Grillo ci viene a dire che se chiudono 70 giornali è il trionfo della Democrazia.
Il governo Monti (quello a cui lui dice di essere contro) fa proprio quello che lui vorrebbe: taglia i fondi pubblici alla stampa.
Che strana coincidenza di vedute e di azioni per due entità che si direbbero contrapposte!
Grillo si lamenta che siamo al 61° posto nella classifica mondiale della libertà di stampa, dice che la soluzione è chiudere i giornali. Certo, come no! Peccato che ora scenderemo ancora a posti più bassi grazie a queste chiusure!
Intanto Casaleggio gongola: aveva previsto che nel 2013 tutta l'informazione srabbe passata su "carta di plastica" ovvero tablet, smartphone, i-pad e kindle. Non vede l'ora di ripresentarsi alle aziende come il grande esperto che trasformerà l'informazione da analogica a digitale e riportare così la Casaleggio Associati a un bilancio attivo.
Poi ci sono gli adoratores del cazzaro. Questi credono che chiudendo i giornali e eliminando i fondi pubblici all'editoria avranno una stampa più affidabile e una migliore gestione del denaro pubblico.
Gli stolti ancora non hanno capito che se prima c'era la possibilità di avere una stampa a livello nazionale realmente disinteressata e distaccata dalle grandi lobby attraverso l'utilizzo dei fondi statali, adesso avremo invece una stampa totalmente asservita ai grandi imprenditori e al loro denaro da cui d'ora in poi i pochi quotidiani rimasti ancora senza un De Benedetti o un Caltagirone alle spalle dipenderanno sempre e comunque per sopravvivere.
Nella grande distribuzione non si avranno altre alternative.
Diffidate dalle stupidaggini che vi ha detto il Fatto Quotidiano: non ci si finanzia solamente con il denaro speso dai lettori in edicola.
Difatti lo stesso Fatto Quotidiano ha dovuto creare un capitale azionario, mettere in mezzo l'editore Chiare Lettere e fare lobbying allo scopo di vendere il più possibile libri e altri prodotti collegati a questa operazione editoriale.
Per non parlare delle tante generose offerte che riceveranno in privato e di cui non devono rendere conto a nessuno o delle pubblicità (come quella alla berlusconissima Striscia la Notizia) a cui devono necessariamente ricorrere per finanziarsi attraverso i privati.
Se poi qualcuno pensa a una migliore gestione del denaro pubblico a beneficio della popolazione, o a un taglio delle tasse grazie a un taglio dei fondi e quindi della spesa pubblica, se lo scordasse fin da subito.
L'esperienza insegna che o si cambia modo di governare, cioè si cambia la base ideologica su cui si compie l'azione di governo, o si continuerà per la strada attuale. Ossia: taglio della spesa pubblica a fronte di un aumento costante delle tasse.
Le tasse aumentano e contemporaneamente si distribuiscono sempre meno servizi, e quindi sempre meno denaro, a beneficio della popolazione. Per esempio scuola pubblica e sanità pubblica subiscono e subiranno sempre più tagli.
I tagli ai fondi pubblici all'editoria vanno inseriti in questo quadro e non decontestualizzati da questo disegno più grande.
Disegno più grande a cui evidentemente Grillo è favorevole e per cui lavora in tandem con governo, banche, lobby finanziarie e grande imprenditoria per fare in modo che il grosso della popolazione italiana riceve sempre meno welfare e meno tutele da parte dello Stato italiano.
Se lo faccia per incompetenza e ignoranza o per nascosta connivenza con questi nemici dei cittadini italiani, l'uno o l'altro motivo non può cambiare il giudizio negativo su Grillo e sulla sua propaganda distruttiva. Bisogna diffidare di Grillo, Casaleggio e del loro M5S.
Quella che loro chiamano Democrazia Diretta è in realtà la delega più totale, l'affidamento di tutto il potere, in mano a governo (controllato da chi?), banche, lobby finanziarie e grande imprenditoria.
