martedì 4 settembre 2012

Anatomia 5 Stelle

Parlare del M5S è inutile. Innanzitutto, perché il MoVimento non esiste; in quanto si tratta di un marchio ad uso esclusivo e protetto dal diritto di copyright,

abbinato a un contrassegno registrato a nome di Beppe Grillo, 
unico titolare dei diritti d’uso dello stesso

Non è un’associazione, non ha una sede definita, non ha un vero statuto fondativo, non ha una reale base di valori condivisi, non ha un coordinamento policentrico, non prevede organi di rappresentanza condivisi, né reali assemblee di partecipazione democratica e consigli di autogestione orizzontale.

«Il “MoVimento 5 Stelle” è una “non Associazione”. Rappresenta una piattaforma ed un veicolo di confronto e di consultazione che trae origine e trova il suo epicentro nel blog www.beppegrillo.it.
La “Sede” del “MoVimento 5 Stelle” coincide con l’indirizzo web www.beppegrillo.it.
I contatti con il MoVimento sono assicurati esclusivamente attraverso posta elettronica
 all’indirizzo MoVimento5stelle@beppegrillo.it.»

Dunque, il M5S è una proprietà ed in quanto tale appartiene a Beppe Grillo.
Essendo una entità di natura privatistica a carattere individuale, non prevede regolamenti certi né norme predefinite sulle modalità di adesione. Strutturata come un
 social network, risponde più che altro a policy di ammissione piuttosto vaghe. E soprattutto non deve rendere conto delle espulsioni, concepite come un annullamento dell’account di registrazione.

La partecipazione al MoVimento è individuale e personale e dura fino alla cancellazione dell’utente che potrà intervenire per volontà dello stesso o per mancanza o perdita dei requisiti di ammissione.

Ora, questo non sarebbe certo un problema se il M5S, nell’ambito del blog del suo patrono e padrone (e dunque Grillo), non pretendesse di essere:

lo strumento di consultazione per l’individuazione, selezione e scelta di quanti potranno essere candidati a promuovere le campagne di sensibilizzazione sociale, culturale e politica promosse da Beppe Grillo così come le proposte e le idee condivise nell’ambito del blog www.beppegrillo.it, in occasione delle elezioni per la Camera dei Deputati, per il Senato della Repubblica o per i Consigli Regionali e Comunali.

Nella fattispecie, questa idea di democrazia lineare, a partecipazione diretta su piattaforma virtuale, si traduce, forse per i limiti intrinseci al narcisismo del personaggio, in una vetrina autoreferenziale (effetto quasi inevitabile per un blog) per le frustrazioni ossessive ed i fermenti populistici del (presunto) Autore, nella formula prevalente del monologo proteso in assolo.
Più che
 un efficiente ed efficace scambio di opinioni e confronto democratico”, esiste una sola Opinione: quella di Beppe, insindacabile e imprescindibile; l’unica che conti veramente.
  Speculare alla psicologia, ed al livello culturale, del vecchio guitto genovese, nel suo insieme il blog risulta essere un imbarazzante accozzaglia di incongruenze e luoghi comuni, oramai strutturate in un’incredibile fucina di castronerie a getto continuo, dove alla coerenza narrativa si predilige il turpiloquio reiterato in un martellante livore “anti-casta”, in cui ogni cosa viene semplificata.. sminuzzata.. e ridotta in una poltiglia qualunquista. Il tutto speculare ad una formazione scolastica di base, dove il titolo di studio prevalente è il diploma di perito tecnico. Il ché non vuol essere certo un insulto, ma un modo per sottolineare come l’assenza di un approccio umanistico ai problemi, analizzati nella loro complessità sociale, sia una carenza evidente aggravata da una notevole insipienza culturale.
 
La rete è piena di esempi simili… Non ci spenderemmo sopra nemmeno due righe, se questo non fosse il ‘meglio’ che in Italia la società (in)civile sia riuscita a produrre, in risposta al berlusconismo ed alla crisi dei partiti, nel meteorismo congenito di ventri troppo gonfi e teste irrimediabilmente vuote.
 Il sonno della ragione genera mostri, ma l’ignoranza è la loro levatrice.

Una Non-Democrazia
 Lungi dall’essere uno strumento aperto di democrazia partecipata, la struttura assomiglia a quella di una setta: c’è un guru (Beppe Grillo); un mentore spirituale (GianRoberto Casaleggio); una folla anonima ed entusiasta di adepti fanatizzati dal verbo del profeta.
Va da sé che l’unico canale d’informazione consentito è il blog medesimo ed i link eventualmente consigliati dallo stesso. Ogni altra eterodossia non è ammessa, né ai
 grillini interessa più di tanto.
A cadenze regolari, la diarchia celeste Grillo-Casaleggio sceglie il
 target del giorno, meglio se si tratta di qualcuno con rilevanza pubblica, che ha osato criticare il MoVimento o pronunciare il nome di Grillo invano. Additato il bersaglio alla furia popolare, i neofiti della setta si scagliano nel linciaggio virtuale dell’eretico, in un crescendo di insulti e grevità oscene ai limiti della paranoia, in una sorta di catarsi collettiva.
C’è qualcosa di orwelliano in un simile meccanismo, che a tratti ricorda il
 “Programma dei Due Minuti d’Odio”:


