26/06/2011 - Come può parlare di democrazia chi nomina senza nessuna
condivisione quattro “responsabili” non meglio definiti? La base
grillina è già in rivolta Democrazia: parlarne, praticarla, combattere
per essa. O, a scelta, riempircisi la bocca per poi fare tutt’altro
Come può parlare di democrazia chi nomina senza nessuna condivisione quattro “responsabili” non meglio definiti? La base grillina è già in rivolta
Democrazia: parlarne,
praticarla, combattere per essa. O, a scelta, riempircisi la bocca per
poi fare tutt’altro: succede anche questo; e succede anche da parte di
qualcuno che, proprio, non te l’aspetteresti, vista la mole di parole
che scrive e dice appunto sulla democrazia. E’ lui, Beppe Grillo.
Lo conosciamo: una figura indubbiamente controversa dello scenario
politico italiano; partito come autore e attore comico di successo, si è
letteralmente buttato in politica, e tutti ricordiamo i toni e le
modalità della sua discesa in campo. Toni antipolitici, li definisce il
giornalismo nostrano: toni anticasta, contro la politica, ovvero, contro
tutti i politici, indistintamente. Sono tutti da buttare, secondo Beppe
Grillo, tutti: sono residuati bellici, gente vecchia che parla di
concetti vecchi, che propaganda tecnologie “morte e sepolte” come il
nucleare, che vive una politica putrefatta. Insomma: da uno che
organizza i “Vaffanculo Day” contro la politica italiana, non ci si può
aspettare clemenza contro nessuno. Né lui ne mostra; ed è suo preciso
interesse presentarsi come radicalmente alternativo rispetto alla classe
politica di questo paese.
PREMIATA DITTA CASALEGGIO & GRILLO – Di cosa
stiamo parlando? Di una storia potenzialmente esplosiva, che ormai,
sulla rete grillina, è di dominio pubblico.
Beppe Grillo è un uomo capace di radunare consenso intorno a sé, e questo consenso lui lo raduna – e, giustamente, se lo rivendica – dove altri sono arrivati solo dopo: appunto sulla rete, su Internet. Quando la politica moriva nelle sezioni, Beppe Grillo animava i Meetup, invenzione americana importata in Italia e propagandata nei suoi spettacoli, e che hanno iniziato a crescere esponenzialmente. Chiunque, con impegno anche minimo, poteva essere parte di questo progetto politico innovativo, diffuso, sul territorio. Orizzontale, di base, animato e gestito dagli stessi cittadini, oltre i partiti, oltre tutto, oltre oltre oltre: insomma, questi concetti qui. Beppe Grillo è quello che per primo ha iniziato a dire che quei signori incravattati che siedono in Parlamento non sono nostri rappresentanti ma nostri dipendenti, nel senso del rapporto lavorativo visto che percepiscono denaro pubblico, e che come dipendenti in un’azienda debbono essere trattati e valutati: col pugno, appunto, del padrone, che li tiene sotto controllo, li bracca, gli sta alle costole. Sua l’idea di far entrare nelle riunioni pubbliche degli organismi elettivi – consigli comunali, provinciali – i suoi ragazzi con la telecamera a documentare tutto e a riportare sul web, perchè, appunto, tutto dev’essere trasparente e controllato in maniera diffusa. La democrazia ai tempi della rete, e Beppe Grillo ne è cantore. Ma tutto questo, e l’abbiamo raccontato più volte, Beppe Grillo non lo fa da solo: il suo notissimo blog, tutte le sue produzioni editoriali, le menti politiche dietro il “progetto” Beppe Grillo e, a cascata, il Movimento 5 Stelle, sono i fratelli Casaleggio, Davide e Gianroberto, proprietari dell’omonima ditta Casaleggio & Associati, che produce tutto il materiale per Grillo, dal sito internet ai Dvd che distribuisce, nonché le risorse a cui lui si appoggia, come la mappa della borsa italiana; consulenti globali per le nuove tecnologie, sono, e un po’ giocano ad essere, l’intelligenza grigia del movimento grillino. Vedremo fra un attimo che tali sono in effetti considerati.
