lunedì 18 giugno 2012

Luca Telese via dal "Fatto Quotidiano": il perchè di un amore finito male

Telese: addio “Fatto”, fondo “Pubblico” Luca Telese La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato un titolo. Che a Luca Telese, però, è sembrato «un rutto: "Parmacotti" (da lucatelese.it)
 
Luca-telese"Campeggiava sulla prima pagina de il Fatto il giorno dopo la vittoria del grillino Pizzarotti. Io tornavo dalla Francia, dalla festa per Hollande. L’ho letto e ho detto basta". Il giorno della rottura ufficiale con il suo (oramai ex) giornale, Luca Telese, 42 anni compiuti ad aprile, sembra frastornato. Ma non impaurito. Va via, dopo aver contribuito a fondarlo («esperienza indimenticabile»), dal quotidiano diretto da Antonio Padellaro.

E lo fa per un motivo: "La mission di quel giornale si è esaurita. Non è passato dalla protesta alla proposta. Quando il governo Berlusconi è caduto, ci siamo chiesti: ora cosa dobbiamo cambiare? Travaglio ha detto: nulla. Io ho risposto: tutto. Ecco perché vado via. Perché non puoi continuare, a guerra finita, a mozzare le teste di cadaveri sul campo. Non puoi solo demolire. È il momento di costruire".

Telese lascia il Fatto e fonda un nuovo quotidiano, che lui definisce «piccolo "centro studi" del cambiamento e della costruzione delle idee». Si chiamerà Pubblico: 20 pagine in edicola dal 18 settembre, a 1,50 euro («Il coraggio si paga, ma per questo chiediamo a tutti di abbonarsi»). Età media dei redattori: 35 anni. Con lui andranno una squadra di sette giornalisti del suo ex giornale, tra cui Federico Mello e Manolo Fucecchi. Ma anche Francesca Fornario (l’Unità), Tommaso Labate (già al Riformista) e Stefania Podda (Liberazione). E poi firme come Ritanna Armeni, Corrado Formigli, Mario Adinolfi, Marco Berlinguer e Carlo Freccero. Ma «darei volentieri la rubrica del cuore alla mia ex collega di conduzione Luisella Costamagna».

Tra gli azionisti, Lorenzo Mieli e Fiorella Mannoia. Oltre allo stesso Telese. Un «divorzio» che ha fatto scalpore, frutto soprattutto di dissidi interni con Travaglio. Che Telese ammette tutti: «Diciamo che al Fatto eravamo divisi tra Bosnia-Erzegovina e Croazia. E che politicamente, a un certo punto, hanno preso il potere i croati.Così dopo il primo turno delle amministrative Beppe Grillo è diventato Gesù. Casaleggio un guru. Ma il povero Tavolazzi non lo si poteva intervistare… Troppo per me».


Ci ha provato, dice, a cambiare la linea «nichilista-gesuitica» di Travaglio, «giovane vecchio che vive nei miti della sua infanzia. Due culture diverse avrebbero potuto convivere. Ma con Marco non si parla. In una discussione ha due reazioni: se è arrabbiato gira il collo a 37 gradi da un lato, tace e gli si gonfia una vena. Se non è d’accordo sorride. Non è interessato al dibattito democratico».(...ma va, Luca? e ci hai messo tanti anni ad inquadrarlo? NdR)

Tanti i punti di scontro tra i due. Telese ricorda «la destituzione di Roberto Corradi, ideatore dell’inserto satirico Il Misfatto». E l’uscita dell’ex Corradi ha preferito Disegni. Mentre nel nuovo cda ha messo suoi fiduciari. Come il produttore Carlo Degli Esposti. O la "musa" Cinzia Monteverdi. Ragazza simpatica, però da qui a farla diventare amministratore delegato… Diciamo che rientra tra i giovani cooptati».

Ma come sarà Pubblico? «Costruito sul modello di un garage della Silicon Valley. Voce ai giovani contro la casta dei 60enni

(...oddio NOOOOOO!!! l'ennesimo giornale ggiovane ggionave... Luca, sinceramente, non se ne può più... Imbarcando anche Formigli, il figlioccio di Santoro, e addirittura Adinolfi, il fondatore del mitico  TheWeek, "scritto da under forties, per under forties, che MAI sono riuscito a trovare in edicola??? Forse è passato col nuovo giornale ggiovane perchè per la sua creatura Adinolfi è ormai fuori target, sia come giornalista che come lettore, causa precoce invecchiamento? NdR).

Cambiare l’agenda di sinistra. E finalmente non sarò più vittima dell’ossessione di Travaglio, e di tutti i mafiologi, del "papello" di Spatuzza. D’altronde Marco ammetteva: il 75% di quello che scrivete non mi interessa. Per dire, la frase di Stracquadanio sul "metodo Boffo" nasce da un’intervista al nemico che piace a Padellaro ma al quale Travaglio era contrario perché "a quelli non bisogna dare manco una riga". Ecco, nel nostro nuovo giornale si farà il contrario».

