Cosa non si fa per prendere voti, si calpestano anche vecchie amicizie e alleanze.
Di seguito la replica di un sostenitore dei Forconi.
sabato 27 ottobre 2012
LA SCIVOLATA DI GRILLO, I FORCONI E LO TSUNAMI SICILIANO
Siciliani nemici dei siciliani
di Daniela Di Marco
Ieri,
giorno di chiusura della campagna elettorale, in Sicilia sono andati in
scena i big della politica. La parata è iniziata con il segretario
nazionale del Pdl Angelino Alfano, a sostegno di Nello Musumeci; il
leader dell’Udc Pierferdinando Casini a Enna, Caltanissetta e Agrigento,
insieme al segretario regionale del partito Gianpiero D’Alia a sostegno
del candidato Rosario Crocetta.
Il
leader Idv Antonio Di Pietro, che sostiene la candidata Giovanna
Marano, in mattinata era a Messina. Nel pomeriggio Dario Franceschini
(Pd) ha tenuto la sua conferenza stampa a Palermo. Il leader di Fli e
presidente della Camera Gianfranco Fini, è stato a Palermo e Trapani per
sostenere Gianfranco Miccichè. Dulcis in fundo, di sera hanno sfilato a
Palermo il leader dei Verdi Angelo Bonelli e il segretario nazionale
del Prc, Paolo Ferrero, per sostenere la candidata Giovanna Marano.
Grillo ha chiuso in bellezza, con la sua ormai consueta piazza piena, a Caltanissetta, città natale di Giancarlo Cancelleri. Ed è il M5S che, secondo i sondaggi, intercetterà i voti di protesta di un popolo giunto allo stremo. L’ex comico ha conquistato l’intera isola, ha sedotto tutti con l’ironia, la forza di colpire nelle piaghe putride un sistema in declino. Non ha salvato nessuno. Parole dure contro le politiche di Monti, contro la corruzione dei partiti, contro l’arrendevolezza e il fatalismo dei siciliani stessi, contro il voto di scambio. Una continua esortazione ad osare, ad avere il coraggio, una buona volta, di servirsi della democrazia per un cambio radicale.
Ma ha commesso un errore, Grillo, che non è sfuggito a nessuno, soprattutto ai media, che forse ne hanno approfittato per ricamarci sopra. Una sua dichiarazione ha fatto il giro della rete, a partire da una notizia dell’Adnkronos, ripresa poi da La Repubblica, che riportiamo:
«Catania, 24 ott. - (Adnkronos) – “I forconi? L'ultima spiaggia. Io ho parlato con loro, cosa fanno? I pescatori, i pastori e gli agricoltori e dicono 'andiamo a Roma'. Arrivano la' e poi cosa fanno? Si picchiano con i poliziotti che non hanno la benzina per le volanti e guadagnano 1.200 euro al mese e sono poveracci come loro. E' una guerra che rimane li”. Lo ha detto il leader del M5S Beppe Grillo a margine di un incontro nella Masseria Grimaldi a Catania. (24 ottobre 2012 ore 20.48)»
Perché questo attacco? Grillo ha voluto prendere le distanze? Molto strano. Che i Forconi fossero pescatori, pastori e agricoltori il M5S lo sapeva sin dall’inizio, fin da quando a gennaio scesero in strada, fecero i blocchi e portarono 10 mila siciliani per le strade di Palermo, catalizzatori di una vera rabbia sociale, esplosa finalmente, uscita allo scoperto. Lo sapeva tanto bene Grillo chi erano i Forconi, cosa rappresentavano, quali istanze portavano avanti, che, unico fra gli asserviti del sistema, ebbe parole di apprezzamento e solidarietà. Diede spazio al movimento dalle pagine del suo blog, mentre la sua base nell’isola, lasciava internet, blog, post e commenti, per scendere in strada accanto ai Forconi, compreso l’uomo che ora ha candidato alla presidenza della regione, Giancarlo Cancelleri.
Come
si spiegano allora, queste parole? Per meschini interessi elettorali di bottega?
