martedì 26 giugno 2012

Casaleggio, gli Influencer e la Comunicazione Globale

12 gennaio 2012


Viator

Il video proposto in coda è stato pubblicato sul canale YouTube della Casaleggio, associazione milanese che - secondo quanto riportato sul sito di rappresentanza - si occupa di “sviluppare in Italia una cultura della Rete attraverso studi originali, consulenza, articoli, libri, newsletter, seminari e creazione di gruppi di pensiero e di orientamento.”

La Casaleggio & Associati sarebbe "... partner di Enamics, società USA leader del business technology management (con clienti come JP Morgan) e di The Bivings Grup: azienda leader nel social network e nel web marketing che per mezzo della rete manipola la opinione pubblica, utilizzando falsi cittadini e finte associazioni al fine di promuovere gli interessi di una clientela che risponde a nomi quali Monsanto – detentrice dei brevetti sugli OGM Philip Morris o BP Amoco. (...)" Fonte

Aggiornamento 13-01 - N.B. - riguardo i presunti rapporti con The Bivings Grup, ci è giunta una perentoria smentita della Casaleggio, che riportiamo integralmente in >questo post<

E' risaputo che il Movimento Cinque Stelle - nato dalla sinergia tra Grillo e Casaleggio - oltre a sostenere  con grande convinzione la introduzione di una democrazia diretta da esercitarsi attraverso la rete - si faccia vanto della pariteticità e indipendenza intellettuale dei suoi aderenti. In che misura tali rivendicazioni si adattino alla filosofia di chi per mestiere si occupi della 'creazione di gruppi di pensiero e di orientamento', lo lascio valutare e a chi legge.


Interessante la presentazione video mediante cui la Casaleggio descrive la propria idea del futuro. Lo hanno battezzato Progetto Prometeus, e da qualche parte nella clip sono riusciti ad infilare pure il solito occhio onniveggente.
La vocazione contemporaneamente ambientalistica e tecnofila del Prometeus ricorda il Progetto Venus di Jaque Fresco (sollevando analoghe perplessità), sebbene le  soluzioni prospettate siano differenti.
Link al video.

Il video a piè pagina invece mostra una intervista in cui Gianroberto Casaleggio - leader della omonima associazione - ci spiega come funzioni realmente internet. Asserisce che il web sarebbe composto al 90% da fruitori di informazioni e da appena un 10% di produttori di informazioni. Per cui solo una piccola parte del popolo di internet scriverebbe articoli, produrrebbe videoclip, commenterebbe nei forum, mentre tutti gli altri si limiterebbero a lurkare, cioè raccogliere le informazioni rilasciate da altri utenti, senza a propria volta contribuire rilasciandone di proprie.

Fin qui nulla di eclatante. Probabilmente ancora sussiste il retaggio di mezzo secolo di informazione unidirezionale. E poi produrre materiale per internet comporta un dispendio di tempo ed energie che il sistema attuale non concede a tutti.

La parte interessante arriva quando Casaleggio entra nel concreto, passando a descrivere la figura del cosiddetto 'influencer.'


Gli influencer
Secondo Casaleggio il web pullulerebbe di 'influenzatori', giovani operatori stipendiati per 'creare' opinione. Tali personaggi riceverebbero denaro per scrivere articoli, rilasciare commenti, subissare di 'Mi Piace' o 'Non Mi Piace' e creare videoclip con il preciso obiettivo di influenzare la opinione degli altri utenti, in particolare quel 90% di fruitori inattivi. Il tutto, nella maggior parte dei casi spacciandosi per utenti casuali e sottacendo il dettaglio di essere degli spot pubblicitari viventi. Farebbero ciò che da anni fanno molti giornalisti, politici e accademici.

Le parole di Casaleggio mi hanno indotto a ripercorrere con il pensiero i 15 anni di web che ho alle spalle. Ho ripensato alle tante figure incontrate in forum e blog dedicati ai più disparati argomenti. 

