venerdì 19 ottobre 2012

Fabrizio Biolè, Davide Bono e il M5S in Piemonte (Ancora sul finanziamento pubblico al M5S)

Un treno di rimborsi per il grillino

Postato da il 13 ottobre 2012

Biolè afferma di viaggiare “su rotaia” ma a quanto pare percepisce un indennizzo chilometrico previsto per chi raggiunge il parlamentino piemontese con la propria auto. E’ tutto in regola?

da Lo Spiffero ( Martedì 09 Ottobre 2012)


 [L'incensuratissimo Biolè pericolosissimo per la casta. Ne avevamo già parlato qui.]

 All’inizio dell’anno aveva pizzicato l’ex ministro Roberto Calderoli raggiungere Cuneo per un viaggio privato con l’aereo di stato. Oggi è lui a finire nel mirino per l’uso disinvolto dei rimborsi chilometrici legati alla sua attività istituzionale. Fabrizio Biolè, consigliere regionale del Movimento 5 stelle, ha sempre dichiarato di viaggiare in treno, peraltro di fronte a testimoni, ma la Regione Piemonte gli riconosce un indennizzo giornaliero di 98,48 euro per il tragitto da Cuneo, dove ha la residenza, a Torino, sede dell’assemblea piemontese.


Attenzione: non si tratta dei rimborsi legati alle missioni, le cosiddette autocertificazioni, che due settimane orsono accesero i riflettori sui furbetti della sagra di paese, consiglieri che diventavano trottole impazzite, capaci di percorrere con la propria auto la Regione in un lungo e in largo tra convegni, rievocazioni storiche, incontri, sagre. In questo caso parliamo dei “rimborsi chilometrici riconosciuti a fronte di sedute istituzionali” come si legge nei documenti di Palazzo Lascaris di cui Lo Spiffero è entrato in possesso.

Il primo a sollevare la questione, nella discussione in Aula del 2 ottobre scorso, è stato uno che di rimborsi se ne intende, ovvero il pidiellino di Novara Roberto Boniperti, recordman assoluto di tale disciplina: «Ieri uno dei colleghi del Movimento, il consigliere Biolè, al tavolo di concertazione ci ha dichiarato che lui usa sempre il treno per venire a svolgere la sua attività di consigliere e per recarsi a Torino. Forse a volte è meglio essere sinceri e mettere fuori i chilometri che si fanno in automobile che venire in treno e magari poi ricevere un rimborso diversamente». Un’accusa insopportabile per chi milita nella casamatta grillina, che mai verrebbe tollerata dagli attivisti e che attraverso la rete esporrebbe il malcapitato alla pubblica gogna, fatta di post sui social network e articoli al veleno sui blog “di area”, esortazioni a chiarire subito e inni alla rete che non perdona. E poi proprio lui, che, assieme al compagno di scuderia Davide Bono offriva provocatoriamente ai colleghi una carta mille miglia per andare a casa (foto).


Per questo già in quell’occasione Biolè aveva abbozzato una replica chiedendo con veemenza la parola e precisando che lui si recava alle sedute del Consiglio e delle commissioni «di solito in treno, non ho detto che usavo solamente il treno». Eppure secondo i dati in nostro possesso il rimborso è stato elargito regolarmente.  Ma come è possibile, se viaggia in treno come da lui stesso affermato?


Noi caproni siamo certi di ricevere numerose e circostanziate smentite…

Fonte: Movimento dei caproni 

Tra i commenti:


-------------------------------------------------------------

La verità, vi prego, sugli stipendi



di Fabrizio Biolé

Buongiorno a tutti. Ritengo ancora una volta sottolineare, se ce ne fosse bisogno, qual è la nostra condizione di stipendio come consiglieri regionali del Piemonte del MoVimento 5 Stelle:
Innanzitutto partiamo col dire che il Consiglio Regionale del Piemonte, con la L.R. 10 del 1972, ha definito gli emolumenti dei consiglieri regionali, che si dividono in più parti: c’è lo stipendio base (al netto di ritenute IRPEF e per vitalizio, reversibilità e indennità di fine mandato) di circa 2700 euro netti mensili, poi c’è tutta la parte di rimborsi e di gettoni di presenza che vanno ad influire in modo cospicuo su quello che poi è lo stipendio.

Per tutte le sedute c’è un gettone di 122 euro esentasse, esattamente come esistono 8 gettoni forfettari per tutti i consiglieri regionale, sempre di 122 euro esentasse.

Tutta la parte relativa al rimborso chilometrico è parametrata a tabelle ACI per una categoria molto alta di auto, per cui ci aggiriamo intorno ai 50 centesimi al chilometro, e per i consiglieri che hanno residenza fuori Torino questo è ovviamente moltiplicato per il doppio della distanza della propria residenza con la sede istituzionale.

In più esistono dei rimborsi chilometrici forfettari pari a 3000 km (1500 € esentasse) al mese e che vengono inseriti tutti in busta paga.

La differenza rispetto ai colleghi è che noi percepiamo, come deciso dall’assemblea del comitato promotore per le Regionali del 2010, “solo” 2500 euro netti, più alcuni rimborsi che sono invece parametrati a 20 centesimi al chilometro, se effettivamente percorsi con autovettura privata, e ovviamente certificati con scontrini e ricevute assolutamente puntuali.


Avevamo richiesto anche l’eliminazione di quelli che sono i gettoni di presenza ma ci è stato comunicato che, essendo che la legge non prevede il rifiuto, è impossibile appunto rifiutare questi gettoni con i relativi rimborsi. Nel luglio del 2010 ci è stato risposto questo , quindi figurativamente all’interno del blog voi trovate le nostre buste paga: gettoni, rimborsi e forfettari sono all’interno delle buste. Sono di fatto quelle che sono ufficialmente le buste paga; in realtà, come detto e come riscontrabile all’interno della sezione “trasparenza” del nostro sito www.movimentopiemonte.it, il netto da noi percepito è di 2500 più alcuni rimborsi.
Di solito, chiaramente, essendo io residente fuori Torino (Cuneo) ho alcune centinaia di euro di rimborsi mensili, quando non mi è possibile spostarmi in treno, ma comunque sono molto inferiori a tutti quelli degli altri consiglieri e di quelli ovviamente certificati in busta paga.

Tutto questo soprattutto per poter dare una risposta ad alcune informazioni che stanno girando in questo momento, in cui il clima verso i costi della politica ha raggiunto e si sta allargando all’informazione e anche ai media tradizionali, crediamo che sia importante rilevare come, fin da subito, abbiamo deciso comunque di ridurre gli emolumenti, mantenendoli più che consoni al nostro status e in qualche modo abbiamo chiesto anche ai colleghi, con le conseguenza che ricordate - spinte e calci ricevuti in aula consiliare - di ridurre il proprio stipendio.  
[I due deficienti prima provocano e insultano tirando soldi finti agli altri consiglieri, da loro evidentemente considerati degli inferiori subumani, poi giustamente qualcuno reagisce (tra l'altro solo una spintarella, neanche uno schiaffo o un pugno, sangue poi: non pervenuto, questi neanche sanno cosa sono le vere botte) e si mettono a fare le vittime. 
Ecco i lupi che si travestono da agnelli.
Venissero per strada o in bar dalle nostre parti o in altre belle parti d'Italia a fare certe uscite, non sarebbe strano se si ritrovassero presi a sediate in faccia dall'uomo comune della strada.
Per quanto alcune vostre idee possano essere giuste e condivisibili imparatevi il rispetto prima di tutto!]

Abbiamo ultimamente ancora richiesto l’eliminazione, da parte di tutti, dei rimborsi forfettari; probabilmente, grazie al decreto legge governativo, che taglierà buona parte della spesa degli enti pubblici, questa richiesta verrà accolta.

In ogni caso chi dice o scrive cose diverse da quelle riprodotte e rilevate in questo video, o è in malafede o sta facendo un’informazione parziale che di sicuro non è utile ai cittadini piemontesi!
Vi ringrazio per l’attenzione e alla prossima... passate parola!

 Fonte: Movimento 5 Stelle Piemonte

 Tra i commenti:

Steu
Come al solito Biole' la spiega a modo suo.
I Consiglieri M5s  percerpiscono  TUTTO  quanto gli mettono in busta paga (circa 8000 euro vedi buste paga su "trasparenza" ).
Poi non so come versano volontariamente la differenza tra 8000 e 2500 su un fondo progetti del MS5.
Di questo fondo,  sul sito "trasparenza, non esiste alcun bilancio o dato bancario . (chissa perche'?).
Quindi la differenza tra 8000 e 2500 ,  che sono sicuramente soldi publici,  vanno a finanziare uno strumento che pubblico non e' di sicuro.
E' patrimonio  esclusivo del M5S , anzi dell'intestatario del conto.
E vero che hanno finanziato qualche progettino ma secondo me il  grosso dei soldi e' ancora li' ed aumenta di circa 10000 tutti i mesi.
Se pero' andate a vedere i progetti per la maggior parte si tratta di finanziamenti ad attivita politiche del movimento  (comitati , manifestazioni .. sostegni ..)
Secondo me si ricade nel finanziamento pubblico al partito che tanto abborriamo.
Come elettore MS5 vi esorto a rendere pubblico tutta la contabilita' del fondo  progetti e come ho gia scritto a restituire alla comunita' in modo tangibile l''avanzo stipendio con finanziamenti mirati ad attivita' che convolgano la comunita tutta.
Per la attivita' del Ms5 aveta gia' la dotazione per il gruppo consiliare che tra l'altro  avete  utilizzato  raddoppiando le spese di funzionamento  tra  2010 e 2011.


-----------------------------------------------------------------------------

 [E non dimentichiamo neanche la reversibilità del vitalizio alla moglie di Biolè...]
Pubblicato Martedì, 03 Gennaio 2012 17:24

TORINO 3 gen (Però Torino) -"Non prenderò quel vitalizio", dice il consigliere regionale del Piemonte Fabrizio Biolè, dopo la pubblicazione da parte di "Però", del fatto che al momento l'eletto nella provincia di Cuneo stia regolarmente versando quanto dovuto e ha intestato il tutto alla consorte. Secondo Biolè, che definisce la nostra testata "scandalistica" sulla sua pagina di Facebook, la sua sottoscrizione del vitalizio e la successiva intestazione alla moglie, sono avvenute "per errore".

