domenica 8 luglio 2012

Beppe Grillo, discepolo del fascista Giacinto Auriti e sostenitore della bufala del signoraggio

Chi era Giacinto Auriti

Giacinto Auriti, famoso sostenitore della bufala del signoraggio (vedi qui, qui, qui, qui, qui e qui), durante la sua vita diffuse false teorie economiche e monetarie senza aver mai compiuto studi di teoria economica ma partendo dagli argomenti trattati dal poeta statunitense Ezra Pound (Grande poeta del secolo scorso, anch'esso non aveva mai compiuto studi di teoria economica. Il suo forte antiebraismo lo portò a sostenere i regimi fascista e nazista durante il ventennio fascista e la Seconda Guerra Mondiale).

Di idee reazionarie e fasciste, nel 2004 si candidò alle elezioni del Parlamento europeo nella lista "Alternativa Sociale" di Alessandra Mussolini.
Le teorie di Auriti sulla moneta sono state del tutto ignorate dal mondo accademico all'interno del quale non godono di alcun credito, essendo esse totalmente prive di fondamento.
Nel 1998 ha collaborato con Beppe Grillo alla realizzazione dello spettacolo "Apocalisse morbida".

Da Wikipedia 

Per saperne di più: Loschi traffici tra nazifascisti 

[...] Questi personaggi fanno riferimento alle teorie di tale Giacinto Auriti, un Professore di Diritto della Navigazione che millantava in partiti dichiaratamente fascisti (sua è la celebre frase “non sono fascista perché è troppo poco”)
E' bene precisare che nessun economista ha mai appoggiato le teorie economiche dello storico sostenitore della truffa. Precisiamo inoltre che non insegnò mai economia né mai intraprese studi economici. Infatti, non ha mai goduto di alcun credito presso il mondo accademico. [...]

Beppe Grillo con Giacinto Auriti


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[...]
Al Teatro di Atri, nel febbraio 1997 davanti ad un pubblico serio e divertito Beppe Grillo per la prima volta si esibì con lo spettacolo sull’usura monetaria, circondato dal Professore e da autorità universitarie teramane e pubbliche autorità provinciali e regionali.[...] 

Testimonianza di Antonio Demenego nella relazione introduttiva al Convegno-Dibattito SETE di GIUSTIZIA Pescara Domenica 7 marzo 2010 

Fonte: Simec 

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Papà fa la guerra alle banche e Grillo è la sua "arma letale"

Le crociate anticapitalistiche del comico sono ispirate da un eccentrico economista. Che guarda caso, è il padre di una giornalista di "OGGI" 

Abbiamo "costretto" la nostra Michela Auriti a intervistare il suo sorprendente genitore. Ha un progetto "pazzesco": togliere la proprietà della moneta alla Banca d'Italia e darla ai cittadini -Beppe è il mio miglior allievo-, dice il professore -. L'ultima "follia" : la lira del Giubileo - di Michela Auriti – 
Roma, marzo tutto è cominciato un paio di settimane fa, quando una i collega mi ha messo sotto il naso l'articolo di un quotidiano. Mezza pagina con al centro la foto di un uomo che riconoscerei tra mille, faccia onesta e sorriso aperto, l'abito grigio rigato e il gilet: mio padre !
Il titolo dell'intervista strilla : << Beppe Grillo è il mio profeta >> e l'occhiello aggiunge : << C’ è un intellettuale di destra, l'economista eretico Giacinto Auriti, dietro il nuovo corso dello showman genovese >>.

Segue un’ intervista a mio padre sulle sue stravaganti teorie monetarie e, a fianco, le dichiarazioni del comico genovese che si dice << suo discepolo >>
e afferma che << i discorsi di Auriti dovrebbe farli una sinistra vera, se esistesse >>. 

