venerdì 8 giugno 2012

Analisi del grillismo, comica ideologia dei nazifascisti del Terzo Millennio, se non fosse un dramma sociale

21 Apr 2012
Pubblicato da Nino Caliendo


[Nota del blog: Interessante il curriculum dell'autore di questo articolo.

Nino Caliendo, all’anagrafe Gaetano, è nato a Napoli, è docente nella Formazione Professionale nei settori Marketing e Comunicazione e professionista della Pubblicità e del Web Marketing.

Tanto più importante quindi la sua opinione riguardo Beppe Grillo - e Casaleggio -,  se si pensa al loro blog e alle loro tecniche di propaganda/web marketing.]

Il grillismo è un fenomeno inquietante e pericoloso, nonché di stampo estremista/pagnottista.

La cosa che mi sta scandalizzando sempre di più è constatare che parte del Popolo italiano cade con molta faciltà nei discorsi qualunquisti del furbetto di turno, affamato delle ricchezze del potere.

Mussolini era un qualunquista, un populista come tanti, che però seppe sfruttare la situazione italiana di decadenza politica dell’epoca (in verità con più stile e più credibilità di come oggi goffamente tenta di fare Grillo e, prima di lui, ha fatto Berlusconi), il cui “la” fu dato dallo scandalo della Banca Romana.

Basta rivedere il film “La marcia su Roma” di Dino Risi (1), protagonisti Vittorio Gassman e Ugo Tognazzi, una brillante ed esilarante commedia all’italiana del 1962, ma altamente significativa per capire la realtà del successo tra il basso popolino che possono conquistare affermazioni di stampo populista, piuttosto che le sane proposte di rinnovamento della seria politica sociale ed economica.



Un Ugo Tognazzi contadino, un po’ di estrazione agricola marxista popolare, che porta sempre con sé un volantino della propaganda fascista qualunquista, dove venivano garantite al Popolo un sacco di cose, tra cui “la terra ai contadini”, che diventa la fissa e l’utopia di Tognazzi.

E’ grave quello che sento dire dalle persone (horresco udiens) che hanno intenzione di votare per Grillo (ovviamente, per Grillo intendendo il Movimento 5 Stelle) “perché non è un politico (che poi non è vero, poiché chi s’interessa di politica e fa affermazioni politiche è un politico, essendo la politica una branca della filosofia).

In pratica, nell’immaginario poco intellettuale popolare, si auspica assurdamente ad un Parlamento non politico? E da dove verrebbe fuori poi la capacità di governare se manca la base della cultura politica? E la capacità di confrontarsi con la diplomazia internazionale? Come dire che per farmi curare vado da un non-medico, per imparare mi servo di un non-docente, per riparare il rubinetto che perde chiamo il farmacista perché voglio un non-idraulico.

Ecco, da questo nasce il populismo qualunquista: dire alla gente quello che vorrebbe sentirsi dire, manovrando i fondamenti dei contenuti di verità del contesto! I discorsi di antipolitica di Grillo (che sfruttano la realtà delle ruberie dei politici attuali), convincono le masse che la politica è solo ladrocinio e, quindi, occorre eleggere non-politici, perché i politici sono ladri e delinquenti (infatti, quelli di questo Parlamento lo sono molto più degli altri del passato). Paradossalmente, la gente si convince che possa essere un buon governo quello di gente qualunque eletta dal popolino (e non dal Popolo cerebralmente normale).

Premesso che “politica” non significa ladrocinio, ma capacità di governare la società (2), Grillo si tradisce e si contraddice quando da antipolitico diventa “politico” proponendo le liste del Movimento 5 Stelle nelle elezioni.

L’antipolitica non è una novità, Grillo non ha inventato nulla, il Sessantotto è impregnato di antipolitica, ma i Movimenti che la proponevano (molto più seri e culturalmente molto più elevati del “5 Stelle”) erano extraparlamentari, non aspiravano a seggi in Parlamento o poltrone nelle stanze dei “bottoni” ed erano seguiti da un pubblico istruito, colto e affamato di sapere, al contrario degli italioti di oggi, tutti presi a voler sembrare quello che non sono, senza aspirazioni personali e di crescita intellettuale (quest’ultima non si vede facilmente, l’iPod sì).

