12 gennaio 2012
Massimo Lizzi
Massimo Lizzi
Alla domanda postagli dal vicepresidente di CasaPound «Sei antifascista?», Beppe Grillo risponde che non gli compete, che il M5S è ecumenico, che «è come chiedere se sei razzista o antirazzista, sono domande che non hanno risposta». Almeno, non da parte sua.
Eppure la risposta può essere ovvia.
Sono antirazzista perchè gli uomini sono tutti uguali.
Sono antifascista perchè sono contro il ducismo, il militarismo, il nazionalismo, il partito unico, il razzismo, l'uso della violenza per eliminare gli oppositori politici.
Questo fascismo non è una definizione astratta. E' la storia del regime fascista. E' la pratica politica dei fascisti negli anni '60 e '70. E' l'assalto alla scuola Diaz e le torture di Bolzaneto, dove ai reclusi si faceva cantare faccetta nera e baciare la foto del duce.
La democrazia italiana, con tutti i suoi limiti e le sue imperfezioni, è nata nella lotta contro il fascismo e sempre nella lotta al fascismo si è salvaguardata ed ha vissuto la sua stagione migliore, dopo la sconfitta del governo Tambroni.
Per converso, la democrazia italiana ha smesso di evolversi ed ha iniziato a declinare quando l'antifascismo si è ridotto prima a celebrazione, poi ha cessato di essere una discriminante nei rapporti politici, ed è stato infine ribaltato nella lettura storica del revisionismo, fino al chiasso sul «sangue dei vinti».
Nel momento in cui Grillo apre ai fascisti, le sue critiche al PD o a qualsiasi altro partito, diventano irrilevanti, e il M5S si colloca, per me, tra i partiti a cui non è neanche pensabile dare il voto.
Lo chiarisco, perchè proprio su questo blog avevo scritto che il M5S era tra i partiti votabili. Si sbaglia e ci si corregge. Avevo comunque anche evidenziato l'idea grillina secondo cui concedere la cittadinanza agli immigrati fosse «senza senso». Come è senza senso dirsi antirazzista o antifascista. Ecco il senso.
Per replicare alle critiche, Grillo ha scritto un minipost.
«Il M5S non è di destra né di sinistra».
Questa affermazione è stata fatta da altri movimenti al loro esordio. L’Uomo Qualunque, nel dopoguerra, ma anche i Verdi e la Lega Nord a fine anni ‘80. I Verdi superate le prime prove elettorali si sono esplicitamente collocati a sinistra. La Lega Nord, pur essendosi alleata con Forza Italia, An e poi Pdl, ancora oggi nega di essere un movimento di destra.
Lo stesso Berlusconi ha più volte detto di essere di destra solo in Italia, mentre in America starebbe con i democratici. La destra non ha mai amato il dualismo destra/sinistra.
Questo dualismo è un modo di sinistra di leggere il confronto politico, presuppone almeno due parzialità, ma la destra non vuole essere parziale, vuole essere rappresentativa di tutti, di un tutto, dei ricchi, ma anche dei poveri, di tutta la nazione, o di tutto il nord, o di tutto il popolo.
La destra in Italia non ama definirsi destra anche per distinguersi dal fascismo, per questa ragione si è sempre detta di centro.
Ma neppure il fascismo si diceva di destra, non si collocava in uno schieramento politico (nella destra o nella sinistra), ma in una posizione superiore e alternativa ai partiti, al parlamento, alla democrazia. Pino Rauti rifiutava esplicitamente la collocazione del fascismo a destra.
«Il tempo delle ideologie è finito».
Il fascismo si proclamava pragmatico e antidogmatico.
Mussolini diceva che «la nostra ideologia è la politica che facciamo oggi».
La fine delle ideologia, da trent’anni a questa parte, è stata predicata soprattutto da destra, in riferimento alle ideologie di sinistra, il comunismo, il marxismo.
Il liberismo non si riconosce come ideologia, ma come legge di natura.
La fine delle ideologie è stata predicata dai movimenti rosso bruni, quelle componenti del fascismo che hanno ricercato alleanze e ibridazioni con l’estrema sinistra in funzione anticapitalista e antiamericana.