Beppe Grillo è un uomo capace di radunare consenso intorno a sé, e questo consenso lui lo raduna – e, giustamente, se lo rivendica – dove altri sono arrivati solo dopo: appunto sulla rete, su Internet. Quando la politica moriva nelle sezioni, Beppe Grillo animava i Meetup, invenzione americana importata in Italia e propagandata nei suoi spettacoli, e che hanno iniziato a crescere esponenzialmente. Chiunque, con impegno anche minimo, poteva essere parte di questo progetto politico innovativo, diffuso, sul territorio. Orizzontale, di base, animato e gestito dagli stessi cittadini, oltre i partiti, oltre tutto, oltre oltre oltre: insomma, questi concetti qui. Beppe Grillo è quello che per primo ha iniziato a dire che quei signori incravattati che siedono in Parlamento non sono nostri rappresentanti ma nostri dipendenti, nel senso del rapporto lavorativo visto che percepiscono denaro pubblico, e che come dipendenti in un’azienda debbono essere trattati e valutati: col pugno, appunto, del padrone, che li tiene sotto controllo, li bracca, gli sta alle costole. Sua l’idea di far entrare nelle riunioni pubbliche degli organismi elettivi – consigli comunali, provinciali – i suoi ragazzi con la telecamera a documentare tutto e a riportare sul web, perchè, appunto, tutto dev’essere trasparente e controllato in maniera diffusa. La democrazia ai tempi della rete, e Beppe Grillo ne è cantore. Ma tutto questo, e l’abbiamo raccontato più volte, Beppe Grillo non lo fa da solo: il suo notissimo blog, tutte le sue produzioni editoriali, le menti politiche dietro il “progetto” Beppe Grillo e, a cascata, il Movimento 5 Stelle, sono i fratelli Casaleggio, Davide e Gianroberto, proprietari dell’omonima ditta Casaleggio & Associati, che produce tutto il materiale per Grillo, dal sito internet ai Dvd che distribuisce, nonché le risorse a cui lui si appoggia, come la mappa della borsa italiana; consulenti globali per le nuove tecnologie, sono, e un po’ giocano ad essere, l’intelligenza grigia del movimento grillino. Vedremo fra un attimo che tali sono in effetti considerati.
IL MOVIMENTO 5 STELLE – Parliamo di due soggetti che
hanno in mente un nuovo ordine mondiale che porti ad un governo
planetario chiamato Gaia e basato sulla rete mondiale che porti i
cittadini a controllare i dipendenti. Un progetto avvenieristico, un po’
Matrix, un po’ Grande Fratello, spiegato in dettaglio in questo video,
una sorta di classico
per il web. Della Casaleggio & Associati abbiamo raccontato più
volte: volendo riassumere, Beppe Grillo è il volto e la voce, i
Casaleggio la mente e la Casaleggio & Associati è la struttura
operativa del sistema Grillo; produce, anima, promuove. Un progetto che,
come si sa, è passato dai palchi all’agone politico, con risultati
ormai più che discreti. Il Movimento 5 Stelle, erede delle strutture dei
Meetup, ha totalizzato alle ultime elezioni amministrative risultati
ragguardevoli, come il sensazionale exploit in Emilia Romagna con
percentuali che hanno sfiorato le due cifre e buoni risultati in
Lombardia, dove il candidato sindaco Matteo Calise ha dato filo da
torcere a Giuliano Pisapia e si è regolarmente presentato in camicia
bianca alla prima riunione di consiglio in cui il sindaco Giuliano
Pisapia si è insediato alla guida di Palazzo Marino. La presenza nei
consigli, come abbiamo visto, è segno di controllo, secondo il movimento
grillino: un movimento che a tutt’oggi vive e cammina ancora sulla
rete, e che si ciba di democrazia, propagandata e ostentata. Gli eletti
grillini, pensano i movimentisti di Grillo, debbono essere al servizio
della cittadinanza che li vota e li elegge, tanto che, se l’elettorato e
i partecipanti alle reti dei Meetup mostrano di non condividere le
scelte dell’eletto, quest’ultimo è a gran voce richiamato a cambiarle o,
se non ritiene di farlo, a dimettersi. Molti lo fanno in maniera
spontanea, se la necessità si palesa: a tanto arriva il rispetto della
democrazia nel movimento. Per intenderci.
