Tuonava contro la commissione degli sprechi. Ma ora che è lui il presidente il grillino Giovanni Favia ci ha ripensato
(di Silvia Cerami - l'Espresso)
Nata nel 2001 per riscrivere lo Statuto della Regione, la Commissione
doveva durare trenta mesi, il tempo di approvare le modifiche
statutarie. Trascorsi quasi dieci anni, nel 2010, la missione sembrava
finalmente compiuta. E invece, dopo le elezioni regionali, venne di
nuovo costituita, per altri cinque anni.
E pensare che Favia, appena entrato in Regione, aveva duramente
attaccato questo spreco. Oggi che la presiede lui evidentemente ha
cambiato idea. E così, per giustificarne l'esistenza è stato persino
deciso di sottoporre il Regolamento a una revisione. Poi, chissà, a una
revisione della revisione per l'eternità, sempre senza perdere gli
emolumenti. (Silvia Cerami - l'Espresso)
Così ggiovani, e già così pieni di
vizietti... Giovanni Favia: Grillo? a Budrio è stato Frà Inteso
"I voti li compra la mafia, non le cooperative. Chi fa
affermazioni del genere sarà chiamato a risponderne". Con
queste parole il presidente di Legacoop Gianpiero Calzolari ha
annunciato azioni legali contro il leader del Movimento 5 Stelle Beppe
Grillo, il quale a Budrio si è scagliato contro l’asse tra le
cooperative e il Pd ("stanno comprandosi i voti").
Il Pd ha parlato di "inaudita violenza verbale" e ha chiesto al
candidato grillino Antonio Giacon di prendere le distanze dal comico
genovese.
E' arrivata tuttavia pronta la replica del consigliere regionale del Movimento Giovanni Favia: "Polemiche patetiche, Beppe voleva dire che sono i partiti a comprarsi i voti favorendo le cooperative". "Oltre che gratuita, si tratta di un’accusa infamante — ha rilanciato il numero uno di Legacoop Calzolari — magari non turberà l’esito del voto, ma è inaccettabile". I legali della centrale cooperativa vaglieranno al più presto forme e modi dell’azione legale contro Beppe Grillo.
Il candidato sindaco del Pd, Giulio Pierini, ha definito quelle di Grillo "affermazioni totalmente fuori dalla realtà budriese. Perché qui siamo a Budrio e certe cose nemmeno si dicono. I voti delle persone libere, quali sono tutti i budriesi, non sono in vendita per niente e nessuno". "Ci voleva questo comico finito — ha ironizzato il finiano Enzo Raisi — per capire che nella mia regione esiste un potere economico sociale che controlla tutto per cui non cambia mai il voto, ma va...".
"Beppe è un vulcano di parole - ha spiegato il consigliere regionale Giovanni Favia - ma prima di indignarsi bisogna cercare di capire cosa ha detto davvero". Grillo non voleva dire "che le cooperative comprano i voti, ma che le amministrazioni locali attraverso appalti e contributi gestiscono il consenso, esiste una commistione tra politica e affari delle cooperative che condiziona anche i voti".
E' arrivata tuttavia pronta la replica del consigliere regionale del Movimento Giovanni Favia: "Polemiche patetiche, Beppe voleva dire che sono i partiti a comprarsi i voti favorendo le cooperative". "Oltre che gratuita, si tratta di un’accusa infamante — ha rilanciato il numero uno di Legacoop Calzolari — magari non turberà l’esito del voto, ma è inaccettabile". I legali della centrale cooperativa vaglieranno al più presto forme e modi dell’azione legale contro Beppe Grillo.
Il candidato sindaco del Pd, Giulio Pierini, ha definito quelle di Grillo "affermazioni totalmente fuori dalla realtà budriese. Perché qui siamo a Budrio e certe cose nemmeno si dicono. I voti delle persone libere, quali sono tutti i budriesi, non sono in vendita per niente e nessuno". "Ci voleva questo comico finito — ha ironizzato il finiano Enzo Raisi — per capire che nella mia regione esiste un potere economico sociale che controlla tutto per cui non cambia mai il voto, ma va...".
