domenica 28 ottobre 2012

Regionali, in Sicilia attenti ai sondaggi e al ritorno dei 5 Stelle

Pubblicato il ottobre 21, 2012 di

Giancarlo Cancelleri

Il più grande errore statistico della storia politica italiana: questo potrebbero diventare le elezioni regionali in Sicilia. I sondaggi degli ultimi mesi rimangono piuttosto cristallizzati con la coppia Musumeci-Crocetta a guidare e Micciché a seguire, con il candidato Sel che perde voti a causa dell’errore incomprensibile sulla residenza di Fava. Poi c’è stato lo sbarco di Grillo, letteralmente. Egli, con alcuni slogan antistorici (“è sbarcato Garibaldi e vi ha portato i Savoia; sono sbarcati gli Americani e vi hanno portato la mafia”, come se la mafia fosse un elemento esogeno e non invece un potere criminale cresciuto nella Sicilia di fine ottocento) ha riempito le piazze di tutta l’isola tenendo comizi improntati alla dura legge del marketing politico (ha ripetuto in ogni luogo il medesimo copione, con le medesime battute, aggiungendo qua e là alcune variazioni dettate dal luogo, nulla di più). Non si è trattato, come è stato scritto (Scandura, Linkiesta) di comizi 2.0, bensì di normali comizi in stile Seconda Repubblica. One man show, il modello coniato con il berlusconismo è ancora lì; Grillo ne è il principale esecutore, oggi, insieme a Matteo Renzi.

I 5 Stelle hanno candidato alla carica di governatore della Sicliia Giancarlo Cancelleri. Vi ricordo che il governatore dell’isola ha uno status privilegiato rispetto a qualsiasi altro presidente di regione. Esso infatti può sedere in consiglio dei Ministri, a Roma, ed ha potere di voto deliberativo e rango di ministro in virtù del D. Lgs. 35/2004 (mentre gli altri presidenti delle Regioni a statuto speciale, ovvero Sardegna, Friuli Venezia Giulia, Valle d’Aosta e Trentino Alto-Adige hanno solo potere di voto consultivo). In sostanza i siciliani si stanno apprestando a votare per un ministro, un ministro che resterà anche nel prossimo governo.

Certo, stando ai sondaggi e ai candidati, più probabilmente verrà eletto Musumeci (e non c’è molto da star allegri). Ma i sondaggi hanno finora evidenziato una grande verità: una percentuale che oscilla fra il 45% e il 55% dell’elettorato oggetto delle interviste, afferma di non voler andare a votare. Con una fetta di astensionismo così elevata – un astensionismo che è anche costituito di persone che non sono socializzate alla politica, soprattutto che si formano una opinione elettorale solo una settimana prima del voto – il grande spettacolo di Grillo rischia di essere il formidabile mezzo per portare alle urne gli indecisi e quelli che avevano lasciato ogni speranza.

L’enorme successo propagandistico che si sta profilando per i 5 Stelle non cancella i dubbi sulle modalità di selezione del personale politico interno al movimento. Nei comizi non parla Cancelleri. Non sappiamo nulla del suo pensiero, di quel che intende fare. Non abbiamo nemmeno mai udito la sua voce. Egli, come gli altri candidati, come Pizzarotti, è un uomo qualsiasi, perfettamente sostituibile. Cancelleri non ha mai avuto grandi esperienze in politica. E’ diplomato. E’ un geometra, ex magazziniere (leggasi il suo curriculum). Si descrive come un “cantante” che scrive “volentieri i suoi pezzi”. Il suo massimo impegno politico è stato partecipare alle elezioni comunali del 2009 e organizzare qualche comizio e qualche pubblico convegno nella sua città, Caltanissetta. Ha avuto un ruolo nella formazione del coordinamento regionale dei 5 Stelle. Un po’ poco per diventare governatore con rango di ministro. Qualcuno obietterà che almeno è incensurato. Ma è legittimo avere dubbi sulla sua cultura politica? Basta esser incensurati per essere meritevoli?


Il dubbio si ingigantisce se si spostano i riflettori dalla persona Cancelleri alle modalità di scelta del candidato. La discussione è stata del tutto svolta nel chiuso del circuito delle assemblee dei 5 Stelle. Dove è finito il criterio della massima partecipazione “dal basso”? Cancelleri è stato scelto con un metodo che non è diverso da quello seguito per l’indicazione di Crocetta o Musumeci. Guardate, il meccanismo delle primarie, per quanto criticabile sia, è pur sempre il metodo che consente la massima partecipazione possibile, anche fra coloro i quali non sono annoverabili come iscritti. Il metodo seguito dai 5 Stelle ha un grado di inclusività minimo. Se a questo aspetto aggiungiamo che il personale politico selezionato non ha le skills necessarie per sostenere un impegno tanto gravoso, come fare il governatore della Sicilia, allora il quadro si fa preoccupante, in special modo se dopo la traversata dello Stretto, il partito di Grillo dovesse prefigurarsi come seconda forza dell’isola. Non sappiamo neanche se Cancelleri abbia una cultura politica adeguata a fronteggiare, per esempio, il potere mafioso, che è ben altro che organizzare convegni o ronde per la difesa della magistratura. Significa rifiutare la minaccia, significa selezionare e controllare il proprio entourage, i propri deputati e il palazzo regionale dalla infiltrazione mafiosa.

I problemi sollevati dalla intervista fuori onda di Giovanni Favia a Piazzapulita sono ben lungi dall’essere risolti. Favia è stato marginalizzato, mentre le politiche 2013 si stanno avvicinando. Con i 5 Stelle prossimi a conquistare ben settanta-ottanta seggi alla Camera. L’urgenza di istituire un metodo democratico convincente dovrebbe essere l’occupazione di tutti i giorni di Grillo e dello staff. Che invece organizzano teatrali e grottesche traversate a nuoto.

Fonte: Yes Political