[ La saga di Grillo contro Favia continua: il vecchio contro il giovane.
Se la registrazione del marchio dovesse essere accolta sarebbe la vittoria della gerontocrazia!
L'Italia non può continuare a essere un paese per vecchi come Beppe Grillo!!
Rete , mobilitiamoci!!! :))) ]
Beppe Grillo registra un nuovo marchio: “Pirati a 5Stelle”
Sarà
per tutelarsi da eventuali abusi, sarà perché ha in testa di usarlo per
le sue liste, fatto sta che Beppe Grillo ha depositato un nuovo simbolo
elettorale registrandone il marchio.
Si chiama “Pirati a 5 Stelle” e, riporta il sito
dell’Ufficio italiano brevetti e marchi, consta della “figura di un
cerchio al cui interno sono disposte cinque stelle e la parola ‘pirati’
scritta in caratteri maiuscoli”. Il richiedente è proprio lui “Grillo Giuseppe, Genova”.
Grillo e i Pirati si guardano e si studiano da tempo. Lo scorso anno
il blogger proclamò sul suo blog: «I pirati italiani siamo noi». Ma gli
esponenti della formazione “nerd” che in Germania è attestata dai
sondaggi a quasi il 10 per cento dei voti, ha più volte preso le distanze dal leader a cinque stelle. I pirati rimproverano a Grillo l’uso patronale del suo simbolo, così come la mancanza di democrazia interna nel movimento.
Gianroberto Casaleggio, “cofondatore” del movimento, ha annunciato
che presto i 5Stelle si doteranno di una piattaforma di discussione
online come il “liquid feddback” dei pirati ma, a pochi mesi dalle
elezioni politiche, ancora niente si è visto.
Ora Grillo regista un marchio ibrido: un po’ “pirati” e un po’ cinque
stelle. Si capirà presto se per tutelarsi contro usi impropri o per
usarlo in qualche modo in campagna elettorale.
Fonte: Pubblico
Tra i commenti:
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Grillo registra i pirati a cinque stelle
E si riaccende la lite con Giovanni Favia
Il leader del M5s registra il marchio dopo le indiscrezioni che volevano Favia alla guida dei dissidenti con i pirati italiani
La notifica della registrazione del logo Pirati a Cinque Stelle
I pirati a cinque stelle? Beppe Grillo mette la parola fine. Come riportato da L'Espresso,
il marchio è stato depositato dal leader del Movimento Cinque Stelle,
dopo che era circolata l'indiscrezione che il grillino «dissidente»
Giovanni Favia e il consigliere emiliano Valentino Tavolazzi volessero staccarsi dal movimento unendosi al Partito dei Pirati italiani. Ma Grillo evidentemente non deve aver gradito l'idea e, così, ha tagliato la testa al toro.
LIQUIDFEEDBACK E DEMOCRAZIA LIQUIDA - Secondo
quanto riportato sul portale dei marchi del ministero dello sviluppo,
il marchio Pirati a cinque stelle è stato registrato il 15 ottobre. E
immediatamente Giovanni Favia in un post su Facebook ha scritto (e poi
cancellato): «La paranoia fa brutti scherzi avendo visioni di nemici che
non esistono. E dando credito alla teoria di un giornalista. Mi spiace
per i pirati che si trovano loro malgrado in questa situazione
kafkiana». Alla base degli screzi tra Grillo e Favia, una dichiarazione
del consigliere emiliano in un «fuorionda» in cui Favia accusava il
leader del M5s di gestire il movimento in maniera non democratica. Poi
nei giorni successivi Favia e Tavolazzi hanno organizzato un incontro a
Reggio Emilia per discutere con gli esponenti del Partito pirata
l'introduzione di LiquidFeedback nel M5s, piattaforma già usata
proprio dai pirati per prendere le decisioni interne e per selezionare i
candidati in maniera più trasparente. Il gesto non deve essere piaciuto
a Grillo che sta ancora valutando con il suo consulente Gianroberto
Casaleggio se estendere LiquidFeedback, già in uso nel movimento a
Bergamo e in Sicilia, al resto di Italia. Ed ecco spiegata la decisione
di sbarrare la strada ad eventuali scissioni e alleanze con altri gruppi
di opinione in rete.
Il post di Favia poi cancellato
IN ATTESA DI ROMA - La rottura
tra Grillo e Favia, insomma, sembra davvero definitiva. Ma Favia
ribadisce di non essere intenzionato a lasciare il movimento e a fare
scissioni. Salvo però il diritto di continuare a dire la sua sulle
scelte del suo leader. Così in un secondo post su Facebook Favia esprime
fastidio verso Grillo per avere «legittimato un'accusa nei miei
confronti che ritengo ingiusta» e cioè di aver cercato in qualche modo
di spaccare il movimento cercando l'appoggio esterno dei Pirati,
paladini della democrazia online. Sia quel sia, l'attesa nel M5s è alta:
bisogna ancora decidere chi correrà per i seggi a Roma. Ed è su questo
fronte che si gioca la prossima partita del movimento grillino.