Grillo e Casaleggio sono esperti di Neolingua orwelliana: chiamano democrazia la dittatura, a volte occulta, a volte esplicita, di un ristretto numero di persone. Questo si riflette nelle loro azioni, nel blog di Grillo, nei loro PS ai post sul blog, nella loro gestione del Movimento.
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Grillo: "Chiudono 70 giornali
finalmente una buona notizia"
Il leader del Movimento 5 stelle: "Finora sono stati finanziati dalle nostre tasse per raccontarci le loro balle virtuali"

ROMA - Beppe Grillo brinda alla
prospettiva che una settantina di giornali possano chiudere per il
taglio di fondi. "Finalmente una buona notizia - ha scritto sul suo blog
il leader del Movimento 5 stelle -. Ogni tanto bisogna guardare il
grande cielo azzurro e tirare il fiato. Settanta giornali rischiano di
chiudere".
Grillo poi aggiunge: "Finora sono stati finanziati dalle nostre tasse per raccontarci le loro balle virtuali".
Il comico genovese attacca: "Franco Siddi, segretario generale della Federazione nazionale della stampa è preoccupato per il pluralismo dell'informazione, ma soprattutto per i soldi". Se non arriveranno, per molte testate l'unica strada sarà la chiusura. "Hip, hip, hurrà! Bye, bye giornali - conclude Grillo -, è stato bello, anche grazie a voi, arrivare sessantunesimi al mondo per la libertà di informazione".
Grillo poi aggiunge: "Finora sono stati finanziati dalle nostre tasse per raccontarci le loro balle virtuali".
Il comico genovese attacca: "Franco Siddi, segretario generale della Federazione nazionale della stampa è preoccupato per il pluralismo dell'informazione, ma soprattutto per i soldi". Se non arriveranno, per molte testate l'unica strada sarà la chiusura. "Hip, hip, hurrà! Bye, bye giornali - conclude Grillo -, è stato bello, anche grazie a voi, arrivare sessantunesimi al mondo per la libertà di informazione".
Siddi, a
proposito di questa situazione, aveva detto: "Siamo a fine anno e non
solo i finanziamenti pubblici all'editoria sono scesi da 114 milioni del
2011 a 60-70 del 2012, ma non si riesce neanche a capire con esattezza
quale sarà l'ammontare". Le imprese "che stanno continuando a lavorare -
aveva spiegato il segretario dell'Fnsi - stringendo i denti rischiano
di arrivare a fine anno e scoprire che i fondi non saranno erogati. In
quel caso l'unica strada sarà la chiusura".
"Le quattromila persone che rischiano il loro posto di lavoro ringraziano sentitamente Grillo per l'attenzione
"Le quattromila persone che rischiano il loro posto di lavoro ringraziano sentitamente Grillo per l'attenzione
e la solidarietà espressa". È la replica ironica di Fulvio
Fammoni, presidente della fondazione Di Vittorio e componente del
Comitato per la libertà e il diritto all'informazione.
(24 ottobre 2012)
Fonte: Repubblica
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La scommessa di Grillo
Beppe Grillo esulta. 70 giornali rischiano di chiudere, e per il capo politico dei 5 Stelle è finalmente una buona notizia. Da titolare nel suo blog con un simpatico bye bye giornali.
Si va dunque definendo l’idea di democrazia dell’ex comico. Niente
politici, niente giornalisti, niente sindacati. Al posti dei politici, i
cittadini. Al posto dei giornalisti, i cittadini. Al posto dei
sindacati, i cittadini.
Ecco la scommessa di Grillo e di chi per lui. Trasformare
l’insofferenza e della rabbia per la classe politica – in gran parte
motivate – in rabbia ed insofferenza per la democrazia.
Fine del principio di rappresentanza. Stop ai contropoteri. Annullamento delle mediazioni. Al loro posto, un sistema liquido e debole, affidato ad una illusoria idea di partecipazione diretta veicolata dal web.
Votate per voi. Al resto, tutto il resto, ci pensiamo noi.
