosiddetta, a
sproposito, antipolitica.
Questo blog di Grillo, in realtà, non è un progetto così peregrino come
vorrebbe sembrare.
Se guardiamo i credits del sito infatti vediamo che dietro
l’operazione c’è la consulenza dello studio Casaleggio Associati (come
per il sito di Antonio Di Pietro).
Di cosa si occupa Casaleggio
Associati? Di tecnologia e comunicazione ovviamente, ma soprattutto
di strategie di comunicazione finalizzate ad utilizzare la tecnologia
per influenzare l’opinione pubblica o i mercati.
Lo studio sembra ispirarsi alla filosofia di società,
tipicamente americane ma non solo, specializzate nelle tecniche del
cosiddetto perception management, ovvero le eterogenee
strategie di comunicazione a 360° utilizzate per modificare la
percezione che i consumatori o l’opinione pubblica abbiano di fatti,
personaggi, prodotti e via discorrendo.
Finalmente sono riuscito a finire di leggere “Webbe
Grillo”, il libro sul fenomeno Beppe Grillo e tutto ciò che gira
intorno a lui, scritto da Gaetano Luca Filice, creatore di No Eikon, un
movimento d’opinione. Devo dire che il libro è molto interessante e di
facile lettura, dunque lo consiglio a tutti anche giusto per avere un
altro punto di vista in più nel giudicare le proposte di Grillo. Inoltre
si può scaricare gratis in formato pdf QUI.
[Ora a pagamento. Vecchio pdf gratuito qui] Ecco quali sono alcune delle cose secondo me più interessanti di questo
libro:
MEET UP = DEMOCRAZIA
ZERO. Si parte in quarta con la prefazione di Nicoletta Selis,
Organizer meetup Gruppo di Resistenza Oristanese che dice: “per fare
parte di un meet up di Grillo bisogna pagare una quota mensile. A
pensarci, anche in un partito o in un’associazione si paga una tessera.
Ma qui è una quota mensile, neanche piccola. Quanto saranno contenti i
gestori della piattaforma Meetup! Tutti questi rivoluzionari
Grilliani che ‘ci fanno’ guadagnare tanti bei soldini”.
Infatti
sembra strano perché Grillo abbia scelto una piattaforma americana come
“meetup”, tra l’altro a pagamento, quando ce ne sono tante altre fatte
meglio e a gratis.
Oggi che, per le
ragioni note (ricorrenze familiari) non ho avuto né il tempo, né la
voglia di scrivere, voglio sottoporvi quanto scritto da Curzio Maltese
(un provocatore nel quale spesso mi riconosco) la settimana scorsa, dopo
la Fondazione della Terza Repubblica. Tafanus
I
capi dei babbuini, con i quali condividiamo il 98 per cento di
patrimonio genetico, rimangono tali anche quando non sono più di alcun
aiuto agli altri babbuini. Robert Sapolsky, genio californiano
della biologia, descrive così il comportamento di un capobranco:
«Solomon era ormai anziano e riposava sugli alberi, continuando a
sfruttare la sua straordinaria capacità d' intimidazione psicologica. Da
circa un anno non affrontava più un combattimento. Si limitava a
guardare sdegnosamente il potenziale avversario, faceva qualche giro
minaccioso lì intorno. O al massimo s'arrampicava su un albero, e la
cosa finiva lì. Erano tutti terrorizzati da lui».
L'arte recitativa dei capi babbuini più esperti arriva a ingannare il
branco in altri raffinati modi, per esempio nella ricerca del cibo. Se
lo trova, non lo segnala agli altri, ma finge di continuare la ricerca,
per poi tornare al boccone e divorarlo da solo. Nella sua bellissima "Anti
Storia d' Italia" il grande intellettuale triestino Fabio
Cusin, di formazione azionista, individua il modello della politica
italiana nella signoria quattrocentesca, con un padrone assoluto
circondato da una corte servile.
Ora, se incrociamo gli
studi sui primati e l' intuizione di Cusin, abbiamo una fotografia
esatta della politica e anche dell'antipolitica italiana. Dal
punto di vista della struttura padronale di partiti e movimenti,
politica e antipolitica sono infatti la stessa cosa. Semmai
nell'antipolitica, la struttura proprietaria e assolutista è ancora più
accentuata.
...Orlando Portento, però, a quei
tempi era il vero boss di piazza Martinez e Giuse Grillo - non ancora
Beppe - viveva alla sua ombra. Adesso che i due si odiano - Portento lo
chiama "l'oracolo di Sant'Ilario" oppure il "vate" (quando non il
"water")...
Tutto incominciò con una testata al Peppermint, per questioni
di donne. Giuse - perché allora, coda degli Anni 60, Beppe si
chiamava ancora Giuse - era alto, massiccio, con la battuta sempre
pronta: uno che piaceva. Nella discoteca prese a ronzare attorno ad una
mora da urlo, che però era la donna del Luciano. Lo sapevano tutti, che
Luciano entrava e usciva da Marassi. "Un giovane poco raccomandabile",
si diceva allora. Giuse non lo conosceva e si prese una testata nei
denti, da svenire. Infatti svenne e lo portarono al San Martino - sarà
per risparmiare, ma a Genova tutto (carceri, ospedale) è chiamato con il
nome del quartiere - e gli riattaccarono i due incisivi. Dritti: perché
il maggior difetto di Giuse erano proprio i denti. Quel giorno
morì Giuse (con i denti storti) e nacque Beppe (con i denti dritti).
