lunedì 16 luglio 2012

Following the (Opinion)Leader

mercoledì 20 gennaio 2010


Avete presente quando siete alla ricerca di qualcosa e poi, per puro caso, trovate un'altra cosa che vi fa dimenticare quel che stavate cercando per dedicarvi “anima e corpo” a quella trovata? Ecco, questo post nasce esattamente in questo modo. Nasce da una fotografia, trovata in rete, che, come potete vedere

ritrae Beppe Grillo ed Antonio Di Pietro in compagnia di alcuni blogger che si dichiarano liberi. A me era parso strano quell'accomunamento, perché mi chiedevo cosa potessero avere da spartire questi blogger con chi sappiamo non essere libero come invece dice di essere (e non mi riferisco certo alla notizia, uscita di recente, di una certa “simpatia” della CIA per Antonio Di Pietro sul quale evito ogni commento, perché se fosse vero vorrebbe dire che la CIA non sa veramente più a cosa aggrapparsi).

C'è stata poi un'altra constatazione degli ultimi giorni che mi ha spinto a scrivere. Come sapete sta iniziando la campagna elettorale per le elezioni regionali, e due candidature che mi hanno colpito sono state quelle di Giulio Cavalli, l'attore teatrale milanese considerato la nuova voce anti-mafia, e quella, per ora ancora al livello dei “si dice”, di Claudio Messora, il blogger (http://www.byoblu.com/) che vedete a sinistra nella foto.

Quel che mi aveva colpito è che ambedue si candiderebbero in quota Italia dei Valori, il partito dell'ex pm di Mani Pulite a cui strizzano l'occhio sia Beppe Grillo che Marco Travaglio. Da questa constatazione mi sorgeva una domanda: «Possibile che in questo Paese l'opposizione al governo debba essere lasciata a Di Pietro ed al suo partito?» Diciamo che la cosa mi puzzava parecchio, e quel che mi era venuto in mente, e che non ho trovato, è stato fare qualche piccola ricerca sulle eventuali connivenze tra i blogger principali – come sicuramente lo sono Messora e Piero Ricca, l'uomo all'estrema destra della foto – e la Casaleggio Associati, l'azienda che tiene in mano i destini del Triumvirato del Dissenso Di Pietro-Grillo-Travaglio, che ormai evidentemente vendono in offerta speciale: prendi 3 paghi 1. Quel che ho trovato, però, è decisamente più interessante e fa apparire i tre un problema che definire infimo equivale già a dargli importanza.

Per capire di cosa parlo dobbiamo partire dal concetto di cliente. Per cui prendo il mio fidato Zingarelli 2007 e leggo: «[vc. dotta, lat. cliĕnte(m), di etim. incerta, sec. XIV] s.m. e f. 1. Chi compie i propri acquisti presso un determinato negozio, o frequenta abitualmente un bar, un ristorante, un albergo e sim; Chi si serve abitualmente dell'opera di un professionista (...)».

Ecco: “chi si serve abitualmente dell'opera di un professionista”. Il “professionista”, in questa nostra storia, è proprio la Casaleggio Associati, che viene costituita il 22 gennaio 2004 a Milano da cinque persone: i fratelli Gianroberto e Davide Casaleggio, Mario Bucchich, Luca Eleuteri ed Enrico Sassoon con l'obiettivo – come recita il sito – di “sviluppare in Italia una cultura della Rete attraverso studi originali, consulenza strategica, articoli, libri, newsletter, seminari e con la creazione di gruppi di pensiero e di orientamento”.

Già qui, al lettore attento, dovrebbe sorgere il primo interrogativo: cosa intendono per “creazione di gruppi di pensiero e di orientamento”? In realtà potrebbe voler dire tutto e niente. Potrebbe significare mettere a conoscenza le persone, in maniera obiettiva, di quali sono i vantaggi dell'utilizzo della Rete, ma potrebbe anche voler dire veicolare l'opinione di persone che con la rete non hanno mai avuto niente a che fare per altri scopi. 
Insomma: in ambedue i casi l'intento della C.A. è quello di ergersi come opinion leader nel settore (o forse sarebbe meglio utilizzare la dicitura opinion maker, ma questo – in questa sede – non è poi così rilevante). 
Molte persone ormai conoscono i rapporti tra Di Pietro, Grillo, Travaglio e la Casaleggio Associati, ma forse pochi sanno chi sono i cinque proprietari dell'azienda:


Ad eccezione di Davide Casaleggio, gli altri quattro appartengono alla Webegg S.p.A., un gruppo multidisciplinare per la consulenza delle aziende in rete controllata per il 59,8% da I.T.Telecom S.p.A., una delle tante controllate di Telecom (le famose scatole cinesi di cui la cronaca ci parlò ampiamente non molto tempo fa). Qui la seconda stranezza: chi cura l'immagine di Grillo proviene dalla Telecom – in modo diretto od indiretto, come vedremo a breve – che si ricorda ancora gli strali pro-piccolo azionariato del ragioniere genovese in una delle riunioni del Consiglio di Amministrazione, cosa che fece un po' di scalpore anche in televisione. Qui niente da dire, naturalmente. Beppe Grillo, il paladino dei deboli, difende i deboli. O forse no? 
Nella sua campagna contro il colosso della telefonia – che tra l'altro è anche l'unica azienda ad avere la possibilità di spiare telefonate, e-mail e fax su tutto il territorio nazionale – chiedeva ai piccoli azionisti la c.d. “share-action”, cioè la class action verso i grandi azionisti. 
Funziona così, detta in soldoni: i piccoli azionisti, che per definizione in singolo hanno poco potere nel C.d.A. E che – sempre per definizione – poco si interessano delle beghe amministrative della società, cedono le loro quote ad un unico azionista, nel nostro caso Grillo, che, se arrivato ad una percentuale abbastanza elevata, in quell'occasione avrebbe avuto persino la possibilità di diventare il nuovo azionista principale di Telecom! Non male come contraccolpo della sua difesa dei deboli!
[Nota di ControGrillo:

Come utilizzare dei poveri fessi per prendersi gratis (o quasi) le loro quote e avere così il controllo (senza alcuno sforzo e senza scendere a patti, alleanze e spartizioni con gli altri grandi azionisti) della più grande azienda di telefonia italiana, quella che non solo forniva e in gran parte ancora fornisce la rete e il cablaggio a tutte le altre aziende telefoniche, ma che ha anche la possibilità di spiare telefonate, e-mail e fax su tutto il territorio nazionale.

Sarebbe stato un grande passo sulla strada per l'auspicato controllo totale sullo Stato italiano e sulle amministrazioni locali da parte di Sassoon e Casaleggio Associati e dei grandi poteri economici loro clienti.]

Quell'azione si inseriva nell'ambito della campagna contro i debiti della Telecom, debiti che però non riguardavano quello che allora era il Presidente Telecom – cioè Marco Tronchetti Provera – ma la gestione precedente, quella iniziata nel 1999 con l'Opa (offerta pubblica d'acquisto) lanciata dalla Olivetti di Roberto Colaninno, diventata una holding di telecomunicazioni. 
L'acquisto riesce, e passa dalle mani di Franco Bernabè, al duo Colaninno-Gnutti, solo che questa operazione crea una quantità infinita di debiti e, nel 2001, la Telecom viene ceduta alla Pirelli di Tronchetti Provera e a Benetton.

Cosa c'entrano la Telecom e l'Olivetti con la Casaleggio Associati?

In Olivetti lavora Gianroberto Casaleggio, che diventerà poi l'amministratore delegato di Webegg S.p.A., joint venture tra Finsiel ed Olivetti, che vende la sua quota – 50% - alla I.T.Telecom S.p.A. nel 2002.

Due anni dopo, come abbiamo visto, nasce ufficialmente la Casaleggio Associati, che vede come operazione di spicco il c.d. “progetto Prometeus” che, per farla breve, sembra una copia del film dei fratelli Wachowski “Matrix”, in quanto si teorizza una società in cui la fisicità della vita viene sostituita dalla virtualità delle macchine (con tanto di possibilità di vivere la vita degli altri, il commercio di memoria ed altre castronerie simili...). In pratica, secondo gli ispiratori di questa teoria, ognuno di noi dovrebbe abdicare la propria vita “fisica” per fare esattamente le stesse cose in un mondo completamente virtuale, il perché, francamente, non è dato sapere.