L’INCONTRO CHE NON TORNA – E poi, succede qualcosa:
eccoci alla storia che raccontiamo. Succede qualcosa di incredibile, per
i canoni del movimento, ma che dice molto di chi questo movimento lo
guida e lo ispira: attenzione, non a noi raffinati analisti del lunedì
mattina. Dice molto ai membri del movimento che, ormai, mettono in
aperta discussione la leadership della loro guida, ovvero, appunto, di
Beppe Grillo; e del sistema Casaleggio che dietro a lui guida la
galassia 5 Stelle. Cosa è successo? E’ molto semplice: tutto parte da
una riunione nazionale a Milano degli eletti del Movimento 5 Stelle. Una
riunione malconvocata e che da subito crea dei malumori.
Sabato 18 giugno vi è stato un incontro a milano tra gli eletti e Beppe Grillo e Casaleggio. Qualcuno mi sa spiegare cosa è successo, visto che circolano strane voci su decisioni già prese a monte, senza sentire gli eletti presenti ? Quando si fanno questi incontri sarebbe opportuno avvisare i vari gruppi del movimento, anche quelli che non hanno avuto eletti.
Nel messaggio di un utente dei forum di Grillo c’è già moltissimo del
sentimento che serpeggia sui forum del movimento grillino. Ma come, il
leader fonda la sua linea di pensiero sul principio che i consiglieri
comunali devono filmare e diffondere i video dai consigli comunali, poi
convoca meeting in maniera non chiara con tutti gli eletti? E per fare
cosa?
Sò che ogni 6 mesi si tengono delle riunioni a porte chiuse dove solo per caso a volte escono brevi notizie , che uno deve andarsi a cercare.
Un altro utente grillino mette a nudo la questione. Riunioni segrete
con gli eletti? Ma che è, il politburo?
I 4 “COORDINATORI” – Quasi,
sembra. Il caso esplode, come abbiamo detto, dopo l’ultima riunione,
quella del 18 giugno. Cosa succede? Ce lo racconta l’ex-candidato a
sindaco di Torino per la lista 5 Stelle, Vittorio Bertola, che sul forum
del M5V Piemontese riporta (o meglio, viene dirottato sul forum
pubblico, visto che aveva pubblicato tutto sulla pagina interna per gli
amministratori) gli avvenimenti del meeting. Pronti a leggere della
vicenda che con ogni probabilità porterà più di una convulsione
all’interno della galassia grillina?
Abbiamo iniziato alle 11 e qualcosa, Beppe ha detto due parole facendo i complimenti agli eletti e poco più. Casaleggio jr. ha presentato i numeri del Movimento dopo le elezioni, ora abbiamo oltre 120 eletti in oltre 60 comuni. Casaleggio sr. ci ha messo in guardia sul tentativo attualmente in corso da parte della politica di uccidere il Movimento creando polemiche al suo interno, e in particolare separando Grillo dal Movimento (“il Movimento è bello ma deve liberarsi di Grillo che è brutto”), poi ha analizzato nel dettaglio un paio di casi di comunicazione sbagliata da parte di persone molto in vista nel Movimento, spiegandogli dove hanno sbagliato nel rapportarsi ai media (a noi invece solo complimenti, a me ha detto “voi di Torino come comunicazione non sbagliate mai un colpo” e io vi giro il complimento). Poi c’è stato un gradito coffee break in cui abbiamo anche firmato la stella gialla dei legnanesi che forse avete visto su Facebook. Dopo la pausa Casaleggio ha presentato quattro persone a cui sono state assegnate da loro delle attività, e precisamente Matteo Olivieri (Reggio Emilia) raccoglierà documentazione sui progetti realizzati dalle liste nelle loro città, David Borrelli (Treviso) si occuperà della documentazione per far nascere e presentare le liste, Vito Crimi (Brescia) raccoglierà e analizzerà i programmi di tutte le liste e i metodi usati per scriverli, e infine io (Vittorio Bertola – Torino) mi occuperò di realizzare una piattaforma informatica per condividere interrogazioni, mozioni e tutti gli altri documenti presentati dai consiglieri nei loro comuni e per scambiarsi aggiornamenti su ciò che si fa nelle istituzioni. Ognuno di noi ha parlato per trenta secondi di cosa intende fare, poi è intervenuto per un’oretta Valentino Tavolazzi (Ferrara) che ha approfondito il tema della gestione dell’acqua dopo gli effetti del referendum. Domande e risposte sull’acqua, infine Bono & Fico (nomen omen) hanno fatto un po’ di polemica sull’organizzazione dell’incontro e sulla condivisione delle scelte organizzative, beccandosi risposte piuttosto secche sia da Beppe che da Casaleggio. Poi alle 14:30 si è chiusa la riunione.
