venerdì 26 ottobre 2012

Grillo: "Chiudono 70 giornali finalmente una buona notizia" (Sicuro Sicuro?)

Grillo ci viene a dire che se chiudono 70 giornali è il trionfo della Democrazia.
Il governo Monti (quello a cui lui dice di essere contro) fa proprio quello che lui vorrebbe: taglia i fondi pubblici alla stampa. 
Che strana coincidenza di vedute e di azioni per due entità che si direbbero contrapposte!

Grillo si lamenta che siamo al 61° posto nella classifica mondiale della libertà di stampa, dice che la soluzione è chiudere i giornali. Certo, come no! Peccato che ora scenderemo ancora a posti più bassi grazie a queste chiusure!

Intanto Casaleggio gongola: aveva previsto che nel 2013 tutta l'informazione srabbe passata su "carta di plastica" ovvero tablet, smartphone, i-pad e kindle. Non vede l'ora di ripresentarsi alle aziende come il grande esperto che trasformerà l'informazione da analogica a digitale e riportare così la Casaleggio Associati a un bilancio attivo.

Poi ci sono gli adoratores del cazzaro. Questi credono che chiudendo i giornali e eliminando i fondi pubblici all'editoria avranno una stampa più affidabile e una migliore gestione del denaro pubblico. 

Gli stolti ancora non hanno capito che se prima c'era la possibilità di avere una stampa a livello nazionale realmente disinteressata e distaccata dalle grandi lobby attraverso l'utilizzo dei fondi statali, adesso avremo invece una stampa totalmente asservita ai grandi imprenditori e al loro denaro da cui d'ora in poi i pochi quotidiani rimasti ancora senza un De Benedetti o un Caltagirone alle spalle dipenderanno sempre e comunque per sopravvivere. 

Nella grande distribuzione non si avranno altre alternative. 
Diffidate dalle stupidaggini che vi ha detto il Fatto Quotidiano: non ci si finanzia solamente con il denaro speso dai lettori in edicola. 
Difatti lo stesso Fatto Quotidiano ha dovuto creare un capitale azionario, mettere in mezzo l'editore Chiare Lettere e fare lobbying allo scopo di vendere il più possibile libri e altri prodotti collegati a questa operazione editoriale.
Per non parlare delle tante generose offerte che riceveranno in privato e di cui non devono rendere conto a nessuno o delle pubblicità (come quella alla berlusconissima Striscia la Notizia) a cui devono necessariamente ricorrere per finanziarsi attraverso i privati.

Se poi qualcuno pensa a una migliore gestione del denaro pubblico a beneficio della popolazione, o a un taglio delle tasse grazie a un taglio dei fondi e quindi della spesa pubblica, se lo scordasse fin da subito.
L'esperienza insegna che o si cambia modo di governare, cioè si cambia la base ideologica su cui si compie l'azione di governo, o si continuerà per la strada attuale. Ossia: taglio della spesa pubblica a fronte di un aumento costante delle tasse.
Le tasse aumentano e contemporaneamente si distribuiscono sempre meno servizi, e quindi sempre meno denaro, a beneficio della popolazione. Per esempio scuola pubblica e sanità pubblica subiscono e subiranno sempre più tagli.
I tagli ai fondi pubblici all'editoria vanno inseriti in questo quadro e non decontestualizzati da questo disegno più grande.

Disegno più grande a cui evidentemente Grillo è favorevole e per cui lavora in tandem con governo, banche, lobby finanziarie e grande imprenditoria per fare in modo che il grosso della popolazione italiana riceve sempre meno welfare e meno tutele da parte dello Stato italiano.

Se lo faccia per incompetenza e ignoranza o per nascosta connivenza con questi nemici dei cittadini italiani, l'uno o l'altro motivo non può cambiare il giudizio negativo su Grillo e sulla sua propaganda distruttiva. Bisogna diffidare di Grillo, Casaleggio e del loro M5S.

Quella che loro chiamano Democrazia Diretta è in realtà la delega più totale, l'affidamento di tutto il potere, in mano a governo (controllato da chi?), banche, lobby finanziarie e grande imprenditoria.
Grillo e Casaleggio sono esperti di Neolingua orwelliana: chiamano democrazia la dittatura, a volte occulta, a volte esplicita, di un ristretto numero di persone. Questo si riflette nelle loro azioni, nel blog di Grillo, nei loro PS ai post sul blog, nella loro gestione del Movimento.

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Grillo: "Chiudono 70 giornali
finalmente una buona notizia"

Il leader del Movimento 5 stelle: "Finora sono stati finanziati dalle nostre tasse per raccontarci le loro balle virtuali"

 Grillo: "Chiudono 70 giornali finalmente una buona notizia" (agf)
 
ROMA - Beppe Grillo brinda alla prospettiva che una settantina di giornali possano chiudere per il taglio di fondi. "Finalmente una buona notizia - ha scritto sul suo blog il leader del Movimento 5 stelle -. Ogni tanto bisogna guardare il grande cielo azzurro e tirare il fiato. Settanta giornali rischiano di chiudere".
Grillo poi aggiunge: "Finora sono stati finanziati dalle nostre tasse per raccontarci le loro balle virtuali".

Il comico genovese attacca: "Franco Siddi, segretario generale della Federazione nazionale della stampa è preoccupato per il pluralismo dell'informazione, ma soprattutto per i soldi". Se non arriveranno, per molte testate l'unica strada sarà la chiusura. "Hip, hip, hurrà! Bye, bye giornali - conclude Grillo -, è stato bello, anche grazie a voi, arrivare sessantunesimi al mondo per la libertà di informazione".

 Siddi, a proposito di questa situazione, aveva detto: "Siamo a fine anno e non solo i finanziamenti pubblici all'editoria sono scesi da 114 milioni del 2011 a 60-70 del 2012, ma non si riesce neanche a capire con esattezza quale sarà l'ammontare". Le imprese "che stanno continuando a lavorare - aveva spiegato il segretario dell'Fnsi - stringendo i denti rischiano di arrivare a fine anno e scoprire che i fondi non saranno erogati. In quel caso l'unica strada sarà la chiusura".

"Le quattromila persone che rischiano il loro posto di lavoro ringraziano sentitamente Grillo per l'attenzione
e la solidarietà espressa". È la replica ironica di Fulvio Fammoni, presidente della fondazione Di Vittorio e componente del Comitato per la libertà e il diritto all'informazione. 

(24 ottobre 2012)

Fonte: Repubblica 

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La scommessa di Grillo


Beppe Grillo esulta. 70 giornali rischiano di chiudere, e per il capo politico dei 5 Stelle è finalmente una buona notizia.  Da titolare nel suo blog  con un simpatico bye bye giornali.

Si va dunque definendo l’idea di democrazia dell’ex comico. Niente politici, niente giornalisti, niente sindacati. Al posti dei politici, i cittadini. Al posto dei giornalisti, i cittadini. Al posto dei sindacati, i cittadini.