Mi sembra di rivedere l’Ugo Tognazzi de “La marcia su Roma” quando, parlando con qualcuno che, lavorando completamente a nero, vuole sfruttare lo stato sociale senza pagare un euro di tasse, si definisce sostenitore e prossino elettore grillino. In quel momento, mi viene in mente un’affermazione di Grillo proprio sulle tasse, tipo il contadino che diventa mussoliniano per via della ‘terra ai contadini’: “Ci stanno suicidando. Siete sicuri che se pagassimo tutti le tasse questo Paese sarebbe governato meglio? Ruberebbero il doppio” (3). Ed ecco che l’evasore diventa grillino, si sente protetto: Grillo, con il suo discorso di antipolitica qualunquista, giustifica il suo lavorare a nero, il suo sfruttare gratis quel poco che rimane dello stato sociale che sopravvive grazie alle tasse pagate dagli altri. Grillo non dice che bisogna tagliare le spese enormi ed inutili dello Stato causate dalle kaste (politici, Vaticano, militari, etc), che bisogna cacciare via dal Parlamento i rubacchioni e i delinquenti, no non lo dice, non suggestionerebbe le masse e non operebbe quel lavaggio del cervello che gli sta riuscendo tanto bene: perché è più eclatante giustificare l’evasore, l’impatto è molto più positivo e di ritorno.

Ma all’evasore grillino non piace questo ragionamento e continua ad affermare che Grillo è fuori dai giri di potere. Grillo no, dice il lavoratore a nero che non paga una lira di tasse, Grillo è un antipolitico (che, però, proponendosi alle elezioni, dimostra di aspirare a diventare un politico)! Per far cosa? Forse quello che ha fatto la Lega Nord, di cui molti concetti e affermazioni lui riprende, che poi è quello che fanno tutti i partiti, di cui all’occasione, quando fanno cominciare a sentire odore di ribellione (ma solo per ottenere di più, non per sopravvenuta virtù popolare), si rendono pubblici i dossier che già esistono belli e pronti nelle stanze blindate dei poteri forti, chiusi in sicure “casseforti”?

Beppe Grillo è un fenomeno del più abietto populismo destinato a masse che nuotano nell’ignoranza. E’ un nemico del Popolo che alimenta regimi reazionari senza proporre alcuna concreta prospettiva futura.

La filosofia del distruggere, dicendo quello che gli incapaci di analisi cerebrale accolgono, è stata sempre la formula vincente degli imbecilli che muovono i fili del popolo burattino. E’ l’arma da usare ad arte per arrivare nelle stanze dei bottoni e azzuppare quello che c’è ancora d’azzuppare.

Solo in Italia, qualsiasi imbecille (come già Mussolini e poi Berlusconi, Bossi e in ultimo Grillo) può conquistarsi un consenso senza possedere la capacità di elaborare una costruttiva visione d’insieme risolutiva delle reali problematiche.

Solo nell’Italia degli italioti, si dà spazio ad individui squallidi che mettono continuamente in scena proteste (ed in questo non solo Grillo), che non servono a niente e a nessuno se non ci sono proposte alternative concrete, possibili e credibili.

Per capire un po’ meglio la vuotezza di cervello di Beppe Grillo e dei suoi sostenitori ed elettori, gustiamoci una panaramica delle sue cazzate populiste.

Cazzate razziste di estrazione nazifascista per procurarsi le simpatie ed il sostegno dei leghisti, di Casa Pound e di Ordine Nuovo: “La cittadinanza a chi nasce in Italia, anche se i genitori non ne dispongono, è senza senso” (4).

Sempre tra le sue cazzate razziste, questa volta con riferimenti patriottici tanto per leccare il culo ai movimenti nazifascisti: “Un Paese non può scaricare sui suoi cittadini i problemi causati da decine di migliaia di rom della Romania che arrivano in Italia. Una volta i confini della Patria erano sacri” (5).

Per non tralasciare, poi, le sue dichiarazioni omofobe: “Quando Vendola va in Confindustria, la Marcegaglia si alza e vorrebbe dargliela, ma lui niente, non la vuole” (6). Oppure, sempre rivolto a Vendola: L’at salut, buson” (“Ti saluto, frocio”, ndr).

Anche l’omofobia, per servire meglio la Lega e i movimenti di estrema destra, perché non bastava, per un buon lecchinaggio, che “il diritto di cittadinanza ai bambini nati in Italia è senza senso”; non bastavano “i sacri confini della Patria minacciati dai Rom”; non bastava “Vendola, un buco… senza ciambella”; non bastava l’affermazione di odio leghista ai terroni “il Sud è abituato al voto di scambio”.

