Ma Grillo si droga?
“Vogliamo
fare il 61 a 0 così come lo fece il centrodestra nel 2001″.
“Quattromila giornalisti in mezzo alla strada? Una buona notizia”. “I
carabinieri, la digos, la polizia, stanno tutti con noi”. “I politici
sono come Willy il coyote, sono sospesi nel baratro e fanno finta che
non ci sia il burrone. Guardano in alto e noi a dire ‘guarda giu’”.
“Matteo Renzi spacca il partito, fa il partito di Berlusconi, la finta
sinistra. E’ uno dell’apparato. Si sta svendendo la citta”.
A
sentire il Beppe Grillo delle ultime due settimane c’è quasi da
preoccuparsi. Cose del genere, infatti, non le avevamo sentite nemmeno
da uno come Nichi Vendola. Il comico genovese corre per la Sicilia,
urla, sbraita, rilascia interviste, accusa la politica di aver fallito,
la stampa di aver rovinato l’informazione, lo Stato di aver sospeso la
democrazia e i poteri forti di volerlo eliminare (ma conosce la storia
di Michel Coluche? Si che la conosce, la citò in un’intervista a ‘La
Stampa’ di 17 anni fa, ndr).
Dice
cose strane Beppe. A tal punto che è quasi lecito chiedersi se non
faccia usa di qualche sostanza psicotropa capace di fargli dire codeste
corbellerie. Siamo sicuri di no. Siamo sicuri che Grillo sotto questo
punto di vista sia una persona pulita, linda e immacolata. Anche perché a
sessantadue anni suonati, pur volendo, il suo cuore non reggerebbe. E
allora? E’ la droga dei voti, quella che, prima o poi, assumono tutti i
politici che tastano un po’ di notorietà. Più ne prendi e più ne vuoi
avere. E per non rinunciarvi saresti disposto a tutto. Anche a dire cose
del genere.

Fonte: Il quintuplo
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Parla il candidato di Rivoluzione Siciliana
Cateno De Luca: "Grillo viene in Sicilia a fare il puparo"
di Redazione

25 ottobre 2012 - “Beppe Grillo è un puparo genovese. Viene ci piscia in testa e se ne va”. E’ questo il pensiero di Cateno De Luca, candidato alla presidenza della Regione di Rivoluzione Siciliana, sul
leader del Movimento Cinque Stelle,
in questi giorni nell’Isola per
sostenere la candidatura di Giancarlo Cancelleri. De Luca lo ha detto
mentre manifestava davanti al palazzo ex Esa, sede presidenza della
Regione a Catania, contro il governatore dimissionario Raffaele
Lombardo.
“La Sicilia non ti rimpiangerà“. E’ questo il messaggio che campeggiava stamattina sul primo striscione degli “scatenati” di De Luca. La
carovana di Rivoluzione Siciliana, con alla testa De Luca in abito
tipico siciliano, è partita stamattina, intorno alle 7, da piazza Duomo e
ha visitato i mercati rionali del centro storico. Davanti al palazzo
della Regione di Catania c’erano anche i forestali che manifestavano
contro il governo Lombardo e che hanno accolto con calore la presenza di
Cateno De Luca.
Fonte: Blog Sicilia
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Caro Beppe, ti piace vincere facile in Sicilia
L’altra sera, quei due disgraziati di Cruciani e Parenzo hanno fatto sentire un pezzo di un comizio di Beppe Grillo in Sicilia.
La frase detta era questa, che ho ritrovata citata in questo articolo.
La frase detta era questa, che ho ritrovata citata in questo articolo.
Volevo dirvi una cosa sui forestali, che sono qua presenti in gran numero. Desidero dirvi che i forestali sono una risorsa veramente importante per una regione a forte rischio idrogeologico come la Sicilia. Perché di solito gli interventi vengono messi in atto solo dopo che i danni si sono già verificati, con le modalità dell’emergenza, mentre è sulla prevenzione che bisogna puntare. E i forestali sono la prevenzione.
