lunedì 10 settembre 2012

Grillo e i rimborsi elettorali (La politica come macchina per fare soldi)

Scrive Emiliano Liuzzi: “Mancano pochi minuti a mezzogiorno. E’ il 4 aprile 2008. Nella hall dell’hotel Ripetta, a Roma. Una quindicina di persone aspettano Beppe Grillo. Sono i promotori del secondo V Day che hanno appena depositato in Cassazione le firme. Motivo dell’incontro: le spiegazioni da parte di Grillo su un documento – mostrato da Piazza Pulita, sul La7 – che delega Grillo o persona da lui incaricata, per la gestione dei rimborsi. Parliamo di tre milioni di euro circa che sarebbero arrivati nel caso si fosse raggiunto il quorum del referendum per l’abrogazione della legge Gasparri e del finanziamento pubblico ai giornali, proposto dal nascituro Movimento.”
Ecco cosa si leggeva nel documento: “I sottoscritti promotori intendono con la presente attribuire formalmente ed irrevocabilmente al signor Giuseppe Grillo, in via esclusiva, ogni diritto al percepimento dei rimborsi di cui alla legge n. 157 del 3 giugno 1999, e ad usufruire di ogni altra agevolazione, prerogativa e facoltà previste per o conseguenti al compimento delle attività referendarie, rinunciando fin d’ora, a beneficio del signor Giuseppe Grillo o di persona che questi potrà indicare, ad ogni diritto in tal senso”.
Interessante, vero? Grillo, a chi gliene chiedeva conto, risponde solo con un lapidario “non ne so niente”, per poi defilarsi.
Le domande e i misteri però restano. I presenti dicono che il documento è stato preparato dalla Casaleggio Associati, e quindi con il benestare e la supervisione di Casaleggio stesso.
Il referendum in questione non si fece, poichè mancavano le firme. Grillo asseriva che ce n’erano a sufficienza, ma stranamente non fece mai ricorso nonostante questa sua convinzione.
La domanda quindi è: se ci fosse stato quel referendum, chi avrebbe preso irimborsi? E’ vero quanto affermano i promotori del V Day riguardo questo documento, o in alternativa perchè dovrebbero mentire? Anche loro pagati dal PD?
Inoltre si parla di “Grillo o persona da lui incaricata“. E chi sarebbe stato incaricato da Grillo di riscuotere i soldi, eventualmente?
Domande che ormai non potranno avere risposta. I dubbi però restano.


Fonte: Movimento dei Caproni

Tra i commenti:



  • globetrotter81  a day ago

    La leggenda narra che questi attivisti siano andati da Grillo molto perplessi(per non dire incazzati) per chiedere spiegazioni riguardo questa assurda carta da firmare in bianco(?) e di Grillo che si ritira nella propia stanza per un'ora al telefono con casaleggio, non prima di aver rassicurato gli esterrefatti dicendo che lui non ne sà niente e che questa cosa si potrebbe fare solo davanti ad un notaio. Alla fine tutto si sistema con un dietrofront della casaleggioassociati.
    Chissà, saranno stati un ora al telefono a piangere e a ripetersi che comunque ci avevano provato, che sarà per la prossima volta!!
    Resta anche il fatto che, ai tempi, la casaleggioassociati era ufficialmente solo l'azienda che gestiva il sito e niente più!!
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      Parassite99  a day ago

      Molto, molto interessante, non ne sapevo nulla.
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      Antonio Inoki  a day ago

      Segnalo sulla vicenda quest'altro articolo sempre dal Fatto
      http://www.ilfattoquotidiano.i...
      “Non sapevo se Grillo fosse al corrente del documento – puntualizza Canestrari, all’epoca dipendente della Casaleggio Associati- . Sembrava piuttosto scocciato dalla richiesta ed era d’accordo con chi era contrario al documento”. Per il comitato è stato “un episodio importante”. Alcuni di loro sono rimasti nel Movimento, altri se ne sono andati. Nella pagine dei meetup, già nel 2008, i simpatizzanti chiedevano conto a Casaleggio delle ragioni di quel documento. Ma la risposta, almeno quella ufficiale, non è mai arrivata.
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        isoscele  21 hours ago

        Oh ! Finalmente ci sono persone che stanno dando risalto a questa notizia.
        L'altra sera a Piazzapulita il fuorionda di Favia ha OSCURATO tutto il resto, compreso il bel servizio che trattava questa inquietante vicenda.
        Mi permetto quindi di allegarne qui un breve estratto in cui parla Serenetta Monti e in cui si vede il documento
        http://www.youtube.com/watch?v...


