Si allarga la frattura tra lo Staff del comico e la base. Gli espulsi hanno mandato una segnalazione all'Autorità per la concorrenza. Che ha aperto un fascicolo sul Movimento 5 Stelle per pratica commerciale scorretta e pubblicità non trasparente. Quella lunga scia di espulsioni
di CATERINA GIUSBERTI ed ENRICO MIELE
Una guerra vera e propria. In Emilia Romagna si allarga la frattura tra la base e lo Staff del blogger. E partono pure le carte bollate. Spunta un esposto all’Agcm (Autorità garante della concorrenza e del mercato) degli “epurati” contro il Movimento Cinque Stelle e la Beppe Grillo.it. Nervi sempre tesi tra il consigliere regionale Giovanni Favia e quello comunale Massimo Bugani. Si discute nei forum, con gli attivisti arrabbiati per l’espulsione di Filippo Boriani, eletto in quartiere a Bologna e poi licenziato con un p.s. dal blog di Grillo. Una battaglia culminata con la richiesta, partita dai grillini bolognesi, di un incontro con Grillo e Casaleggio di cui lo Staff non è nemmeno informato: "Non sappiamo nulla di questa vicenda".
Un caos che nasce dall’amarezza per le tante espulsioni in regione, da quella di Valentino Tavolazzi all’ultima, quella di Boriani, colpevole di avere già due mandati alle spalle. Espulsioni che hanno toccato tutte le province bolognesi, e che hanno convinto una parte degli “epurati” a creare una rete online di ribelli, il “Movimento Revolution”, che ha deciso addirittura di portare Grillo e Casaleggio davanti all’Antitrust. E l’Autorità garante per la concorrenza e il mercato ha aperto un fascicolo sul M5S, per pratica commerciale scorretta e pubblicità non trasparente. Secondo l’esposto il non-partito del blogger genovese, in realtà sarebbe una società di e-commerce (Beppe Grillo.it e Casaleggio Associati) e dovrebbe poter essere identificata come tale dal consumatore.
Un caos che nasce dall’amarezza per le tante espulsioni in regione, da quella di Valentino Tavolazzi all’ultima, quella di Boriani, colpevole di avere già due mandati alle spalle. Espulsioni che hanno toccato tutte le province bolognesi, e che hanno convinto una parte degli “epurati” a creare una rete online di ribelli, il “Movimento Revolution”, che ha deciso addirittura di portare Grillo e Casaleggio davanti all’Antitrust. E l’Autorità garante per la concorrenza e il mercato ha aperto un fascicolo sul M5S, per pratica commerciale scorretta e pubblicità non trasparente. Secondo l’esposto il non-partito del blogger genovese, in realtà sarebbe una società di e-commerce (Beppe Grillo.it e Casaleggio Associati) e dovrebbe poter essere identificata come tale dal consumatore.
Dietro a Grillo ci sarebbe insomma un’azienda che ricava un introito attraverso il blog e la vendita di vari prodotti, con tanto di padrone. "Il blog Beppegrillo. it non può ritenersi un partito — si legge nella segnalazione arrivata a Roma — non avendo una struttura gerarchica, e non può ritenersi un movimento politico avendo un proprietario". Il portavoce degli scontenti è Gaetano Vilnò, ex grillino parmense espulso nel 2009, che ha scritto anche una lettera al Presidente della Repubblica.
Ma questa è solo la punta dell’iceberg. Persino il blitz dei grillini alla Festa dell’Unità contro Bersani, diventa motivo di divisioni. Il consigliere comunale di Bologna Massimo Bugani, tra i più vicini allo Staff di Grillo, ha chiamato al telefono, venerdì, il segretario Pd Raffaele Donini. Esattamente come fece già mesi fa, dopo le polemiche circolate sulle riprese del consigliere regionale Favia sul luogo della morte di Maurizio Cevenini. Favia, d’altra parte, si difende: "Io ho rispetto dei volontari e delle feste, come momento di aggregazione, non sono un bullo e non ho organizzato io quell’iniziativa. Anzi, sono stato informato dagli attivisti del blitz alla festa e sono andato come garante, proprio per impedire che ci fossero incidenti".