Se uno vivesse sulla luna, potrebbe pensare che Beppe Grillo avesse
ragione a difendere il ruolo dei forestali, in un paese come il nostro,
così disastrato dal punto di vista idrogeologico.
Peccato che questa cosa qui la potrebbe pensare soltanto uno che
vivesse sulla Luna, perché è noto come i forestali siciliani siano uno
dei più clamorosi esempi di sperpero del denaro pubblico.
Li chiamiamo forestali, ma non sono militari in forza al corpo delle Guardie Forestali, bensì delle “guardie boschive o campestri” pagate dalla Regione Sicilia o dai Comuni per controllare il territorio.
Il posto di forestale è stato utilizzato come rimedio miope e sciocco alla disoccupazione e come metodo di scambio elettorale.
Li chiamiamo forestali, ma non sono militari in forza al corpo delle Guardie Forestali, bensì delle “guardie boschive o campestri” pagate dalla Regione Sicilia o dai Comuni per controllare il territorio.
Il posto di forestale è stato utilizzato come rimedio miope e sciocco alla disoccupazione e come metodo di scambio elettorale.
Basta dare un’occhiata ai numeri per avere un’idea di cosa stiamo parlando.
Per capirsi, la Sicilia ha 27.000 forestali.
Il Piemonte ne ha meno di 400, la Liguria 280.
Il paese di Pioppo, in provincia di Palermo, ha duemilatrecento abitanti e 383 forestali, praticamente quanto tutta le Regione Piemonte.
Per capirsi, la Sicilia ha 27.000 forestali.
Il Piemonte ne ha meno di 400, la Liguria 280.
Il paese di Pioppo, in provincia di Palermo, ha duemilatrecento abitanti e 383 forestali, praticamente quanto tutta le Regione Piemonte.
Ecco, andare in Sicilia e dire che è giusto avere così tanti
forestali, è una cosa da pavidi, da chi cerca soltanto il consenso
elettorale.
E’ una roba che potrebbe dire un politico di professione, non un comico che vuole rivoluzionare l’Italia.
E’ una roba che potrebbe dire un politico di professione, non un comico che vuole rivoluzionare l’Italia.
Luca
Fonte: Luca Cicca
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Il colonizzatore nordico e la mafia che non c'è
Ecco lo ha rifatto. Ad aprile, quand'è venuto a Palermo per le
amministrative di maggio, aveva detto che la mafia non strangola le sue
vittime; oggi, ancora in Sicilia per le regionali, Beppe Grillo ha detto
che in Sicilia la mafia non c'è più.
Allora, ascoltami bene, Beppe Grillo: puoi venire a dire tutte le
stronzate che vuoi nei tuoi spettacoli da saltimbanco miliardario, ma
non ti permettere di venirci a raccontare che la mafia non strangola o
che non c'è più. Non si scherza con le cose serie e questa è una cosa
serissima. Anzi, è tragica.
Vallo a dire in faccia, se hai coraggio, ai parenti di Giuseppe Di
Matteo, sciolto nell'acido a 11 anni; vallo a dire in faccia, se hai
coraggio, ai parenti di Graziella Campagna, uccisa a 17 anni per avere
scoperto casualmente l'identità di Gerlando Alberti junior; vallo a dire
in faccia, se hai coraggio, ai parenti di quei quattro bambini uccisi
per avere scippato la madre di Nitto Santapaola; vienilo a dire in
faccia, se hai coraggio, a noi tutti, parenti di bambini, ragazzi,
giovani uomini e giovani donne potenzialmente uccisi dalla mafia e dai
politici collusi con la mafia che negano loro il lavoro, un ambiente
pulito, la salute; vallo a dire in faccia, se hai coraggio, a tutti
quelli che non fanno in tempo ad aprire un negozio che subito si trovano
dietro la porta gli esattori del racket delle estorsioni.
