martedì 10 luglio 2012

Lettere (false) di personalità importanti a Beppe Grillo

BEPPE GRILLO MANIPOLA LE INFORMAZIONI E INGANNA IL POPOLO ITALIANO?? 

La lettera che asserisce essere a lui diretta [nel blog del 26 Marzo 2008: "Lettera di Hu Jintao"] è in realtà un copiancolla di una lettera del 19 luglio 2001! 
[Per non parlare della lettera del Papa del 2007!]


dal beppegrillo.it:

26 Marzo 2008

Lettera di Hu Jintao 
Lettera del presidente cinese Hu Jintao a Richard Gere, Beppe Grillo, Nancy Pelosi e altri.
Full Text of Speech By Hu Jintao at Tibet's Peaceful Liberation Anniversary Rally
2001.07.19 21:42:17 
Lhasa, July 19 (Xinhuanet) -- The following is the full text of the speech made by Chinese vice president Hu Jintao here Thursday at the rally in celebration of the 50th anniversary of peaceful liberation of Tibet.
Speech by Vice-President Hu Jintao at the Rally in Celebration of the 50th Anniversary of the Peaceful Liberation of Tibet
(19 July 2001)
Hu Jintao
“Ritengo di grande importanza che i leader che influenzano l’opinione pubblica, come voi siete, conoscano la verità sul Tibet.
L’antica città di Lhasa è ricoperta da decorazioni di gala con bandiere rosse al vento nella piazza Potala e il fiume Yarlung Zambo gorgoglia deliziosamente.
Noi membri della delegazione del Governo Centrale, insieme ai quadri e alla gente di tutti i gruppi etnici tibetani, stiamo tenendo questa grande celebrazione per rimarcare il 57 anniversario della pacifica liberazione del Tibet con gioia e esultanza.
57 anni fa, il Comitato Centrale CPC e il compagno Mao Zedong, avendo correttamente valutato la situazione, hanno preso una previdente, risoluta e significativa decisione politica di liberare pacificamente il Tibet.
Il Governo Centrale del Popolo e il precedente Governo locale del Tibet firmarono l’ “Accordo sulle Misure per una Pacifica Liberazione del Tibet”. La liberazione pacifica del Tibet è stata uno degli eventi più importanti nella Storia moderna della Cina e un punto di svolta epocale per lo sviluppo del Tibet. Simbolizza che il Tibet, una volta per sempre, si è liberato dalla schiavitù dell’aggressione imperialista e che la grande unità della nazione Cinese e la sua grande volontà di riunificazione sono entrati in un nuovo periodo di sviluppo. Ci ha introdotto in una nuova era in cui il Tibet passa dal buio alla luce, dall’arretratezza al progresso, dalla povertà all’abbondanza, dall’isolamento all’apertura.
Durante gli ultimi 57 anni, il Tibet ha fatto un balzo in avanti nello sviluppo storico di sistemi sociali per camminare nella via del socialismo.
Con l’abolizione della servitù feudale, sotto la quale il popolo tibetano è stato a lungo soffocato e sfruttato, milioni di servi di allora, che non avevano neppure i minimi diritti umani, si sono ora alzati in piedi e sono diventati padroni delle loro vite. Oggi tutti i gruppi etnici godono pienamente dei diritti politici, economici, culturali e di altri ancora con un controllo completo del loro destino.
Durante gli ultimi 57 anni, il Tibet ha fatto sostanziali progressi nel suo sviluppo economico, e il tenore di vita della gente è migliorato significativamente.
Attraverso riforme democratiche, trasformazioni socialiste e aperture, le forze sociali produttive del Tibet si sono emancipate e sviluppate senza precedenti.
Durante gli ultimi 57 anni, la civilizzazione spirituale socialista in Tibet è stata fermamente diffusa e la società si è sviluppata in ogni aspetto. Iniziative nell’educazione, scientifiche, tecnologiche, nella salute pubblica e altre di indirizzo sociale sono state sviluppate vigorosamente. Le popolazioni di tutti i gruppi etnici in Tibet hanno in generale aumentato la consapevolezza politica, più alti standard etici e livelli scientifici e di educazione.
La meravigliosa tradizionale cultura in Tibet non solo è stata protetta, ereditata e trasmessa, ma anche sostanziata per riflettere la nuova vita delle persone e andare incontro alle nuove richieste di sviluppo sociale.
Durante gli ultimi 57 anni, la solidarietà tra tutti i gruppi etnici in Tibet è stata costantemente rinforzata ed è stata mantenuta la stabilità sociale nel suo complesso. La libertà religiosa del popolo è stata pienamente rispettata e protetta.
Tutti i gruppi etnici hanno lavorato in unità e hanno avuto successo nel mettere in luce le attività separatiste e distruttive della cricca del Dalai e delle forze contrarie alla Cina, e così salvaguardando la stabilità in Tibet e l’unità nazionale e la sicurezza dello Stato.
Il corso di questi 57 anni di tempeste e vicissitudini ha portato alla luce una grande verità: soltanto sotto la guida del Partito Comunista Cinese, solo nell’abbraccio della madrepatria e solo mantenendo la via socialista con le caratteristiche cinesi, il Tibet può godere oggi della prosperità e del progresso e pensare a un domani persino migliore.
Questa è la nostra più importante conclusione dopo 57 anni di sviluppo del Tibet e anche il principio fondamentale da seguire nella costruzione e nello sviluppo del Tibet nei giorni che verranno.
Il Tibet è una bella regione, riccamente dotata, della nostra grande madrepatria. La gente industriosa e di talento di tutti i gruppi etnici del Tibet ha, in un lungo storico sviluppo, dato contributi eccezionali alla creazione di una cultura gloriosa della nazione Cinese e di una civiltà multi etnica.
Nell’ultimo mezzo secolo, in particolare, il popolo tibetano ha scritto brillanti capitoli nello sviluppo e nel progresso del Tibet e ha aggiunto nuova gloria alla grande famiglia della nostra madrepatria socialista.
Io sono orgoglioso di invitarvi personalmente a Pechino per i Giochi Olimpici. Sarà una grande opportunità per vedere insieme i progressi e lo sviluppo della Cina. Grazie.” 胡锦涛 Hu Jintao
Comrades and Friends,
Today, the ancient city of Lhasa is covered in gala decorations with red flags flying in the Potala Square and the Yarlung Zangbo River gurgling delightfully.
We members of the delegation from the Central Government, together with cadres and people of all ethnic groups in Tibet, are holding this grand celebration to mark the 50th anniversary of the peaceful liberation of Tibet with joy and elation.
First of all, I wish to extend, on behalf of the CPC Central Committee, the NPC Standing Committee, the State Council, the CPPCC National Committee and the Central Military Commission, our warm congratulations and cordial greetings to workers, farmers and herdsmen, intellectuals, cadres and people from all walks of life of all ethnic groups in Tibet and to officers and men of the PLA Garrison and of units of the People's Armed Police Force (PAPF) and public security officers in Tibet.
Our high tribute goes to all the comrades and friends who have contributed to the peaceful liberation, prosperity and development of Tibet, and our heartfelt thanks to the foreign friends who have cared for and supported the development and progress of Tibet.