Ecco la scommessa di Grillo e di chi per lui. Trasformare l’insofferenza e della rabbia per la classe politica – in gran parte motivate –  in rabbia ed insofferenza per la democrazia.

Fine del principio di rappresentanza. Stop ai contropoteri. Annullamento delle mediazioni. Al loro posto, un sistema liquido e debole, affidato ad una  illusoria idea di partecipazione diretta veicolata dal web.

Votate per voi. Al resto, tutto il resto, ci pensiamo noi.

(24 ottobre 2012)

 Fonte: Marco Bracconi

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Siddi: ''E' l'anticamera dell'autoritarismo''

''Se fosse un medico invece di curare ammazzerebbe il paziente. In passato schemi come questi ci hanno portato a soluzioni autoritarie''. Il segretario della Fnsi risponde al leader del Movimento 5 Stelle che aveva detto: ''Chiudono 70 giornali, finalmente una buona notizia''



intervista a Franco Siddi 
di Silvia Garroni


Fonte: Repubblica 

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Beppe Grillo 451

ottobre 24, 2012


L’assunto di Grillo che esulta perché «70 giornali rischiano di chiudere» (chissà da dove avrà preso quel «70», dato che nel pezzo dell’Ansa linkato dal comico i giornali a rischio sono 90) è che l’informazione fatta con il finanziamento pubblico sia sempre e comunque disinformazione. A prenderla sul serio sarebbe un’ipotesi forte, che dunque andrebbe giustificata con argomenti – e prove – forti; che Grillo, naturalmente, omette, preferendo abbandonarsi a un «hip, hip hurrà!» che tanto ricorda le esclamazioni di giubilo dei paradossali pompieri di Fahrenheit 451 mentre bruciano i libri nel nome della libertà, della verità e della cultura.
Ma, a prenderla davvero sul serio, si scopre che quella di Grillo non è affatto un’ipotesi, ma un dogma. Non una frase che ammette verifica o smentita sperimentale, ma una generalizzazione vuota, che mette tutti sullo stesso piano: quelli che hanno usufruito e usufruiscono di denaro pubblico per fare cattiva informazione e quelli che li hanno usati per tutelare davvero il pluralismo informativo nel Paese e fare semplicemente – con umiltà e fatica – il proprio lavoro. Non si tratta di criticare Grillo per difendere il finanziamento pubblico ai giornali, dunque (per inciso, io sono contrario): si tratta di capire che l’uscita di Grillo non dice nulla sul dibattito sul finanziamento pubblico ai giornali perché, appunto, è una generalizzazione vuota, un dogma che – come tutti gli altri – sembra spiegare tutto e invece non spiega niente. I dogmi non sono argomenti.
Inutile poi chiedere a Grillo se sia altrettanto felice per i posti di lavoro bruciati nella eventuale chiusura di quei giornali: prima di tutto, perché lui risponde solamente ai suoi media, e questo blog – vista la quantità di domande lasciate senza risposta – di certo non lo è; in secondo luogo, perché una risposta dogmatica – priva di contenuto positivo, falsificabile – si trova sempre, come insegna Popper. Conoscendo l’ideologia di fondo del personaggio, molto probabilmente la risposta coinvolgerebbe tutta una serie di ragionamenti sul fatto che la Rete magicamente troverà lavoro nell’informazione agli sfrattati che meritano (e che saranno altrettanto miracolosamente più liberi), e condannerà a un altro lavoro (o finalmente a un lavoro, suggerisce Grillo nel post con il consueto rispetto per il prossimo) tutti gli altri. Con il risultato, paradossale, per cui sparendo i giornali l’informazione diventerebbe finalmente libera (e dunque si debba gioire di tale sparizione). Un’idea che, nella storia, è piaciuta solo ai dittatori, e non agli uomini liberi.
La domanda, semmai, va rivolta agli elettori e agli attivisti del MoVimento 5 Stelle che ancora si ostinano a non vederlo: quando vi deciderete a prendere coscienza che l’indifendibile è, appunto, indifendibile, anche se a difenderlo è Grillo?


Tra i commenti:

burropardo ha detto:
Aggiungo un altro punto.
Grillo spara ad alzo zero contro i finanziamenti pubblici ai quotidiani, bollati come organi di informazione falsa e di regime. In parte potrei essere d’accordo.
Mi domando come si faccia però al contempo a pretendere che i finanziamenti pubblici siano riservati alla rete.
Perché secondo il grillismo il soldo pubblico avrebbe il potere di corrompere la carta stampata ma non la rete?
Se Grillo vuol fare il liberista-libertario almeno abbia il coraggio di farlo sempre… ma forse si chiede troppo ai limiti del grillo-(non)pensiero.
Poi si potrebbe aprire una riflessione se si possa davvero magnificare come “libera” l’informazione che circola in rete, essendo quest’ultima in mano a soggetti privati, ed essendo assai difficile ritagliarsi spazi in rete senza alle spalle soggetti con una notevole capacità imprenditoriale (ad es. la Casaleggio Associati…).

Vero che i parametri per acquisire soldi pubblici erano molto larghi. Ma ricordiamoci di giornali come il Manifesto che da sempre fanno informazione di prima qualità, e che hanno costruito molte delle moderne vie di pensiero che salvano almeno in parte la vita culturale ed economica del paese.
In realtà, giornali come il Manifesto fanno servizio pubblico (infatti danno analisi valide e notizie molto interessanti, che raramente si trovano su altri giornali come La Stampa o il Cor. sera).
I giornali, quelli veri, fanno un servizio pubblico, senza di essi, vi sarà meno libertà.
Fare parametri più stretti e regole più chiare? Certo! Annullarli? Una barbarie.
Complimenti per il blog, comunque. Lo trovo molto interessante.


ilario86 ha detto:
Ma invece una riforma del finanziamento pubblico in cui si stabilisce che:

1 – Tutti i quotidiani che abbiano alle spalle gruppi editoriali,economici e che in qualsiasi modo possano disporre di capitali privati non possono usufruire del finanziamento pubblico in nessun modo (ci metterei anche i giornali di partito, ma è un punto un po’ più complesso che andrebbe integrato con un eventuale riforma del finanziamento ai partiti).

2 – Il finanziamento consiste di una cifra standard durante il primo anno di vita del giornale,che viene poi ricalcolata ogni anno e adeguata al numero di copie vendute,con eventuale cancellazione del sussidio se la tiratura scende sotto una determinata soglia.

???Nooo?Troppo complicato?
La verità è che ha ragione Alessandro Giglioli quando dice che i partiti ( ma più in generale direi il nostro paese) se lo meritano,Beppe Grillo.