Ora io so, e da molti anni, che mio padre è un tipo originale: professore universitario a Roma e poi a Teramo, candidato nelle liste del Movimento sociale nel '72 e prima ancora trascinatore di folle nel suo paese in Abruzzo, Guardiagrele, dove da giovane girava su una Seicento col megafono e faceva proseliti per il suo partito. Papà oggi ha 75 anni (ma ne dimostra dieci di meno) e un entusiasmo invidiabile anche per un trentenne produce vino e latticini nella sua campagna ai piedi della Maiella, insegna ancora agli studenti e soprattutto ha un chiodo fisso, la lotta alle banche. Chiunque lo incontri, dopo pochi minuti di convenevoli (anche perché papa è uno che taglia corto e parla diretto), viene travolto dall'esposizione di un progetto folle : togliere la proprietà della moneta alla Banca d'Italia e darla ai cittadini. Ma come abbia fatto a indottrinare il Savonarola dei comici, questo è un mistero anche per me che sono la figlia . . .

Allora papà, cos'è questa storia ? Sul giornale leggo che sei diventato il grillo parlante di Grillo...
<<È nata poco meno di tre anni fa. Lui ha letto un mio libro sulla moneta, ha saputo che ho denunciato il governatore della Banca d'Italia per cinque reati : truffa, falso in bilancio, associazione a delinquere, usura e istigazione al suicidio. E ha detto : "Questo è talmente matto che lo devo conoscere" >>.
Poi cosa è successo ?
"È successo che dalla sua casa a Genova è venuto ad Atri, in Abruzzo, e ha partecipato a un mio convegno sulla proprietà popolare della moneta, improvvisando uno show strepitoso. Nel teatro c'erano centinaia di studenti e professori... Grillo si è entusiasmato all'idea e l'ha divulgata col suo spettacolo. Da allora siamo diventati amici : spesso ci sentiamo per telefono per scambiarci idee e opinioni. Senza di lui, le teorie della mia scuola sulla proprietà della moneta sarebbero ancora semiclandestine >>.
Scusa, papà, ma Grillo si è lasciato subito convincere o ha fatto come noi figli che ti abbiamo sempre ascoltato con un orecchio solo ?
<<No, lui ha capito subito, gli sono bastate poche parole. Perché è intelligente e ha la genialità dei genovesi. Un suo famoso concittadino diceva: "Gli affari fino a un certo punto si dimostrano, oltre un certo limite si sentono" >>.
Così hai trovato il tuo discepolo migliore...
<<Il migliore no. Ma il più brillante certamente sì. Grillo ha la capacità di semplificare le grandi verità. Gli ho fatto questo esempio: se il governatore della Banca d'Italia si mettesse a stampare moneta su un'isola deserta, le banconote non avrebbero valore perché manca la gente. Quindi la proprietà della moneta non è di chi la emette, cioè della banca, ma di chi la accetta come strumento di scambio. Invece i popoli sono stati trasformati da proprietari in debitori, espropriati e indebitati. La banca centrale, prestando il dovuto, si appropria del valore della moneta. La prova ? Sulle banconote c'è scritto : " Pagabili a vista al portatore ", ma se vado in Bankitalia, nessuno mi darà mai il corrispettivo in oro. È la più grande truffa di tutti i tempi ! >> .
E la soluzione qual è ?
<<Dare al popolo non solo la sovranità politica ma anche la sovranità monetaria, cioè la proprietà della moneta all'atto dell'emissione. Nel disegno di legge che abbiamo presentato al Senato, cinquanta parole che mi sono costate trentaquattro anni di lavoro, chiediamo che venga accreditata, dalla banca centrale allo Stato : a ogni cittadino dovrebbe essere dato un codice dei redditi sociali che serve a incassare moneta. Altrimenti non c'è democrazia ma usurocrazia. Come di questi tempi >>.
Papà, però con queste tue battaglie ci hai fatto stare sempre un po' in ansia. E prima ancora c'era la politica. Me lo ricordo, anche se avevo pochi anni: 1972, ti eri candidato alle politiche. Su un muro lungo la strada che sale alla Camilluccia, c’ era scritto: << numero 17: Auriti a morte >>.
<<Ah sì ? Non lo sapevo >>.
A casa arrivavano anche telefonate anonime, di minaccia.
<<Non mi ricordo neanche questo >>.
Papà ! Lo vedi che sei sempre vissuto nel tuo mondo ?
<<No. È che già allora avevo il presentimento dei tempi che sarebbero arrivati : se non si sostituisce alla moneta debito la moneta proprietà, le nuove generazioni non avranno altra scelta che tra il suicidio e la disperazione. Il suicidio da insolvenza, non a caso, è diventato una malattia sociale. Oggi lavoriamo per pagare i debiti e più lavoriamo più ci indebitiamo >>.