[Nota di ControGrillo: Il perchè, a nostro parere, è il seguente:

Chi vive vite virtuali sulla rete, isolato dal mondo reale circostante con cui comunica solo attraverso uno schermo, darà molte meno noie e sarà molto più facilmente controllabile psicologicamente.

Principalmente diviene un consumatore, consuma, compra (memorie virtuali o quant'altro) e soprattutto non si fa domande, nè immagina una vita differente al di fuori della virtualità, in quanto nel virtuale soddisfa tutti i desideri che è impossibilitato a realizzare nella vita reale.

Partecipa così al mantenimento dello status quo e all'accumulazione dei profitti di elites delle quali nessuno contesta più il dominio.

Nel progetto Prometeus interi gruppi umani potrebbero essere estremamente poveri e possedere nulla se non il minimo sostentamento quotidiano e un computer connesso ad internet, ma la possibilità di riscattare la propria misera vita in una realtà virtuale costituirebbe un grande deterrente a chiedere più diritti o a reclamare una vita reale meno infelice.

Si tratterebbe quindi di nient'altro che di una grande macchina di controllo sociale.

Per la Casaleggio Associati e per il suo fondatore, legato ad Harvard, Enrico Sasson, questo video non era altro che una presentazione di credenziali a possibili grandi clienti.

Si veda a tal proposito anche quanto già scritto in introduzione a questo post.]

Quel che mi dà da pensare, però, è un piccolo dettaglio: nel video di presentazione del progetto si reclamizza Second Life, il ripetitore virtuale di vita reale da qualche anno presente in rete, talmente reale da avere la disponibilità anche dei conti corrente “virtuali”. A cosa serve un conto corrente nel mondo virtuale? Forse a far ripulire i soldi ivi presenti – quelli credo poco virtuali – da abili hacker?

Ci sarebbero anche degli aspetti “esoterici” nel progetto – come il simbolo dell'occhio inscritto nella piramide, che è anche simbolo massonico – ma non credendo in streghe e stregoni, fattucchiere e/o in religioni mono- e politeiste lascio volentieri questo aspetto a chi ne è più appassionato del sottoscritto.

[In realtà la Casaleggio Associati si diverte appositamente con questi simbolismi non solo per crearsi  un'immagine finto-rivoluzionaria contro quelle elites (invisibili o presunte tali) che starebbero complottando contro l'"uomo qualunque" (questo per i fessacchiotti creduloni appassionati di cospirazioni impossibili da contrastare - per cui viva l'impotenza della gente comune! Ma la conoscenza di questi complotti ci renderà liberi! - come? non si sa...), ma utilizza questi richiami e citazioni (come Bilderberg) anche per costruirsi uno scudo protettivo, una sorta di autodifesa preventiva, e potersi così mettere al riparo da eventuali attacchi che mettano l'accento sui suoi tanti collegamenti con la grande finanza e le grandi aziende, e indi poterli screditare (e questa è la sotto-tattica da adottare con i più maliziosi che potrebbero, benchè partendo da boiate complottarde, arrivare a sospettare anche della Casaleggio Associati).

A parte il fatto che, lasciando da parte le "teorie della cospirazione" internettiane, per avere conferma di questi collegamenti basterebbe vedere il curriculum di Enrico Sassoon e la storia e i clienti di Webegg e Casaleggio Associati.

A mo' d'esempio esemplificativo di questa tecnica di protezione si veda quanto scritto da Claudio Messora nel suo post "Tutti gli americani dietro a Grillo" il quale afferma che siccome il blog di Beppe Grillo ha sempre parlato di Bilderberg e altri club elitari allora Beppe Grillo, e quindi anche la Casaleggio Associati, sono indubbiamente contro i poteri forti, per cui gli attacchi contro di loro sono completamente infondati:

"se il blog di Grillo non si fosse mai speso contro i vari club elitari dove i politici decidono strategie al di fuori delle sedi competenti (i Parlamenti), allora il sospetto potrebbe anche venire, ma mi risulta che non solo ci siano decine di post contro i vari Bilderberg, ma anche nel video Gaia, di cui più sopra, si denunciano espressamente tali club, dunque non resta che dedurne che seppure uno dei soci di un'azienda abbia la qualifica di membro del comitato Aspen (che non è il Bilderberg: le sue pubblicazioni e le sue riunioni sono in chiaro) e questo non sia in linea con lo spirito che anima il blog di Grillo, tale attitudine non sia determinante nella visione che guida blog e movimento, che parte da presupposti inversi e che afferisce a Gianroberto Casaleggio, non a Sassoon."