«Il MoVimento 5 Stelle non è fascista».
Ma non è antifascista.
Rispetto alla discriminante fascismo/antifascismo, non si schiera. Sostiene che quella discriminante non è importante, è superata, ma anche questo è un collocarsi, non nuovo peraltro.
Persino nel ‘43-’45 molti italiani, forse la maggioranza, non attribuirono importanza a quella discriminante e stettero alla finestra. Era il ventre molle del paese, la base del consenso passivo del fascismo prima e del regime democristiano poi e infine dell’Italia berlusconiana.
Una prateria elettorale per qualsiasi movimento nè di destra, nè di sinistra, nè fascista, nè antifascista.
«Il M5S non ha pregiudiziali nei confronti delle persone».
Ma CasaPound non è una persona, è un gruppo politico, con un programma, dei valori di riferimento, e una pratica politica. Si presume, dal punto di vista di Grillo, migliore di tutti i partiti a cui si contrappone, a cui ha chiuso la porta, perfino Di Pietro, perfino Ingroia.
A CasaPound la porta non si chiude, anzi la si spalanca per discutere amabilmente davanti a tutti. In parlamento gruppi politici diversi od opposti possono convergere nel voto favorevole o contrario ad un provvedimento, ma ciò non significa allearsi o legittimarsi reciprocamente.
Il fatto che il PCI e l’MSI abbiano votato tante volte insieme in quanto opposizioni non ha mai portato il PCI a legittimare l’MSI.
Essere d'accordo su una misura economica non può significare nulla, se si ha uno sguardo diverso su donne, neri, ebrei, omosessuali. Se non si è d'accordo sul fatto che siamo tutti esseri umani con lo stesso valore, la stessa dignità, gli stessi diritti.
«Il M5S si è alleato e si alleerà con i movimenti di cui condivide gli obiettivi, come è avvenuto per i No Tav, i No Gronda, i No Tav, l'acqua pubblica, i rifiuti zero, i No Dal Molin, il nucleare e tanti altri».
La lotta contro il Tav, per l’acqua pubblica, i beni comuni, la raccolta differenziata dei rifiuti, contro il nucleare, sono contenuti ambientalisti e di sinistra. Quando la sinistra non li appoggia è in contraddizione con se stessa.
Cosa sono oggi questi obiettivi per il M5S?
Il baricentro della sua attuale politica o un retaggio del passato, da usare a sinistra come carta di credito (o specchietto per le allodole), mentre verso destra si fa valere più attualmente la retorica antipolitica e qualunquista, ormai anche possibilista su razzismo e fascismo?
«Il M5S vuole realizzare la democrazia diretta, la disintermediazione tra Stato e cittadini, l'eliminazione dei partiti, i referendum propositivi senza quorum: il cittadino al potere».
Di questo argomento bisognerebbe parlare con idee un po' più precise, e con un linguaggio rigoroso, dato che riguarda l’organizzazione della convinvenza e del pluralismo in un paese di 60 milioni di abitanti e non di un condominio o di un piccolo villaggio.
Nella storia del nostro paese, i partiti sono già stati eliminati una volta, sotto un ventennale regime per il quale quelle persone che sembrano grillini provano ancora oggi sentimenti di simpatia e nostalgia. C’erano anche referendum propositivi, si chiamavano plebisciti.
Fonte: Massimo Lizzi
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Grillo è un camerata oppure Casapound è grillina?
Incontri ravvicinati e solidarietà incrociate tra cinque stelle e bandiere nere

A Rimini si sono astenuti su un ordine del giorno contro Forza nuova. La locale consigliera grillina non trovò nulla di strano, un anno fa, nella calata in piazza di un gruppo fascistoide di «legionari pronti a tutto, che sanno sfoderare la spada». Il partito di Fiore ricambierà il favore alle amministrative genovesi: «Forza Nuova vede nel programma di Grillo alcune tematiche che possono essere condivisibili: la critica alla casta, la protesta nei confronti del signoraggio bancario, la riduzione del finanziamento pubblico ai partiti, l’abolizione delle pensioni d’oro per deputati, senatori e consiglieri regionali». A Bolzano, lo scorso marzo, il M5S difese i ragazzi della locale Casa Italia (emanazione di Casa Pound), spiegando che – parole di Claudio Vedovelli – «escludere un gruppo di ragazzi che fino ad ora organizzano serate su temi diversi e interessanti, senza segni di apologia, solo perché si ritiene siano in contatto con gruppi neo o nuovi fascisti, ci pare sbagliato oltrechè rischioso». Per quel motivo due consiglieri grillini uscirono dal consiglio comunale per protestare (sic) contro la mancata iscrizione di Casa Italia all’albo delle associazioni del comune di Bolzano.