Quanto alla telefonata tra Bugani e Donini, Favia glissa: "Non so di che telefonata si tratti. Io comunque sto con gli attivisti, se loro decidono un’azione, io sono con loro". Nessun problema quindi con Bugani, almeno "dal punto di vista politico": "Sul fronte personale invece — aggiunge Favia — sono questioni nostre". Non si tratterebbe però di rivalità per la corsa in Parlamento. Se Bugani definisce "demente" chiunque pensi che voglia andare a Roma, Favia ha più volte negato una sua candidatura, e nega pure di essere a capo della “fronda” dei ribelli della Regione contro lo Staff: "Non sono capo di alcuna fronda. Con Grillo ho cenato ieri sera, ci siamo abbracciati, abbiamo parlato di altro. Leggendo il nostro forum si capisce che c’è un dibattito acceso tra gli attivisti. Il problema non sono le poltrone in Parlamento ma i metodi decisionali".
Un problema di “rapporti” con lo Staff, che caccia attivisti ed eletti in un modo che anche la consigliera comunale Federica Salsi, pur riconoscendo a Grillo il ruolo di garante, giudica "violento e un po’ brutale". Per questo motivo, ammette Favia di fronte alla richiesta di un incontro con Grillo dopo l’epurazione di Boriani, "in generale la comunicazione va sempre bene. Si faccia se si ritiene utile". Ma a Milano di questa richiesta non ne sanno nulla.
Ma questa è solo la punta dell’iceberg. Persino il blitz dei grillini alla Festa dell’Unità contro Bersani, diventa motivo di divisioni. Il consigliere comunale di Bologna Massimo Bugani, tra i più vicini allo Staff di Grillo, ha chiamato al telefono, venerdì, il segretario Pd Raffaele Donini. Esattamente come fece già mesi fa, dopo le polemiche circolate sulle riprese del consigliere regionale Favia sul luogo della morte di Maurizio Cevenini. Favia, d’altra parte, si difende: "Io ho rispetto dei volontari e delle feste, come momento di aggregazione, non sono un bullo e non ho organizzato io quell’iniziativa. Anzi, sono stato informato dagli attivisti del blitz alla festa e sono andato come garante, proprio per impedire che ci fossero incidenti".
Quanto alla telefonata tra Bugani e Donini, Favia glissa: "Non so di che telefonata si tratti. Io comunque sto con gli attivisti, se loro decidono un’azione, io sono con loro". Nessun problema quindi con Bugani, almeno "dal punto di vista politico": "Sul fronte personale invece — aggiunge Favia — sono questioni nostre". Non si tratterebbe però di rivalità per la corsa in Parlamento. Se Bugani definisce "demente" chiunque pensi che voglia andare a Roma, Favia ha più volte negato una sua candidatura, e nega pure di essere a capo della “fronda” dei ribelli della Regione contro lo Staff: "Non sono capo di alcuna fronda. Con Grillo ho cenato ieri sera, ci siamo abbracciati, abbiamo parlato di altro. Leggendo il nostro forum si capisce che c’è un dibattito acceso tra gli attivisti. Il problema non sono le poltrone in Parlamento ma i metodi decisionali".
Un problema di “rapporti” con lo Staff, che caccia attivisti ed eletti in un modo che anche la consigliera comunale Federica Salsi, pur riconoscendo a Grillo il ruolo di garante, giudica "violento e un po’ brutale". Per questo motivo, ammette Favia di fronte alla richiesta di un incontro con Grillo dopo l’epurazione di Boriani, "in generale la comunicazione va sempre bene. Si faccia se si ritiene utile". Ma a Milano di questa richiesta non ne sanno nulla.
(02 settembre 2012)
[Bellissimo.
Dopo la notizia sull'esposto, scopriamo dal blog di Beppe Grillo che tale Gaetano Vilnò, essendo stato espulso dal M5S e non potendosi candidare con esso optò per la candidatura nel partito neofascista La Destra di Storace.
(In realtà un'alleanza elettorale - vedi replica di Vilnò in fondo - ma presentandosi in una lista unica.
Non che cambi molto: come diavolo si fa ad accettare un'alleanza con un partito neofascista? Rimane evidentemente una comunanza d'idee, un terreno comune sul quale ci si incontra e ci si trova d'accordo).
(In realtà un'alleanza elettorale - vedi replica di Vilnò in fondo - ma presentandosi in una lista unica.
Non che cambi molto: come diavolo si fa ad accettare un'alleanza con un partito neofascista? Rimane evidentemente una comunanza d'idee, un terreno comune sul quale ci si incontra e ci si trova d'accordo).