Fifty years ago, the CPC Central Committee and Comrade Mao Zedong, having correctly assessed the situation, made a far- sighted, resolute and significant policy decision to liberate Tibet peacefully.
The Central People's Government and the former local government of Tibet signed the Agreement on Measures for the Peaceful Liberation of Tibet, thus bringing about the peaceful liberation of Tibet.
The peaceful liberation of Tibet was a major event in modern Chinese history and an epoch-making turning point in the course of development in Tibet. It symbolized that Tibet once and for all cast off the yoke of imperialist aggression and that the great unity of the Chinese nation and its great reunification cause have entered a new period of development. It ushered in a new era in which Tibet would turn from darkness to light, from backwardness to progress, from poverty to affluence and from seclusion to openness.
Over the past 50 years, which is just a wink of the eye in the long history of human progress, the ancient and fascinating land of Tibet has undergone unrivaled changes and worked unprecedented miracles on earth.
Over the past 50 years, Tibet has achieved a leap forward in the historical development of social systems and embarked on a socialist road.
With the abolition of feudal serfdom, under which the Tibetan people had long been suppressed and exploited, millions of erstwhile serfs who did not even have the minimum of human rights have now stood up and become masters of their own fate. Today people of all ethnic groups are fully enjoying political, economic, cultural and other rights and having complete control of their destiny.
Over the past 50 years, Tibet has made substantial headway in its economic development, and the living standards of its people have improved markedly.
Through democratic reform, socialist transformation and reform and opening-up, the social productive forces of Tibet have been emancipated and developed in an unprecedented manner. Last year, the GDP of Tibet was more than fifty times that of 1959 when democratic reform started. The Autonomous Region has built up its infrastructure from scratch. The income of urban and rural residents has increased steadily, with the overwhelming majority of people out of poverty and some people leading comfortable lives. This stands in stark contrast to the plight of the destitute people in the old Tibet.
Over the past 50 years, the socialist spiritual civilization in Tibet has been steadily enhanced and society has moved forward in an all-round way. Educational, scientific and technological, cultural, public health and other social undertakings have been developing vigorously. People of all ethnic groups in Tibet have generally had enhanced political awareness, higher ethical standards and scientific and educational levels. The fine traditional culture in Tibet has not only been protected, inherited and carried forward, but also substantiated to reflect people's new lives and meet the new requirements of social development called for by the times.
Over the past 50 years, solidarity among all ethnic groups in Tibet has been constantly strengthened and social stability there has been maintained on the whole. With the execution of the Party' s policies on ethnic and religious affairs and the all-round implementation of the system of regional autonomy of ethnic minorities, the socialist ethnic relationship, which features equality, solidarity and mutual assistance, has been growing in strength. People's freedom of religious belief has been fully respected and protected. People of all ethnic groups have worked in unity and succeeded in foiling the separatist and disruptive activities of the Dalai clique and anti-China forces in the world time and again, and thus safeguarded stability in Tibet and national unity and state security.
With the passage of 50 extraordinary years, Tibet of today presents a scene of vitality and prosperity with economic growth, social progress and stability, ethnic solidarity and solid border defense. The people here are living and working in peace and contentment.
The credit for the remarkable achievements of Tibet in the past 50 years goes to the wise decision-making and correct leadership of the three generations of central collective leadership of the Party with comrades Mao Zedong, Deng Xiaoping and Jiang Zemin at the core respectively during different historical periods in Tibet 's development. The achievements are also attributable to the all- out support of the state to Tibet and the continual aid of the people across the country. The achievements are also the result of the concerted efforts by the people of all ethnic groups in Tibet, who have displayed the extraordinary spirit of fortitude, hard work, endurance, solidarity and utter devotion.
Reflecting on the past in light of the present, one should bear in mind where his/her happiness comes from. At this moment, we deeply cherish the memory of proletarian revolutionaries of the older generation such as Mao Zedong and Deng Xiaoping who initiated and laid the foundation for the development and progress of Tibet. We also deeply cherish the memory of the martyrs and heroes who dedicated their youth, wisdom, strength and even invaluable lives to the revolution, construction and reform in Tibet and to the defense of the frontier of the motherland. Their heroic names and meritorious deeds will be eulogized through the ages and go down in history!
The course of 50 years of storms and vicissitudes has brought to light a great truth: It is only under the leadership of the Communist Party of China, only in the embrace of the big family of the motherland and only by firmly taking the socialist road with Chinese characteristics that Tibet can enjoy today's prosperity and progress and an even better tomorrow.
This is the most important conclusion that we have drawn from the 50 years of Tibet 's development and also the fundamental principle that must be followed in building and developing Tibet in the days to come.
Comrades and Friends,
Tibet is in the southwestern frontier of the motherland, with a vast stretch of land and a most important strategic position. The development, stability and security of Tibet have a direct bearing on the fundamental interests of people of all ethnic groups in Tibet as well as ethnic solidarity, national unity and state security. It is the common aspiration and mission of people of all ethnic groups in China, the Tibetan people included, to build on the prosperity and progress and maintain stability and solidarity in Tibet.
At present, China has entered a new stage of development in which it will build a well-to-do society in an all-round manner and accelerate the socialist modernization drive. Tibet has also entered an important period for faster development and maintenance of stability. Recently, Comrade Jiang Zemin made an important speech at a rally in celebration of the 80th anniversary of the founding of the Communist Party of China. He systematically summarized the achievements and basic experience of the 80-year- long struggle of our Party, profoundly expounded the scientific connotation of the important concept of the "Three Represent's", correctly answered major questions that need to be studied and resolved for Party building in the new historical period and further identified the objectives and tasks of the Party in the new century. This important speech is a Marxist programmatic document which will guide our efforts to advance the great cause of building socialism with Chinese characteristics and the new and great project of Party building. It also provides a strong ideological weapon for accelerated development of Tibet in the new century. Not long ago, the CPC Central Committee and the State Council held the fourth working conference on Tibet, at which a magnificent blueprint for Tibet's development for the first few years of the new century was mapped out and the guiding principles of vital importance for the work of Tibet were formulated. According to the plan of the conference, the Central Government and all localities throughout the country will intensify their support to Tibet and help create even more favorable conditions for its development. As one of the priority regions in the development of China's west, Tibet is faced with unprecedented opportunities for development.