Certo che quando ti metti una cosa in testa... Noi figli ormai ci siamo abituati, ma chi non ti conosce potrebbe pensare che sei monomaniaco.
<<Il fatto è che dico cose ovvie, ma che si scontrano con tali e tanti interessi da sembrare folli. E siccome non mi rassegno, sembro anche maniaco. Però ho convinto anche molti comunisti...>>.
Già, come a Guardiagrele, dove la nostra casa è davanti alla sede dei comunisti. Com'era quella storia alla don Camillo e Peppone ?
<<Scrissi un manifesto : " Signori socialcomunisti, se volete dare la vostra proprietà allo Stato, votate falce e martello ; se volete una quota di capitale, votate per noi. Ergo : i fessi votano comunista, le persone intelligenti votano per noi ">>. 
<<Al caffé del paese, dove stavo giocando a tresette, mi raggiunse allora il capocomunista. Si chiamava Eugenio, detto " lo Zar ". Mi urlò in dialetto : "Don Giacì, io ti uccido ! M'hai dato del fesso ! ". Gli risposi : " Vedi Eugenio, al condannato a morte si deve l'ultima parola. Fammi parlare ". " E parla ", fece lui. " Eugenio, tu mi vuoi uccidere non perché ti ho detto che sei un fesso: in quel caso mi daresti uno schiaffo e così la pena sarebbe proporzionata all'offesa. Sai invece perché mi vuoi uccidere ? Perché ti ho convinto che sei un fesso ". Lo Zar, preso in contropiede, rimase senza parole. Poi ci pensò su e disse : " Mannaggia, don Giacì, c'hai ragione ". E da allora diventammo grandi amici >>.
Mio padre ha sempre saputo raccontare piccole storie che ci sembravano fantastiche. Da piccoli, per esempio, io e i miei quattro fratelli aspettavamo con ansia il Natale perché papa ci preparava con un paio di mesi d'anticipo: diceva di aver incontrato i nanetti, emissari sulla terra di Gesù Bambino, che andavano in giro per vedere se noi bambini eravamo stati buoni. Poi, la notte di Natale, i nanetti si nascondevano nel nostro giardino dove naturalmente li vedeva solo lui. << Stanno arrivando >>, ripeteva. E noi eravamo felici.
Te lo ricordi, papà ?
<<Come no ? Raccontare le favole è fondamentale >>.
[E fu così che nacque la favola del signoraggio, e Auriti il fascista giocando con le parole e sull'ignoranza delle persone convinse tutti di essere dei fessi mentre lui era il più intelligente e gli altri dovevano seguirlo (mah...sarà così bello convincersi di essere fessi e di avere la fortuna di avere un capo non-fesso?)
Il grande fascino della favola dentro la favola...]
Per punirci, ci mettevi al "cantone", cioè in piedi in un angolo della casa finché non tornavamo a chiederti scusa. E una volta, una sola, mi hai dato uno schiaffo perché ero tornata tardi a casa : avevo un fidanzatino che non ti piaceva...
<<Non era per quel motivo, ma perché dicesti una frase sulla quale reagii. Tipo: "Quando sarò grande, farò come mi pare . Avevi messo in discussione l'autorità di tuo padre, quello schiaffo tè l'eri meritato >>. 
[Una figlia dev'essere asservita al padre e succube delle sue decisioni anche da adulta. Bei pensieri l'Auriti non c'è che dire...]
A noi figli hai anche insegnato a mettere una parte dei nostri risparmi su un conto in banca comune.
"Volevo che imparaste che la vostra forza sta nell'unione".
Papà, lo sai qual è il problema ? Che hai (quasi) sempre ragione. E adesso qual è la tua prossima battaglia ?
<<Il mio sogno è la moneta dei poveri o moneta del giubileo. Vorrei che la Chiesa di Roma, secondo un principio cristiano, si sostituisse alla banca centrale stampando moneta e dandola al popolo. Così potrei dire di aver portato un po' di soldi in ogni famiglia. Ho consegnato il progetto in Vaticano, affidandolo nelle mani del cardinale Vincenzo Fagiolo. Poi ho fatto un'altra cosa >>.
Che cosa ?
<<Vedi, io so che con questa mia teoria vado a toccare l'interesse dei potenti: i padroni del denaro sono i padroni della storia, decidono l'esito delle guerre e delle nostre stesse vite. Perciò so che senza l'intervento del soprannaturale non riuscirò mai a vincere questa mia battaglia. E così mi sono ricordato di un fatto miracoloso, mentre andavo a caccia con un mio amico. Il sindaco di Chieti aveva denunciato molti politici locali per gravi irregolarità, ma niente era successo fino a quando non mise quelle denunce sulla tomba di padre Pio, a San Giovanni Rotondo : dopo una settimana, quei politici stavano tutti in galera. Perciò ho preso il progetto della moneta dei poveri e ho chiesto al mio compagno di caccia, che è un nipote del frate di Pietrelcina, di metterlo sulla tomba di padre Pio >>.