Angela Frenda (Corsera del 7 Giugno)

TafanusLuca Telese in questo post non si racconta, ma lascia che a raccontare Luca Telese e il perchè dell'ennesima virata sia Angela Frenda sul Corsera del 7 Giugno. Il post del blog di Telese riportato sopra è l'articolo di Angela Frenda (che, non essendo contraddetto o rettificato, ma addirittura postato, ritengo rispecchi fedelmente la posizione di Luca Telese).

Luca Telese, un uomo che, come giornalista, non si è fatto mancare niente: da portavoce di Rifondazione, all'ufficio stampa dei Comunisti Unitari, quindi con l'Unità, il Manifesto, il Messaggero, per poi scivolare nell'area italoforzuta: prima al Foglio, poi nella casa-madre, al "Geniale", dove ha abitato per ben dieci anni (dal 1999 al 2009).

E' stato in quel periodo che ho avuto uno scambio epistolare piuttosto vivace con Luca. Qualcuno ricorderà che il Tafanus aveva lanciato una raccolta di firme per proporre e promuovere Gino Strada a candidato per il Nobel per la Pace. A livello parlamentare l'iniziativa è stata sostenuta da Nando Rossi, da Haidi Giuliani, da Furio Colombo, e da altri che colpevolmente non ricordo. La petizione era stata, coi suoi limiti, un grande successo: oltre 10.000 firme per una iniziativa di un "personal blog" non sono poca cosa.

Fra i firmatari, avevo scovato anche la firma di Luca Telese, che mi ero affrettato a ringraziare, stigmatizzando contestualmente il fatto che un uomo sedicente di sinistra potesse scrivere per il "Geniale". Pecunia non olet? Olet, olet!...Da queste mie osservazioni, Luca si era difeso dicendo che lui restava al Geniale perchè era libero di scrivere ciò che voleva, senza censure. Gli ho chiesto allora di dimostrarlo coi fatti: "...se tu appoggi Gino Strada (che Berlusconi e i suoi scherani detestano), e se insisti nel rivendicare la tua libertà in quel geniale, allora non avrai né obiezioni, né ostacoli a dare una breve notizia dell'iniziativa su Gino Strada, e magari di fartene sostenitore..."

Ovviamente da Luca non ho avuto altre risposte. Poi, l'anno dopo, era col "Fatto Quotidiano". Un giornale la cui nascita avevo accolto con una certa speranza - nonostante la presenza di Marco Travaglio nell'azionariato - per la stima che nutrivo nei confronti di Furio Colombo, e di Antonio Padellaro. Poi, però, il traval-grillismo aveva preso il sopravvento, nel Fatto, che ha iniziato a sostenere tutti i cazzarismi che venivano nascendo: dal dipietrismo, al Grillismo 1° e 2°, alle sciarpette viola, ai rottamatori... 

Fino a toccare il culmine con la "vittoria" al ballottaggio di Parma. Unico giornale a non essersi accorto che la vittoria di Parma era una vittoria di Pirro del PdL, e a fare la vergognosa prima pagina-fotocopia "Parmacotti", in tandem col noto giornale di sinistra "Libbbero", diretto da tale Maurizio Belpietro, auto-attentatore con scorta. Autogoal al quale il tafanus ha dedicato un post del 23 maggio che riporto in calce (tanto è molto breve):

Il Pensiero Unico Grillino: quando due giornali sono così diversi, e così uguali...

Non esistono soluzioni alternative. O Padellaro, Travaglio e Peter Gomez si fanno assumere da "Libbbero", oppure Belpietro e Bechis vanno a lavorare allo "Strafatto Quotidiano". Ormai fanno gli stessi discorsi, e cadono nelle stesse, identiche, precise imbecillità. 

Non ho più voglia di scrivere. Facciamo parlare le immagini... Che dite... si telefonano, la sera, per "concordare la linea"? E Padellaro - ex direttore de "l'Unità", che ruolo gioca, in tutto questo?

Quello della bella statuina?  

Tafanus

Grandi Firme
Belpietro-maurizio                                                         Travaglio-marco
Parmacotti-libero               Parmacotti-fatto
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Ecco, questa la Prima della vergogna del "Fatto Quotidiano", in tandem con Libbbero di Belpietro. Cosa cambia fra la mia indignazione e quella di Luca Telese? Nulla: solo due settimane di differenza. Io me ne sono indignato appena l'ho vista, Luca ci ha impiegato due settimane a farlo, e a trarre le conclusioni. Per il resto, tutto è bene quel che finisce bene, meglio tardi che mai, chi va piano va sano e va lontano... Liberi tutti di aggiungere altri luoghi comuni. Incluso un sincero "in bocca al lupo". Ma...

...ma un giornale che nasce anche con motivazioni anti-santificazione del grillismo, e imbarca i grillisti a tutto tondo Formigli & Adinolfi? Formigli fino all'altro giorno - cioè fino alla rottura fra Santoro e Grillo (rapporto amoroso finito a pesci in faccia) seguiva le orme del suo Maestro. Adinolfi ha sposato il cazzarismo del primo Grillo (quello del "vaffanculo-day" dell'8 Settembre 2007), e l'anno scorso ha avuto la buona idea di sponsorizzare a Milano il voto per il bimbominchia ventenne a 5 stelle contro Pisapia). 

Luca, e tornare al giornalismo serio, non sarebbe una buona idea? 

Tafanus
11/06/2012

Fonte: Tafanus