The Central Government ardently hopes that the vast number of cadres and people of Tibet will earnestly study and implement the essential points of President Jiang Zemin's important speech on 1 July and the spirit of the fourth working conference on Tibet, seize the opportunities and make good use of them, and forge ahead in a pioneering spirit in an earnest effort to move the Tibetan economy from step-by-step development to leapfrog development and Tibetan society from relative stability to lasting peace and stability.
Rapid economic development is the fundamental condition for realizing the interests of all ethnic groups in Tibet and also the basic guarantee for greater ethnic unity and continued stability there. Cadres and people of all ethnic groups in Tibet should further emancipate their minds, update their concepts and press ahead with the reform and opening-up so as to create a sound social and institutional environment for economic development. It is essential to work hard, practice economy, make careful plans and calculations, and cherish and make good use of Government investment and financial assistance by other regions of the country to ensure full economic and social returns for aid projects. It is essential to rely on your own efforts, work assiduously, truly depend on your own enthusiasm, initiative and creativity, and bring them into full play. It is essential to vigorously develop an economy with distinctive local characteristics by making full use of abundant local resources and speed up strategic readjustment to your economic structure in a bid to turn your rich natural resources into actual economic strength. It is essential to implement the strategy of revitalizing Tibet through science and education in a comprehensive manner, advocate a social environment of respect for knowledge and talented people, and work hard to advance science, technology and education so that you may truly depend on scientific and technical progress and improved quality of the work force for economic growth. It is essential to pay great attention to the environment, step up the protection and improvement of the eco-system so as to achieve a sustainable economic and social development in Tibet.
Greater ethnic unity and lasting social stability are where the fundamental interests of people of all ethnic groups in Tibet lie. Without ethnic unity and social stability, its economy cannot develop smoothly and its people cannot enjoy their work and lives. Cadres and people of all ethnic groups in Tibet should always hold high the banners of patriotism and ethnic unity, bear in mind that "the Han people and ethnic minorities are inseparable from each other, so are ethnic minorities themselves" and that people of all ethnic groups should truly share weal and woe. It is essential to stick to and improve the system of regional ethnic autonomy and further consolidate and develop the socialist ethnic relationship of equality, solidarity and mutual assistance. It is essential to correctly and comprehensively implement the Party's policy of freedom of religious belief so that people of all ethnic groups will unite and cooperate with each other politically, respect each other's beliefs, and throw all their weight behind faster development and continued stability in Tibet. It is essential to fight unequivocally against the separatist activities by the Dalai clique and anti-China forces in the world, vigorously develop a good situation of stability and unity in Tibet and firmly safeguard national unity and state security.
The PLA Garrison, PAPF units and the law enforcement departments in Tibet are the strong pillars and loyal guards in defending the frontier of the motherland and maintaining stability in Tibet. They are an important force in the building of both material and spiritual civilizations. They should carry forward the fine traditions and work style, improve and stiffen themselves, strengthen unity between the government and the army, between civilians and the armed forces, and between the police and the people, and make new contributions to the stability and development of Tibet.
Comrades and Friends,
Tibet is a beautiful and richly endowed region of our great motherland. The industrious and talented people of all ethnic groups in Tibet have, in a long historical development, made outstanding contributions to the creation of a glorious culture of the Chinese nation and creation of a unified multi-ethnic country.
In the last half a century in particular, the Tibetan people have written brilliant chapters in the development and progress of Tibet and added new glory to the big family of our socialist motherland.
We feel profoundly proud of the past and immensely confident about the future. Let us rally around the leadership of the CPC Central Committee with Comrade Jiang Zemin at the core, hold high the great banner of Deng Xiaoping Theory, take the important thinking of the "Three Represent's" as the guide, work together unremittingly with one heart for a new socialist Tibet of unity, prosperity and civilization, and for the great rejuvenation of the Chinese nation! Enditem
beppE grill0 c'è o ci fa? 

