Pubblicato il maggio 21, 2012 da cubicamente
Pizzarotti è il nuovo sindaco di Parma. L’errore più grande sarebbe
quello di far ricadere solo sulla sua persona, anzi su quella di Grillo,
la responsabilità del governo della città. Se il Movimento 5 Stelle
deve essere davvero ciò che dice di essere, ovvero un movimento nato
“dal basso”, dovrebbe fare a meno della ingombrante figura del comico e
costituirsi finalmente come entità collettiva dove vige la semplice
regola della partecipazione alla discussione pubblica, [...] della apertura dialettica,
della deliberazione diffusa, che rafforza l’istituzione rappresentativa
estendendola il più possibile fuori delle mura dei palazzi.
In questo momento Parma rappresenta l’occasione d’oro per l’utopia
democratica di realizzarsi rinnovando la forma della Comune parigina di
una società in cui il cittadino è immediatamente coinvolto nella Pòlis.
Pizzarotti è forse un eroe per caso, forse non è nemmeno strutturato
personalmente per il grave compito che gli spetta. O forse no. Dovrà
avere la forza di mettere al centro della deliberazione sempre e
comunque il benessere comune. La volontà generale dei cittadini di Parma
potrà forse materializzarsi, non più interpretata o manipolata o
filtrata o sottoposta al vaglio dello strumento statistico, ma
lasciandola emergere dalla libera discussione pubblica.
Per queste ragioni, Grillo non serve più. E’ servito a creare il
Movimento 5 Stelle e a dargli una immagine. Ma la nascente Terza
Repubblica ha i connotati di un rinascimento comunale, come storicamente
è quasi sempre capitato dopo i lugubri medioevi che questo paese ha
dovuto vivere. In questo senso Grillo è stato il medium (nel
senso di mezzo) per l’emanciparsi di questa nuova generazione di
cittadino. Il cittadino partecipativo spezza il monopolio del super
professionismo politico della società tecnica specializzata. La Rete in
tutto questo movimento di competenze, non più monopolizzate bensì
liquide poiché condivise, è l’esemplificazione più evidente. Io stesso,
mentre scrivo, esercito un ruolo che è a metà fra il cittadino e il
giornalista, ma che non è pienamente giornalista, ma certamente
cittadino. Da un lato esiste il Netizen, testimone del proprio tempo e
al tempo stesso attore nel campo della pubblica dissertazione,
dall’altra questa nuova forma di politico che altro non è se non un
“cittadino in armi” come lo erano i comunardi parigini: assolutamente
temporaneo, non indispensabile, infinitamente sostituibile. In questo
risiede la rivoluzione del 5 Stelle: come con Lutero la religione non
era più organizzata intorno alla mediazione del sacerdote cattolico (la
Riforma luterana pone l’individuo in diretto contatto con il Verbo di
Dio attraverso la lettura personale e personalistica delle Scritture),
così oggi la Pòlis fa a meno della intermediazione del Professionista,
del Tecnico, e sussume in sé l’individuo che è un tutt’uno con la Pòlis
medesima.
L’idea quindi che Grillo possa continuare ad essere il leader del
Movimento, è anacronistica. Il partito personalistico è finito con
Berlusconi e Bossi. E’ venuta invece l’ora del Noi.
Fonte: Yes political
Vedi anche: Dossier 5 Stelle
Fonte: Yes political
Vedi anche: Dossier 5 Stelle