Questa è un po' come la storia della chiesetta che mio padre fece costruire. Camminava in riva al mare con mamma, quando trovò il fondo di una bottiglia con incisi tre numeri: 13, 5 e 69. Li giocò al Lotto, uscì il terno e vinse. Poi incontrò una vecchia contadina che gli disse : << Ho sognato la Madonna. Mi ha detto che con quei soldi ci devi costruire una casa per lei >>. E mio padre obbedì: oggi quella piccola chiesa con il tetto a capanna, in una frazione di campagna in provincia di Chieti, è intitolata alla Madonna di Fatima perché il 13 maggio ( 13 e 5, i primi due numeri ! ) è il giorno in cui apparve. Per ultimare la costruzione, papà si mise a giocare a poker durante le feste di Natale in paese. Vinceva sempre. << Finita la chiesa >>, racconta, << mi passò completamente la voglia di giocare. E sì che per tutta la vita sono stato un appassionato del poker...>>.

Mio padre compirà 76 anni a ottobre. Quella famosa denuncia contro il governatore della Banca d'Italia gli costò il ritiro di tutti i fidi bancari e così papà fu costretto a fermare l'azienda agricola. Naturalmente s'intestardì ancora di più nella sua lotta : oggi è sempre in giro per conferenze e convegni a divulgare le sue idee, ha collegato una serie di comuni perché battano in proprio la moneta. << Lo fanno già a Itaca e ad Halifax, negli Stati Uniti >>, dice. E il giovedì sera risponde ai telespettatori di un'emittente abruzzese, Telemax, che lo provocano su questa sua << folle >> teoria.

In più ci sono 222 siti Internet con le teorie del << Professor Giacinto Auriti >>, oltre alla proposta di un economista americano (arrivata per via telematica) che lo vuole candidato al Nobel.

Io e i miei fratelli vorremmo che si risparmiasse un po’, ma ormai non glie lo chiediamo neanche più perché papà risponde sempre allo stesso modo : << Visto che tanto devo morire, lasciatemi divertire fino all’ ultimo >> E scoppia in una delle sue belle risate. 

