lunedì 29 ottobre 2012

Ma Grillo si droga? (Cosa non si dice per prendere voti!)

Ma Grillo si droga?

“Vogliamo fare il 61 a 0 così come lo fece il centrodestra nel 2001″. “Quattromila giornalisti in mezzo alla strada? Una buona notizia”. “I carabinieri, la digos, la polizia, stanno tutti con noi”. “I politici sono come Willy il coyote, sono sospesi nel baratro e fanno finta che non ci sia il burrone. Guardano in alto e noi a dire ‘guarda giu’”. “Matteo Renzi spacca il partito, fa il partito di Berlusconi, la finta sinistra. E’ uno dell’apparato. Si sta svendendo la citta”.

A sentire il Beppe Grillo delle ultime due settimane c’è quasi da preoccuparsi. Cose del genere, infatti, non le avevamo sentite nemmeno da uno come Nichi Vendola. Il comico genovese corre per la Sicilia, urla, sbraita, rilascia interviste, accusa la politica di aver fallito, la stampa di aver rovinato l’informazione, lo Stato di aver sospeso la democrazia e i poteri forti di volerlo eliminare (ma conosce la storia di Michel Coluche? Si che la conosce, la citò in un’intervista a ‘La Stampa’ di 17 anni fa, ndr).

Dice cose strane Beppe. A tal punto che è quasi lecito chiedersi se non faccia usa di qualche sostanza psicotropa capace di fargli dire codeste corbellerie. Siamo sicuri di no. Siamo sicuri che Grillo sotto questo punto di vista sia una persona pulita, linda e immacolata. Anche perché a sessantadue anni suonati, pur volendo, il suo cuore non reggerebbe. E allora? E’ la droga dei voti, quella che, prima o poi, assumono tutti i politici che tastano un po’ di notorietà. Più ne prendi e più ne vuoi avere. E per non rinunciarvi saresti disposto a tutto. Anche a dire cose del genere.



Fonte: Il quintuplo

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Parla il candidato di Rivoluzione Siciliana

Cateno De Luca: "Grillo viene in Sicilia a fare il puparo"

 
cateno de luca
25 ottobre 2012 -  “Beppe Grillo è un puparo genovese. Viene ci piscia in testa e se ne va”. E’ questo il pensiero di Cateno De Luca, candidato alla presidenza della Regione di Rivoluzione Siciliana, sul leader del Movimento Cinque Stelle,
in questi giorni nell’Isola per sostenere la candidatura di Giancarlo Cancelleri. De Luca lo ha detto mentre manifestava davanti al palazzo ex Esa, sede presidenza della Regione a Catania, contro il governatore dimissionario Raffaele Lombardo.

La Sicilia non ti rimpiangerà“. E’ questo il messaggio che campeggiava stamattina sul primo striscione degli “scatenati” di De Luca. La carovana di Rivoluzione Siciliana, con alla testa De Luca in abito tipico siciliano, è partita stamattina, intorno alle 7, da piazza Duomo e ha visitato i mercati rionali del centro storico. Davanti al palazzo della Regione di Catania c’erano anche i forestali che manifestavano contro il governo Lombardo e che hanno accolto con calore la presenza di Cateno De Luca.

Fonte: Blog Sicilia

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Caro Beppe, ti piace vincere facile in Sicilia

L’altra sera, quei due disgraziati di Cruciani e Parenzo hanno fatto sentire un pezzo di un comizio di Beppe Grillo in Sicilia.
La frase detta era questa, che ho ritrovata citata in questo articolo.
Volevo dirvi una cosa sui forestali, che sono qua presenti in gran numero. Desidero dirvi che i forestali sono una risorsa veramente importante per una regione a forte rischio idrogeologico come la Sicilia. Perché di solito gli interventi vengono messi in atto solo dopo che i danni si sono già verificati, con le modalità dell’emergenza, mentre è sulla prevenzione che bisogna puntare. E i forestali sono la prevenzione.
Se uno vivesse sulla luna, potrebbe pensare che Beppe Grillo avesse ragione a difendere il ruolo dei forestali, in un paese come il nostro, così disastrato dal punto di vista idrogeologico.
Peccato che questa cosa qui la potrebbe pensare soltanto uno che vivesse sulla Luna, perché è noto come i forestali siciliani siano uno dei più clamorosi esempi di sperpero del denaro pubblico.
Li chiamiamo forestali, ma non sono militari in forza al corpo delle Guardie Forestali, bensì delle “guardie boschive o campestri” pagate dalla Regione Sicilia o dai Comuni per controllare il territorio.
Il posto di forestale è stato utilizzato come rimedio miope e sciocco alla disoccupazione e come metodo di scambio elettorale.
Basta dare un’occhiata ai numeri per avere un’idea di cosa stiamo parlando.
Per capirsi, la Sicilia ha 27.000 forestali.
Il Piemonte ne ha meno di 400, la Liguria 280.
Il paese di Pioppo, in provincia di Palermo, ha duemilatrecento abitanti e 383 forestali, praticamente quanto tutta le Regione Piemonte.
Ecco, andare in Sicilia e dire che è giusto avere così tanti forestali, è una cosa da pavidi, da chi cerca soltanto il consenso elettorale.
E’ una roba che potrebbe dire un politico di professione, non un comico che vuole rivoluzionare l’Italia.

