Telese: addio “Fatto”, fondo “Pubblico” Luca Telese La goccia
che ha fatto traboccare il vaso è stato un titolo. Che a Luca Telese,
però, è sembrato «un rutto: "Parmacotti" (da
lucatelese.it)
E lo fa per un motivo: "La mission di quel giornale si è
esaurita. Non è passato dalla protesta alla proposta. Quando il governo
Berlusconi è caduto, ci siamo chiesti: ora cosa dobbiamo cambiare?
Travaglio ha detto: nulla. Io ho risposto: tutto. Ecco perché vado via.
Perché non puoi continuare, a guerra finita, a mozzare le teste di
cadaveri sul campo. Non puoi solo demolire. È il momento di costruire".
Telese lascia il Fatto e fonda un nuovo quotidiano, che lui definisce
«piccolo "centro studi" del cambiamento e della costruzione
delle idee». Si chiamerà Pubblico: 20
pagine in edicola dal 18 settembre, a 1,50 euro («Il coraggio si paga,
ma per questo chiediamo a tutti di abbonarsi»). Età media dei redattori:
35 anni. Con lui andranno una squadra di sette giornalisti del suo ex
giornale, tra cui Federico Mello e Manolo Fucecchi. Ma anche Francesca
Fornario (l’Unità), Tommaso Labate (già al Riformista) e Stefania Podda
(Liberazione). E poi firme come Ritanna Armeni, Corrado Formigli, Mario
Adinolfi, Marco Berlinguer e Carlo Freccero. Ma «darei
volentieri la rubrica del cuore alla mia ex collega di conduzione Luisella
Costamagna».
Tra gli azionisti, Lorenzo Mieli e Fiorella Mannoia. Oltre
allo stesso Telese. Un «divorzio» che ha fatto scalpore, frutto
soprattutto di dissidi interni con Travaglio. Che
Telese ammette tutti: «Diciamo che al Fatto eravamo divisi tra
Bosnia-Erzegovina e Croazia. E che politicamente, a un certo punto,
hanno preso il potere i croati.Così dopo il primo turno delle
amministrative Beppe Grillo è diventato Gesù. Casaleggio un guru. Ma il
povero Tavolazzi non lo si poteva intervistare… Troppo per me».
Ci ha provato, dice, a cambiare la linea
«nichilista-gesuitica» di Travaglio, «giovane vecchio che vive nei miti
della sua infanzia. Due culture diverse avrebbero potuto convivere. Ma
con Marco non si parla. In una discussione ha due reazioni: se è
arrabbiato gira il collo a 37 gradi da un lato, tace e gli si gonfia una
vena. Se non è d’accordo sorride. Non è interessato al dibattito
democratico».(...ma va, Luca? e ci hai messo tanti anni ad inquadrarlo? NdR)
Tanti i punti di scontro tra i due. Telese ricorda «la
destituzione di Roberto Corradi, ideatore dell’inserto satirico Il
Misfatto». E l’uscita dell’ex Corradi ha preferito Disegni. Mentre nel
nuovo cda ha messo suoi fiduciari. Come il produttore Carlo Degli
Esposti. O la "musa" Cinzia Monteverdi. Ragazza simpatica, però da qui a
farla diventare amministratore delegato… Diciamo che rientra tra i
giovani cooptati».
Ma come sarà Pubblico? «Costruito sul modello di un garage della
Silicon Valley. Voce ai giovani contro la casta dei 60enni
(...oddio NOOOOOO!!!
l'ennesimo giornale ggiovane ggionave... Luca, sinceramente, non se ne
può più... Imbarcando anche Formigli, il figlioccio di Santoro, e
addirittura Adinolfi, il fondatore del mitico TheWeek, "scritto da under forties, per under
forties, che MAI sono riuscito a trovare in edicola??? Forse è passato
col nuovo giornale ggiovane perchè per la sua creatura Adinolfi è ormai
fuori target, sia come giornalista che come lettore, causa precoce
invecchiamento? NdR).
Cambiare l’agenda di sinistra. E finalmente non sarò più vittima
dell’ossessione di Travaglio, e di tutti i mafiologi, del "papello" di
Spatuzza. D’altronde Marco ammetteva: il 75% di quello che scrivete non
mi interessa. Per dire, la frase di Stracquadanio sul "metodo Boffo"
nasce da un’intervista al nemico che piace a Padellaro ma al quale
Travaglio era contrario perché "a quelli non bisogna dare manco una
riga". Ecco, nel nostro nuovo giornale si farà il contrario».
Angela Frenda (Corsera del 7 Giugno)
Luca Telese, un uomo
che, come giornalista, non si è fatto mancare niente: da
portavoce di Rifondazione, all'ufficio stampa dei Comunisti Unitari,
quindi con l'Unità, il Manifesto, il Messaggero, per poi scivolare
nell'area italoforzuta: prima al Foglio, poi nella casa-madre, al
"Geniale", dove ha abitato per ben dieci anni (dal 1999 al 2009).
E' stato in quel periodo che ho avuto uno scambio epistolare piuttosto vivace con Luca. Qualcuno ricorderà che il Tafanus aveva lanciato una raccolta di firme per proporre e promuovere Gino Strada a candidato per il Nobel per la Pace. A livello parlamentare l'iniziativa è stata sostenuta da Nando Rossi, da Haidi Giuliani, da Furio Colombo, e da altri che colpevolmente non ricordo. La petizione era stata, coi suoi limiti, un grande successo: oltre 10.000 firme per una iniziativa di un "personal blog" non sono poca cosa.