Che siano “movimentisti”, come Casapound, oppure oscurantisti, Fn, a
Grillo i fascisti non gli fanno schifo e nemmeno lui a loro. Il video di
ieri sera, con lo scambio di complimenti tra l’ex comico e il candidato
Cpi alle regionali del Lazio, è apparso a Paolo Ferrero, segretario Prc
come «un dialogo tra repubblichini della Repubblica Sociale italiana».
Ma è solo l’ultimo capitolo di una discussione in corso da tempo. Con
Grillo che ultimamente si paragona alla Lega delle origini o che si
autonomina antidoto ad Alba dorata. «Quella di non permettere di parlare
è la vecchia tecnica dei burocrati politici. Io parlo di idee ma i
quotidiani che mi attaccano sono vittime delle loro vecchie ideologie.
La politica è una visione del futuro non una ideologia: parliamo di
fatti». Il precedente più recente è quello bolognese del 6 dicembre
quando i grillini del quartiere Navile votarono, insieme al Pdl, un
ordine del giorno di solidarietà all'associazione di estrema destra,
vittima di un attentato incendiario per mezzo di una bottiglia molotov
alla propria sede in città.
Ha avuto ragione Wu Ming 1 che metteva in guardia già agli albori del
2012 da chi insiste sul “né di destra, né di sinistra”. In genere chi lo
fa è di destra. Il discorso dello scrittore bolognese è molto più
articolato ma a noi interessa la parte in cui si sofferma su uno di
questi casi, il grillismo.
«Il grillismo non è solo un «caso di studio»: è un’urgenza, un problema
da affrontare quanto prima. In uno spazio «né di destra né di sinistra»,
retoriche e pratiche in apparenza vicine a quelle dei movimenti
euroamericani di cui sopra vengono «risemantizzate» e messe al servizio
di discorsi ben diversi. Le energie di molti benintenzionati, in
maggioranza giovani o addirittura giovanissimi, sono incanalate in un
discorso in cui sono rinvenibili elementi di criptofascismo.
Non mi riferisco solo allo spettacolare Führerprinzip che il movimento mette in mostra durante le sue adunate pubbliche con ex-cabarettista sbraitante, fin dal celebre «V-Day» dell’8 settembre 2007. E’ senz’altro l’elemento più appariscente, ma da solo non giustificherebbe l’uso dell’espressione «criptofascismo»
Non mi riferisco solo allo spettacolare Führerprinzip che il movimento mette in mostra durante le sue adunate pubbliche con ex-cabarettista sbraitante, fin dal celebre «V-Day» dell’8 settembre 2007. E’ senz’altro l’elemento più appariscente, ma da solo non giustificherebbe l’uso dell’espressione «criptofascismo»
(da “Appunti diseguali sulla frase «Né destra, né sinistra»", http://www.wumingfoundation.com/).
[Come sappiamo già, ultimamente la retorica né destra né sinistra è molto cara anche a Monti.
Una persona molto povera vicinissima ai bisogni di tutte quegli italiani che guadagnano dai 1500 euro al mese in giù (se hanno un lavoro)!]
Un saggio che ha avuto buona circolazione in rete e che potrebbe
spiegare ancora qualcosa all’indomani del video choc sullo scambio di
complimenti tra l’ex comico genovese e un candidato di Casapound.
