
Eccovi una primissima e scombiccherata riflessione a spoglio ancora
in corso (e quindi certamente smentita dai dati reali). Da mesi ci si
straccia le vesti dando per scontato che i voti a 5 punt… a 5 stelle
fossero tolti alla sinistra ed in particolare al povero Pd Martire.
Repubblica, come no, ha schierato tutta la batteria di finissimi
anal-isti politici pronti a sostenere la tesi del voto utile contro la
Bestia.
Grillo, o chi per lui, da mesi ha invece capito
che sul fronte sinistro ha già raschiato tutto ciò che poteva e Vendola
gli ha pure scippato la ‘narrazione’, costringendolo ad una rapida
ridefinizione del campo. Ecco dunque spuntare le sparate anti invasione
immigrata a Lampedusa, che tanto hanno scandalizzato
le vergini vestali del sacro fuoco progressista, e gli epiteti
poco urbani lanciati all’indirizzo del líder di SEL. Risultato? Grillo,
oltre a pescare tra astenuti, neoelettori e sciroccati, ha fornito
un’alternativa ai molti leghisti villosi e villani, disgustati dal lungo
matrimonio di convenienza con Pisello Flaccido.
Dai primi dati pare
(pare!) che la Lega sia infatti arretrata in tutte le grandi città del
Nord (a Milano passa dal 14.4% del 2010 al 9.5%, a Torino dal 10.1% al
6.8%), tutte aree iperinformate ed iperinfoiate di grillismo. A Bologna,
dove le 5 stelle strappano un risultato eclatante, ma niente affatto
sorprendente (a parte per Repubblica, ovviamente…) il candidato del
centro sinistra in realtà non perde niente rispetto a Del Bono e
Cofferati, già costretti al ballottaggio. Non sarà quindi che i voti
persi dalla Lega siano andati a Grillo, quale naturale erede dell’anima
antagonista che fu all’origine della Lega Nord?
Ma certamente sbaglio ed
Io-Padre-Fondatore (copy Phastidio)
mi smentirà con un colpo di barba bianca. Bersani già qualche tempo
addietro aveva intuito che il ramo del berlusconismo si può segare solo
passando dalle parti di Gemonio. Forse Grillo gli ha fornito la scala
per salire sull’albero.
Fonte: Il provocatore occidentale