 «La cosa orribile dei Due Minuti d’Odio era che nessuno veniva obbligato a recitare. Evitare di farsi coinvolgere era infatti impossibile. Un’estasi orrenda, indotta da un misto di paura e di sordo rancore, un desiderio di uccidere, di torturare, di spaccare facce a martellate, sembrava attraversare come una corrente elettrica tutte le persone lì raccolte, trasformando il singolo individuo, anche contro la sua volontà, in un folle urlante, il volto alterato da smorfie. E tuttavia, la rabbia che ognuno provava costituiva un’emozione astratta, indiretta, che era possibile spostare da un oggetto all’altro come una fiamma ossidrica. Così, un istante dopo, l’odio di Winston non era più rivolto contro Goldstein, ma contro il Grande Fratello, il Partito e la Psicopolizia. In momenti simili il suo affetto andava a quel solitario e deriso eretico sullo schermo, difensore unico della verità e della sanità mentale in un mondo di menzogne. Passava un altro istante, e Winston si ritrovava in perfetta sintonia con quelli intorno a lui e tutto ciò che si diceva di Goldstein gli sembrava vero. Allora l’intimo disgusto che avvertiva nei confronti del Grande Fratello si mutava in adorazione e il Grande Fratello pareva sollevarsi ad altezze vertiginose, protettore invincibile e impavido, immoto come una roccia davanti alle orde dell’Asia, e Goldstein, a dispetto del suo isolamento, della sua impotenza e dei dubbi che avvolgevano la sua stessa esistenza, appariva come un sinistro incantatore, capace di abbattere l’edificio della civiltà con la sola forza della sua voce. In qualche momento era perfino possibile dirigere il proprio odio da una parte all’altra, assecondando un atto libero della volontà.»

 George Orwell, “1984”
 Mondadori; 2002

Di tanto in tanto, il post del giorno viene arricchito con annunci del tipo:
 “Tizio non ha mai fatto parte del M5S”;
 
 “Si diffida Sempronio dall’usare il contrassegno”;
 
 “Da oggi Caio è fuori dal MoVimento”.
Senza che mai venga fornito uno straccio di motivazione all’espulsione, un cenno su chi siano e cosa mai abbiano fatto di così grave Tizio e Caio e Sempronio.
 
Beppe Grillo lancia l’anatema; gli adepti provvedono ad eseguire la
 fatwa, apponendo la lettera scarlatta sul petto del proscritto.
Non è prevista alcuna difesa, né possibilità di appello, tanto meno una qualche forma di consultazione collettiva: congressi, assemblee, collegi, sono roba vecchia da partiti, rigurgiti di “casta”. Il MoVimento ne è immune: uno vale uno e Beppe decide per tutti.
 
Nel corso della Storia, persino gli autocrati peggiori si sono sentiti in dovere di fornire una giustificazione (seppur falsa) alle loro sentenze di epurazione. Grillo invece no, non corre di questi problemi. È la nuova democrazia 2.0.

Ho visto la luce!
 Nel mondo semplice ed elementare dei
 grillini, la risoluzione dei problemi è rimessa alle aspettative messianiche del MoVimento, che come tutte le sette promette la salvezza eterna ai suoi adepti: affidatevi a noi, dateci la maggioranza, e tutti i problemi svaniranno per divina intercessione. Non chiedeteci come, perché gli altri sono peggio. Se non ci votate allora meritate ogni male e i malanni che si abbatteranno sull’Italia saranno la giusta punizione per voi miscredenti.
E in una sorta di presunzione auto-assolutoria ci si illude possa esistere una cesura morale tra elettori ed eletti, nella distinzione tutta fittizia tra “popolo” e “casta” come se in una democrazia elettorale le due categorie non fossero strettamente interconnesse e speculari l’una con l’altra. Secondo un vecchio aforisma, il 30% dei parlamentari sono peggiori dei loro elettori, un altro 10% è migliore, il 60% è perfettamente uguale a chi li elegge. Il flusso delle percentuali può cambiare, ma la sostanza rimane immutata.
La visione politica del M5S invece è totalmente manichea, in una separazione netta tra buoni e cattivi, salvati e dannati, contrapposti nella logica del
 “chi non è con me è contro di me”.
Da questo punto di vista, Grillo ha una visione totalitaria della società: se non piace a Lui, se non rende conto al MoVimento (cioè a Lui medesimo), è indissolubilmente un Nemico. Nell’antitesi non sono previste eccezioni.
 
In un’orgia compiaciuta, avendo ben poco da proporre, è contro tutti e tutto: i
 ‘Politici’, i‘Partiti’, i ‘Sindacati’, ‘l’Agenzia delle Entrate’ e le‘tasse’, i ‘Giornalisti’ e i ‘Media’ (e persino le Olimpiadi), il ‘Presidente della Repubblica’
A quest’ultimo proposito, la virulenta campagna imbastita contro
 Giorgio Napolitano dal duetto al ribasso di Beppe Grillo eAntonio Di Pietro (il quale evidentemente ignora che non c’è posto per due prime donne sullo stesso palco) è semplicemente VOMITEVOLE, per modalità, allusioni, e contenuti. 
Su queste pagine non sono mancate critiche al presidente Napolitano, ma mai ci si era compiaciuti nelle forme che rasentano il villipendio.
 