 Inoltre, attaccando il leghista Paolo Tiramani, che recentemente aveva riaperto il caso in aula, gli chiede - sempre su Facebook - di "non leggere una pagina per volta" e quindi di informarsi meglio, perché secondo la sua versione, oggi Biolè sta versando al suo partito una quota corrispondente:"Il mero errore formale di sottoscrizione della reversibilità - scrive - è mensilmente rifuso all’interno del conto progetti a 5 stelle (quando vuole posso spiegargli di cosa si tratta…)".  

[Biolè non ci prendere per il culo. I soldi in più a cui rinunci mensilmente escono comunque dalle casse regionali. Cosa diavolo cambia se vanno a te o al partito?

E' una spesa che comunque pesa sulle casse pubbliche.

Stai semplicemente rinunciando a dei soldi nel presente per metterci una toppa nei confronti del pubblico e per poi assicurare la pensione di reversibilità a tua moglie nel futuro!

Il M5S non ti ha cacciato ma in cambio ti ha chiesto una tangente mensile a favore del partito.

Davvero tutti molto bravi. Complimentoni!]

Abbiamo tentato tre volte di chiamare al telefono Biolè che non ci ha mai risposto. Avremmo voluto chiedergli come funziona la questione. Da ciò che si arguisce, il consigliere versa la quota per percepire poi il vitalizio (ma lo fa per errore) e continua a versarla, perché ormai non potrebbe più tirarsi indietro. Nel contempo, versa al suo partito una somma corrispondente, di oltre 440 euro mensili, quindi paga due volte. Poi, in fututo, avrà la possibilità di far incamerare alla moglie il vitalizio (il 60% di 3mila euro al mese circa per tutta la vita, non 447 per cinque anni), ma dichiara che non lo percepirà. Non ci è dato di conoscere il futuro e le prossime condizioni economiche di Biolè o di sua moglie, quindi non possiamo che fidarci delle sue affermazioni. Resta il fatto che - allo stato dei fatti - egli versa il contributo in favore della moglie e quindi la consorte avrà tutto il diritto di percepire il vitalizio al 60% come qualsiasi pensione di reversibilità. Certo è che, per assegnare alla moglie tale diritto, Biolè ha dovuto firmare varie carte, inserire il nome, il codice fiscale, la data di nascita e la residenza della consorte, nonché compilare diversi moduli.

Naturalmente, stiamo parlando di cose perfettamente legali. Anche l'ex ministro Claudio Scaiola, come Biolè, dichiarò che l'appartamento in buona parte "regalatogli" a Roma era frutto di un errore da parte sua e di una sua mancata conoscenza dei fatti. Quindi queste risposte, per l'opinione pubblica, lasciano il tempo che trovano. Ma in quel caso si trattava di un comportamento contro la legge, che portò alle dimissioni e a un'incriminazione. Nel caso di Biolè, invece, l'unica cosa che è stata obiettata, è la scarsa coerenza con quanto dichiarato nelle note battaglie anti casta, sue e del suo movimento.

E non è stato "Però" a imputargli tali fatti e a contestargli l'incoerenza, come lui oggi sembra voler far credere ai suoi "amici" di Facebook. Sono stati gli stessi simpatizzanti del suo movimento in svariate conversazioni sulla rete, in una delle quali il suo collega in Regione Davide Bono, gli dava persino del "cagasotto".

Tempestato di richieste, sempre rigorosamente online, dopo la nostra pubblicazione, anche quest'ultimo si è espresso. Abbiamo tentato di contattare anche a Bono, ma il suo telefono era staccato. Comunque, sulla pagina di Facebook, il consigliere dice: "Chiedete a Biolè e non a me come mai ha sottoscritto la reversibilità (per errore); il Movimento 5 stelle ha vinto la battaglia sulla trasparenza non nascondendo cose imbarazzanti; Fabrizio, inoltre, sta versando l'equivalente della reversibilità, pari a 447 euro al mese al fondo progetti; non c'è nessuna faida tra me e Fabrizio". Va ribadito un fatto, in ogni caso, perché le opinioni sono tutte lecite ma i fatti univoci: 447 euro non rappresentano la quota di reversibilità (circa 2mila euro) ma il contributo che mensilmente i consiglieri devono versare per poi ottenerla. Quella è di oltre 2mila euro lordi e può durare ben più di 5 anni.
Fonte. Però Torino

--------------------------------------------------------------------

[E poi la finzione della restituzione dei soldi pubblici regionali messi nel salvadanaio del partito M5S...]

R-Day, soldi a parenti e attivisti

Pubblicato Mercoledì 22 Febbraio 2012, ore 7,00

Dei 10 mila euro elargiti durante la manifestazione di domenica, 3 mila sono finiti a eletti del Movimento. Uno dei beneficiati è il cognato del capogruppo in Regione Bono. E' la politica, bellezza!

BENEFATTORI Biolè e Bono

Alla fine – o meglio all’inizio - ci sono cascati anche loro. Gli integerrimi seguaci di Beppe Grillo, quelli che “noi non siamo un partito” quelli che “la rete, la trasparenza e tutto il resto”, quelli che “noi restituiamo la differenza ai cittadini qualunque che presentino progetti meritori", eccetera, eccetera, eccetera. Macché. Durante il Restitution Day si è avuto la conferma che ogni formazione politica è paese. Nessuno escluso, neppure i grillini.

Dei 10 mila euro - sugli oltre 200 mila che ancora giacciono in un conto corrente non si sa a chi  intestato – che i consiglieri regionali hanno devoluto per la promozione di progetti volti al bene comune, 2 mila sono finiti nelle mani di Luca Salvai, un cittadino mica tanto qualunque, dal momento che “accidentalmente” ricopre l’incarico di consigliere comunale per il Movimento 5 Stelle a Pinerolo, dopo esserne stato il candidato sindaco. Il suo progetto prevede la realizzazione di una cooperativa per il recupero di materie prime. Un caso? Una coincidenza? Può essere, ma di certo non è l’unica. Altri mille euro se li è aggiudicati, infatti, Claudio Di Stefano che si propone di sostenere l’Università del saper fare. Anche lui è tutt’altro che estraneo al movimento, dal momento che è stato eletto nel 2011 all’VIII Circoscrizione di Torino e a quanto pare, sarebbe anche il cognato del consigliere regionale Davide Bono, uno dei due benefattori del R-Day, assieme al collega Fabrizio Biolè.

I casi della vita. Si dirà: “Sono stati i progetti più votati”. Certo. Non può sfuggire, però, che un’assemblea composta da un centinaio di persone (qualunque?) risulta facilmente indirizzabile da chi ha animato questa manifestazione. Basta un manipolo di una ventina di fedelissimi e il gioco è fatto. E sarà un caso che l’elenco dei progetti vincitori sia stato pubblicato sul sito dei 5 Stelle del Piemonte omettendo i nomi di coloro che avevano presentato tali progetti? Insomma, dopo aver posto l’attenzione sull’esigua quantità di fondi messi in palio, non possiamo, a questo punto, che osservare con favore, come il resto del malloppo sia per ora stato preservato dalla spartizione proto-partitocratica messa in atto dai 5 Stelle.

Fonte: Lo Spiffero

[E come non ricordare questa perla di razzismo e intolleranza dal sito del M5S Piemonte?

Nel giorno della memoria il M5S Piemonte ci ricorda che il nazismo è meglio del sionismo

E parlando di democrazia interna e di regole cardine...]
“Il Movimento 5 Stelle ha tre regole, se ne violi una sei fuori. Capito? Fuori, non ce n’è”.
Queste le parole di un grillino milanese nel video che ho riportato poco tempo fa.
Ci sono molte obiezioni che si possono fare, ma una sicuramente è la più eloquente.
Fabrizio Biolè è consigliere regionale in Piemonte, eppure è già al quarto mandato. Questo vi sembrerà confliggere in pieno con il Programma del Movimento (non con il Non-Statuto, badate bene, lì non c’è scritto niente a proposito, non si sa bene perchè), che pone il massimo di due mandati, ed è proprio così.
E non è una tendenziosa affermazione di chi difende lo status quo, è pagato dal PD, è fedele al signore oscuro dei Sith o altre malvagità, ma è una decisione confermata dagli stessi grillini, e precisamente quelli di Cuneo.
I quali ci raccontano questa edificante storia:
“Il Non-Statuto ancora non esisteva (arrivò verso la metà di dicembre 2009, a campagna iniziata)…
Il problema dei due mandati di Biolé, e terzo in corso, come Consigliere Comunale di Gaiola si pose in quanto (potrà sembrar strano oggi!) in provincia di Cuneo non si riusciva a raggiungere il numero minimo di candidati (quattro) per le Regionali…
Comunque, il problema venne sottoposto allo Staff di Beppe Grillo [...] e venne decisa una deroga alla regola per cui il listino provinciale di Cuneo ottenne la certificazione. Facciamo anche notare che l’idea dei due mandati e poi ‘a casa’ [...] è da vedersi soprattutto come cercare di metter un freno a politici di professione. [...]
Non si dica che il Consigliere Biolé negli anni passati in Comune a Gaiola abbia potuto assurgere a tale ruolo: al massimo ci ha rimesso qualche euro di tasca propria, sottratto tempo ai propri interessi ed affetti, come spesso accade ai Consiglieri Comunali dei piccolissimi centri”
Avete capito? Povero Fabrizietto, lui ce l’ha messa tutta, ma i candidati proprio non si trovavano. E si è dovuto sacrificare lui, rimettendoci qualche euro di tasca propria e abbandonando i propri cari al loro triste destino.
Lui lo ha fatto per noi, di certo non è un politico di professione, quindi si può fare uno strappo alla regola. Che tra l’altro arriva appena dopo il varo del Non-Statuto, quindi ormai non ci si poteva fare niente, poverini.
Problema: nel Non-Statuto non c’è scritto niente riguardo i due mandati (per ragioni ignote), infatti è tutto scritto nel programma. Programma che arriva un po’ prima di Dicembre 2009 (questo video è di ottobre 2009) e in cui c’è già il punto sul limite dei mandati.
Capito? Il caro Biolè sostiene un programma che lo vuole fuori dalla carica che occupa, e i suoi fan lo difendono dicendo che c’è stata una deroga sul Non-Statuto.
Quindi di preciso non sappiamo dire cosa è più grave: il candidato che sostiene un programma che lo esclude dalla politica, i suoi supporter non hanno idea di cosa contenga il Non-Statuto, hanno ammesso e giustificato una deroga al Non-Statuto, che a quanto pare Grillo (alias Staff onnipotente) ha dato. E quindi doppia gravità: ci sono deroghe arbitrarie (realpolitik?) e sono ammesse come normali.
Sono tutte storie passate? No, perchè Biolè è ancora in carica e ovviamente non si dimette.
“Il Movimento 5 Stelle ha tre regole, se ne violi una sei fuori. Capito? Fuori, non ce n’è”.
Le ultime parole famose

Fabrizio Biolè e il Non-Statuto

“Il Mo­vi­men­to 5 Stel­le ha tre re­go­le, se ne violi una sei fuori. Ca­pi­to? Fuori, non ce n’è”.
Que­ste le pa­ro­le di un gril­li­no mi­la­ne­se nel video che ho ri­por­ta­to poco tempo fa.
Ci sono molte obie­zio­ni che si pos­so­no fare, ma una si­cu­ra­men­te è la più elo­quen­te.