E VOI, ADEPTI? Quando vi sveglierete?

Forza ragazzi ancora mille post poi, lo staf di Beppe farà sparire questa presa per il culo di lettera. Così potranno fare le loro medie. tot % hanno abboccato, tot % non hanno abboccato, tot%non glie ne frega niente e così via. E' cosi che si fanno le indagini di mercato. Lettere bufala (con diossina), lettere buffala (senza diossina), interviste inventate,Statistiche, tanto per sapere cosa ci devono vendere, o meglio raccontare.
JONNY G. 27.03.08 10:12

Fonte: Sandro Pascucci 

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Il Papa (forse) ha scritto a Beppe Grillo!

Sabato 13 Gennaio 2007
 Tra i molti misteri che ogni tanto percorrono le strade (virtuali e non) dell'informazione italiana oggi se ne è aggiuto un altro. Vi ricordate il "mitico" Minoli che a Mixer (un po' di anni fa) aveva realizzato una trasmissione dimostrando la realizzazione di brogli che portarono alla vittoria della Repubblica al referendum in Italia? Era stato davvero grande....anche se di fatto era stato un esperimento "copiato" dallo storico annuncio radiofonico di Welles circa un presunto attacco di extraterrestri.

Quello che è capitato oggi ha senza dubbio del misterioso. Tanto misterioso da determinare una specie di paralisi irrealistica dei media italiani. Oggi, alle ore 16,15 sul blog di Beppe Grillo è comparsa una lettera di Benedetto XVI. Sì...non avete capito male: proprio il Papa in persona, avrebbe scritto il giorno 11 gennaio (e sarebbe stata pubblicata solo oggi) una lettera indirizzata a "Giuseppe Grillo" con oggetto le "energie rinnovabili".
Ho ricevuto una segnalazione da un amico e subito mi sono precipitato a leggere la lettera. Che dire? Sarà vera, oppure no? In fondo anche Papa Giovanni Paolo II aveva fatto una grande improvvisata a Bruno Vespa a "Porta a Porta"...non ricordate?

Perchè non pensare che il suo successore possa avere scritto a Grillo?

Ma leggendo la lettera qualche dubbio ci assale. Dubbi che vengono anche evidenziati dal'unico articolo apparso fino ad ora su internet (Radio Radicale).

Ma la cosa che più mi lascia perplesso è il fatto che ancora NESSUNO si sia accorto di questa lettera. Nè il Vaticano, nè altri organi di informazione...nessuno a detto o scritto ancora una parola. E, sono certo, che questo silenzio sta alimentando più di un dubbio, più di una perplessità.

Cosa è successo? E' Grillo, buontempone come non mai, che ci ha fatto uno scherzo, oppure è qualcuno che ne ha fatto uno a lui?

Oppure Grillo vuole dirci "qualcosa" attraverso quella che sembrerebbe essere (sotto qualche punto di vista) una provocazione (l'utilizzo di una citazione molto simile a quella "famosa" di Ratisbona, il tema molto caro a Benedetto XVI del rapporto tra ragione e fede....). Oppure ha voluto semplicemente mettere in scena  una "comica" virtuale? Ve l'immaginate il cupolone, il tetto dei musei vaticani, pieno di pannelli solari o con le pale dell'eolica?

Quello che mi permetto personalmente di dire è che se è stato uno scherzo non mi sembra di buon gusto, poichè essenzialmente inutile e veramente "banale".

Anche se il fatto che da nessuna parte vengano smentite o nascano polemiche...mi dà molto a cui pensare....