Una delle vette più alte viene raggiunta da Grillo il 09/08/2012, in occasione del sondaggio sul“peggior Presidente della Repubblica”. La maggior parte dei votanti non va più indietro della presidenza Ciampi, fino a toccare percentuali irrisorie nel caso delle tre ‘presidenze moderate’: Gronchi, Segni, e Saragat. Evidentemente, i citrulli analfabeti raggrumati attorno al tribuno ligure non hanno la più pallida idea su chi siano.

Per diventare presidente della Repubblica è necessario disporre di alcuni requisiti: avere una certa età, meglio se alle soglie della senescenza, essere di sesso maschile, disporre di una laurea (obbligatorio!), aver fatto militanza politica in un partito e aver vissuto di stipendi pubblici per quasi tutta la vita

Per scadere sullo stesso piano, si potrebbe obiettare a Grillo quando mai lui abbia lavorato in tutta la sua vita…
Ma qui emerge un altro elemento speculare del M5S: il totale disprezzo per chiunque lavori nella Pubblica Amministrazione, negando ogni dignità professionale alla categoria. Secondo molti adepti del MoVimento, la soluzione consiste nel tagliare e chiudere più enti e strutture pubbliche possibili, licenziare tutti i dipendenti. Pensano che senza fondi, senza strutture e senza personale, il servizio funzioni da sé, per divina provvidenza e risparmio assicurato.
 
Naturalmente, il lavoro superfluo, inutile, parassitario, è sempre quello degli altri… I nostri eroi stellati rispondono invece a rigorosi principi meritocratici, che li autorizzano a stilare pagelline di valutazione su chiunque altro.

La laurea in giurisprudenza è la più ricorrente, gli ultimi cinque presidenti si sono laureati in questa disciplina. Ingegneri, fisici, matematici e, in genere chiunque abbia conseguito un titolo scientifico, sono esclusi dalla competizione presidenziale.”

Fino a prova contraria, il Presidente della Repubblica è il garante della Costituzione, presiede il Consiglio Superiore della Magistratura, firma le leggi e vaglia l’attività normativa della Camera…
È OVVIO che debba essere laureato, possibilmente (se non obbligatoriamente) in Giurisprudenza. Qualcuno farebbe mai costruire ponti ad un avvocato? Affiderebbe ad un giurisperito la realizzazione di un reattore nucleare?!?
 
Epperò, come prossimo presidente, facciamo in modo che venga eletto un ragioniere. Meglio se di Genova…!
Evidentemente, in un delirio di onnipotenza, Grillo crede che il mondo giri attorno a lui.
Altrimenti, impiegherebbe le pagine del suo blog per avanzare proposte e soprattutto per illustrare le attività, le iniziative, e gli eccezionali risultati dei sindaci e dei rappresentanti 5 stelle là dove sono stati eletti. Invece, a corto di risultati da esibire, preferisce scatenare roboanti offensive alla ricerca di sempre nuovi nemici, in un emblematico vuoto programmatico e di riscontri.
In fondo, e lo scrive anche l’amico Casaleggio,“Siamo in guerra”. In altri tempi, qualcuno formulò un approccio simile alla politica e lo chiamò “Mein Kampf”.

Il Mondo di Domani
 Sostanzialmente, l’impianto in apparenza liquido di un presunto esperimento di democrazia lineare (in realtà non è l’uno né l’altro) è opera della sapiente organizzazione dei Casaleggio:
 il lato oscuro della forza di Beppe Grillo.
È difficile prendere sul serio i proclami del Grillo; non si capisce mai bene se sia davvero farina del suo sacco o frutto della regia della
 Casaleggio Associati….
Su
 Gianroberto Casaleggio gira in rete un incredibile bolo di panzane cospirazioniste, che non è nemmeno il caso di riportare tanto sono idiote… Grande scalpore ha suscitato nel sottobosco complottista il fatto che uno dei principali soci di Casaleggio, il manager Enrico Sasson, guidi la Camera di Commercio USA (noto covo di rettiliani in missione segreta), ovvero l’equivalente della nostra Confcommercio.
Si tratta di una cosa davvero inaudita per un professionista esperto in studi economici, che lavora in un’azienda con importanti partecipazioni nel mercato statunitense.
Invece, a Gianroberto Casaleggio si rimprovera sostanzialmente di essere un uomo di cultura, di leggere
 Chrétien de Troyes, con una predilezione per i romanzi del Ciclo Bretone. I soliti idioti hanno speculato su chissà quale legame occulto con questo o quel movimento esoterico… 
In realtà, Casaleggio è un creativo. E, come tutti i grandi innovatori, è soprattutto un visionario. Il problema consiste nel fatto che tende un tantino ad esagerare, travestito da tecno-santone. Pensoso scrittore sui destini del web, nel tempo libero Casaleggio si atteggia a veggente, realizzando filmini indimenticabili:




La versione originale la trovate QUI.
Le teorie del buon GianRoberto sembrano un incrocio
 fantasy tra le opere di Aldous Huxley edI Cieli di Escaflowne, per un ombroso bambinone mai cresciuto abbastanza. 
Tra le tante invenzioni dell’intraprendente Casaleggio Associati, c’è pure la famosa
 Mappa del Potere:

Lo scoppiettante GianRoberto, oramai sempre più impegnato a costruire la propria “leggenda nera” in chiave mitopoietica, gioca coi paradossi, fornendo ai complottisti le prove farlocche per le loro farneticazioni cospirazioniste. E ne alimenta ad arte le ossessioni di un millenarismo apocalittico. Sono cortine fumogene di un caos apparente di cui GianRoberto è convinto di avere le chiavi ed il controllo, mentre dispone le sue pedine su di una scacchiera virtuale atteggiandosi a demiurgo del nuovo Ordine. Immaginiamo che si diverta un mondo…
A volte si ha la sensazione che si tratti di un enorme scherzo e che il gioco finirà, quando verrà a noia del geniale GianRoberto conquistato ad altri passatempi.