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A Gela Beppe Grillo «disinfetta» i giornalisti

La campagna elettorale del comico in Sicilia da YouReporter - Corriere Tv



Fonte: Corriere

Commenti

Lettore_2689868 24 Ottobre 2012
grillo,non ha dato nessuna notizia,che a palermo e provincia non ci danno stipendi da mesi,noi dell ato raccolta dei rifiuti,tre mesi senza stipendio,mezzi senza gaslio,discarica che non ci fanno piu scaricare,e lui parla parla parla  
[Dei lavoratori non gli è mai importato davvero nulla. Di che stupirsi? 
Il problema del lavoro secondo Grillo e M5S? Soluzioni ZERO! ]

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Bye bye finanziamenti

Postato da il 24 ottobre 2012
I giornali stanno fallendo! Facciamo festa!
Finalmente questi sfornatori di bufale e falsità moriranno di fame! Quattromila posti di lavoro in meno per i parassiti! Questa è vera democrazia!

Libero mercato! I giornali devono potersi finanziare da soli con le proprie vendite!
E’ giusto, ed è un paradigma del liberismo: niente aiuti di Stato e massima concorrenza. I giornali che offriranno un buon servizio verranno comprati, gli altri falliranno.

Non c’è altra soluzione: se utilizziamo i finanziamenti pubblici all’editoria nutriremo schiere di parassiti disinformatori, schiavi della politica, alla cui mammella ingrassano!
E allora avanti con la democrazia e la moralizzazione del paese! E a chi non ci sta, olio di ricino!

Viva Beppe! Viva il Du…

Ehm… scusate, mi son fatto prendere dalla foga.

Però dovete capirmi: questo meraviglioso post, pinnacolo del pensiero democratico di Peppe Crillo, mi ha seriamente entusiasmato.

Mi ha entusiasmato perchè mi sono fatto prendere dall’immaginazione e ho sognato un mondo diverso, più libero, il nostro futuro in cui Peppe ci condurrà per mano!

Un futuro libero, senza più aiuti di Stato e finanziamenti, solo il volere del popolo a regolare la società e a decidere chi merita e chi deve fallire.

Il primo passo sono i giornali, ma la stessa fine la devono fare i partiti: la politica spreca miliardi di fondi pubblici, ingrassa sulle nostre spalle, ruba il lavoro dei nostri figli!
E allora leviamogli il trogolo da sotto il grugno, basta finanziamenti pubblici alla politica!
Che i partiti si finanzino da soli, tramite le donazioni dei privati cittadini, come in America!

Lì sì che i presidenti sono veramente indipendenti, le multinazionali che finanziano le loro campagne elettorali lo fanno per il bene del paese, per l’amore della democrazia e non chiedono mai nulla in cambio.
E comunque noi siamo contro le multinazionali, infatti le vieteremo per decreto.
Ma perchè fermarsi qui?

Io, che ho una fervida fantasia da sognatore, sono andato oltre, ho esteso questa logica a tutto il resto del mondo e ho immaginato le scuole, le università, gli ospedali: quanti sprechi si annidano in questi ambienti!
E allora sono sicuro che seguendo la sua stessa logica, Peppe provvederà a levare loro i fondi pubblici!
Concorrenza! Basta scuole pubbliche, uffici pubblici, ospedali pubblici.

C’è troppo malaffare, troppa inefficienza, è il popolo che deve decidere!
Viva la rivoluzione! Dittatura del popolo!
Oh, mi è successo di nuovo.

Comunque, come dicevo, dobbiamo essere liberi di poter scegliere la scuola migliore e lasciar fallire le peggiori, di scegliere la clinica migliore e lasciar fallire le peggiori, di scegliere gli uffici migliori e lasciar fallire i peggiori.

Mi sembra giusto, se è così per i giornali, che sia così per tutti. Solo chi offre un servizio che piace ai cittadini potrà andare avanti, gli altri falliscano, vorrà dire che erano dei parassiti.

Ah, immaginate un mondo così?

Un mondo secondo la logica di Peppe Crillo, chi non ci vivrebbe?
I parassiti, ovviamente.

P.S.: è un post ironico ed esagerato, ovviamente. Vince un lecca-lecca il primo che posta una roba tipo “il MoVimento vuole la scuola pubblica”. Lo so già, grazie dell’informazione. Lo scopo era solo far vedere la contraddizione tra la logica folle verso partiti e giornali e la logica invece più ragionevole verso i servizi (per quanto piuttosto staccata dalla realtà, come abbiamo visto).
Se vi chiedete il perchè di questa contraddizione, è il solito populismo: non importa cosa dici, basta che la spari grossa e porti voti al tuo mulino.

P.P.S.: alle obiezioni del tipo “eh però i giornali fanno proprio schifo, allora dovremmo tenerceli così?”, la risposta è, ovviamente, come al solito, “si fa prima a riformare che a distruggere e rifare”. Che fa rima, quindi è vero per forza.

Fonte: Movimento dei caproni

Tra i commenti:

capraverde 3 days ago
A me la storia di togliere il finanziamento pubblico ai giornali fa venire l'orticaria. Purtroppo spesso si tirano in ballo giornali che sono organi di partito, e questo tipo di finanziamento appartiene al finanziamento alla politica, basti pensare che a Radio Radicale, anch'essa riceve finanziamenti pubblici per essere organo di un partito, ma non è un giornale. Togliere il finanziamento pubblico all'editoria significherebbe mettere in difficoltà gli organi di partito, ma soprattutto far chiudere quei giornali rivolti a minoranze (per esempio giornali altamente specialistici, giornali di enti di utilità sociale, giornali di minoranze linguistiche, ecc...) questo a mio avviso significa distruggere cultura. Ma forse Grillo e Casaleggio la pensano come Goering e Goebbels...
 
Massimo011 3 days ago parent
Correggo un'imprecisione importante:
Radio Radicale riceve i finanziamenti in quanto dà (da molti anni) un "servizio al pubblico"(per una sua parte di programmazione radiofonica,convenzionata) con le sedute del Parlamento,dei congressi di tutti i partiti e dei convegni più rilevanti.In pratica è stata(finora) riconosciuta una funzione di supporto all'informazione pubblica con un mezzo,nei fatti,privato.E' discutibile,ma non è un finanziamento "perché radio di partito". 
 
ConteZero76 3 days ago parent
Devo accodarmi.
Radio Radicale è una delle poche radio che realmente valga la pena sentire... ci trovi le discussioni delle leggi alle camere, i convegni dei partiti e tutta quella roba che normalmente alla radio passa solo come "riassunto".
Certo la programmazione è pesante ma nell'insieme s'impara moltissimo.
 
Thalon 3 days ago parent
Sul fatto che radio radicale offra un servizio di gran lunga superiore a quanto offre radio rai parlamento non ci piove, però come fa notare l'ex tesoriere radicale Danilo Quinto nel suo libro i soldi che piglia Pannella per quel servizio sono anche troppi rispetto a quanti ne servono, e a quanto ricordo io nonostante la cifra erogata sia notevole ogni tanto i giornalisti di radio radicale non mancano di scioperare vuoi per il misero stipendio che prendono, vuoi per il fatto che tale stipendio a volte tarda ad arrivare.
E' evidente che di quei soldi solo le briciole finiscono alla radio mentre il resto se lo piglia Pannella per il partito.
 