E dopo che tutti questi ti avranno fatto rifare a nuoto a calci in culo
il percorso inverso, tornatene a casa tua e, invece di venire a farci
le tue lezioncine da colonizzatore nordico, comprati un po' di libri e
mettiti a studiare prima di parlare di una realtà complessa come quella
siciliana. Scoprirai, per esempio, che per decenni, forse per secoli, i
mafiosi (e i politici collusi) hanno negato l'esistenza della mafia.
Però, grazie a ciò, hanno governato per almeno un cinquantennio. Non
sarà che vuoi seguire la loro stessa strada?
Fonte: Patrizia Maltese
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Inferno carceri e Grillo chiama Beauty Farm

19-10-2012
Proprio nei giorni in cui Beppe Grillo paragonava le nostre galere a
delle "beauty farm", nelle quali Totò Cuffaro e Lele Mora hanno potuto
perdere peso a spese dei contribuenti, dietro le sbarre di questi
esclusivi centri benessere si ammazzavano almeno altri quattro detenuti.
Il primo a Belluno, dove Mounir Bachtragga, tunisino di 23 anni, era
stato da poco trasferito. Non è stato semplice conoscere il suo nome,
del resto è già tanto che si sia venuto a sapere del suo decesso, visto
che ci son voluti quattro giorni perché la notizia trapelasse dalle
fitte maglie del silenzio che avvolge la vita e la morte in carcere.
Nel primo pomeriggio, approfittando dell'assenza dei compagni, ha
preso la cintura dell'accappatoio (qualcuno dica a Grillo che i detenuti
non lo usano dopo l'hammam ma per la doccia, che in molti casi fanno
fredda e nemmeno tutti i giorni) l'ha fissata alle grate e si è
impiccato. L'allarme è scattato quando era ormai troppo tardi e il
medico non ha potuto far altro che dichiararlo morto. La notte
successiva ci ha provato il compagno di cella, anch'egli di origini
maghrebine, fortunatamente però nel suo caso gli agenti di polizia sono
riusciti a intervenire e a salvargli la vita.
Così non è stato per un altro tunisino di 31 anni, recluso nel
carcere di Busto Arsizio, del quale non conosciamo ancora l'identità ma
tutti i dettagli della sua morte. Perfino i più macabri, come quello del
collo spezzato con tanta violenza da lasciarlo quasi decapitato. Accade
così quando la corda è troppo lunga. E accade anche che quando un
detenuto - depresso come lui, imbottito di farmaci e con atteggiamenti
autolesionisti - ripete per giorni di volersi uccidere, prima o poi ci
provi. Ed è molto probabile che ci riesca, in una struttura dove 432
persone si dividono spazi sufficienti per appena 167 e i poliziotti sono
uomini e non supereroi. Sarebbe tornato in libertà a giugno prossimo.
Mentre Pietro Carlo Raciti, 60 enne originario di Siracusa che si è
ammazzato 24 ore dopo nel carcere di Carinola, aveva da scontare un
ergastolo (la pena che secondo Beppe Grillo servirebbe a Fiorito per
dimagrire). Antonio Sorrentino di anni ne aveva 26 e si è tolto la vita
nel reparto "Avellino" di Poggioreale: la "beauty farm" più grande e più
affollata d'Europa.
Quattro suicidi in cella in soli dieci giorni. Mentre è imprecisato
il numero di quelli che ci hanno provato. Forse delusi dai risultati
della cura dimagrante.
*da “Gli Altri”

Ufficio stampa di Rita Bernardini e dei Radicali. Scrive per il giornale "Gli Altri".
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“Se vi rimane un pizzico di dignità non votate il Movimento 5 Stelle”
“Sa
qual’è la cosa più brutta? Inizio a pensare che, forse, gli italiani si
meritino davvero tutto questo. E non solo i ladri come Fiorito, Lusi e
Belsito, ma sopratutto ciò che verrà dopo. Si fidi, sarà molto peggio”.