(24 ottobre 2012)
(24 ottobre 2012)
Fonte: Marco Bracconi
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Siddi: ''E' l'anticamera dell'autoritarismo''
''Se fosse un medico invece di curare ammazzerebbe il paziente. In passato schemi come questi ci hanno portato a soluzioni autoritarie''. Il segretario della Fnsi risponde al leader del Movimento 5 Stelle che aveva detto: ''Chiudono 70 giornali, finalmente una buona notizia''intervista a Franco Siddi
di Silvia Garroni
Fonte: Repubblica
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Beppe Grillo 451
ottobre 24, 2012
L’assunto di Grillo che esulta perché «70 giornali rischiano di chiudere» (chissà da dove avrà preso quel «70», dato che nel pezzo dell’Ansa linkato dal comico i giornali a rischio sono 90) è che l’informazione fatta con il finanziamento pubblico sia sempre e comunque disinformazione.
A prenderla sul serio sarebbe un’ipotesi forte, che dunque andrebbe
giustificata con argomenti – e prove – forti; che Grillo, naturalmente,
omette, preferendo abbandonarsi a un «hip, hip hurrà!» che tanto ricorda le esclamazioni di giubilo dei paradossali pompieri di Fahrenheit 451 mentre bruciano i libri nel nome della libertà, della verità e della cultura.
Ma, a prenderla davvero sul serio, si scopre che quella di Grillo non è affatto un’ipotesi, ma un dogma. Non una frase che ammette verifica o smentita sperimentale, ma una generalizzazione vuota, che mette tutti sullo stesso piano:
quelli che hanno usufruito e usufruiscono di denaro pubblico per fare
cattiva informazione e quelli che li hanno usati per tutelare davvero il
pluralismo informativo nel Paese e fare semplicemente – con umiltà e
fatica – il proprio lavoro. Non si tratta di criticare Grillo per
difendere il finanziamento pubblico ai giornali, dunque (per inciso, io
sono contrario): si tratta di capire che l’uscita di Grillo non dice nulla sul dibattito sul finanziamento pubblico ai giornali
perché, appunto, è una generalizzazione vuota, un dogma che – come
tutti gli altri – sembra spiegare tutto e invece non spiega niente. I
dogmi non sono argomenti.
Inutile poi chiedere a Grillo se sia altrettanto felice per i posti di lavoro bruciati nella eventuale chiusura di quei giornali: prima di tutto, perché lui risponde solamente ai suoi media, e questo blog – vista la quantità di domande lasciate senza risposta
– di certo non lo è; in secondo luogo, perché una risposta dogmatica –
priva di contenuto positivo, falsificabile – si trova sempre, come
insegna Popper. Conoscendo l’ideologia di fondo del personaggio,
molto probabilmente la risposta coinvolgerebbe tutta una serie di
ragionamenti sul fatto che la Rete magicamente troverà lavoro
nell’informazione agli sfrattati che meritano (e che saranno altrettanto
miracolosamente più liberi), e condannerà a un altro lavoro (o finalmente a un lavoro, suggerisce Grillo nel post con il consueto rispetto per il prossimo) tutti gli altri. Con il risultato, paradossale, per cui sparendo i giornali l’informazione diventerebbe finalmente libera (e dunque si debba gioire di tale sparizione). Un’idea che, nella storia, è piaciuta solo ai dittatori, e non agli uomini liberi.
La domanda, semmai, va rivolta agli elettori e agli attivisti del
MoVimento 5 Stelle che ancora si ostinano a non vederlo: quando vi
deciderete a prendere coscienza che l’indifendibile è, appunto, indifendibile, anche se a difenderlo è Grillo?
Fonte: Il nichilista
Tra i commenti:
Aggiungo un altro punto.
Grillo spara ad alzo zero contro i finanziamenti pubblici ai quotidiani,
bollati come organi di informazione falsa e di regime. In parte potrei
essere d’accordo.
Mi domando come si faccia però al contempo a pretendere che i finanziamenti pubblici siano riservati alla rete.
Perché secondo il grillismo il soldo pubblico avrebbe il potere di corrompere la carta stampata ma non la rete?
Se Grillo vuol fare il liberista-libertario almeno abbia il coraggio di
farlo sempre… ma forse si chiede troppo ai limiti del
grillo-(non)pensiero.