Calma. C’è questo meeting, convocato in maniera non trasparente,
secondo i grillini: che poi, non trasparente è un eufemismo. Di questi
meeting si sa che sono convocati ogni 6 mesi da Casaleggio; e che ci
sono delle regole di partecipazione rigidissime.
E’ un incontro fra Casaleggio e gli eletti nelle istitutzioni del MOV5, è vietato portare videocamere o scattare foto, un candidato sindaco si era beccato una diffida dai legali di grillo epr avere aperto una videocamera per alcuni secondi.
Incredibile: una diffida!
Dai legali di Grillo! E sul forum
del Meetup di Napoli non ci vuole moltissimo a notare che secondo i
grillini sarebbe davvero incoerente, per un movimento che impone la
registrazione dei consigli comunali, un tale atteggiamento. Ma
proseguiamo: si arriva al meeting, Grillo parla pochi minuti per poi
cedere la parola a Casaleggio, anzi, ai due Casaleggio, che iniziano ad
arringare la folla sottolineando errori e presentando prospettive di
miglioramento, come un grande motivazionale aziendale. Questo va, questo
non va: non proprio un incontro politico. Al termine della prosopopea,
vengono “presentati” 4 soggetti (“persone, non meglio identificate) che
seguiranno delle attività tematiche. Le parole, qui, sono della massima
importanza: “Dopo la pausa Casaleggio ha presentato quattro persone a
cui sono state assegnate da loro delle attività”. Casaleggio, e non
Grillo, e non altri; assegnate, e non votate; da loro, e non da altri.
PARTE LA POLEMICA – Riuscite ad immaginare l’impatto
della vicenda, in un movimento che, grazie a Grillo, o forse nonostante
Grillo, ha saputo nascere e crescere in maniera orizzontale e
democratica finora? Non a caso, Bertola, previene le critiche, che come
si legge sono già partite.
Visto che già son partite le polemiche, aggiungo che a me l’attività di cui sopra è stata proposta giovedì scorso (sono andato io a Milano a spese mie, su loro richiesta, per parlare con i Casaleggio per ben 15 minuti), che è una attività tecnica non retribuita che faccio per carità di patria (e su cui penso di coinvolgere tutti gli informatici del Movimento che vorranno dare una mano perché, come ho detto anche a Milano, ho già abbastanza da fare come consigliere comunale), che non so perché sia stata assegnata a me ma presumo che sia perché ho sia le competenze informatiche che quelle burocratico-politiche per mettere in piedi un progetto sensato, che è possibile che io stia simpatico a Casaleggio perché essenzialmente abbiamo lo stesso background professionale (informatici e poi imprenditori) ma comunque nel corso del 2011 io con loro ci ho parlato tre volte in tutto, e che francamente dovremmo solo essere contenti che anche a livello nazionale ci prendano come un punto di riferimento…
Attenzione, un dato in più: prima del meeting, i Casaleggio convocano
le persone che hanno scelto a Milano a spese degli eletti stessi per
dei colloqui riservati e privati; al meeting, la loro nomina viene
semplicemente annunciata. Lo ribadisce sempre Bertola, sul forum
del Meetup di Napoli, animato da Roberto Fico, che insieme a Davide
Bono – che conosceremo meglio fra un attimo – è intervenuto al meeting
dei grillini per contestare la nomina dei magnifici 4.
Giovedì scorso, su loro richiesta, sono andato a Milano dai Casaleggio, che mi hanno spiegato che, viste le continue richieste da parte di tutta Italia, si erano decisi ad affidare alcune attività di sviluppo della piattaforma nazionale a persone del Movimento di loro fiducia e con le capacità adatte al lavoro. Non mi hanno detto chi erano le altre, ma hanno detto che a me chiedevano di mettere mano a Movable Type (il sistema informatico su cui gira beppegrillo.it) per realizzare un archivio nazionale di interrogazioni, proposte di delibera e altri documenti presentati dai consiglieri eletti nei propri Comuni, e facilitarne la condivisione.
