Renzi e il grillismo
Così Matteo Renzi, presentando la sua corsa alle primarie.
Tutto giusto. Ma se Grillo domani chiede di andare in giro in mutande
facendo perepepè con le trombette e saltellando su un piede solo che
facciamo? Gli andiamo dietro in attesa che poi pretenda di saltellare a
piedi uniti battendo le manine?
Sarà impopolare dirlo, ma il problema della credibilità dei
partiti ha poco a che fare con il numero dei parlamentari o con i loro
stipendi. Se i partiti hanno perso autorevolezza è soprattutto perché
vent’anni fa hanno dato una risposta formale, e non di contenuto, alla
crisi di sistema. Perché non hanno saputo rinnovare un patto sociale
compromesso dai radicali mutamenti economici e tecnologici in atto.
Le rivoluzioni – di destra o di sinistra che siano – non nascono mai
per i privilegi o le ruberie delle classi dirigenti. Quelli sono gli
epifenomeni – condannabili, per carità – che la propaganda
rivoluzionaria usa strumentalmente per agitare le folle e tenere alta la
tensione. Le rivoluzioni, invece, nascono dall’incapacità delle classi
dirigenti di garantire la tenuta sociale e la coesione culturale di un
popolo.
Per questo il grillismo non si combatte inseguendo la logica formale dell’anticasta.
Né invocando un ricambio generazionale di principio e povero di
contenuti. Del resto il progetto del capo politico dei Cinque Stelle
non è la riforma del sistema, ma l’annientamento del sistema. [Bisognerebbe chiedersi: quale sistema? Cos'è che verrà davvero distrutto?] E non si fermerà – per sua stessa ammissione – fino alla soppressione definitiva degli avversari.
Così Renzi, da bravo formalista light, sta perseverando nell’errore.
[E se lo facesse apposta? E se ciò che Bracconi chiama "errore" fosse invece l'obbiettivo realmente perseguito?]
Quello di chi non capisce che il solo modo di sgonfiare Grillo è
riempire il vuoto di contenuti
[Quali contenuti? Riempire il vuoto che c'è adesso in Italia significherebbe spiegare le vere cause della nostra situazione. Questo non farebbe per nulla piacere alle attuali classi dirigenti e privilegiate italiane che in questo vuoto trovano il loro humus ideale e la loro ricchezza, e che perseverando in questa mancanza di contenuti trovano e continueranno a trovare la loro sicurezza e certezza di continuità del loro dominio]
nel quale – complice la più brutta
politica degli ultimi vent’anni – il grillismo ha sguazzato senza nessun
vero e consapevole avversario.
[Magari a qualcuno questo vuoto fa comodo. Sarebbe ora d'iniziare prendere in considerazione questa ipotesi.]
Fonte: Marco Bracconi
--------------------------------------------------------
lunedì 17 settembre 2012
Il sindaco che la destra ci invidia

Ha
pertanto pianificato il suo tour elettorale per tutte le province
italiane durante il suo mandato di sindaco di Firenze e ha scelto il camper quale mezzo di trasporto.
Gli
anni come presidente sono registrati nel suo libro “Tra De Gaspari e
gli U2. I trentenni e il futuro”, che raccoglie tra le righe anche il
suo pensiero politico, molto influenzato dalla figura del grande
fondatore della Democrazia Cristiana.
Matteo Renzi alla Ruota della Fortuna di Mike Bongiorno nel 1994. Guarda
l'attuale sindaco di Firenze che gioca (e vince anche parecchio) a uno
dei quiz più famosi della Tv. Riconoscibile per la parlata e anche per
il volto (che non è cambiato granché), il «rottamatore» del Pd ha anche
portato a casa un bel gruzzoletto...
Fonte: Fcoraz
-----------------------------------------------
Il sonno dell’oligarchia genera Renzi
Ho diversi amici e conoscenti piddini che sono passati con Renzi.
Alcuni hanno idee politiche simili alle mie. La loro tesi – legittima –
è che Renzi è l’unico grimaldello per mandare a casa l’oligarchia del
partito, D’Alema & Company.
Credo che in alcuni di loro ci sia una forte componente psicologica.
E’ gente abbastanza giovane- sui 30 o sui 40 – che però da anni sbatte
la testa contro la roccaforte chiusa dell’establishment Pd. E ora non
gli pare vero che qualcuno abbia smesso di chiedere la cooptazione e sia
invece entrato a gamba tesa per abbatterla, quella roccaforte.