Fra i firmatari, avevo scovato anche la firma di Luca Telese, che mi ero affrettato a ringraziare, stigmatizzando contestualmente il fatto che un uomo sedicente di sinistra potesse scrivere per il "Geniale". Pecunia non olet? Olet, olet!...Da queste mie osservazioni, Luca si era difeso dicendo che lui restava al Geniale perchè era libero di scrivere ciò che voleva, senza censure. Gli ho chiesto allora di dimostrarlo coi fatti: "...se tu appoggi Gino Strada (che Berlusconi e i suoi scherani detestano), e se insisti nel rivendicare la tua libertà in quel geniale, allora non avrai né obiezioni, né ostacoli a dare una breve notizia dell'iniziativa su Gino Strada, e magari di fartene sostenitore..."
Ovviamente da Luca non ho avuto altre risposte. Poi, l'anno dopo, era col "Fatto Quotidiano". Un giornale la cui nascita avevo accolto con una certa speranza - nonostante la presenza di Marco Travaglio nell'azionariato - per la stima che nutrivo nei confronti di Furio Colombo, e di Antonio Padellaro. Poi, però, il traval-grillismo aveva preso il sopravvento, nel Fatto, che ha iniziato a sostenere tutti i cazzarismi che venivano nascendo: dal dipietrismo, al Grillismo 1° e 2°, alle sciarpette viola, ai rottamatori...
E' stato in quel periodo che ho avuto uno scambio epistolare piuttosto vivace con Luca. Qualcuno ricorderà che il Tafanus aveva lanciato una raccolta di firme per proporre e promuovere Gino Strada a candidato per il Nobel per la Pace. A livello parlamentare l'iniziativa è stata sostenuta da Nando Rossi, da Haidi Giuliani, da Furio Colombo, e da altri che colpevolmente non ricordo. La petizione era stata, coi suoi limiti, un grande successo: oltre 10.000 firme per una iniziativa di un "personal blog" non sono poca cosa.
Fra i firmatari, avevo scovato anche la firma di Luca Telese, che mi ero affrettato a ringraziare, stigmatizzando contestualmente il fatto che un uomo sedicente di sinistra potesse scrivere per il "Geniale". Pecunia non olet? Olet, olet!...Da queste mie osservazioni, Luca si era difeso dicendo che lui restava al Geniale perchè era libero di scrivere ciò che voleva, senza censure. Gli ho chiesto allora di dimostrarlo coi fatti: "...se tu appoggi Gino Strada (che Berlusconi e i suoi scherani detestano), e se insisti nel rivendicare la tua libertà in quel geniale, allora non avrai né obiezioni, né ostacoli a dare una breve notizia dell'iniziativa su Gino Strada, e magari di fartene sostenitore..."
Ovviamente da Luca non ho avuto altre risposte. Poi, l'anno dopo, era col "Fatto Quotidiano". Un giornale la cui nascita avevo accolto con una certa speranza - nonostante la presenza di Marco Travaglio nell'azionariato - per la stima che nutrivo nei confronti di Furio Colombo, e di Antonio Padellaro. Poi, però, il traval-grillismo aveva preso il sopravvento, nel Fatto, che ha iniziato a sostenere tutti i cazzarismi che venivano nascendo: dal dipietrismo, al Grillismo 1° e 2°, alle sciarpette viola, ai rottamatori...
Fino a toccare il
culmine con la "vittoria" al ballottaggio di Parma. Unico giornale a non
essersi accorto che la vittoria di Parma era una vittoria di Pirro del
PdL, e a fare la vergognosa prima pagina-fotocopia "Parmacotti", in
tandem col noto giornale di sinistra "Libbbero", diretto da tale
Maurizio Belpietro, auto-attentatore con scorta. Autogoal al quale il
tafanus ha dedicato un post del 23 maggio che riporto in calce (tanto è
molto breve):
Il Pensiero Unico
Grillino: quando due giornali sono così diversi, e così uguali...
Non esistono soluzioni
alternative. O Padellaro, Travaglio e Peter Gomez si fanno assumere da "Libbbero",
oppure Belpietro e Bechis vanno a lavorare allo "Strafatto
Quotidiano". Ormai fanno gli stessi discorsi, e cadono nelle
stesse, identiche, precise imbecillità.
Non ho più voglia di
scrivere. Facciamo parlare le immagini... Che dite... si telefonano, la
sera, per "concordare la linea"? E Padellaro - ex direttore de
"l'Unità", che ruolo gioca, in tutto questo?
Quello della bella
statuina?
Tafanus
Grandi Firme
______________________________________________________________________
Ecco,
questa la Prima della vergogna del "Fatto Quotidiano", in tandem con
Libbbero di Belpietro. Cosa cambia fra la mia indignazione e quella di
Luca Telese? Nulla: solo due settimane di differenza. Io me ne sono
indignato appena l'ho vista, Luca ci ha impiegato due settimane a farlo,
e a trarre le conclusioni. Per il resto, tutto è bene quel che finisce
bene, meglio tardi che mai, chi va piano va sano e va lontano... Liberi
tutti di aggiungere altri luoghi comuni. Incluso un sincero "in bocca al
lupo". Ma...
...ma
un giornale che nasce anche con motivazioni anti-santificazione del
grillismo, e imbarca i grillisti a tutto tondo Formigli & Adinolfi?
Formigli fino all'altro giorno - cioè fino alla rottura fra Santoro e
Grillo (rapporto amoroso finito a pesci in faccia) seguiva le orme del
suo Maestro. Adinolfi ha sposato il cazzarismo del primo Grillo (quello
del "vaffanculo-day" dell'8 Settembre 2007), e l'anno scorso ha avuto la
buona idea di sponsorizzare a Milano il voto per il bimbominchia ventenne a 5 stelle contro Pisapia).
Tafanus
11/06/2012
Fonte: Tafanus