La cosa non va sminuita – e, come vedremo, non lo è affatto stata: il
movimento che si è scagliato più di ogni altro contro il Parlamento dei
nominati, come funziona davvero, nel suo interno? Convocati dei meeting
degli eletti in maniera non trasparente; prima dei meeting i guru del
movimento “capano”, scelgono cioè nella vasta schiera in maniera del
tutto discrezionale i futuri responsabili di nuove aree tematiche
(secondo le malelingue, selezionandoli fra “i più influenzabili”); li
convocano a Milano per dei colloqui riservati, dopodiché li annunciano,
con molta semplicità, agli eletti presenti. Stranamente, qualcuno si
alza e fa anche “un po’ di polemica”, beccandosi risposte “secche” da
parte di Beppe Grillo e da Casaleggio. Come a dire, che li hanno rimessi
al posto loro: e chi sono questi arditi contestatori? Piccoli
infiltrati? No, colonne del movimento.
PROBLEMI DI DEMOCRAZIA – Ad
esempio il succitato Davide Bono, consigliere regionale in Piemonte e
già candidato del M5S alla presidenza della Regione: che spiega così le
sue perplessità. Il giudizio di Bono è senza appello, e ottimamente
argomentato.
Non ho fatto un po’ di polemica, ho semplicemente fatto quelle critiche che avreste dovuto fare voi. Che 4 ruoli di coordinatori tecnico-politici andavano condivisi non dico neanche con la base ma almeno con i 135 eletti. Solo voi potevate farlo dicendo che avreste accettato l’incarico solo dopo il consenso degli eletti. Sarebbe stato un plebiscito – non certo un voto, perchè un voto si fa su delle candidature spontanee e non spintanee – ma sarebbe stato molto diverso. A questo punto visto il livello medio-basso di capacità analitica politica dei convenuti, dopo 2 ore di discussioni alquanto inutili sulla ripubblicizzazione del SII, prima Fico e poi io abbiamo preso parola. Ripeto non si contestano le persone, ma il metodo. E tra l’altro non si sa come faranno 3 eletti in Comune a gestire la piattaforma se non delegando ad altri e creandosi la propria organizzazione (sic!). E come la mettiamo con i doppi incarichi? Non si sa quale sarà il vostro ruolo nè lo sapete voi. A me sul treno la mattina stessa mi hai parlato di lavoro informatico sulla piattaforma. Invece sei poi stato presentato come coordinatore nazionale degli atti di indirizzo delle liste comunali, il che è un ruolo politico. Si sa solo che avrete amplissima discrezionalità nel gestire il ruolo affidatovi. E così tu sceglierai i tecnici che vorrai tu, Borrelli, Crimi, Olivieri idem.E la discrezionalità si può dare solo a grandi uomini e non so dire se tutti voi lo siate. Su uno ad esempio si leggono commenti poco edificanti online… Spero che Casaleggio vi controlli bene perchè noi non vi potremo controllare anche perchè non vi abbiamo eletto noi e non sappiamo come sfiduciarvi nel caso di errori o mala gestio. Un po’ come i politici. Inventeremo il recall online anche per i coordinatori? E spero che Grillo e Casaleggio scelgano sempre il meglio, affermando che il voto di un’Assemblea rappresenta un partito, mentre la nomina dall’alto no, ed è preferibile perchè evita il formarsi di correnti e correntine.
Un movimento che lotta per la democrazia in Italia dovrebbe essere
democratico al suo interno: abbastanza facile. E invece, pare di no.
Pare di no perché le critiche che i perplessi dall’operazione
Casaleggio/Grillo al meeting di Milano sono state bloccate senza
particolari cortesie. Lo spiega Davide Bono, ancora, in una mail privata
di contro-resoconto inviata a molti esponenti nazionali dei Meetup e
non resa pubblica, se non per stralci: siamo al punto in cui Bono,
incredulo dell’andare degli eventi, decide di prendere la parola. Ecco
la sua versione, che collima con quella raccontata da Bertola. Risposte
secche, dicevamo.
Strappo il microfono alle 14.30 chiedendo lumi: chi ha deciso chi e se sono ruoli tecnici o politici? Mi si risponde che se qualcuno del territorio me lo chiede devo mandarlo a fanculo.