Fa­bri­zio Biolè è con­si­glie­re re­gio­na­le in Pie­mon­te, ep­pu­re è già al quar­to man­da­to. Que­sto vi sem­bre­rà con­flig­ge­re in pieno con il Pro­gram­ma del Mo­vi­men­to (non con il Non-Sta­tu­to, ba­da­te bene, lì non c’è scrit­to nien­te a pro­po­si­to, non si sa bene per­chè), che pone il mas­si­mo di due man­da­ti, ed è pro­prio così.
E non è una ten­den­zio­sa af­fer­ma­zio­ne di chi di­fen­de lo sta­tus quo, è pa­ga­to dal PD, è fe­de­le al si­gno­re oscu­ro dei Sith o altre mal­va­gi­tà, ma è una de­ci­sio­ne con­fer­ma­ta dagli stes­si gril­li­ni, e pre­ci­sa­men­te quel­li di Cuneo.


I quali ci rac­con­ta­no que­sta edi­fi­can­te sto­ria:

“Il Non-Sta­tu­to an­co­ra non esi­ste­va (ar­ri­vò verso la metà di di­cem­bre 2009, a cam­pa­gna ini­zia­ta)…
Il pro­ble­ma dei due man­da­ti di Biolé, e terzo in corso, come Con­si­glie­re Co­mu­na­le di Ga­io­la si pose in quan­to (potrà sem­brar stra­no oggi!) in pro­vin­cia di Cuneo non si riu­sci­va a rag­giun­ge­re il nu­me­ro mi­ni­mo di can­di­da­ti (quat­tro) per le Re­gio­na­li…
Co­mun­que, il pro­ble­ma venne sot­to­po­sto allo Staff di Beppe Gril­lo [...] e venne de­ci­sa una de­ro­ga alla re­go­la per cui il li­sti­no pro­vin­cia­le di Cuneo ot­ten­ne la cer­ti­fi­ca­zio­ne. Fac­cia­mo anche no­ta­re che l’i­dea dei due man­da­ti e poi ‘a casa’ [...] è da ve­der­si so­prat­tut­to come cer­ca­re di met­ter un freno a po­li­ti­ci di pro­fes­sio­ne. [...]
Non si dica che il Con­si­glie­re Biolé negli anni pas­sa­ti in Co­mu­ne a Ga­io­la abbia po­tu­to as­sur­ge­re a tale ruolo: al mas­si­mo ci ha ri­mes­so qual­che euro di tasca pro­pria, sot­trat­to tempo ai pro­pri in­te­res­si ed af­fet­ti, come spes­so ac­ca­de ai Con­si­glie­ri Co­mu­na­li dei pic­co­lis­si­mi cen­tri”

Avete ca­pi­to? Po­ve­ro Fa­bri­ziet­to, lui ce l’ha messa tutta, ma i can­di­da­ti pro­prio non si tro­va­va­no. E si è do­vu­to sa­cri­fi­ca­re lui, ri­met­ten­do­ci qual­che euro di tasca pro­pria e ab­ban­do­nan­do i pro­pri cari al loro tri­ste de­sti­no.
Lui lo ha fatto per noi, di certo non è un po­li­ti­co di pro­fes­sio­ne, quin­di si può fare uno strap­po alla re­go­la. Che tra l’al­tro ar­ri­va ap­pe­na dopo il varo del Non-Sta­tu­to, quin­di ormai non ci si po­te­va fare nien­te, po­ve­ri­ni.

Pro­ble­ma: nel Non-Sta­tu­to non c’è scrit­to nien­te ri­guar­do i due man­da­ti (per ra­gio­ni igno­te), in­fat­ti è tutto scrit­to nel pro­gram­ma. Pro­gram­ma che ar­ri­va un po’ prima di Di­cem­bre 2009 (que­sto video è di ot­to­bre 2009) e in cui c’è già il punto sul li­mi­te dei man­da­ti.

Ca­pi­to? Il caro Biolè so­stie­ne un pro­gram­ma che lo vuole fuori dalla ca­ri­ca che oc­cu­pa, e i suoi fan lo di­fen­do­no di­cen­do che c’è stata una de­ro­ga sul Non-Sta­tu­to.

Quin­di di pre­ci­so non sap­pia­mo dire cosa è più grave: il can­di­da­to che so­stie­ne un pro­gram­ma che lo esclu­de dalla po­li­ti­ca, i suoi sup­por­ter non hanno idea di cosa con­ten­ga il Non-Sta­tu­to, hanno am­mes­so e giu­sti­fi­ca­to una de­ro­ga al Non-Sta­tu­to, che a quan­to pare Gril­lo (alias Staff on­ni­po­ten­te) ha dato. E quin­di dop­pia gra­vi­tà: ci sono de­ro­ghe ar­bi­tra­rie (real­po­li­tik?) e sono am­mes­se come nor­ma­li.

Sono tutte sto­rie pas­sa­te? No, per­chè Biolè è an­co­ra in ca­ri­ca e ov­via­men­te non si di­met­te.
“Il Mo­vi­men­to 5 Stel­le ha tre re­go­le, se ne violi una sei fuori. Ca­pi­to? Fuori, non ce n’è”.
Le ul­ti­me pa­ro­le fa­mo­se?
“Il Movimento 5 Stelle ha tre regole, se ne violi una sei fuori. Capito? Fuori, non ce n’è”.
Queste le parole di un grillino milanese nel video che ho riportato poco tempo fa.
Ci sono molte obiezioni che si possono fare, ma una sicuramente è la più eloquente.
Fabrizio Biolè è consigliere regionale in Piemonte, eppure è già al quarto mandato. Questo vi sembrerà confliggere in pieno con il Programma del Movimento (non con il Non-Statuto, badate bene, lì non c’è scritto niente a proposito, non si sa bene perchè), che pone il massimo di due mandati, ed è proprio così.
E non è una tendenziosa affermazione di chi difende lo status quo, è pagato dal PD, è fedele al signore oscuro dei Sith o altre malvagità, ma è una decisione confermata dagli stessi grillini, e precisamente quelli di Cuneo.
I quali ci raccontano questa edificante storia:
“Il Non-Statuto ancora non esisteva (arrivò verso la metà di dicembre 2009, a campagna iniziata)…
Il problema dei due mandati di Biolé, e terzo in corso, come Consigliere Comunale di Gaiola si pose in quanto (potrà sembrar strano oggi!) in provincia di Cuneo non si riusciva a raggiungere il numero minimo di candidati (quattro) per le Regionali…
Comunque, il problema venne sottoposto allo Staff di Beppe Grillo [...] e venne decisa una deroga alla regola per cui il listino provinciale di Cuneo ottenne la certificazione. Facciamo anche notare che l’idea dei due mandati e poi ‘a casa’ [...] è da vedersi soprattutto come cercare di metter un freno a politici di professione. [...]
Non si dica che il Consigliere Biolé negli anni passati in Comune a Gaiola abbia potuto assurgere a tale ruolo: al massimo ci ha rimesso qualche euro di tasca propria, sottratto tempo ai propri interessi ed affetti, come spesso accade ai Consiglieri Comunali dei piccolissimi centri”
Avete capito? Povero Fabrizietto, lui ce l’ha messa tutta, ma i candidati proprio non si trovavano. E si è dovuto sacrificare lui, rimettendoci qualche euro di tasca propria e abbandonando i propri cari al loro triste destino.
Lui lo ha fatto per noi, di certo non è un politico di professione, quindi si può fare uno strappo alla regola. Che tra l’altro arriva appena dopo il varo del Non-Statuto, quindi ormai non ci si poteva fare niente, poverini.
Problema: nel Non-Statuto non c’è scritto niente riguardo i due mandati (per ragioni ignote), infatti è tutto scritto nel programma. Programma che arriva un po’ prima di Dicembre 2009 (questo video è di ottobre 2009) e in cui c’è già il punto sul limite dei mandati.
Capito? Il caro Biolè sostiene un programma che lo vuole fuori dalla carica che occupa, e i suoi fan lo difendono dicendo che c’è stata una deroga sul Non-Statuto.
Quindi di preciso non sappiamo dire cosa è più grave: il candidato che sostiene un programma che lo esclude dalla politica, i suoi supporter non hanno idea di cosa contenga il Non-Statuto, hanno ammesso e giustificato una deroga al Non-Statuto, che a quanto pare Grillo (alias Staff onnipotente) ha dato. E quindi doppia gravità: ci sono deroghe arbitrarie (realpolitik?) e sono ammesse come normali.
Sono tutte storie passate? No, perchè Biolè è ancora in carica e ovviamente non si dimette.
“Il Movimento 5 Stelle ha tre regole, se ne violi una sei fuori. Capito? Fuori, non ce n’è”.
Le ultime parole famose?

 Fonte: Movimento dei caproni

Tra i commenti:


-----------------------------------------------------------------

“Se qualcuno chiede, mandalo a fanculo”

E’ un estrat­to di una frase di Da­vi­de Bono che gira per i forum gril­li­ni (gra­zie a fco­raz della se­gna­la­zio­ne).
Po­te­te con­sta­ta­re qui, a que­sto link, pro­prio a que­sto, che non è solo Da­vi­de Bono a dire ciò, ma anche altri pre­sen­ti a una certa riu­nio­ne, in cui sono stati pre­sen­ta­ti dei fan­to­ma­ti­ci “coor­di­na­to­ri na­zio­na­li”.

