lunedì 9 luglio 2012

IL PARTITO A 5 STELLE

Fra Togliattismo, giustizialismo ed elettoralismo compulsivo.

Di fronte al successo elettorale del Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo, mi tocca fare, controvoglia, alcune osservazioni.
 
Il movimento dei "grillini" si definisce appunto un "movimento" e non un "partito". In poche righe cercherò di mostrare che essi sono invece un partito, uno dei peggiori.
 
La piovra a 5 stelle.
Il Movimento 5 Stelle è una vera e propria piovra politica che ricorda, per forma e modalità pratiche, il PCI di Togliatti. 
 
Nella mia città c'è ad esempio il movimento dei pendolari. In quel movimento si trovano tutti, pendolari, studenti e lavoratori, di tutte le idee politiche, ma più o meno di una sola condizione sociale, quello che un tempo si sarebbe definito "proletariato". Accanto a questo comitato ne è nato un altro, creato dall'alto dal Movimento 5 Stelle, cosiddetto "comitato dei viaggiatori", nome sorto per ribellarsi alla definizione "pendolari", troppo da straccioni e che rivendica anche i diritti ad esempio dei turisti e dei viaggiatori per libido. 
 
Ma la piovra ha tanti tentacoli. Il partito di Grillo ha una vera e propria tendenza totalitaria, concentrazionaria, quasi orweliana (vedi "1984"). Deve dominare ogni aspetto della realtà. Persino l'alimentazione. Sempre citando il caso della mia città, illuminante la concorrenza ai GAS (gruppi di acquisto solidale, tristemente di moda) nati neutralmente da gruppi di cittadini. Accanto al GAS dei cittadini Grillo ne ha voluto uno "di partito", così è nato il GAS (quasi) ufficiale del Movimento 5 Stelle.
 
Stesso discorso per l'ambientalismo. Da una parte c'è l'ambientalismo ufficiale, di sinistra, quello più radicale, gli anarchici, o i gruppi tipo Legambiente e wwf. In ogni caso, tutte queste diverse strutture, hanno una caratteristica, la pluralità. Nei gruppi moderati troviamo per esempio esponenti di SEL, verdi, ecc, in quelli più radicali esponenti dei centi-sociale, degli anarchici, ecc. Il partito a 5 stelle invece vuole il dominio assoluto. 
 
Come nel peggiore stalinismo c'è il partito e il sindacato di partito, così c'è anche nella mia città un groviglio di comitati, fatti sempre dalle stesse persone, che fanno capo al partito di Grillo. Problema di rifiuti? Nasce il comitato rifiuti zero, costituito unicamente da grillini. Acqua pubbica? Nasce il comitato dei grillini in materia. E così via, fatti sempre dalle stesse 4-5 persone, ma con nome diverso, che poi trovi candidati nelle liste del movimento.
 
Manca solo il sindacato ufficiale e abbiamo riprodotto alla perfezione il PCI di Togliatti. Ma quello non ci sarà mai, per fortuna. I grillini sono completamente estranei alle questioni del lavoro.
 
Il giustizialismo.
Il peggior aspetto del partito di Grillo, che lo avvicina paurosamente al fascismo, è la sua natura giustizialista. Secondo questo partito chi ha precedenti penali non si può candidare. 
 
Grillo divenne famoso proprio nel "vaffa day" in cui raccoglieva firme per questa proposta di legge. Grillo mette sullo stesso piano chi ha una denuncia per aver bruciato la macchina del padrone, con chi ce l'ha per reati di mafia. Mette sullo stesso piano un operaio che occupa una strada con un corrotto. 
 
Spesso i grillini rispondono: bisogna distinguere i reati politici. Ma come si distinguono i reati politici? Sparare ad un padrone è un reato politico? E il blocco stradale? E lo spogliarello di protesta? Come distinguere in una legge chi ha fatto atto osceno in luogo pubblico od omicidio per ragioni giuste e politiche, da chi lo ha fatto per scopi abbietti e immorali, per perversione o gelosia?
 
