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lunedì 22 ottobre 2012

Il commento punto per punto del programma del Movimento 5 Stelle per le elezioni siciliane.
Questa è la situazione nella quale si trova l'elettore siciliano “non schierato” chiamato al rinnovo dell'Assemblea Regione Siciliana
il prossimo 28 ottobre. Possiamo però provare a simulare esaminare la
praticabilità delle proposte programmatiche. Gli unici vincoli esterni
che dobbiamo dare al nostro modello sono due: il primo è quello della governabilità
(la proposta politica esaminata deve conquistare almeno il 51% dei
consensi); il secondo, non può essere modificata in meglio la situazione economica post-elezioni. Essendo
il nostro modello una rappresentazione semplificata della realtà, anche
i vincoli di quest'ultimo devono essere altrettanto semplici: non
devono prese in considerazione alleanze politiche “strane” tra forze
diverse. Inoltre, non dobbiamo inserire nel nostro modello variazioni
positive del quadro economico generale.
Discutendo nello specifico della Sicilia, il primo vincolo è più un augurio che una condizione. Il Governo Lombardo
è stato un fulgido esempio di “gattopardismo”. Riguardo al secondo
vincolo, non corriamo certo il rischio di “svilupparci”
all'improvviso. Poichè dobbiamo capire cosa c'è di nuovo in tavola, non
possiamo che analizzare la proposta politica del Movimento 5 Stelle Sicilia limitandoci al capitolo “sviluppo – economia” (leggi il programma)
Perché Grillo? Non sarà un furbesco tentativo di
portare l'acqua al tuo mulino? Domande legittime. Gli altri candidati e
rispettivi movimenti politici non sono nuovi, anzi. Abbiamo già avuto
modo di “sperimentare” sulla nostra pelle i loro “interessi” politici.
Non ci siamo fatti mancare niente: mafiosi, gattopardi e parassiti di ogni tipo. Purtroppo, li abbiamo portati noi siciliani al potere, nessuno li ha imposti.
I “grilli” della Sicilia non sono stati ancora studiati nel loro
habitat naturale. Perché analizzare solo le proposte economiche? Perchè
sarebbe assolutamente inutile continuare a pensare da "siciliani vecchia
maniera". L'economia dell'isola deve trovare a tutti i costi un modo
autonomo e sostenibile di svilupparsi.
Riduzione dei costi della macchina amministrativa
Ottimo. Superfluo ogni commento.
Adeguamento dell'organico
Come ridurre? Licenziamenti, trasferimenti o nuove assegnazioni? Il
programma non chiarisce. Sulla proposta poi di rimuovere i dirigenti e
funzionari incapaci di realizzare i “programmi politici” e sostituirli
con altri soggetti, bisogna chiarire a cosa si riferisce la locuzione
“programmi politici”. Non vorrei che per “politico” si intenda “del
partito”. Era da preferire, per evitare ambiguità, il termine “programma
amministrativo”.
Finalità sociale del lavoro pubblico
Banalità che poteva essere evitata.
Partecipazioni
Occore specificare come deve avvenire la “partecipazione diretta della
cittadinanza interessata”. Comitati dei cittadini? Referendum
consultivi? Referendum abrogativi?
Riforma delle società controllate e partecipate dalla Regione
Giusto. Ma restiamo nel campo delle affermazioni di principio. Non è
menzionata la possibilità di liquidare e sopprimire le società inutili.
Semplificazione burocratica
Affermazioni di principio e nessuna proposta concreta.
Utilizzo efficiente dei fondi nazionali e comunitari
Bene la costituzione di una task-force. Ma perché invece di cercare
all'esterno le competenze necessarie, non investire sulla formazione dei
dipendenti regionali?
Sviluppo economico locale
Da dove saranno recuperate le somme necessarie per la concessione di
microcrediti a tasso agevolato all'impreditoria privata? Non sarebbe più
corretto parlare di micro-imprenditoria? Non è opportuno finanziarie
anche il microcredito delle famiglie? L'aumento della produzione è una
conseguenza dell'aumento dei consumi, non il contrario.
Incentivare l'economia reale per aumentare l'occupazione nel settore dell'artigianto
Assolutamente da respingere la proposta di creare un ennesimo ente regionale.
Supporto alle piccole e medie imprese
Gli incentivi per assunzioni di nuovi dipendenti a tempo indeterminato
già esistono. Anche la proposta delle zone franche urbane non è una
novità. Con riguardo al carico fiscale, quali imposte di competenza
regionale ridurre? Accise, addizionali, IRAP? IRAP certo che no, in
quanto legata al deficit della sanità regionale.
Attrarre gli investimenti esteri che portano ricchezza reale
Si propone la riduzione del carico fiscale per gli IDE (investimento
diretto estero). Non spetta alla Sicilia decidere in tal senso, se non
limitatamente alle imposte e tasse di competenza regionale.
Realizzare alternative alla grande distribuzione organizzata
Si propone un nuovo marchio di qualità. Non sono già troppi?
Usare indicatori alternativi al PIL
Il termometro non cura la febbre!
Favore il rientro dei cervelli
Si propone la costituzione di un Trust (di quale diritto?) con i soldi
ricavati dalla cessione della partecipazione in Unicredit, che finanzi
le attività di ricerca pura e applicata. Non sarebbe più semplice dare
questi soldi alle esistenti università siciliane? Infine, quanto vale la
partecipazione a valori aggiornati in Unicredit?
A questo punto non mi resta che tirare le (mie) conclusioni: nella migliori delle ipotesi e con queste ipotesi di lavoro, il risultato non è pervenuto.
Fonte: Agoravox