Capraverde 3 days ago parent
Attenzione Massimo, Radio Radicale percepisce sia un finanziamento per la trasmissione delle sedute parlamentari sia un contributo come organo di partito. Poi sono d'accordo che Radio Radicale offra un buon servizio, non discutevo di questo. Il punto è che i contributi all'editoria sono diversi dai contributi alle testate organo di partito. Molti giornali sommano entrambe le cose. Personalmente potrei anche essere d'accordo sul togliere il contributo agli organi di partito ma non quello all'editoria. Tutto questo per precisare che la battagli di Grillo contro l'editoria viene spesso confusa con la battaglia contro gli organi di partito, ma non è così.
 
Massimo011 3 days ago parent
Hai ragione.C'è una parte,credo prevalente, per le trasmissioni "in convenzione" e una per la radio in quanto appartenente ad un organo di partito
 
Capraverde 2 days ago parent
Massimo011: Se ricordo bene dovrebbero essere 8 MLN per la parte in convenzione e 4 MLN per essere l'organo ufficiale della Lista Pannella. Questi dati li avevo sentiti proprio su Radio Radicale una sera che spiegavano la natura del loro finanziamento pubblico.
 
DemocraticoNonDiretto 2 days ago parent
O forse Goering e Goebbels erano grasso che cola, rispetto a Grillo e Casaleggio... Incitare a eliminare i costi della democrazia (che costa!), e non i suoi eventuali sperperi, equivale a incitare all'eliminazione della democrazia stessa. E qualcuno spieghi all'intrattenitore genovese che i grandi gruppi editoriali non chiuderanno mai, anche se ci dovessero rimettere; perché appartengono tutti alla grande imprenditoria e alle banche, che controllando i giornali proteggono e promuovono i propri affari. Che si deve dire? Un movimento qualunquista capeggiato da un ricco ragioniere e composto da (suoi) camerieri, queste cose mi sa che non le può capire.
 
Antonio Inoki 3 days ago
Un futuro libero, senza più aiuti di Stato e finanziamenti, solo il volere del popolo a regolare la società e a decidere chi merita e chi deve fallire.
Se fosse passato questo principio, non dico durante il fascismo, ma anche solo in pieno berlusconismo qualche anno fa...
 
CaproneUno 3 days ago
Nessuno che si pone la domanda giusta: perchè ci sono i finanziamenti ai giornali? Oppure: perchè solo ai giornali trascurando le piccole e medie imprese? Oppure: perchè non erogano finanziamenti ogni anno alle ditte a conduzione famigliare che hanno un reddito basso? Se voglio fare lo stronzo, la domanda potrebbe essere estesa: perchè non erogano un finanziamento a ogni cittadino italiano con reddito basso e ai pensionati?
Senza entrare nello specifico di un esempio domanda sopra citata. Mi chiedo, è credo sia normale chiedersi perchè una testata giornalistica debba prendere dei soldi ogni anno a prescindere dal guadagno? Ho forse fatto una domanda stupida? Conosco una ditta a conduzione famigliare: padre, moglie, figlio e un operaio. L'operaio fa due ore al giorno di straordinario (quando capita), mentre padre, moglie e figlio iniziano alle 07:00 del mattino e vanno via alle 20:30 di sera tutti i giorni tranne la domenica. Lavorano giorni festivi. Non sono ricchi, sbarcano l'unario, o meglio, cercano di tenere la ditta in piedi ancora prima che ci fosse la crisi economica. Lo stato, i finanziamenti alla ditta di cui ho parlato non ha mai dato un finanziamento. Non ha mai dato 1000 euro di bonus da scalare nelle tasse. Insomma, se ne frega altamente dei deboli. Però, guarda caso, ai giornali c'è tutto sto casino di finanziamenti e noi, poveri cretini, facciamo il loro gioco a discutere: si è meglio darli perchè la cultura e la conoscenza, quindi l'informazione viene estesa nel Paese oppure no, perchè sono soldi dei contribuenti...
Chi ha stabilito cosa! Questo è il punto.
Beppe Grillo mi sta sul cazzo quando non riesce ad isprimersi culturalmente, ma ragaaaaaa, io non guardo il messaggero, guardo il messoggio (o se vuoi ascolto il messaggio e me ne frego del messaggero). Chi voto io? Non ho idea al momento e non saprei nemmeno dirti se andrò a farlo. Però che sia ben chiaro una cosa: tira fuori la paglia dal sedere e incomincia a fare qualcosa.
Io ringrazio sempre Internet, perchè ormai da molti anni è la mia spugna di informazione. Non guardo la TV perchè mi fa letteralmente vomitare. Nel web hai un quadro generale a 360 Gradi del mondo dell'informazione: più o meno anche in rete girano portali scadenti.
Il nocciolo rimane lo stesso: perchè sono sempre i pochi a decidere per i molti?
Nessuno ti ha chiesto di votare per entrare nell'euro. Nessuno ti ha chiesto quanto un parlamentare, presidente della repubblica deve percepire di stipendio. Nessuno ti ha chiesto di votare se fare la TAV. Nessuno ti ha chiesto se è giusto fare il ponte sullo stretto. Nessuno ti ha chiesto se è giusto spendere miliardi per 6 aerei. Nessuno ti ha chiesto se è giusto aumentare gli anni di studio. Nessuno ti ha chiesto se è giusto andare in pensione a 65 anni di età. Nessuno ti ha chiesto se è giusto fare uscire un pedofilo di prigione dopo 4 anni. Nessuno ti ha chiesto se è giusto che un reato cada in prescrizione dopo tot. Nessuno, insomma, ti chiede di votare su cose reali che ti toccano ogni giorno. Ti chiedono sempre ogni anno le stesse cose: faccio meglio di lui e di loro, Votami!! (ogni anno ma si fa per dire).
In svizzera, quando si prendono decisioni importanti è sempre chiamato al voto il cittadino. Questo fa riflettere cosa sia la libertà e cosa dovrebbe essere la Democrazia.
Spero si sia capito in qualche modo il mio punto di vista. Ogni politica fa e farà sempre i porci comodi che si chiami Grillo, Berlusconi, Renzi o la Fata Turchina non fa alcuna differenza. Le proproste devono pervenire dal basso e non bisogna aspettare che siano altri a decidere per noi. Le proposte costruttive devono partire dal basso e non da quelli che percepiscono i soldi dalle nostre tasse.
Abbiamo internet che è una manna dal cielo. Usiamo questo strumento per fare quello che normalmente farebbe uno solo genio: l'intelligenza collettiva.
 