Alla fine, ho l’impressione che a quasi tutti questi miei amici e
conoscenti non importi davvero più di tanto quello che c’è dentro il
contenitore Renzi. Anzi alcuni ritengono che sia un contenitore ancora
abbastanza vuoto, quindi potenzialmente da riempire.
Credo che questo sia l’errore fondamentale. A me sembra invece che
l’impostazione culturale e politica di Renzi sia già molto chiara. Sarà
che, per età, ho visto passare i Craxi e i Berlusconi. E ho visto ottima
gente buttarcisi pensando di usarli come tram, invece è stato il
contrario.
grazie per la stima. ma il ragionamento sulle tv non è che grillo dice di non andare in qualche trasmissione, o non di non andare genericamente in tv. bensì, che ritiene di poter imporre agli eletti del suo movimento cosa fare, dimenticando che essi rappresentano non lui, ma i loro elettori. e, secondo la costituzione, lo devono poter fare in piena libertà.
i diktat di grillo, purtroppo, sono dello stesso tipo di quelli dei segretari degli odiati partiti, che pretendono dagli eletti appunto la “disciplina di partito”. altro che movimento!
mi dispiace che lei si senta offeso dall’epiteto di “dummy”. ma le ricordo che non è mio, ma di grillo: il blog l’ha intitolato lui, così: ne chieda conto a lui.
comunque, lei ha perfettamente ragione su un punto: alle elezioni, purtroppo, in ballo non sono le idee, ma l’appeal. e grillo, almeno per un certo tipo di pubblico (i suoi dummies, appunto), ha effettivamente grande appeal. purtroppo, appellarsi all’appeal è molto berlusconiano, temo: alla faccia del cambiamento.
temo che abbia sbagliato bersaglio, nel considerare questo blog “allineato a repubblica”, per il solo fatto che “repubblica” ci ospita. questo è un blog autonomo, il che significa che a volte è d’accordo con la linea del giornale, e a volte no. e non si può considerarlo allineato quando lo è, o non allineato quando non lo è.
ciò detto, temo di non poter rispondere alla sua domanda, su quale partito voterei alle elezioni. se non altro, perché non sappiamo ancora nemmeno quali partiti ci saranno, appunto. e, in particolare, se ce ne saranno di alternativi al regime imperante.
se comunque i partiti e i movimenti fossero quelli attualmente in attività, credo che non voterei. come non ho votato nel 2008. naturalmente, le motivazioni per non votare i singoli partiti sarebbero diverse. nel caso di grillo, che credo sia quello che le interessa, lo trovo volgare e populista, e né l’una caratteristica, né l’altra, mi sembrano promettenti. anzi, le trovo decisamente indigeste.
naturalmente, so benissimo come viene inteso “dummy” nei manuali per “principianti”. ma forse lei non sa che si tratta appunto di una battuta, sanamente autoironica, perché la parola significa appunto letteralmente “deficiente”, “fantoccio”; “finto”; eccetera. sorry…
naturalmente capisco benissimo il principio del votare per esclusione. è lo stesso che si usava in unione sovietica, dove sulla base dei candidati bisognava scegliere tra breznev o andropov, per dire. lei però dovrebbe capire, a sua volta, che qualcuno poteva vedere poca differenza tra i due. e che, nel caso nostro, qualcuno possa guardare a grillo come un tipico esponente del tipo di politica che è partita da “l’uomo qualunque” di giannini ed era, per ora, approdata a bossi. e che non ci sia da stare allegri, con quei precedenti, basati sulle stesse premesse qualunquiste, appunto, e sugli stessi sottili argomenti del “dito alzato”.
accetto in parte le sue critiche. ma le ricordo che il fatto che tanti giovani credano onestamente nel movimento e decidano di farne parte, non giustifica né loro, né il movimento. anche quando sono nati il fascismo e il leghismo, appunto, è successa la stessa cosa. molti ci sono entrati in buona fede, ma questo non significa che non si potessero vedere già da prima dove sarebbero parati quei movimenti, con quel genere di premesse e di metodi.
io naturalmente spero di sbagliarmi, per il bene del paese e dei suoi cittadini, ma sono anch’io in buona fede quando riscontro nei metodi e negli argomenti di grillo le stesse caratteristiche dello squadrismo nascente. e temo che, se veramente dovessero andare al potere, ci farebbero veramente vedere “le stelle”.