Poi si potrebbe aprire una riflessione se si possa davvero magnificare
come “libera” l’informazione che circola in rete, essendo quest’ultima
in mano a soggetti privati, ed essendo assai difficile ritagliarsi spazi
in rete senza alle spalle soggetti con una notevole capacità
imprenditoriale (ad es. la Casaleggio Associati…).
Vero che i parametri per acquisire soldi pubblici erano molto
larghi. Ma ricordiamoci di giornali come il Manifesto che da sempre
fanno informazione di prima qualità, e che hanno costruito molte delle
moderne vie di pensiero che salvano almeno in parte la vita culturale ed
economica del paese.
In realtà, giornali come il Manifesto fanno servizio pubblico (infatti
danno analisi valide e notizie molto interessanti, che raramente si
trovano su altri giornali come La Stampa o il Cor. sera).
I giornali, quelli veri, fanno un servizio pubblico, senza di essi, vi sarà meno libertà.
Fare parametri più stretti e regole più chiare? Certo! Annullarli? Una barbarie.
Complimenti per il blog, comunque. Lo trovo molto interessante.
Ma invece una riforma del finanziamento pubblico in cui si stabilisce che:
1 – Tutti i quotidiani che abbiano alle spalle gruppi
editoriali,economici e che in qualsiasi modo possano disporre di
capitali privati non possono usufruire del finanziamento pubblico in
nessun modo (ci metterei anche i giornali di partito, ma è un punto un
po’ più complesso che andrebbe integrato con un eventuale riforma del
finanziamento ai partiti).
2 – Il finanziamento consiste di una cifra standard durante il primo
anno di vita del giornale,che viene poi ricalcolata ogni anno e
adeguata al numero di copie vendute,con eventuale cancellazione del
sussidio se la tiratura scende sotto una determinata soglia.
???Nooo?Troppo complicato?
La verità è che ha ragione Alessandro Giglioli quando dice che i partiti
( ma più in generale direi il nostro paese) se lo meritano,Beppe
Grillo.
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A Gela Beppe Grillo «disinfetta» i giornalisti
La campagna elettorale del comico in Sicilia da YouReporter - Corriere Tv
Fonte: Corriere
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Commenti
Lettore_2689868 24 Ottobre 2012
grillo,non ha dato
nessuna notizia,che a palermo e provincia non ci danno stipendi da
mesi,noi dell ato raccolta dei rifiuti,tre mesi senza stipendio,mezzi
senza gaslio,discarica che non ci fanno piu scaricare,e lui parla parla
parla
[Dei lavoratori non gli è mai importato davvero nulla. Di che stupirsi?
Il problema del lavoro secondo Grillo e M5S? Soluzioni ZERO! ]
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Bye bye finanziamenti
Postato da il 24 ottobre 2012
I giornali stanno fallendo! Facciamo festa!
Finalmente questi sfornatori di bufale e falsità moriranno di fame! Quattromila posti di lavoro in meno per i parassiti! Questa è vera democrazia!
Libero mercato! I giornali devono potersi finanziare da soli con le proprie vendite!
E’ giusto, ed è un paradigma del liberismo: niente aiuti di Stato e massima concorrenza. I giornali che offriranno un buon servizio verranno comprati, gli altri falliranno.
Non c’è altra soluzione: se utilizziamo i finanziamenti pubblici all’editoria nutriremo schiere di parassiti disinformatori, schiavi della politica, alla cui mammella ingrassano!
E allora avanti con la democrazia e la moralizzazione del paese! E a chi non ci sta, olio di ricino!
Viva Beppe! Viva il Du…
Ehm… scusate, mi son fatto prendere dalla foga.
Però dovete capirmi: questo meraviglioso post, pinnacolo del pensiero democratico di Peppe Crillo, mi ha seriamente entusiasmato.
Mi ha entusiasmato perchè mi sono fatto prendere dall’immaginazione e ho sognato un mondo diverso, più libero, il nostro futuro in cui Peppe ci condurrà per mano!
Un futuro libero, senza più aiuti di Stato e finanziamenti, solo il volere del popolo a regolare la società e a decidere chi merita e chi deve fallire.
