lunedì 18 giugno 2012

I grillini come Mussolini

MATTEO PUCCIARELLI – I grillini come Mussolini

Premessa: mi trovo d’accordo sull’80% delle proposte del Movimento 5 Stelle. Ambiente, istruzione, abolizione della legge Biagi, trasparenza delle istituzioni, politica come servizio, no alla Tav e così via. Però, vedendo i vari Giovanni Favia, Davide Bono e Mattia Calise ospiti di Luca Telese e Nicola Porro su La7 ho riascoltato il mantra che sembra rassicurante ma in realtà è tutt’altro: “Non siamo né di destra né di sinistra”. O come dice Beppe Grillo, “noi siamo avanti”. Vorrei dire ai grillini che il primo a fare un ragionamento del genere (”né destra né sinistra, oltre”) fu Benito Mussolini. Il quale, appena entrato in Parlamento con i suoi Fasci, si posizionò all’estrema destra dell’emiciclo perché “altrove non c’era posto”. Corsi e ricorsi storici, perché l’Msi di Almirante aveva una componente sostanziosa (quella “rivoluzionaria” di Pino Rauti) che professava la stessa identica cosa: “Né destra né sinistra, ma contro il sistema”. Per non parlare di quelli della tristemente famosa Terza Posizione. E rimanendo a oggi, chiedere ai giovanissimi dei vari grupposcoli dell’estrema destra, tipo quelli del Fronte Nazionale. Il ritornello è sempre lo stesso: né destra, né sinistra eccetera eccetera. E poi ci sono interi pezzi della Lega Nord che si vantano di non essere “né di destra né di sinistra”.

I grillini, quando fanno dichiarazioni di questo tipo, non sono quindi originalissimi e neanche in buona compagnia. Non è solo una questione lessicale. Destra e sinistra ci sono, esistono eccome. Dirsi contro tutto e tutti è quanto di più ideologico e settario esista. Perché spesso, al posto delle idee, a fare paura sono i metodi.


Matteo Pucciarelli
(30-10-2011)

Fonte: Micromega
 

MATTEO PUCCIARELLI – I grillini come Mussolini (seconda puntata)

mpucciarelliSu questo blog, circa tre mesi fa, venne fatta quella che andava considerata come una provocazione: cioè una analogia tra il Movimento 5 Stelle e il fascismo originario. Quel volersi etichettare come “oltre”, rispetto a ciò che è la destra e ciò che è la sinistra. La questione è stata affrontata nei giorni scorsi anche da WuMing1 che sul blog Giap e poi su Nuova Rivista Letteraria spiegava come i grillini, nonostante la loro ferma convinzione di andare “oltre”, siano senza dubbio un movimento di destra: “Diversivo, poujadista, sovente forcaiolo”.

Riflessioni, certo. Con qualche dato di fatto, poi. Come quando a Bolzano lo scorso marzo il M5S difese i ragazzi della locale Casa Italia (emanazione di Casa Pound), spiegando che – parole di Claudio Vedovelli – «escludere un gruppo di ragazzi che fino ad ora organizzano serate su temi diversi e interessanti, senza segni di apologia, solo perché si ritiene siano in contatto con gruppi neo o nuovi fascisti, ci pare sbagliato oltrechè rischioso». Per quel motivo due consiglieri grillini uscirono dal consiglio comunale per protestare (sic) contro la mancata iscrizione di Casa Italia all’albo delle associazioni del comune di Bolzano.

Ma ecco, a distanza di pochi mesi, il secondo indizio. Ieri a Rimini il M5S si è astenuto – insieme a un consigliere del Pdl – ad un ordine del giorno in cui il rappresentante della Federazione della Sinistra chiedeva all’amministrazione di «inibire l’utilizzo della piazza Tre Martiri da parte di gruppi di estrema, come Forza Nuova, i cui militanti si sono resi protagonisti di volgari appellativi alla piazza offendendo i martiri della Resistenza».

Se Casa Pound rappresenta la faccia movimentista e sociale del neofascismo (tanto che ha stregato anche alcuni personaggi di sinistra, o meglio personaggi “sinistri”), Forza Nuova è l’anima oscurantista e dichiaratamente violenta («Legionari pronti a tutto») dell’estremismo nero. Quelli degli slogan neonazisti negli stadi, degli accoltellamenti verso rom e gay, del negazionismo.

