domenica 17 giugno 2012

Qualche veloce considerazione sull’elettore


Non voglio fare un post chilometrico su un argomento così dibattuto, però voglio pesare le ragioni degli astensionisti e di coloro che, in un modo o nell’altro, vanno a votare.

I ‘votazionisti’

Direi dati alla mano che il 50% di chi andrebbe a votare oggi ci andrebbe per inerzia, cioè sa già che moltissimo di quello che vorrebbe che fosse realizzato non verrà realizzato, d’altro canto spera che quella mezza cosa che faranno per loro possa bastare a cambiare in meglio la loro situazione.


Un buon 15-20% (presumibilmente molte persone anziane) secondo me voterebbe in maniera abbastanza convinta perchè pensa che la politica sia ancora un pelino candida e ha tradizione di voto di quel tipo. Coloro che aderiscono a questo profilo fanno parte dei cosiddetti ‘convinti’.

Il rimanente 30-35% è composto dai cosiddetti ‘incerti’, di due tipi: quelli ‘schifati’, e quelli ‘boh non seguo molto la politica, ma quello l’ho visto in tv e mi pare una persona seria’.

Gli ‘astensionisti’

Questa categoria copre una fetta di elettori sempre più alta, per ovvi motivi. Direi che sono tutti compatti nel voler mandare a casa l’intera classe dirigente esistente in stile ‘gandhiano’.

Domande e risposte

  1. Perchè votare il criminale meno cattivo? Perchè forse qualcosina fa.
  2. Perchè non votare i due criminali? Perchè sono cattivi e danneggiano sempre di più il Paese.
Perchè un votazionista pur concordando sulla risposta al quesito 2 va a votare? Perchè teme che quelli che votano il criminale più cattivo vincano.Perchè un astensionista pur concordando sulla risposta al quesito 1 non va a votare? Perchè ormai ha iniziato un percorso e con coerenza vuole proseguire, sperando che sempre più gente si aggreghi alla sua lotta.

Bisogna sottolineare che in molti, sia tra gli astensionisti sia tra i votazionisti, c’è l’intimo desiderio che arrivi una specie di Messia che si candidi con l’obiettivo di far man bassa di consensi e salvare il Paese. Il problema è che questo Messia non arriva mai: molti giurano sul fatto che Beppe G. sia il Messia e tengono duro, ciascuno con la propria strategia, in attesa che si decida e si candidi.

A mio modo di vedere Beppe G. da questo punto di vista è un’illusione, un ologramma molto convincente ma sempre un ologramma. Occhio! Un merito Beppe G. ce l’ha! In maniera quasi involontaria sta creando un movimento d’opinione, con gente che ha ancora qualche rimasuglio di coscienza critica. In parte questo movimento è organizzato sotto forma di gruppi Meetup, ma ho ancora l’impressione che siano in una fase embrionale per poter incidere veramente. 

Riusciranno costoro a staccarsi dal legame ideologico grilliano, ad allargare il raggio delle loro azioni fino a coprire temi censurati dallo stesso Beppe G.? Se e quando si decideranno a fare politica porteranno alla luce il vero problema del Paese: il legame banche-classe dirigente che logora gli interessi dei cittadini? 
[Nota: O per meglio dire la subordinazione della politica all'economia, vero e proprio caposaldo del sistema capitalista e della sua ideologia (ben rappresentata dal governo tecnico Monti)]

Fonte: Oriefeiro