Il nostro Professore (colui
che stila la nostra “Pagella Politica” ogni settimana, ndr) ci accoglie
calorosamente nel suo ufficio a pomeriggio inoltrato. Fuori è quasi
buio e i lavoratori italiani cominciano la discesa verso casa. Senza
peli sulla lingua e con tanta sfrontatezza il Professore ci dice chiaro e
tondo come stanno le cose, quale sarà il nostro destino se continueremo
a percorrere questa strada.
Anzitutto cosa la preoccupa?
Nel
paese sta nascendo un sentimento d’odio generale. Non è più un problema
circoscritto ai politici ladri, alla casta che mantiene i privilegi, ai
raccomandati che passano avanti. La gente, quella cosiddetta comune,
inizia a odiarsi a vicenda. E questo non va bene. Siamo un paese civile,
almeno per il momento. Anche se…
Anche se?
Anche se la civiltà di un paese è commisurata all’onesta della sua classe politica.
Non faccia il grillino, però…
Assolutamente,
lungi da me. E’ evidente, però, che se i pastori guidano male il
gregge, i risultati non possono essere diversi. La classe politica per
anni ha operato male. Non si è trattato solo dei quattro rubagalline che
hanno fatto razzia di risorse destinate ad altri usi, ma di totale
incompetenza dei nostri rappresentati. Abbiamo riempito, in maniera
bipartisan, il Parlamento, i Consigli regionali, provinciali e comunali
di incompetenti, gente che non aveva mai fatto politica, che ci ha messo
mesi e mesi prima di capire i meccanismi di amministrazione. Non solo.
Di questi circa la metà non ci ha nemmeno provato a capire, non ha
studiato, insomma, per dirla come la Merkel, non ha fatto i compiti a
casa.
Quindi hanno ragione Grillo e Renzi: spazziamo via l’intera classe politica.
No.
Ecco vede, in questo caso parliamo di populismo, di sfruttamento della
rabbia altrui, quella accumulata in questi anni da milioni di cittadini
che hanno perso fiducia nelle Istituzioni. Sono dell’idea che non si
debba fare di tutta l’erba un fascio. So che può sembrare una frase
“slogan”, buttata lì per difendere l’indifendibile, ma le assicuro che
non è così. Le faccio un esempio: se lei ha un cesto di mele e scopre
che metà di queste sono marce cosa fa? Le butta tutte? La logica
suggerirebbe una cernita approfondita per capire quali sono quelli di
cui disfarsi e quali sono quelle da conservare. Così dovrebbe essere in
politica. Il difficile è stabilire a chi affidare l’arduo compito.
Al popolo? Magari introducendo le preferenze…
I
cittadini in questo momento non sarebbero capaci di scegliere in
maniera sensata chi mandare via e chi no. In un contesto socio-economico
come quello attuale vanno considerati alcuni fattori importanti. Un
buon 80% degli italiani sono sfiduciati, delusi, convinti che non ci sia
d’uscita. Così si fanno abbindolare dal primo che passa, dal primo che
urla, che promette cose inattuabili, che parla per slogan e che nel
concreto non ha nessuna ricetta per tutto ciò.
Ogni riferimento è puramente casuale?
Ovvio
che no. Lo dico senza remore e senza paura. Mi riferisco a Beppe Grillo
e ai 5 Stelle, i quali in questo momento rappresentano ciò che non
serve all’Italia per uscire dalla crisi. Così come Renzi, d’altronde.
Ma lei si immagina questi in Parlamento? Ci vorranno 3 mesi prima che
decideranno il capogruppo, altri 6 per capire come si presenta una
proposta di legge, altri 9 per comprendere cos’è un emendamento. Il
paese rimarrebbe bloccato. Senza contare che parleranno tutti come
‘Barbato’, sciorinando inutili tesi, umiliando l’Istituzione più
importante della democrazia, mettendo in scena veri e propri show che
non porteranno a nulla se non al caos.