Già che ci siamo ribattiamo ad alcuni punti.

Tanto per iniziare, è chiaramente una stupidaggine che Sassoon, fondatore della Casaleggio Associati, qualunque cosa faccia comunque non c'entri nulla col blog di Grillo e il M5S, basti ricordare che sia il blog che il M5S non sono che dirette emanazioni della "visione" (cioè degli scopi) della Casaleggio Associati in quanto creazioni della stessa come ammesso da Casaleggio nella lettera al Corriere (progettammo insieme il blog beppegrillo.it, proponemmo la rete dei Meetup, organizzammo insieme i Vday.., l'evento Woodstock a 5 Stelle...Sono in sostanza cofondatore di questo movimento insieme a lui. Con Beppe Grillo ho scritto il «Non Statuto»..., insieme abbiamo definito le regole...). 

Ma Messora vuole tagliare corto: la visione che guida blog e movimento dipende solo da Gianroberto Casaleggio (Grillo neanche viene più nominato) e non dalla Casaleggio Associati (quale fine distinzione!).

Solo che la visione di Casaleggio è quella descritta nei due video Prometeus e Gaia da cui siamo giunti a queste conclusioni (qui e qui, scritte in rosso) e non a caso Messora dice a proposito del video di Gaia:

"Il video finisce così:
" In Gaia partiti, politica, ideologie, religioni scompaiono. L'uomo è l'unico fautore del proprio destino. Il sapere collettivo è la nuova politica "
Dunque.. uhm... fatemi pensare... mi sembra... Ci sono! Ha copiato dal blog di Grillo! No, perché non c'è niente che Casaleggio non dica da sette anni insieme a Grillo.."

Ecco il fatto però è che i due video sono firmati Casaleggio Associati e non solo Gianroberto C. e si dà il caso che la Casaleggio Associati sia stata fondata anche da Enrico Sassoon che tuttora ne fa parte, e che nella Casaleggio Associati siano 5 soci in totale, che poi corrisponderebbero ai fondatori originali.

Quindi la visione di Gianroberto Casaleggio che guida blog e movimento che poi sarebbe la visione di Casaleggio Associati non può che essere anche la visione di Enrico Sassoon e degli altri tre.

Poi c'è da notare anche l'uso del "non resta che dedurne...seppure...abbia...non sia...non sia" sbagliato grammaticalmente.
Ricordate quello che aveva scritto Grillo (o Casaleggio)? Grillo aveva detto che "sanno di mentire e quindi usano spesso il condizionale."
Messora però nella sua frase avrebbe dovuto usare proprio il condizionale!
Infatti la frase corretta è: "non resta che dedurne che seppure uno dei soci... avesse la qualifica di membro del comitato Aspen... e (seppure) questo non fosse in linea... tale attitudine non sarebbe determinante..."

Quindi che dovremmo pensare? Che Messora sa di mentire?? E magari non usa il condizionale apposta? Per far sembrare il contrario? Per non andare contro il grande capo??
(E poi: c'è forse la possibilità che essere membro di Aspen sia in linea con lo spirito del blog??? E' per questo motivo che si usa il congiuntivo in quel modo? A sottointendere la ripetizione del "seppure"?)

Insomma il condizionale è per mentire dice Grillo (o Casaleggio).
E quando invece si usa il congiuntivo?  Cosa significa?


Da Wikipedia:

Il congiuntivo è un modo [...] la cui funzione basilare è quella di indicare un evento soggettivo, irreale, non sicuro o non rilevante. [...]
  • spero che tu venga presto
  • sono contento che tu sia qui
[...] il congiuntivo indica rispettivamente un fatto non sicuro (venga) ed uno reale, ma visto in maniera personale, non obiettiva (tu sia qui).