Sono stati pre­sen­ta­ti da Ca­sa­leg­gio, visto che, stan­do ai di­scor­si, li ha no­mi­na­ti lui, uni­la­te­ral­men­te e senza pre­av­vi­so.

Dalla mail di Da­vi­de
“Strap­po il mi­cro­fo­no alle 14.30 chie­den­do lumi: chi ha de­ci­so chi e se sono ruoli tec­ni­ci o po­li­ti­ci? Mi si ri­spon­de che se qual­cu­no del ter­ri­to­rio me lo chie­de devo man­dar­lo a fan­cu­lo.”
[Non risulta che Davide Bono abbia protestato o abbaia sollevato questioni di anti-democraticità contro Casaleggio.
Al contrario di Favia, Bono non si è fatto nemici nè Grillo nè Casaleggio, ma ha accettato la decisione del grande capo che non nomina alcunchè (parole di Grillo e Casaleggio, subito smentite dai fatti).]

“A fan­cu­lo”, ma che at­teg­gia­men­to de­mo­cra­ti­co!

E’ una di­scus­sio­ne del 2011, ma chis­sà se que­sti coor­di­na­to­ri-om­bra sono an­co­ra in ca­ri­ca, o se ma­ga­ri il mec­ca­ni­smo di con­trol­lo si è evo­lu­to in altra forma.

Nel frat­tem­po ri­cor­dia­mo come sem­pre i ri­di­co­li ten­ta­ti­vi degli adep­ti su in­ter­net di ne­ga­re que­sti fatti.

Fonte: Movimento dei caproni

Tra i commenti:





Antonio Inoki a month ago

Ah Davide Bono, consigliere della mia regione, famoso per aver pubblicato una classifica del suo stipendio taroccata con photoshop. Certo poi ci ha spiegato che lui quei soldi non li prende, che vanno ad un fondo comune 5stelle ecc. ecc.
---------------------------------------------------------------------

[Alcuni articoli dal sito di destra filo-PDL QELSI (Questa è la sinistra italiana) che fotografano la situazione dei grillini e del M5S in Piemonte]

L’ipocrisia dei grillini: coi soldi pubblici finanziano amici trombati alle elezioni e No Tav

18 maggio, 2012

[Per la precisione pagano come consulenti gente che si era presentata con loro alle elezioni ma non è stata eletta.

Tra cui una, Laura Castelli, che prima di essere finanziata dal M5S come consulente era una Si Tav e un'altro, Marco Scibona, che si proclama No Tav e  fa campagna elettorale per il M5S tra i No Tav, probabilmente sperando così di fare incetta di voti in Val di Susa per il suo partito (e chissà, magari fà il No Tav solo per questo: per farsi eleggere in futuro con i voti dei No Tav o solo per prendere voti per Grillo e Casaleggio).

E' un errore e pura demagogia voler identificare questa gente, che lavora per Grillo e il suo partito, con tutta la popolazione No Tav della Val di Susa che ha tutte le migliori ragioni del mondo per contestare la TAV così com'è allo stato attuale.]


Smascherata la prima menzogna dei grillini, ossia che il Movimento 5 Stelle non incassa soldi pubblici, è ancora più interessante scoprire in che modo viene speso il denaro della collettività che finisce nella casse del partito.
Ribadiamolo, niente di male, non fosse che il Movimento 5 Stelle ha fatto della “lotta ai costi della politica” e del “no ai finanziamenti pubblici ai partiti” i propri cavalli di battaglia.

Abbiamo visto l’entità degli importi percepiti dal Movimento 5 Stelle dell’Emilia Romagna sotto forma di contributi al gruppo consiliare. Soldi pubblici, che il consigliere regionale Giovanni Favia ha provato, senza successo, a smentire sostenendo che tali somme servono a finanziare “costi della democrazia”, spese di cancelleria e stipendi di uno staff che risulta fondamentale per il funzionamento logistico del movimento.

In realtà lo staff del Movimento 5 Stelle non è composto da personale della Regione, come furbescamente hanno cercato di far credere i grillini, ma da fedelissimi a 5 Stelle. O meglio, veri e propri trombati alle elezioni, che trovano così un modo per “tirare a campare” senza lo stipendio da consiglieri regionali. Sempre a spese della collettività, contrariamente alle promesse sbandierate in campagna elettorale.
Franco Bechis, nel suo articolo pubblicato su Libero e riportato su Qelsi, si è soffermato sull’Emilia Romagna, ma pure in Piemonte il Movimento 5 Stelle percepisce una cospicua somma di “contributi al gruppo consiliare” che serve a finanziare uno staff di esponenti del partito non eletti e quindi bisognosi di incarichi.

Secondo un’inchiesta pubblicata sull’ultimo numero del settimanale Panorama, a firma Antonio Rossitto, il Movimento in Piemonte ha ricevuto 417.000 euro nel 2011, divisi tra costi di funzionamento e costi per il personale. Sommati ai 334.000 euro in Emilia Romagna, fanno ben 751.000 euro di soldi pubblici. Niente male, considerando che in quanto a finanziamenti pubblici i grillini non avrebbero potuto intascare molto di più: alle elezioni politiche del 2008 non si sono presentati, mentre i normali rimborsi elettorali alle regionali 2010, rifiutati non senza qualche equivoco e mal di pancia iniziale, corrispondevano ad un importo pari a 1/3 dei contributi ai gruppi consiliari.

Soldi che però il Movimento 5 Stelle ha abbondantemente recuperato: i grillini hanno un bel dire, infatti, che i loro consiglieri regionali guadagnano “solo 2500 euro al mese”, ma in realtà non è vero, in quanto percepiscono il medesimo stipendio dei colleghi, con tanto di diaria, rimborsi spese e gettoni di presenza. Ciò che eccede i 2.500 euro al mese va a finire in un “conto progetto” che si concretizza poi nel roboante “R-day”, Restitution day, in cui vengono finanziati “progetti a 5 Stelle”. Ossia, soldi agli amici e agli amici degli amici, seguendo la perfetta logica del “clientelismo” politichese tanto vituperato dai seguaci di Beppe Grillo.

Come osserva giustamente Antonio Rossitto su Panorama, si tratta di un “rimborso elettorale per vie traverse”, che serve a finanziare elezioni, manifestazioni, iniziative. Soldi di tutti, usati a fini grillini. Qual è la differenza con i rimborsi elettorali?
Ma c’è di più: in Piemonte, nel 2011, sono stati trasferiti 260.160 euro per l’assunzione di personale. Il Movimento 5 Stelle millanta criteri di meritocrazia, ma nel frattempo, come detto, assume fedelissimi e trombati alle elezioni. Ecco chi sono:

Ivan Della Valle, candidato non eletto alle regionali; Giorgio Bertola, ex consigliere comunale di Rivoli che avrebbe dovuto creare una lista a Moncalieri, ma poi ha rinunciato preferendo far parte dello staff regionale (ovviamente adducendo scuse come “La Mafia ci impedisce di presentare la lista”) ed essere mantenuto a spese della collettività; Marco Scibona, leader dei No Tav in val Susa, che riceve uno stipendio con soldi pubblici per stare più in valle di Susa che in ufficio, ossia per tessere la tela dei rapporti tra Movimento 5 Stelle e No Tav sempre a spese del contribuente; Marco Nunnari, altro trombato alle elezioni in quanto candidato alle amministrative di Torino e non eletto; Marco Rodella, in corsa alle Regionali ma anch’egli non eletto; infine Laura Castelli, che prima delle elezioni Regionali faceva parte della Lista Civica “Verdi con Bresso” di Mariano Turigliatto, ha fatto campagna elettorale per la candidata alla presidenza Mercedes Bresso ed era una Sì Tav convinta, per poi diventare irriducibile No Tav una volta apertesi le porte (retribuite a spese della collettività) del Movimento 5 Stelle.

Uno “staff” pagato dai 1.400 ai 1.600 euro al mese a testa, ai quali vanno aggiunti, sempre nel 2011, i 18.772 euro delle tanto vituperate “consulenze” nonostante vi siano nove persone in organico e i 16.650 euro per manifesti, volantini e il giornalino “Movimento 5 Stelle”. Attività che un movimento che dice di rinunciare ai “finanziamenti pubblici” dovrebbe auto-finanziare attraverso le donazioni di privati, simpatizzanti e militanti. Invece no.
Non farà piacere al contribuente che non vota 5 Stelle, ad esempio, che alcuni di questi soldi pubblici destinati al Movimento  vengano utilizzati per volantini e manifesti di propaganda No Tav, o per finanziare i No Tav in azioni sul territorio.

O che siano stati utilizzati per mandare gli auguri di Buon Natale a tutti i consiglieri regionali, con la simpatica sorpresina delle missive affrancate da un pezzo del filo spinato che delimita il cantiere di Chiomonte.
Senza dimenticare che gli “staffisti”, in Piemonte come in Emilia Romagna, saranno quasi sicuramente candidati dal Movimento 5 Stelle alle prossime elezioni politiche. E in virtù dei contributi pubblici, potranno finanziare la loro campagna elettorale grazie al denaro del contribuente, in barba alle promesse ribadite anche dal consigliere regionale in Emilia Romagna Giovanni Favia su facebook: “Non abbiamo mai usato e non useremo soldi pubblici per le campagne elettorali”.