Ennesima conferma delle radici politiche della maggior parte degli elettori e dei candidati del M5S nelle cultura e ideologia destroidi, intolleranti e razziste (per un ripasso sulle "imprese" dei grillini vedi anche qui, qui, qui, qui, qui, qui, e qui).
La presenza di questi personaggi è il risultato naturale della propaganda e della linea politica decisa da Grillo e Casaleggio: sono proprio la gente che vogliono.
Il problema semmai è che a volte non sono abbastanza sottomessi, fortunatamente (per Grillo e Casaleggio) il sistema "garantisce Beppe con la fedina pulita, solo per due mandati e rispetto del non-statuto" ha risolto tutto. E vai d'epurazione! Fuori dai coglioniiii!!!!11!! (Come direbbe il Beppe).
La vicenda ricorda in parte anche la parabola dell'epurato Vittorio Ballestrazzi passato dal M5S alla Lega Nord, partito a cui dopo l'espulsione si è sentito più vicino.
Pare proprio di capire che uno vale l'altro: le idee sono sempre quelle].
Fonte: Repubblica
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L'esposto degli epurati 5 stelle all'Autorità per la concorrenza
"Movimento 5 Stelle, pubblicità non trasparente". E' la segnalazione
presentata all'Agcm da Gaetano Vilno, portavoce della corrente di
espulsi dal non-partito di Grillo che si chiama "Movimento revolution".
L'Agcm ha aperto un fascicolo.
Fonte: Repubblica
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Dall'Emilia parte la fronda contro Grillo
un documento per fermare Casaleggio
Circola l'ipotesi di un documento contro l'autoritarismo del comico e del suo "spin-doctor" Casaleggio. Giovanni Favia, consigliere regionale del Movimento, è visto come l'eletto che vuole "piegare" il comico. E in vista delle politiche monta il nervosismo
di SILVIA BIGNAMI"Grillo vuole demolire il MoVimento". Così scriveva ieri sulla bacheca del Meet up bolognese un’attivista del 5 Stelle. E così cova la rabbia in Emilia-Romagna, tra dossier, epurazioni e sfogatoi online, e ora pure l’annuncio di un documento contro lo Staff: vale a dire Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio, colpevoli di frustrare, a dir poco, le ambizioni e anche le motivazioni degli eletti. Gente che sul territorio si è fatta le ossa, che è cresciuta, e che di punto in bianco si trova “epurata” sul blog del capo (che poi ufficialmente capo non è).
Il “caso Boriani”, consigliere di quartiere di Bologna messo alla porta via blog, rischia così di essere la classica goccia che fa traboccare il vaso. Prima di lui, una lunga serie di strappi aveva diviso la base del Movimento e il duo Grillo-Casaleggio: la cacciata del
ribelle Valentino Tavolazzi di Ferrara, l’espulsione di Sandra Poppi di Modena, il terremoto sul consigliere regionale Andrea Defranceschi, invitato via web ad accomodarsi nel Pd, e l’ultimatum a Giovanni Favia, sia per l’amicizia con Tavolazzi, sia per le interviste in tv a pagamento, paragonate a un funerale per i 5 Stelle. Per non parlare dello scambio interno di accuse sulla “spia” che avrebbe consegnato a Casaleggio e Grillo un carteggio a dir poco critico contro il guru.
Sospetti, accuse e rabbia dilagano sul Meet up bolognese, dove c’è chi si domanda: "Ma chi è questo Staff che decide tutto? Non siamo paladini della trasparenza?". Del resto il problema non è certo Boriani, né quelli prima di lui. Il problema riguarda tutti, ed è legato anche alle elezioni politiche. Un bottino ricco, se davvero i 5 Stelle s’isseranno al pronosticato 20%, e che fa gola a molti. Chi sceglierà le candidature al Parlamento?
A Milano aleggia lo spettro di primarie online, decise e gestite pure quelle dall’alto, che spazzerebbero via le ambizioni di chi negli anni si è fatto un seguito lavorando sodo sul territorio. Per questo l’insofferenza contro il giogo di Grillo cresce. E l’insofferenza dello Staff nei confronti delle ambizioni emiliano-romagnole cresce altrettanto, a colpi di “post scriptum” che sanciscono le epurazioni.