Michela Auriti

Fonte : pubblicato dal settimanale “ Oggi ” rubrica – DALL’ITALIA - pag. 84 del 10 marzo 1999

rif: http://www.ripari.it/simec/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=97&mode=thread&order=0&thold=0

Fonte: Sandro Pascucci 

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E a chi potevano piacere le idee-bufala e la falsa propaganda di Auriti e Beppe Grillo?
(Cosa non si fa per vendere più biglietti, raccontando frottole che facciano una gran sensazione nel pubblico..eh caro Grillo?)

SE L' EURO BATTE LA FIACCA ATTACCHIAMOCI AL SIMEC

Anche la Padania di Bossi avrà la sua moneta. Per la precisione,  ogni Comune del Nord Italia  governato dalla Lega potrà iniziare a battere la propria "local money". È stato l'onorevole Mario Borghezio a dare ieri mattina l'annuncio della imminente "rivoluzione economica", che si ispira alle teorie del professor Giacinto Auriti da Guardiagrele (Chieti); 77enne ex docente di Teoria generale del Diritto privato, nonchè " guru anticapitalista " secondo il comico Beppe Grillo.
In Padania, dice Borghezio, va riproposto l' esperienza del  Simec, la moneta privata che vale il doppio della lira e che sta spopolando come mezzo di pagamento in una decina  di comuni del parco della Maiella. È stato Auriti a inventare il Simec, "simbolo econometrico di valore indotto", applicando una teoria che gli è valsa la candidatura al Nobel da parte dell'università di Teramo (dove insegnava). Adesso la nuova moneta ha avuto anche il via libera dalla magistratura,che ha dissequestrato le banconote ritirate giorni fa dalla Finanza. 
Per un innaturale parellelismo della storia, nello stesso momento in cui parlava Borghezio, a Francoforte il megabanchiere Wim Duisemberg alzava il tasso di sconto dell'euro nel tentativo di rinvigorire la moneta unica, sempre più fiacca. Evidentemente, più che all'algido ed europeista Duisemberg, l'Obelix padano preferisce afffidare i propi soldi al ruspante Auriti. Perchè la Lega si sa non ama l'Europa. E allora Auriti sara' pure meridionale, ma come racconta lo stesso vecchio docente, <<con i Simec la gente è felice, Guardiagrele è diventata una piccola Svizzera>>. E questo a Borghezio basta.
                                                                                                                       Fabrizio Massaro

 Tratto da LIBERO   del 01-09-2000 

Fonte: Simec

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Vediamo su wikipedia cos'era la moneta privata Simec:

L'esperimento del SIMEC

Auriti nel 2000, con l' aiuto dell' allora sindaco del Partito Democratico Mario Palmerio, condusse un esperimento nella sua cittadina natale Guardiagrele emettendo il SIMEC, con lo scopo di provare le sue teorie sulla creazione di valore della moneta da parte della cittadinanza. 

L' esperimento si sviluppò in due fasi: l' avviamento servì per immettere il SIMEC negli usi della comunità quel valore indotto che lo oggettivizza come un bene reale, oggetto di proprietà del portatore diventando così una moneta parallela, la seconda consistette nella creazione di un Assessorato per il Reddito di Cittadinanza per promuovere l' iniziativa[3] che ebbe un discreto successo, perché i SIMEC erano ceduti alla pari in cambio di lire e ritirati al doppio del valore originario.  

I costi relativi furono sostenuti dallo stesso Giacinto Auriti, come solitamente avviene quando si opera seguendo lo Schema di Ponzi. In seguito ad un intervento della Guardia di Finanza su disposizione della Procura di Chieti, i SIMEC in circolazione vennero però confiscati. Questo evento fece si che lo Schema di Ponzi fosse interrotto prima di produrre i suoi effetti. Nonostante la successiva revoca del sequestro, l'esperimento fu interrotto.

