martedì 2 ottobre 2012

Il Grillo è triste (di Toni Jop)

25 settembre 2012

 Caro Toni,

spero di fare cosa gradita contribuendo, nel mio piccolo, a diffondere il tuo verbo antigrillesco (che è anche il mio). I cazzari non mio sono mai piaciuti. Quelli che promettono washball che lavano come fossero fustoni di SuperDixan ancora meno. Di quelli, poi, che tuonano contro i condoni tombali (ma di nascosto vi aderiscono per sette esercizi consecutivi), non voglio neanche parlare. Potrei lasciarmi sfuggire qualche insulto di troppo.

Rubo, non autorizzato, ma condisco con qualche complimento, così ti impedisco di incazzarti... A buon rendere.

Tafanus
 
Grillo è triste  (da "Parole Povere", di Toni Jop)

Toni-jopQualcosa sta scricchiolando tra gli ingranaggi della fin qui esuberante macchina da guerra del leader a Cinque Stelle. Qualcosa non va se gli occhi del comico hanno perso a Parma la verve di quell’ispirato medianismo vettore di vitalità, di coesione, di senso della frontiera, di antica purezza come scoglio contro il quale il mare dei “cadaveri” può nulla. Fin qui.

L’altro giorno dietro la rabbia consueta c’era un velo di minacciosa tristezza. Adesso, forse Grillo non sa più se la sua onda frizzante avrà la forza di tenerlo a galla, come si aspettava, fino alla fine, fino alla data delle elezioni. Immagini: lui, sempre in quella disgraziata piazza di Parma, sul palco, accanto a Pizzarotti, l’unico usato sicuro di cui sembra possa disporre ancora; in fondo alla piazza, Favia, il figliol prodigo che gli ha ferito il cuore intimandogli nei giorni scorsi che “padre” va bene, ma “padrone” no; a pochi passi da Tavolazzi, l’espulso, il detonatore della rivolta emiliana contro il padre padrone del marchio e di chi ne fa uso. E a chiudere lo spazio della contraddizione aperta tra il palco e i due “traditori” una quantità di gente non sufficiente a tappare la falla mentale scavata nel Movimento.

Grillo che, il giorno dopo, mostra le foto della piazza per dire che la gente c’era, che i giornali hanno mentito; eppure deve vedersela perfino con Il Fatto, testata amica che aveva rimarcato le rughe di quella piazza comunque non trionfante di folla. Grillo che grida, dal palco, “carogne” ai giornalisti, servi di editori canaglie, che non amano la verità. “Carogne” non lo aveva detto ai cronisti nemmeno Craxi che pure li detestava. Grillo che, il giorno dopo, torna a lamentare la pochezza delle origini dei suoi figlioli, da lui premiati oltre misura con carriere lontane dai loro mezzi, e ora preda della vanità televisiva e di un potere immeritato.

Grillo che, ancora, allude a Favia, al suo passato da cameriere, con la delicatezza di un padrone che non perdona un servo senza memoria, senza gratitudine, senza coscienza di ciò che sarebbe stato se non fosse stato adottato a servizio di quello sguardo furente e di quella barba divina.


Pizzarotti, il sindaco punta di diamante del Movimento, che davanti alle telecamere, sul palco della festa del Fatto, vuole andarsene perché non tollera gli venga chiesto della democrazia interna ai Cinque Stelle, come se l’argomento non appartenesse alla carta d’identità di chi governa una piazza come Parma. Pizzarotti che non sa cosa dire, che striglia i giornalisti, ancora, decidendo lui cosa e come devono essere le domande, le interviste. Sassoon, il socio della Casaleggio, che – è di ieri – decide di uscire di scena, lamentando come troppi blog razzisti e di estrema destra, a volte sostenitori di Grillo, rispolverino il complotto pluto-giudaico-massonico per tratteggiare i lineamenti del nemico da abbattere. Triste, ma – la “chiave” è sua da un pezzo – “ci vediamo in Parlamento. Sarà un piacere”.

Toni Jop - Parole Povere

Fonte: Tafanus

Commenti

Gianni ha detto...
Sarà anche triste ma con il proseguire degli scandali politici, del malcostume, dello spreco di denaro pubblico, del bottino che personaggi da galera si dividono allegramente, ci ritroveremo in parlamente a fare i conti con il M5S.
Ormai è chiaro, ma lo era anche prima, che PdL sta per partito dui ladri ma dalle altre parti ho l'impressione che quando c'è da dividere la torta di onesti ne siano rimasti pochi.
charly brown ha detto...
Il malcostume e la corruzione non si combattono con l'onesta' professata a parole, soprattutto da chi predica bene ma razzola molto male. L'onesta' e' un modus vivendi che appare nell'agire di chi assume le responsabilta'della carica per cui viene retribuito. Credo che l'italiano medio ormai si sia vaccinato contro il "fate quel che dico, ma non fate quel che faccio". Diversamente, ci si dovra' abituare ad un parlamento in cui pagliacci, nani e ballerine contiunueranno la tradizione italiana della politica del circo equestre.

filippo ha detto in risposta a Gianni...
Vero. I ladri ci sono in qualsiasi formazione partitica. Ma c'è una misura e c'è un metodo: quello della vecchia bilancia da droghiere, quella con due piatti. Si fa la pesata e si vede da che parte si abbassa uno dei due piatti. Ad esempio, domenica 30 in TV passa Report di Milena Gabanelli, la giornalista che è stata onorata (o solo minacciata) da centinaia di querele e che non ha beccato mai alcuna sanzione. Domenica sera la Gabanelli darà l'elenco dei parlamentari con condanna esecutiva per reati contro l'amministrazione pubblica. Invece di piangerci addosso, documentiamoci! E scopriremo che il 70% dei ladroni abita in una casa specifica. Gli altri abitano in luoghi sparsi. Teniamone conto.
Ed evitiamo di credere che non andando a votare il problema dei ladri troverà spontanea soluzione. Non vanno a votare il 40% degli aventi diritto? Ed allora? Basteranno gli altri, quelli che vanno alle urne, a fissare le regole del gioco. E poco importa che a votare ci vadano solo in 47 elettori. Bastano largamente per decretare una maggioranza. E se ci vanno solo in 15? Bastano anche questi 15.
Ed allora ad ogni occasione utile bolliamo gli assenteisti come cretini irreversibili.
E lasciamo andare i grilletti. Poverelli, non servono ad un cazzo. In Sicilia si dice "mischinu, nun ci dari cunti. Lassalu perdiri". Ciao.