'Webbe Grillo', cosa dice e perché leggerlo
Finalmente sono riuscito a finire di leggere “Webbe
Grillo”, il libro sul fenomeno Beppe Grillo e tutto ciò che gira
intorno a lui, scritto da Gaetano Luca Filice, creatore di No Eikon, un
movimento d’opinione. Devo dire che il libro è molto interessante e di
facile lettura, dunque lo consiglio a tutti anche giusto per avere un
altro punto di vista in più nel giudicare le proposte di Grillo. Inoltre
si può scaricare gratis in formato pdf QUI.
[Ora a pagamento. Vecchio pdf gratuito qui] Ecco quali sono alcune delle cose secondo me più interessanti di questo
libro:
MEET UP = DEMOCRAZIA
ZERO. Si parte in quarta con la prefazione di Nicoletta Selis,
Organizer meetup Gruppo di Resistenza Oristanese che dice: “per fare
parte di un meet up di Grillo bisogna pagare una quota mensile. A
pensarci, anche in un partito o in un’associazione si paga una tessera.
Ma qui è una quota mensile, neanche piccola. Quanto saranno contenti i
gestori della piattaforma Meetup! Tutti questi rivoluzionari
Grilliani che ‘ci fanno’ guadagnare tanti bei soldini”.
Infatti
sembra strano perché Grillo abbia scelto una piattaforma americana come
“meetup”, tra l’altro a pagamento, quando ce ne sono tante altre fatte
meglio e a gratis.
“Nei meetup - continua Selis
nella prefazione - non esistono regole di democrazia interna, ha
ragione chi paga, perché pagando si diventa Organizer, ossia
responsabile del gruppo. Poco importa se gli altri non sono d’accordo e
se non vieni eletto. Da quel momento puoi decidere tutto, cancellare
membri e post indesiderati. L’unica cosa da fare per chi subisce simili
comportamenti è fondare un altro meetup”.
Dunque,
quello che doveva essere uno strumento di democrazia e che doveva
aiutare il confronto delle idee si basa sulla regola del “Qui decido io e
si fa come dico io!”. Ma i meet up non sono gli unici a soffrire di
così poca democrazia. Lo stesso virus pare abbia infettato anche il blog
dello stesso Grillo.
SIGNORAGGIO:
Quando nacquero i primi meetup nel 2005 si parlava così tanto di “signoraggio”
che se ne creò uno apposito, il cui membro più attivo era un certo
“Sandro Pascucci”. Ad un certo punto Grillo abbandona il tema di
colpo, con la giustificazione che “per la gente era troppo”. Poveri
ignorantelli non potevano capire! Pascucci fu cancellato dalla
piattaforma meetup. Secondo Punto Informatico sul blog di Grillo è
tecnicamente impossibile fare commenti che contengano la parola
“signoraggio”.
I CASALEGGIO:
La Casaleggio Associati non è soltanto l’editore del blog di
Beppe Grillo. Si occupa anche delle vendite dei suoi dvd e molto
altro. Nel capitolo molto interessante sugli editori di Grillo si
scoprono i legami diretti e indiretti tra la Casaleggio Ass. e diverse multinazionali,
le quali non vengono mai menzionate nel blog di Grillo. Uno degli
intrecci più interessanti mi pare quello del caso “Webbeg SpA”, una
società legata fino al 2004 integralmente a Telecom Italia:
“indovinate chi lavorava nella Webbeg SpA? Quattro/quinti dell’attuale
management della Casaleggio Associati”. E voi ve le ricordate le accuse
di Grillo rivolte a Telecom Italia, no? Ecco, parte di quella schifezza
che lui denunciava erano proprio i suoi editori!
SOCIAL NETWORK e FACEBOOK: Il capitolo che tratta dei
cosiddetti social network mette insieme molte informazioni che sono
uscite fuori nei capitoli precedenti. Per capire meglio cosa sia un
social network si fa l’esempio di Facebook,
il cui slogan è: “Un servizio sociale per rimanere in contatto con le
persone intorno a te”. Bellissimo, verrebbe da dire. Finché non scopri
che Facebook è “un progetto che ha raccolto grossi finanziamenti
da un gruppo di investitori della Silicon Valley (patria della Microsoft)”.
Come funziona Facebook? “I creatori del sito non devono fare
quasi niente. Se ne restano seduti mentre milioni di Facebook-dipendenti
caricano spontaneamente dati anagrafici, fotografie e liste dei
loro prodotti preferiti. Dopo aver costruito questo immenso database
di esseri umani, Facebook non deve fare altro che rivendere le
informazioni agli inserzionisti”. “Il 6 novembre Facebook ha
annunciato che sono già interessati al progetto 12 multinazionali
(fra cui la Coca Cola)”.
Direte voi, cosa
c’entra questo con Grillo? Per iscriversi alla Meetup.com (piattaforma
del grilliamo) bisogna fornire numerosi dati personali. E conoscendo la
filosofia sulla Rete della Casaleggio che coordina i meetup dei
grilliani, arrivare a conclusioni è facile.
“Webbe Grillo” dedica anche una folta bibliografia a Beppe
Grillo, senza rinunciare però a sottolineare alcuni dei post più
discutibili del suo blog. Come quello sui rom che cavalca il
sentimento anti-rom successivo all’omicidio Reggiani a Roma. Insomma ne
viene fuori un Beppe Grillo spesso populista e superficiale che per
parlare del Kosovo si limita a paragonare i politici del neo stato
balcanico a quelli italiani.
