LA DOMENICA DI…MANENTI – A PARMA QUALCOSA S’E’ INCEPPATO

Cinque. Come le Stelle che un mese fa
hanno costellato il Comune, ma anche come le polemiche che hanno
coinvolto Pizzarotti e compagni. Un crescendo di malumori e di critiche
piovutegli addosso come meteore, tanto per restare in tema astronomico.
E se all’inizio del bombardamento la domanda più spontanea era ‘chi ha incastrato i 5 Stelle?’, adesso viene da chiedersi ‘cosa si è incastrato nei 5 Stelle?’.
Si perché mentre nei primi giorni si fiutava il tentativo di attirare
in trappole mediatiche gli ultimi arrivati, adesso è altrettanto
lampante che nei pasticci ‘gli amici di Beppe’ ci si stanno mettendo da
soli.
1 STELLA: TAVOLAZZI – Finiscono nei guai per inesperienza. È per questo che volevano al loro fianco una figura tecnica e competente, come può essere quella di un direttore generale. Valentino Tavolazzi
era il prescelto: preparato, certo, ma inviso a Grillo; e da lì a
titolare sulla spaccatura interna al Movimento fu un gioco facile
facile. Il Paese ne chiacchierava ma Parma restava tutto sommato
indifferente: questioni loro, l’importante è che governino bene. Ma ci
fu un momento in cui la città storse il naso. Pizzarotti: “Tavolazzi non l’ha contattato il Sindaco di Parma ma uno del movimento di Parma”; peccato che l’indomani venne reso pubblico il video della telefonata tra il consigliere ferrarese e il neo Sindaco. Una piccola bugia, il primo lieve scricchiolio dell’idillio.
2 STELLA: FOLLI – Alla nomina di Pizzarotti gli attivisti di Gestione Corretta dei Rifiuti
distribuivano bandiere contro l’inceneritore sotto i Portici del Grano.
Era anche – o forse soprattutto – la loro vittoria, e nei giorni
successivi lo ammisero tranquillamente parlando delle elezioni come di “referendum sull’inceneritore”. Il quadro del trionfo si completò con Gabriele Folli, attivista di primo pelo di Gcr, nominato assessore all’ambiente.
Dalla sua un bagaglio di conoscenza invidiabile sulla questione
Ugozzolo, ma le deleghe ad ambiente, mobilità e trasporti, non sono
soltanto termovalorizzatore. C’era e c’è il sospetto di uno scambio di favori,
che di certo non è una novità in politica. Ma per i 5 Stelle, che la
novità in politica vogliono incarnarla, deve essere diverso.
3 STELLA: GIUNTA –
Folli fu uno dei primi tre tasselli della Giunta. Quando si parla di
‘primi’ si pensa – oltre a pasta e risotti – a un qualcosa di veloce,
rapido. L’ufficialità della scelta, però, arrivò a ben 19 giorni dalla
vittoria elettorale. Fu l’inizio della giunta ‘a rate’,
alla stregua di una di quelle collane di fascicoli che all’inizio
compri in edicola con entusiasmo e poi perdi la speranza di vederla
completata.
Dopo un mese e tante promesse – da “presenteremo la Giunta al primo consiglio” a “entro fine settimana completeremo gli assessori”dello scorso martedì – alla struttura comunale mancano ancora 2 pilastri: Welfare e Urbanistica. Il primo, per la delicatezza e l’impellenza dei suoi compiti, è richiesto all’unanimità e a gran voce. Vero è che “in una settimana non avrebbe potuto risolvere i problemi di 15 anni”,
come dice Pizzarotti, ma è altrettanto corretto affermare che almeno
avrebbe iniziato e che avere un referente, una figura cui appellarsi,
avrebbe di certo fatto bene ai tanti, troppi, che hanno finito i santi a
cui votarsi e speravano di bussare in Comune. Il secondo, invece, è
soltanto apparso nel cielo dell’amministrazione cittadina, svanendo in
fretta e in autocombustione, portandosi dietro una scia di roventi
polemiche. Insomma, una stella cadente.
4 STELLA (CADENTE): BRUNI – Un mese per trovarlo, un giorno per perderlo. La città ha detto benvenuto e arrivederci al neo ed ex assessore all’Urbanistica, l’Edilizia, il Patrimonio e l’Energia, Roberto Bruni
in meno di ventiquattrore. Perché nessuno si era accorto, o forse aveva
ben controllato, che nel curriculum dell’urbanista ci fosse anche un fallimento. Pizzarotti lo ha definito “un inciampo” che non può mettere in dubbio il sistema della scelta attraverso curricula, utilizzato in tutti i settori.
La gravità della vicenda, però, sta più
che altro in alcune dichiarazioni del neo Sindaco. Mentre, infatti, il
capo della Procura Laguardia ha affermato che “in Procura non è stata presentata nessuna denuncia per abuso edilizio nei confronti di Bruni”, Pizzarotti ha detto: “La cosa preponderante per le dimissioni era la mancanza di serenità, dovuto non tanto al fallimento ma all’abuso edilizio, perché se tu devi cedere certi permessi… Il punto del mancato permesso l’abbiamo anche noi ritenuto una mancanza.”
Insomma, il leader di Parma in Movimento ha confermato che la macchia c’è, anche se a suo modo di vedere non è tanto grave: “Non è comunque che avesse costruito un grattacielo in campagna, ha spostato due muri di una casa.”
Silenzio. Si faccia pure avanti chi può difendere un’affermazione del
genere, che in un certo modo avrebbe voluto giustificare l’assessore
all’edilizia che alle spalle ha un abuso edilizio, il futuro concessore
dei permessi che ha agito senza permesso. Paradossi che un primo
cittadino non può permettersi, a meno che tutti non decidiamo di
spostare due muri.
5 STELLA: TRASPARENZA – La conferenza harakiri è proseguita con affermazioni che stridono con l’essenza stessa dei 5 Stelle: “La decisione (in merito alle prossime scadenze del Comune, ndr) verrà comunicata dopo che l’avremo presa. Se prima c’era la politica dell’annuncio, adesso ci sarà quella del ‘ho fatto’ ”. E la trasparenza,
invece, che fine ‘ha fatto’ ? Perché i cittadini dovrebbero accettare
le decisioni calate dall’alto di un governo che comunica le proprie
scelte dopo averle prese? Non è caricando monologhi su youtube che si nutre la democrazia.
Parma vive di pancia, acclama e dà
fiducia ma sa anche imbizzarrirsi, indignarsi. È una città che ha ancora
addosso la patriottica frenesia con cui un anno fa sollevò Vignali e lo
scaraventò nel cimitero dei politici, alla strega di un untore che
nessuno vuole più toccare. I 5 Stelle sono riusciti a prendere Parma
proprio cavalcando quel sentimento, mettendo nei banchetti se stessi e
le loro facce pulite, l’indignazione e il civismo.
Passare dalla barricata degli accusatori
al mirino della critica non deve essere facile. Ma chi governa una
città non può avere alibi né giustificazioni e fin quando i 5 Stelle non
faranno, e non faranno bene, l’opinione pubblica fiaterà loro sul collo.
La città non vuole né cicale che cantano il malgoverno degli altri né
formiche che razziano briciole e le nascondono sottoterra. Parma vuole
qualcosa di diverso e per questo ha dato fiducia a dei ‘grilli’: è ora che inizino a dimostrare di meritarla.
fonte: Parmanews24
giugno 24th, 2012
Fonte: Libera politica