Il primo passo sono i giornali, ma la stessa fine la devono fare i partiti: la politica spreca miliardi di fondi pubblici, ingrassa sulle nostre spalle, ruba il lavoro dei nostri figli!
E allora leviamogli il trogolo da sotto il grugno, basta finanziamenti pubblici alla politica!
Che i partiti si finanzino da soli, tramite le donazioni dei privati cittadini, come in America!
Lì sì che i presidenti sono veramente indipendenti, le multinazionali che finanziano le loro campagne elettorali lo fanno per il bene del paese, per l’amore della democrazia e non chiedono mai nulla in cambio.
E comunque noi siamo contro le multinazionali, infatti le vieteremo per decreto.
Ma perchè fermarsi qui?
Io, che ho una fervida fantasia da sognatore, sono andato oltre, ho esteso questa logica a tutto il resto del mondo e ho immaginato le scuole, le università, gli ospedali: quanti sprechi si annidano in questi ambienti!
E allora sono sicuro che seguendo la sua stessa logica, Peppe provvederà a levare loro i fondi pubblici!
Concorrenza! Basta scuole pubbliche, uffici pubblici, ospedali pubblici.
C’è troppo malaffare, troppa inefficienza, è il popolo che deve decidere!
Viva la rivoluzione! Dittatura del popolo!
Oh, mi è successo di nuovo.
Comunque, come dicevo, dobbiamo essere liberi di poter scegliere la scuola migliore e lasciar fallire le peggiori, di scegliere la clinica migliore e lasciar fallire le peggiori, di scegliere gli uffici migliori e lasciar fallire i peggiori.
Mi sembra giusto, se è così per i giornali, che sia così per tutti. Solo chi offre un servizio che piace ai cittadini potrà andare avanti, gli altri falliscano, vorrà dire che erano dei parassiti.
Ah, immaginate un mondo così?
Un mondo secondo la logica di Peppe Crillo, chi non ci vivrebbe?
I parassiti, ovviamente.
P.S.: è un post ironico ed esagerato, ovviamente. Vince un lecca-lecca il primo che posta una roba tipo “il MoVimento vuole la scuola pubblica”. Lo so già, grazie dell’informazione. Lo scopo era solo far vedere la contraddizione tra la logica folle verso partiti e giornali e la logica invece più ragionevole verso i servizi (per quanto piuttosto staccata dalla realtà, come abbiamo visto).
Se vi chiedete il perchè di questa contraddizione, è il solito populismo: non importa cosa dici, basta che la spari grossa e porti voti al tuo mulino.
P.P.S.: alle obiezioni del tipo “eh però i giornali fanno proprio schifo, allora dovremmo tenerceli così?”, la risposta è, ovviamente, come al solito, “si fa prima a riformare che a distruggere e rifare”. Che fa rima, quindi è vero per forza.
Fonte: Movimento dei caproni
capraverde • 3 days ago
Massimo011 • 3 days ago • parent
Thalon • 3 days ago • parent
Capraverde • 3 days ago • parent
Massimo011 • 3 days ago • parent Hai
ragione.C'è una parte,credo prevalente, per le trasmissioni "in
convenzione" e una per la radio in quanto appartenente ad un organo di
partito Capraverde • 2 days ago • parent
DemocraticoNonDiretto • 2 days ago • parent
Capro Espiatorio • 15 hours ago • parent
Capraverde, nessun problema con i toni ruvidi... anzi - ti ringrazio
ancora del tempo che hai passato a discutere con me. In effetti poi ci
ho pensato parecchio, perché è un problema che mi tocca direttamente
(sono testimone in questo momento di una delle più grandi
ristrutturazioni in atto nella storia dei media). Discutendo della
possibile riforma, volevo anche farti notare, che ad esempio la Germania
che ha uno stato sociale che funziona, da solo aiuti indiretti (che
quindi non selezionano arbitrariamente i fruitori) alla stampa.