Per accaparrarsi tutti i voti di protesta, anche quelli dei poliziotti, presentandosi
come l’unica e sola alternativa possibile al marciume del palazzo? E’ stata una
caduta di stile, peggio, un gesto vile. E cosa c’entrano, poi, gli scontri con
i poliziotti? A dispetto delle proditorie allusioni di Grillo, i Forconi non
sono black block. Non hanno mai cercato lo scontro per lo scontro. Il 25 gennaio
scorso nessun incidente si è verificato per le vie palermitane. Neppure ve ne
sono stati durante la fatidica settimana che ha paralizzato il paese, né
durante il blocco dello stretto di Messina, né durante l’occupazione di Palazzo
dei Normanni. Eventi straordinari,
perfettamente organizzati da uomini con un grande senso di responsabilità, e
determinazione ancora più grande, tale da causare la massima cautela dello
stato e il conseguente ostracismo dei media. E se i Forconi ora ripetono che è
necessario “andare a Roma”, non è certo per fare a botte, ma per cercare
un’eco, per costringere i media ad occuparsi di loro. Per far sapere all’Italia
che esiste ancora chi alza la testa e si ribella per tenere alta la propria
dignità, per dimostrare che il tempo del silenzio è terminato e la lotta paga.
Grillo ha chiuso in bellezza, con la sua ormai consueta piazza piena, a Caltanissetta, città natale di Giancarlo Cancelleri. Ed è il M5S che, secondo i sondaggi, intercetterà i voti di protesta di un popolo giunto allo stremo. L’ex comico ha conquistato l’intera isola, ha sedotto tutti con l’ironia, la forza di colpire nelle piaghe putride un sistema in declino. Non ha salvato nessuno. Parole dure contro le politiche di Monti, contro la corruzione dei partiti, contro l’arrendevolezza e il fatalismo dei siciliani stessi, contro il voto di scambio. Una continua esortazione ad osare, ad avere il coraggio, una buona volta, di servirsi della democrazia per un cambio radicale.
Ma ha commesso un errore, Grillo, che non è sfuggito a nessuno, soprattutto ai media, che forse ne hanno approfittato per ricamarci sopra. Una sua dichiarazione ha fatto il giro della rete, a partire da una notizia dell’Adnkronos, ripresa poi da La Repubblica, che riportiamo:
«Catania, 24 ott. - (Adnkronos) – “I forconi? L'ultima spiaggia. Io ho parlato con loro, cosa fanno? I pescatori, i pastori e gli agricoltori e dicono 'andiamo a Roma'. Arrivano la' e poi cosa fanno? Si picchiano con i poliziotti che non hanno la benzina per le volanti e guadagnano 1.200 euro al mese e sono poveracci come loro. E' una guerra che rimane li”. Lo ha detto il leader del M5S Beppe Grillo a margine di un incontro nella Masseria Grimaldi a Catania. (24 ottobre 2012 ore 20.48)»
Perché questo attacco? Grillo ha voluto prendere le distanze? Molto strano. Che i Forconi fossero pescatori, pastori e agricoltori il M5S lo sapeva sin dall’inizio, fin da quando a gennaio scesero in strada, fecero i blocchi e portarono 10 mila siciliani per le strade di Palermo, catalizzatori di una vera rabbia sociale, esplosa finalmente, uscita allo scoperto. Lo sapeva tanto bene Grillo chi erano i Forconi, cosa rappresentavano, quali istanze portavano avanti, che, unico fra gli asserviti del sistema, ebbe parole di apprezzamento e solidarietà. Diede spazio al movimento dalle pagine del suo blog, mentre la sua base nell’isola, lasciava internet, blog, post e commenti, per scendere in strada accanto ai Forconi, compreso l’uomo che ora ha candidato alla presidenza della regione, Giancarlo Cancelleri.
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G. Cancelleri con i Forconi, durante la trasmissione Servizio Pubblico |
Grillo
ha iniziato a fare differenza fra poliziotti, pastori e agricoltori? Ci
sono lavoratori di serie A e di serie B? Errore gravissimo. Grillo
sapeva chi sono i Forconi, sa benissimo che questi non si sono mai
permessi di avanzare delle critiche verso i grillini, sa benissimo che
con le azioni e non con le parole si sono fatti avanti e si sono imposti
agli occhi del popolo, in prima persona, senza guardie del corpo a
protezione, sporcandosi le mani, investendo tutto.
