martedì 12 giugno 2012

La Comune di Parma

Pubblicato il maggio 21, 2012 da


Pizzarotti è il nuovo sindaco di Parma. L’errore più grande sarebbe quello di far ricadere solo sulla sua persona, anzi su quella di Grillo, la responsabilità del governo della città. Se il Movimento 5 Stelle deve essere davvero ciò che dice di essere, ovvero un movimento nato “dal basso”, dovrebbe fare a meno della ingombrante figura del comico e costituirsi finalmente come entità collettiva dove vige la semplice regola della partecipazione alla discussione pubblica, [...] della apertura dialettica, della deliberazione diffusa, che rafforza l’istituzione rappresentativa estendendola il più possibile fuori delle mura dei palazzi.

In questo momento Parma rappresenta l’occasione d’oro per l’utopia democratica di realizzarsi rinnovando la forma della Comune parigina di una società in cui il cittadino è immediatamente coinvolto nella Pòlis. Pizzarotti è forse un eroe per caso, forse non è nemmeno strutturato personalmente per il grave compito che gli spetta. O forse no. Dovrà avere la forza di mettere al centro della deliberazione sempre e comunque il benessere comune. La volontà generale dei cittadini di Parma potrà forse materializzarsi, non più interpretata o manipolata o filtrata o sottoposta al vaglio dello strumento statistico, ma lasciandola emergere dalla libera discussione pubblica.
Per queste ragioni, Grillo non serve più. E’ servito a creare il Movimento 5 Stelle e a dargli una immagine. Ma la nascente Terza Repubblica ha i connotati di un rinascimento comunale, come storicamente è quasi sempre capitato dopo i lugubri medioevi che questo paese ha dovuto vivere. In questo senso Grillo è stato il medium (nel senso di mezzo) per l’emanciparsi di questa nuova generazione di cittadino. Il cittadino partecipativo spezza il monopolio del super professionismo politico della società tecnica specializzata. La Rete in tutto questo movimento di competenze, non più monopolizzate bensì liquide poiché condivise, è l’esemplificazione più evidente. Io stesso, mentre scrivo, esercito un ruolo che è a metà fra il cittadino e il giornalista, ma che non è pienamente giornalista, ma certamente cittadino. Da un lato esiste il Netizen, testimone del proprio tempo e al tempo stesso attore nel campo della pubblica dissertazione, dall’altra questa nuova forma di politico che altro non è se non un “cittadino in armi” come lo erano i comunardi parigini: assolutamente temporaneo, non indispensabile, infinitamente sostituibile. In questo risiede la rivoluzione del 5 Stelle: come con Lutero la religione non era più organizzata intorno alla mediazione del sacerdote cattolico (la Riforma luterana pone l’individuo in diretto contatto con il Verbo di Dio attraverso la lettura personale e personalistica delle Scritture), così oggi la Pòlis fa a meno della intermediazione del Professionista, del Tecnico, e sussume in sé l’individuo che è un tutt’uno con la Pòlis medesima.
L’idea quindi che Grillo possa continuare ad essere il leader del Movimento, è anacronistica. Il partito personalistico è finito con Berlusconi e Bossi. E’ venuta invece l’ora del Noi.

 Fonte: Yes political
Vedi anche: Dossier 5 Stelle