Quindi Messora ci sta parlando di sue considerazioni personali (cioè che Sassoon non conti nulla) o di qualcosa di non reale (in una parola: falso) o di qualcosa di non sicuro (che essere membri Aspen non sia in linea con lo spirito del blog?) o di qualcosa che vuol far passare per irrilevante (la presenza di Sassoon).

In pratica Messora sta usando il congiuntivo perchè SA che potrebbe sbagliarsi e dire il falso involontariamente, oppure perchè già SA che sta dicendo il falso (e infatti potremmo dire, parafrasando Grillo, che avrebbe finito per usare il condizionale).

Altrimenti perchè non usare piuttosto un più diretto presente invece di una formula dubitativa?

Avrebbe infatti potuto scrivere una frase totalmente non-dubitativa: "...non resta che dedurne che  [benchè] uno dei soci di [Casaleggio Associati] abbia la qualifica di membro del comitato Aspen ...e [sebbene] questo non sia in linea con lo spirito che anima il blog di Grillo, tale [qualifica] non è determinante nella visione che guida blog e movimento...".

Ossia usare il congiuntivo in combinazione con determinate congiunzioni (vale a dire argomentare non rilevanza)  per arrivare infine a una conclusione certa e non-dubitativa.

Se non l'ha fatto evidentemente è perchè NON POTEVA. (Mentre altre costruzioni frasali avrebbero richiesto invece l'uso del condizionale...e quindi, a quanto pare, non si poteva neanche quello.)

Ed ecco quindi la genesi di una frase assurda dove si susseguono 3 elementi di dubbio uno dopo l'altro:

- Sassoon ha la qualifica di membro dell'Aspen? Dubitare! (Non si sa...)

- Essere membro del comitato Aspen è in linea o no con lo spirito del blog? Dubitare! (Non si capisce...)
- Essere membro del comitato Aspen è determinante o no nella visione che guida blog e movimento? Dubitare! (Non si può sapere...)

non rimane che dubitare!

Ma soprattutto, importantissimo, bisogna dubitare della possibilità che la Casaleggio Associati abbia secondi fini.
Bisogna diluire ogni fondato sospetto in un grande dubbio e badare solo alle certezze donateci gentilmente dal Messora.
Una di queste certezze del Messora: Grillo e Casaleggio sono sempre e comunque tanto buoni e cari e altro non vogliono che il nostro bene.

(Che poi...essere membro del comitato Aspen è un'ATTITUDINE??
Che poi scrivere: "uno dei soci di un'azienda" quando per tutto l'articolo si ipotizza solamente di un "certo socio" di una "certa azienda" che ha un "certo nome"...era un problema ripetere quel nome?)

Tirate le somme non ci vuole molto per capire che Messora è un influencer (cioè un opinion maker, anche se gli viene male, vedi la definizione di Casaleggio su quello che è un influencer) al servizio di Beppe Grillo e della Casaleggio Associati. Il fatto che lo faccia a pagamento o perchè crede sinceramente e ingenuamente alla buona fede di Beppe Grillo e C.A. non ci è dato di saperlo.
(Lui però ammette di essere stato a libro paga della Casaleggio Associati nel 2008. E nel 2012? Non ci è dato di saperlo...
Insomma fidarsi sulla parola, sempre sempre sempre. Perchè a dirlo sono Casaleggio, Grillo e i loro sostenitori!
Mah...che dire? Purtroppo da queste parti il culto del capo non ce l'abbiamo mai avuto, avremmo potuto fare una beota beata vita da pecore belanti e invece...)

Per capire meglio con che spessore di persona abbiamo a che fare basterebbe vedere la magra figura fatta da Messora in confronto a Barnard nella puntata di Matrix del 15-11-2011 (in pratica Messora fece quella parte del coglion-complottista stigmatizzata da Grillo) come anche il suo tentativo di parassitarne il suo lavoro a Ultima Parola con questo video su youtube (link, intervento di Messora: 30 secondi su 12 minuti di video). (Sarà per questo che Grillo ha cercato di riallacciare i rapporti con Barnard? Era forse sua intenzione mettere il lavoro di Barnard al servizio della sua propaganda populistica?).
O ancora basterebbe anche solo dare un'occhiata a questi commenti all'articolo (link, eh già..non capisce le battute a favore delle sue idee...).