Diversamente fascista
Poi, è chiaro, ognuno deve gestire la materia prima che si ritrova tra le mani…
 
I cosiddetti “portavoce” di un movimento completamente privo di coordinamento, con cellule scalcinate alla ventura dell’improvvisizione, sono solo una proiezione olografica del Grillo-pensiero: fanno quasi tenerezza nelle loro continue profferte di fedeltà al Capo, coi loro incerti passetti eterodiretti dai
 consulting della Casaleggio. A vederli schierati in campagna elettorale, sorridenti e imbambolati, sopra il palco e alle spalle del Profeta invasato, sembrava di assistere ad una rassegna di marionette nel teatro dei pupi, in attesa che il Mangiafuoco ligure ravvivasse le sue creature tirandone i fili.
Quando agiscono
 motu proprio, la confusione regna sovrana…
Nel gran calderone del M5S, si ritrova un po’ di tutto: radicali in libera uscita, leghisti in fuga, orfanelli berlusconiani e dipietristi delusi, ex piddini in crisi di rigetto e sinistrati variamente assortiti. È collettore di frustrazioni prima ancora che di idee.
 
Tutti si riempiono la bocca con la parola “popolo”, surrogato in una massa informe di umori condivisi, ma il substrato prevalente è di tipo fascistoide.

«Il fascismo è una mentalità speciale di inquietudini, di insofferenze, di audacie, di misoneismi, anche avventurosi, che guarda poco al passato e si serve del presente come di una pedana di slancio verso l’avvenire. I melanconici, i maniaci, i bigotti di tutte le chiese, i mistici arrabbiati degli ideali, i politicanti astuti, gli apostoli che fanno i dispensieri della felicità umana, tutti costoro non possono comprendere quel rifugio di tutti gli eretici, quella chiesa di tutte le eresie che è il fascismo. È naturale, quindi, che al fascismo convergano i giovani che non hanno ancora un’esperienza politica e i vecchi che ne hanno troppa e sentono il bisogno di rituffarsi in un’atmosfera di freschezza e di disinteresse.»

 (“Verso l’azione” in Il Popolo d’Italia – 13/10/1919)

Si ravvisa nella maggior parte dei commenti presenti sul blog la stessa insofferenza viscerale contro la Cultura e il disprezzo profondo che ogni fascista verace ha per l’intellettuale.
C’è la stessa carica anti-sistema, rigettato nella sua totalità, e semplificato nella crociata radicale contro la “casta” che, all’atto pratico, si traduce in un mero riepilogo contabile dei costi, contro i quali si concentrano le invettive che non vanno oltre l’offesa personale, gli isterismi condivisi tramite un esasperato squadrismo verbale, e nulla più.
 
Una componente tipicamente fascista risiede nella retorica giovanilistica, che nel caso del grillismo si alimenta con una esasperata contrapposizione tra ‘giovani’ e ‘vecchi’; l’insistenza con cui si ricorre alle metafore necrofile: gli zombie, la putrefazione, la decomposizione… ad evocazione di un marciume orrido e contaminante in cui nulla può salvarsi.
C’è poi il ricorso estenuante alla definizione di un Nemico da combattere ad oltranza… È ricorrente la sindrome del complotto… i richiami ad un vittimismo esasperato…

«Da mesi, con un ritmo sfiancante, i quotidiani, e le testate on line che vivono di notizie “copia e incolla” e rimbalzano le falsità, insultano, diffamano, spargono menzogne, inventano fatti, creano dissidi inesistenti, diffondono odio su di me e sul MoVimento 5 Stelle.»
 (15/08/2012)

Sembra di leggere uno dei soliti deliri persecutori, coi quali il Papi della Patria ci ha tediato in quasi venti anni di potere incontrastato. Invece l’autore del piagnisteo è Beppe Grillo, in un processo di identificazione oramai irreversibile col suo omologo ceronato.
In passato, analizzando i meccanismi del consenso attraverso la lettura della
 “Psicologia delle folle” di Gustave Le Bon [QUI], ne avevamo fatto (sbagliando) quasi una prerogativa contemporanea del berlusconismo. L’analisi è perfettamente sovrapponibile al fenomeno Grillo, a dimostrazione che i populismi in fin dei conti rispondono tutti alle stesse dinamiche. E d’altronde non mancano i richiami allo pseudo-buonsenso familista da provincialismo strapaesano: il Papi si consultava con le zie suore; Antonio Di Pietro chiede sempre consiglio alla sorella Concetta; Beppe Grillo si fa spiegare la politica estera dal suocero, un ex militare del regime degli Scià di Persia.
In quanto agli insulti, Grillo deve essere convinto si tratti di una prerogativa che spetta a lui solo e, come nei suoi monologhi, non prevede diritto di replica…