E’ questa la differenza abissale che separa Grillo e i suoi dai Forconi. Il M5S è comunque nato dal virtuale, grazie alla rete, i grillini non sono altro che piccolo borghesi, sicuramente onesti, con ottime intenzioni, ma, in fondo in fondo, lontani dalle vere sofferenze degli strati sociali più bassi, quelli veramente affamati, quelli vessati, spompati, finiti dalla crisi e dalle “cure” adottate per tenere in vita un sistema destinato comunque a saltare per aria. I grillini anche quando sono precari, hanno le spalle coperte, dai genitori, da qualche rendita, da qualche proprietà, i Forconi hanno le spalle al muro. Ecco perché rappresentano la protesta sociale più vera, il malessere più profondo. Sono voce di popolo che si alza, che inizia a farsi sentire.
A
quelli che continuano a guardare con sospetto questi Forconi, a quelli
che li accusano di avere affamato l’isola con la loro protesta, di aver
permesso che si svuotassero i supermercati, che mancasse la benzina, che
si paralizzassero le strade, mi sento di dire che non hanno il diritto
di criticare, né, soprattutto, di lamentarsi, se la situazione prende
una brutta piega. E’ meglio non avere benzina per una settimana o
pagarla più di 2 € al litro, nonostante le nostre raffinerie? Meglio i
negozi vuoti per una settimana o pagare a caro prezzo prodotti importati
chi sa da dove, lasciando a marcire la nostra frutta, i nostri ortaggi?
Come si possono avere parole di disprezzo verso chi porta alla luce le
piaghe del paese e del sistema? Verso padri di famiglia senza lavoro,
che crescono figli senza futuro? E’ proprio vero il detto siciliano “U
saziu nun crid’u dijunu”.
Forse queste elezioni si riveleranno una farsa. Forse continueranno a governare quelli che lo hanno fatto fino ad oggi. L’astensione, secondo i sondaggi, è ancora sopra il 40%, chi vincerà non avrà una maggioranza sufficiente, e partiranno subito le alleanze, su cui già sono scoppiati piccoli scandali e polemiche. Intanto l’Italia guarda con ansia a questo esito, osserva il suo laboratorio politico, la Sicilia, in cui verranno sperimentati i nuovi equilibri di potere nazionali in vista delle politiche della prossima primavera.
Dovrebbe
essere chiaro che il vero voto di protesta è quello dato ai Forconi.
Che ci sia almeno questa consapevolezza. Mi auguro che i siciliani
questa volta non votino a loro discapito, che si ricordino dove erano e
con chi, nei mesi di lotta passati. Ciò che conta, comunque, a
prescindere dall’esito del voto, è che i Forconi sono pronti e guardano
al dopo elezioni. Vogliono fare la rivoluzione dentro il palazzo, ma
possono farla solo se non vengono lasciati soli, se il popolo di gennaio
è con loro. Ferro ha più volte dichiarato che il 25 gennaio 2013 è già
pronto. Arrivi presto, in troppi lo stanno aspettando.
E’ questa la differenza abissale che separa Grillo e i suoi dai Forconi. Il M5S è comunque nato dal virtuale, grazie alla rete, i grillini non sono altro che piccolo borghesi, sicuramente onesti, con ottime intenzioni, ma, in fondo in fondo, lontani dalle vere sofferenze degli strati sociali più bassi, quelli veramente affamati, quelli vessati, spompati, finiti dalla crisi e dalle “cure” adottate per tenere in vita un sistema destinato comunque a saltare per aria. I grillini anche quando sono precari, hanno le spalle coperte, dai genitori, da qualche rendita, da qualche proprietà, i Forconi hanno le spalle al muro. Ecco perché rappresentano la protesta sociale più vera, il malessere più profondo. Sono voce di popolo che si alza, che inizia a farsi sentire.
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Il Popolo de I Forconi |
Forse queste elezioni si riveleranno una farsa. Forse continueranno a governare quelli che lo hanno fatto fino ad oggi. L’astensione, secondo i sondaggi, è ancora sopra il 40%, chi vincerà non avrà una maggioranza sufficiente, e partiranno subito le alleanze, su cui già sono scoppiati piccoli scandali e polemiche. Intanto l’Italia guarda con ansia a questo esito, osserva il suo laboratorio politico, la Sicilia, in cui verranno sperimentati i nuovi equilibri di potere nazionali in vista delle politiche della prossima primavera.
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Un momento della partecipatissima protesta dei Forconi, Palermo 25 gennaio 2012 |
Fonte: Sollevazione