Capraverde 3 days ago parent
Ci sono due tipi di contributi ai giornali, quelli agli organi di partito e quelli all'editoria. Lo scopo di questi ultimi è quello di garantire la pluralità di informazione, garantire il rispetto di minoranze e promuovere la cultura. Infatti sono previsti contributi per i giornali di associazioni, fondazioni e enti morali non a fine di lucro e per i giornali di minoranze linguistiche (francese, tedesca e ladina).
Ovviamente da buon grillino per te l'unico modo di informarti è internet, peccato che internet contenga molte cretinate (un esempio su tutti biowashball, scie chimiche, ecc...) quindi la presunta superiorità di internet è appunto solo presunta.
Il punto è dare delle priorità, è giusto che si preservi la lingua ladina, oppure che si diano 3 euro a ogni italiano? Perchè di questo parliamo, abolizione in toto dei contributi all'editoria significherebbe un risparmio di 3€ per ogni italiano, credi davvero che questo importo possa cambiare la vita?
Il principio delle tasse è proprio questo, ognuno di noi versa una parte del suo guadagno, in relazione alle proprie possibilità e votando decide chi sarà che amministra questi fondi. Pretendere di voler gestire la nazione a colpi di votazioni continue (reali o on line) è da illusi o ignoranti. Lo stesso parlamento non è fatto da tecnici, per questo esistono le commissioni parlamentari, normalmente si tratta di politici con esperienza sull'argomento che devono presentare una relazione per spiegarla al parlamento stesso, in modo che venga presa una decisione. Ti sembra fattibile organizzare delle commissioni che possano spiegare tutto a tutti gli italiani?
Esempio Svizzera, definisci quali sarebbero le cose importanti? Comunque ti ricordo che anche in Italia è possibile abrogare una legge tramite referendum popolare, oppure presentarne una tramite proposta popolare. Se poi le firme per il referendum vengono raccolte in modo non conforme con la legge oppure quando si è chiamati a spiegare la proposta di legge si organizza uno spettacolo insultando la commissione tenuta a discutere della legge e non si risponde alle domande, cosa si pretende?
Per quanto riguarda le proposte dal basso sono d'accordo, molti partiti utilizzano i propri sostenitori per stendere il programma elettorale, più dal basso di così cosa si pretende? Il M5S ha un programma che per metà è irrealizzabile o privo di senso, per un quarto riguarda cose già in essere e per il restante potrebbe essere quasi condivisibile. Eppure il suo programma è stato creato "dal basso" e su internet.
 
Capro Espiatorio 3 days ago parent
Capraverde ancora con questa storia della tutela dei piccoli editori ? E' un falso! Cosi' come e' un falso che esistono solo due tipi di finanziamento: http://www.governo.it/DIE/doss...
Spiegami perche' i contribuenti hanno pagato per mantenere L'Avanti (con truffa inclusa), il Romanista, e testate di editori ricchissimi (Il Foglio, Il Giornale) o di partiti gia' abbondantemente finanziati (Padania, Unita' etc.) e cifre superiori al milione di euro per un pulviscolo di testate improbabili. Non tutte lo sono, ma ci sono tantissime clientele li'. In tutta europa e' in ridiscussione il meccanismo dei sussidi... viene criticato anche in Svezia dove effettivamente ha funzionato. Poi questa storia dei 3€ a contribuente e' un falso bello e buono. Con 150 milioni di euro potresti portare avanti migliaia di progetti veramente meritevoli.
 
Capraverde 2 days ago parent
Caro Capro Espiatorio, hai letto il link che hai postato? Cito testualmente:
3- Contributi per quotidiani editi e diffusi all'estero (Art. 3 comma 2 ter Legge 250/1990) ..
http://www.governo.it/DIE/doss...
4 - Contributi per quotidiani editi in lingua francese, ladina, slovena e tedesca nelle Regioni autonome Valle D'Aosta, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige (Art. 3 comma 2 ter Legge 250/1990)
http://www.governo.it/DIE/doss...
5- Contributi per periodici editi da cooperative di giornalisti(Art. 3 comma 2 quater Legge 250/1990)
http://www.governo.it/DIE/doss...
8- Contributi alle imprese editrici di periodici che risultino esercitate da cooperative, fondazioni o enti morali ovvero da società la maggioranza del capitale sociale delle quali sia detenuta da cooperative, fondazioni o enti morali, che non abbiano scopo di lucro (art. 3 comma 3 legge 250/1990)
http://www.governo.it/DIE/doss...
L'unica casa editrice di grandi dimensioni che ho trovato in questi elenchi è "Edizioni San Paolo". Tu sei per l'eliminazione totale dei contributi all'editoria, io ritengo che siano sacrosanti. Certo che sono d'accordo sul fatto di una razionalizzazione maggiore di questi contributi, non so quali testate meritino effettivamente il contributo e quali no. Ma sicuramente non concordo sull'eliminazione totale dei contributi, come ho già detto molti di quei circa 170 giornali degli elenchi sopracitati non riuscirebbero ad andare avanti. Ci sono delle cliente? Probabile, come in tutti i finanziamenti pubblici, ma questo è un altro problema, l'eliminazione del clientelismo e non riguarda certo solo i contributi all'editoria, ma tutti i settori (pubblici e spesso anche privati) italiani.
Il discorso dei 3€ a cittadino non è un falso è una semplificazione di quanto questi contributi costino a ogni persona, 150MLN diviso 50MLN di cittadini fa appunto 3€ a persona. Era un modo per far capire che tagliare i contributi all'editoria di certo non rende più ricco ogni singolo cittadino.
Dovresti leggere con più attenzione quello che gli altri scrivono, magari anche i link che posti tu stesso, a volte dai l'impressione di non sapere cosa hai postato.
 
Capro Espiatorio 2 days ago parent
Capraverde, Io non sono per l'eliminazione totale dei contributi all'editoria - come scritto sopra. Sono per una riforma, ma radicale. Perche' difendere l'attuale sistema significa difendere l'indifendibile.


Hai omesso dai link riportati tutte le testate politiche, (a cui io mi riferivo principalmente parlando di editori piu' grandi)... Scusa li' sono i problemi quantitativamente piu' significativi, con gli editori maggiori - perche' di editori si tratta.


Parlando delle minitestate dell'isola che non c'e', spiegami perche' trattandosi di aiuti diretti (quindi selettivi), alcuni editori devono essere aiutati e altri no... Chi e' che lo decide? Perche' non c'e' trasparenza per cui alla fine non si sa a chi veramente vanno a finire i soldi? E' impossibile tracciare il reale beneficiario. Non si riesce nemmeno a capire chi siano queste minuscole e improbabili testate che usufruiscono di cifre anche a sei zeri... ma hai scorso quell'elenco (e per il 2011 e' piu' o meno la stessa cosa)?


Il problema non sono gli aiuti "in se"... ma gli aiuti per come sono strutturati in Italia. E sono marci... a dire poco. L'evidenza e' schiacciante. Poi sul tipo di riforma si puo' discutere... ma non vedere che fiumi di denaro sono utilizzati per scopi opachi e' davvero chiudersi gli occhi.
 