Perché ad esempio, piuttosto che finanziare direttamente il Primorski Dnevnik con 6 milioni di euro, non stabilire un vantaggio fiscale per i media che proteggono quella minoranza linguistica, così da non privilegiare un unico editore arbitrariamente? Si eviterebbe che si vengano a creare delle testate abilissime a intercettare i fondi (o abili a intessere relazioni con i politici locali), che però nei fatti occupano slealmente spazi del panorama informativo che potrebbero essere occupate da nuovi editori e modelli d'impresa sostenibile.
Forse su Grillo e Casaleggio hai ragione, non saprei. Io personalmente non difendo mai Grillo, difendo solo la natura organizzativa del M5S sul territorio, che ritengo un'idea con potenziale enorme. Il tuo ban da quel meetup, dimostra purtroppo che una parte dello "spazio" del M5S è stato occupato da fanatici oscurantisti... è la verità ma questo io non l'ho mai negato e cerco di combatterlo dall'interno. Alla prossima polemica :-)
ivandaboc1978 • 3 days ago • parent
ivandaboc1978 • 2 days ago • parent
Massimo011 • 3 days ago
Capro Espiatorio • 3 days ago
fcoraz • 3 days ago • parent
Capro Espiatorio • 3 days ago • parent
fcoraz • 3 days ago • parent
Massimo011 • 3 days ago
ConteZero76 • 3 days ago • parent
Capro Espiatorio • 3 days ago • parent
kromeboy • 3 days ago Grillo
ha un unico mix di argomenti che include sia quelli di Occupy che
quelli dei Tea Party: ha il suo modo di essere a favore del libero
sfrenato mercato solo quando fa comodo a lui come nel caso
dell'editoria.
Lasciamo scegliere al mercato è una frase molto bella, ma i consumatori sanno scegliere il prodotto migliore? Io penso di no.[...]
I consumatori (le masse di consumatori) si orientano con pubblicità e PR: la pubblicità migliore che posso comprare è un articolo su un giornale. Il sito del Fatto aveva messi come prima notizia in risalto in homepage la promozione di Eni di quest'estate, poi magari eni non ha dato un soldo a quelli del fatto a parte quelli per la pubblicità tradizionale si intende.
Se non stai in piedi con i soldi pubblici devi stare in piedi con i soldi privati.
La mia proposta sarebbe questa: se prendi soldi pubblici non puoi avere pubblicità e il prezzo del tuo giornale è calmierato.
Finalmente questi sfornatori di bufale e falsità moriranno di fame! Quattromila posti di lavoro in meno per i parassiti! Questa è vera democrazia!
Libero mercato! I giornali devono potersi finanziare da soli con le proprie vendite!
E’ giusto, ed è un paradigma del liberismo: niente aiuti di Stato e massima concorrenza. I giornali che offriranno un buon servizio verranno comprati, gli altri falliranno.
Non c’è altra soluzione: se utilizziamo i finanziamenti pubblici all’editoria nutriremo schiere di parassiti disinformatori, schiavi della politica, alla cui mammella ingrassano!
E allora avanti con la democrazia e la moralizzazione del paese! E a chi non ci sta, olio di ricino!
Viva Beppe! Viva il Du…
Ehm… scusate, mi son fatto prendere dalla foga.
Però dovete capirmi: questo meraviglioso post, pinnacolo del pensiero democratico di Peppe Crillo, mi ha seriamente entusiasmato.
Mi ha entusiasmato perchè mi sono fatto prendere dall’immaginazione e ho sognato un mondo diverso, più libero, il nostro futuro in cui Peppe ci condurrà per mano!
Un futuro libero, senza più aiuti di Stato e finanziamenti, solo il volere del popolo a regolare la società e a decidere chi merita e chi deve fallire.
Il primo passo sono i giornali, ma la stessa fine la devono fare i partiti: la politica spreca miliardi di fondi pubblici, ingrassa sulle nostre spalle, ruba il lavoro dei nostri figli!
E allora leviamogli il trogolo da sotto il grugno, basta finanziamenti pubblici alla politica!
Che i partiti si finanzino da soli, tramite le donazioni dei privati cittadini, come in America!
Lì sì che i presidenti sono veramente indipendenti, le multinazionali che finanziano le loro campagne elettorali lo fanno per il bene del paese, per l’amore della democrazia e non chiedono mai nulla in cambio.