non so come lei abbia votato nel 2008, ma temo che in base al calcolo delle probabilità, lei probabilmente abbia già effettivamente votato per “monti taumaturgo fasullo”, visto che il suo governo è sostenuto da quasi tutti i partiti del parlamento.
io, per fortuna, no…
il suo paragone non mi sembra convincente. la pelata di mussolini non lo caratterizzava, e anche con una bella frangetta, come hitler, mussolini sarebbe rimasto mussolini.
invece, il populismo, l’attacco ai partiti e alla democrazia malata, e il considerarsi uomo della provvidenza, erano caratteristiche essenziali del personaggio. senza quelle, non sarebbe arrivato al potere, e non avrebbe avuto il consenso degli inizi, che gli permise di insediarvisi stabilmente.
no, credo che il non voto sia quello che è: un dissenso con tutte le proposte sul piatto. e il rifiuto di giocare il gioco comunque, votando il “meno peggio”.
e credo anche che, in un sistema veramente democratico, una percentuale di seggi pari alla percentuale dei non votanti dovrebbe essere lasciata vuota in parlamento, e le leggi dovrebbero comunque essere approvate con la maggioranza dei seggi, vuoti o occupati.
il resto è una truffa, o un simulacro di democrazia. soprattutto il cosiddetto “maggioritario”, che in tempi meno bui dei nostri veniva appunto chiamato “legge truffa”.
la ringrazio dell’apprezzamento. quanto al mio unico “difetto pubblico”, che sarebbe scrivere su questo giornale, non lo vedo come tale, fino a quando posso appunto dire cosa penso, indipendentemente da cosa pensa il giornale.
anche se credo che la “linea” ufficiale sia meno monolitica di quanto si possa pensare, come ha fatto notare il direttore qualche settimana fa, nel bel mezzo della polemica tra scalfari e zagrebelski: una polemica che, essendo appunto sui massimi sistemi e non su argomenti marginali, mostrava in realtà che una linea non c’era, o non c’è…
a dire il vero, il PDL non è stato molto lontano dallo squadrismo, grazie soprattutto alla lega. non mi sembra proprio che sia un’alternativa presentabile. e comunque, probabilmente non ci sarà.
il PD non sarà squadrista, ma l’aver appoggiato il governo monti lo rende oggettivamente indistinguibile dalla politica reazionaria di monti. se fosse rimasto all’opposizione, si sarebbe anche potuto votare, ma dopo un tale tradimento dei suoi supposti ideali, non c’è più da fidarsi, ammesso che ci fosse prima.
ma direi che sarebbe meglio aspettare di vedere quali saranno le vere alternative in campo, visto che si sa che molti si stanno preparando tra le quinte. non dimentichiamo che berlusconi, nel 1994, uscì allo scoperto solo all’ultimo momento, proprio per sfruttare al massimo l’effetto sorpresa.
anche se, come ripeto, dubito che per me ci sarà qualche partito che mi permetta di votarlo senza poi dover avere il rimorso per il resto della legislatura.
lasciare vuoti i seggi dei non votanti non è una “astuta provocazione intellettuale”: si chiama semplicemente “proporzionalità”. condizione che per decenni è stata sbandierata formalmente come necessaria alla democrazia, anche se in pratica era appunto applicata in maniera truffaldina. oggi non è nemmeno più reclamata in teoria, a dimostrazione del fatto che alla democrazia ormai non ci crede più nessuno.
negli stati uniti, per quel poco che li conosco, i non votanti sono spesso persone non che si fidano del sistema, ma che ritengono inutile scegliere fra alternative che considerano indistinguibili. è risaputo, infatti, che i due partiti democratico e repubblicano sono largamente sovrapposti nello spettro politico, eccetto che per le frange estreme (sinistra nei democratici, e destra nei repubblicani).
a dire il vero, l’affidarsi a uomini di spettacolo, professionisti (come reagan o schwarzeneger) o dilettanti (come obama o berlusconi), è ormai da tempo una tendenza non solo statunitense, ma mondiale.
e per un grillo che può far rabbrividire per la sua rozzezza, ci sono comunque molti altri attori che fanno politica direttamente, rendendo sempre più sottile il confine tra politica e spettacolo. a partire da benigni, naturalmente.
e i politici fanno a gara per usarne la popolarità e l’abilità mediatica, da springsteen per obama a george clooney per veltroni. senza accorgersi che, così facendo, affossano appunto la politica, assimilandola a un prodotto da vendere con la pubblicità affidata al divo di turno, indipendentemente dalle sue qualità.