Capraverde 2 days ago parent
Capro Espiatorio: Riforma è diverso da abolizione, che esattamente quello di cui parla Grillo. Sul discorso che gli organi di partito ricevano troppi finanziamenti questo è un discorso su cui si può discutere che il finanziamento all'editoria sia sbagliato è tutto un altro discorso, peccato che Grillo non distingua assolutamente i due casi.
Da un conto veloce circa 40MLN sono elargiti agli organi di partito, i restanti alle altre varie categorie. Le testate, nell'elenco che ho stilato che incassano cifre superiori al milione (i famosi sei zeri) sono 6 su 170, con questo non voglio difendere "Dolomiten" o "Il Corriere Canadese" dico solo che togliere il finanziamento al giornale degli italiani in Canada e al ceppo linguistico tedesco del Sud Tirolo è una cosa che eviterei perchè sono entrambi modi di tenere viva una cultura. Ci sono testate che incassano 2700€ e la maggioranza è sotto i 100000€ chiaro che non posso sapere se si tratti sempre e comunque di soldi spesi bene. Il fatto di non riuscire a sapere chi sono i beneficiari è una bufala bella e buona, c'è sia il nome dell'editore che il nome del giornale, non ci vuole molto a informarsi.
Io non vedo nessuna evidenza di marciume negli aiuti, questa è una tua conclusione basata su preconcetti. Dimmi quali sarebbero gli scopi opachi del preservare la pluralità di stampa e le minoranze (per esempio il giornale dei Buddisti o quello degli Avventisti, giusto per non citare sempre minoranze linguistiche)? Le regole ci sono e si possono migliorare, nulla è perfetto ma Grillo/Casaleggio parlano di eliminazione, non di miglioramento.
 
Capro Espiatorio 2 days ago parent
Capraverde, tu parli di un principio astratto condivisibile. Ma nella pratica gli aiuti diretti hanno contribuito non solo a tenere in vita alcune iniziative meritevoli (pero' incapaci di trovare un modello d'impresa sostenibile autonomamente), ma anche molte clientele abili ad intessere relazioni politiche e ad intercettare i fondi (guarda il caso dell'Avanti, con truffa inclusa).

Non significa niente che ci sia il nome della testata, non significa affatto trasparenza, quella e' una bufala. Cito Guido Scorza, perche' qui condivido la sua posizione:


Sono contributi e finanziamenti dei quali, peraltro, si fa fatica a
seguire le tracce fino ai reali beneficiari: i soci degli editori e,
spesso, delle cooperative giornalistiche che si nascondono dietro ai nomi delle società editrici. Basterebbe integrare le tabelle rese disponibili dal dipartimento dell’Editoria con i dati relativi alla titolarità di quote e azioni delle società e cooperative che beneficiano dei contributi o, ancora più semplicemente, con un link alla scheda di ogni editore contenuta nel Registro unico degli operatori di comunicazione tenuto dall’Autorità Garante per le comunicazionie. essuno, tuttavia, ha voglia e interesse a rendere accessibili questo
genere di dati e, d’altra parte, la stessa Autorità Garante consente –
peraltro solo da pochi mesi – di accedere al registro degli operatori di
comunicazione, unicamente per sapere se un editore vi è iscritto oppure
no, ma non permette – con decisione di dubbia opportunità – l’accesso
ad altre aree del registro relative, appunto, alla titolarità delle
quote degli editori di giornali."

Io penso che l'attuale sistema penalizza gravemente la nascita di nuovi modelli d'impresa sostenibili per i media (tra l'altro lavoro in questo settore), e trovo l'attuale modello dei sussidi "novecentesco", e non piu' accettabile al giorno d'oggi. Tra l'abolizione dei sussidi e l'assenza di qualsiasi riforma profonda (dato che nessuna forza si fa veramente promotrice di una riforma in tal senso), scelgo tranquillamente l'abolizione.


Ciao, grazie della bella discussione (i toni ruvidi gli danno un po di tono, ma ovviamente rispetto la tua posizione). Se posti ancora ti rispondo piu' tardi, ciao!

PS:

http://www.governo.it/DIE/doss...
solo tra le cooperative di giornalisti sono 14 quelle a sei zeri.
 
Capraverde a day ago parent
Capro Espiatorio
Alla fine siamo d'accordo, si tratta di riformare un sistema non di distruggerlo. Grillo non ha mai detto che il sistema vada riformato ma che va cancellato. Poi possiamo discutere una vita su come vada riformato e sul discorso trasparenza.
Personalmente ritengo la storia di rendere i dati sulla proprietà dei giornali che ricevono i finanziamenti una cretinata, con una visura si possono trovare tutti i dati che si vogliono e comunque quando si parla di ONLUS non esiste un proprietario, così come quando si parla di cooperative sappiamo benissimo che possono entrare e uscire continuamente dei giornalisti.
A mio avviso la differenza sui nostri punti di vista è che alcuni giornali, legati alla politica, ricevano contributi non proprio meritatamente (per esempio giornali che risultino organi di partito ma appartengono a privati). In quel caso concordo con te, ma non mi piace fare di tutta l'erba un fascio andando a distruggere anche quello di buono che c'è.
Il sospetto che ho è che Grillo/Casaleggio vedano la carta stampata come un competitor di internet e per questo aizzano l'odio contro di essa, ma ribadisco questa è una mia opinione.
Per quanto riguarda i toni ruvidi, spero che non sia un problema per te, comunque concordo è un piacere discutere assieme a te. Non certo come un gruppo facebook di un M5S locale in cui sono stato bannato per aver osato dire che il terremoto in Emilia non era stato causato dal fracking.
Grazie per avermelo fatto notare, avevo letto solo una pagina delle due.

Capro Espiatorio 15 hours ago parent
Capraverde, nessun problema con i toni ruvidi... anzi - ti ringrazio ancora del tempo che hai passato a discutere con me. In effetti poi ci ho pensato parecchio, perché è un problema che mi tocca direttamente (sono testimone in questo momento di una delle più grandi ristrutturazioni in atto nella storia dei media). Discutendo della possibile riforma, volevo anche farti notare, che ad esempio la Germania che ha uno stato sociale che funziona, da solo aiuti indiretti (che quindi non selezionano arbitrariamente i fruitori) alla stampa.

Perché ad esempio, piuttosto che finanziare direttamente il Primorski Dnevnik con 6 milioni di euro, non stabilire un vantaggio fiscale per i media che proteggono quella minoranza linguistica, così da non privilegiare un unico editore arbitrariamente? Si eviterebbe che si vengano a creare delle testate abilissime a intercettare i fondi (o abili a intessere relazioni con i politici locali), che però nei fatti occupano slealmente spazi del panorama informativo che potrebbero essere occupate da nuovi editori e modelli d'impresa sostenibile.

