La lettera che segue fu ricevuta da Beppe Grillo nel 2005. Gli raccontavo dello scandalo della Censura Legale e del comportamento di RAI e Gabanelli. E gli dicevo: “Prima
di gridare che i giornalisti sono tutti dei cagasotto, leggi cosa
accade a chi non lo è, e leggi come si comportano certi personaggi…”.
Ve la propongo anche se ripete le cose che avete già letto in questo ambito, ma solo per dirvi ‘Grillo sapeva’.
Bologna 27/10/2005 (mail a Beppe Grillo)
Caro Beppe,
sono Paolo Barnard, giornalista
‘storico’di Report per cui ho firmato diverse inchieste fra le più calde, e
oggi a RAI Educational con Minoli. Sono anche una voce abbastanza conosciuta
nel Movimento, compagno di avventure (sventurate) di Alex Zanotelli eccetra.
Ti scrivo per renderti edotto di
una cosa grave, e che tu sembri ignorare nelle periodiche lavate di testa che
dai ai giornalisti “colpevoli di servilismo nei confronti dei poteri forti e
di non avere le palle per dire cose scomode” (vedi tuo spezzone in Viva
Zapatero). Tu in questo caso, permettimi, ignori un dettaglio centrale e
drammatico. Abbi solo la pazienza di leggere tutto.
Io sono uno dei giornalisti come
tu li vorresti, e lo dico con discernimento. Io non ho fatto uno straccio di
carriera perché, come mi disse un noto direttore RAI anni fa “tu Barnard sei
bravissimo, ma non sai fare corridoio…”; io non ho mai flirtato con un
singolo partito; io non ho mai abbassato la testa e ho detto e scritto e
filmato cose scomode per due lire rischiando di mio; sono impopolare perché
penso con la mia testa e non mi liscio il potente di turno, alla RAI come nei
Movimenti; io ho mandato al diavolo fior di occasioni professionali per poter
continuare a dire cose vere; infine ho perduto tutto ciò che avevo
professionalmente (Report) per difendere gente ingiustamente trattata.
Ora, dopo la messa in onda di una
mia inchiesta per Report (2001) dove sputtanavo forse per la prima volta in TV,
con prove documentali e un pentito d’eccezione, le multinazionali del farmaco e
la corruttela dei medici e delle aziende sanitarie, capita che io, la RAI e la
Gabanelli ci becchiamo una citazione per danni da un informatore farmaceutico
che io avevo beccato e filmato di nascosto mentre mi confessava alcune
nefandezze. Costui ci chiede un risarcimento pericoloso, poiché di quelli
realistici e non i 10 milioni di euro che fanno ridere perché tanto si sa che
non li paghi. A me trema il sedere, perché sono quasi povero. La Gabanelli,
negli anni precedenti, mi aveva SEMPRE assicurato che in casi del genere ci
avrebbe pensato la RAI a difendermi, insomma, dovevo stare tranquillo. E
infatti io e gli altri giù a spaccare il culo a tutti i ‘cattivi’ senza pensare
ai pericoli, facendo insomma quello che invochi tu, Grillo.
Ok, arriva la citazione. Sai cosa
hanno fatto la Gabanelli e l’emerita Azienda RAI? Hanno detto al sottoscritto:
cazzi tuoi. Ti arrangi Barnard, ti paghi gli avvocati e noi non sappiamo chi
sei. Questo dopo 10 anni di servizio e di rischi e di culo per due lire per
loro. E non solo. Se per caso la RAI/Gabanelli perdono la causa si rifanno su
di me, con Atto di Costituzione in mora (raccomandata AR 3/10/2005) e mi
chiedono pure i loro danni.
Sappi che:
1) L’avvocato Lax della RAI in
presenza mia e della Gabanelli aveva dato il tutto ok alla mia inchiesta
giudicandola idonea alla messa in onda, assumendosene tutta la responsabilità.
2) Che l’inchiesta fu giudicata dalla RAI esemplare e di pubblica utilità, e
infatti fu persino replicata 3) Che la responsabilità ultima e il potere
ultimo di modificare il filmato lo ha sempre avuto la Gabanelli 4) Che, ripeto,
mi era sempre stato detto dalla Gabanelli che dovevo stare tranquillo, che mi
avebbero sempre difeso.
Ora caro Grillo, la morale è
questa: io ho dedicato una vita a rischiare per il bene pubblico (ho preso di
petto la Globalizzazione, Big Pharma, il FMI, la Sanità, la New
Economy, i Neoliberisti, Israele,
il Pentagono e il terrorismo americano nel mondo ecc..) e ho servito la RAI
dando tutto me stesso con inchieste premiate e acclamate, ma alla prima
difficoltà mi hanno scaricato come la spazzatura. Io oggi rischio la mia casa e
il mio futuro economico, mio e di mia moglie, e sono lasciato SOLO.
E credi che i miei colleghi
italiani non sappiano questo? Credi che gli altri giornalisti non sappiano che
fine fa il coglione coraggioso che, come vorrebbe Beppe Grillo, si espone e
denuncia la malefatte? Finisce in discarica come me, e tu li biasimi se pensano
“col cazzo che io faccio la stessa fine, col cazzo che rischio di rovinarmi
per la RAI o per il Corriere o per chiunque altro di sti stronzi che poi alla
prima grana si comportano così”…. e HANNO RAGIONE! Non puoi biasimare chi
ha meno coraggio (o soldi?) di te, o meno coraggio di me. Perché poi questa è
la fine che gli toccherebbe.
E ti rammento che sugli infami
atti di costituzione in mora contro uno come me non svetta il nome di
Berlusconi, Cattaneo o Petruccioli, e neppure la Glaxo, ma quello della signora
‘coraggiosa e morale’ di Report.
Questa storia ti racconta perché
in Italia quasi più nessuno fa inchieste vere. E non è per la censura del
Berlusca, proprio no. Su questo voi comici e tanti altri avete sbagliato mira.
Quello che sta distruggendo l’informazione in questo Paese è la censura del
tradimento infame di coloro che hai servito, la censura dell’abbandono dei
giornalisti e sé stessi a cedere 1/5 dello stipendio per anni a gente come
Previti o come le multinazionali del farmaco, la censura delle querele e delle
cause civili che tappano la bocca a gente come me ma che lasciano carta bianca
a chi ha miliardi per pagarle, come Striscia. Questa è la vera fine
dell’informazione, perché questa censura non finirà con un cambio di regime.
Senza rancore, e alla prossima ti
racconto anche perché il Movimento farà la stessa fine.
Tuo Barnard