lunedì 25 giugno 2012

Ancora su Grillo e Anonymous

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Non sono sicuro, ma mi pare sia esistito un tempo in cui si cercava di conservare una moralità almeno di facciata. Volendo vedere il bicchiere mezzo pieno, il tentativo di un tempo oggi ormai naufragato potrebbe essere visto come  un riscatto da una certa ipocrisia. Dunque, bicchiere mezzo pieno. O ipocrisia ribaltata e ugualmente ipocrita. Ognuno giudichi.

Qualche giorno fa il blog con cui la Casaleggio Associati esterna a scopo di lucro sotto le spoglie dell’ex comico Beppe Grillo fu oscurato da qualcuno che, a quanto pare, si spacciò per inviato di Anonymous, un gruppo di cui confesso di aver ignorato l’esistenza fino, appunto, all’evento.

Nelle motivazioni con cui si giustificava l’attacco veniva inserita anche la porcata del microscopio, quell’impresa ignobile di cui Grillo è artefice o, più probabilmente, solo complice perché lui fa quello che gli dicono di fare senza preoccuparsi troppo e di certe cose, morale in testa, non ha nozioni né ha interesse ad averne, non producendo quelle né applausi né palanche.

Ora pare che chi ha bloccato per qualche ora il sito, sottraendolo a chissà quanti lucrosi ingressi, non sia l’Anonymus ufficiale e, anzi, abbia agito da ribelle motu proprio, infrangendo così le regole del gruppo che prevedono la complicità con Grillo ricco del suo bagaglio di porcherie. Del resto, Casaleggio-Grillo lo disse subito: quello non è Anonymous.

E, allora, che ti fa l’Anonymous vero, il “collegio anziano”, sempre nascosto nel suo non proprio coraggioso anonimato? Ti condanna, cacciandoli con ignominia, coloro i quali hanno deviato dalla linea asserendo che le motivazioni  comparse nel testo dell’oscuramento erano - cito verbatim – “risibili, infondate e difficilmente verificabili.

Non entro nel resto, ma aggettivare così l’impresa del microscopio che faceva parte della denuncia dei “ribelli” mi pare a dir poco idiozia pura.

Cari signori di Anonymous, vi ricordate i personaggi che se la ridevano leccandosi i baffi, pensando a quanti soldini avrebbero potuto intascare mentre L’Aquila crollava? Beh, voi siete esattamente identici a quelli. Le vostre risate accompagnano morti non proprio allegre, malattie dolorose, malformazioni fetali e un po’ di altre condizioni che vi risparmio per non toglievi il buonumore.

Veniamo all’infondatezza e alla non verificabilità. Se qualcuno di voi ha voglia di mettersi sulle tracce del microscopio proditoriamente sottrattoci, lo troverà da un anno a Pesaro non proprio in un turbine di attività, dopo un anno e mezzo del tutto sabbatico ad Urbino. Se, poi, volete fare un salto al tribunale di Reggio Emilia dove si sta discutendo da un anno il problema (la sentenza definitiva arriverà, come usa da noi, tra qualche decennio quando non servirà a nulla), forse qualche fondamento lo troverete, così come lo potrete verificare andando a contare le deleghe all’Associazione Vita al Microscopio perché si procedesse legalmente, deleghe firmate dai donatori che si sentono gabbati, quelli cui fu raccontato (che risate!) che il denaro raccolto era per dotare di un microscopio elettronico i dottori Gatti e Montanari mentre della sua vera destinazione non si fece mai parola. Questo in modo che forse incontrerà i gusti vostri e dei grillini su cui la cura Casaleggio ha avuto successo.

Naturalmente io non so chi siate voi, anonimi di Anonymous, ma mi fate davvero una pena infinita. L’unica cosa che vi posso augurare, da uomo ormai vecchio, è quella di non capitare mai nelle grinfie di personaggi come il ragionier Giuseppe Grillo e di non leggere mai, a contorno delle non certo impossibili sofferenze vostre o delle persone che, se ne siete capaci, amate, infamie come quelle di cui vi state macchiando con quegli aggettivi.