18 ottobre 2012 | 23:25
Fonte: Corriere.it
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Grillo registra 'i Pirati'
di Fabio ChiusiZitto zitto, il comico genovese si è comprato il marchio di un possibile gruppo concorrente. Obiettivo probabile: evitare che i dissidenti guidati da Favia potessero usare quel simbolo
(18 ottobre 2012)
I «Pirati a Cinque Stelle»? Sono di Beppe Grillo, non della sua
fronda interna. Cioè di quel gruppo di attivisti, i cui nomi più in
vista sono quelli del consigliere regionale Giovanni Favia e
dell'epurato per eccellenza, Valentino Tavolazzi, che ha criticato
il comico per la mancanza di democrazia interna al MoVimento 5
Stelle. Lo certifica l'Ufficio Italiano Marchi e Brevetti. In cui
si legge che il 15 ottobre 2012 il richiedente Giuseppe Grillo,
Genova, ha registrato un simbolo con le cinque stelle del MoVimento
e la scritta «Pirati». Per farne cosa? Dal punto di vista legale,
«pubblicità, gestione di affari commerciali, amministrazione
commerciale, lavori di ufficio, ricerche di mercato; ma anche
«educazione, formazione, divertimento, attività sportive e
culturali». Oltre che «servizi resi in campo politico, civio e
sociale».
Ma è la spiegazione politica, a essere maggiormente significativa. Il 26 settembre l'Huffington Post Italia, infatti, aveva dato notizia di un «movimento degli 'scontenti' di Grillo che non vogliono separarsi dal capo ma puntano ad 'allargare Grillo'». Ossia, contrastare la gestione Grillo-Casaleggio importando gli strumenti di «democrazia liquida», cioè di decisione dal basso, utilizzati dai Pirati tedeschi. Su tutti, la piattaforma open source Liquid Feedback – già utilizzata per la stesura del programma del M5S Sicilia per le elezioni nell'Isola e in fase di test in molte altre realtà locali – da Ferrara a Bergamo, da Genova a Roma. Un modo per non attendere che il duo cali dall'alto la piattaforma per decidere candidature e dettagli del programma, che lo stesso Casaleggio ha promesso – dopo svariate sollecitazioni - per fine anno.
Nome del gruppo di «dissidenti»? Secondo l'Huffington Post, proprio quel «Pirati a Cinque Stelle» registrato da Grillo neanche tre settimane più tardi. E dopo che la questione del rapporto con i Pirati aveva suscitato un ennesima polemica tra fedelissimi e presenti a un incontro-lezione tenutosi a Ferrara sull'uso della piattaforma di «democrazia liquida». Una coincidenza o un tentativo di togliere il suolo da sotto i piedi dei frondisti? Come di consueto, da Casaleggio Associati c'è una sola risposta: «Nessuna dichiarazione».
Nel frattempo, in vista delle politiche qualcosa si muove. In diverse regioni lo staff ha chiesto ai militanti di organizzarsi per raccogliere e comunicare a strettissimo giro i nominativi dei delegati di lista, cioè coloro che dovranno materialmente portare in tribunale tutta la documentazione necessaria per partecipare alle elezioni. Un ruolo burocratico, in altre parole. Ma che non ha mancato di suscitare qualche polemica. In Campania, per esempio, all'annuncio su Facebook di Roberto Fico, ex candidato sindaco di Napoli del MoVimento, si è scatenato un lunghissimo thread di polemiche.
La struttura del social network non aiuta, certo, ma i temi della discussione sono indicativi di che aria tiri nel MoVimento. Per esempio, non è mancato chi gli abbia chiesto: «Come fai a contattare lo staff con tanta facilità a differenza di migliaia di attivisti che non ci riescono affatto?» E non sono mancate lamentele sui tempi “ rapidi, da un giorno all'altro “ per la decisione e le sue modalità («qualcuno pensa di poter decidere per tutti»). Anche lo stesso Favia, su Facebook, è intervenuto per precisare che lui, della richiesta di nomi in Emilia-Romagna, non sa nulla: «Non so se dalla Casaleggio abbiano telefonato a qualcuno in particolare nella nostra regione e non so se questo qualcuno abbia avuto il buon senso di condividere con trasparenza l'informazione, come hanno fatto in Campania. Spero almeno che non abbia fornito i nomi senza dirlo a nessuno. Sarebbe contrario alle prassi ed ai principi del movimento, per una scelta, seppur tecnica, ma che coinvolge tutta la regione». Pensando che manca ancora tutta la discussione su come dovranno essere composte, quelle liste, e su chi dovrà farne parte, c'è da giurare che ulteriori dibattiti ?€“ anche molto più aspri - non mancheranno.