Tra l'altro non bisogna dimenticare quanto già sottolineato da Mauro Miccolis sul suo blog: l'esagerare le voci sui collegamenti finanziari e clientelari della CA mettendo in campo false voci assurde, esoteriche o complottarde pluteo-giudeo-sinarco-minchio-rettiliano-massoniche non potrebbe essere altro che l'ennesima tattica difensiva della Casaleggio Associati per stroncare sul nascere qualunque indagine e azzittire le opinioni avverse (e d'altro canto usare un certo tipo di simbolismi e richiami potrebbe anche servire a fomentare verso sè un determinato tipo di attacchi per i quali sarebbero già state approntate le tecniche difensive di cui sopra).

D'altronde anche la lettera di Casaleggio al Corriere, come i post sui coglion-complottisti e quelli intimidatori rispondono perfettamente allo scopo di dissuadere il più possibile dal fare indagini troppo approfondite sulla Casaleggio Associati e i suoi contatti nell'alta finanza e tra i poteri forti.

Bisogna dire che fortunatamente la rete ha reagito bene e il tentativo di mettere a tacere le voci contro è andato a vuoto.

Ne sono la prova alcuni commenti che iniziano ad apparire sul blog di Grillo che al momento non possono permettersi di censurare più di tanto in quanto Grillo, il M5S e il blog sono adesso troppo sotto i riflettori.]

Per la sua defisicizzazione della realtà, la Casaleggio Associati si “arma” di un capitale sociale di soli 10.000 euro, un po' pochini per le sue mire. C'è però una particolarità: la Casaleggio Associati viene creata nel gennaio 2004. Il 1° dicembre dello stesso anno viene ufficializzata la sua partnership con la Enamics, una società statunitense leader del Business Technology Management che, tra i suoi clienti, ne elenca uno molto particolare: la JP Morgan, uno degli istituti bancari più grandi del mondo coinvolta nella frode da 600 milioni di euro comminata dal 1999 al 2003, insieme ad altri istituti bancari nei confronti dei contribuenti italiani (scandalo di cui Grillo non si è mai occupato...).

La JP Morgan è di proprietà della famiglia Rockefeller, una delle famiglie che hanno nelle proprie mani – così come ci viene detto da Paolo Barnard in “Capire il Potere” - il vero Potere mondiale (Commissione Trilaterale/Gruppo Bilderberg...).

Sarà forse un caso che da qualche anno, più o meno da quando si fa aiutare dalla Casaleggio Associati, Grillo non se la prende più con le banche?

Ed è solo un caso – uno di quei casi molto strani, uno di quei casi “all'italiana” si potrebbe dire – che il progetto principale della Casaleggio si chiami Prometeus e che la statua del titano che rubò il fuoco agli dei per restituirlo agli uomini campeggi davanti all'ingresso del Rockefeller Center a New York?

A voler pensare male, o a fare il classico “2+2” - dipende dai punti di vista – si potrebbe sostenere che la Casaleggio non è nata e poi si è consociata alla Enamics, ma è nata per consociarsi alla Enamics. E ciò cambierebbe decisamente il quadro della faccenda (e il comunicato stampa che recita: «Casaleggio Associati ha stabilito con Enamics una partnership strategica sposando i principi del BTM e promuovendo la sua diffusione in Italia attraverso consulenza, prodotti e formazione» mi fa propendere più per la seconda ipotesi).

Altra partner – alla quale la Casaleggio non fa mistero di ispirarsi – è The Bivings Group: azienda leader nel social network e nel web marketing che per mezzo della rete manipola l'opinione pubblica, utilizzando falsi cittadini e finte associazioni (i meetup?) al fine di promuovere gli interessi di una clientela che risponde a nomi quali Monsanto – detentrice dei brevetti sugli OGM – Philip Morris o BP Amoco (industria petrolifera responsabile di disastri ambientali, come la costruzione dell'oleodotto Sebei-Lanzhou, 953 km di violazione dei diritti umani sul suolo tibetano).