in fondo, si tratta solo di una metastasi del cancro della pubblicità, che ormai ha raggiunto qualunque ambito, a partire da quello ambitissimo della politica, appunto.
temo che di metodi “indolori” non ce ne siano. soprattutto perché sono le regole del sistema stesso, a farlo diventare quello che è, e a mantenerlo tale.
la teoria dei sistemi mostra infatti che gli organismi rappresentativi tendono, indipendentemente dal contenuto della rappresentazione, a rivolgersi nel tempo su stessi e a diventare principalmente interessati al proprio funzionamento e alla propria sopravvivenza. e questo vale non soltanto per i partiti politici, ma per i ministeri, i sindacati, le fabbriche, le dirigenze, eccetera.
ad esempio, nei discorsi sull’industria, si parla spesso di mantenimento delle quote di mercato e dei posti di lavoro, ma molto meno ci si preoccupa se la preservazione dell’impresa sia utile alla società, o anche solo a se stessa.
è per questo che i partiti o movimenti politici che si presentano all’insegna del cambiamento delle regole del sistema dall’interno, finiscono in breve di essere assimilati e omologati dal sistema, e cessano di rappresentare i loro elettori, per iniziare a preoccuparsi di se stessi.
l’unico modo di evitare l’irrigidimento è di impedire che esso possa prendere piede. per questo trozky e mao, che avevano in parte intuito queste cose, parlavano di “rivoluzione permanente”. perché sapevano che, negli esempi storici di rivoluzione, presto si arriva alla restaurazione e alla controrivoluzione.
in fondo, il movimento a 5 stelle sta già mostrando, ancora prima di essersi insediato in parlamento, di essere preda di comportamenti che sembrano appunto andare nella direzione della preservazione di se stesso. e dubito che grillo riuscirà a impedirgli di sottostare a quelle che sembrano essere appunto leggi generali.
E poi dato che voto dal lotano 1994 mi sa che mi sono confuso dato che il vecchio PCI per prendere voti e (per il culo) la gente ha fatto 200 cambi… ed io l’ho sempre votato. povero me……
In italia la gente che vive bene e’ solo quella che sta nel sistema. Lei cos’e’ disposto a fare per cambiare? votare PD e scrivere che tutti gli altri sono fascisti? chi la paga?
Io vivo in Uk e forse qualcosa ne ho imparato di informazione libera, tv pubblica ecc… (e qua hanno problemi as well) ma in italia siete un esercito di menzonieri. I giornalisti hanno contribuito a questo scempio per troppo tempo. Io i culi non li lecco…
come ho già ripetuto mille volte, anche se lei non ha il dovere di averle lette, non sono pagato per tenere questo blog.
quanto al PD, se va indietro nel blog si accorgerà che difficilmente mi si può accusare di essere tenero con esso, e coi i suoi dirigenti. comunque, e anche questo l’ho già detto e ripetuto, non li ho votati nel 2008, e non mi sogno di votarli adesso.
quanto all’informazione inglese, per favore, non prendiamoci per “il culo” che tanto le piace. mai sentito parlare di murdoch? le pare tanto meglio di berlusconi?
è probabile che “repubblica” abbia un suo progetto politico: se non premeditato, almeno emergente. ma io non ne faccio parte, e nel blog esprimo semplicemente le mie opinioni su fatti che attirano la mia attenzione. tra l’altro, per abitudine leggo il sito e non il cartaceo, e dalle notizie sul primo traggo l’ispirazione per i miei commenti.
se dunque il post su grillo si è unito a una serie di attacchi a grillo, come lei lamenta, è stato per coincidenza, e non per concertazione. d’altronde, su 156 post che ho finora messo in rete in più di due anni, solo due sono stati dedicati a grillo: una percentuale (l’1.28 per 100) che non può far pensare a un’ossessione contro il personaggio o il suo movimento.
intendevo “dilettanti” come uomini di spettacolo. cioè, non gente come reagan, che aveva fatto l’attore professionista. ma ciò nonostante, in entrambi i casi di berlusconi e obama, animali da palcoscenico.
se diciamo che grillo è peggio degli altri leader perchè a parole dice di essere un portavoce democratico mentre di fatto è padrone come gli altri, dobbiamo anche dire che berlusconi è meglio degli altri leader in quanto a differenza loro ammette (anche se non in modo esplicito) di far politica per i suoi interessi e di essere un puttaniere.