L'obiettivo è scongiurare che «degli Scilipoti», secondo la definizione data dallo stesso Grillo, si infiltrino nel MoVimento approfittando della confusione. A caccia di poltrone, naturalmente. Dice un attivista piemontese all'Espresso: «Ai nostri eletti arrivano in continuazione mail e cv dal nulla in cui perfetti ignoti si propongono per Roma». Senza regole chiare su come identificarli, sono in molti a pensare che almeno alcuni abbiano buone chance di successo.
Ma è la spiegazione politica, a essere maggiormente significativa. Il 26 settembre l'Huffington Post Italia, infatti, aveva dato notizia di un «movimento degli 'scontenti' di Grillo che non vogliono separarsi dal capo ma puntano ad 'allargare Grillo'». Ossia, contrastare la gestione Grillo-Casaleggio importando gli strumenti di «democrazia liquida», cioè di decisione dal basso, utilizzati dai Pirati tedeschi. Su tutti, la piattaforma open source Liquid Feedback – già utilizzata per la stesura del programma del M5S Sicilia per le elezioni nell'Isola e in fase di test in molte altre realtà locali – da Ferrara a Bergamo, da Genova a Roma. Un modo per non attendere che il duo cali dall'alto la piattaforma per decidere candidature e dettagli del programma, che lo stesso Casaleggio ha promesso – dopo svariate sollecitazioni - per fine anno.
Nome del gruppo di «dissidenti»? Secondo l'Huffington Post, proprio quel «Pirati a Cinque Stelle» registrato da Grillo neanche tre settimane più tardi. E dopo che la questione del rapporto con i Pirati aveva suscitato un ennesima polemica tra fedelissimi e presenti a un incontro-lezione tenutosi a Ferrara sull'uso della piattaforma di «democrazia liquida». Una coincidenza o un tentativo di togliere il suolo da sotto i piedi dei frondisti? Come di consueto, da Casaleggio Associati c'è una sola risposta: «Nessuna dichiarazione».
Nel frattempo, in vista delle politiche qualcosa si muove. In diverse regioni lo staff ha chiesto ai militanti di organizzarsi per raccogliere e comunicare a strettissimo giro i nominativi dei delegati di lista, cioè coloro che dovranno materialmente portare in tribunale tutta la documentazione necessaria per partecipare alle elezioni. Un ruolo burocratico, in altre parole. Ma che non ha mancato di suscitare qualche polemica. In Campania, per esempio, all'annuncio su Facebook di Roberto Fico, ex candidato sindaco di Napoli del MoVimento, si è scatenato un lunghissimo thread di polemiche.
La struttura del social network non aiuta, certo, ma i temi della discussione sono indicativi di che aria tiri nel MoVimento. Per esempio, non è mancato chi gli abbia chiesto: «Come fai a contattare lo staff con tanta facilità a differenza di migliaia di attivisti che non ci riescono affatto?» E non sono mancate lamentele sui tempi “ rapidi, da un giorno all'altro “ per la decisione e le sue modalità («qualcuno pensa di poter decidere per tutti»). Anche lo stesso Favia, su Facebook, è intervenuto per precisare che lui, della richiesta di nomi in Emilia-Romagna, non sa nulla: «Non so se dalla Casaleggio abbiano telefonato a qualcuno in particolare nella nostra regione e non so se questo qualcuno abbia avuto il buon senso di condividere con trasparenza l'informazione, come hanno fatto in Campania. Spero almeno che non abbia fornito i nomi senza dirlo a nessuno. Sarebbe contrario alle prassi ed ai principi del movimento, per una scelta, seppur tecnica, ma che coinvolge tutta la regione». Pensando che manca ancora tutta la discussione su come dovranno essere composte, quelle liste, e su chi dovrà farne parte, c'è da giurare che ulteriori dibattiti ?€“ anche molto più aspri - non mancheranno.
L'obiettivo è scongiurare che «degli Scilipoti», secondo la definizione data dallo stesso Grillo, si infiltrino nel MoVimento approfittando della confusione. A caccia di poltrone, naturalmente. Dice un attivista piemontese all'Espresso: «Ai nostri eletti arrivano in continuazione mail e cv dal nulla in cui perfetti ignoti si propongono per Roma». Senza regole chiare su come identificarli, sono in molti a pensare che almeno alcuni abbiano buone chance di successo.