Primarie sì, ma almeno territoriali, discutono gli attivisti. Il limite dei due mandati va bene: ma i due mandati si contano come dieci anni o come due elezioni? Il dilemma non è di lana caprina. Favia, consigliere regionale eletto anche con Delbono, ha due mandati e non può candidarsi a Montecitorio. La corrente più vicina a Grillo, di cui il consigliere comunale di Bologna Massimo Bugani è l’esponente più noto, pensa che montare il caso Boriani e la rabbia contro il guru possa servire a Favia, secondo i filo-Staff vero capo dei “frondisti”, per ottenere consensi nel Movimento tali da piegare anche Grillo, e da spingere il consigliere regionale a Roma. Favia però da sempre nega di avere ambizioni sulle politiche. Ha rifiutato anche la mano tesa dell’Idv che lo avrebbe voluto con sé, ha dichiarato in passato.
Eppure le voci si rincorrono. E i pugnali sono affilati da entrambe le parti. Bugani ha promosso nei mesi scorsi un documento pro-Grillo "senza se e senza ma" accolto dalle critiche del Meet Up dell’Emilia-Romagna, che lo ha letto come un ultimatum: "O con Grillo o fuori". Nella prossima riunione semestrale dei grillini qualcuno è tentato di chiedere le dimissioni allo stesso Bugani, accusato di cercare di accreditarsi presso lo Staff pure lui per ambizione personale. Una guerra fratricida, che rischia di finire in Rete e cui comunque la Rete non basta più. "Serve un chiarimento con Grillo" scrivevano ieri gli attivisti sul Meet Up. In gergo politico, chiarimento significa spesso “resa dei conti”. Faccia a faccia, oltretutto.
Sospetti, accuse e rabbia dilagano sul Meet up bolognese, dove c’è chi si domanda: "Ma chi è questo Staff che decide tutto? Non siamo paladini della trasparenza?". Del resto il problema non è certo Boriani, né quelli prima di lui. Il problema riguarda tutti, ed è legato anche alle elezioni politiche. Un bottino ricco, se davvero i 5 Stelle s’isseranno al pronosticato 20%, e che fa gola a molti. Chi sceglierà le candidature al Parlamento?
A Milano aleggia lo spettro di primarie online, decise e gestite pure quelle dall’alto, che spazzerebbero via le ambizioni di chi negli anni si è fatto un seguito lavorando sodo sul territorio. Per questo l’insofferenza contro il giogo di Grillo cresce. E l’insofferenza dello Staff nei confronti delle ambizioni emiliano-romagnole cresce altrettanto, a colpi di “post scriptum” che sanciscono le epurazioni.
Primarie sì, ma almeno territoriali, discutono gli attivisti. Il limite dei due mandati va bene: ma i due mandati si contano come dieci anni o come due elezioni? Il dilemma non è di lana caprina. Favia, consigliere regionale eletto anche con Delbono, ha due mandati e non può candidarsi a Montecitorio. La corrente più vicina a Grillo, di cui il consigliere comunale di Bologna Massimo Bugani è l’esponente più noto, pensa che montare il caso Boriani e la rabbia contro il guru possa servire a Favia, secondo i filo-Staff vero capo dei “frondisti”, per ottenere consensi nel Movimento tali da piegare anche Grillo, e da spingere il consigliere regionale a Roma. Favia però da sempre nega di avere ambizioni sulle politiche. Ha rifiutato anche la mano tesa dell’Idv che lo avrebbe voluto con sé, ha dichiarato in passato.
Eppure le voci si rincorrono. E i pugnali sono affilati da entrambe le parti. Bugani ha promosso nei mesi scorsi un documento pro-Grillo "senza se e senza ma" accolto dalle critiche del Meet Up dell’Emilia-Romagna, che lo ha letto come un ultimatum: "O con Grillo o fuori". Nella prossima riunione semestrale dei grillini qualcuno è tentato di chiedere le dimissioni allo stesso Bugani, accusato di cercare di accreditarsi presso lo Staff pure lui per ambizione personale. Una guerra fratricida, che rischia di finire in Rete e cui comunque la Rete non basta più. "Serve un chiarimento con Grillo" scrivevano ieri gli attivisti sul Meet Up. In gergo politico, chiarimento significa spesso “resa dei conti”. Faccia a faccia, oltretutto.