Anni fa Ferdinando Adornato, già enfant prodige del Pci, poi pentitosi (ora è nell’Udc), scrisse un libro dal titolo “Oltre la sinistra”. Massimo D’Alema, uno che di solite dice una cosa giusta ogni 134 dichiarazioni, quella volta ci azzeccò: «Caro Ferdinando, oltre la sinistra c’è solo la destra». Spiegatelo anche agli apostoli del grillismo.

Matteo Pucciarelli
(30-01-2012)

 Fonte: Micromega

MATTEO PUCCIARELLI – Neofascismo e 5 Stelle: una risposta a Beppe Grillo

mpucciarelliSu questo spazio per due volte venne lanciata la provocazione (qualcuno sa cos’è una provocazione? Pare che in molti non ne capiscano il significato. «Stimolo intellettuale, invito a riflettere», dice il Sabatini Coletti) “I grillini come Mussolini”. È arrivata la risposta di Beppe Grillo, a cui non posso esimermi dal rispondere. Non perché sia Beppe Grillo, ma perché è giusto così. Rispondo sempre a praticamente tutti.
Primo, è troppo facile ribattere ad una critica o ad una annotazione con un’accusa sulla persona/e (”giornalista in malafede”, “pennivendolo”). Nel mio caso, giornalista sì, malafede no. Scrivo ciò che penso, senza doppi fini e senza mandanti. Guadagno 1.500 euro al mese e l’ingegner De Benedetti non ha ancora deciso di darmi una tantum per ogni post critico verso il Movimento 5 Stelle. Ma inoltrerò una richiesta all’ufficio del personale, vediamo se verrò accontentato.

Seconda cosa, ma qui non c’entra con la discussione. Probabilmente quella frase Voltaire non l’ha mai detta. Un falso storico. Un po’ come la falsa poesia di Neruda declamata a suo tempo da Mastella.
Terzo, va bene, siete così democratici da far parlare anche i fascisti. Io invece la penso come i partigiani che all’epoca i fascisti li combatterono coi fucili, e non con le delibere in consiglio comunale. La libertà di espressione ha un limite, ed è quello del rispetto: chi propugna le idee di intolleranza, sopraffazione e violenza nei confronti del prossimo non solo non deve parlare, ma dev’essere compito e dovere di tutti l’impedire la propagazione di codeste idee. Non più con i fucili, certo, ma con i mezzi che si hanno. Compresa quella delibera.

«La decisione non spetta a noi», dice Defranceschi. Certo. Non siamo mica poliziotti. Ma una delibera come quella di Rimini, se votarla o meno, diventa un atto politico. Un lasciapassare nei confronti di chi pochi giorni fa, a Milano, proponeva il rogo di libri in piazza. Il che dovrebbe farci tornare in mente qualcosa. E far suonare il campanello di allarme, piuttosto che fare i liberali più liberali di tutti.

Quinto, riporto qui alcuni commenti di militanti o sostenitori grillini ai miei post. Giusto per rendere idea di dove stia l’intolleranza. Andrea: «Si figuri che io il suo post lo censurerei, anzi, lo vieterei con un bel decreto comunale, perché istiga alla violenza verbale». Gianguido: «Voi vedete fascisti ovunque, fatevi curare da uno psichiatra bravo». Bivius: «Non solo sembra un articolo di un bambino di terza elementare ma mostra anche un’analisi a dir poco approsimativa». Raffaele: «Farete tutti la stessa fine quando questo regime crollerà…. miseri giornalai». E via così. Nessuno dice che il mio personale punto di vista – non ancora finanziato dalla Cir spa – sia quello più giusto e universalmente condivisibile. Ma ci si confronta apposta. Per arricchirsi. E non solo per insultarsi.

Quanto a Pertini, avrà pure citato la frase di (forse) Voltaire, ma poi alla domanda del giornalista «Rispetta anche la fede politica dei fascisti?» rispose «No. Questa la combatto con altro animo, il fascismo per me non può essere considerata una fede politica (…) perché il fascismo opprimeva tutti coloro che non la pensavano allo stesso modo». Dire che Pertini avrebbe votato come i 5 Stelle, cioè ”sì” alla manifestazione di Forza Nuova in una piazza dedicata ai martiri della Resistenza lo fa rivoltare nella tomba.

Detto questo aggiungo un’ultima cosa. Alla lettura della frase sulle «scoregge dello spazio profondo» sono morto dalla risate. Sei un grande comico, Beppe. E lo dico con affetto.


Matteo Pucciarelli
(13 febbraio 2012)

Fonte: Micromega