Anno 1998. Con la presunzione tipica degli ignoranti, Grillo straparla di temi sui quali non sa nulla. Dopo aver sponsorizzato la cura dei fratelli Di Bella per il cancro, il guru genovese scopre il problema dell’AIDS: «Veltroni va là e scopre i malati di AIDS. Arriva qui e ci ha la soluzione: dice cazzo, l’Aids, bisogna mettere a tutti il preservativo! E lo dice uno che è dieci anni che il preservativo ce l’ha sulla testa e non se ne accorge. Allora, lui non dice che sull’Aids ci sono dei seri sospetti che sia una bufala»
Anno 2001. Riferendosi al premio Nobel per la medicina, Rita Levi Montalcini, la omaggia con un:
 “Vecchia puttana”
In tempi recenti (anno 2012), c’è stato il neo-sindaco di Milano ribatezzato
 “Pisapippa”. Non mancano le offese alla solita Rosi Bindi, con pesanti allusioni al suo aspetto fisico ed alla sua vita sentimentale, proprio come un Berlusconi qualunque… E, prima di convertirsi ai diritti di gay ed ergersi a protettore delle coppie di fatto, Grillo aveva già avuto modo di esprimere la sua sensibilità sull’argomento: “Vendola è un buco senza ciambella” (02/03/2011).

Del resto, l’attenzione del MoVimento ai temi civili resta proverbiale:
31/03/2011.
 Bolzano, Claudio Vedovelli, consigliere 5 stelle, abbandona l’aula consiliare in segno di protesta, insieme ai rappresentanti delle destre, in seguito al rifiuto di iscrivere Casa Pound nell’albo delle ‘associazioni culturali’:«escludere un gruppo di ragazzi che non solo hanno le carte in regola ma anche , fino ad ora, organizzato serate su temi diversi e interessanti, senza segni di apologia, solo perché si ritiene siano in contatto con gruppi neo o nuovi fascisti, ci pare sbagliato oltreché rischioso 
Naturalmente, la scelta è stata fatta nella consapevolezza del “pericolo che ogni forma di fascismo (anche quello contro l’ambiente) può rappresentare”. 
Fascismo contro l’ambiente?!? Grillo ma dove cazzo li vai a trovare tipi così?!?
29/04/2012.
 Arese (MI), Laura Antimiani, candidata 5 stelle al Comune, reputa “discriminante” l’introduzione di un registro delle coppie di fatto.
06/02/2012.
 Legnano (MI), Daniele Berti, candidato 5 stelle al Comune, trova che la mancata integrazione dei rom sia essenzialmente un problema genetico insito nel loro DNA.
06/02/2012.
 Rimini, i rappresentanti del M5S in Consiglio comunale si astengono insieme ai repubblichini del PDL, contro la mozione che nega la concessione della piazza ai fascisti di Forza Nuova. Straordinaria la motivazione: “Probabilmente dovrebbero essere dichiarati illegali, ma non spettano alla politica le forzature”. Nella manifestazione è previsto il pubblico rogo del libro “Piccolo Uovo”, opera di Francesca Pardi, illustrata da Altan, dove si osa parlare di coppie gay.


Antologia a 5 Stelle
Ma questi sono argomenti capziosi; il MoVimento infatti non si perde in chiacchiere, composto com’è digente del fare. Si occupa di tutto e decide in fretta…
Modi e tempi di svolgimento dell’assemblea dei
 Meet-up del M5S:
5 minuti
 per i relatori dei tavoli. Al massimo un minuto ciascuno per domande, contributi e suggerimenti dei partecipanti sugli interventi dei relatori appena ascoltati. Ci si prenota, presso i coordinatori dell’assemblea, entro la fine degli interventi dei relatori, indicando il tavolo di lavoro rispetto al quale si pone l’intervento.
5 minuti
 ciascuno di replica generale per i relatori dei tavoli. Un quarto d’ora per la relazione finale (si fredda la cena!).

«Il Fascismo è anti-accademico. Non è politicante. Non ha statuti, né regolamenti. Ha adottato una tessera per la necessità del riconoscimento personale, ma potendo ne avrebbe volentieri fatto a meno. Non è un vivaio per le ambizioni elettorali. Non ammette e non tollera i lunghi discorsi. Va al concreto delle questioni.»

  (“Il fascismo” in Il Popolo d’Italia – 03/07/1919)

Il MoVimento 5 stelle non è di destra né di sinistra… non ha statuti e soprattutto non è un partito…

«È un po’ difficile definire i fascisti. Essi non sono repubblicani, socialisti, democratici, conservatori, nazionalisti. Essi rappresentano una sintesi di tutte le negazioni e di tutte le affermazioni. Nei fasci si danno convegno spontaneamente tutti coloro che soffrono il disagio delle vecchie categorie, delle vecchie mentalità. Il fascismo mentre rinnega tutti i partiti, li completa. Nel fascismo che non ha statuti, che non ha programmi trascendenti, c’è quel di più di libertà e di autonomia che manca nelle organizzazioni rigidamente inquadrate e tesserate.»