Grillo e Casaleggio mandano affanculo “platealmente” – lo ribadisce,
se ce ne fosse ancora bisogno, l’ex candidato sindaco di Torino – il
loro ex-candidato governatore, perchè aveva attaccato “con forza” il
metodo delle scelte del movimento. Grillo, l’uomo del Vaffanculo day, a
fanculo ci avrebbe mandato uno dei suoi eletti di punta in Piemonte
perché si era permesso di questionare una scelta non democratica
all’interno del movimento. E’ uno spaccato della vita del movimento
grillino quello che questa vicenda ci offre, una fotografia interna
ormai filtrata perché probabilmente troppo grossa: e, Grillo dovrebbe
saperlo, quando le informazioni filtrano sulla rete, non c’è più nessuno
che le possa fermare. Il dibattito, in breve, ormai esplode.
IL MOVIMENTO CONTRO GRILLO? – E, in linea di
massima, nella stragrande maggioranza dei casi contro Beppe Grillo, e a
favore di chi reclamava trasparenza e democrazia nelle scelte del
movimento. Tutto parte, come abbiamo visto, dal Meetup piemontese, dove
c’è chi critica i continui attriti fra l’ex-candidato sindaco e
l’ex-candidato governatore e chi rimprovera a Bono precedenti decisioni
non democratiche; ma sono mosche bianche. I più, e a ruota, giudicano
inammissibile il comportamento di Grillo.
Guardate, a me sta cosa di Grillo che se ne fotte sempre e comunque di quello che pensiamo noi da fastidio da parecchio, da quando s’e’ inventato il Non Statuto, per la precisione, senza consultare nessuno. Che noi abbiamo un serio problema di democrazia interna penso sia ormai arcinoto, ma pare che alla maggioranza stia bene cosi’ e allora a parte periodicamente sollevare la questione altro non faccio. Pero’ secondo me prima o poi bisognera’ parlarne in modo chiaro e magari cominciare noi tra i territori e gli eletti per avere idee condivise e magari anche una proposta sensata su come e cosa fare.Mauro Conte, di un “problema di democrazia interna”, ne parla apertamente.
Forse non avevo compreso la portata epocale della cosa. Non è il primo aprile e carnevale è finito da un pezzo. Quindi se è uno scherzo ditemelo subito.
La domanda che sorge spontanea è: chi ha deciso? Beppe? Casaleggio? Chi in Casaleggio? Perché questo fa crollare le basi stesse del Movimento. E’ la regola principale, l’uno vale uno, il singolo cittadino che “vota online e prende decisioni”. Questo vale, o sono 2-3 persone senza nome e senza volto, che scavalcano tutto?
Eh no, mei cari! Il movimento siamo noi e imposizioni dall’alto non ne accettiamo. Chiunque siano i 4 nominati, non voglio neanche saperlo, io non ne riconosco nè il ruolo nè una eventuale autorità. Se Grillo mi manda affanculo, io mando affanculo lui. Ogniuno vale uno. Punto.
Il commento impazza, la polemica continua, fino a che Vittorio
Bertola non decide di mollare.
LE DIMISSIONI – Con una formula tutta da chiarire,
oscura anche per i grillini, il consigliere comunale di Torino sembra
affermare di preferire l’incarico che gli hanno assegnato i Casaleggio
rispetto a quello che gli hanno assegnato gli elettori. Annuncia le sue
dimissioni dall’istituzione comunale, dunque, e si sospende
politicamente dal movimento.
In virtù delle affermazioni nei miei confronti contenute nella mail di Bono a lista di ignoti inviata oggi pomeriggio, nonché in questo thread, ritengo opportuno rimettere il mio mandato di consigliere comunale a Torino al giudizio dei miei elettori. Come sapete, a differenza dei consigileri regionali che non rispondono a nessuno, chiunque può far partire una procedura di contestazione ai consiglieri di Torino. Chiedo dunque al Presidente Bono di mettere nero su bianco le critiche che già ha esposto nei miei confronti e di attivare la procedura. Considerato che è venuta meno la fiducia del gruppo piemontese nei miei confronti, comunico anche la mia decisione di autosospendermi dal coordinamento regionale piemontese e di non partecipare più alle riunioni del Movimento 5 Stelle Piemonte.