Luca

Fonte: Luca Cicca

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Il colonizzatore nordico e la mafia che non c'è

Ecco lo ha rifatto. Ad aprile, quand'è venuto a Palermo per le amministrative di maggio, aveva detto che la mafia non strangola le sue vittime; oggi, ancora in Sicilia per le regionali, Beppe Grillo ha detto che in Sicilia la mafia non c'è più. Allora, ascoltami bene, Beppe Grillo: puoi venire a dire tutte le stronzate che vuoi nei tuoi spettacoli da saltimbanco miliardario, ma non ti permettere di venirci a raccontare che la mafia non strangola o che non c'è più. Non si scherza con le cose serie e questa è una cosa serissima. Anzi, è tragica.

 Vallo a dire in faccia, se hai coraggio, ai parenti di Giuseppe Di Matteo, sciolto nell'acido a 11 anni; vallo a dire in faccia, se hai coraggio, ai parenti di Graziella Campagna, uccisa a 17 anni per avere scoperto casualmente l'identità di Gerlando Alberti junior; vallo a dire in faccia, se hai coraggio, ai parenti di quei quattro bambini uccisi per avere scippato la madre di Nitto Santapaola; vienilo a dire in faccia, se hai coraggio, a noi tutti, parenti di bambini, ragazzi, giovani uomini e giovani donne potenzialmente uccisi dalla mafia e dai politici collusi con la mafia che negano loro il lavoro, un ambiente pulito, la salute; vallo a dire in faccia, se hai coraggio, a tutti quelli che non fanno in tempo ad aprire un negozio che subito si trovano dietro la porta gli esattori del racket delle estorsioni. 

 E dopo che tutti questi ti avranno fatto rifare a nuoto a calci in culo il percorso inverso, tornatene a casa tua e, invece di venire a farci le tue lezioncine da colonizzatore nordico, comprati un po' di libri e mettiti a studiare prima di parlare di una realtà complessa come quella siciliana. Scoprirai, per esempio, che per decenni, forse per secoli, i mafiosi (e i politici collusi) hanno negato l'esistenza della mafia. Però, grazie a ciò, hanno governato per almeno un cinquantennio. Non sarà che vuoi seguire la loro stessa strada? 

Fonte: Patrizia Maltese 

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Inferno carceri e Grillo chiama Beauty Farm

 
19-10-2012
 
Proprio nei giorni in cui Beppe Grillo paragonava le nostre galere a delle "beauty farm", nelle quali Totò Cuffaro e Lele Mora hanno potuto perdere peso a spese dei contribuenti, dietro le sbarre di questi esclusivi centri benessere si ammazzavano almeno altri quattro detenuti.
Il primo a Belluno, dove Mounir Bachtragga, tunisino di 23 anni, era stato da poco trasferito. Non è stato semplice conoscere il suo nome, del resto è già tanto che si sia venuto a sapere del suo decesso, visto che ci son voluti quattro giorni perché la notizia trapelasse dalle fitte maglie del silenzio che avvolge la vita e la morte in carcere.
Nel primo pomeriggio, approfittando dell'assenza dei compagni, ha preso la cintura dell'accappatoio (qualcuno dica a Grillo che i detenuti non lo usano dopo l'hammam ma per la doccia, che in molti casi fanno fredda e nemmeno tutti i giorni) l'ha fissata alle grate e si è impiccato. L'allarme è scattato quando era ormai troppo tardi e il medico non ha potuto far altro che dichiararlo morto. La notte successiva ci ha provato il compagno di cella, anch'egli di origini maghrebine, fortunatamente però nel suo caso gli agenti di polizia sono riusciti a intervenire e a salvargli la vita.