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      Casaleggio e il documento che spaccò il comitato promotore 5 Stelle

      Il documento proposto da Casaleggio sui rimborsi elettorali destinati a Grillo è stato consegnato ai militanti da un dipendente della società di comunicazione il 4 aprile 2008. "Non sapevo se Grillo fosse al corrente del contenuto, che non è stato firmato all'unanimità"

      Era stato lui nel 2008 a sottoporre il documento redatto da Gianroberto Casaleggio sui rimborsi elettorali del Movimento 5 Stelle. Che, se fossero stati percepiti in caso di raggiungimento del quorum per la raccolta referendaria, sarebbero andati direttamente a Grillo. Anche se la raccolta era stata autofinanziata dagli stessi militanti. Nel 2008 infatti i 5 Stelle stavano raccogliendo le firme per tre quesiti: chiedevano l’abolizione del finanziamento pubblico ai giornali, dell’ordine dei giornalisti e della legge Gasparri. A portare il documento al comitato promotore che si occupava  dell’organizzazione del secondo VDay e della raccolta firme è stato Marco Canestrari,all’epoca dipendente della Casaleggio Associati. Canestrari ha lavorato per la società di comunicazione del cofondatore del movimento dal 2007 al 2010. Poi si è licenziato e, da libero professionista, ha collaborato con loro fino a ottobre scorso oltre a curare la parte tecnica del sito diSonia Alfano e quella del fattoquotidiano.it.
      “Quando abbiamo depositato i quesiti referendari in Cassazione, ho accompagnato Beppe Grilloed ero tra i promotori”, spiega Canestrari che ha portato di persona il documento redatto dalla Casaleggio sui rimborsi elettorali al comitato a Roma. “Il 4 aprile 2008 ci siamo trovati all’Hotel Ripetta a Roma. Quel giorno Grillo era in tribunale insieme a Serenetta Monti (candidata sindaco per il movimento alle amministrative nel 2008 e poi uscita dai 5 Stelle) per contestare una lista civetta che utilizzava lo stesso simbolo”. Attraverso la Monti, Canestrari aveva dato appuntamento agli altri membri del comitato promotore per la firma del documento. “Ho fatto solo da tramite. Quando ci siamo trovati ho fatto loro leggere il contenuto. Alcuni avevano deciso di firmare e altri no. Ma perché fosse effettivo era necessaria l’unanimità”. 
      Il testo prevedeva che i promotori attribuissero “formalmente ed irrevocabilmente al signor Giuseppe Grillo, in via esclusiva, ogni diritto al percepimento dei rimborsi di cui alla legge n. 157 del 3 giugno 1999, e ad usufruire di ogni altra agevolazione, prerogativa e facoltà previste per o conseguenti al compimento delle attività referendarie, rinunciando fin d’ora, a beneficio del signor Giuseppe Grillo o di persona che questi potrà indicare, ad ogni diritto in tal senso”. Una richiesta che aveva spaccato il comitato. Uno dei promotori contrari chiama la Monti che arriva in albergo insieme al comico genovese. “Non sapevo se Grillo fosse al corrente del documento – puntualizza Canestrari- . Sembrava piuttosto scocciato dalla richiesta ed era d’accordo con chi era contrario al documento”. Per il comitato è stato “un episodio importante”. Alcuni di loro sono rimasti nel Movimento, altri se ne sono andati. Nella pagine dei meetup, già nel 2008, i simpatizzanti chiedevano conto a Casaleggio delle ragioni di quel documento. Ma la risposta, almeno quella ufficiale, non è mai arrivata.