Cosa fa mi difende i partiti? Gli Alfano, i Bersani o, ancora peggio, i Casini?
Io
non difendo nemmeno questa gente. Loro sono corresponsabili del
fallimento della classe politica di questo paese. Basti pensare che sono
parte della cosiddetta ‘soluzione Grillo’. In soldoni senza di loro
Grillo non sarebbe mai esistito.
Però da un male può nascere un bene. Così si dice…
Il
bene nasce nel momento in cui c’è un pizzico di logica. Mi spiega dov’è
la logica se ci si limita a dire che Alfano è un fantasma, Bersani un
fassista e Renzi un invidioso? E il resto? E i 220 mila esodati? La
disoccupazione all’11%? I privilegi degli invisibili?
Gli invisibili?
Si,
quelli graziati dall’ondata di ignoranza secondo la quale, dimezzando
gli stipendi dei Parlamentari, azzereremo il debito pubblico. Ma lei lo
sa quanto guadagna il capo di Gabinetto di Nichi Vendola? Spari…
Non so…
Centoventimila
euro l’anno. Considerando che Vendola si è ridotto lo stipendio di
50mila euro, si può dire che il suo capo di Gabinetto guadagna più di
lui. Così è nei ministeri, nei dipartimenti di Palazzo Chigi, nei piani
alti di Viale Mazzini. Ce la prendiamo con i politici, cosa che può
essere giusta e comprensibile, per carità, ma non ci chiediamo quanto
guadagneranno Fazio e Saviano al prossimo Festival di Sanremo. Le
ricordo che quelli sono soldi nostri. Insomma, di casi ne potrei
elencare mille.
Continui…
I giudici della Corte Costituzionale. Un’altra Casta intoccabile. Dov’è Grillo? Paura? Chissà
Soffrirà di cecità…politica naturalmente.
Mi
sembra ovvio. Provi a leggere il suo programma elettorale. Sia quello a
livello nazionale che quello in vista delle prossime regionali in
Sicilia. Ha mai sentito parlare Cancellieri? Dice:”Vogliamo incrementare
il turismo, creare lavoro, sconfiggere la mafia”. Si, bene, bei
propositi. Ma come? Soluzioni? Progetti? Verba volant, scripta manent,
dicevano i latini. Così come le capacità. Tutte da dimostrare. Non si
può continuare a parlare per slogan.
E a livello nazionale?
Non
ne parliamo guardi. Nel programma di Grillo non c’è un accenno alla
disoccupazione crescente, alla crisi delle Pmi, alla politica estera che
un ipotetico governo del M5S dovrà condurre. Non si parla di famiglie,
di scuola, di anziani, di immigrazione. Sembra il programma di Heidi.
Benissimo, diamo internet gratis ai cittadini e poi? Problema risolto?
Ne dubito. Come abbasseranno il carico fiscale su famiglie e imprese?
Come combatteranno la corruzione? E l’evasione fiscale?
Quindi la soluzione qual’è?
La
soluzione è nelle mani degli italiani. Se avranno un pizzico di dignità
lasceranno perdere questo comico e le sue illusioni. Governare uno
Stato non è come nei cartoni. Ci sono regole, tempistiche, equilibri da
rispettare. Guardi Pizzarotti a Parma. Doveva fare la rivoluzione. Ci ha
messo due mesi per fare la giunta e ha fatto due delibere: una sui
circhi, l’altra sull’alcol. L’inceneritore lo ha bloccato, per sua
fortuna, la magistratura, altrimenti sarebbe già fallito. Il vero fatto è
che serve un segnale forte. Non votate Grillo, date una scossa ai
partiti. Il cambiamento è possibile, ma non dalla sera alla mattina. Per
fare la rivoluzione francese ci hanno messo dieci anni, mica due mesi e
quattro show in piazza. Chi vi dice il contrario mente.