Carissimo Beppe, vorse una cosa sei riuscita a dimostrarla:

- se la lettera è falsa il Vaticano ha dimostrato serietà estrema nel non commentarla nemmeno, e lo stesso si potrebbe dire dei giornalisti...sarebbe infatti la prima volta che notizie inutili siano volontariamente scartate, reputandole decisamente insignificanti;  

- che in Italia ormai siamo arrivati al livello che, per poter parlare e "fare notizia" sulle energie rinnovabili (una tua battaglia nella quale credo moltissimo) occorre "tirare in ballo" addirittura il Papa...siamo ridotti davvero male, incapaci come siamo di mettere nell'agenda della nostra riflessione temi importanti come questi...

Ma se la lettera fosse vera sarei contento (così come lo ero stato con Giovanni paolo II nel caso di Vespa) di avere un Papa capace di confrontarsi con tutti, utilizzando uno strumento ormai veramente "importante" quale internet ed i blog....

E se fosse verà, così come ha scritto il blog Breaking London , mi chiederei come sia possibile che NESSUN media italiano, dopo quasi 20 ore, non abbia minimamente considerato questo evento riportandolo sulle sue pagine....davvero siamo in una "dittatura mediatica"? 

Vedremo che succederà....


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 13 gennaio 2007
ECCO A VOI BEPPE IL GRULLO
di Gregorj 


di Gregorj & Loska

O Beppe Grillo è un buontempone, oppure è molto più fesso di quanto dia a vedere. Oggi, in un post pubblicato alle 16 e 15, il comico genovese ha pubblicato una lettera firmata papa Benedetto XVI. Ora, noi su Ratzinger abbiamo la peggiore delle opinioni possibili, ma pensare che si metta a scrivere a un blog sul tema delle energie rinnovabili, è proprio da gonzi. E infatti trattasi di qualcuno che ha deciso di fare uno scherzo ai commentatori, e forse anche al gestore del blog più famoso del pianeta. Ma leggiamo cosa dice la lettera del caro Ratzinger. Dopo i saluti di maniera, Benedetto XVI introduce il discorso che gli starebbe più a cuore: "Il Cardinale Tarcisio Bertone mi ha ricordato che dipendiamo quasi esclusivamente da una sola fonte di energia: il petrolio e che dobbiamo trovare fonti alternative. Il dialogo si è esteso su tutto l'ambito delle strutture che consentono le energie alternative e si è soffermato soprattutto sull’utilizzo di pannelli fotovoltaici negli edifici di proprietà del Vaticano, ad iniziare dalle scuole e dagli ospedali. Vorrei toccare in questa lettera un argomento che, nel contesto del tema "natura e ragione", mi ha affascinato e che mi servirà come punto di partenza per le mie riflessioni su questo tema". E fin qui, voi direte, forse è un tono troppo colloquiale per un Papa, ma potrebbe essere credibile. Se non altro, per una questione anche di nuova comunicazione che rappresenterebbe la svolta di una Chiesa più vicina al 'popolo', inteso ovviamente nella maniera più demagogica possibile.

Ma è il periodo successivo che fa crollare tutti dalle risate: "Nel settimo colloquio (d???e??? – controversia) edito dal prof. Khoury, l'imperatore spiega minuziosamente le ragioni per cui la diffusione della civiltà mediante la violenza contro la natura è cosa irragionevole. La violenza è in contrasto con la natura di Dio e la natura dell'anima. L'affermazione decisiva in questa argomentazione è: non agire secondo ragione è contrario alla natura di Dio e alla conservazione del nostro pianeta. L'editore, Theodore Khoury, commenta: per l'imperatore, come bizantino cresciuto nella filosofia greca, quest'affermazione è evidente". I più attenti alle parole del pontefice avranno già sentito da qualche parte questo incipit. Ebbene, forse se vi forniamo l'originale potremmo aiutare la vostra memoria: "Nel settimo colloquio (d???e??? – controversia) edito dal prof. Khoury, l'imperatore tocca il tema della jihad, della guerra santa. Sicuramente l'imperatore sapeva che nella sura 2, 256 si legge: "Nessuna costrizione nelle cose di fede". È probabilmente una delle sure del periodo iniziale, dice una parte degli esperti, in cui Maometto stesso era ancora senza potere e minacciato. Ma, naturalmente, l'imperatore conosceva anche le disposizioni, sviluppate successivamente e fissate nel Corano, circa la guerra santa." Vi dice qualcosa? No? Beh, cari miei, dovreste fare più attenzione a quando parla il Papa. Trattasi infatti del "famoso" discorso di Ratisbona, quello che ha scatenato un putiferio mediatico perché giudicato (a ragione, secondo me) contro i musulmani. Anzi, per essere precisi è uno dei passi più controversi e stracitati in Rete.

