mercoledì 20 giugno 2012

IL BERLUSCONI-GRILLO PENSIERO

lunedì 30 aprile 2012


di Aurelio Mancuso

Il fenomeno Grillo è speculare al ciclone Berlusconi, molte delle pose mediatiche identiche, scelte tattiche comunicative sovrapponibili, linguaggi volgari mischiati a pseudo alti valori etici in ogni discorso pubblico. 
Se Berlusconi ha il tarlo delle giovani e giovanissime donne, Grillo trascende sui gusti sessuali altrui, per esempio colpendo in diversi comizi Nichi Vendola. I due personaggi, ricchi perché si son fatti da soli, hanno solo un elemento di sfasatura: il primo è diventato un politico che aspira anche a far ridere, il secondo è un comico che tenta di diventare un politico. 
Niente di loro ha il sapore della politica vetusta dei partiti classici, persino di quelli personali, perché le loro figure non si possono paragonare a Di Pietro o a Fini, Grillo e Berlusconi, sono due prodotti della pura pubblicità. 
E’ sublime oggi vedere Santoro, Formigli, Travaglio, Guzzanti e altri, farsi attorno alla figura di Grillo essendo stati strenui e in alcuni casi imbarazzanti, anti berlusconiani. D’altronde la sinistra televisiva è talmente ghiotta di favole, che quando non ne riesce a produrre, si alimenta di quelle altrui. 
Fa tenerezza costatare, che non vedano, questi guru della comunicazione sinistra e populista, che il format Grillo è identico a quello di Berlusconi, che cambiano i fattori, ma il risultato non cambia: entrambe agognano la distruzione dello Stato italiano.

In fondo a questi bontemponi sempre più a sinistra degli altri e sempre lì a lanciar anatemi, sta bene lo sfascismo popolano di Grillo, che li usa come gli pare, se ne gode tutte le inutili genuflessioni. 
Grillo spacca il video con un prodotto che dal punto di vista dell’originalità è zero, nel senso della qualità poca roba, ma il suo personale di ricco comico che arringa le folle come in un sempre verde spettacolo di cabaret, supera tutto, persino le solenni celebrazioni della liturgia delle antiche famiglie politiche. 
Beppe è irresistibile, sembra uscito da uno spot anni ’60 della tv in bianco e nero, con quel suo faccione tra il malinconico e lo sfottò, fa empatia, t’ingombra quei secondi di attenzione necessari per farti rimanere fissi i suoi vaffa che riassumono con grande sapienza tutto il qualunquismo così amato dagli italiani. 
Il suo genere si confronta, come quello di Berlusconi, con i dinosauri di una classe politica consunta da decenni di potere disastroso, arrogante, consolatorio, che ha saputo rendere opache anche le sue espressioni sociali più alte che hanno operato per il bene comune. 
Berlusconi ha saputo devastare senso comune, rispetto dei ruoli istituzionali, regole, uscendone però travolto, forse consapevole che lui stesso è stato usato dai poteri veri, che lo hanno assecondato, gli hanno dato gli strumenti legislativi per impadronirsi della tribuna mediatica, e poi, quando non era più funzionale seppellirlo nel ridicolo.

Grillo ha una marcia in più, sbagliano i partiti a riferirlo alla già superata anti politica, lui è l’@politica, per questo non ha necessità di superare soglie di consenso elettorale. L’@politica nasce dalla comicità populista già negli anni ’80, si è lentamente ma scientificamente espansa nella rete, ha fatto dell’esclusione tv la sua forza, e ora la tv la insegue, la pone sul trono e la adora e la odia. 
Tutti i senza parola, i senza volto tv si riconoscono con il rancore di Grillo- Santone, e non gliene importa un fico secco se il Movimento 5 Stelle è un corpo estraneo alla democrazia formale, se il comico detiene la proprietà del simbolo, espelle chi gli pare senza dover dare spiegazioni, non è in questo modo che i partiti che hanno goduto di un abnorme finanziamento pubblico, potranno fermare il default di affidabilità in cui si sono cacciati. 
Berlusconi, Bossi, Grillo sono un virus che una volta introdotto non si ferma perché il sistema operativo lo riconosce e tenta di combatterlo; il virus si alimenta di tutti i difetti dell’hardware e del software e vi permane. Basta ascoltare per intero i comizi apparentemente sconclusionati di Grillo per comprendere che i file sono bacati, ma viaggiano assai bene tra i Wi-Fi e le sinapsi dei popoli virtuali e in carne e d’ossa. Soluzioni? Computer nuovi, sistemi operativi inediti, robusti programmi.