Sul sito del movimento, fino ad ora, non ci sono reazioni alla gaffe (ma
sarà poi tale oppure è una precisa “operazione simpatia”?) del capo che
tiene banco con la suspence sull’eventuale candidatura. Per ora,
l’unica cosa certa è la sua candidatura a premier ma se non si mette in
lista – e lo scopriremo solo fra una decina di giorni – non entrerà in
parlamento. L’ultimo messaggio è sibillino: «Io non mi fermo, sta
arrivando lo tsunami, politici, preparate le scialuppe, le vostre balle
stanno a zero. Ci vediamo in Parlamento. Sarà un piacere».
«Maneggiare con molta cura» il paragone, avverte Giuliano Santoro su
Dinamopress. Santoro è autore di “Un Grillo qualunque, movimento a 5
stelle e populismo digitale nella crisi dei partiti italiani”
(Castelvecchi). «Il paragone costituire una scorciatoia che ci impedisce
di comprendere le specificità della situazione contemporanea. Eppure,
vista la storia di questo paese, è un accostamento inevitabile, che
presenta delle analogie che al loro interno contengono differenze».
Santoro si sofferma sulla composizione sociale del grillismo adoperando
l’immagine evocata da Walter Benjamin degli uomini che tornano dalle
trincee della I guerra mondiale e non hanno parole per raccontare
l’orrore della guerra. «Accadde che qualcuno riuscì a trovare le parole
per ri-costruire la storia al posto loro e nacque il fascismo». Ora,
uomini come quelli «tornano dalle trincee della grande guerra che il
capitale ha dichiarato al lavoro i soldati dell’esercito precario. E
molti di loro si sono messi, disciplinati e ipnotizzati, in fila ad
applaudire i comizi-spettacolo di Beppe Grillo. Sono abituati all’orrore
dello sfruttamento flessibile e dell’impossibilità di progettare il
futuro. Abituati a farsi maltrattare, tanto da trovarsi a loro agio nel
grillismo proprio per il fatto che chi tira le fila e possiede il logo
dei 5 Stelle (il famigerato “Staff”, termine che non a caso viene
dall’universo aziendale) maltratta, mobbizza, espone al pubblico
ludibrio, mette in concorrenza tra di loro i militanti».
La seconda analogia di Santoro riguarda l’uso della tecnologia e dei
media come strumento totalitario. Anche qui, ovviamente, ci sono delle
differenze di contesto col fascismo tradizionale. Il web di
Grillo&Casaleggio è «uno strumento usato in maniera verticale, per
appiattire le differenze, uno spazio presentato come liscio e
aconflittuale dentro al quale Grillo fa valere il proprio capitale di
notorietà (acquisito in televisione) per imporre il proprio linguaggio».
«La fantomatica “Rete” diventa lo strumento perfetto per trasformare i
Molti in Uno, per ricondurre la moltitudine a popolo».
il video
Checchino Antonini
roberto54
questa gente,grillo i fascisti e anche i leghisti, cercano di far credere che dietro le idee politiche non ci sono precisi interessi di classe, infatti grillo ha detto che il movimento 5 stelle e' ecumenico, cioe' interclassista.
bersani dice che l'interesse del padrone e' uguale a quello dell'operaio.
tutto cio' e' falso.gli interessi economici delle classi sono incociliabili e conflittuali.
se difendi il padrone danneggi il lavoratore.
sostenere il contrario e' falso.
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Grillo a Casapound: «Sembrate grillini!»
Scambio di complimenti tra l'ex comico e il candidato degli squadristi del III millennio che gli dicono «Sei tu che sembri fascista»
di Checchino Antonini
Il
video è piuttosto eloquente, facilmente rintracciabile in rete (la
nostra è una sintesi rapida) e si commenta da solo. Ne facciamo un
riassunto sbrigativo.
Mentre i delegati di tutte le liste fanno la fila al Viminale per
depositare il simbolo, quelli di Casapound scorgono il proprietario del
marchio del movimento 5 stelle, l'ex comico Beppe Grillo. La
telecamerina lo inquadra, una voce fuoricampo domanda: «Grillo, quelli
di Casapound vogliono sapere se sei antifascista».
