venerdì 22 giugno 2012

COME CREARE UN MOVIMENTO CARISMATICO

mercoledì, 14 dicembre 2011

(Regalati un Movimento Carismatico questo Natale)

Pastore

Un Movimento [o, meglio ancora, un Partito] Carismatico è un movimento i cui seguaci abbandonano l'ascolto del proprio intelletto per abbandonarsi al sentimento di adorazione nei confronti di un personaggio dotato di forte carisma, che li aiuta a mettere a tacere le proprie frustrazioni.

Creare un simile movimento non è naturalmente cosa semplice, ma molti ci sono riusciti: innanzitutto occorrono le condizioni favorevoli, cioè momenti di crisi da cui non si sa come uscire senza dolorosi sacrifici.

Fortunatamente oggi in Italia ci troviamo proprio in questa situazione, l'occasione buona per crearlo, purché si seguano poche semplici regole.

Faccio presente che essere in buona fede è all'inizio indispensabile, se si vogliono attirare quelle persone sensibili e motivate da ideali che con il loro attivismo garantiscono il successo dell'impresa.

Per questo quindi occorre che siate assolutamente digiuni di politica, sociologia e manchiate di tutte le altre cognizioni relative, ed anzi che allontaniate dal gruppo coloro che ne masticano, perché se non sono degli opportunisti abbandonerebbero il movimento, magari trascinando anche altri che li stimano.

Se non avete queste caratteristiche però, e magari siete addirittura specializzato nel condizionare le masse, non disperate, è sempre possibile trovare qualcuno che le possieda e sia abbastanza facilmente manovrabile, basta fornirgli un supporto economico o di conoscenze, tale da renderlo poi dipendente da voi.

Come fate a capire di aver avuto successo? E' molto semplice, per incominciare incominciate a passare sotto silenzio alcuni dei punti forti della prima ora, poi affermate il contrario di quanto avete detto tempo prima e guardate se il numero dei seguaci, anche se un po' mugugnanti, non decresce di molto.


Iniziando, non pensate a Bossi che ha portato i suoi dal lancio di monetine al capo del partito degli affari all'alleanza con il suo ben peggiore erede, o dalla meritocrazia all'elezione del trota, cominciate da piccole cose, fate passare ad esempio il ruolo degli eletti da “portavoce del popolo” ad indipendenti dagli elettori [questo fra l'altro rende molto più semplice renderli dipendenti] oppure se ai tempi avete posto lo sviluppo fra i vostri obiettivi ed il vento è cambiato, dimenticatevene e parlate di decrescita.

Anche se, devo dire, credo rimanga insuperabile il modello del buon Benito, che è riuscito a portare i suoi seguaci dall'estrema sinistra all'estrema destra, dall'anticlericalismo al clericalismo, dal pacifismo alla morte in guerra.

Ma veniamo alle istruzioni: Innanzitutto occorre un

  1. NEMICO

    Dato che il movimento, come già detto, nasce in un periodo di crisi è semplicissimo trovare qualcosa da criticare, sia a torto che a ragione, ma bisogna fare di più, criticare tutto e tutti perché nessuno pensi che ci sono alternative. [Non avrai altro dio al di fuori di me]. Perché ovviamente anche all'interno degli altri movimenti/partiti/coalizioni ci si è accorti che molte cose non vanno e la critica nasce pure al loro interno, a volte spontaneamente, a volte strumentalmente, nella speranza che gli elettori anziché abbandonare il partito si appassionino al dibattito interno e pensino di combattere l'attuale potere votando per l'opposizione interna [Bossi e Maroni all'interno della Lega / Pro e contro B nel PDL, Rottamatori e Bersani nel PD,...].

    E' quindi fondamentale affermare che gli altri sono tutti uguali, e che solo gli aderenti al movimento sono differenti, anzi, superiori, cosa che naturalmente fa sempre piacere, soprattutto a quelli che la vita di tutti i giorni tende a mostrare il contrario. Anche questo non è difficile, basta drammatizzare quelle due o tre cose in comune e tacere delle altre cento differenze.

    Ma tutto ciò è reso infinitamente più semplice se si individua il nemico: a questo punto il sentimento si accanisce contro questo mostro e, soprattutto, giustifica ogni azione intrapresa nei suoi confronti, si ripete il sollievo provato dalle masse una volta individuati gli untori.

  2. GENERICITA'

    Questo è un punto importantissimo: se all'inizio le persone accorrono per un ideale si legheranno a questo e se un domani il capo carismatico vorrà cambiare direzione verrà abbandonato. Occorre quindi proporre qualcosa di alternativo, di assolutamente generico ed ecco quindi il Cambiamento: chi è contrario alla corruzione penserà ad un mondo incorruttibile, chi odia la disuguaglianza penserà ad un mondo di uguali e così via, in modo che ognuno pensi che il movimento soddisferà il proprio personale ideale.

    Il cambiamento ha inoltre un altro vantaggio: questa parola agisce nel conscio o nell'inconscio suggerendo che il cambiamento lascerà dei posti liberi e nessuno sarà più degno di occuparli dei membri del movimento che tanto si sono dati da fare per cambiare chi li occupava precedentemente.

    Purtroppo da qualche centinaio d'anni il mondo è diviso fra chi privilegia l'individualismo ed il concetto di responsabilità personale e chi invece la collettività ed il concetto di solidarietà. Poco male, basta affermare di non essere né di destra né di sinistra e così si è liberi di non essere giudicati alla luce di quei concetti e si possono accogliere persone provenienti da entrambe le ideologie.

    Il tutto corredato da un insieme di slogan generici di cui buona parte degli adepti non afferra bene il significato, da “padroni in casa nostra” a “uno vale uno”, a “Roma ladrona” e così via.

  3. IL MITO

    Naturalmente qualcosa occorre proporre per attuare il cambiamento, per risolvere la crisi che permette di creare il movimento, e questo qualcosa deve diventare un mito, qualcosa su cui non ci si interroga ma si accetta come dato di fatto.

    Gli uomini sono per pigrizia portati a desiderare la panacea, la soluzione di tutti i problemi che non richieda indagine, impegno, in una sola parola, che non richieda fatica. Ed occorre riproporla in tutte le salse, ripetutamente, in modo che nessuno si accorga della sua superficialità.

  4. ELIMINAZIONE DEL DISSENSO

    L'eliminazione del dissenso è fondamentale, perché nulla come il dissenso allena quel cervello che noi vogliamo atrofizzato e sostituito dal cuore.

    Il dissenso nasce principalmente da due tipologie di persone: ci sono coloro che si accorgono delle pecche del movimento e cercano di porvi rimedio, e coloro che si accorgono che il movimento si discosta da come era per muoversi verso obiettivi diversi da quelli dichiarati.

    Contro i primi bisogna utilizzare l'argomento dell'eccesso di teoria, del voler cercare il pelo nell'uovo... mentre è facile accusare i secondi di radicalismo. Le accuse di coltivare interessi personali, o di voler coltivare il proprio io sono sempre efficaci.

    Generalmente le persone che si vedono escluse e vedono ignorato tutto ciò che dicono se ne vanno da sole, altrimenti c'è la soluzione dell'espulsione dal movimento.

    Occorre tener presente che la maggior parte delle esclusioni avviene all'inizio ed alla fine del movimento, perché dopo un po' tutti capiscono l'antifona ed alla fine perché chi ha intuito come finirà si agita.

Utilizzando queste semplici quattro regole sono molti i movimenti che hanno avuto successo, come dimostra la tabella di seguito riportata: provateci anche voi!

Tabella

di Penta

Fonte:  Anticasta