Forse su Grillo e Casaleggio hai ragione, non saprei. Io personalmente non difendo mai Grillo, difendo solo la natura organizzativa del M5S sul territorio, che ritengo un'idea con potenziale enorme. Il tuo ban da quel meetup, dimostra purtroppo che una parte dello "spazio" del M5S è stato occupato da fanatici oscurantisti... è la verità ma questo io non l'ho mai negato e cerco di combatterlo dall'interno. Alla prossima polemica :-)
 
Antonello Moro 3 days ago
IL FQ non accetta finanziamenti pubblici però campa benissimo lo stesso. Uno può dire che è un pessimo giornale, che è schierato a favore dei grillini, che è un giornale distruttivo invece che costruttivo (uno lo può dire, io non lo penso), però resta il fatto che è in salute pur non ricevendo finanziamenti pubblici, non ne ha bisogno. Adesso è nato anche Pubblico che sta provando la stessa strada. Insomma io non riesco proprio a capire come si giustifica il finanziamento pubblico all'editoria. Tra l'altro immagino che anche paesi statalisti come la Francia ne facciano a meno, o almeno siano estremamente ridotti: non credo sia solo la liberale America. Immagino ma devo verificare.


Tommaso 3 days ago parent
Sei veramente fuori strada. Praticamente tutti gli stati europei (vedi http://www.ccestudio.it/%5Cpub... e http://reutersinstitute.politi... forniscono contributi, in forma diretta o indiretta, alla produzione di prodotti mediali, e in particolare al giornalismo.


ConteZero76 3 days ago parent
Se IfQ sia in salute ce lo dirà solo il prossimo bilancio... anche perché a quanto mi pare di capire le vendite sono crollate a picco.


Pallacorda 3 days ago parent
In realtà io credo che sia assolutamente vitale il supporto all'editoria, in qualche forma.
Questo perchè altrimenti si può facilmente creare una situazione in cui uno ricco (un nome a caso) possiede tutto, pubblicità, tv, giornali e decide tutto sul mercato.
E quindi fa vivere o fallire chi gli pare e piace.

D'altra parte con aiuti troppo pesanti si crea la situazione attuale, in cui tutti hanno protettori e santi in paradiso e li devono difendere.
In più ricordiamoci che l'Italia è un paese di conflitti d'interesse: se ci fossero leggi ben forti in questo campo, non troveresti il politico-editore. Ci sono modi di aggirare anche questo (es. alleanza Grillo-FQ) ma almeno sarebbe già un passo avanti...
Come ho detto, riformare è meglio che disfare :)

 
ivandaboc1978 3 days ago parent
Quando apro la pagina principale del fatto mi compare una pubblicità di finanziamenti a tasso ..... 0% .
Ma non era il giornale contrario alle multinazionali , alle banche , e che dice che la cultura del debito è sbagliata?
Cioè , si lamenta che i partiti si fanno pagare dalle banche , e alla fine non si fa dare il finanziamento pubblico per raccogliere i soldi facendo pubblicità ...... alle banche.
C'è qualcosa che non mi torna.
 
ivandaboc1978 2 days ago parent
[...]
Qualunque giornale è libero di raccogliere fondi come più gli aggrada purchè sia lecito e trasparente.
Non sto mettendo in discussione la liceità di quei soldi. Però il FQ , da quando è nato , è un acerrimo avversario delle banche qualunque sia la natura di queste ( commerciali o d'affari , per il FQ pari sono ) . Inoltre Molte firme di quel giornale se la sono presa in più di una occasione con le pubblicità che richiamano il tasso 0% perchè ( a detta del FQ )sono pubblicità ingannevoli.
Sempre sullo stesso giornale l'opinione più frequente , quando si parla di USA , è che il sistema elettorale americano è malato perchè il finanziamento delle campagne elettorali viene riempito di soldi da chi i soldi ce li ha : banche , petrolieri , NRA , multinazionali e via elencando i cattivoni del pianeta.
Questi cattivoni ( sempre secondo l'idea più gettonata del FQ )una volta finita la campagna chiedono un " dividendo politico " per i loro investimenti , e questo dividendo si può rappresentare con leggi loro favorevoli , sgravi fiscali , eccc. .
Ebbene , senza il contributo all'editoria , molti giornali che non vanno per la maggiore spariranno e avremo una diminuzione dei punti di vista. Ma la cosa peggiore , è che per fare raccolta pubblicitaria bisognerà andare ( qui come in USA ) da chi i soldi ce li ha.
E chi ti va a scovare il FQ per finanziarsi?
Una BANCA , proprio quel genere di soggetto che il FQ biasima un giorno si e l'altro pure.
Capisci il cortocircuito logico e di buonsenso insito in una scelta del genere?
 
ilmiocuoreasansiro 3 days ago parent
i tempi cambiano....gli amici di chiarelettere e c. mica sono tanto contrari alle multinazionali e alla banche..
 
havanaclub83 3 days ago parent
Queste teorie complottiste sono semplicemente fantastiche. Sono come i fiumi carsici, scompaiono sottoterra per poi ricomparire ogni tanto.
 
ivandaboc1978 2 days ago parent
havanaclub83: Come dicevo a Capro Espiatorio Non volevo tirare in ballo nessun complotto . Ho solo cercato di mettere in evidenza la profonda incoerenza di FQ , e sottolineare che quando l'editoria non ha nessun finanziamento dopo i soldi li va a cercare dove i soldi sono in quantità abbondante. E normalmente i soldi , tanti soldi , non sono nelle mani della parte più povera della popolazione .
 
ilmiocuoreasansiro 2 days ago parent
ivandaboc1978: carissimo Ivan, sei un "complottista" anche te, fattene una ragione....baci catia
 
ivandaboc1978 2 days ago parent
ilmiocuoreasansiro: HIHIHI :)))
Scherzi a parte , mi premeva soltanto sottolineare l'estrema incoerenza della politica adottata.
Ciao Catiaaa
 
Massimo011 3 days ago
Chissà cosa ne pensa di queste uscite il Casaleggio...ah dimenticavo,il Casaleggio è il vero autore,mentre chi recita è l'altro....
Perché chiamo in causa Casaleggio?
Perché,come molti sanno,prima che con Grillo,Casaleggio associati,ha lavorato per l'I.D.V. di Ant.Di Pietro.
Con quali fondi sarà stato pagato Casaleggio dal partito di Di Pietro?Coi fondi (pubblici) che l'I.D.V. riceve regolarmente per le sue attività.Bene,si dirà,ma che c'entra con i Finanziamenti ai giornali(soprattutto di partito)?
Secondo me c'entra, in quanto,se chi fa quei facili e populisti discorsi "col quelo degli altri",si ponesse nelle stesse condizioni,ovvero NON usare mai denaro proveniente da Finanziamenti Pubblici,allora il sig.Casaleggio(&soci)-vero spin doctor delle idee grillesche-,dovrebbe "restituire"(per coerenza!), le centinaia di migliaia di euro che Di Pietro gli ha dato per curare il Sito/dunque un organo d'informazione/un media appunto(e forse anche le idee/priorità retrostanti)dell'I.d.v., in anni passati.Chiedo però a chi vuol rispondere:...."E',questa ipotesi, una forzatura o un sillogismo sbagliato"?
N.B.--Il sillogismo è questo.L'I.d.v. ha pagato Casaleggio.Casaleggio è lo spin doctor di Grillo.Grillo dice che non si devono finanziare con soldi pubblici i media privati.Casaleggio curava il media (privato) dell'I.d.v....(Unico neo che riconosco:.Non è detto/certo che Casaleggio condivida,in questo,ciò che ha detto Grillo).--


Capro Espiatorio 3 days ago
Pallacorda, in nome di principi astratti più o meno condivisibili, questo post (anche se esagerato) arriva a giustificare una situazione che definire iniqua e marcia è un eufemismo.