Chi lo racconterà ad esempio ai piemontesi quando Ivan Della Valle, Giorgio Bertola, Marco Scibona, Marco Nunnari, Marco Rodella e Laura Castelli saranno candidati alle prossime elezioni?

di Riccardo Ghezzi 
 
Fonte: QELSI


----------------------------------------------------------------

Movimento 5 stelle: i consiglieri piemontesi barano sui vitalizi e si insultano via internet

31 dicembre, 2011
L’antipolitica e l’anticasta al potere chiudono il 2011 mostrando le prime lacune. Il Movimento 5 Stelle, presentatosi come moralizzatore e rinnovatore dell’intera classe politica, si sta scoprendo perfettamente a suo agio nel magnifico mondo della “casta”. Succede in Piemonte, dove i due consiglieri regionali, il capogruppo Davide Bono e l’altro eletto Fabrizio Biolè, da tempo si fanno la guerra tra di loro su internet. Già, su internet, forse è questa l’unica vera novità introdotta dal Movimento 5 Stelle: i litigi tra varie correnti e tra consiglieri non già dentro gli uffici o all’interno delle Aule consiliari, ma nel mondo virtuale e ovattato della rete, dove tutto è filtrato dai monitor. Un modo un po’ balzano, oltre che poco dignitoso per l’immagine del movimento.
La pietra miliare dello scandalo è stata ricordata in questi giorni dal perfido consigliere della Lega Nord Paolo Tiramani, tornato a seminare zizzania tra i due grillini con una frecciatina contenuta nel suo intervento sul bilancio provvisorio della Regione: “Non capisco di cosa stiamo parlando se c’è chi vota la legge per l’abolizione dei vitalizi, dichiara che non la condivide, e poi si scopre che destina il vitalizio al coniuge”.
Tiramani si riferisce a Fabrizio Biolè, del Movimento 5 Stelle, il quale si batte da tempo per l’abolizione del vitalizio, peccato che di sua spontanea volontà paghi la quota di reversibilità per garantire un futuro tranquillo e agiato a moglie e figli.
La questione non è recente, in quanto qualche mese fa era stata spiattellata proprio sul forum del Movimento 5 Stelle Piemonte, con il corollario di stucchevoli litigi tra i due consiglieri inframezzati dai sempre più sconsolati interventi dei militanti, ed il consigliere comunale Vittorio Bertola a fare da paciere.
Biolè non si è mai tolto il vitalizio, contrariamente alle regole interne del Movimento 5 Stelle, e Bono per tutto l’anno non ha mancato di farglielo notare, più che altro per non mettere in discussione la propria leadership.
Lo scorso giugno, sempre via internet, è riuscito persino a definire “cagasotto” il collega. In un forum pubblico.
“Il fatto è che siamo un po’ ipocriti. Biolè si sta cagando sotto e con lui tutti i cuneesi per spirito campanilistico di non essere riconfermato in quanto col suo comportamento ha fatto incazzare mezza regione, almeno quella informata. Assegnando alla moglie il vitalizio, non facendo quello che gli e’ stato chiesto nella famosa riunione in cui cuneesi dissero che eravamo noiosi in cui si chiedeva di pubblicare online la sua busta paga e di formalizzare tutto con un documento contratto con gli elettori, prediligendo l’attività di passarella come dice Vittorio a quella legislativa (zero Pdl e fino a ieri zero contributi emendativi). il fatto e’ che si vedono pochi segnali di volontà di cambiamento e invece di volersi mettere in gioco e cercare di rimediare ci si trincera dietro muri di omertà”.
Niente male come “j’accuse”.
La discussione aperta sul forum proprio dal capogruppo in Regione, Davide Bono, verte sulla possibilità di organizzare un tour di rendicontazione tramite il quale i due consiglieri regionali sonderebbero il gradimento riscontrato tra gli elettori nelle varie province, valutando se presentare dimissioni in bianco. Una sorta di esame tra i militanti: in caso di bocciatura, dovrebbero lasciare il loro posto a qualcun altro.
Apriti cielo. Tra rinvii continui del tour, accuse reciproche, insulti, la missione si è rivelata più dura del previsto.
Emblematico un altro post di Bono, all’interno della medesima discussione: “Io non ho capito solo la posizione di Biolè, nel senso che è qui davanti a me e non mi ha ancora risposto”.
I grillini, nati e cresciuto su internet, evidentemente riescono solo a comunicare attraverso la rete e non di persona. Incredibile come si possa criticare pubblicamente via etere una persona, tra l’altro collega di partito, in quel momento “lì davanti” e alla quale si potrebbero semplicemente chiedere chiarimenti.
Nella medesima discussione Vittorio Bertola, consigliere comunale di Torino, tra un tentativo di smorzare i toni e l’altro, tracciando un bilancio della situazione ha ricordato ai due consiglieri regionali di non farsi più vedere alle riunioni cittadine solo per “farsi pubblicità”, Bono ha risposto con uno stizzito “Dai su, finiamola di millantare queste cose”, poi la replica di Biolè  al capogruppo regionale Bono:
Confermo che sei tu a confondere il lato pubblico con quello privato. Ho già spiegato che il mio a Torino era solo un tentativo per capire meglio la situazione torinese, niente di più. Tutto il resto (e la relazione di cui parli) è venuto dopo ed è completamente slegato, fatto salvo che ha portato al forte depotenziamento di quello che si rivelò poi gruppo di disturbo e basta (i famosi dissidenti), grazie ad operazioni (da me richieste) di chiusura di forum e pagina “dannose”.
Sai bene che la mia attività emendativa è iniziata molto prima di ieri, tant’è che ha portato anche a un risultato non indifferente; per di più, da tuoi ottimi spunti, insieme abbiamo sostenuto l’attività in aula su legge grandi opere e legge piano casa”.
Ma per “dirsi le cose in faccia”, bisogna proprio fare queste figure in un forum pubblico? Vale la pena riportare l’intera discussione, che sta andando avanti da molto tempo. E’ pubblica, aperta a tutti, ed anche piuttosto divertente.
Se questo è il nuovo modo di concepire la politica, allora è molto meglio quello vecchio.

di Riccardo Ghezzi © 2011 Qelsi 
Fonte: QELSI

----------------------------------------------------------------

Poveri grillini piemontesi: per non sembrare ricchi, smentiscono le loro dichiarazioni dei redditi

13 gennaio, 2012
I grillini piemontesi non si smentiscono mai: ne hanno combinata un’altra delle loro. Dopo la reversibilità del vitalizio assegnata alla moglie di un consigliere regionale, di cui abbiamo già parlato diffusamente su Qelsi, con tanto di polemiche e litigi tra gli stessi consiglieri su forum pubblici di internet, e dopo la chicca dello stesso consigliere regionale (Fabrizio Biolè) sorpreso a farsi rimborsare dalla Regione le spese sostenute per aver partecipato a show di Beppe Grillo, ecco che arriva una nuova gaffe. Qualche giorno fa alcuni giornali locali hanno pubblicato le dichiarazioni dei redditi del 2010 di tutti i consiglieri regionali, stilando una sorta di classifica dal più ricco al più povero. Niente di cui vergognarsi, infatti nessuno si è vergognato, indignato, preoccupato di smentire. Anzi, tutti i consiglieri, in modo bipartisan, hanno applaudito alla trasparenza. Tutti, tranne i due del Movimento 5 stelle: Davide Bono e Fabrizio Biolè. I quali, evidentemente memori di aver sbandierato ai quattro venti di non guadagnare più di 2.500 euro al mese, non hanno gradito di vedere sui giornali i loro reali stipendi percepiti nel 2010: rispettivamente 102.894 euro per il capogruppo Davide Bono e 87.116 per Fabrizio Biolè. Nulla di trascendentale, sono pure tra gli ultimi posti della graduatoria, se proprio essere ricchi è da considerarsi motivo di vergogna, eppure hanno voluto tutti i costi smentire le loro stesse dichiarazioni.
Impresa ardua, in quanto il Bur della Regione è compilato dai funzionari, modulo 730 alla mano, e la pubblicazione sul bollettino ufficiale regionale dello stato tributario e patrimoniale di consiglieri e assessori è accompagnata dalla formula “Sul mio onore affermo che la dichiarazione corrisponde al vero”. Vale per tutti, anche per i grillini che ora rinnegano categoricamente.
Sul blog di riferimento del Movimento 5 stelle Piemonte è stata pubblicata un’altra classifica, con i dati dei due consiglieri grillini manipolati da photoshop e arricchiti da una spiegazione secondo cui “nelle classifiche ufficiali ci sarebbe un errore”.
Un errore? Già. Secondo i grillini alcuni esponenti, come il leghista Paolo Tiramani che citano espressamente, guadagnerebbero “solo” 6.000 euro netti al mese perché danno una percentuale ai partiti (forse i grillini non sono acuti fiscalisti), mentre ci sarebbe in realtà chi si limita a percepire solo 2.500 euro netti mensili, devolvendo tutto il resto ai cittadini. I “generosi” in questione sarebbero Bono e Biolè, che con i loro 30.000 euro netti annui diventerebbero così i due più “poveri” del Consiglio regionale.
Ma allora hanno mentito in fase di dichiarazione dei redditi, gonfiando i loro reali emolumenti netti? Ma che sbadati!
Quanto arrampicarsi sui vetri per nascondere i reali guadagni!
Cari grillini, perché vergognarsi di essere ricchi, se i soldi sono guadagnati onestamente? Solo per fare un po’ di sana demagogia?

Classifica vera (ultime posizioni):




Classifica “taroccata” con photoshop dai grillini (ultime posizioni)

di Riccardo Ghezzi © 2012 Qelsi 
 Fonte: QELSI
----------------------------------------------------------------------

Dopo la denuncia di Qelsi, i grillini piemontesi non pubblicano più le loro buste paga

10 maggio, 2012 
 
Ricordate il post pubblicato su Qelsi lo scorso 13 gennaio, in cui veniva denunciata l’anomalia delle dichiarazioni dei redditi smentite e ritoccate al ribasso dai due consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle? Ma soprattutto il post in cui veniva denunciato l’incoerente comportamento del consigliere regionale Fabrizio Biolè, in prima linea contro i vitalizi ma disposto a destinare la sua quota di reversibilità alla moglie? Un post, quest’ultimo, reso possibile dalla denuncia di un consigliere regionale leghista, Paolo Tiramani, che ha segnalato il paradosso.

Una vicenda tra il simpatico e il tragicomico: la questione non è recente, ed era stata spiattellata pubblicamente proprio sul forum del Movimento 5 Stelle Piemonte, impreziosita da feroci diatribe tra i due consiglieri alla mercé del pubblico ludibrio.

Biolè non si è mai tolto il vitalizio, contrariamente alle regole interne del Movimento 5 Stelle, e il capogruppo Davide Bono per tutto l’anno non ha mancato di farglielo notare, più che altro per non mettere in discussione la propria leadership. Ma questo, su Qelsi, l’abbiamo già raccontato, basta rileggere il post.
Stupisce semmai l’attuale comportamento dei due consiglieri regionali.