Mi è tornata in mente la smania consumistica che riempie certi spazi dedicati a costosi giocattoloni elettronici, spazi molto frequentati dagli appassionati. Fa strano in un forum di consumatori leggere di utenti che ammettono di essere sfruttati dalle case costruttrici quali 'collaudatori paganti' di aggeggi non ancora pronti per la commercializzazione, e di come la cosa sia sopportata sotto forma di tributo alla loro smania di possesso. E fa strano la scherzosa e divertita autocommiserazione con cui molti tendono a paragonare la loro fissazione ad una tossicodipendenza. C'è chi sbava, chi è malato e chi ha la scimmia, tutto ciò per amore dell'oggetto agognato (e con i complimenti delle case costruttrici).


Ed ancora, mi sono tornate in mente le figure di alcuni 'utenti' che popolano da sempre noti blog del 'dissenso' mainstream, e passano intere giornate a fare eco alle argomentazioni espresse nel post del giorno, sempre pronti a mettere alla berlina chiunque esprima disaccordo.

Una nuova era
I cosiddetti 'influencer' - compresi i personaggi famosi che con le loro vicende private amplificate dai mass media aggiornano i limiti della normalità, anche solo battezzando i figli col nome di un profumo - stanno inaugurando l'alba di una nuova era nel campo della comunicazione. Un'era perfino più demenziale e degradante di quella che l'ha preceduta, ove ognuno sarà coinvolto come parte attiva nel processo di manipolazione del proprio prossimo, e tutti diventeremo democraticamente attori e fruitori delle più disparate campagne di persuasione. La propaganda ha definitivamente rotto gli argini della bidimensionalità e sta riversandosi intorno a noi con lo scopo di colonizzare gli ultimi spiragli di indipendenza intellettuale in cambio di un piatto di lenticchie.

Si tratta di uno dei seri inconvenienti non abbastanza evidenziati - mettiamola così - della cosiddetta comunicazione globale. In molti sono già stati irretiti dalle nuove strategie di colonizzazione delle menti. Il web è animato da frequenti e interminabili dibattiti tra sostenitori di brand commerciali, serie tv e personaggi dei reality. Blogger di ogni cultura cedono alle lusinghe dei post pubblicitari - fenomeno anche noto col nome di e-buzzing - in cui qualcuno dice loro cosa scrivere e come scriverlo, in cambio di soldi. Sono attori i 'casi umani' che la televisione spaccia per persone comuni o vincitrici di grosse somme nei giochi a quiz. Probabilmente sono attori i personaggi accampati con giorni d'anticipo di fronte agli store per accaparrarsi un nuovo modello di telefonino. Chissà quante interviste televisive a 'campione' sono in realtà finte o perlomeno selezionate e assortite in modo tale da suscitare una precisa emozione in chi le guardi. Frotte di attori dilettanti si lasciano arruolare nelle vesti di attivisti spontanei per contestare o applaudire il politico di turno davanti a solerti telecamere, o per mandare in malora una manifestazione compiendo azioni violente.

Niente di nuovo sotto il sole, obietterete; strategie sempre esistite. Il Tutto è Falso, il Falso è Tutto, cantava Gaber in tempi non sospetti. Vero, tuttavia oggi rispetto al passato abbiamo a che fare con una diffusione molto più capillare dei mass media, essenziali detonatori di qualsiasi ordigno propagandistico.

Immagino un futuro in cui ognuno nella propria piccola esistenza indebitata stipulerà questo piccolo patto col diavolo, e le opinioni sincere della gente diventeranno merce rara come quelle degli attuali giornalisti, politici e accademici dominanti. Bisogna evolversi, andare oltre. Dopotutto che male c'è ad arrotondare un magro reddito parlando bene / male di un prodotto, una idea, una nozione, una terapia, agli estranei che ci chiedono pareri nei forum e  - perché no - ai nostri lettori abituali, spacciandola per opinione personale? Contribuiremo alla opera di demolizione della oggettività voluta dai burattinai, ma porteremo a casa la pagnotta.


Rimedi
E' possibile prevenire questo ulteriore potenziale deterioramento sociale? Certo; in molti modi. Uno dei più efficaci, potrebbe essere una disconnessione da tutto quanto sia massivo.