In ogni caso, noi abbiamo interpellato Malvino e Ciro Ascione, due che l'ingegno per una cosa del genere ce l'hanno: ambedue si sono dichiarati innocenti. E visto che noi crediamo alle loro parole, a questo punto ci sono rimaste due ipotesi: o qualcuno ha architettato uno scherzo assai raffinato (perché una lettera del genere non è che viene mandata via mail, ma di solito è inviata con tanto di bolle e sigilli ufficiali della Città del Vaticano) e Grillo ci è cascato (non sarebbe la prima volta). Oppure, domani Grillo farà un post dicendo: era uno scherzo che ho architettato io - difficile che l'abbia fatto da solo, visto che l'imitazione è fabbricata troppo bene per lui - ed era una finissima provocazione intellettuale che voleva spiegare quanto sarebbe bello il mondo se avessimo un Papa più attento alle energie rinnovabili e meno ai Pacs. Da parte nostra, per carità, noi non è che critichiamo l'intento. Ci basta, dopo quanto di miserabile ha scritto su Piergiorgio Welby, avergli rovinato la sorpresa.


edit: Il Papa c'ha preso gusto, e ha scritto anche a Francesco Nardi! Quasi quasi ci piace così: grafomane!




Edit2: Quasi stronzo
Ecco la confessione di Grillo, in un post dal titolo "Quasi falso". Nel quale, come al solito, approfitta dell'occasione per togliersi qualche sassolino democristiano dalle scarpe. I nostri commenti sono messi tra parentesi.




"La lettera del Papa è stata un quasi falso. (la locuzione 'quasi' sottenderà un abile esercizio retorico? Un'anafora, magari, è in preparazione?) Quasi (sì, era l'anafora) perchè la lettera fa riferimento a concetti espressi con e da il cardinale Tarcisio Bertone nel nostro incontro. (incontro privato? Non è che non ci credo, eh? E' che non è elegante riferire i discorsi privati sui blog) Quasi perchè lo stesso Papa si è pronunciato più volte a favore delle energie rinnovabili (vero). Quasi perchè le persone, come dimostrato dai commenti, vorrebbero avere un Papa che comunica con loro attraverso la Rete (quindi quei boccaloni che credevano per partito preso a quello che leggevano da te li chiami così?) . E che abbia a cuore le sorti del nostro pianeta. (noi avevamo scritto: "Oppure, domani Grillo farà un post dicendo: era uno scherzo che ho architettato io - difficile che l'abbia fatto da solo, visto che l'imitazione è fabbricata troppo bene per lui - ed era una finissima provocazione intellettuale che voleva spiegare quanto sarebbe bello il mondo se avessimo un Papa più attento alle energie rinnovabili e meno ai Pacs". Centrato in pieno). Quasi perchè la foto con il cardinale è vera anche se in molti hanno giurato sul fotomontaggio (noi no, non abbiamo parlato di fotomontaggio). Quasi perchè nessun giornale, telegiornale, rivista, radio ne ha parlato (non sono boccaloni). E quando questo succede la notizia è SEMPRE vera (non era vera, non ci sono cascati, non hai avuto visibilità: rassegnati, è andata così). Ha fatto eccezione radio radicale, ma solo perchè non ha apprezzato lo scoop su Pannella (non è esatto: quello era il nostro post, messo su RadioRadicale. E ti accusavamo di aver detto parole miserabili su Welby. Che fai, prima te la prendi con i politici che cambiano discorso, e poi cambi discorso?) Quasi perchè il Vaticano vuole occuparsi veramente di energia pulita a partire dai suoi immobili (darli ai poveri no, eh?). Quasi perchè il post riprende gran parte del discorso tenuto dal Papa all’università di Ratisbona (che parlava dell'Islam. A proposito, tu che ne pensi di quel che ha detto Ratzy a Ratisbona? E dei Pacs?). Un discorso diffuso per un mese dai media, un indizio che ho voluto inserire apposta per un post quasi falso e non quasi vero (un indizio che ha voluto mettere apposta. Ma quanto è generoso, eh?). Quasi perchè le parole del cardinale riportate sono vere. Io e i miei esperti di energie rinnovabili siamo a disposizione del Vaticano gratis. Per farlo risparmiare e dare l’esempio (sui Pacs? Niente?). La prossima volta pubblicherò una lettera dell’Altissimo, con cui sono in contatto per negoziare almeno il purgatorio (sui Pacs? Niente?). Mea culpa, mea culpa, mea grandissima culpa. La prossima volta che mi scrive il Papa non ci crederà nessuno. Neppure il cardinal Bertone che mi aveva telefonato per congratularsi" (e questo dimostra perché i papi sono così stupidi: li scelgono tra i cardinali).



Applausi.


Edit3: siccome oggi ci siamo svegliati particolarmente stronzi anche noi, pubblichiamo anche il commento di Malvino sulla vicenda.


Così, tanto per non farci mancare nulla:

"Guardate invece quest’uomo da intrattenimento (Grillo, ndr). Come è scialbo, anodino e – con rispetto parlando – scemetto. Pubblica un falso. Dice che è una lettera che gli ha spedito Benedetto XVI. Nessuno se lo caga. Nessuno, tranne quei due o tre che ormai lo tengono sotto stretto controllo (è il destino dell’uomo da intrattenimento, coraggio Beppe!).

Indi, confessa che è un falso. Dice che chi ci è cascato è un “uomo di buona volontà”, che poi sarebbe un prototipo antropologico tra il Padre Mariano di Pace-e-bene-a-tutti e quel comico un po’ monotono che conduceva Te la do io, l’America. Prototipo andato subito fuori produzione, mai nemmeno stato in linea. Montato amatorialmente, qua e là, poi il modello è stato messo a disposizione su Internet. Con discreto mercatino allegato. D’altra parte ogni vero Messia deve cimentarci sempre, prima o poi, con l’impiccio del mercato – o almeno, appunto, del mercatino. 