  (“La prima adunata fascista” in Il Popolo d’Italia – 06/10/1919)

Epperò non chiamateli ‘fascisti’. Perennemente inkazzati, incapaci di una visione d’insieme, si concentrano sui problemi concreti, parcellizzati in camere stagne, e non ne risolvono nessuno.
Al massimo, sono
 diversamente fascisti.

agosto 17, 2012

 Fonte: Liberthalia

Tra i commenti:

  1. Del fascimo e dei suoi tanti risvolti
    Di tutte le visioni personalistiche del moVimento, la maggior parte informate dalla completa ignoranza del suo funzionamento di base, o da un astio motivato dal non poter usare la sua notorietà per autopromuoversi personalmente, questa é una delle più articolate e ben scritte. Non é difficile capire da che ambiente prende corpo, si tratta di quell’antagonismo di sinistra frustato dalla propria impotenza, che é riuscito ad ottenere risultati solo quando si é dedicato a ‘problemi concreti’ sviluppando lotte mirate e riuscendo a coagulare intorno a temi specifici l’azione delle persone. Superato dalla storia, in ogni sua epressione, messo all’angolo da una visione datata della società, ha come unica missione quella di cercare di difendersi dalla minaccia maggiore alle strutture, a queii militanti ‘storici’ che invece di assumersi la responsabilità di non essere stati in grado di creare una alternativa reale alle commistioni dei giochi politici di palazzo, si scagliano su tutto e tutti quelli che minacciano il loro primato di ‘alternatività’
    É una strana commistione fra un metodo Boffo, che se ne frega della realtà delle cose e si concentra su tutto quanto puo sembrare attaccabile di una realtà sociale che non si riassume certamente all’immagine e alle azioni di un paio di personaggi, e una supponenza di chi si crede ‘migliore’ e che ignora le molteplici realtà che compongono un fenomeno, le persone che dedicano tempo e intelligenza per un reale cambiamento delle cose, etichettandole, indistintamente, come massa di pecoroni, decelebrati, e, ciliegina sulla torta, ‘diversamente fascisti’.
    Tutto l’articolo meriterebbe una analisi sociologica minuziosa, che ne mettesse in luce le capziosità, le parzialità, le assunzioni motivate solo dalla voglia di colpire, le definizioni possibili grazie all’ignoranza voluta, al rifiuto di conoscere perchè si é sicuri di essere migliori. Una volta eravate compagni, i miei compagni, erano altri tempi, i tempi cambiano, ma voi rimanete gli stessi, responsabili quanto e forse ancora di piu dei ladri e criminali che ci governano del perenne immutare delle cose, perche ad ogni possibilità, ad ogni novità, ad ogni nuova strategia di lotta che non vi vede e vi riconosce un ruolo centrale, una legittimità, opponete la saccenza della vostra ‘purezza’ e ‘giustezza’ della visione del mondo. Ma la lotta di classe non é più quella che era una volta, la società è cambiata radicalmente dall’avvento di internet, l’opposizione destra e sinistra, da una lotta ideologica per modelli sociali differenti é diventata uno strumento per abbeverare gli stolti e fargli credere che stanno combattendo per cose reali, quando fanno solo il gioco di chi su queste differenze si é costituito ‘casta’.
    Ci sono tanti modi per essere ‘diversamente fascisti’, forse molti nel M5S, senza rendersene conto, lo sono, ma almeno non alzano bandiere di antifascismo per giustificare la propria sopravvivenza e il continuare con modelli di lotta che sono diventati propedeutici ai rappoorti di potere. I veri fascisti sono quelli che non volgiono scendere dal proprio piedistallo di ‘sinistra’ (forse un giorno potevate rivendicare una tale appartenenza , adesso siete solo degli egoisti narcisisti anacronistici) e coì facendo aiutano il ‘potere’ quello che Foucault individua come impresso nei corpi delle persone, a riprodursi, a continuare la sua opera di annichlimento delle forze che gil si oppongono. Vi siete trasformati, a vostra insaputa nei migliori amici del potere, e lo dimostrate ad ogni occasione. Voi siete i nuovi fascisti, altro che compagni.
  2. @ Antifascista in MoVimento
    Di tutte le visioni personalistiche del moVimento [...] questa é una delle più articolate e ben scritte.”
    :) Grazie, ma abbiamo realizzato di meglio, ovvero (a seconda dei gusti) di peggio… per esempio: QUI e QUI.
    Ho sempre apprezzato le difese appassionate di un Ideale. Questa è sicuramente una tra le più vibranti e persino pacata, pur nella fermezza di una fremente indignazione.
    Epperò, dal basso del mio piedistallo, continuo a non trovare le risposte ad una serie di dubbi che, in tutta “saccenza”, sarà pur legittimo sollevare… Riepilogo in sintesi:
    1) La natura proprietaria del MoVimento
    2) Il diritto esclusivo di veto da parte di Beppe Grillo, nonché il suo ruolo di ‘Garante’ e censore, senza uno straccio di regola statutaria (e votata!) che ne certifichi la funzione e sancisca i “poteri”.
    3) Il ruolo di Gianroberto Casaleggio
    4) L’assenza di un coordinamento su scala nazionale
    5) Una ‘regola’ condivisa che disciplini le adesioni e soprattutto le espulsioni, che attualmente sono rimesse ad un puro atto di arbitrio del ‘Capo’.