Il
libro riprende anche il caso Gilioli, l’intervista mancata all’Espresso
sul tema del V-2 Day, la guerra contro i media tradizionali. Caso tra
l’altro del quale ho scritto anche qui (in
un post dal titolo "Quando
Beppe Grillo si auto censura") e che ci ha fatto
scoprire un Grillo “monologhista” che non ama le interviste.
Come sottolinea anche l’autore, “chi
leggerà questo libro sarà immediatamente portato a pensare che sia un
libro contro Beppe Grillo. In realtà di Grillo stimiamo le battaglie che
ha saputo condurre e a queste dedichiamo un capitolo intero. Ma non
possiamo prescindere dal mettere semplicemente in evidenza alcuni
aspetti poco chiari della sua produzione, dei meetup e dei suoi più
recenti articoli. E’ tempo forse che i cittadini di questo (ex bel)
Paese, comincino a non demandare ad icone e super star le loro
responsabilità civili e politiche. Perché fidarsi e dare in
affidamento la propria coscienza politica ad un solo uomo è
storicamente dimostrato che possa essere pericolosissimo”.
Fonte: Fai notizia
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Webbe Grillo: intervista a Gaetano Luca Filice
Pubblicato il 20 mar 2008 da Gabriele
Ferraresi
Ne
avevamo parlato qualche giorno fa, ed ecco l’intervista a Gaetano
Luca Filice, una delle poche voci discordanti che “dal basso” hanno
osato mettersi contro Beppe Grillo. Oltre ad un volume edito
da Aliberti, in questi mesi, c’è stato ben poco che abbia
affrontato in maniera critica la grilleide. La polarizzazione nei
confronti del comico genovese poi è stata enorme: idolatrato dai suoi
seguaci o guardato con sdegno dalla classe politica. Ecco qui, buona
lettura; quella che potete leggere è solo la prima parte
dell’intervista, che proseguiremo nei prossimi giorni.
Fino a pochi mesi fa Grillo era a livelli di popolarità allucinanti; poi qualcosa è cambiato, e la sua stella si è appannata, è innegabile. Quali pensi siano i motivi?
Fino a pochi mesi fa Grillo era a livelli di popolarità allucinanti; poi qualcosa è cambiato, e la sua stella si è appannata, è innegabile. Quali pensi siano i motivi?
Il silenzio di giornali e televisioni. I media tradizionali hanno ancora una notevole influenza sull’opinione pubblica. Grillo ha avuto il suo apice di popolarità immediatamente dopo il V-day dell’8 settembre. Arrivava allora da un intenso anno di lotte e di saggi temi. Dal V-day qualcosa è cambiato, l’asse si è spostata notevolmente sulla sfera politica.
Gli articoli di stampo politico sono aumentati sensibilmente. I meetup si sono riempiti di gente che non aspettava altro che le “liste civiche”. Ma il fatto che non vi fosse nulla in superficie non significa molto. Grillo è come l’onda di uno tsunami, si ritira per tornare più impetuoso. Il V2-day credo che sarà ancora molto seguito. Probabilmente lo sarà di più del primo. Ho dei dubbi invece rispetto al seguito delle liste civiche. A Roma ad esempio, la lista era data al 2% fino al 15 marzo. Poi Grillo ha riempito piazza Navona, e la lista sale. Questo è l’aspetto più controverso. Una lista che nasce per essere orizzontale e con un programma che definisce innovativo, oltre a peccare di verticismo nella genesi, si deve appoggiare al singolo uomo forte per essere apprezzata. E’ contraddittorio.
Hai
voglia di raccontare ai lettori di Polisblog come ti sei avvicinato a
meetup e al movimentismo? Avevi esperienze politiche precedenti?
Non sono un politico. Non ho tessere di partito. Mi occupo di teatro. Mi sono avvicinato a Grillo perchè la sua immagine, la sua patina esteriore è straordinaria. Grillo sa tirare fuori temi di cui non parla nessuno, verità importanti. In questo modo sa accalappiare tutto quel movimento di persone ribelli alla verità ufficiale. La sensazione però, è quella che sia in atto una lotta di interessi alti. Vecchi interessi combattuti da nuovi interessi.
Che
cosa ti lascia più perplesso del grillismo, e come mai hai voluto
scriverci un libro?
Anzitutto la sua produzione. Casaleggio ha un’influenza notevole su Grillo, ha persino suggerito il V-Day. Le partnership di Casaleggio e le contraddizioni fra ciò che proclamano e ciò che fanno dal punto di vista commerciale mi hanno fatto pensare. Eppoi ci sono i meetup. Il sistema è fallace. Chiunque se entra può diventare il dittatore del gruppo o inventarsi personaggi per avallare le sue idee. Parte da un presupposto assurdo. Invece di conoscersi di persona e comunicare sul web, le persone si conoscono sul web e poi forse si incontrano. Un’inchiesta di Swg ha dimostrato quanto questo sistema porti i gruppi a incidere poco sulla realtà. Inoltre a cercare di denunciare le anomalie dei meetup allo staff di Grillo, si riceve picche…
Fonte: Polisblog