Fonte: Espresso
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Favia, la "paranoia" di Grillo e Casaleggio
- Pubblicato Venerdì, 19 Ottobre 2012
- Ermes Antonucci
Le traversate a nuoto stile Mao Tse-tung di Beppe Grillo, nel pieno
della campagna elettorale in Sicilia, non sembrano allontanare le
polemiche interne, incentrate soprattutto sull’assenza di democrazia e
trasparenza nel Movimento 5 Stelle. A tornare all’attacco è stato Giovanni Favia, consigliere regionale M5S in Emilia-Romagna e ormai noto capofila, assieme a Valentino Tavolazzi, della corrente dei delusi nel movimento.
Al centro dello scontro, questa volta, la preparazione delle liste elettorali
in vista delle prossime politiche: “Sembra quasi che parlare delle
nazionali sia un tabù – scrive il consigliere sulla sua pagina Facebook
–. Siamo in un ritardo pazzesco. Perchè abbiamo sprecato tutto questo
tempo? Le comunali di solito iniziamo a prepararle un anno prima,
confrontandoci sul metodo ed ascoltando i cittadini ed i risultati non
sono mancati. Queste elezioni sono molto più grosse”.
Poi, una nuova frecciata a Gianroberto Casaleggio,
l’eminenza grigia del Movimento: “Ho ricevuto informazione che lo staff
sta preparando i delegati di lista per presentare, collegio per
collegio, il Movimento 5 stelle alle elezioni nazionali. Non so se dalla
Casaleggio abbiano telefonato a qualcuno in particolare nella nostra
regione e non so se questo qualcuno abbia avuto il buon senso di
condividere con trasparenza l’informazione, come hanno fatto in
Campania. Spero almeno che non abbia fornito i nomi senza dirlo a
nessuno. Sarebbe contrario alle prassi ed ai principi del movimento, per
una scelta, seppur tecnica, ma che coinvolge tutta la regione”.
“Lo staff – prosegue Favia – ha chiesto di avere i due nomi nell’arco di una giornata. Non capisco tutta questa fretta, quando si è dormito per mesi.
Le liste dovranno essere pronte per il 7 febbraio. Non si scherza e la
sottovalutazione del tema organizzativo abbiamo visto cos’ha portato nel
referendum del vday 2. Centinai di migliaia di firme e uno sforzo
incredibile dei gruppi territoriali, per buttare tutto nel water, e
questa volta non per colpa del parlamento”.
La conclusione è indirizzata ancora ai vertici del Movimento: “Questo
paese in queste elezioni si gioca tutto e noi dobbiamo fare ogni passo
con la massima attenzione e confronto, ma soprattutto con trasparenza e senza canali di comunicazione privilegiati stile partituncolo”.
È di ieri invece la notizia per la quale l’ex comico genovese avrebbe
registrato un simbolo con le cinque stelle del Movimento e la scritta “Pirati”.
La mossa di Grillo sarebbe orientata a scongiurare il rischio che nasca
un movimento degli scontenti, con Favia e Tavolazzi in testa, che punti
a riformare l’intero M5S a partire dall’utilizzo di strumenti di
partecipazione diretta, come il Liquid Feedback dei Pirati tedeschi.
Una scelta che non è andata giù a Giovanni Favia, che sempre su
Facebook aveva dato del paranoico a Grillo in un post poi
misteriosamente cancellato: “La paranoia fa brutti scherzi,
avendo visioni di nemici che non esistono. E dando credito alla teoria
di un giornalista…Mi spiace per i pirati che si trovano loro malgrado in
questa situazione kafkiana”.
Per la cronaca, il Partito Pirata, ispiratore del Movimento grillino, starebbe perdendo
molti consensi in Germania (passando dal 12 al 5%) e rischierebbe così
di non superare la soglia si sbarramento. Oltre ai malumori interni
anche questo, forse, rappresenta un allarme per Grillo.
Fonte: Agenzia Radicale
#3 2012-10-19 16:34
[Che Grillo voglia inondare i supermercati italiani di prodotti dio-logici marcati Movimento 5 Stelle e Pirati 5 stelle?]
#4 2012-10-19 16:49
Ha ragione Favia! Grillo
e Caleggio lo sanno che devono raccogliere 220mila firme in pochi mesi e
d'inverno? Faranno finta di niente come quando hanno fallito la
raccolta firme per le proposte di legge
http://www.corriere.it/politica/08_novembre_11/firme_referendum_grillo_3dadb2b0-b004-11dd-981c-00144f02aabc.shtml
O come quando abbiamo perso i due consiglieri regionali in molise perchè non c'erano le firme su Isernia?
http://www.corriere.it/politica/08_novembre_11/firme_referendum_grillo_3dadb2b0-b004-11dd-981c-00144f02aabc.shtml
O come quando abbiamo perso i due consiglieri regionali in molise perchè non c'erano le firme su Isernia?
Infatti il non partito di grillo e il suo non statuto non esistono! nessuno al ministero gli accetterà mai il simbolo ahahahah