15 giugno 2012
La base di questo pezzo l’ho scritta un anno fa… aggiornato al
2012 eccoci qua con una versione nuova nuova
—
Il Censis ha recentemente pubblicato un’accurata ricerca su un nuovo
settore produttivo che, nel suo incontrollato sviluppo, potrebbe salvare
l’economia italiana. Il turismo dell’impegno civile e della nuova
politica antipolitica movimentarda. Andiamo a vedere, per sommi capi, di
cosa si tratta tracciando una serie di identikit del consumatore tipo
di questo prodotto economico e culturale.
1) La prima figura è certamente quella del
cacciatore di vip (ovvero dell’eroe di turno dell’impegno civile). Il
cacciatore è disposto a ogni possibile sacrificio per ottenere una foto
abbracciato al suo eroe. Si segnala un incremento di voli low cost
diretti in particolare verso la Sicilia fra maggio e luglio (in Calabria
no, si sa i calabresi sono gente strana) anche se c’è un leggero calo
dopo la recente incriminazione di Massimo Ciancimino. Magistrati,
giornalisti, testimoni, pentiti, passanti inermi. Va bene tutto.
L’importante è avere una foto da mettere sul profilo di Facebook. A
qualsiasi prezzo e a qualsiasi costo. Poco importa se il vip poi si
riveli fuffa. La foto c’è e tanto basta. In attesa di un nuovo vip da
catturare alla riapertura della caccia. Inutile sottolineare le ricadute
economiche di un fenomeno di questo genere. WindJet ringrazia.
1 bis) Nel 2012 si segnala un’evoluzione
significativa di questa figura di consumatore. E’ quella dell’illuminato
da movimento compulsivo. Anche in questo caso l’obiettivo principale
del soggetto in analisi è la caccia all’istantanea. Una caccia meno
generica e certamente più ardimentosa. La caccia al “megafono” e
all’intervistatore prono. Il “megafono” è un
noto comico genovese recentemente auto incoronatosi (come Carlo Magno)
leader del rinnovamento della pagnotta, mentre l’intervistatore prono è
quel tal Marco l’epurato che divenuto orfano di zio Silvio e del suo No…
No… Man avvocato onorevole Ghedini ha deciso di fare la parodia di
Bruno Vespa con tanto di plastico della villa (in bio architettura e
pesto, ovviamente) del comico di cui sopra. Per ottenere tale risultato
il soggetto in questione è disposto a qualsiasi sacrificio, perfino a
quello di assistere all’unico caso al mondo di comizio elettorale a
pagamento. La Siae ringrazia e ringrazia anche l’editore Casaleggio che
vende gadget, libri, magliette, vaffanculi immortalati in perle d’ambra e
copie autentiche firmate di livore de Il Fatto agli appositi banchetti.
2) La seconda figura è quella dell’urlatore da
passeggio. Voce potente, megafono comprato dai cinesi per cinque euro,
si pone in testa ai cortei lanciando slogan senza senso, ripetuti
ossessivamente, tipo un mantra salvifico. Nessuno sa chi sia. Ma lui c’è
comunque e urla. Di solito organizza la sua presenza attraverso
convenzioni e pacchetti di viaggio pianificati di semestre in semestre.
Non sa perché e lì, ma ci sta.
2 bis) Anche la figura dell’urlatore ha subito
un’evoluzione in questo 2012. Un’evoluzione tutta 2.0 causata dalla
crisi economica che gli impedisce trasferte fisiche. Per supplire a
questa problema, l’urlatore da passeggio ha preparato 20 frasi fatte e
518 insulti casuali e attentamente modulati da postare a casaccio sulle
pagine di Facebook e sui blog di mezzo pianeta che nei tag presentino le
parole #Grillo #M5S #Casaleggio #Travaglio. Per amplificare questo tipo
di attività l’urlatore da passeggio 2.0 ha trascorso un mese almeno a
costruirsi varie decine di profili fasulli su Twitter e Facebook.
