Beppe Grillo apre a CasaPound. Anzi, spalanca le porte del suo movimento, avallando addirittura l'eventuale ingresso della formazione neofascista in Parlamento. La scintilla è scoccata questa sera davanti al Viminale, dove - in vista della presentazione dei simboli - tutti i rappresentanti dei partiti politici che vogliono presentarsi alle prossime elezioni attendono pazientemente in fila.

A cercare l'incontro con il leader grillino è Simone di Stefano, vicepresidente di CasaPound e candidato alla presidenza per la Regione Lazio. I Fascisti del Terzo Millennio hanno avviato la raccolta firme per candidarsi alle Politiche. Per questo, il movimento capitanato da Gianluca Iannone (che, per adesso, non si è voluto esporre, né a livello nazionale e né nella corsa al Comune di Roma o alla Regione Lazio), cerca di trovare degli alleati. Un'impresa non semplice, per un movimento estremista che si richiama agli ideali mussoliniani. E Grillo viene visto come un potenziale supporter degli occupanti del palazzo di via Napoleone III, a giudicare dall'attenzione che gli dedicano i militanti tartarughini (anche sui social network).

grillo di stefano

Di Stefano si avvicina a Grillo, e lo affronta sul tema dell'antifascismo. "Quelli di CasaPound vogliono sapere se sei antifascista o no", la domanda. La risposta è chiara ed è sicuramente destinata a far discutere i grillini: "Questo è un problema che non mi compete. Questo movimento è ecumenico. Se un ragazzo di CasaPound volesse entrare nel M5S e avesse i requisiti, ci entra. Voi siete qua come noi". Grillo si spinge oltre, arrivando a dire che "alcune delle idee di CasaPound sono condivisibili". 

Tra i due scatta anche un'intesa sulle politiche economiche: "Se vi leggete il programma, non possiamo non essere d'accordo sui concetti", dice Grillo al vicepresidente dei Fascisti del Terzo Millennio. 

Il comico, nel corso dell'incontro, è anche arrivato a dire che "in Parlamento è meglio CasaPound di Monti”. Un'affermazione resa nota da CPI sul suo profilo Facebook ufficiale. 


Simone Di Stefano

Ho avuto un bel confronto con , in cui abbiamo chiarito con buona onestà intellettuale che è preferibile CasaPound a .

”Non abbiamo certo bisogno del consenso di Grillo per candidarci alle elezioni – ha poi puntualizzato Di Stefano in una nota - Eppure fa piacere sentirgli dire che non si definisce antifascista. E soprattutto fa riflettere, e dovrebbe far riflettere innanzitutto gli elettori, che il Movimento 5 Stelle, come tutte le forze che, pur partendo dai presupposti più diversi, vogliono liberare l’Italia dalla morsa asfittica che la sta soffocando, indichino in Monti e nei suoi vecchi e nuovi complici la vera forza da combattere. Insomma, a indicare CasaPound Italia come il nemico da abbattere sono rimasti solo i vetero-comunisti del Pd, quelli che non hanno ancora vinto le politiche e già chiedono al ‘professore’ di appoggiare il loro governo”.

Il precedente. La polemica sul 'flirt' con gli esponenti di Casapound ha un precedente bolognese che risale al mese scorso. Il 6 dicembre, infatti, i 'grillini' del quartiere Navile votarono, insieme al Pdl, un ordine del giorno di solidarietà all'associazione di estrema destra, vittima di un attentato incendiario per mezzo di una bottiglia molotov alla propria sede in città.

Nel testo, sottolinearono all'epoca gli attivisti 'grillini', si esprimeva solidarietà a Casapound Bologna "per i fatti verificatisi" e allo stesso tempo "biasimo nei confronti di quanti hanno proferito attestazioni di apprezzamento e tenuto manifestazioni a favore di questo vile gesto terroristico". 

Perchè, spiegarono i consiglieri, "la solidarietà a chi subisce violenza va dimostrata sempre. Indipendentemente da chi la subisca". Ma il gesto fu duramente criticato dal centrosinistra che lo bocciò: "Non si discute la contrarietà ad ogni tipo di violenza, ma Casapound si richiama politicamente ad un passato che non vogliamo ripetere", fu la replica del Pd Franco Cima.

nota casapound