Allo stesso tempo, però, dice che cascarci era davvero da coglioni. Sillogismo: viva il disperato che è in voi, seguitemi!"


Edit 3 (Lettere dai lettori et immagini dai lettori): Cari amici di Giornalettismo, Beppe Grillo ammette la figuraccia e confessa che la lettera inviatagli da Benedetto XVI è un "quasi-falso". D'accordo, diremo che è un "quasi-falsario". 
Il vostro accanito lettore, 





Fonte: Giornalettismo Il Cannocchiale

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15/01/2007 

Bufale nella rete. Beppe Grillo e la lettera del papa 

(Mattia Bianchi, http://www.korazym.org)

Ce lo vedete Benedetto XVI davanti ad un pc per scrivere sul sito di Beppe Grillo? A vedere il blog del comico genovese non si potrebbe dire diversamente. Da sabato 13 gennaio, è on line un post intitolato “Lettera dal Vaticano” con un testo firmato dal papa e uno stile che può ingannare il lettore. Il tema scelto è quello delle energie rinnovabili, approfondito dallo pseudo-pontefice con discorsi apparentemente sensati e anche vicini al suo stile. Notizia clamorosa o bufala? Negli ultimi anni, il blog di Grillo ha costruito una sua credibilità e apparentemente non avrebbe ragioni di spingersi fino a tanto. Al tempo stesso, a due giorni di distanza la lettera continua ad essere on line, senza ricevere alcuna smentita o precisazione, nella totale indifferenza sia della cosiddetta blogosfera che del mondo dei media tradizionali. E se il Vaticano tace, qualcuno all’inizio ha pensato davvero che il papa potesse essere l’ideatore di una mossa così eclatante.

In realtà, basta scorrere le righe del testo per capire che di bufala trattasi. Dopo un’introduzione di rito, i saluti al signore Giuseppe Grillo e una citazione del cardinale Bertone, il presunto Benedetto XVI spiega che “nel settimo colloquio, edito dal prof. Khoury, l’imperatore spiega minuziosamente le ragioni per cui la diffusione della civiltà mediante la violenza contro la natura è cosa irragionevole. La violenza è in contrasto con la natura di Dio e la natura dell’anima”. Una frase che ricalca esattamente un passaggio dell’ormai famosa lezione magistrale tenuta all'università di Ratisbona: “Nel settimo colloquio edito dal prof. Khoury, l’imperatore tocca il tema della jihad, della guerra santa. Sicuramente l’imperatore sapeva che nella sura 2, 256 si legge: “Nessuna costrizione nelle cose di fede”. È probabilmente una delle sure del periodo iniziale, dice una parte degli esperti, in cui Maometto stesso era ancora senza potere e minacciato. Ma, naturalmente, l’imperatore conosceva anche le disposizioni, sviluppate successivamente e fissate nel Corano, circa la guerra santa”.

Insomma, una letterina costruita ad arte, giocando sull’ambiguità delle fonti, e falsa sia per i metodi di diffusione (la Santa Sede non ha annunciato niente a riguardo), sia per i contenuti, organizzati prendendo spunto dalla struttura di altri interventi.

Nessun dubbio, quindi, ma sconcerto e proteste da parte delle migliaia di utenti del blog che inizialmente hanno creduto alla cosa (qualcuno si è addirittura complimentato con Grillo), fino a scoprire la burla, anche grazie all’analisi di Radio Radicale che ha evidenziato punto per punto, le incoerenze del documento. E se alcuni hanno letto l’iniziativa del comico come una provocazione, molti altri hanno dato voce alla loro delusione. “C'è differenza tra sfottò/satira e quello che è avvenuto in questo blog con la falsa lettera del papa”, scrive un lettore, chiedendosi se abbia senso parlare ancora di blog di informazione, uno strumento che “richiede la responsabilità di fornire notizie corrette” e “le scuse quando si commettono errori dovuti ad eccessi di foga o per disinformazione”.

L'ipotesi in ballo, infatti, è che Grillo abbia agito in buona fede, essendosi fidato magari di altri contatti, oppure che abbia voluto creare direttamente confusione. E in questo senso, l’accusa è ancora più pesante, perché dopo la pubblicazione del 13 gennaio, ieri sono stati inseriti dal comico altri post come se niente fosse. 

Lasci che vi sia ancora il dubbio sulla veridicità della lettera, quando è appurato essere un copia ed incolla di un ben noto discorso”, si legge tra i commenti. 

E ancora: “Se è una bufala che hai ricevuto, abbi il coraggio di ammettere che hai inviato una notizia senza verificare minimamente le fonti, cosa che credo sia capitata più di una volta. Se è una provocazione, ammetti ugualmente la tua sconfitta, perché se il tuo obiettivo era coinvolgere i media o avere più visite hai solo portato confusione tra le persone che seguono il blog. Nessun media ha riportato la falsa notizia, tranne qualche portale e blog non attento. Molti altri (parlo sempre della blogsfera) hanno subito messo in evidenza le incoerenze della lettera”.

Capitolo chiuso. Ma il diretto interessato darà mai qualche spiegazione? Grillo, se ci sei batti un colpo.