Fonte: Stefano Montanari


Un commento:

Quanto ho scritto sull'argomentoGianluca Bracca 2012-06-18 16:34
 
Lo scippo del microscopio avallato e pubblicizzato da Grillo e operato dalla Bortolani Onlus, è, secondo la congrega di Anonymous più vicina al comico genovese:

*) risibile (alla faccia di tutti i malati, i bambini nati malformati, i militari con il cancro, le popolazioni che vivono o vivranno all'ombra degl'inceneritori, centrali a biomasse, etc...);
*) infondato (allora il microscopio è sempre rimasto nel laboratorio modenese e mai s'è spostato da lì, ad esempio per una gita ad Urbino o presso l'ARPAM di Pesaro, che ora, a quanto pare, ne avrebbe in dotazione solo un ologramma [www.vitalmicroscopio.net/]);
*) difficilmente verificabile (un po' come verificare la presenza d'acqua su Marte: operazione ai limiti dell'impossibile per le capacità tecnche e intelletive dell'homo anonymous/homo grillicus. Certo, una passeggiatina a Pesaro o a Modena è "difficilmente attuabile" stando seduti davanti ad una tastiera, rigorosamente anonima).

La questione cammina lentamente in tribunale [www.vitalmicroscopio.net/azione-legale/], ma visti i tempi italici della giustizia è una chimera sperare che il prezioso strumento acquistato con una raccolta fondi popolare (alla quale Grillo partecipò con 36.000€, ampiamente ricoperti da decine e decine d'interventi nei suoi show dello scienziato Stefano Montanari [www.stefanomontanari.net/sito/images/pdf/grillo_microscopio.pdf]) e destinato esclusivamente alla ricerca sulle NANOPATOLOGIE [www.nanodiagnostics.it/Nanopatologie.aspx], possa tornare nelle mani in cui i donatori l'avevano messo:

- la Dott.ssa Antonietta M. Gatti, recentemente insignita di un'altissima onorificenza internazionale: the best of the best scientists in the world, Fellow dell’International Union of Societies for Biomaterials Science and Engineering [www.vitalmicroscopio.net/2012/06/intervista-alla-dott-ssa-antonietta-gatti/];

- il Dott. Stefano Montanari, direttore scientifico del laboratorio modenese Nanodiagnostics (tra i primi 100 in Europa per ricerca di altissimo livello), nonché grande divulgatore scientifico con all'attivo centinaia di conferenze [www.google.it/search?hl=it&q=conferenza+stefano+montanari] che hanno aperto gli occhi a numerosi cittadini circa i rischi derivanti dal falso mito dell'incenerimento e, più in generale, dell'inquinamento del nuovo millennio, più subdolo e pericoloso di tutti precedenti: le NANOPOLVERI.

Ridicoli, disinformati e sinceramente penosi questi ragazzotti di Anonymous, sia nel goffo tentativo di bloccare il blog Beppe Grillo (che resta comunque colpevole di molte malefatte VERIFICABILI e DOCUMENTATE [www.stefanomontanari.net/sito/images/pdf/grillo_microscopio.pdf]) che del successivo comunicato di espulsione degli autori dell'attacco.

Ancor più penosi, per disinformazione , coloro che ne avallano i contenuti ("motivazioni risibili/infondate/difficilmente verificabili") ignorando o facendo finta di ignorare la realtà dei fatti.
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ANONYMOUS VS GRILLO - LA TESTIMONIANZA DI CHI HA FATTO L'ATTACCO

«Vi racconto tutta la verità sull'attacco
di Anonymous al blog di Beppe Grillo»

Parla l'hacker che ha bloccato il sito del leader del M5S. «Volevo capire perché la sua banda sia così limitata»

L'immagine del comunicato postato sul blog ufficiale di Anonymous 
Italia poi rimosso 
L'immagine del comunicato postato sul blog ufficiale di Anonymous Italia poi rimosso
A distanza di più di una settimana dall'attacco di Anonymous al blog di Beppe Grillo non si fermano le polemiche all'interno della comunità di hacktivist. Chi ha effettivamente bloccato il sito del leader del Movimento Cinque Stelle ha deciso di raccontare la sua versione dei fatti. «Credo che sia venuto il momento di fare chiarezza su quanto accaduto dopo una settimana di dichiarazione sconcertanti da parte dei referenti di Anonymous italy», spiega l'Anonymous italiano protagonista dell'attacco a Grillo.

CHAT E BOTNET - «L'attacco non è nato come un'operazione di Anonymous, bensì come un test per una botnet privata (ossia come un esperimento per verificare quanto poco ampia sia la banda di uno dei siti più frequentati al mondo)», spiega l'hacker. Niente intento politico dunque e nemmeno un'operazione su larga scala come quelle portate avanti contro il Vaticano, Equitalia o Trenitalia.