E per chiudere in bellezza il breve ricordo delle cazzate grillesche, non si può tralasciare l’appoggio dei grillini (e di Grillo), durante le elezioni amministrative 2011, nei confronti dell’Associazione neo-fascista di Casa Pound (7).

Il Movimento 5 Stelle non è rivoluzionario, ma iper-populista ed ha pienamente ragione Eugenio Scalfari che, già nel 2007, in tempi non ancora sospetti, con grande intuito giornalistico, scrisse: ”Quando vedo prender corpo un Movimento del tipo del ‘grillismo’ mi viene la pelle d’oca. Ci vedo dietro l’ombra del ‘law & order’ nei suoi aspetti più ripugnanti. Ci vedo dietro la dittatura” (8).

Beppe Grillo è lo spettro del nuovo fascismo, per Wu Ming 1 in un articolo per la “Nuova rivista letteraria” (9). Non soltanto per lo spettacolare “Führerprinzip” (10), rintracciato negli atteggiamenti dell’ex cabarettista che, tuttavia, da solo non giustificherebbe l’uso dell’espressione “criptofascismo”. L’animo fascistoide di Grillo è quello cifrato caratteristico dei movimenti di impronta qualunquista, poujadista (11), destrorso/populista, etc. Tra i suoi simili si può annoverare la Lega Nord.

 Nino Caliendo



NOTE

(2) La politica è l’Arte di governare le società. Il termine, di derivazione greca (da polis, città), si applica tanto all’attività di coloro che si trovano a governare quanto al confronto ideale finalizzato all’accesso all’attività di governo o di opposizione.
(3) Consulta anche: http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/politica/2012/04/16/visualizza_new.html_185525291.html


(4) A seguito della proposta di legge in proposito che si attirò le ire e l’opposizione da parte della Lega Nord e di frange dell’estrema destra.
(6) Frase pronunciata a Carrara il 15 aprile 2012, dove parlò a sostegno del candidato a sindaco Matteo Martinelli e dei candidati a consiglieri del Movimento 5 Stelle.

(7) Casa Pound è un centro sociale di ispirazione fascista nato a Roma il 26 dicembre 2003 con l’occupazione di uno stabile nel rione Esquilino. Per estensione, il termine comprende l’intero movimento politico, inserito nel panorama dei gruppi e movimenti dell’estrema destra italiana, che negli anni successivi si è diffuso nella capitale e sul territorio nazionale con ulteriori occupazioni, mobilitazioni e iniziative di vario genere. Nel giugno 2008, ha assunto la forma associativa con il nome di Casa Pound Italia. (Da Wikipedia)

(10) Il termine tedesco Führerprinzip, traducibile in principio del capo o principio di supremazia del capo, si riferisce ad un sistema gerarchico di leader – simile al sistema militare – che abbiano un’assoluta responsabilità nell’area di loro competenza e che debbano rispondere solo ad un’autorità superiore pretendendo obbedienza assoluta dai loro inferiori. Al vertice della gerarchia risiede il capo supremo che non deve rispondere delle sue azioni a nessuno ed è somma autorità dello Stato.
Il Führerprinzip venne utilizzato estensivamente nella società della Germania nazista e vide al vertice della piramide di responsabilità Adolf Hitler. Tale princìpio vide un’applicazione, seppur meno categorica, anche nell’Italia fascista di Mussolini, nella Spagna nazionalista di Franco ed in altri regimi dittatoriali del XX secolo. (Da Wikipedia)

(11) Termine derivante da Pierre Poujade, uomo politico francese (Saint-Céré, Lot, 1920-La Bastide l’Eveque 2003). Commerciante, fu preso prigioniero durante la seconda guerra mondiale, ma nel 1942 evase e si arruolò nell’aviazione gollista. Nel dopoguerra approfittò del malumore, vivo soprattutto nei commercianti e negli artigiani contro la pressione fiscale, per fondare (1954) l’UDCA (Unione di difesa dei commercianti e degli artigiani) a capo della quale, agitando tesi qualunquistiche, ebbe un notevole successo nelle elezioni del 1956, conquistando 52 seggi. I poujadisti formarono allora il gruppo Union et Fraternité Française che però in breve si disgregò. Dopo aver sostenuto il colonialismo francese e l’OAS (Organisation de l’Armée Secrète), Poujade aderì al gollismo. (Da Wikipedia)

Fonte: El Niño