Pubblicato il ottobre 21, 2012
di cubicamente
Il più grande errore statistico della storia politica italiana:
questo potrebbero diventare le elezioni regionali in Sicilia. I sondaggi
degli ultimi mesi rimangono piuttosto cristallizzati con la coppia
Musumeci-Crocetta a guidare e Micciché a seguire, con il candidato Sel
che perde voti a causa dell’errore incomprensibile sulla residenza di
Fava. Poi c’è stato lo sbarco di Grillo, letteralmente. Egli, con alcuni
slogan antistorici (“è sbarcato Garibaldi e vi ha portato i Savoia;
sono sbarcati gli Americani e vi hanno portato la mafia”, come se la
mafia fosse un elemento esogeno e non invece un potere criminale
cresciuto nella Sicilia di fine ottocento) ha riempito le piazze di
tutta l’isola tenendo comizi improntati alla dura legge del marketing
politico (ha ripetuto in ogni luogo il medesimo copione, con le medesime
battute, aggiungendo qua e là alcune variazioni dettate dal luogo,
nulla di più). Non si è trattato, come è stato scritto (Scandura,
Linkiesta) di comizi 2.0, bensì di normali comizi in stile Seconda
Repubblica. One man show, il modello coniato con il berlusconismo è
ancora lì; Grillo ne è il principale esecutore, oggi, insieme a Matteo
Renzi.
I 5 Stelle hanno candidato alla carica di governatore della Sicliia
Giancarlo Cancelleri. Vi ricordo che il governatore dell’isola ha uno
status privilegiato rispetto a qualsiasi altro presidente di regione.
Esso infatti può sedere in consiglio dei Ministri, a Roma, ed ha potere
di voto deliberativo e rango di ministro in virtù del D. Lgs. 35/2004
(mentre gli altri presidenti delle Regioni a statuto speciale, ovvero
Sardegna, Friuli Venezia Giulia, Valle d’Aosta e Trentino Alto-Adige
hanno solo potere di voto consultivo). In sostanza i siciliani si stanno
apprestando a votare per un ministro, un ministro che resterà anche nel
prossimo governo.
Certo, stando ai sondaggi e ai candidati, più probabilmente verrà
eletto Musumeci (e non c’è molto da star allegri). Ma i sondaggi hanno
finora evidenziato una grande verità: una percentuale che oscilla fra il
45% e il 55% dell’elettorato oggetto delle interviste, afferma di non
voler andare a votare. Con una fetta di astensionismo così elevata – un
astensionismo che è anche costituito di persone che non sono
socializzate alla politica, soprattutto che si formano una opinione
elettorale solo una settimana prima del voto – il grande spettacolo di
Grillo rischia di essere il formidabile mezzo per portare alle urne gli
indecisi e quelli che avevano lasciato ogni speranza.
L’enorme successo propagandistico che si sta profilando per i 5
Stelle non cancella i dubbi sulle modalità di selezione del personale
politico interno al movimento. Nei comizi non parla Cancelleri. Non
sappiamo nulla del suo pensiero, di quel che intende fare. Non abbiamo
nemmeno mai udito la sua voce. Egli, come gli altri candidati, come
Pizzarotti, è un uomo qualsiasi,
perfettamente sostituibile. Cancelleri non ha mai avuto grandi
esperienze in politica. E’ diplomato. E’ un geometra, ex magazziniere (leggasi il suo curriculum).
Si descrive come un “cantante” che scrive “volentieri i suoi pezzi”. Il
suo massimo impegno politico è stato partecipare alle elezioni comunali
del 2009 e organizzare qualche comizio e qualche pubblico convegno
nella sua città, Caltanissetta. Ha avuto un ruolo nella formazione del
coordinamento regionale dei 5 Stelle. Un po’ poco per diventare
governatore con rango di ministro. Qualcuno obietterà che almeno è
incensurato. Ma è legittimo avere dubbi sulla sua cultura politica?
Basta esser incensurati per essere meritevoli?
Il dubbio si ingigantisce se si spostano i riflettori dalla persona
Cancelleri alle modalità di scelta del candidato. La discussione è stata
del tutto svolta nel chiuso del circuito delle assemblee dei 5 Stelle.
Dove è finito il criterio della massima partecipazione “dal basso”?
Cancelleri è stato scelto con un metodo che non è diverso da quello
seguito per l’indicazione di Crocetta o Musumeci. Guardate, il
meccanismo delle primarie, per quanto criticabile sia, è pur sempre il
metodo che consente la massima partecipazione possibile, anche fra
coloro i quali non sono annoverabili come iscritti. Il metodo seguito
dai 5 Stelle ha un grado di inclusività minimo. Se a questo aspetto
aggiungiamo che il personale politico selezionato non ha le skills
necessarie per sostenere un impegno tanto gravoso, come fare il
governatore della Sicilia, allora il quadro si fa preoccupante, in
special modo se dopo la traversata dello Stretto, il partito di Grillo
dovesse prefigurarsi come seconda forza dell’isola. Non sappiamo neanche
se Cancelleri abbia una cultura politica adeguata a fronteggiare, per
esempio, il potere mafioso, che è ben altro che organizzare convegni o
ronde per la difesa della magistratura. Significa rifiutare la minaccia,
significa selezionare e controllare il proprio entourage, i propri
deputati e il palazzo regionale dalla infiltrazione mafiosa.
I problemi sollevati dalla intervista fuori onda di Giovanni Favia a
Piazzapulita sono ben lungi dall’essere risolti. Favia è stato
marginalizzato, mentre le politiche 2013 si stanno avvicinando. Con i 5
Stelle prossimi a conquistare ben settanta-ottanta seggi alla Camera.
L’urgenza di istituire un metodo democratico convincente dovrebbe essere
l’occupazione di tutti i giorni di Grillo e dello staff. Che invece
organizzano teatrali e grottesche traversate a nuoto.
Fonte: Yes Political