24 giugno 2012

- E’ successo che ieri, sabato, è comparsa sul blog di Beppe Grillo (il blog più visto in Italia e organo ufficiale del M5S) un banner che riportava a una notizia relativa a un’iniziativa di Forza Nuova (organizzazione della destra estrema xenofoba) in Puglia.
- E’ successo che poco dopo in rete siano iniziate a circolare foto della Home page del
- blog di Grillo che documentavano il fatto.
- E’ successo che per almeno 6 ore la notizia fosse ben visibile sulla Home.
- E’ successo che il Corriere.it facesse un piccolo pezzo sulla vicenda.
- E’ successo che anche altri iniziassero a segnalare la vicenda.
- E’ successo che su tutti i social network (Facebook e Twitter) esplodesse il caso Grillo che pubblicizza Forza Nuova.
- E’ successo, in passato molto recente, che Forza Nuova non abbia mai nascosto le sue simpatie per M5S e Grillo e che in più riprese pubblicamente abbia offerto una sorta di alleanza su alcuni temi (uscita dall’euro e non cittadinanza per i cittadini stranieri e i figli nati in Italia dei cittadini stranieri).
- E’ successo che in molti abbiano inevitabilmente collegato queste dichiarazioni recenti di Forza Nuova con l’evidente pubblicità alla stessa organizzazione di ultra destra comparsa ieri sul blog di Grillo.
- E’ successo che dopo ore, e dopo che ormai tutta la rete era invasa dalla notizia, l’aggregatore Tze Tze (gestito e di proprietà della Casaleggio associati che è la stessa società che gestisce il blog di Grillo) che era la fonte del banner ripreso dal blog di Grillo, abbia rimosso dalle sue pagine la notizia relativa cancellandone ogni traccia.
- E’ successo che invece della solita ondata in rete di commenti e attacchi e urla su “complotti” contro Grillo e il moVimento (a cui ci hanno abituato da tempo) i simpatizzanti di M5S e i militanti della stessa organizzazione politica siano stati praticamente in silenzio.
- E’ successo che una testata giornalistica, e solo lei, abbia invece lanciato anatemi contro la “bufala” con fantasiose ricostruzioni di come erano andati i fatti. Sto parlando di Giornalettismo.it
Ecco qui come apriva ieri attorno alle 21 e con una news pubblicata
immediatamente dopo la scomparsa della notizia sia su Tze Tze e il blog
di Grillo.
Qui potete trovare il pezzo nella sua interezza.
Segnalo, prima di analizzarlo, che solo questa mattina
in testa all’articolo è comparsa questa nota dell’EDIT
Su questa nota dell’Edit torneremo poi.
Andiamo a vedere la tesi di Giornalettismo. No potendo negare
l’evidenza della pubblicità si fanno due operazioni. Con la scusa che
l’immagine pubblicata da Corriere.it, Giornalettismo ne pubblica
un’altra per poter affermare e dimostrare che si la pubblicità c’era sul
sito di Grillo, ma che la resposnabilità di quell’increscioso incidente
era da imputare solo al circuito di annunci pubblicitari di google
adsense, ovvero che quello di Forza Nuova fosse un banner del circuito
google. E, ripeto, pubblicano un’altra immagine della home page di
Grillo di cui mostro qui sotto un dettaglio preso direttamente dalla
pagina di Giornalettismo.

Vorrei che notaste come l’immagine sia inserita (ho mantenuto anche
elementi grafici per aiutarvi a comprendere di che cosa stiamo parlando)
e come in particolare sia stato tagliato il banner da Giornalettismo.
Banner che sulla Home di Grillo invece appariva così:

La differenza c’è ed è enorme e sostanziale. Giornalettismo taglia la
parte inferiore del banner che riporta due dati fondamentali. Il primo,
che si tratta di un link aggregato e non di un banner e che il link
proviene dall’aggregatore Tze Tze (di proprietà e gestito da Casaleggio
associati che è la stessa società che gestisce il blog di Grillo e che
fa riferimento a un sito di informazione che si chiama
Statoquotidiano.it). E il taglio, così chirurgico, che fa Giornalettismo
dell’immagine è assolutamente fantasiosa, ovvero quella che si
trattasse di una inserzione di google adsense. E vediamo come la
spiegano questa fantasiosa versione:

Sommiamo il taglio che se non fatto avrebbe clamorosamente smentito
la tesi di google adsense a quella stringa del link all’ads di google
inserita, fra l’altro monca e come immagine e non come link, senza
alcuna spiegazione e solo per rafforzare la tesi proposta come
disvelamento di una bufala da parte di giornalettismo e ci troveremo
davanti (se non alla costruzione di una bufala vera e non presunta) a un
goffo tentativo di fare una forzatura e farla bere ai lettori.
Ovviamente non è andata così. La forzatura era talmente sfacciata e evidente che commenti, probabilmente telefonate e mail, hanno costretto Giornalettismo a correre ai ripari. E come lo fanno? Prima con quell’Edit sopra indicato e poi con la contempranea pubblicazione di un altro articolo questa mattina sull’argomento.
Questo:

Qui potete leggere l’articolo nella sua interezza.
Oltre al titolo fuorviante che si riferisce a una “brevina”
sull’edizione cartacea di questa mattina de Il Fatto che riporta
semplicemente la notizia senza neanche commentarla come è evidente da
questa immagine.

è interessante che si sia deciso di fare un secondo articolo per far
finta di commentare la presunta presa di posizione de Il Fatto (perché
se questa è una presa di posizione io mi chiamo Gengis Khan) e invece
dedicare tutte le conclusioni a ribadire la posizione del presunto
complotto contro Grillo e a fare una timida e nascosta ammissione del
falso pubblicato la sera precedente a distanza, nascondendo la bufala
messa in rete appellandosi a un “erroneamente” che è degno del miglior
Bonaiuti dei bei tempi andati in affanno per tamponare i “pazziamenti ”
del capo.
Ecco qui infatti la chiusa del secondo pezzo:

pregherei di notare la rettifica fra parentesi
L’occasione è propizia quindi per ricordare (a parte che erroneamente avevamo segnalato il “banner” come pubblicità adsense) che…
Tutto qua? Ricordo però, però, che nello stesso tempo si era
pubblicato un edit sull’altro pezzo che invece confermava (cito “A parte
che nella foto che si vede qui mostra tutt’altro” in bel neretto perché
sia chiaro al lettore) la versione fantasiosa di adsense come
responsabile della casuale comparsa della pubblicità di Forza Nuova sul
blog di Grillo.
E poi. Invece che ammettere e ben in vista la colossale panzana che
avevano pubblicato la sera precedente e chiedere scusa ai propri lettori
(ricordo che Giornalettismo è una testata giornalistica, ha una
redazione, ha un direttore e ha una proprietà e una legittima politica
commerciale e non si tratta invece di un blog autorevole o meno) questo
tempio di buon giornalismo che fa? Nega, prima, poi rilancia e sposta
l’attenzione su un altro fronte, affermando che Tze Tze è un aggregatore
automatico come Digg o OkNotizie e che chiunque può inserire notizie
liberamente (poi smentendosi da soli con la frase “Giornalettismo, ad
esempio, a causa probabilmente dei tanti articoli critici nei confronti
di Grillo, non può essere aggregato”) e che quindi non c’è nessuna
responsabilità dell’”incidente” avvenuto ieri sul blog di Grillo né da
parte di chi gestisce il blog più letto in Italia né da parte di chi
gestisce Tze Tze che solo “casualmente” sono quelli della Casaleggio
associati in entrambi i casi.
Mentre è contemporaneamente evidente che le notizie su Tze Tze siano
sottoposte a una rigida amministrazione, che siano filtrate e
“posizionate” attraverso una gerarchia in home page curata dalla
redazione del sito. Fatto dimostrato anche dalle recenti modifiche alle
regole di pubblicazione che in precedenza prevedevano che le notizie
fossero inserite manualmente e che andassero in home attraverso un
meccanismo cronologico automatico e che vi rimanessero poi anche grazie e
soprattutto grazie ai “likes” che venivano espressi su quel link nelle
pagine su Facebook. Come invece succede in aggregatori non “moderati”.
Quindi anche qui la tesi di Giornalettismo va a farsi benedire.
Quindi ci troviamo alla riproposizione di una bufala per coprire la
brutta figura di un’altra bufala smascherata.
Non entro nel merito della scelta di Casaleggio di aver dato per
quasi un’intera giornata tale visibilità a Forza Nuova sia su Tze Tze
che soprattutto sul blog di Grillo. Non mi interessa in questo articolo
fare una valutazione politica.
Ritengo però richiamare quelli di Giornalettismo su un fatto. La rete
non perdona. Soprattutto chi ha la presunzione di manipolarla e
controllarla. La stessa valutazione che avevo fatto per M5s pochi giorni fa.
Fonte: Pietro Orsatti