(31 agosto 2012)
Fonte: Repubblica
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Dietro lo scontro è partita
la corsa al Parlamento
di ANDREA CHIARINILa cacciata di Filippo Boriani, il verde di mille battaglie che trovò asilo nel M5S e l’arrembaggio alla Festa Pd capitanato dall’inquieto consigliere regionale grillino Giovanni Favia, a ben guardare sono le due facce della stessa medaglia. Che poi è quella delle prossime elezioni politiche e, di conseguenza, del metodo di selezione dei candidati che rischia di far sprofondare il movimento/partito nel caos. Una torta che fa gola a tutti i grillini in circolazione, se hanno ragione i sondaggi che accreditano la creatura del Savonarola genovese di un buon 20%.Ma il povero Boriani purgato che c’entra in tutto ciò? In effetti poco. Paga agli occhi del duo Grillo-Casaleggio l’aver già consumato il suo bonus dei due mandati, regola aurea del Grillo-pensiero (che a parole pure il Pd sostiene dovrebbe valere per i propri parlamentari). Ma il consigliere del quartiere Saragozza, va detto, ha un peso relativo nella galassia grillina di chi si dichiara anti-Casta, fin qui ha volato basso evitando iniziative e dichiarazioni che lo resero invece “celebre” ai tempi della giunta Vitali. Insomma si accontentava di posarsi su quel marchio che ora gli è stato sfilato con la forza. Purtroppo Boriani si è trovato nel posto sbagliato, nel momento sbagliato. Bersaglio perfetto. Passava ed è stato colpito dall’anatema, dalla scomunica, l’ultima ma solo in ordine di tempo, del comico-guru col solito inciso sul blog.
Il vero obiettivo infatti non è Boriani seduto in seconda fila, ma il primattore Favia che ha ambizioni romane e che punta al parlamento (il fatto che neghi con ossessione non sposta i termini della sua eventuale ascesa). Ma come lo scomunicato Boriani, pure Favia ha già collezionato due mandati, il primo, breve con Delbono in Comune, il secondo, l’attuale, in Regione. E ha capito da tempo che i vertici del Movimento gli stanno facendo terra bruciata attorno.
Del resto dopo due mandati dovrebbe tornare alla sua professione precedente salutando la politica che, si intuisce, gli piace un sacco. Ci ha preso gusto, perché smontare ora? Ma Favia adesso è più solo, i rapporti con Grillo appaiono compromessi, pesa lo scandalo delle interviste in tv a pagamento (a proposito di trasparenza, il grillino ancora non ha spiegato fatture alla mano quanto ha speso in un anno di comparsate sulle emittenti locali).
Grillo per quelle interviste lo liquidò con l’epitaffio "chi paga per andare in tv paga per il suo funerale". In più ha un competitor interno che lo marca stretto, il consigliere comunale Massimo Bugani che, al suo primo mandato, lavora pure lui per aggiudicarsi un biglietto per Roma. Per queste e altre ragioni a Favia non resta che scommettere tutto su se stesso, senza ottenere o attendersi altri placet dall’alto (che non verranno) e quindi, come l’altra sera, guidare blitz anti-Pd alla festa del Parco Nord puntando a incassare il massimo dell’esposizione mediatica anche se nel Movimento e nella Rete si comincia a storcere il naso di fronte a questo tipo di provocazioni che però, c’è da scommettere, non si fermeranno qui.
Non a caso il bubbone scoppia proprio in Emilia, terra generosa coi grillini che proprio qui hanno ottenuto i primi significativi successi e relative poltrone e che qui rischiano di implodere tra faide intestine e rivolte silenziose contro il capo. L’elenco dei purgati si allunga ogni giorno, dalla modenese Sandra Poppi, al consigliere regionale Andrea Defranceschi, dal ferrarese Valentino Tavolazzi e ora all’ex verde Filippo Boriani. Favia è in bilico da tempo, ma non rinuncia a rivendicare spazio e autonomia rispetto a Grillo. A chi toccherà la prossima volta?
Il M5S emiliano è a un bivio, deve decidere cosa farà e cosa sarà da grande e il primo banco di prova sono le candidature per le politiche. Se dovrà valere e prevalere l’esperienza sul territorio degli eletti nei quartieri, negli enti locali e in Regione (che hanno comprensibili aspettative) o se alla fine si deciderà in base agli umori variabili di Casaleggio. Se dunque saranno candidature dal basso, magari certificate in Rete (ma non sarebbe meglio copiare il Pd almeno in questo facendo primarie in carne e ossa?) o se tutto cadrà dall’alto tra Genova e Milano.
(31 agosto 2012)
Fonte: Repubblica
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Guerre Cinque-Stellari
In una galassia (virtuale) lontana lontana, è iniziata la guerra (legale) nel Movimento 5 Stelle.