Insomma, la spaccatura ormai è plateale, la macchina è innescata e
non si ferma. L’indignazione per la scelta antidemocratica di Grillo
serpeggia sulla rete del Movimento 5 Stelle: sui blog, su Facebook, sui
Meetup e sui forum, sono in moltissimi a criticare la gestione
“privatistica” del movimento da parte di Grillo e Casaleggio, il volto e
la mente, che però, secondo i grillini, giocano sporco. “Che ci stia
prendendo tutti per il culo?” scrive
il M5S di Sesto San Giovanni, e non è isolata quest’opinione.
Intanto Bertola tenta di spiegare il suo punto di vista: il suo è un
incarico gratuito di ausilio informatico (ma qualcuno non manca di
chiedergli: “Il codice che produrrai, sarà open source o di proprietà
della Casaleggio?”); non è stato nominato coordinatore di un bel niente,
ma solo qualcosa di simile ad un “consulente tecnico”; e chi critica
una nomina del genere lo fa perché vede allontanarsi la possibilità di
avere voce in capitolo sui posti che contano, quelli per le future liste
alla Camera, ad esempio; insomma, sembra dire Bertola, chi critica le
scelte di Casaleggio lo fa solamente perché non è stato scelto dal guru
di Beppe Grillo. D’altronde Bono nella mail riservata pubblicata a
pezzetti scrive chiaramente quale è il pericolo che intravede.
Io opporrei il fatto che allora non è il caso neanche che ci sentiamo tra di noi, nè che scegliamo i candidati presidenti o sindaci con delle assemblee nè tantomeno in futuro per il candidato premier e i listini per le politiche. Deciderà Casaleggio.Secondo Bertola, questa sarebbe la prova della sete di potere di Bono e della corrente “democratica”.
PARLA IL LEADER – dibattito
imperversa, si arriva agli insulti. Davide Bono e Vittorio Bertola
dibattono in pubblica piazza svelando confidenze reciproche; il forum
del Meetup piemontese sembra quello di un sito di adolescenti in preda
ad una deriva autodistruttiva: la situazione inizia davvero a
degenerare, accuse incrociate di mire politiche, frasi del tenore di “se
non avessi mai fatto politica la mia vita sarebbe stata migliore”:
sembra uno psicodramma. Fino a che, solo 3 giorni fa, interviene il
leader. Beppe Grillo parla sul suo blog con un post che, lo dice lo
stesso Bertola, “è destinato al Piemonte”.
Non fate finta di non sentire, sappiamo tutti che quel post è specificamente diretto innanzi tutto al Piemonte, mica è un caso che sia uscito oggi così… Io mi sono chiamato fuori da questa deriva partitica del Movimento piemontese; all’assemblea non verrò, per questo è la vostra assemblea.
Che cosa dice Grillo nel post?
Che il Movimento è diverso dai partiti, e diverso vuole rimanere. Anche
nella democrazia, pare.
Il MoVimento 5 Stelle è figlio di un’utopia, di una politica senza intermediazioni, senza quelle sovrastrutture autoreferenziali che si chiamano “partiti”. Qual è la sostanza dei partiti? L’organizzazione in correnti, le strutture fisiche, i riferimenti territoriali, i pacchetti di voti, le assemblee nazionali, regionali, provinciali che propongono le liste degli eletti, che prendono decisioni per i cittadini, i leader e i leaderini, il finanziamento pubblico. Organizzazioni da antiquariato politico.
Niente assemblee, niente correnti, il cittadino al primo posto. Come
tutto questo sia conciliabile con una nomina non democratica di un
responsabile tematico interno, è da spiegare. Intanto le convulsioni nel
movimento piemontese non sembrano finite, si parla apertamente di
“disgregazione”, mentre gli altri attivisti di tutt’Italia continuano la
polemica contro il leader; i Meetup si stanno organizzando
per autoconvocarsi a Roma in un incontro di tutto il MoVimento 5
Stelle (ma, ci precisano i promotori in un momento successivo alla
pubblicazione di quest’articolo, la riunione era già stata organizzata
prima dell’evento, e dunque non sarebbe da collegarsi a questa polemica)
: insomma, caro Beppe, è stato bello. I tuoi ragazzi ti stanno per
defenestrare dall’organizzazione che proprio tu hai creato? Sul forum
del Meetup di Napoli, c’è chi pubblica l’organigramma interno al
MoVimento, per come gli attivisti pensano che tu lo veda.

Non male, per essere il movimento che
doveva cambiare l’Italia. Con te come ispiratore.
Fonte: Giornalettismo