luglio 14, 2012
Chiara Sirianni
La sesta stella aggiunta dal gruppo di Cento alle cinque di Grillo, che li ha epurati mesi fa, è quella della coerenza. «Non ci fermiamo per una imposizione venuta dall’alto».

All’origine della rottura,
ancora una volta, quel Valentino Tavolazzi
“epurato” per avere invocato un po’ di trasparenza in più. Figura nota e
stimata in Emilia-Romagna, ha ricevuto il sostegno di molti, fra cui
quello degli attivisti centesi. Risultato? Fuori dai giochi anche loro
per volere di Grillo, diffidati dall’uso del simbolo con tanto di
scomunica in carta intestata. La colpa è quella di essersi «azzardati,
attraverso un gesto simbolico, a chiedere una spiegazione
sull’espulsione di uno di noi, uno del Movimento 5 Stelle (stimato da
tanti attivisti e tanti eletti) con conseguente allontanamento di tutto
il “suo” gruppo di Ferrara. Il tutto è successo avvalendosi, come in una
“questione di mercato”, della proprietà di un marchio esprimendo la
volontà di gestire dei “credo”, delle idee, delle persone ed un intero
movimento semplicemente mediante una società di strategie di rete e
marketing con sede a Milano: la Casaleggio Associati».
Dopo il diktat di Grillo si erano presentati,
finora, come ex Movimento Cinque Stelle di Cento. Poi la decisione di
fare un passo ulteriore, di «indossare un altro vestito». Cento in
Movimento. «Cento, perché è sul territorio che bisogna lavorare. In
Movimento, perché siamo nel MoVimento e la vera politica si fa lavorando
in piazza, senza delegare gli altri. 6 Stelle, perché la sesta stella è
quella della coerenza. La coerenza di non fermarci solo per
un’imposizione venuta dall’alto senza nessuna consultazione democratica e
decisione deliberata dalla “base”», spiegano i centesi. Che concludono:
«Crediamo fermamente in una politica di democrazia partecipata come
quella in cui confidiamo noi, attivisti del MoVimento 5 Stelle
attraverso i suoi princìpi fondamentali, e non attraverso le parole di
un singolo personaggio e le strategie decisionali di una società
milanese».
Del resto lo aveva spiegato lo stesso Tavolazzi,
lamentando i messaggi del blog dell’ex comico e le azioni dello staff
«da cui provengono spinte incomprensibili, che spesso non riesco a
capire, e non sono il solo. Il dissenso interno è sacrosanto, ma lo si
può esprimere in molti modi. Non c’è bisogno di farlo pubblicamente, su
un blog popolare. Perché a quel punto diventa un problema
mediaticamente. Io, Progetto per Ferrara e il gruppo M5S di Cento fino a
prova contraria facciamo parte del Movimento. E nessun post di nessun
blog può modificare questa realtà. Il Movimento non è un simbolo. È
carne e ossa, cervello e impegno di chi ci crede e di chi ci lavora con
spirito di servizio. Non è proprietà di nessuno. Nemmeno della
Casaleggio Associati».
Fonte: Tempi.it
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Nasce il Movimento 6 Stelle
Il gruppo di Cento va oltre l’espulsione di Grillo

Cento. Cento, in Movimento, 6 Stelle,
UnoValeUno. Questi sono i caratteri che distingueranno d’ora in poi il
simbolo di riferimento delle “5 Stelle” nella città del Guercino. Dopo
l’espulsione decretata da Beppe Grillo per aver osato difendere
Valentino Tavolazzi (vai all’articolo),
gli ex grillini centesi si danno un nuovo nome di battaglia. Precisando
che “non siamo una lista “civetta” che vuole approfittare del momento,
come faranno in tanti o peggio, ispirati da meri obiettivi di interesse
personale per creare chissà cosa”. Ma si tratta, invece, di “cittadini
ed attivisti del MoVimento 5 Stelle, diffidati quattro mesi fa da Beppe
Grillo, all’uso del simbolo ed ancora oggi non ne conosciamo il motivo”.
La colpa era stata quella di essersi
“azzardati, attraverso un gesto simbolico, a chiedere una spiegazione
sull’espulsione di uno di noi, uno del Movimento 5 Stelle (stimato da
tanti attivisti e tanti eletti) con conseguente allontanamento di tutto
il “suo” gruppo di Ferrara. Il tutto è successo avvalendosi, come in una
“questione di mercato”, della proprietà di un marchio esprimendo la
volontà di gestire dei “credo”, delle idee, delle persone ed un intero
movimento semplicemente mediante una società di strategie di rete e
marketing con sede a Milano: la Casaleggio Associati”.
Di qui la virata netta dei centesi, che
rivendicano “convinzioni di un volontariato civico-sociale troppo
radicate: rinnegare questa politica partitica che ormai è alla frutta,
fatta da persone che pensano solo ai propri interessi che hanno portato
il nostro paese alla più grande disparità generazionale mai vista ed
alla deriva economica”.
Fino ad oggi, dopo il diktat del loro
leader, i Cinque stelle del Guercino si erano presentati come “Ex
MoVimento 5 Stelle di Cento”. Ma “la situazione impostaci ed ispirata
alla filosofia maoista “Colpirne uno per educarne cento” ripreso poi
dalle Brigate Rosse italiane, rende oramai non più accettabile questa
formula. Tutto questo di conseguenza, ci ha portato ad indossare un
altro “vestito”: Cento in Movimento. Cento, perché è sul territorio che
bisogna lavorare. In Movimento, perché siamo nel MoVimento e la vera
politica si fa lavorando in piazza, senza delegare gli altri. 6 Stelle,
perché la sesta stella è quella della coerenza. La coerenza di non
fermarci solo per un’imposizione venuta dall’alto senza nessuna
consultazione democratica e decisione deliberata dalla “base”. La
coerenza di fare politica senza nessuna mira personale, come deve essere
fatta da un qualsiasi appartenente al Movimento 5 Stelle. La coerenza
dell’UnoValeUno”.
Il tutto si esemplifica attraverso un
nuovo logo, dove compare una stella in più e il motto che quantomeno
fino a quattro mesi fa doveva valere per il Movimento di Grillo: “Uno
vale uno”. “Crediamo fermamente – concludono gli attivisti centesi – in
una politica di democrazia partecipata come quella in cui confidiamo
noi, attivisti del MoVimento 5 Stelle attraverso i suoi princìpi
fondamentali, e non attraverso le parole di un singolo personaggio e le
strategie decisionali di una società milanese”.
Fonte: Estense.com