L’Impero dell’Imperatore Casaleggio e del suo fido Darth Grillo, con i suoi metodi tirannici e repressivi, ha provocato l’insorgere di una vera e propria fazione Ribelleche li mette in dubbio.
La fazione potrebbe essere guidata non da Luke Skywalker, ma dalla “Principessa” Favia, che è stato fortemente redarguito per la vicenda 7 Gold da Grillo, con un post a lui dedicato sul blog.
Dato l’ego di Favia, è probabile che se la sia legata al dito, e appoggi quelli che La Repubblica definisce “frondisti”.
La fazione potrebbe essere guidata non da Luke Skywalker, ma dalla “Principessa” Favia, che è stato fortemente redarguito per la vicenda 7 Gold da Grillo, con un post a lui dedicato sul blog.
Dato l’ego di Favia, è probabile che se la sia legata al dito, e appoggi quelli che La Repubblica definisce “frondisti”.
Una delle pietre della discordia è Filippo Boriani, definito “politico di professione”. E’ un semplice consigliere (credo si intenda quindi comunale) che ha già svolto due mandati (addirittura), e quindi non poteva essere candidato nel 2011.
Ma come, direte voi, non c’è mica il tanto decantato staff che tutto sa e tutto controlla, che garantisce il rispetto dello striminzito Non-Statuto, comprendente unregolamento da prima elementare ( per la serie “la palla è mia e decido io“) e quindi molto facile da far rispettare, almeno negli aspetti tecnici?
Evidentemente questo staff non tutto sa e non tutto controlla, perchè avevano dato il “via libera” a Boriani.
Ma come, direte voi, non c’è mica il tanto decantato staff che tutto sa e tutto controlla, che garantisce il rispetto dello striminzito Non-Statuto, comprendente unregolamento da prima elementare ( per la serie “la palla è mia e decido io“) e quindi molto facile da far rispettare, almeno negli aspetti tecnici?
Evidentemente questo staff non tutto sa e non tutto controlla, perchè avevano dato il “via libera” a Boriani.
E infatti sul noto Meetup di Bologna parte la polemica, iniziata da un’utente(ssa), che fa notare questo problema e richiedere il rispetto delle regole.
E’ immediata la frattura in due schieramenti: pro e contro Boriani.
Chi lo difende dice che ormai il danno è fatto, lo staff ha sbagliato e non si torna indietro. Inoltre Boriani viene definito come corretto e competente, quindi va lasciato lì.
Chi lo attacca semplicemente fa copia-incolla dal Non-Statuto: “ogni candidato si impegna a rimettere il mandato elettorale ricevuto, nel caso in cui, nel corso del suo svolgimento perda o si dimostri non abbia posseduto fin dall’origine uno o più dei requisiti minimi sopra descritti”.
E’ immediata la frattura in due schieramenti: pro e contro Boriani.
Chi lo difende dice che ormai il danno è fatto, lo staff ha sbagliato e non si torna indietro. Inoltre Boriani viene definito come corretto e competente, quindi va lasciato lì.
Chi lo attacca semplicemente fa copia-incolla dal Non-Statuto: “ogni candidato si impegna a rimettere il mandato elettorale ricevuto, nel caso in cui, nel corso del suo svolgimento perda o si dimostri non abbia posseduto fin dall’origine uno o più dei requisiti minimi sopra descritti”.
La decisione sarebbe facile per chiunque, ma non per il M5S. Effettivamente Grillo, con un suo famigerato “P.S.” ha scomunicato qualche giorno fa Boriani, ma c’è chi lo difende lo stesso. Questa volta quindi si può dire che Grillo (leggasi staff onnipotente) rispetta le regole, gli altri non le vogliono rispettare.
Interessante anche una parte dell’articolo di Repubblica: “La corrente più vicina a Grillo, di cui il consigliere comunale di Bologna Massimo Bugani è l’esponente più noto, pensa che montare il caso Boriani e la rabbia contro il guru possa servire a Favia, secondo i filo-Staff vero capo dei “frondisti”, per ottenere consensi nel Movimento tali da piegare anche Grillo, e da spingere il consigliere regionale a Roma. Favia però da sempre nega di avere ambizioni sulle politiche. Ha rifiutato anche la mano tesa dell’Idv che lo avrebbe voluto con sé, ha dichiarato in passato”.Ma queste sono solo voci e illazioni, per ora. Favia smentisce categoricamente. Ma teniamocele a mente per il futuro, non si sa mai.
