martedì 3 luglio 2012

Grillo, segretario della Lega ad honorem





”Quando Vendola va in Confindustria, la Marcegaglia si alza e vorrebbe dargliela, ma lui niente, non la vuole”
(Beppe Grillo, 15 Aprile 2012)

Perché non bastava “l’at salut, buson” (“ti saluto, frocio”) rivolto a Vendola; non bastava che “il diritto di cittadinanza ai bambini nati in Italia è senza senso”; non bastavano “i sacri confini della Patria [...] minacciati dai Rom”; non bastava “Vendola, un buco… senza ciambella”; non bastava “il Sud abituato al voto di scambio”.

Altro che triumvirati, altro che congressi. La Lega Nord il suo segretario ce l’ha già.


Fonte: Pasquale Videtta

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Xenofobia, il degno erede di Bossi è Beppe Grillo

Laura Eduati Pubblicato da il 6 giugno 2012.

Gli attivisti del Movimento 5 Stelle devono avere rigorosamente la cittadinanza italiana. È scritto nello statuto dei grillini, nero su bianco. E lo sottolinea oggi Daniele Sensini nel suo blog de L’Espresso, scrivendo che su questo punto il Movimento del comico genovese è peggio della Lega Nord. In effetti nello statuto del Carroccio non compare il vincolo della cittadinanza italiana: basta essere maggiorenni. Forse, diranno alcuni, perché un partito come la Lega naturalmente respinge la militanza degli stranieri. Ma non è così. Una delle più brave addette stampa è di origini albanesi, mentre negli anni scorsi Sandy Cane, donna di origini africane, diventò la prima sindaca nera nella lombarda Viggiù proprio per il partito di Bossi.

È noto come per Grillo sia importante lo ius sanguinis. In passato, nel suo celebratissimo blog, aveva conquistato migliaia di cuori indecisi scagliandosi contro rom e rumeni. Eppure la decisione di escludere attivisti non italiani non pare semplicemente un atto di vero razzismo, quanto un autogol politico: nelle città del Nord dove il Movimento 5 Stelle sta scalando velocemente i sondaggi, e dove i grillini sono più organizzati e radicati, ormai la seconda e terza generazione dei migranti studia, lavora e parla normalmente il dialetto locale. Insomma, non si tratta di presenze ghettizzate, estranee al territorio, inclini alla criminalità come ha giurato la Lega per moltissimi anni. Queste persone spesso non posseggono la cittadinanza italiana perché ai figli degli stranieri è vietato conquistarla prima dei 18 anni, a volte anche oltre perché i requisiti sono macchinosi e prevedono un reddito obbligatorio che nemmeno i giovani italiani riescono a dimostrare. Nonostante gli ostacoli legislativi e nonostante la Lega, i ragazzi di seconda generazione conducono una esistenza del tutto simile a quella dei loro coetanei e da tempo hanno cominciato a fare politica. Non sempre nei partiti, spesso nei movimenti studenteschi, nei sindacati, nei collettivi locali. Il loro apporto è fondamentale non tanto perché affondano le proprie origini in Paesi stranieri – dei quali a volte non conoscono nemmeno la lingua -, quanto perché la loro voglia di migliorare lo status quo è identico alla voglia degli italiani che si impegnano negli stessi ambiti. Qual è il motivo che spinge Grillo ad escludere questa fetta importante della popolazione? Per rubare voti alla Lega? E perché ragazzi giovani come Pizzarotti aderiscono ad un movimento che non vorrebbe, al suo interno, i loro compagni di classe del liceo di origine maghrebina, asiatica, rumena? È facile, nelle regioni settentrionali ma anche altrove, incontrare comitive di ragazzi di origine mista: se l’italiano del gruppo decidesse di impegnarsi con i grillini, come spiegherebbe agli amici con i quali gioca a calcetto che loro, invece, non possono?

Il problema è che pare sia impossibile criticare il M5S senza incappare negli insulti dei suoi militanti. A Sensi, che giustamente mette in rilevanza il razzismo del Movimento, in queste ore scrivono grillini che lo invitano a togliersi di mezzo con parole non certo gentili. Nessuno entra nel merito della questione. Un atteggiamento fascista – notevolmente fascista – ben esemplificato dalla reazione di coloro che stavano seguendo lo scorso 2 giugno un comizio di Grillo ad Alghero: il parroco interrompe il comico ricordandogli che ha sforato i tempi e che dovrebbe chiudere, gli attivisti in piazza lo fischiano e lo insultano come se fosse il peggiore dei banditi. In questo senso, e senza generalizzare, pare molto chiaro che gli aderenti al M5S abbiano mutuato dal berlusconismo una disonestà intellettuale senza limiti e un populismo che non teme di arrivare alla xenofobia pur di catturare gli elettori. Ecco perché il Movimento non apporta, politicamente, nulla di nuovo. Nemmeno la meravigliosa passione dei suoi militanti è un inedito nel panorama italiano: già la Lega era riuscita a portare nelle amministrazioni locali e poi in Parlamento persone che non avevano mai avuto poltrone, tecnicamente e pericolosamente ignoranti.

Post scriptum. Grillo non è il solo a negare la tessera ai cittadini non italiani. Per statuto sono esclusi anche dal Pdl e persino dalla cattolicissima Udc.

Fonte: Gli Altri