«Questo è un problema che non mi compete, questo movimento è ecumenico:
io se un ragazzo di Casapound volesse entrare nel movimento 5 stelle e
ha i requisiti non ci sono problemi oggettivi... più o meno avete delle
idee che sono condivisibili... questa è democrazia». Segue un teatrino
in cui i due amiconi sembrano trovarsi d'accordo sull'antiliberismo di
Casapound (foraggiata e protetta da giunte e governi di destra) che
contesta le delocalizzazioni e si vanta di avere occupato case per
restituirle «agli italiani», di operare nella protezione civile. Grillo è
felice: «Non possiamo non essere d'accordo sui concetti: una banca di
Stato, il microcredito alla piccola impresa...». Ma il fascista del III
millennio lo rimprovera: «Non dovresti dire che "o arriviamo noi in
parlamento o arriva Alba dorata", dovresti dire: "O noi o Monti"». Manco
a dirlo, Grillo è d'accordo anche stavolta e suggerisce agli
"squadristi del cuore" (un celebre slogan degli albori del gruppo) temi
come la nazionalizzazione di energia, sanità, scuola. «Noi - dice Grillo
rivolto a Casapound - siamo la controparte... Sembri un delegato del
movimento 5 stelle».
Spezzeremo le reni all'India
Ma chi è l'interlocutore che delizia Grillo nel video? E' Simone,
aspirante presidente della Regione Lazio, figlio di Luigi Di Stefano,
smascherato dal sito di Wu Ming per una pseudoperizia (presa per oro
colato dai media per otto mesi) che dimostrerebbe l'innocenza dei due
marò che hanno ammazzato due pescatori poveri in India mentre scortavano
una petroliera privata. Di Stefano però ha ammesso di non avere avuto
accesso a dati di prima mano e di non essere iscritto ad alcun Albo
provinciale di ingegneri e di avere conseguito la laurea, che dichiara
"un semplice vezzo", alla Adam Smith University: ente para-universitario
per l'apprendimento a distanza e non accreditato. Il suo titolo vero è
quello di responsabile energetico di Casapound. Un altro vezzo di questa
lista è quello di chiedere la dichiarazione di guerra all'India se non
dovessero liberare i due militari italiani.
Non è la prima volta che M5s strizza l'occhio a determinati settori
(spesso votando nei consigli comunali la solidarietà a Casapound o Forza
nuova), però un'occhiata rapida a certi certificati penali e alle
rassegne stampa potrebbe tornare molto utile all'ex comico ligure:
attivisti di Casapound sono ripetutamente coinvolti in episodi di
violenza politica. Quando non possono negare minimizzano e parlano di
«virili scazzottate» come nel caso dell'aggressione al giornalista
finiano Filippo Rossi. Casseri, il killer di Firenze che a dicembre del
2011 compì una strage di senegalesi, era un frequentatore di alcune sedi
toscane del movimento e protagonista in diversi dibattiti ospitati.
L'organizzazione, è vero, ne ha preso, subito dopo l'eccidio le
distanze, ma attira sempre quel tipo di "intellettuali" coinvolti nelle
pagine oscure dell'estrema destra di questo paese.
Due dei suoi dirigenti sono stati rinviati a giudizio per aver aiutato
nel luglio 2008 tale Mario Santafede, uno dei cento latitanti più
pericolosi d'Italia, legato alla camorra, latitante dal 2004 e con una
condanna a 12 anni per traffico internazionale di stupefacenti.
Santafede si era presentato agli sportelli di uno dei municipi di Roma
per avere una carta d'identità avendo come garanti proprio i due
fascisti del III millennio che dicono di essere parte lesa e vittime di
un raggiro e, come al solito, diffidano i giornalisti «dall'accostare in
modo improprio» il loro nome e quello di Casapound alla vicenda. Ma
Santafede è un pezzo da 90 dell'estrema destra romana e alla fine degli
anni '70 fu condannato a otto anni per droga nel processo contro la
Banda della Magliana insieme ad ex esponenti dei Nar come Cristiano
Fioravanti, Massimo Carminati o Maurizio Lattarulo, nei mesi scorsi
salito agli onori della cronaca per la sua consulenza con il
Campidoglio. Uno dei capitoli della parentopoli nera di Alemanno che ha
tentato di regalare alla tartaruga il palazzo dell'Esquilino "restituito
agli italiani" (ovvero blindato e impermeabile al quartiere) che ha
scelto come sede quando regnava Storace alla pisana. Per ora la delibera
è saltata ma sono a rischio quasi 12 milioni di euro dei romani.