I singoli contributi erogati per il 2009 sono elencati a questo link, ognuno di voi in coscienza può farsi un'idea di come vengano distribuiti i fondi (perché questo è il problema concreto, il resto sono chiacchiere), e dell'influenza che la politica ha in questa distribuzione: http://www.governo.it/DIE/doss...


Per rispondere a Fcoraz,la prima legge sui contributi pubblici è del 1981 (vedi link sotto). All'epoca avevo 5 anni, e quindi non so dire quali fossero le basi teoriche per una simile legge, ne conosco quel periodo abbastanza per discuterne. Ma posso facilmente immaginare che in un'epoca ancora segnata fortemente dalla Guerra Fredda, delle giustificazioni vi fossero. Qui c'è una ricostruzione, ma chi conosce il periodo magari può correggerla, perché già mostra intoppi evidenti: http://www.linkiesta.it/contri... Ma oggi?
Lo status quo è assolutamente indifendibile. Non solo perché l'attuale legislazione non ha tutelato editori minori - i contributi maggiori sono per la stampa di partiti già abbondantemente finanziati, ma ha privilegiato il proliferare di una stampa "burocratica" d'apparato abile a intercettare i contributi. Tra l'altro discrimina automaticamente le iniziative che non hanno accesso a quei fondi.E Grillo in questa discussione non c'entra niente, please.
I media stanno cambiando...piccoli e grandi editori affrontano responsabilmente lo scenario e le sfide che il secolo della rete sta proponendo. Basta guardare alle ristrutturazioni in corso in grandi e piccoli media come il WSJ, il NYT o Newsweek, le soluzioni creative della TAZ in Germania, in cui i lettori sono i proprietari (e guarda caso la soluzione innovative nacque con una riduzione dei sussidi). Perché ci sono soluzioni di "sinistra" managerialmente intelligenti: http://www.guardian.co.uk/medi...
In Italia il cambiamento verrà ancora osteggiato finchè sarà troppo tardi... e paradossalmente verrà osteggiato anche da gente che non vorrebbe farlo.
 
fcoraz 3 days ago parent
Secondo gli importi pubblicati da linkiesta, i famigerati contributi alle pubblicazioni dei partiti costano meno di tre euro a contribuente. Su di essi si applica il secondo principio di Calise per il quale tanto più l'istanza è simbolica quanto più è necessaria una battaglia campale per portarla avanti.
 
Capro Espiatorio 3 days ago parent
149 milioni di euro, tu sul tuo blog denunciavi lo sperpero di 2600€. Se tu guardi le singole voci, sei ancora pronto in coscienza a dire che quella legge tutela i piccoli editori? Non ti fa rabbrividire? (E nota che la mia posizione non e' quella di Grillo, affatto. Io penserei piu' ad una riforma simile al modello tedesco, con correttivi per i piccoli editori per evitare clientele ma tutelare davvero i piccoli editori meritevoli).
 
fcoraz 3 days ago parent
Non è che tutte le voci di spesa, in quanto tali, rappresentano per forza la sporcizia morale di questo Paese. La battaglia grulliana contro il finanziamento statale ad alcuni quotidiani rappresenta la solita pagliuzza di cui i pentastellati si nutrono per sorreggere l'idea che tutti sono ladri. Il giorno che - sul blog di Casaleggio - leggerò di un'analoga battaglia contro il diritto d'autore potrò pensare che i pensieri di un buffone non servano solo a lenire le frustrazione di alcuni cittadini semi-analfabeti di ritorno.
 
Massimo011 3 days ago
In un "vero" Mercato libero,concorrenziale e aperto forse gli aiuti,diretti o indiretti ai giornali ( e ad altri media) potrebbero essere aboliti....Ma chi l'ha visto in Italia un (solo) vero MERCATO LIBERO?
L'Italia è la patria dei corporativismi,delle lobbies,dei massoni e delle Categorie chiuse autoreferenziali e soprattutto l'Italia è il Paese che,selettivamente "aiuta" le Imprese in genere,con finanziamenti corposi*(36.4 miliardi) ad 800mila aziende...e non per innovare,occupare personale o altro...ma per puro "Clientelismo Elettorale"(e conseguente immobilismo politico-sociale).
*...http://www.google.it/url?sa=t&rct...
 
ConteZero76 3 days ago parent
Più semplicemente il modello UE dimostra che il libero mercato esiste solo se esiste un organismo forte di controllo e regolamentazione che impedisce la formazione di cartelli e di oligopoli / monopoli... altrimenti il "libero mercato" è come quello della birra : 20.000 prodotti riconducibili a tre società internazionali.

ConteZero76 3 days ago parent
[...]... il libero mercato non funziona senza un garante.
 
Capro Espiatorio 3 days ago parent
ConteZero76: Io sono d'accordo... ovviamente, non sono un liberista sfrenato... il problema e' proprio chi fa il garante in Italia... e da chi dovrebbe arrivare la spinta riformatrice.


kromeboy 3 days ago
Grillo ha un unico mix di argomenti che include sia quelli di Occupy che quelli dei Tea Party: ha il suo modo di essere a favore del libero sfrenato mercato solo quando fa comodo a lui come nel caso dell'editoria.
Lasciamo scegliere al mercato è una frase molto bella, ma i consumatori sanno scegliere il prodotto migliore? Io penso di no.[...]
I consumatori (le masse di consumatori) si orientano con pubblicità e PR: la pubblicità migliore che posso comprare è un articolo su un giornale. Il sito del Fatto aveva messi come prima notizia in risalto in homepage la promozione di Eni di quest'estate, poi magari eni non ha dato un soldo a quelli del fatto a parte quelli per la pubblicità tradizionale si intende.
Se non stai in piedi con i soldi pubblici devi stare in piedi con i soldi privati.
La mia proposta sarebbe questa: se prendi soldi pubblici non puoi avere pubblicità e il prezzo del tuo giornale è calmierato.