Mentre questa guerricciola di quartiere va avanti, sono già state messe in campo le armi pesanti: è partito infatti un missile balistico diretto verso Grillo, nella forma di un esposto all’Agcom. [Per la verità Agcm, non Agcom. Anche se Grillo e i grillini hanno capito Agcom...]
Le accuse, tradotte in linguaggio da strada, sono “tirannia ed eccessiva bislaccheria nell’organizzare una roba che è un business più che un soggetto politico“.
Infatti leggiamo: “Espulsioni che hanno toccato tutte le province bolognesi, e che hanno convinto una parte degli “epurati” a creare una rete online di ribelli, il “Movimento Revolution”, che ha deciso addirittura di portare Grillo e Casaleggio davanti all’Antitrust. E l’Autorità garante per la concorrenza e il mercato ha aperto un fascicolo sul M5S, per pratica commerciale scorretta e pubblicità non trasparente.Secondo l’esposto il non-partito del blogger genovese, in realtà sarebbe una società di e-commerce (la Casaleggio Associati) e dovrebbe poter essere identificata come tale dal consumatore“.
Le accuse, tradotte in linguaggio da strada, sono “tirannia ed eccessiva bislaccheria nell’organizzare una roba che è un business più che un soggetto politico“.
Infatti leggiamo: “Espulsioni che hanno toccato tutte le province bolognesi, e che hanno convinto una parte degli “epurati” a creare una rete online di ribelli, il “Movimento Revolution”, che ha deciso addirittura di portare Grillo e Casaleggio davanti all’Antitrust. E l’Autorità garante per la concorrenza e il mercato ha aperto un fascicolo sul M5S, per pratica commerciale scorretta e pubblicità non trasparente.Secondo l’esposto il non-partito del blogger genovese, in realtà sarebbe una società di e-commerce (la Casaleggio Associati) e dovrebbe poter essere identificata come tale dal consumatore“.
Che dire… tutto conferma ciò che abbiamo sempre detto, parola per parola. Vedremo che dirà l’Agcom.
Già sento belare i grillini: “l’Agcom è piena di partiti e politici, è un complotto contro di noi, i ribelli sono pagati dal PD!”…
Già sento belare i grillini: “l’Agcom è piena di partiti e politici, è un complotto contro di noi, i ribelli sono pagati dal PD!”…
Fonte: Movimento dei caproni
Tra i commenti:
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BEPPE GRILLO NON STRUMENTALIZZARE LE INFORMAZIONI

Beppe
Grillo giustamente ha paura di noi,attraverso il suo Blog oggi da
un’informazione deviata e non veritiera. Nel 2009 come è normale, ho
richiesto l’autorizzazione a formare un gruppo a Parma, premetto che non
sono mai stato tesserato in nessun partito. Ricevuto l’autorizzazione
da parte di Beppe Grillo all’uso del marchio abbiamo formato il gruppo.
Successivamente dopo le mie contestazione : -democrazia -Casaleggio
-marchio, Beppe Grillo mi ha tolto l’autorizzazione. Premetto che le
comunicazioni con FILIPPO PITTARELLO erano frequenti, non volendo
sbagliare è sempre stato chiesto tutto. Al tempo il gruppo di Parma era
formato da Marco Vagnozzi, Giuseppe Carpentieri, Vincenzo Bruno, loro
erano il gruppo dirigente del Meetup Parma. Ho richiesto di entrare nel
gruppo e mi è stato risposto che non c’era interesse nel portare a Parma
la LISTA CIVICA 5 STELLE e se avessi voluto farla potevo rivolgermi
direttamente allo staff. All’epoca il gruppo di PARMA era intenzionato a
dare il supporto ad un movimento denominato PER IL BENE COMUNE, non era
di mio interesse tale lista e mi sono allontano rispettando tutte i
regolamenti dettati da FILIPPO PITTARELLO. Successivamente il gruppo
formato attraverso il mio lavoro è diventato numeroso, abbiamo preso
credibilità sul territorio più del gruppo storico. Osservando questa
crescita il gruppo capitanato da Vagnozzi e Carpentieri informa Giovanni
Favia della situazione del secondo gruppo ,Favia chiama Beppe Grillo e
cosi vengo messo alla porta. Mi hanno denigrato dicendo che ero
un’infiltrato, sponsorizzatore di siti porno, frequentatore di scambi di
coppia, pagato dalla JP MORGAN, tutto documentabile. Beppe Grillo senza
neanche sentire la mia versione mi ha “maledetto” credendo a tutto
senza neanche sentire la contro parte.