In tutto questo, capite bene, la figura di Grillo – così come quella di Di Pietro – viene completamente ridimensionata, perché è evidente che, con una potenza economico-mediatica di questo tipo, per la Casaleggio Associati Grillo, Di Pietro,Travaglio&Co. diventano solo – per citare la teoria comunicativa di Erwing Goffman - “animatori” e non “autori” nella diffusione del messaggio. Anche perché sempre più forte inizia ad essere il movimento “contro” Grillo e il grillismo, che muove proprio dalle incongruenze tra ciò che dice e ciò che fa l'ormai ex-comico genovese.

Basti pensare al fatto che, pur definendo la rete come il mezzo che rivoluzionerà il mondo, non si è mai visto, nella storia dei blog italiani, un commento di Grillo, né sul suo né su blog altrui, oppure come l'affaire “vendita energia” che, come dice Chicco Testa – ex amministratore delegato Enel – è un po' diversa da quel che ci racconta Grillo.

A gennaio 2006, poi, sul suo sito compare un rapporto nel quale si dice che ben presto l'informazione cartacea sarebbe stata soppiantata da quella telematica. Dopo 4 anni io continuo a vedere una florida scelta di quotidiani (anzi, nell'ultimo periodo ne è stato creato uno proprio dal suo amico Travaglio...), rapporto redatto dalla stessa Casaleggio Associati, e che quindi porta la validità – e l'obiettività – agli stessi livelli di quelli utilizzati da Brunetta per dire che ha eliminato l'assenteismo dalla Pubblica Amministrazione (e che vengono redatti dal ministero stesso).

A questo punto dovrebbe essere sorta una domanda: «Cosa succede quando un personaggio influente – un opinion leader ad esempio – dà un'informazione falsa e tendenziosa?» Che quella stessa informazione comincia a circolare. E se questa informazione, oltre a non essere vera, fa gli interessi di un gruppo di Potere (come la campagna pro-OGM della Monsanto, portata avanti proprio tramite quella The Bivings Group partner della Casaleggio Associati...)? Succede che quella che era una falsa notizia diventa una “realtà conclamata”, pur essendo completamente falsa. Che è poi esattamente il procedimento utilizzato da qualsiasi centro di Potere per non permettere alle persone di ragionare con la propria testa (ed in cui si inscrive anche il discorso legato alla censura della Rete, o comunque alla censura in generale...).

Già con questo ci sarebbe parecchio materiale sul quale riflettere. Ma, come si sa, i “colpi” migliori si sparano sempre alla fine. Per cui...

Abbiamo detto che i cinque “ragazzi” - come li definisce Grillo – della Casaleggio Associati hanno un passato più o meno vicino a Telecom. Oltre a Gianroberto Casaleggio, però, c'è un altro di loro che merita di essere presentato. 

[I cinque “ragazzi”, ma a questo punto verrebbe anche da pensare le VERE cinque “stelle” del Movimento 5 Stelle]

Enrico Sassoon, infatti, oltre ad essere uno dei cinque è anche il fondatore di Global Trends (http://www.globaltrends.it/chisiamo.html). Dal sito si legge: «(...)svolge attività di studio, ricerca e comunicazione in campo economico, manageriale e ambientale e si è progressivamente specializzata nella consulenza strategica e per la comunicazione nel settore dello sviluppo sostenibile. 
La Società elabora inoltre strategie di comunicazione e, grazie alle esperienze professionali maturate dai soci fondatori, ha sviluppato una specifica competenza in campo editoriale e multimediale. 
Cura quindi diversi strumenti di comunicazione per i propri clienti (magazine, newsletter, libri, Rapporti ambientali, Rapporti di sostenibilità, materiale di diffusione e promozione cartaceo e online)».

Ecco che, come prima, torna il concetto di clienti e professionisti: ma sappiamo, dall'economia, che i clienti sono fondamentali per l'azienda, allo stesso livello di tecnologie, macchinari e know-how, in quanto influenzano l'azienda – e quindi il professionista – stesso.