Così non è stato per un altro tunisino di 31 anni, recluso nel carcere di Busto Arsizio, del quale non conosciamo ancora l'identità ma tutti i dettagli della sua morte. Perfino i più macabri, come quello del collo spezzato con tanta violenza da lasciarlo quasi decapitato. Accade così quando la corda è troppo lunga. E accade anche che quando un detenuto - depresso come lui, imbottito di farmaci e con atteggiamenti autolesionisti - ripete per giorni di volersi uccidere, prima o poi ci provi. Ed è molto probabile che ci riesca, in una struttura dove 432 persone si dividono spazi sufficienti per appena 167 e i poliziotti sono uomini e non supereroi. Sarebbe tornato in libertà a giugno prossimo. Mentre Pietro Carlo Raciti, 60 enne originario di Siracusa che si è ammazzato 24 ore dopo nel carcere di Carinola, aveva da scontare un ergastolo (la pena che secondo Beppe Grillo servirebbe a Fiorito per dimagrire). Antonio Sorrentino di anni ne aveva 26 e si è tolto la vita nel reparto "Avellino" di Poggioreale: la "beauty farm" più grande e più affollata d'Europa.
Quattro suicidi in cella in soli dieci giorni. Mentre è imprecisato il numero di quelli che ci hanno provato. Forse delusi dai risultati della cura dimagrante.

*da “Gli Altri”
Ufficio stampa di Rita Bernardini e dei Radicali. Scrive per il giornale "Gli Altri".
 Fonte: Notizie Radicali

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“Se vi rimane un pizzico di dignità non votate il Movimento 5 Stelle”

 
“Sa qual’è la cosa più brutta? Inizio a pensare che, forse, gli italiani si meritino davvero tutto questo. E non solo i ladri come Fiorito, Lusi e Belsito, ma sopratutto ciò che verrà dopo. Si fidi, sarà molto peggio”. Il nostro Professore (colui che stila la nostra “Pagella Politica” ogni settimana, ndr) ci accoglie calorosamente nel suo ufficio a pomeriggio inoltrato. Fuori è quasi buio e i lavoratori italiani cominciano la discesa verso casa. Senza peli sulla lingua e con tanta sfrontatezza il Professore ci dice chiaro e tondo come stanno le cose, quale sarà il nostro destino se continueremo a percorrere questa strada.

Anzitutto cosa la preoccupa?
Nel paese sta nascendo un sentimento d’odio generale. Non è più un problema circoscritto ai politici ladri, alla casta che mantiene i privilegi, ai raccomandati che passano avanti. La gente, quella cosiddetta comune, inizia a odiarsi a vicenda. E questo non va bene. Siamo un paese civile, almeno per il momento. Anche se…

Anche se?
Anche se  la civiltà di un paese è commisurata all’onesta della sua classe politica.

Non faccia il grillino, però…
Assolutamente, lungi da me. E’ evidente, però, che se i pastori guidano male il gregge, i risultati non possono essere diversi. La classe politica per anni ha operato male. Non si è trattato solo dei quattro rubagalline che hanno fatto razzia di risorse destinate ad altri usi, ma di totale incompetenza dei nostri rappresentati. Abbiamo riempito, in maniera bipartisan, il Parlamento, i Consigli regionali, provinciali e comunali di incompetenti, gente che non aveva mai fatto politica, che ci ha messo mesi e mesi prima di capire i meccanismi di amministrazione. Non solo. Di questi circa la metà non ci ha nemmeno provato a capire, non ha studiato, insomma, per dirla come la Merkel, non ha fatto i compiti a casa.

Quindi hanno ragione Grillo e Renzi: spazziamo via l’intera classe politica.
No. Ecco vede, in questo caso parliamo di populismo, di sfruttamento della rabbia altrui, quella accumulata in questi anni da milioni di cittadini che hanno perso fiducia nelle Istituzioni. Sono dell’idea che non si debba fare di tutta l’erba un fascio. So che può sembrare una frase “slogan”, buttata lì per difendere l’indifendibile, ma le assicuro che non è così. Le faccio un esempio: se lei ha un cesto di mele e scopre che metà di queste sono marce cosa fa? Le butta tutte? La logica suggerirebbe una cernita approfondita per capire quali sono quelli di cui disfarsi e quali sono quelle da conservare. Così dovrebbe essere in politica. Il difficile è stabilire a chi affidare l’arduo compito.

Al popolo? Magari introducendo le preferenze…
I cittadini in questo momento non sarebbero capaci di scegliere in maniera sensata chi mandare via e chi no. In un contesto socio-economico come quello attuale vanno considerati alcuni fattori importanti. Un buon 80% degli italiani sono sfiduciati, delusi, convinti che non ci sia d’uscita. Così si fanno abbindolare dal primo che passa, dal primo che urla, che promette cose inattuabili, che parla per slogan e che nel concreto non ha nessuna ricetta per tutto ciò.

