martedì 23 ottobre 2012

DÉJÀ VU (Gli Italiani ancora non hanno imparato...)

ottobre 17, 2012

La storia italiana assomiglia sempre più ad una scenografia pulp di creativi a corto di idee…

La trama è sempre quella: un assortito gruppo di pirla viene imprigionato (rigorosamente a sua insaputa) in un eterno loop temporale, ripetendo sempre le stesse azioni reiterate fino allo sfinimento.  

I più fantasiosi sono convinti di vivere in una realtà virtuale, sotto il controllo occulto di entità segrete e onnipotenti, che chiamano con un nome diverso a seconda delle paranoie individuali e la mania del momento: Superiori sconosciuti… Illuminati… neo-Templari… Rettiliani… Sinarchia… Priorato di Sion… Bilderberg… Trilateral… Ultimamente, si è aggiunta all’elenco anche la ‘misteriosissima’ Chamber of Commerce in Italia..! 

Intrappolati in questo presunto universo parallelo, degli inconsapevoli cazzoni scalciano come un grillo, cercando di arrivare al bandolo della matassa senza mai capirci un granché. Solitamente, si confidano sempre con le persone sbagliate, peggiorando ulteriormente la situazione; salvo poi affidarsi fideisticamente ad un messia, pronto a stupirli con effetti speciali e trucchi da baraccone circense, nell’illusione che la realtà possa essere diversa da quella in cui sono confinati e le responsabilità sempre di qualcun altro (la “casta”).

 

I want to believe! Tutti copioni già visti in TV, per la ruminazione lenta ma efficace di un popolo di alienati: “X-files”… “Il tredicesimo piano”… “Dark City”… “Matrix”… “Lost”

 

In alternativa, c’è la variante tradizionalista particolarmente apprezzata tra i prostatici in camicia nera e vecchie nostalgiche delle televendite. Trincerati dietro il recinto del loro piccolo mondo antico, vivono nella migliore delle realtà possibili che sarebbe perfetta se non fosse costantemente minacciata da orridi invasori alieni, di solito provenienti da rossi pianeti, nell’incombente minaccia bolscevica. Titoli consigliati: “La Guerra dei Mondi”… “L’invasione degli ultra-corpi”… “Il villaggio dei dannati”… passando per tutta la fantascienza anni ’50.

 

Diversamente, il loro luogo ideale è un centro commerciale, assediato da orde mostruose che vogliono portargli via la ‘robba’ spolpandoli fino all’osso: agenti del fisco, kommunisti, gay, terroni, immigrati, islamici, negri, zingari… dove il ‘male’ è sempre una “cosa dall’altro mondo”, che ti contamina e ti possiede contro la tua volontà.
Filmografia di riferimento: George A. Romero e gli
zombies, ma con un occhio di riguardo al cinema di John Carpenter.

 

Usciti dal gabinetto delle loro ossessioni, i più intraprendenti si costruiscono la fabbrichetta, riciclando i soldi della mafia. E si rilassano con le gare di burlesque. Da vecchi, grazie alle magie del viagra, partecipano alle orge con dittatori africani e nipoti d’Egitto.

 

Alla peggio, finiscono in crociera con Sallusti e Santanché, senza nemmeno la speranza di uno Schettino al timone della nave.

In tutti i casi, l’eroe ideale è un mercante di sogni con l’etica di Wanna Marchi e il dinamismo di un venditore porta a porta.

E così, alla fine del ciclo, il giro ricomincia come in una nuova giostra, curiosamente, a rotazione grossomodo ventennale, se si esclude la lunga parentesi democristiana: giolittismo; mussolinismo; craxismo; berlusconismo… e sotto a chi tocca!

Il 2013 come il 1993. Tangentopoli vs Tangentopoli: ladroni diversi, stesse ruberie. E soprattutto stessi elettori, stessi italiani, stessi vizi, stessa delega in bianco al demiurgo di turno. Si ritrova l’eterna predisposizione ad accodarsi in branco, sul tracciato dei luoghi comuni e degli stessi pensierini elementari di sempre: Nuovo=buono; Vecchio=cattivo.   

Tutti contro i ‘partiti’, sentina di ogni vizio. Per evitare scomode identificazioni, nel 1993 vennero presentati dei “club”… ci si illudeva fossero rotary… coordinati in associazione la chiamarono “Forza Italia”. Col tempo si scopri che erano spelonche di predoni. Nei villaggi della pedemontana si misero elmi cornuti con la camicie verde e si inventarono uno nuovo stato, ritrovandosi un Re con badante ed un Trota per delfino.  

Oggi tutti si chiamano ‘movimenti’: spuntano più copiosi dei grappoli di emorroidi tra le natiche di uno stitico, per tanti one man show e una folla plaudente a chi la spara più grossa. 

E d’altra parte il movimento è entità ancora non definita e di per se stessa in divenire dal non-essere all’essere, attraverso il Logos. Finora stiamo ancora fermi alla narrazione sacralizzata dei capi assurti a profeti e nessuno si salva al fuoco dei castigatori, in una notte buia dove tutte le vacche sono nere.

Fonte: Liberthalia