Spezzeremo le reni alla Birmania
In queste settimane Casapound e in particolare il suo presunto braccio
umanitario, la onlus La salamandra, è stata indicata da un noto
newsmagazine per lo strano aiuto a favore della popolazione Karen in
Birmania, una minoranza etnica dal 1948 in lotta armata per
l'indipendenza. «Una battaglia, quella del Knla (Karen Nation Liberation
Army) che da tempo vede "aiuti" stranieri, spesso non disinteressati
visto che la zona è al centro della produzione di anfetamine e del
traffico di eroina», recita L'Espresso. Da quelle parti Casapound
lavorerebbe in tandem con la onlus Popoli, fondata dal veronese Franco
Nerozzi che, secondo la Procura di Verona ha addestrato in Birmania un
gruppo di volontari reclutati dallo stesso Nerozzi per realizzare un
golpe nelle Isole Comore, vicino al Madagascar. Nerozzi, arrestato con
l'accusa di terrorismo internazionale, si è sempre proclamato vittima di
un equivoco ma alla fine ha patteggiato una condanna a un anno e dieci
mesi. Poi, appena terminato di scontare la pena, ha ripreso l'attività
in Birmania. Da qualche anno, come detto, anche col supporto di
Casapound. Quattro le missioni svolte da Casapound fra i guerriglieri
karen. Uno dei filantropi più assidui è lo stesso dirigente del
movimento coinvolto negli scontri di piazza Navona (l'aggressione a
studenti di sinistra), arrestato a fine 2011 per un'aggressione ad
alcuni militanti del Pd proprio di rientro dalla Birmania e poi
condannato a due anni e otto mesi.
Fonte: Popoff Globalist
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[Per chi volesse approfondire la storia della falsa perizia di Casapound sui marò, presa per buona dal governo Monti (e meno male che il governo Monti e Casapound erano nemici!):
I «due marò»: quello che i media (e i politici) italiani non vi hanno detto
da Wu Ming
Marò italiani, spunta la perizia del finto ingegnere targato Casapound
da il Fatto Quotidiano
Tale figlio… tale padre.
da Militant Blog
Il perito di Ustica con la laurea finta
da Mazzetta
Il cazzaro nero e i pirati maledetti
da Militant Blog ]
da Wu Ming
Marò italiani, spunta la perizia del finto ingegnere targato Casapound
da il Fatto Quotidiano
Tale figlio… tale padre.
da Militant Blog
Il perito di Ustica con la laurea finta
da Mazzetta
Il cazzaro nero e i pirati maledetti
da Militant Blog ]
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Elezioni 2013, Beppe Grillo apre ai neofascisti di CasaPound: "In Parlamento? Nessun problema. Sembrano del M5S" (VIDEO)
Beppe Grillo apre a CasaPound. Anzi, spalanca le porte del
suo movimento, avallando addirittura l'eventuale ingresso della
formazione neofascista in Parlamento. La scintilla è scoccata questa
sera davanti al Viminale, dove - in vista della presentazione dei simboli - tutti i rappresentanti dei partiti politici che vogliono presentarsi alle prossime elezioni attendono pazientemente in fila.
A cercare l'incontro con il leader grillino è Simone di Stefano,
vicepresidente di CasaPound e candidato alla presidenza per la Regione
Lazio. I Fascisti del Terzo Millennio hanno avviato la raccolta firme per candidarsi alle Politiche. Per questo, il movimento capitanato da Gianluca Iannone (che, per adesso, non si è voluto esporre, né a livello nazionale e né nella corsa al Comune di Roma o alla Regione Lazio), cerca di trovare degli alleati. Un'impresa non semplice, per un movimento estremista che si richiama agli ideali mussoliniani. E Grillo viene visto come un potenziale supporter degli occupanti del palazzo di via Napoleone III, a giudicare dall'attenzione che gli dedicano i militanti tartarughini (anche sui social network).