Ogni riferimento è puramente casuale?
Ovvio che no. Lo dico senza remore e senza paura. Mi riferisco a Beppe Grillo e ai 5 Stelle, i quali in questo momento rappresentano ciò che non serve all’Italia per uscire dalla crisi.  Così come Renzi, d’altronde. Ma lei si immagina questi in Parlamento? Ci vorranno 3 mesi prima che decideranno il capogruppo, altri 6 per capire come si presenta una proposta di legge, altri 9 per comprendere cos’è un emendamento. Il paese rimarrebbe bloccato. Senza contare che parleranno tutti come ‘Barbato’, sciorinando inutili tesi, umiliando l’Istituzione più importante della democrazia, mettendo in scena veri e propri show che non porteranno a nulla se non al caos.

Cosa fa mi difende i partiti? Gli Alfano, i Bersani o, ancora peggio, i Casini?
Io non difendo nemmeno questa gente. Loro sono corresponsabili del fallimento della classe politica di questo paese. Basti pensare che sono parte della cosiddetta ‘soluzione Grillo’. In soldoni senza di loro Grillo non sarebbe mai esistito.

Però da un male può nascere un bene. Così si dice…
Il bene nasce nel momento in cui c’è un pizzico di logica. Mi spiega dov’è la logica se ci si limita a dire che Alfano è un fantasma, Bersani un fassista e Renzi un invidioso? E il resto? E i 220 mila esodati? La disoccupazione all’11%? I privilegi degli invisibili?

Gli invisibili?
Si, quelli graziati dall’ondata di ignoranza secondo la quale, dimezzando gli stipendi dei Parlamentari, azzereremo il debito pubblico. Ma lei lo sa quanto guadagna il capo di Gabinetto di Nichi Vendola? Spari…

Non so…
Centoventimila euro l’anno. Considerando che Vendola si è ridotto lo stipendio di 50mila euro, si può dire che il suo capo di Gabinetto guadagna più di lui. Così è nei ministeri, nei dipartimenti di Palazzo Chigi, nei piani alti di Viale Mazzini. Ce la prendiamo con i politici, cosa che può essere giusta e comprensibile, per carità, ma non ci chiediamo quanto guadagneranno Fazio e Saviano al prossimo Festival di Sanremo. Le ricordo che quelli sono soldi nostri. Insomma, di casi ne potrei elencare mille.

Continui…
I giudici della Corte Costituzionale. Un’altra Casta intoccabile. Dov’è Grillo? Paura? Chissà

Soffrirà di cecità…politica naturalmente.
Mi sembra ovvio. Provi a leggere il suo programma elettorale. Sia quello a livello nazionale che quello in vista delle prossime regionali in Sicilia. Ha mai sentito parlare Cancellieri? Dice:”Vogliamo incrementare il turismo, creare lavoro, sconfiggere la mafia”. Si, bene, bei propositi. Ma come? Soluzioni? Progetti? Verba volant, scripta manent, dicevano i latini. Così come le capacità. Tutte da dimostrare. Non si può continuare a parlare per slogan.

E a livello nazionale?
Non ne parliamo guardi. Nel programma di Grillo non c’è un accenno alla disoccupazione crescente, alla crisi delle Pmi, alla politica estera che un ipotetico governo del M5S dovrà condurre. Non si parla di famiglie, di scuola, di anziani, di immigrazione. Sembra il programma di Heidi. Benissimo, diamo internet gratis ai cittadini e poi? Problema risolto? Ne dubito. Come abbasseranno il carico fiscale su famiglie e imprese? Come combatteranno la corruzione? E l’evasione fiscale?

Quindi la soluzione qual’è? 
La soluzione è nelle mani degli italiani. Se avranno un pizzico di dignità lasceranno perdere questo comico e le sue illusioni. Governare uno Stato non è come nei cartoni. Ci sono regole, tempistiche, equilibri da rispettare. Guardi Pizzarotti a Parma. Doveva fare la rivoluzione. Ci ha messo due mesi per fare la giunta e ha fatto due delibere: una sui circhi, l’altra sull’alcol. L’inceneritore lo ha bloccato, per sua fortuna, la magistratura, altrimenti sarebbe già fallito. Il vero fatto è che serve un segnale forte. Non votate Grillo, date una scossa ai partiti. Il cambiamento è possibile, ma non dalla sera alla mattina. Per fare la rivoluzione francese ci hanno messo dieci anni, mica due mesi e quattro show in piazza. Chi vi dice il contrario mente.

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Fonte: Il Quintuplo