Commenti da youtube:

  • Non ho ben capito come funziona il SIMEC. Io do 100 mila lire e tu mi dai 100 mila SIMEC. Poi da come è spiegato qui i SIMEC diventavano il doppio perchè valevano 2 volte la lira. Ok, come facevano a diventare il doppio? Magia?
  • Era la convenzione su cui si erano messi d'accordo molti comercianti di quel paesino.
    Secondo questa concenzione il denaro è solamente un pezzo di carta a cui si da un valore convenzionale.
    Il problema infatti veniva solamente dopo perchè se un commerciante voleva spendere i suoi soldi in un altro paese dove NON accettavano i Simec, allora doveva andare da Auriti a cambiare i SIMEC in Lire: e qui si registravano le perdite per Auriti che era quello che sosteneva i costi del progetto.

    @Ryuzakero QUESTO SIMEC è UNO SCHEMA DI PONZI FINITO BENE X FORTUNA (DI AURITI)CON UN BUCO DI POCHI MILIARDI............UNA ROBA ALLUCINANTE IL DELIRIO PIù PURO

 Dal sito Carmilla:

Giacinto Auriti ha dimostrato nella pratica la fattibilità della moneta di popolo?
Proprio il contrario.
Nel 2000 Auriti tentò di far partire una “moneta di popolo” a Guardiagrele in provincia di Chieti; questa moneta sperimentale si chiamava SIMEC. Come già spiegato, chi emette moneta può riscuotere un reddito da signoraggio, cioè la differenza tra il valore intrinseco della moneta e il valore che le viene attribuito.
Per convincere la gente di Guardiagrele ad utilizzare il SIMEC, Auriti vendeva 1 SIMEC al cambio di 1 lira, ma prometteva di riacquistare 1 SIMEC al prezzo di 2 lire. Quindi il valore intrinseco del SIMEC (costo di emissione) era 2 lire, il valore attribuito era 1 lira: il signoraggio in questo caso era negativo, pari a -1 lira per ogni SIMEC.
A queste condizioni, era facile convincere molte persone a comprare SIMEC. Comprando un milione di SIMEC si potevano guadagnare istantaneamente due milioni di lire! È abbastanza ovvio che un sistema del genere non è sostenibile; fortunatamente per Auriti, prima di andare in rovina con questo schema Ponzi al contrario l'economista della domenica venne fermato dalla Guardia di Finanza che sequestrò i SIMEC e la “zecca” (ovviamente i complottisti credono che l'esperimento sia stato fermato perché “troppo rivoluzionario”).
Come questo possa dimostrare l'efficacia della moneta di popolo, non è dato sapere.


Dal sito Signoraggioinformazionecorretta viene infine svelato in cosa consisteva la TRUFFA del Simec creato dal millantatore Giacinto Auriti :

A proposito di AURITI vi posto la discussione a cui ho partecipato su Wiki:

Lo schema Ponzi "è un modello economico di vendita truffaldino che promette forti guadagni alle vittime a patto che queste reclutino nuovi "investitori", a loro volta vittime della truffa." Credo che il Simec pur seguendo lo schema Ponzi possa essere definito tale solo in presenza di dolo, cioè di qualche denuncia, perchè altrimenti manca l'elemento più importante di questa definizione: la TRUFFA. Io possiedo 1 milione di €. Questo milione di € lo tengo come garanzia. Stampo in tutto 1 milione di Simec li scambio ed ottengo 1 milione di €. Se tutti i simec emessi mi vengono restituiti il giorno o dopo un anno dopo, io dovrò pagarli 2 milioni di €. Ho eseguito lo schema Ponzi ma non ho truffato nessuno. Definire il mio sistema un sistema Ponzi diventa quindi fuorviante in quanto si fa allusione ad una truffa che io non ho mai fatto. Visto che non sono riuscito a trovare una denuncia contro Auriti per truffa, credo che qui siamo di fronte al primo caso in cui una persona applica lo schema Ponzi a proprio danno. Io lo chiamerei "schema Auriti"--Moris Cavestro (msg) 01:49, 28 giu 2010 (CEST)


