di Dario
Ferri
Vedere Beppe Grillo e Roberto Maroni che si accapigliano a mezzo
social network è francamente uno spettacolo divertente: il comico li
accusa di aver voluto l’Imu, e ricorda che i barbari del Carroccio
sognano di “prenderci per il culo”. Il segretario della Lega Nord
arrivato alla poltrona dopo lo scandalo che ha travolto il fondatore,
gli risponde dicendo che i suoi a Parma litigano per spartirsi le
poltrone: proprio lui, che si è appena “spartito” il Carroccio
utilizzando le inchieste della magistratura per prendere il potere, e
senza avere il coraggio di cacciare personaggioni come il Trota, fa la
morale agli altri.
Dopodiché, è vero che l’Imu era stata concepita come tassa federale
dalla Lega, e che nella nuova interpretazione del governo Monti è
pesantemente cambiata. Quindi l’accusa è ingiusta, ma bisogna anche
inquadrare la strategia politica in cui è mossa: quella in cui c’è un
partito che ha perso in pochi mesi il consenso costruito in vent’anni di
politica, e un altro che vuole mettersi in concorrenza per prendersi i
suoi voti. Se Grillo percula la Lega, Maroni non dovrebbe prendersela: è
soltanto business elettorale. Esattamente quello che hanno fatto Bossi e
i suoi per vent’anni.
Fonte: Giornalettismo