La pubblicazione delle buste paga di Bono e Biolè è ferma, casualmente, a dicembre 2011. Ossia allo scoppio dello “scandalo” e alla pubblicazione del relativo post di Qelsi il 31 dicembre. Basta dare un’occhiata al sito http://www.movimentopiemonte.it/ per rendersene conto.
Niente di grave, i consiglieri regionali non sono tenuti a pubblicare quanto guadagnano su internet. Ma nel momento in cui il Movimento 5 Stelle si pone come “nuovo che avanza” e fa della trasparenza un cavallo di battaglia, non fa certo bella figura a disattendere pure questa promessa.

Cari consiglieri regionali piemontesi del Movimento 5 Stelle, come mai dopo aver smentito le vostre stesse dichiarazioni dei redditi non pubblicate più le vostre buste paga?  Vi vergognate di quanto guadagnate, oppure di far vedere la reversibilità girata alla coniuge?

di Riccardo Ghezzi © 2012 Qelsi

Fonte: QELSI

[Come abbiamo detto Qelsi è un blog di destra ma antigrillino, infatti i loro redattori sono caduti nell'inganno iniziale perpetuato da Grillo-Casaleggio attraverso le Liste 5 Stelle e il Vaffanculo Day: cioè quello di apparire come una forza di sinistra per attaccare e indebolire, da sinistra, principalmente i partiti di sinistra dai più moderati ai meno (inutile dire chi sia stato favorito da questa mossa).
In realtà come ormai appare evidente a sempre più persone Grillo e Casaleggio portano avanti una politica antidemocratica, autoritaria, razzista, antipopolare e dai forti richiami fascisti, nonchè a scopo di profitto personale e dell'azienda Casaleggio associati. Insomma quanto più tradizionalmente di "destro" e  reazionario ci possa essere.

Noi però ci ricordiamo tutto: ci ricordiamo il razzismo e l'intolleranza verso ebrei, immigrati e omosessuali di tanti grillini e rappresentanti del M5S, ci ricordiamo le citazioni di Hitler e Mussolini nel blog e nei video di Casaleggio dove sono visti come grandi esempi di "comunicatori", ci ricordiamo il sostegno a gruppi neonazisti come Casapound in varie realtà locali, ci ricordiamo Grillo che votava Berlusconi nel 1994, ci ricordiamo il travaso di voti a Parma da PDL e Lega a Pizzarotti e ci ricordiamo le tante dichiarazioni alle Tv di ex-leghisti e Pdiellini, ora neogrillini, dichiararsi delusi dei loro vecchi rappresentanti, felici di aver trovato un nuovo capo in Grillo.

E questa sarebbe la sinistra attaccata da QELSI?
Viene da pensare male: forse a QELSI fa comodo far identificare il M5S con la sinistra così d'avere comunque vada un panorama politico in realtà formato solo da destre, con diversi approcci comunicativi ma sempre reazionarie, contro le classi medio-basse e più povere e, naturalmente, arraffadenaro.

Analizzando meglio vediamo che QELSI parla in questi termini di Renata Polverini:

A parole lo sono tutti, nei fatti l’unica vera “rottamatrice” finora è Renata Polverini

in un articolo del 18 settembre 2012.

Sarà quindi opportuno ricordare chi sia Renata Polverini e cosa ha fatto ultimamente per capire come interpretare quello che leggiamo su questo blog e giusto per ricordare ai destri che certe persone vanno eliminate politicamente senza se e senza ma e non difese solo per partito preso.]

giovedì 27 settembre 2012

Un mondo di polverini

Che brava la Polverini: comunica urbi et orbi che si dimette e non solo rimane sul cadreghino, ma trova anche il tempo di assumere dei nuovi dirigenti, amici suoi. La colpa è SOLO dei cittadini del Lazio, che nel 2010 hanno scelto lei e non Emma Bonino.

Le nomine in extremis della Polverini


La presidente regionale non si è formalmente dimessa, riunisce la Giunta, assume e proroga contratti scaduti
Dimenticate la conferenza stampa di Renata Polverini. La Governatrice del Lazio, a dispetto delle parole urlate, non ha assolutamente dato le annunciate dimissioni. Anzi, ha convocato la sua Giunta e proceduto a decisioni importanti come la nomina di dieci direttori generali, prorogando alcuni in scadenza e chiamando alcuni esterni, pescando, al solito, tra i sindacalisti dell’Ugl. Di più: riprende le fila della politica regionale, regola alcuni conti politici e sbatte fuori dalla Giunta gli assessori fedeli ad Antonio Tajani.

Fonte: Borgo rosso

[ Insomma alla fine dei conti tutto lo scandalo diventa solo un'occasione per un regolamento di conti interno, per assegnare un pò di denaro pubblico a amici e raccomandati (nella migliore tradizione clientelare) e per fare un pò di propaganda d'antipolitica spiccia per tentare di ripulirsi e rifarsi un'immagine in vista delle prossime elezioni nazionali del 2013 in cui è presumibile pensare la Polverini non perderà l'occasione di presentarsi visto che si sarà liberata dell'impegno regionale.

Ah...ovviamente manifesti rigorosamente abusivi e attaccati nei posti più impensati oltre che sopra pubblicità regolarmente pagate.]

01 ottobre 2012

Regione Lazio? ora ci pensa la Polverini (nei panni di "Mastrolindo") a fare pulizia

Ancora un esilarante pezzo di Francesco Merlo, dedicato a Renata Polverini (alias Mastrolindo), che adesso è impegnata a "far pulizia. Ci pensa lei. D'altronde è giusto così. Chi porta il cane a spasso, deve essere munito di paletta e sacchetto di plastica. Insomma, per dirla con un francesismo, al responsabile del cane che caca tocca l'onere di ripulire, ed eventualmente anche quello di pagare. Invece la Polverini sembra impegnata a ripulire (tentativo disperato) la sua immagine, con una ridicola campagna-manifesti. (a spese di chi?) Tafanus

Gli schizofrenici manifesti della Polverini sui muri di Roma: facciamo pulizia. La "sporchissima ramazza" e il trash di Ryanair (di Francesco Merlo) 
 
Polverini-mastrolindo     Mastrolindo

Con l’incredibile slogan "Ora facciamo pulizia!"  la sporcatissima Renata Polverini è, stilisticamente parlando, la prima allieva non siciliana di Totò Cuffaro che, arrestato e condannato per mafia, lanciò lo slogan “la mafia fa schifo.
 
I manifesti con cui la governatrice del Lazio ha tappezzato i muri di Roma seguono infatti quello stesso copione, che non è dettato dal suo comico di fiducia,  ma dall’idea, con il sapore di modernità rimasticata, che la  forza della pubblicità sono i paradossi e che dunque la politologia è ormai  paradossologia. La Polverini ci ha creduto così tanto che, dismessa a furor di popolo perché  insozzata da ogni genere di sporcizia politica e penale, ha  tappezzato i muri di Roma, presumibilmente con i soldi pubblici e certamente anche negli spazi vietati alle affissioni, con la propria immagine, un bel primo piano del suo faccione di massaia  pulitrice, una specie di Mastro Lindo della moralità:  "Questa gente la mando a casa io".

E  il paradosso è stato "premiato" nientemeno che dalla  Ryanair, la compagnia aerea low cost, che si è appropriata di quella rotonda faccia tosta, una Polverini in guanti di gomma, con straccio e  secchio,  che promette di tagliare le spese che ha coperto, bloccare gli sprechi che ha promosso e su cui ha lucrato,  far brillare la casa di vetro che ha oscurato, risanare ciò che ha guastato: "Ora basta – è lo slogan della compagnia irlandese  – volate con Ryanair perché costa di meno".


Polverini-ryanair
Polverini Ramazzatrice sui manifesti Ryanair

La Ryanair, che in tutto il mondo si promuove grazie al sapiente uso della deriva trash, ha colto nella Polverini più che una personalità un feticcio, il totem della sfrontatezza, la maschera spudorata che il popolino di Roma definisce "una faccia come il …",  perfetta non per l’ironia ma per il sarcasmo, per il darsi di gomito, per lo sghignazzo. I manifesti della Polverini fanno infatti pensare alla ramazza che sparge immondizia; allo strofinaccio che, ad ogni passata, spalma fanghiglia;  al secchio pieno di acqua sudicia.

Ma la Ryanair ha capito che non c’è nulla di più trash dell’impunità che è un’altra categoria romanesca, roba da Belli e Trilussa che certamente avrebbero cantato in versi sia la Polverini sia i suoi tre fedelissimi moschettieri che la seguono e la ispirano sin dai tempi dell’ Ugl e a suo nome hanno gestito fondi enormi e governato ogni genere di clientele: Stefano Cetica, il potentissimo assessore al Bilancio, Salvatore Ronghi, il segretario generale della Regione responsabile della lista, e infine l’iracondo capo di gabinetto Pietro Giovanni Zoroddu che lunedì sera ha tentato di picchiare giornalisti e fotografi: venuto fuori al naturale si aggirava con la mano aperta a minaccia "anche a te, sì anche a te", stratega del "mo ve meno tutti.

Loro tre hanno inventato, per lei e con lei, questa campagna-paradosso, che non è solo infantile ma coltiva l’idea di sfruttare la generica retorica della pulizia che in questa vicenda romana ha mostrato purtroppo la sua povertà e i suoi guasti . Tutti infatti nel consiglio regionale del Lazio invocano la pulizia e tutti sfregiano e oltraggiano "i veri colpevoli".
Anche Fiorito grida che i ladri sono gli altri e che lui aiuterà i giudici e la politica "a fare pulizia". E pure le opposizioni negano di avere a loro volta taciuto e lucrato e anzi il Pd replica sui muri con i propri manifesti, anche questi con i soldi pubblici e anche questi negli spazi non consentiti: "Polverini a casa…". E dunque anche la Polverini, perché no?, fa la vittima e al tempo stesso la ribelle. In questa storia i più colpevoli sono quelli che più gridano "al ladro al ladro", un po’ come in certi funerali dei romanzi gialli dove la più appariscente corona di fiori è quella dell’ assassino, e dove il bacio più rumoroso è quello del mandante, con il risultato finale che fiori e baci sono tutti e sempre sospetti. Che fare se "facciamo pulizia" diventa lo slogan di chi ha sporcato, e se anche l’onestà diventa la retorica dei disonesti?