    Potrei continuare, ma è meglio non pretendere troppo. Sarà interessante sapere quando il M5S reciderà il cordone ombelicale, rivoltandosi simbolicamente al ‘padre’, ed inizierà a muoversi in proprio, stilando una vera piattaforma di valori e spiegandoci come pensa di metterla in pratica…
    E se anche tu, mio giovane Skywalker, non hai niente di meglio che linkare a propria identificazione il blog personale di Beppe Grillo, direi che siamo ancora ai Primi Passi Chicco.
    Ma forse l’impianto della giaculatoria difensiva costituisce più che altro laproiezione psicologica di un fallimento ideologico, da parte di chi ha smarrito un Ideale preferendo la personalizzazione di una protesta: “Beppe”.
    «Tutto l’articolo meriterebbe una analisi sociologica minuziosa, che ne mettesse in luce le capziosità, le parzialità, le assunzioni motivate solo dalla voglia di colpire, le definizioni possibili grazie all’ignoranza voluta, al rifiuto di conoscere perchè si é sicuri di essere migliori»
    Il problema di fondo è che ho la ventura di conoscere personalmente molti aderenti al M5S: più petulanti di un testimone di Geova, mi aggiornano costantemente su ogni loro attività, nel vano tentativo di “convertirmi” (parole loro!).
    Ho anche avuto modo di apprezzare le loro riunioni… Sinceramente, mi sembrano degli invasati posseduti: “Li cacciamo via tutti a calci in culo! Siamo come gli antichi carbonari… intanto liberiamo la città poi pensiamo a come si governa”… “Beppe dice che… Beppe ha scritto che… Beppe ha promesso che…
    Alla domanda, come li scegliete i candidati per le prossime elezioni: “Boh?!? Ci facciamo mandare i curricula [naturalmente declinato al singolare] poi vediamo un attimo, magari chiediamo a Beppe
    I requisiti selettivi?
    Devono essere incensurati, eppoi c’è il Non-Statuto
    Che esattamente dice?
    Eh adesso non mi ricordo!” Infatti non dice nulla.
    Ho avuto la ventura di assistere estasiato ad una discussione tra tre militanti (posso chiamarli così?):
    1) Uno diceva che lo Stato dovrebbe pagare le spese funebri e garantire per una tomba a tutti i suoi cittadini (!) perché sarebbe alla base dei diritti di cittadinanza: se garantisce la nascita, dovrebbe preoccuparsi anche della morte.
    2) L’altro mi ha fatto il panegirico dei Chicago Boys e di Milton Friedman, dicendo che tutti dovrebbero avere l’assicurazione sanitaria (a lui infatti gliela paga la banca!) e chi non può permettersela dovrebbe crepare perché vuol dire che è inutile perché non lavora abbastanza.
    3) L’ultimo sosteneva che l’Italia dovrebbe vendere tutti i suoi monumenti agli americani e non pagare il debito. Con i soldi risparmiati si fronteggerebbe l’uscita dall’euro col ritorno alla lira.
    Tu chiamala democrazia partecipativa se vuoi… Io lo chiamo delirio.
    «l’opposizione destra e sinistra, da una lotta ideologica per modelli sociali differenti é diventata uno strumento per abbeverare gli stolti e fargli credere che stanno combattendo per cose reali, quando fanno solo il gioco di chi su queste differenze si é costituito ‘casta’.»
    Chiamali Optimates e Populares, Whigs e Tories, Bubi e Sbirulino, o come più ti aggrata. Tuttavia, in senso latu, una “destra” ed una “sinistra”, con tutte le loro divergenze e contraddizioni, sono sempre esistite e sempre esisteranno, ciascuna portatrice di precise istanze, valori, e soprattutto visioni del mondo differenti. Questo avviene perché esistono diversi approcci ad un singolo problema. E le soluzioni e proposte cambiano a seconda dell’orientamento.
    Faccio un esempio, semplificando al massimo…
    - PROBLEMA:
    Una ragazza-madre, senza lavoro e senza casa, non sa come mantenere il suo bambino.
    - SOLUZIONI:
    1) “Destra” liberale: Poteva pensarci prima di farsi mettere incinta! E comunque è un problema suo, non vedo perché dovremmo sprecare i soldi dei contribuenti per mantenere gente che non lavora e che non ha un minimo di responsabilità. Se proprio non riesce a mantenere il bambino, lo può sempre dare in adozione.
    2) “Sinistra” in tutte le sue varianti: Lo Stato deve garantire condizioni di vita dignitose per chiunque. È un nostro preciso obbligo sociale, fare in modo che a questa ragazza vengano forniti un ricovero ed i mezzi di sussistenza per lei ed il suo bambino.
    3) “Fascista” sociale: Ce l’hai la cittadinanza italiana? Fammi vedere la Carta d’Identità! E comunque, se sei negra o extracomunitaria, potete crepare tutte e due che è pure meglio. In alternativa, vanno espulsi e aiutati a casa loro.
    Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei…
    Sarà invece bene precisare, ancora una volta, che io rispondo solo di quello che faccio. In quanto individuo pensante, rendo conto unicamente delle mie azioni (giuste o sbagliate che siano).
    Quel continuo ricorso al “Voi..! Voi..! Voi..!”, a sottolineare all’appartenenza a chissà quale gruppo, per eventuali chiamate in correità, è per l’appunto intrinseco a quell’impianto manicheo denunciato nell’articolo e denota il primitivismo politico, di chi proprio non riesce a metabolizzare il concetto basilare di “responsabilità individuale” e infatti blatera di “processi politici”, irretito dal fascino giacobino della ghigliottina, dove tutte le differenze si elidono e tutti sono ‘colpevoli’ in quanto “casta”.