"Beppe è un vulcano di parole - ha spiegato il consigliere regionale Giovanni Favia - ma prima di indignarsi bisogna cercare di capire cosa ha detto davvero". Grillo non voleva dire "che le cooperative comprano i voti, ma che le amministrazioni locali attraverso appalti e contributi gestiscono il consenso, esiste una commistione tra politica e affari delle cooperative che condiziona anche i voti".
...una sola
annotazione, a beneficio del cazzaro di Genova, e del castino di
Bologna: a Budrio, al 1° turno, il Mo' Vi Mento era in vantaggio su
tutti... vuol dire che aveva comprato bene? Poi, al ballottaggio, il Mo'
Vi Mento ha perso per 257 voti. Vuoi vedere che Grillo, con la sua ben
nota tirchieria, si è rifiutato di saldare i debiti fra primo e secondo
turno?...
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Giovanni Favia e quella commissione “da abolire”. Passo falso a 5 Stelle
Scritto da Paolo Ribichini il 26 giugno 2012 in Politica
“Una
commissione da abolire”. Così Giovanni Favia, consigliere regionale
emiliano del MoVimento 5 Stelle nel 2010 se la prendeva con la
commissione Regolamento e Statuto della regione. E come dargli torto:
istituita nel 2001 per riscrivere la carta fondamentale dell’Emilia
Romagna, doveva rimanere in funzione per 30 mesi. I lavori, invece,
durarono nove anni. Così, nel 2010 Favia chiedeva la sua abolizione. Ma i
suoi colleghi di Consiglio hanno preferito prolungare la sua durata di
altri cinque anni. Il motivo? “È necessario revisionare il Regolamento”.
Una commissione inutile.“Uno
spreco”, protestava Favia. E aveva ragione. La commissione ha un budget
di oltre 100mila euro l’anno, più spese di rappresentanza e un
emolumento maggiorato per il presidente che ha a sua disposizione due
dirigenti e un funzionario della Regione. Tutto questo per un lavoro
complessivo, scrive l’Espresso, di 30 ore nel 2011. Troppa fatica.
Alla ricerca di un posto di peso. Nel
2010 Favia ha perduto la sua battaglia. Eppure, quando venne eletto in
Regione con il MoVimento (che si aggiudicò il 7% dei consensi), il suo
peso politico non era ininfluente. Forse fece l’errore di puntare troppo
in alto. Infatti, prima chiese di far parte dell’ufficio di Presidenza
del Consiglio regionale senza successo. Ripiegò quindi sulla commissione
Bilancio. Chiese ma non ottenne la presidenza che fu data ad un
esponente del Pdl. E qui viene il bello.
Il premio di consolazione. Il
MoVimento, con il suo 7%, non poteva rimanere a mani vuote. Così, a
Favia fu offerto un premio di consolazione: la presidenza della
commissione Regolamento e Statuto, proprio quella commissione che Favia
voleva abolire. Ma il grillino non se lo fece ripetere due volte e
accettò. Oggi si giustifica: “accettai solo perché sono state aggiunte
deleghe fondamentali”. Quali? “Democrazia partecipativa” e “strumenti di
controllo”. Insomma, deleghe così fondamentali da far cambiare idea a
Favia. Ora sì che quei soldi sono spesi bene. Intanto il consigliere
grillino nel 2011 si è intascato ben 125.239,68 euro per i suoi servigi
in Regione senza rinunciare ai benefit previsti. “Io quei soldi in tasca
non me li metto. Il mio stipendio è di 2.700 euro al mese”, spiega. I
restanti soldi? Finiscono, a detta di Favia, ai vari comitati del
MoVimento. Insomma, le prime avvisaglie di una casta a 5 Stelle.
Fonte: Diritto di critica