E comunque noi siamo contro le multinazionali, infatti le vieteremo per decreto.
Ma perchè fermarsi qui?
Io, che ho una fervida fantasia da sognatore, sono andato oltre, ho esteso questa logica a tutto il resto del mondo e ho immaginato le scuole, le università, gli ospedali: quanti sprechi si annidano in questi ambienti!
E allora sono sicuro che seguendo la sua stessa logica, Peppe provvederà a levare loro i fondi pubblici!
Concorrenza! Basta scuole pubbliche, uffici pubblici, ospedali pubblici.
C’è troppo malaffare, troppa inefficienza, è il popolo che deve decidere!
Viva la rivoluzione! Dittatura del popolo!
Oh, mi è successo di nuovo.
Comunque, come dicevo, dobbiamo essere liberi di poter scegliere la scuola migliore e lasciar fallire le peggiori, di scegliere la clinica migliore e lasciar fallire le peggiori, di scegliere gli uffici migliori e lasciar fallire i peggiori.
Mi sembra giusto, se è così per i giornali, che sia così per tutti. Solo chi offre un servizio che piace ai cittadini potrà andare avanti, gli altri falliscano, vorrà dire che erano dei parassiti.
Ah, immaginate un mondo così?
Un mondo secondo la logica di Peppe Crillo, chi non ci vivrebbe?
I parassiti, ovviamente.
P.S.: è un post ironico ed esagerato, ovviamente. Vince un lecca-lecca il primo che posta una roba tipo “il MoVimento vuole la scuola pubblica”. Lo so già, grazie dell’informazione. Lo scopo era solo far vedere la contraddizione tra la logica folle verso partiti e giornali e la logica invece più ragionevole verso i servizi (per quanto piuttosto staccata dalla realtà, come abbiamo visto).
Se vi chiedete il perchè di questa contraddizione, è il solito populismo: non importa cosa dici, basta che la spari grossa e porti voti al tuo mulino.
P.P.S.: alle obiezioni del tipo “eh però i giornali fanno proprio schifo, allora dovremmo tenerceli così?”, la risposta è, ovviamente, come al solito, “si fa prima a riformare che a distruggere e rifare”. Che fa rima, quindi è vero per forza.
Fonte: Movimento dei caproni
Tra i commenti:
Perché ad esempio, piuttosto che finanziare direttamente il Primorski Dnevnik con 6 milioni di euro, non stabilire un vantaggio fiscale per i media che proteggono quella minoranza linguistica, così da non privilegiare un unico editore arbitrariamente? Si eviterebbe che si vengano a creare delle testate abilissime a intercettare i fondi (o abili a intessere relazioni con i politici locali), che però nei fatti occupano slealmente spazi del panorama informativo che potrebbero essere occupate da nuovi editori e modelli d'impresa sostenibile.
Forse su Grillo e Casaleggio hai ragione, non saprei. Io personalmente non difendo mai Grillo, difendo solo la natura organizzativa del M5S sul territorio, che ritengo un'idea con potenziale enorme. Il tuo ban da quel meetup, dimostra purtroppo che una parte dello "spazio" del M5S è stato occupato da fanatici oscurantisti... è la verità ma questo io non l'ho mai negato e cerco di combatterlo dall'interno. Alla prossima polemica :-)
Lasciamo scegliere al mercato è una frase molto bella, ma i consumatori sanno scegliere il prodotto migliore? Io penso di no.[...]
I consumatori (le masse di consumatori) si orientano con pubblicità e PR: la pubblicità migliore che posso comprare è un articolo su un giornale. Il sito del Fatto aveva messi come prima notizia in risalto in homepage la promozione di Eni di quest'estate, poi magari eni non ha dato un soldo a quelli del fatto a parte quelli per la pubblicità tradizionale si intende.
Se non stai in piedi con i soldi pubblici devi stare in piedi con i soldi privati.
La mia proposta sarebbe questa: se prendi soldi pubblici non puoi avere pubblicità e il prezzo del tuo giornale è calmierato.