    Nella mia “datata visione”, continuo a pensare che un Silvio Berlusconi (che per me resta un unicum inarrivabile) non sia equiparabile ad un Dario Franceschini; che un Marcello Dell’Utri non possa essere lontanamente accostato ad un Carmelo Briguglio…
    Questo perché le dimensioni contano..! Ed il motto non vale solo per Godzilla e per le cazzate che Beppe va sparando in giro.
    Evidentemente, non sono abbastanza “moderno” e, come mi è stato fatto notare: quando l’acqua è sporca si butta via tutto. Il raffinato aforisma è frutto delle profonde riflessioni di uno dei coordinatori che anima i meet-up nella città in cui vivo, perché “voi di sinistra state sempre lì ad analizzare e sottilizzare, mentre noi siamo rivoluzionari!
    La società sarà pure cambiata radicalmente, ma dice il saggio:
    un coglione è per sempre.
  3. riccardog Dice: 
    Concordo su tutto, gran bell’articolo! :)
  4. questo tuo post è da antologia.
    Pensa che fra poco potrò andare a votare anche io, e sono davvero sconcertata: mica posso iniziare i miei anni da elettrice con questa gente qua! Non voterei nemmeno il mignolo dei futuri candidati!
    A proposito, ormai famosa la chicca “vintage” di Grillo che, nel 2000 quando non aveva ancora il blog, spaccava il computer….
  5. @ Riccardog
    :-) GRAZIE!!!
    @ Lady Lindy
    ..Ma all’epoca il giovane virgulto della nuova politica aveva soltanto 52 anni… Sempre al passo coi tempi, era convinto che per fabbricare un computer servissero 15 tonnellate di materiali; ed era talmente impedito nell’uso che, parole sue, ne sfasciava uno ogni 6 mesi. Per questo ha poi affidato tutto a Casaleggio.
    Col tempo si è ‘evoluto’: dalla pallina per fare il bucato, al cellulare per cuocere le uova, fino alla nuova frontiera del risparmio energetico in nome dell’Ecologia, quando nel 2007 divenne il paladino dei biocarburanti.. solo 4.000 litri d’acqua per la creazione di un litro di biodiesel!
    In merito alle prossime elezioni, personalmente, non ho mai dato troppo peso alle formalità elettorali: di solito passo il giro alla prossima tornata.
    Certo, a livello politico, la situazione di chi andrà a votare per la prima volta il prossimo anno è drammatica: un’intera generazione nata e cresciuta sotto i governi Berlusconi (praticamente una dittatura!); la stessa non-opposizione per vent’anni con la stessa non-strategia fallimentare degli ultimi 40 anni (l’avvicinamento al centro); gli stessi comprimari di terz’ordine, e ormai invecchiati, che recitano sempre la stessa parte senza più convinzione.
    Eppoi certo! C’è la grande novità… il Nuovo che avanza: un ex comico di64 anni che inveisce contro i “vecchi”!
    Lui è diversamente giovane.
  6. riccardog Dice: 
    Ah, tanto per dirtelo io abito a Parma quindi se vuoi sapere qualcosa in merito a questa gloriosa citta` in cui sono subito cresciuti i fiori e bianchi e neri vanno mano per la mano cantando inni di pace nelle vie (questo e` cio` che e` accaduto secondo i grillini quando e` stato eletto Pizzarotti, uno che nessun parmigiano conosceva prima, magari perche` lavorava a Reggio Emilia….).
    Ti posso dire che ho visto una seduta del Consiglio Comunale con risposte di alcuni assessori che erano degne del miglior immobilismo da DC. Robe tipo:
    Sinistroide:”Quel ponte orribile che abbiamo, costruito con un sacco di milioni, brutto come la fame e chiuso da molto tempo sara` mai aperto signor assessore?”
    Assessore grillino:”Posso dirle che quello e` un ponte orribile, costruito con un sacco di milioni, ho anche visto i progetti ed e` brutto come la fame e si` e` chiuso da molto tempo”.
    Sinistroide:”Ringrazio per la risposta dell`assessore ma non ho capito che voglia fare il Comune in merito”.
    Giuro, qui ho scritto alla spicciola ma era la seconda seduta del consiglio comunale ed era il consigliere del PD Dall’Olio se non erro che si rivolgeva all`Assessore all’Urbanistica sul ponte nord. (basta cercare i verbali o il video)
  7. riccardog Dice: 
    Comunque per le elezioni suggerisco gia` un parametro preliminare per la scelta di chi votare:NON VOTATE PARTITI CON IL COGNOME DI UN TIZIO STAMPATI SUL SIMBOLO. Sta fissa che ha introdotto berlusconi di votare un leader e non un’idea politica ha stancato…..(e i grillini rientrano nel leaderismo da seconda repubblica, elimini casaleggio e grillo e il movimento va a farsi friggere).
    • Ho trovato molto curioso il fatto che i pasdaran del M5S, quelli fissati con le telecamerine ed i filmini delle sedute consiliari, convinti di chissà quali misfatti si consumino nel segreto di quelle aule sorde e buie, non abbiano mai sponsorizzato sul blog del Profeta i fantastici atti della Giunta Pizzarotti, pubblicizzando col massimo rilievo le riprese delle sedute consiliari.
      Ma sarai ancor più curioso di leggere a fine anno il bilancio consolidato del Comune, ammesso che gli amministratori stellati siano in grado di stilarlo, coi capitolati di spesa ed i provvedimenti per il rientro del debito comunale… Vedremo quant’è trasparente la democrazia 2.0…