Ecco perché questi manifesti non sono soltanto comici e la Polverini non riesce a suscitare la pietas che sempre meritano gli sconfitti.  Non ha scelto infatti di andarsene in campagna. Dopo un così grave fallimento, lei rilancia.  Dopo avere gettato via la dignità del suo mondo d’origine,  proclama di essere la sola per bene in quel consiglio indegno, di essere addirittura  la ramazza della politica laziale e di venire perseguitata in quanto buon politico, "perché siamo noi che abbiamo tagliato i fondi ai santuari della sanità privata".

Ed è stato imbarazzante vederla a Ballarò mentre, al di la della vergogna, fingeva di fare buon viso al  terribile gioco di rieducazione di Crozza:  "sei venuta qui a Ballarò che eri nessuno, e ora che torni sei di nuovo nessuno", "scusa se non ho indossato il mio vestito da maiale", sino al "Polverini ma che minchia sai?" che fa entrare il dialetto siciliano nella lingua italiana attraverso la porta della comicità, con una parola che in quel contesto suona lieve e non solo perché l’altra, con quelle due zeta, è sempre un’esplosione di durezza e di trivialità. Il punto è che la volgarità stava tutta concentrata nell’enormità e nell’oscenità dello scandalo e dell’abuso di danaro pubblico e in quel viso falsamente e spudoratamente ingenuo, lo stesso che ora occhieggia sui muri di Roma con i suoi slogan surrealisti: ora faccio pulizia , ora li caccio via io. Ecco: è come le signorine ‘per male’ di una volta che si rifacevano … il trucco. (Francesco Merlo)

Nota a margine: quando Francesco Merlo ha pubblicato questo articolo, non era ancora nota l'ultima perla (o cacca di cane?): fra le dimissioni finte (quelle date in TV) e quelle vere, pulendo pulendo, la Polverini - che avrebbe dovuto restare in carica solo per l'ordinaria amministrazione - è riuscita a cacare altre 5 volte sul marciapiedi, nominando ben 5 nuovi "Direttori Generali", che peseranno vita natural durante sulle disastrate casse della Regione Lazio, e quindi di noi tutti. Complimenti. Tafanus.

Fonte: Tafanus 

lucio sorge ha detto...
Mi domando come cavolo facessero i gruppi consigliari del Lazio precedenti (giunta Marrazzo) a farcela con soli 500 mila euro a semestre: questi nuovi hanno trovato la lupa da mungere, compreso il sacrario a Rodolfo Graziani, gerarca fascista responsabile di atrocità durante il ventennio:
http://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/12_settembre_12/vandali-sacrario-graziani-2111795647075.shtml
[Costato 127 mila euro, presi dai fondi stanziati dalla Regione per il «completamento del parco di Radimonte».
Come ha amministrato bene la Polverini: 127.000 Euro buttati via per 4 sassi per celebrare la dittatura e gli eccidi coloniali fascisti.]
ed hanno pure la caccia di c... di affermare che si ricandideranno alle prossime elezioni (che volevano tirare per le lunghe sino all'aprime possimo venturo).
 --------------------------------------------------------------

 Et voila, come nuova

25 settembre 2012

185350_10151156875338810_797053522_n

Non so se è chiaro, ma la Polverini è convinta che chiamandosi fuori dai Fiorito e dal Pdl, tempo un paio di settimane e sarà un brand vendibile sul mercato della cosiddetta antipolitica (madò che tristezza).


 ------------------------------------------------

martedì 25 settembre 2012

È uno scherzo, vero?

-
Manco annunciate le dimissioni per il porcilaio-Lazio, Renata Polverini sta già tappezzando Roma con questi manifesti.


 Fonte: Non leggerlo
Brau ha detto...
"questa gente la mando a casa io"

E PRIMA DOVE C***O ERI? Perché non l'hai mandata a casa prima 'sta gentaglia, visto che sapevi quello che succedeva da moooooooolto tempo? Sembra di sentire parlare Casini... O sei completamente rincoglionita, o sei come loro...
Se veramente vuoi fare pulizia, comincia da te stessa, che questo sistema "sporco" lo hai avallato da anni... Non te ne uscire come una martire, non ci crede nessuno...

[A dimostrazione che di pre-campagna elettorale nazionale si tratta, ecco il caso di Napoli].

Scandalo Lazio, manifesti della Polverini anche a Napoli. Ira di De Magistris

NAPOLI - Polverini anche all'ombra del Maschio Angioino: compaiono anche a Napoli i manifesti con cui la ex governatrice del Lazio aveva tappezzato Roma. «Questa gente la mando a casa io. Ora facciamo pulizia!» era il messaggio che la Polveriniaveva voluto mandare ai romani dopo lo scandalo dei fondi che ha scosso il Pdl romano così come la sua giunta, portandola alle dimissioni.
Su Facebook l'ira del sindaco di Napoli Luigi De Magistris: «Non entro adesso nel merito delle responsabilità dell'ex governatrice del Lazio sul penoso andazzo dei gruppi consiliari. Ma riempire abusivamente Napoli di manifesti è oltre che illegale anche di pessimo gusto», ha scritto.
Lunedì 01 Ottobre 2012 - 12:21

Fonte: Messaggero

[Una che i casi sono due: o faceva finta di non vedere quello che le succedeva attorno, allora è una complice, oppure non si è proprio accorta di quello che le accadeva intorno, allora è un'incompetente.
Nel frattempo si prendeva i soldi pubblici e mandava allo sfascio la regione (vedasi la sanità pubblica).

Una che quindi, incompetente o complice, bisognerebbe definire con il giusto attributo: Parassita.
Ma che in passato, nonostante l'evidenza odierna di questa affermazione, si è pure permessa di dare della zecca, cioè del parassita, a chi le si opponeva. Questo faceva la burina magna soldi di tutti.]

Zecca, con me caschi male, ecchecazzo

25 settembre 2012



A me piace ricordarla così.

Fonte: Piovono Rane

---------------------------------------------------

[Come dimenticare poi la festa dei porci travestiti da porci?]

23 settembre 2012

La "Grande Bouffe", coi maiali travestiti da maiali

(per aprire l'articolo, cliccale su una faccia a vostra scelta)
(di Maria Novella Oppo)
Giustamente, prevale ancora su tutto il notiziario televisivo il disastro (definizione della presidente Polverini) della Regione Lazio. Altri, più versati nelle patrie lettere, l’hanno definito Satyricon, ma neppure Petronio poteva descrivere, e Trimalcione organizzare, un festino tanto squallido.
Roba da «Ciao Darwin», o qualche altro pecoreccio varietà che ha nutrito le aspirazioni estetiche di una classe dirigente formatasi nel supermercato berlusconiano. Cosicché ora il cavaliere teme che il Pdl passi per «partito della corruzione»! Ma dai. E non è il partito che da mesi, anzi anni, si batte in Parlamento per impedire l’approvazione della legge anticorruzione? Tutto si tiene.
Anche la tenuta, appunto di Renata Polverini, che, se le avessero rubato sotto il naso il Colosseo, non se ne sarebbe accorta. E ancora meno se ne sarebbe accorto il sindaco Alemanno, soprattutto se la cosa fosse avvenuta durante una nevicata imprevista e per opera della nutrita schiera di famigli assunti nelle aziende municipalizzate.
Comunque, i fattacci di questi giorni confermano il legame indissolubile tra politica e TV: Renata Polverini è andata a rifarsi il look davanti alle telecamere di "Piazza Pulita", mentre il recalcitrante Batman, Franco Fiorito, è andato da Bruno Vespa. Chiaro che tutti e due si sono proclamati innocenti, recitando il loro ruolo con la grande professionalità acquisita nella politica intesa come lucrosa fiction.
E, mentre Fiorito ha tirato fuori il foglietto che dovrebbe discolparlo, la signora Polverini ha dovuto chiedere al suo staff il conto delle spese elettorali, di cui naturalmente non ricordava la cifra. Un particolare tanto irrilevante che infatti ammonta a oltre 7 milioni euro. Tanto è costato (a chi?) farla eleggere, con relativo sputtanamento.

Fonte: Tafanus













[Festa organizzata da De Romanis, questo tipetto di cui si parla qui sotto, uomo di Berlusconi.
Ah, ma ovviamente Polverini e PDL sono due cose ben distinte. Non sia mai! 
La Polverini è pulita pulita e non c'entra niente con la vecchia politica PDL. Parola sua!]

giovedì 11 ottobre 2012


Padre nobile

-

"Magari alleverò i giovani del partito, li formerò, farò il Padre Nobile", aveva dichiarato nelle ultime ore. [...]. Bruxelles, dicembre 2009, sede del Parlamento Europeo: a margine di un seminario, davanti ai giovani del Pdl, ecco l'autorevole intervento dell'allora premier Silvio Berlusconi. Al suo fianco, come per magia, il buon Carlo De Romanis, quello della festa con Renata Polverini, i porci e le ancelle.




[E tanto per non farci mancare nulla (visto che parliamo di feste e PDL nel Lazio)...]

02 ottobre 2012

La Festa della Merda

Regione Lazio: un luogo dal cattivo gusto "limitless" - Dpo la festa coi porci travestiti da porci, arriva la festa della merda travestita da merda. Evento culturale segnalato da JeSuis Stephanie. Cliccare sulla faccia di m... per aprire l'articolo.

Fonte: Tafanus
---------------------------------------------------------------

martedì 2 ottobre 2012


La Presidentessa fa la cacca

La presidentessa della disciolta Commissione Cultura, Spettacolo e Sport della Regione Lazio si chiama Veronica Cappellaro. Questa personcina, pur all'interno di un'affannosa ed indomita attività istituzionale, è riuscita a ritagliarsi una serata libera per partecipare ad un evento mondano focalizzato su un tema molto sentito dai cittadini laziali: il luogo domestico della raccolta delle feci. Eccola ritratta mentre è seduta su un WC mentre simula (?) una defecazione. L'espressione concentrata e contrita dimostra, se mai ce ne fosse stato il dubbio, la serietà con cui si era sempre occupata di cultura, spettacolo e sport sempre a servizio del Lazio tutto.


