domenica 15 luglio 2012

La formula del grillino

Supponiamo di trovarci in una stanza di nome ragione accanto ad un altra di nome credenza; le due stanze divise da un muro con al centro una porta sempre aperta. Come si comporta una buona parte dei grillini durante un ragionamento, quando cade in contraddizione? Cambia una o più volte e con la più assoluta disinvoltura la stanza, passando così ogni volta con naturalezza dalla ragione alla credenza e indietro. A volte ci va per intero e a volte ci mette dentro solo un piede. Infine, sempre come se niente fosse, torna nella stanza della ragione, chiude la porta dietro alle sue spalle, si lava le mani e poi accusa un suo interlocutore di non aver capito un suo discorso “rappezzato”, una sorta di miscuglio-imbroglio composto da un intreccio o groviglio senza ordine ne criterio logico. Perché lo fa? Lo fa per complementare, per fare “quadrare” ogni suo ragionamento, l’aver ragione anziché ragionare.

Per arrivare in una prima fase alle conclusioni desiderate o anche solo per confermare dei pregiudizi, viene quindi attivato un dispositivo semplice ma ingegnoso che funge da filtro: i fatti oggettivi e le relative informazioni, che corrispondono o che sembrano corrispondere con la propria veduta o alle proprie aspettative, vengono raccolti e memorizzati, mentre tutto ciò che non corrisponde rimane appeso nel filtro, per poi venire immediatamente cancellato; così può accadere che la propria veduta e un fatto oggettivo sembrano realmente coincidere, tuttavia solo in quei casi dove si coprono opportunamente con la propria veduta o aspettativa, ma non necessariamente con la realtà.

Ecco, una buona parte dei grillini da sempre usa fare così: il classico piede posto contemporaneamente in due staffe. Ovvio poi che i soggetti in questione - essendo ogni ragionamento composto anche da una o più variabili che all’occorrenza permetteranno di complementare in modo irrazionale qualsiasi incongruenza nei fatti - riusciranno in ogni momento a creare una loro certezza soggettiva all’apparenza non modificabile con la logica né con l’evidenza perché infatti non generata dalla ragione. La quotidianità Grillo è perciò un continuo elogio dell’assurdo, un perenne fare e disfare senza un chiaro obiettivo; un girovagare senza sosta, un contorcersi intorno a delle assunzioni, ipotesi e simili. Il tutto in prevalenza per evitare o rimandare ciò che prima o poi si evidenzierà come l’affermazione dell’assurdo.

Fonte: MondoGrillo.net (sito estinto)

Grillino, due parole …

Grillino, questo tuo umore della pancia … ovvero quando prevale la cultura del sospetto
Ti basta semplicemente pensare - senza attivare troppo la tua fantasia - alla storiografia del nostro paese, tutt’altro che aperta al passato. Non è quindi un caso che, in Italia, tutti coloro che apportano qualcosa di nuovo siano bersaglio di astio feroce …

Quando prevale la cultura del sospetto
Pierluigi Battista:

La cultura del sospetto, già causa di inquinamento nella sfera della lotta politica, può produrre effetti ancor più micidiali nell’ambito della discussione intellettuale e storiografica.

Applicare la logica intimidatoria del “cui prodest”, quando viene pubblicato un documento inedito, inscenare un ruvido processo alle intenzioni per squalificare preventivamente chi lo divulga, non è solo indizio di una coriacea sindrome cospiratoria che avvelena la civiltà (non il bon ton, ma la civiltà) di un dibattito, ma è soprattutto, se non suonasse addirittura come una sgradevole intimazione al silenzio e all’omertà, un modo per eludere l’obbligo di una risposta agli interrogativi scabrosi che l’affiorare di nuovi documenti inevitabilmente richiede.

Ciò che però traspare, caro grillino, è una tua reale estraneità ai valori democratici, dovuta al semplice fatto di non saper o voler distinguere un fatto da una tua personale opinione. In altre parole è la tua soggettività, questo tuo umore della pancia, a decidere cosa è giusto o sbagliato. Ovvio poi, che per te una prova in senso tecnico-giuridico - spesso noiosa, ma in una vera democrazia l’unico mezzo per dimostrare l’esistenza di un fatto - non può che avere scarso valore. Ma questo qualcuno te l’avrà già spiegato non so quante volte, o sbaglio?

E sono proprio questi tuoi umori - dovuti alla scarsa propensione alla ricerca e quindi verifica dei fatti - a causare infiniti discorsi, a permettere - come nel tuo caso - pregiudizi e accuse in ogni dove, e infine - e qui non faccio solo riferimento a Grillo - ad alimentare l’andazzo, a spiegare anche l’omertà di massa o anche solo a riempire le casse di chi sa cogliere e sfruttare detta estraneità ai valori democratici.

La tua reazione, grillino, è quella di un individuo assai insicuro, ed è per questo motivo che non sai accettare delle critiche, poiché le consideri un attacco al tuo valore.

Ciao. Alla prossima.

PS: dimenticavo, nulla di personale.

 Fonte: MondoGrillo.net (sito estinto)

Maggio 2008 circa