Di Stefano si avvicina a Grillo, e lo affronta sul tema
dell'antifascismo. "Quelli di CasaPound vogliono sapere se sei
antifascista o no", la domanda. La risposta è chiara ed è sicuramente
destinata a far discutere i grillini: "Questo è un problema che non mi
compete. Questo movimento è ecumenico. Se un ragazzo di CasaPound
volesse entrare nel M5S e avesse i requisiti, ci entra. Voi siete qua
come noi". Grillo si spinge oltre, arrivando a dire che "alcune delle
idee di CasaPound sono condivisibili".
Tra i due scatta anche un'intesa sulle politiche economiche: "Se vi
leggete il programma, non possiamo non essere d'accordo sui concetti",
dice Grillo al vicepresidente dei Fascisti del Terzo Millennio.
Il comico, nel corso dell'incontro, è anche arrivato a dire che "in
Parlamento è meglio CasaPound di Monti”. Un'affermazione resa nota da
CPI sul suo profilo Facebook ufficiale.

Simone Di Stefano
Ho avuto un bel confronto con #BeppeGrillo, in cui abbiamo chiarito con buona onestà intellettuale che è preferibile CasaPound a #Monti.
”Non abbiamo certo bisogno del consenso di Grillo per candidarci
alle elezioni – ha poi puntualizzato Di Stefano in una nota - Eppure fa
piacere sentirgli dire che non si definisce antifascista. E soprattutto
fa riflettere, e dovrebbe far riflettere innanzitutto gli elettori, che
il Movimento 5 Stelle, come tutte le forze che, pur partendo dai
presupposti più diversi, vogliono liberare l’Italia dalla morsa
asfittica che la sta soffocando, indichino in Monti e nei suoi vecchi e
nuovi complici la vera forza da combattere. Insomma, a indicare
CasaPound Italia come il nemico da abbattere sono rimasti solo i
vetero-comunisti del Pd, quelli che non hanno ancora vinto le politiche e
già chiedono al ‘professore’ di appoggiare il loro governo”.
Il precedente. La polemica sul 'flirt' con gli
esponenti di Casapound ha un precedente bolognese che risale al mese
scorso. Il 6 dicembre, infatti, i 'grillini' del quartiere Navile
votarono, insieme al Pdl, un ordine del giorno di solidarietà
all'associazione di estrema destra, vittima di un attentato incendiario
per mezzo di una bottiglia molotov alla propria sede in città.
Nel testo, sottolinearono all'epoca gli attivisti 'grillini', si
esprimeva solidarietà a Casapound Bologna "per i fatti verificatisi" e
allo stesso tempo "biasimo nei confronti di quanti hanno proferito
attestazioni di apprezzamento e tenuto manifestazioni a favore di questo
vile gesto terroristico".
Perchè, spiegarono i consiglieri, "la solidarietà a chi subisce
violenza va dimostrata sempre. Indipendentemente da chi la subisca". Ma
il gesto fu duramente criticato dal centrosinistra che lo bocciò: "Non
si discute la contrarietà ad ogni tipo di violenza, ma Casapound si
richiama politicamente ad un passato che non vogliamo ripetere", fu la
replica del Pd Franco Cima.

Sul Web:
Solidarietà a CasaPound il M5S e il Pdl votano sì - Pubblico | Dalla ...
BOLZANO: movimento 5 stelle a supporto di Casa Pound
Il Movimento a 5 Stelle vota Casapound?
Anche i fascisti vogliono Grillo: "Un'alleanza? E' possibile" - beppe ...
Fonte: Huffington post
Chissà perché. questa notizia
non mi sorprende affatto. La “democrazia liquida”, nella quale uno solo
controlla il rubinetto, comincia a rivelare un certo retrogusto di
ricino. Basta leggere regolarmente gli interventi sul blog di Grillo,
con particolare attenzione a quelli scoppiettanti di maiuscole e di
punti esclamativi, per avvertirlo.
Fonte: Vittorio Zucconi

Fonte: Huffington post
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Allarmi, siam grillisti
11 gennaio 2013
Fonte: Vittorio Zucconi