Giuseppe
Grillo, al bar Cucciolo di piazza Martinez, nel popolare quartiere di
San Fruttuoso, era per tutti il Giuse. Veramente, a 12 anni, quando lo
portarono a fare un provino per una squadra di seconda categoria che
aveva sulla maglia la scritta "Shell", lo chiamavano il
Porcellino: per via del peso, anche se aveva un tocco di palla
interessante. Lo scartarono, ma presero invece Orlando Portento:
per un decennio abbondante, suo mentore.
Frequentemente mi
trovo a disquisire con dei superflui grillini, che con aria di sfida mi
chiedono se io abbia mai letto il programma del "Mo' Vi Mento a 5
Stelle". Me lo chiedono con l'aria di chi si interroga sulla mia salute mentale. Insomma, io non amo
Grillo perchè non conosco il suo fantastico programma.
Ah... se solo lo conoscessi,
sembrano dirmi... Inutile, assolutamente inutile spiegare a
questi piccoli cazzari in 16° che il "programma" (chiamiamolo così per
comodità semantica) non solo l'ho letto (4,5 pagine word si leggono in
10 minuti), ma proprio per rendere un servigio ai grillini, e
facilitarli nel compito di conoscere il LORO
magnifico programma, l'ho caricato sul blog. Per comodità, al fine di
permettere persino ai grillini di leggere il loro programma, fornisco i
link relativi (sia in pdf che in word):
Si tratta di 15,5 pagine pdf, tutte titoloni, frontespizi, indici e
marchietti. Facendone una spremuta su un normale file word (interlinea
normale, carattere Arial 10 punti), il "programma" di riduce a 4,5
paginette di titoletti.
Ma l'apice dell'idiozia si tocca quando spiego che il
capitolo "Economia", che dovrebbe coprire un'area esiziale per
l'Italia in questo momento, occupa in tutto e per tutto ben 26
mezze righe titoletto incluso, per un totale di ben 253 parole.
Non sono sicuro, ma mi
pare sia esistito un tempo in cui si cercava di conservare una moralità
almeno di facciata. Volendo vedere il bicchiere mezzo pieno, il
tentativo di un tempo oggi ormai naufragato potrebbe essere visto come
un riscatto da una certa ipocrisia. Dunque, bicchiere mezzo pieno. O
ipocrisia ribaltata e ugualmente ipocrita. Ognuno giudichi.
Qualche giorno fa il blog con cui la
Casaleggio Associati esterna a scopo di lucro sotto le spoglie dell’ex
comico Beppe Grillo fu oscurato da qualcuno che, a quanto pare, si
spacciò per inviato di Anonymous, un gruppo di cui confesso di aver
ignorato l’esistenza fino, appunto, all’evento.
Nelle motivazioni con cui
si giustificava l’attacco veniva inserita anche la porcata del
microscopio, quell’impresa ignobile di cui Grillo è artefice o, più
probabilmente, solo complice perché lui fa quello che gli dicono di fare
senza preoccuparsi troppo e di certe cose, morale in testa, non ha
nozioni né ha interesse ad averne, non producendo quelle né applausi né
palanche.
Ah, se ce lo dicono il Fatto Quotidiano e Travaglio con le loro ineccepibili argomentazioni possiamo certamente stare tranquilli e credere loro sulla parola...
Ma visto che parliamo di un quotidiano che non riceve fondi pubblici non sarebbe più corretto prima di tutto chiederci chi paga il Fatto Quotidiano?
Si certo, gli abbonati, ma anche qualche -perchè no?- generoso donatore privato, con cui poi si spiegherebbe una ben ricambiata generosità. O anche qualche azionista, con il suo personale disegno politico e i suoi personali fini.
Ma allargando un pò il quadro, immaginate un'Italia in cui venisse eliminato totalmente il finanziamento pubblico ai partiti. Il finanziamento pubblico verrebbe certamente sostituito dal finanziamento privato in larga scala. E chi andrebbe a finanziare i partiti? Chi avrebbe maggior peso nel suo finanziamento al suo partito prediletto che protegge i suoi interessi?
Indubbiamente chi ha una grande disponibilità di grandi capitali.
E voi davvero pensate che queste persone vogliano fare gli interessi della maggioranza degli italiani? Che i loro interessi corrispondano ai vostri?
Inutile dire che i partiti scomodi per questi grandi finanziatori finiranno per sparire, prima dai media, e poi dai parlamenti (grazie a sbarramento e maggioritario).
Viva la democrazia alla Grillo!]
16/06/2012
- Cinzia Monteverdi a colloquio con il Corriere
Il Corriere della Sera intervista Cinzia Monteverdi,
amministratore delegato del Fatto, che spiega la sua posizione in merito
alle critiche ricevute per le due paginate di intervista che il
quotidiano di Travaglio e Padellaro ha fatto a Beppe Grillo:
Lei dice: non siamo l’organo di Grillo. Ma due
pagine di intervista su «Il Fatto». «Primo: se Mario Monti o Silvio Berlusconi ci concedessero
un’intervista, metteremmo a disposizione lo stesso spazio. Secondo. Non
siamo noi ad essere l’organo di Grillo, ripeto, ma sono molti grillini
che ci scelgono e ci comprano