Tra i clienti della Global Trends c'è l'American Chamber of Commerce in Italy (AmCham), un'organizzazione privata senza fini di lucro, affiliata alla Chamber of Commerce di Washington D.C. e facente parte dell'European Council of American Chambers of Commerce, organismo che tutela il libero scambio tra i paesi dell'Unione Europea e degli Usa, che equivale a dire “tutela dei diritti delle multinazionali senza se e senza ma”. Oltre a ciò la AmCham è uno dei principali lobbisti presenti alla Commissione Europea e che cura gli interessi di Microsoft – il cui vice presidente, Umberto Paolucci, è il n°1 della AmCham e che vede nel suo organigramma, alla voce “Presidente” proprio quell'Enrico Sassoon che cura, con la C.A. gli interessi mediatici di Grillo e compagnia bella.

Sassoon però non è l'unico italiano presente nella AmCham. Ci sono anche Cesare Romiti, presidente RCS (CorSera, L'Europeo) e Giuseppe Cattaneo (CEO di Pirelli Tyre Co., Ltd) che sono anche nell'esecutivo dell'Aspen Institute Italia. E qui si apre ancora un altro capitolo.

L'Aspen Institute, infatti, è un'associazione privata dedita alla discussione, approfondimento e scambio di conoscenze. Ne fa parte più o meno il gotha politico, economico e mediatico di questo paese (tra i nomi: Giuliano Amato, Lucia Annunziata, John Elkann, Gaetano Caltagirone, Giorgio Napolitano, Paolo Mieli, Fedele Confalonieri e tanti altri, tra cui anche aziende come Rai e Mediaset, Vodafone, Deutsche Bank, Intesa SanPaolo etc etc).

Come vedete è un'associazione abbastanza “bipartisan”, per usare un termine molto di moda in questo periodo, ancor più se si considera che il Presidente è Giulio Tremonti, il suo n°2 Enrico Letta (tanto per continuare a parlare di “inciuci” particolari...)!

Considerando che questo è l'organo che influenza e condiziona il dibattito politico-economico dell'Italia capite bene che tutte le discussioni tra governo ed opposizione appaiono per quel che sono: un semplice teatrino messo in scena per far credere ad ignari cittadini che esistano ancora differenze tra “destra” e “sinistra”, quando è ormai palese che entrambe – in Italia come nel resto del mondo – sono pilotate da interessi altri e più alti.

Al vertice dell'Aspen Institute si trovano molti personaggi appartenenti al gruppo Bilderberg, un'incontro non ufficiale di circa 130 personaggi tra i più influenti nel mondo economico, politico e bancario. Il suo compito è quello di decidere come muovere i fili delle marionette che vediamo quotidianamente ai tg e sui giornali, decidendo così la “vera” politica mondiale. Nomi “ufficiali” non ce ne sono, ma si sa per certo che ci sono le grandi famiglie mondiali (come Rockefeller e Rothschild, presente con il vice presidente della Rothschild Europe – ed ex a.d. Telecom, come abbiamo visto precedentemente – Franco Bernabè) e che almeno una volta vi hanno preso parte personalità come Romano Prodi, José Barroso, Timothy Geitner (attuale Segretario del Tesoro dell'amministrazione Obama), Henry Kissinger, Angela Merkel, Jean-Claude Trichet e tanti altri.


In tutto questo si situa anche l'introduzione del Trattato di Lisbona, la Costituzione degli Stati Uniti d'Europa che depaupera i cittadini europei anche di quel potere virtuale sulle “democrazie”, palesando invece come si venga a creare un governo europeo completamente illegittimo, proprio perché non votato dai suoi cittadini ma nominato dalle lobby e dai gruppi di Potere che abbiamo fin qui visto.

Questo significa che noi cittadini diventiamo solo spettatori delle nostre vite sociali, potendo solo guardare passivamente alle decisione calate dall'alto dal Potere vero. Ci sarebbe una possibilità per tornare ad essere cittadini attivi e artefici delle nostre vite sociali (intese sia localmente che a livelli più alti, a livelli di nazioni), che si inizi a ragionare sull'utilità di uscire dalle grandi istituzioni sovranazionali, quali la N.A.T.O. - non devo certo essere io a spiegarvi di chi è il cucciolo da tenere in giardino – ed in particolare da questa Nuova Unione Europea, perché l'indipendenza dal Potere è possibile solo con l'autonomia totale dagli organi sovranazionali.

Tutto questo, però, non potrebbe prescindere da una forte campagna mediatica che porti i cittadini alla conoscenza ed alla consapevolezza. E questa, forse, è la parte più difficile...