L'attacco viene però rivendicato con un comunicato sul blog ufficiale in cui Grillo viene accusato di varie cose, tra cui di aver fatto il saluto romano e di inquinare il mare della sua barca.

«Alcuni membri del gruppo Anonymous italy, dopo avere appreso la notizia che il sito di Grillo era caduto hanno concordato tra loro un comunicato attribuendosi la paternità dell'accaduto e puntando sul sito in questione un' altra botnet», continua l'hacktivist che afferma di far parte del movimento da alcuni mesi.

Tutto pare dunque procedere per il meglio e tutti paiono d'accordo. Anonymous infatti è un movimento abbastanza anarchico, in cui si discutono e si decidono le operazioni nelle chat e nei canali delle varie crew, dove più o meno chiunque può entrare dopo aver dimostrato la sua buona fede.

LE REGOLE - «Tra l'enorme soddisfazione e goliardia per l'accaduto dei partecipanti alla discussione (tutti operatori del canale principale #italy) in un canale privato del server, intorno a mezzanotte entra uno degli "old anon", uno dei membri più anziani che di propria iniziativa cancella dal blog il comunicato e bacchetta i presenti. Il motivo? L'attacco non ha rispettato l'etica di anonymous perché il blog di Grillo veniva considerato come un media».

Tra le poche regole del movimento, infatti, c'è quella di non colpire i siti di informazione perché Anonymous combatte la censura. Per molti utenti però il blog di Grillo non è un sito di informazione ma il megafono di un politico "diventato ormai come gli altri"».

IL CAPRO ESPIATORIO - L'hacker continua il suo racconto e spiega come si sia creata una spaccatura all'interno del movimento: «Tra lo stupore generale uno degli utenti, definito anche uno degli operatori più attivi del gruppo, decide di lasciare Anonymous Italy schifato da come il singolo parere di un membro anziano possa far cambiare idea ad altri anon. Per quanto mi riguarda spero che i membri anziani riescano a riportare ordine nel movimento evitando iniziative personali e diffondendo notizie non vere».

Nessuna espulsione, dunque. Piuttosto defezioni e contrasti. Ma non è finita. «Tra i pareri discordi qualcuno ha avuto l'idea di attribuire l'attacco ad una sottocrew di Anonymous, non molto conosciuta, per ripulire l'immagine del gruppo madre. E, dopo ore di dibattiti, è stato deciso di rinnegare l'operazione e di addossare la colpa a una sotto crew (un sottogruppo) di cani sciolti. Ma le cose non sono andate così».

Sia quel che sia una cosa è certa: l'attacco a Grillo ha creato un blackout all'interno del movimento. E non solo. All'interno della rete sembra essere partita una guerra per chi deterrà il controllo dei gruppi di hacktivist. Resta da vedere chi vincerà questa lotta.

Marta Serafini
 
18 giugno 2012

Fonte: Corriere.it 

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Grillo contro “Anonymous”, ma prima li esaltava


Beppe Grillo non ci sta. Dopo essere stato preso di mira da Anonymous, che gli ha oscurato il blog, si è schierato contro il gruppo di hacker, rei di nascondersi dietro l’anonimato (buongiorno!): “Metteteci la faccia”, ha sentenziato. Lo ha fatto attraverso un post sul suo sito, scritto da un utente esterno, ma che è evidentemente condiviso dall’ayatollah del Movimento 5 Stelle.

Eppure, solo quattro mesi or sono, esaltava le loro azioni: “Il sito della CIA è stato messo fuori uso da Anonymous. E’ un vaffanculo al Potere, ma anche un avvertimento. Nessuno è al riparo dalla Rete.  La Rete contro il Sistema, il Sistema contro la Rete. E’ l’inizio della World War Web”. Era il 12 Febbraio 2012.

Avevi ragione, Beppe: “In rete non puoi dire cazzate perché ti smentiscono subito”. Profetico.

P.S. Sono sicuro che Enzo Di Frenna, blogger de Il Fatto Quotidiano, velocissimo a trovare le contraddizioni opportunistiche (a suo dire) di Nichi Vendola sull’ex comico genovese, sarà fulmineo anche questa volta. “Allora diciamo la verità: Vendola è un’opportunista della politica italiana. Uno dei tanti. Ma c’è  una grande novità nell’Italia odierna: la memoria della Rete. Un archivio dove non sparisce nulla. E alle prossime elezioni – amministrative e politiche – molti cittadini ricorderanno”. Vai Di Frenna, sei tutti noi!