domenica 24 giugno 2012

Giovanni Favia: così ggiovane, e già così castino a 5 stelle

Tuonava contro la commissione degli sprechi. Ma ora che è lui il presidente il grillino Giovanni Favia ci ha ripensato  

(di Silvia Cerami - l'Espresso)


Giovanni-favia1"Una commissione inutile, da abolire", attaccò Giovanni Favia, il primo consigliere regionale dell'Emilia Romagna del Movimento 5 Stelle, eletto nel 2010. Due anni dopo quella commissione non solo non è stata abolita ma a presiederla c'è proprio il grillino Favia. Con a disposizione due dirigenti e un funzionario, un budget annuale di oltre 100 mila euro, più eventuali spese di rappresentanza. Non manca, ovviamente, un emolumento mensile maggiorato per le incombenze del presidente, che nel 2011 ha incassato 125.239,68 euro. Tutto per guidare la commissione Regolamento e Statuto dell'Emilia Romagna: ben ventiquattro sedute in tutto il 2011, con una media di due al mese, quasi trenta ore all'anno di duro lavoro (...mezza settimana di lavoro di un normale lavoratore. Di quelli strenuamente difesi dal grillismo, of course... NdR)
Nata nel 2001 per riscrivere lo Statuto della Regione, la Commissione doveva durare trenta mesi, il tempo di approvare le modifiche statutarie. Trascorsi quasi dieci anni, nel 2010, la missione sembrava finalmente compiuta. E invece, dopo le elezioni regionali, venne di nuovo costituita, per altri cinque anni.

E pensare che Favia, appena entrato in Regione, aveva duramente attaccato questo spreco. Oggi che la presiede lui evidentemente ha cambiato idea. E così, per giustificarne l'esistenza è stato persino deciso di sottoporre il Regolamento a una revisione. Poi, chissà, a una revisione della revisione per l'eternità, sempre senza perdere gli emolumenti. (Silvia Cerami - l'Espresso)


Così ggiovani, e già così pieni di vizietti... Giovanni Favia: Grillo? a Budrio è stato Frà Inteso

Fra-intesoGrillo (quello 'de sinistra') a Budrio, contro coop e Pd. Legacoop minaccia azioni legali
"I voti li compra la mafia, non le cooperative. Chi fa affermazioni del genere sarà chiamato a risponderne". Con queste parole il presidente di Legacoop Gianpiero Calzolari ha annunciato azioni legali contro il leader del Movimento 5 Stelle Beppe Grillo, il quale a Budrio si è scagliato contro l’asse tra le cooperative e il Pd ("stanno comprandosi i voti"). Il Pd ha parlato di "inaudita violenza verbale" e ha chiesto al candidato grillino Antonio Giacon di prendere le distanze dal comico genovese.

E' arrivata tuttavia pronta la replica del consigliere regionale del Movimento Giovanni Favia: "Polemiche patetiche, Beppe voleva dire che sono i partiti a comprarsi i voti favorendo le cooperative". "Oltre che gratuita, si tratta di un’accusa infamante — ha rilanciato il numero uno di Legacoop Calzolari — magari non turberà l’esito del voto, ma è inaccettabile". I legali della centrale cooperativa vaglieranno al più presto forme e modi dell’azione legale contro Beppe Grillo.

Il candidato sindaco del Pd, Giulio Pierini, ha definito quelle di Grillo "affermazioni totalmente fuori dalla realtà budriese. Perché qui siamo a Budrio e certe cose nemmeno si dicono. I voti delle persone libere, quali sono tutti i budriesi, non sono in vendita per niente e nessuno". "Ci voleva questo comico finito — ha ironizzato il finiano Enzo Raisi — per capire che nella mia regione esiste un potere economico sociale che controlla tutto per cui non cambia mai il voto, ma va...".

"Beppe è un vulcano di parole - ha spiegato il consigliere regionale Giovanni Favia - ma prima di indignarsi bisogna cercare di capire cosa ha detto davvero". Grillo non voleva dire "che le cooperative comprano i voti, ma che le amministrazioni locali attraverso appalti e contributi gestiscono il consenso, esiste una commistione tra politica e affari delle cooperative che condiziona anche i voti".

...una sola annotazione, a beneficio  del cazzaro di Genova, e del castino di Bologna: a Budrio, al 1° turno, il Mo' Vi Mento era in vantaggio su tutti... vuol dire che aveva comprato bene? Poi, al ballottaggio, il Mo' Vi Mento ha perso per 257 voti. Vuoi vedere che Grillo, con la sua ben nota tirchieria, si è rifiutato di saldare i debiti fra primo e secondo turno?...

Fonte: Tafanus 

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Giovanni Favia e quella commissione “da abolire”. Passo falso a 5 Stelle

Scritto da il 26 giugno 2012 in Politica

grillini favia regione manifesto e1340657586214 Giovanni Favia e quella commissione da abolire. Passo falso a 5 Stelle 

“Una commissione da abolire”. Così Giovanni Favia, consigliere regionale emiliano del MoVimento 5 Stelle nel 2010 se la prendeva con la commissione Regolamento e Statuto della regione. E come dargli torto: istituita nel 2001 per riscrivere la carta fondamentale dell’Emilia Romagna, doveva rimanere in funzione per 30 mesi. I lavori, invece, durarono nove anni. Così, nel 2010 Favia chiedeva la sua abolizione. Ma i suoi colleghi di Consiglio hanno preferito prolungare la sua durata di altri cinque anni. Il motivo? “È necessario revisionare il Regolamento”.

Una commissione inutile.“Uno spreco”, protestava Favia. E aveva ragione. La commissione ha un budget di oltre 100mila euro l’anno, più spese di rappresentanza e un emolumento maggiorato per il presidente che ha a sua disposizione due dirigenti e un funzionario della Regione. Tutto questo per un lavoro complessivo, scrive l’Espresso, di 30 ore nel 2011. Troppa fatica.

Alla ricerca di un posto di peso. Nel 2010 Favia ha perduto la sua battaglia. Eppure, quando venne eletto in Regione con il MoVimento (che si aggiudicò il 7% dei consensi), il suo peso politico non era ininfluente. Forse fece l’errore di puntare troppo in alto. Infatti, prima chiese di far parte dell’ufficio di Presidenza del Consiglio regionale senza successo. Ripiegò quindi sulla commissione Bilancio. Chiese ma non ottenne la presidenza che fu data ad un esponente del Pdl. E qui viene il bello.

Il premio di consolazione. Il MoVimento, con il suo 7%, non poteva rimanere a mani vuote. Così, a Favia fu offerto un premio di consolazione: la presidenza della commissione Regolamento e Statuto, proprio quella commissione che Favia voleva abolire. Ma il grillino non se lo fece ripetere due volte e accettò. Oggi si giustifica: “accettai solo perché sono state aggiunte deleghe fondamentali”. Quali? “Democrazia partecipativa” e “strumenti di controllo”. Insomma, deleghe così fondamentali da far cambiare idea a Favia. Ora sì che quei soldi sono spesi bene. Intanto il consigliere grillino nel 2011 si è intascato ben 125.239,68 euro per i suoi servigi in Regione senza rinunciare ai benefit previsti. “Io quei soldi in tasca non me li metto. Il mio stipendio è di 2.700 euro al mese”, spiega. I restanti soldi? Finiscono, a detta di Favia, ai vari comitati del MoVimento. Insomma, le prime avvisaglie di una casta a 5 Stelle.

 Fonte: Diritto di critica