In ogni caso, non bruciamoci le meningi andando tanto in là. Se la legge del V-day vennisse approvata così come è, non ci sarebbe nessuna distinzione per i reati politici. E comunque: chi mi garantisce che un giudice non mi condanni per corruzione da innocente per farmi fuori politicamente?
 
Il grillismo è il peggior prodotto del berlusconismo. Dopo anni di strupro della legalità borghese per fini privati del Cavaliere, oggi abbiamo un movimento uguale e contrario che fa della legalità borghese il proprio cavallo di battaglia. Anche la natura interna è simile, figura del leader carismatico inclusa.
 
Su questo punto io sono particolarmente dietrologo. Ritengo ci sia un vero e proprio complotto dei poteri forti per pacificare la rivolta sociale. Immaginiamo una probabile insurrezione violenta nei prossimi mesi, probabile per l'esasperazione a cui Monti ci sta portando. Il grillino è colui che mette le foto su facebook degli autori degli scontri del 15 ottobre. Il grillino è colui che, se qualche partito concorrente volesse candidare uno dei condannati per tali rivolte, farebbe campagna stampa e virtuale contro quelle presenze. Insomma Grillo gioca volutamente a favore di un arretramento culturale e morale in cui il concetto di "legale" e il concetto di "bene" vengono a coincidere. 
 
L'elettoralismo compulsivo.
Un ultimo aspetto. Le elezioni. Grillo dice che il suo non è un partito. Ma non basta una mera petizione di principio, una mera affermazione di identità. Lo deve articolare. Lo deve dimostrare. 
 
Cosa è un soggetto che si candida alle elezioni sempre con la stessa sigla e che ha una sua, pur rudimentale, coordinazione interna? Non è nemmeno una lista civica locale o una lista occasionale come nell'Ottocento la destra e la sinistra storica. E' un partito a tutti gli effetti.Uno dei peggiori partiti. 
 
Io non ho mai creduto ai partitini di estrema sinistra che dicono di non volersi candidare, ma che lo fanno per scelte tattiche (che comunque non hanno mai portato mi sembra ad una rivoluzione, ma che continuano, sempre tatticamente per carità, a compiere). Per me chi si candida nel 99% dei casi è un complice dello Stato e peggio ancora un aspirante uomo di Stato. Nondimeno, almeno a parole, questi partiti non hanno la loro esistenza elettorale come elemento primario. 
 
Il Movimento a 5 Stelle, invece, vive nell'urna. Sia quando Grillo invitò all'astenzione (o in subordine a votare Di Pietro, portandolo con la sua popolarità, ricorderete in parlamento al posto della sinistra – poi ditemi che sono "complottista"!) sia ora che ha un partito vero e proprio, l'orizzonte politico primario è quello elettorale. Anche la piovra dei comitati serve poi a quello: mettere i più popolari esponenti dei comitati di partito nelle liste elettorali. 
 
Non esiste, forse nemmeno nel centrodestra, un'altra forza politica così assente nella realtà (non abbiamo visto uno spezzone grillino il 15 ottobre o il 14 dicembre, o in val susa, solo in questo non sono partito), ma così presente alle elezioni. Non vi è un minimo elemento, anche fosse solo retorico, alla sovversione
[Nota di ControGrillo: Sovversione intesa come rivoluzione popolare. L'elemento sovversivo (e "entrista" nelle istituzioni) in senso reazionario, antidemocratico e antipopolare è invece ben presente.]
 
Oltre alle parolacce, abbiamo una attività politica esclusivamente concentrata sulle raccolte di firme per le leggi di iniziativa popolare, sui referendum, sulle elezioni locali e ora anche nazionali. La sfera politica che tanto critica è l'unica a cui il partito a 5 stelle mira. Non vi è alcun appello alla sollevazione popolare, solo una serie di parolacce che fanno aumentare gli ascolti e portano voti. Fuori dalla legalità liberale il partito non esiste, non vuole esistere e non sa esistere.
 
Michele Fabani.
Maggio 2012