Quanto più il tessuto sociale è caratterizzato da individui interconnessi (anche solo attraverso la comune abitudine di accendere un apparecchio televisivo alle sette della sera) tanto meglio funzionano le campagne persuasive di massa. Il cosiddetto 'passaparola' - risonanza cognitiva - è una arma devastante in mano al sistema, una sorta di incantesimo capace di manomettere la coscienza collettiva e tramutare ogni balla ripetuta da un team di influencer (ed ogni rappresentazione della realtà e della normalità allestita dai mass media) in qualcosa di verosimile e concreto

Nel 1938 Orson Welles mise in scena ciò che passò alla storia come una azzardata burla mediatica, quando probabilmente si trattò di un atto di denuncia politica, un esperimento sociologico dall'esito inquietante. Tramite alcuni comunicati radiofonici riuscì a convincere mezza America che la Terra fosse sotto l'attacco degli alieni. 

«Sei minuti dopo che eravamo andati in onda le case si svuotavano e le chiese si riempivano; da Nashville a Minneapolis la gente alzava invocazioni e si lacerava gli abiti per strada. Cominciammo a renderci conto, mentre stavamo distruggendo il New Jersey, che avevamo sottostimato l'estensione della vena di follia della nostra America.» O. Welles 
Fonte

Questo era il potere persuasivo dei mass media di 70 anni fa, ai tempi della radio, quando internet e la televisione ancora non esistevano. 

Concludendo
Una diffusa e pacifica disconnessione - perlomeno parziale - dai meccanismi che hanno trasformato le nostre menti in ostelli per le campagne di ogni think tank, i sistemi che consegnano la nostra riservatezza, i nostri risparmi, le nostre risorse, il nostro benessere, il nostro futuro in mano a gente che non abbiamo mai avuto il piacere di conoscere personalmente. Questa sarebbe una pugnalata nella schiena del sistema.

Il problema è che - chi più chi meno - siamo tutti assuefatti ai bei giocattoli con cui ci incantano. Che effetto vi fa la ipotesi di un ritorno ai ciclostili e i baracchini radiofonici? L'idea vi sembra assurda o saggia? Conservatrice o progressista? Ma soprattutto: quanto vi fa rabbrividire?

Vi lascio a Gianroberto Casaleggio.






Fonte: Anticorpi
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[Nota di Controgrillo: Con la seguente richiesta di rettifica Casaleggio Associati afferma che in data 12-13 gennaio 2012 non esisteva alcuna partnership tra Casaleggio Associati e The Bivings Group, ciò ovviamente non vieta di pensare che non ci sia stata in passato o che non ci sarà in futuro in quanto non specificato espressamente nella richiesta.
Inoltre Casaleggio Associati afferma anche di non ispirarsi a Bivings Group, ma non essendo riportate prove e fatti a loro sostegno non rimane quindi che credere loro sulla parola.
Sarà.. ma tutta la storiella degli influencer dà l'impressione che sia invece il contrario.
Per correttezza riportiamo la richiesta qui sotto.]



13 gennaio 2012

Richiesta di Rettifica da parte della Casaleggio

Riceviamo e pubblichiamo.
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Alcune notizie riportate nell'articolo da voi pubblicato: Casaleggio, gli Influencer e la Comunicazione Globale" non corrispondono al vero.

La più eclatante, il fatto che non esiste alcuna partnership tra Casaleggio Associati e The Bivings Group, né Casaleggio Associati vi si ispira. 

Casaleggio Associati
www.casaleggio.it
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Provvediamo a linkare questa richiesta di 'rettifica' nel post in questione, facendo presente che l'inesattezza contestataci attiene informazioni espresse al condizionale, con link alla fonte.

Una nuova visita al sito della Casaleggio ci ha rivelato che la parte relativa alla 'creazione di gruppi di pensiero e di orientamento' (tema trattato nella intervista proposta in coda al post) - sebbene fosse presente qualche tempo fa - è stata rimossa.

Ci scusiamo per le inesattezze.
Anticorpi


Fonte: Anticorpi