Nella frase: Il sistema sottostante ovvero, lo schema Ponzi prevedeva che il rimborso delle lire gravava sui nuovi detentori dei Simec e in assenza di sufficiente afflusso di lire dai nuovi detentori, su Auriti stesso.

grazie alle parole: " ovvero, lo schema Ponzi " si da una valenza truffaldina alle operazioni di cambio simec - lira senza aver allegato alcun riscontro di carattere giudiziario. L'assenza di reati viene addirittura ammessa implicitamente dall' autore di questa illazione in un secondo momento:

"Ordinanza di dissequestro dei Simec Tra le motivazioni scritte nell'ordinanza del tribunale di Chieti che revoca il sequestro dei Simec emessa il 30/08/2000, centrale è la spiegazione che gli atti intrapresi dal prof. Auriti non si configurerebbero in un'attività di raccolta di risparmio disciplinata dal TUB, non prevedendo alcun obbligo di rimborso. Il cambio lira-simec secondo i giudici si configura in un contratto di compravendita disciplinato all'art. 1470 c.c., che pertanto non prevede alcun rimborso come richiesto invece dall'art. 11 del TUB[1]. Emergerebbe piuttosto un effetto obbligatorio dato da un patto di retrovendita nel caso di conversione da simec a lira che necessita un ulteriore negozio giuridico (accordo tra le parti). Pertanto i giudici attraverso la documentazione e le testimonianze dei consorziati hanno concluso che tramite l'accettazione dei simec i commercianti coscientemente si siano assunti il rischio derivante dal cambio simec - lira".

Se fosse stata ravvisata l'esistenza di uno schema Ponzi il tribunale di Chieti avrebbe condannato Auriti per truffa.--Moris Cavestro (msg) 02:58, 1 lug 2010 (CEST)


Lo schema ponzi non necessita del dolo, è un incremento di buco geometrico tanto è vero che i modelli di economia lo descrivono con un'equazione geometrica applicabile alla descrizione di molti fenomeni che non hanno nulla a che vedere con la truffa. Nel caso specifico il tribunale si è stato chiamato ad esprimersi sulla raccolta abusiva di risparmio non sullo schema ponzi che è una definizione economica e non giuridica.--Harrod (msg) 21:57, 28 lug 2010 (CEST)


Io continuo a ritenere che chi lo accusa di aver utilizzato un classico schema ponzi lo fa a scopo denigratorio.


Moris, se tu incassi 1000 e prometti di restituire 2000 ma NON hai 2000 a riserva, ecco che c'è il buco che tu cerchi.
Sai perché non è stato accusato di truffa? perché
"non si configurerebbero in un'attività di raccolta di risparmio disciplinata dal TUB, non prevedendo alcun obbligo di rimborso"
Ossia anche se lui a parole prometteva di restituire 2000, in realtà giuridicamente poteva anche non restituire NULLA.
Quindi legalmente non era un truffatore, ma, se me lo consenti, eticamente invece SI.
Che poi sia riuscito a restituire quei soldi e quindi non ne abbia avuto un utile, è un conto. Ma lo schema è quello di un'ottima truffa, anche meglio del PONZI. Perché lui non aveva alcun obbligo a risarcire.
Se lo avesse detto alle persone a cui vendeva i SIMEC, secondo te avrebbe avuto lo stesso "successo"?

E questo è il motivo per cui l'"esperimento" è stato interrotto.
Auriti era stato scoperto, dovette restituire tutte le lire raccolte e l'"esperimento" non fu mai più ripetuto.
Grillo dal 1997 fu complice, con i suoi spettacoli che sostenevano le bufale di Auriti, di questa truffa ai danni degli ignari cittadini italiani, truffa fortunatamente conclusasi senza troppi danni.
Adesso, dal 2005, è complice di una nuova truffa ben più grave ai danni del Popolo italiano, una mistificazione e manipolazione guidata dalla Casaleggio Associati e dai suoi referenti allo scopo di indebolire ulteriormente la democrazia italiana e asservirla sempre di più ai "poteri forti" clienti della Casaleggio Associati.