Spesso, ovviamente, si trova a dialogare inconsapevolmente con se
stesso. Ma non importa, perché l’urlatore non legge altro che i propri
commenti random e la parola dialogo non esiste nel suo vocabolario. La
frase che utilizza di più nella sua seriale produzione di spam è la
seguente: “Pennivendolo, sei a libro paga del Pd. Menzogna, Calunnia. Se
hai le prove di quello che dici dammi un link”. Anche se stanziale
l’urlatore da passeggio 2.0 fa bene alla nostra economia. Produttori e
distributori di caffè e la Bialetti ringraziano visto che l’urlatore in
questione è di solito insonne. Come ringraziano le cause farmaceutiche
che producono ansiolitici.
3) La terza figura è quella del maniaco compulsivo
da sit in e flash mob. Che sia breve, istantaneo e soprattutto deserto.
Non si calepstanpo aiuole, non si blocca il traffico, non si disturba
nessuno. La mattina si controllano le mailing list e i social network
per vedere cosa offre la giornata. Non prendono aerei, non soggiornano
in albergo, ma sono la felicità di bar e gelaterie in particolare
attorno a Montecitorio e Palazzo Madama. Ormai sono gli unici
partecipanti a questi appuntamenti, di cui spesso non conoscono neppure
la ragione per cui sono stati convocati.
4) La quarta figura è quello del turista da
stanzetta insonorizzata. Vive sui social network, lancia parole d’ordine
e appuntamenti a cui non partecipa mai, censura ogni dubbio, inneggia
alla rivoluzione. Si tratta di un’evoluzione ancora più sofisticata
dell’urlatore da passeggio 2.0 di cui al punto 2 bis. Non esce mai di
casa. Non vede il sole da almeno due anni. A volte alterna la laettura
del blog de Il Fatto, del Meet Up di Pogibonzi e del Blog di Grillo con
quella di YouPorn. Con analoghi risultati. Consuma in ogni caso un sacco
di banda, e anche lui a modo suo produce reddito. Fastweb ringrazia.
5) Il quinto è il consumatore di libri incartati.
Nel senso che compra ogni possibile libro con le parole “Mafia”,
“Berlusconi”, “P1, P2, P3, P4″, “scandalo”, “tangenti”, “Casta” e
“malaffare” in copertina ma si guarda bene dal leggerli. Negli anni 70 e
80 una figura del genere salvò l’editoria italiana. Con l’acquisto
coatto di milioni di copie dell’enciclopedia “I quindici”. Non si pone
alcun dubbio sui suoi acquisti, neppure quello che anche se non della
Mondadori direttamente quel libro che ha comprato ha l’80% di
possibilità di essere comunque distribuito dalla Mondadori. Marina
Berlusconi ringrazia. Anche l’Ikea per l’incremento delle vendite di
scaffali.
6) La sesta figura è quella dell’organizzatore
compulsivo di dibattiti. Ne fa di ogni tipo, su qualsiasi argomento e
con qualsiasi tipologia di ospite. Ogni tanto qualche gaffe come quella
di invitare un giornalista minacciato dalla mafia allo stesso tavolo con
un personaggio legato ai clan (ma scusa, che differenza c,è, non
trattavano lo stesso argomento?). Ma che importa? L’importante è il
numero. E poi vuoi mettere? Chi più di lui può con un unico atto genrare
economia? Treni, aerei, alberghi, ristoranti, tipografie, copisterie,
società che affitano sale, banchetti del biologico, di magliette, di
zucchero filato. Una manna dal cielo.
E anche qui per quest’anno ci fermiamo, per il prossimo 2013
prevediamo una ricerca sulle tonalità di grigio dei nuovi sabati
“movimentisti”. In corpore sano il vuoto della mente .
***
Nota dell’autore. Cosa c’entra tutto questo con la
politica e l’economia? Un cazzo…
p.s. La pubblicazione di questa nuova versione dell’articolo è
stata causata da una telefonata con uno dei miei cattivi maestri, tal
Salvo Vitale, che se ha dismesso i capelli non altrettanto ha fatto con
il ghigno e la perfidia...
Fonte: Pietro Orsatti