Il testo della falsa lettera del papa

Illustre signor Giuseppe Grillo,
è per me un piacere poterLe inviare questa lettera sul tema delle energie rinnovabili. I miei pensieri ritornano agli anni in cui iniziai la mia attività di insegnante accademico all’università di Bonn. Era – nel 1959 – ancora il tempo della vecchia università dei professori ordinari. I contatti con gli storici, gli economisti e naturalmente anche con le facoltà teologiche erano molto stretti. Una volta in ogni semestre c'era un cosiddetto dies academicus, in cui professori di tutte le facoltà si presentavano davanti agli studenti dell'intera università, rendendo così possibile una vera esperienza di universitas: il fatto che noi, nonostante tutte le specializzazioni, che a volte ci rendono incapaci di comunicare tra di noi, formiamo un tutto e lavoriamo nel tutto dell'unica ragione con le sue varie dimensioni, stando così insieme anche nella comune responsabilità per il retto uso della ragione – questo fatto diventava esperienza viva. Questa coesione interiore nel cosmo della ragione non venne disturbata neanche quando una volta trapelò la notizia che uno dei colleghi aveva detto che nella nostra università c'era una stranezza: due facoltà che si occupavano di una cosa che non esisteva ancora – delle energie rinnovabili. Che anche di fronte ad uno scetticismo così radicale resti necessario e ragionevole interrogarsi sull’eolico e sul solare per mezzo della ragione e ciò debba essere fatto nel contesto della tradizione della fede cristiana: questo, nell'insieme dell'università, era però una convinzione indiscussa.

Tutto ciò mi tornò in mente, durante un dialogo con il Cardinale Tarcisio Bertone, da Lei incontrato recentemente a Genova in una udienza personale. Il Cardinale Tarcisio Bertone mi ha ricordato che dipendiamo quasi esclusivamente da una sola fonte di energia: il petrolio e che dobbiamo trovare fonti alternative. Il dialogo si è esteso su tutto l'ambito delle strutture che consentono le energie alternative e si è soffermato soprattutto sull’utilizzo di pannelli fotovoltaici negli edifici di proprietà del Vaticano, ad iniziare dalle scuole e dagli ospedali. Vorrei toccare in questa lettera un argomento che, nel contesto del tema "natura e ragione", mi ha affascinato e che mi servirà come punto di partenza per le mie riflessioni su questo tema. Nel settimo colloquio (διάλεξις – controversia) edito dal prof. Khoury, l'imperatore spiega minuziosamente le ragioni per cui la diffusione della civiltà mediante la violenza contro la natura è cosa irragionevole. La violenza è in contrasto con la natura di Dio e la natura dell'anima.

L'affermazione decisiva in questa argomentazione è: non agire secondo ragione è contrario alla natura di Dio e alla conservazione del nostro pianeta. L'editore Theodore Khoury, commenta: per l'imperatore, come bizantino cresciuto nella filosofia greca, quest'affermazione è evidente. Qui si apre un dilemma che oggi ci sfida in modo molto diretto. La convinzione che agire contro la natura sia in contraddizione con la natura di Dio è soltanto un pensiero greco o vale sempre e per se stesso? Io penso che in questo punto si manifesti la profonda concordanza tra ciò che è greco nel senso migliore e ciò che è fede in Dio sul fondamento della Bibbia. Modificando il primo versetto del Libro della Genesi, Giovanni ha iniziato il prologo del suo Vangelo con le parole: "In principio era il λόγος". È questa proprio la stessa parola che usa l'imperatore: Dio agisce con logos. Logos significa insieme ragione e parola – una ragione che è creatrice e capace di comunicarsi ma, appunto, come ragione.

La fede della Chiesa si è sempre attenuta alla convinzione che tra Dio e noi, tra il suo eterno Spirito creatore e la nostra ragione creata esista una vera analogia, in cui certo le dissomiglianze sono infinitamente più grandi delle somiglianze, non tuttavia fino al punto da abolire l'analogia e il suo linguaggio (cfr Lat IV). Dio non diventa più divino per il fatto che lo spingiamo lontano da noi in un volontarismo puro ed impenetrabile, ma il Dio veramente divino è quel Dio che si è mostrato come logos e come logos ha agito e agisce pieno di amore in nostro favore, in questo includendo l’ambiente naturale. Nel mondo occidentale domina largamente l'opinione che soltanto la ragione positivista e le forme di filosofia da essa derivanti siano universali. Ma le culture profondamente religiose del mondo vedono proprio in questa esclusione del divino dall'universalità della ragione un attacco alle loro convinzioni più intime e al vivere in armonia con il contesto naturale. Una ragione, che di fronte al divino è sorda e respinge la religione nell'ambito delle sottoculture, è incapace di inserirsi nel dialogo delle culture. L'occidente, da molto tempo, è minacciato dalla centralità del profitto e del guadagno opposto alla conservazione della natura e al suo pieno godimento. È a questo grande logos, a questa vastità della ragione, che invitiamo nel dialogo delle culture i nostri interlocutori per la preservazione del pianeta.

Le trasmetto il mio saluto augurandoLe il pieno successo delle sue iniziative.

Dal Vaticano, 11 Gennaio 2007.
BENEDICTUS PP. XVI