Successivamente ne 2010, dopo un anno, il gruppo era formato e volevamo portare avanti ugualmente i buoni principi del movimento 5 stelle, ci è stato richiesta dal MOVIMENTO PER AUTONOMIA di Modena di partecipare come movimento AUTONOMO alle regionali 2010 ,noi abbiamo accettato a condizioni di poter portare avanti i nostri principi . Da ROMA decidono di collaborare con LA DESTRA DI STORACE e presentarono un MARCHIO doppio, dove c’era LA DESTRA e sotto AUTONOMIA. Nessuno di noi è mai stato tesserato e nessuno di noi aveva partecipato a partiti politici. Questo fatto è stato utilizzato a mio discapito come infiltrato della DESTRA, quando è facilmente verificabile che tutto è successo dopo.
Successivamente ne 2010, dopo un anno, il gruppo era formato e volevamo portare avanti ugualmente i buoni principi del movimento 5 stelle, ci è stato richiesta dal MOVIMENTO PER AUTONOMIA di Modena di partecipare come movimento AUTONOMO alle regionali 2010 ,noi abbiamo accettato a condizioni di poter portare avanti i nostri principi . Da ROMA decidono di collaborare con LA DESTRA DI STORACE e presentarono un MARCHIO doppio, dove c’era LA DESTRA e sotto AUTONOMIA. Nessuno di noi è mai stato tesserato e nessuno di noi aveva partecipato a partiti politici. Questo fatto è stato utilizzato a mio discapito come infiltrato della DESTRA, quando è facilmente verificabile che tutto è successo dopo.
[Come diavolo si fa ad accettare un'alleanza con un partito neofascista? Rimane evidentemente una comunanza d'idee, un terreno comune sul quale ci si incontra e ci si trova d'accordo.
Vilnò
si sarà adesso accorto che certi sbagli si pagano? E che i suoi nemici,
Casaleggio e Grillo, benchè di simpatie fasciste anche loro, ne hanno
subito approfittato per attaccarlo?
Vilnò purtroppo sembra essere solo l'ennesimo grillino deluso e frustrato che vuole vendicarsi di Grillo.
Se alla base rimangono certe idee e un certo modo di vedere la realtà che porta a vedere come accettabile un alleanza con un partito come La Destra, allora vuol dire che dentro di sè Vilnò è ancora un grillino fanatico fin nel midollo, fanatico di tutte le idee fasciste e giustizialiste che Grillo ha portato avanti in questi anni.
Non basta un esposto, bisogna anche correggere prima e sopratutto questo, e allora Grillo e Casaleggio avranno terra bruciata intorno a loro.]
Premetto con non sono i simboli che fanno le persone ma il contrario, premetto che un processo fatto senza le parti è sempre sbagliato, premetto che il gruppo di Parma all’epoca non era intenzionato a fare la LISTA CIVICA 5 STELLE, io non ho accettato di sfruttare il MOVIMENTO 5 STELLE per portare la gente in un’altra lista e me sconosciuta. La mia onestà è stata ripagata da menzogna,la mia guerra è iniziata non con il gruppo di Parma ma direttamente a BEPPE GRILLO che ha permesso tutto questo.
BEPPE GRILLO i processi si fanno con entrambi le parti, hai voluto credete a persone sbagliate, ti ripeto quello che ti dissi 3 anni fa, basta una telefonata e ti avrei spiegato tutto.
Se qualcuno è in grado di tirare fuori una tessera di qualsiasi partito con il nome GAETANO VILNO’ allora avrà ragione, ma sarà impossibile.
Pericoloso sentire solo una parte, sono rimasto talmente deluso che è diventata una questione personale.
Probabilmente tu e Casaleggio non vedete molti meccanismi del MOVIMENTO 5 STELLE, qualsiasi persona parli cercate il complotto ovunque, il mio caso è documentato con tempi, documenti,email che posso dimostrare la mia estranetà a qualsiasi PARTITO POLITICI.
BEPPE GRILLO CONFRONTATI, NON AVER PAURA DEI GRILLINI.
TU NON HAI PAURA ? NOI MENO DI TE …
posted by: Gaetano Vilno'
posted on: 03/09/2012
posted on: 03/09/2012