ROMA - Dopo il toga-party di Carlo De Romanis ecco la festa supertrash. Veronica Cappellaro (nella foto), presidente della commissione Cultura del Pdl, finita nel dossier Fiorito per le spese folli alla Regione Lazio, non poteva mancare alla festa che l’industriale play boy Paolo Pazzaglia ha dato l’altra sera sul suo terrazzo panoramico, proprio di fronte a Palazzo Chigi. All’ingresso campeggiava un water, il tema della serata. La Cappellaro, in abito leopardato, è sembrata perfettamente a suo agio tra i circa mille invitati, tra cui, Patrizia de Blank, Carmen Russo, Aragozzini e Cicciolina.

ROMA - Veronica Cappellaro, presidente della Commissione Cultura del Consiglio Regionale del Lazio, è finita alla ribalta della cronaca per la vicenda della cosiddetta “festa della cacca“. Il tema della serata, organizzata sul terrazzo panoramico dell’industriale Paolo Pazzaglia, di fronte a Palazzo Chigi, era proprio questo e a simbolo del tutto, all’ingresso si poteva trovare un water. Abbiamo visto la Cappellaro a suo perfetto agio, in un abito leopardato. Ma chi è veramente questo consigliere regionale del Lazio? Veronica Cappellaro ha 31 anni, guadagna 13.000 euro netti al mese e ha due figli.

Cappellaro VeronicaCappellaro Veronica
PDL

Presidente Commissione Cultura, spettacolo e sport

Nata a Roma il 10 marzo 1981

Residente a Roma

Eletta nella lista regionale Polverini

Membro Commissione speciale Federalismo fiscale e Roma capitale
E-mail: vcappellaro@regione.lazio.it
Fonte: Fcoraz

-----------------------------------------------

Da Dagospia:

- VIDEO PARTE 1
- VIDEO PARTE 2 

1- VENITE, LA CACCA È IN TAVOLA! ALTRO CHE MONNEZZA-PULP, ALTRO CHE I TOGA-PARTY TRASH AL FORO ITALICO DI “ULISSE” DE ROMANIS: SIETE PRONTI A SPROFONDARE NELL'IMPAZZIMENTO DELLO SCARTO ORGANICO, NELL'APOTEOSI DELL'ESCREMENTO SODO, ALL'ESEGESI DELLA PUPÙ ADULTA? EH SÌ, "STRISCIA LA MERDIZIA" AL PARTY PIU’ TRASH-ENDENTE DI PAOLO PAZZAGLIA -
2- UNA "CACATIO" MANIFESTA SIN DALL’INGRESSO: PER ENTRARE NELLO STORICO PALAZZO DEL MARCHESE FERRAJOLI OCCORREVA OLTREPASSARE UNA BARRIERA DI SCOPETTINI SPORCHI DI CACCA. FINTA, D’ACCORDO, MA L’EFFETTO ERA DAVVERO DA PERFOMANCE DI CERTI ARTISTI SCATENATI IN QUALCHE BIENNALE D'ARTE (DUE BOMBASTICI VIDEO DEL PARTY) -
3- E DENTRO IL DELIRIO DELLA ROMA STRAPPONA, TRA CICCIOLINA E LOTITO, FLAVIA VENTO E GRAZIANA CAPONE, AL CENTRO LA BOMBASTICA GIOVANE CONSIGLIERA PDL ALLA REGIONE LAZIO NONCHÉ PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE CULTURA, VERONICA CAPPELLARO - 

-----------------------------------------------------------------

L’amore dei fascisti per la merda



Nel 1975 Pasolini, scandalizzando l’intero sostrato cattolico bigotto della società italiana, diede alla luce un geniale film sulle perversioni della moralità fascista, Salò o le 120 giornate di Sodoma. L’amore corrotto, perverso e anti-etico dei potenti di turno verso il proprio essere e la propria appartenenza di classe, ben lungi dal riguardare solo la parentesi fascista, caratterizzava l’intimo sussistere della società italiana, quantomeno quella parte di società che, riciclandosi, rimase e rimane sempre ancorata al potere e alle briciole che questo lascia cadere dal tavolo del comando. Clero cattolico, tanto di base quanto assicurato alle gerarchie vaticane; piccoli ras di provincia; sottobosco della politica politicante; imprenditoria piccola, media e grande. Un eterogeneo agglomerato indissolubilmente unito dalla propria appartenenza di classe e dalla feticizzazione della propria esistenza.

Simbolo evidente e allucinante di questo attaccamento a sé stessi e al proprio simile, l’amore che hanno per le proprie feci. Il girone della merda è infatti l’allegoria di un mondo che vive chiuso in sé, endogamico e che feticizza sé stesso arrivando a cibarsi degli scarti del proprio essere. Una perversione sessuale/gastronomica assolutamente azzeccata, in anticipo sui tempi e di sorprendente coraggio, quello proprio di un intellettuale come Pasolini che giganteggia inarrivabile rispetto ai nani odierni (pur con tutte le sue contraddizioni e i suoi limiti).

Non ci stupisce, dunque, la festa della merda che qualche simpatico sotto portaborse ha organizzato davanti a Montecitorio, in qualche ricco palazzo della Roma baronale, quella che rimane sempre aggrappata al potere, che segue gli istinti animali sempre un attimo dopo che questi si manifestano, quella Roma sempre fascista e sempre clericale, anche quando tal volta si presenta a parole antifascista e laica. Non ci stupisce neanche che, fra i partecipanti, ci fossero esponenti del PDL, come Veronica Cappellaro. Rientra tutto nel quadro che Pasolini tratteggiava quasi quarant’anni fa, e che ben pochi capirono (e capiscono tutt’oggi), rimanendo fermi al turbamento emotivo delle immagini.

Dichiara la giovane consigliera PDL:
“che male c’è ad andare a una festa?».La festa era organizzata in sfregio a voi politici. «Embè? Perché, non è vero che stamo tutti nella merda?”

Forse la consigliere non capisce, più verosimilmente capisce fin troppo bene e banalizza l’accaduto. Quella festa è l’essenza stessa della politica, di come viene vista e vissuta da parte di quella classe sociale che l’ha monopolizzata e resa una cosa da ricchi e da imprenditori. E’ la sublimazione del rapporto fra borghesia e potere, che si ciba solo di se stesso, che si accoppia solo fra caste contigue, che ha rapporti umani, economici e lavorativi solo fra elites sociali alla quale appartiene. La festa della merda è la festa della politica, della borghesia reazionaria che celebra sé stessa parodiando la sua funzione per elevarla e canone imprescindibile. Se vuoi far parte del palazzo, devi mangiare la tua stessa merda perchè, per quanto immorale, rappresenta il segno di appartenenza al potere al quale ti devi inchinare.

Cose che accadono frequentemente nel mondo dell’imprenditoria e della ricca borghesia. La tracimazione di tali comportamenti nel mondo della politica, sovrapponendo classe dominante a rappresentanza politica senza soluzione di continuità, è il vero segno dei tempi che stiamo vivendo. Nel palazzo non c’è possibilità di rappresentanza, neanche formale, se non quella degli stessi appartenenti alla stessa classe che lo pone in essere, e che si ciba di sé stessa.

Fonte: Militant Blog 

[Dopo il Toga Party di De Romanis, potevano forse mancare alla Festa della merda i simpatici convitati rosa?]


[Come dire: Questa è la destra italiana.

Scordatevi che questi una volta in politica e occupando posti di responsabilità possano mai fare i vostri interessi. 
Quello che vi tolgono (tipo ICI) vi ritornerà indietro (superfluo dire dove) maggiorato dopo (leggasi IMU) per mano di altri individui di destra (leggasi Monti) a cui non mancheranno di dare il loro sostegno in maniera più o meno esplicita.

Tra questa destra e il M5S, decisamente molto meglio scegliere una terza alternativa, sperando che prenda una forma definita, e a favore della maggioranza del popolo italiano, il più presto possibile.]

--------------------------------------------------------------

22 settembre 2012

Commenti

lucio sorge ha detto...
La Polverini, pora cocca, è diventata la bella addormentata nel bosco !
Non sa quel che va, non s'accorge di nulla,non sa quel che dice.
Pochi giorni fa ha annunciato che si sarebbe dimessa se non veniva accettata la sua politica di revisione di regolamento regionale e se il Pdl (che non mi pare sia il suo partito)non avesse preso provvedimenti contro i suoi indecenti spreconi.
Ieri però se la prende con Bersani che si sarebbe dovuto dimettere per i casi Penati e Lusi !
Ma ci faccia il piacere: Lusi intanto gestiva le risorse della Margherita, come Sposetti quelli dei Ds quindi...
Penati è stato invece cacciato.
Ma del Berlusconi o di Formigoni che ci dice ? E conseguentemente che dovrebbe fare Alfano, pseudo segretario del Pdl ?
A ci scusi Polverini il Pdl non è il suo partito !
Pensi a fare meno l'avanguardista e mettere il morso ai gerarchi vari assunti al potere nella Capitale !

lucio sorge ha detto...
Ma ritonando al punto la Polverini ha "imposto" misure draconiane da milioni di euro l'anno di riduzione.
Rispetto alla amministrazione Marrazzo che aveva assegnato un milione di euro l'anno ai gruppi consigliari, questi sono lieviati in modo esponenziale.
Solo il secondo semestre 2010 circa 4,4 mld e il primo semestre 2012 quasi 10 (che fanno circa 20 l'anno visto che l'anno scorso son stati 15 ca) !
E ci credo che poi non sanno come spenderli e si inventano le feste in maschera per rammentare Trimalcione ! 
22 settembre 2012 a 15:11



[E tutto questo anche per dire: bello e interessante il sito QELSI. Quando si parla di Grillo e grillini.

Ma per il resto, ci dispiace, le vostre stupidaggini propagandistiche per la continuazione del magna magna delle destre non ce le beviamo.

A sto punto, come dice giustamente Zucconi, aridatece Marrazzo e estiqaatsi dei transit (e pure del Berlusca: estiqaatsi delle sue mignotte. Avesse fatto il bene del paese mentre lo faceva con un pò più di discrezione se ne sarebbero fregati tutti dei suoi cazzi personali, ma nel suo caso stavamo ormai nel delirio d'onnipotenza, un pò come la Polverini che se ne va in giro per Roma con la scorta a bloccare il traffico in spregio ai Romani, lei la donna della strada, per andarsi a comprare le scarpe da riccona. Ecco cos'è la destra: privilegio, strafottenza e presunzione d'inferiorità altrui).]